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Autore: LatersBaby_Mery    15/07/2015    8 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.

Fisso Taylor senza riuscire a parlare, ho la gola secca e un macigno allo stomaco. Non so cos’abbia voluto dire con quelle parole, e a dirla tutta ho paura di scoprirlo.
“T-Taylor..” mormoro “Che vuol dire?” sento il labbro che trema, stringo forte le mani a pugno per non crollare.
Taylor prende alcuni profondi respiri, prima di cominciare a parlare. “Quando siamo usciti dalla GEH erano ormai le undici passate.. ero molto stanco, la notte prima avevo dormito pochissimo..” si blocca, come per cercare le parole giuste, probabilmente si sente sotto processo “Forse.. forse ho avuto un colpo di sonno.. è stato un istante.. ma non sono riuscito a frenare in tempo…”
Gail ed io ci guardiamo con gli occhi sgranati, prima che Jason riprenda a parlare. “Avevo qualche secondo per frenare, per limitare i danni.. ma non.. non ce l’ho fatta, me ne sono reso conto troppo tardi…”
Ha la voce rotta, come se stesse lottando contro se stesso per non piangere. Mi fa una tenerezza immensa: l’ho sempre visto professionale, efficiente, discreto, sempre sull’attenti a qualunque cosa Christian gli dicesse. Ma anche lui è un essere umano, con i suoi limiti e le sue debolezze, anche lui ha un cuore, e so che se sta così è perché nonostante tutto vuole bene a Christian.
E in fondo so che non è colpa sua: da ciò che ha detto Carrick, l’auto pirata andava troppo veloce rispetto a loro, lo scontro ci sarebbe stato comunque, magari solo qualche metro più avanti.
“Taylor..” sussurro avvicinandomi e posandogli una mano sulla spalla “Non è colpa sua, l’auto andava ad almeno centoventi chilometri orari, sarebbe stato impossibile vederla in tempo..”
“Mrs Grey ha ragione..” afferma Gail “Jason, non sei un computer, non puoi pianificare tutte le cose misurando i secondi..”
“Gail, il mio lavoro consiste proprio in questo.. io devo proteggere le persone che mi pagano.. anche a costo di misurare i secondi..”.
Vedo Mrs Jones chiaramente in difficoltà, Jason è identico a Christian quanto a testardaggine. “Jason..” prosegue Gail “Non potevi vedere la macchina in tempo per frenare, hai capito a che velocità andava?? Anche se avessi frenato, l’impatto ci sarebbe stato comunque..”
Taylor non le risponde, si limita a fissare il vuoto davanti a sé.
Quel silenzio diventa sempre più imbarazzante, decido allora di non approfondire la questione, lo farò in un altro momento, ora agiterei ancora di più Jason, e non mi sembra il caso, anche lui è molto turbato.
Saluto lui e Gail ed esco dalla stanza. Salgo nuovamente al terzo piano, stavolta più lentamente, e torno in terapia intensiva. Mia è ancora accanto a Christian e gli accarezza ritmicamente il braccio sinistro. Appena mi vede entrare si alza e si asciuga gli occhi.
“Tesoro, va’ a casa, hai passato la notte in bianco e hai anche affrontato un viaggio..” le dico accarezzandole i capelli.
“Sei.. sei sicura? Non vuoi che resti qui con te?”
“Lo vorrei, ma i medici permettono ad una sola persona di stare qui.. non ti preoccupare per me, a me basta stare accanto a lui..”
“Va bene! Però vengo più tardi a darti il cambio.. anche tu hai l’aria distrutta..”
Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e va via.
Mi siedo nuovamente accanto a Christian, poggio la testa sulla sua mano, e senza rendermene conto mi addormento.
 
“Annie..”
Una voce maschile mi fa aprire gli occhi, mi volto e vedo Ray dietro di me, su una sedia a rotelle. Lo abbraccio di slancio.
“Papà..”
“Tesoro mio..” dice accarezzandomi la schiena. “I medici mi hanno avvisato solo un’ora fa, ma che è successo??”
Gli racconto tutto per filo e per segno, lui mi tiene una mano nelle sue come per infondermi forza.
“Annie, sono sicuro che Christian si sveglierà.. guarda me.. anche io ho avuto un brutto incidente, eppure sono qui, un po’ acciaccato ma sono qui..”. E’ incredibile, riesce persino a farmi sorridere.
“E se ci sono riuscito io che tanto giovane non sono più, a maggior ragione ce la farà Christian, che non solo è giovane e forte, ma ha una principessa come te ad aspettarlo”.
Mi asciugo le lacrime che mi stanno rigando il viso e lo abbraccio di nuovo.
“Grazie papà, ti voglio bene!”. Non gliel’ho detto spesso in passato, ma da quando ha avuto l’incidente ho capito veramente quanto sia importante quest’uomo per me, e sto cercando di rimediare, ricordandoglielo ogni volta che posso.
“Anche io ti voglio bene tesoro!”
“Mr Steele..” la voce di una dottoressa ci interrompe “Sarebbe meglio che lei tornasse in camera adesso, ricordi che non deve stancarsi..”.
“Se mi accompagna lei fino al quarto piano, dottoressa, torno molto volentieri in camera..” dice facendomi l’occhiolino. Rido leggermente e poi gli do un bacio su una guancia prima di lasciarlo uscire.
Mi sento decisamente meglio. Parlare con Ray mi ha fatto bene, mi sento molto più ottimista. In più, il dottor Hamilton è venuto a controllare la situazione e ha detto che i parametri vitali di Christian sono nella norma.
 
Poco prima di mezzogiorno fanno ritorno Grace e Carrick, e dopo pranzo anche Kate, Elliot, Mia ed Ethan. Tutti cercano di convincermi ad andare qualche ora a casa a riposare, ma non ce la faccio. Non posso pensare di lasciarlo, deve sentire che io sono qui con lui. Le ore scorrono lente, mi alterno con Grace e Mia per stare accanto a Christian. Nonostante i ragazzi abbiano insistito molto, non sono riuscita a toccare cibo. So che Christian si arrabbierebbe da morire se vedesse che non mangio, ma davvero non riesco a mandare giù nulla. Ho un peso, fatto di ansia, paura e malinconia, che mi opprime il petto e mi serra lo stomaco.
Poco dopo le cinque del pomeriggio, i medici ci chiedono di uscire dalla stanza di Christian per visitarlo.
Faccio su e giù lungo il corridoio, voglio essere ottimista, ma c’è sempre quella piccola parte di me che ha paura.
Finalmente, venti minuti più tardi, la porta del corridoio si apre ed escono i tre medici che hanno visitato Christian. Due se ne vanno, resta il terzo, un uomo dall’aria distinta, alto, brizzolato. Lo accerchiamo subito e leggo sul tesserino che ha appuntato al camice che è il primario del reparto di neurochirurgia.
“Dottore, allora?” domanda impaziente Carrick.
“Ci sono buone notizie..” annuncia “Il signor Grey è fuori pericolo..”
Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, Mia prende la mia mano e la stringe forte.
“Inoltre” prosegue il medico “abbiamo anche potuto staccargli l’ossigeno artificiale.. il paziente respira da solo adesso..”
“Oh, grazie a Dio” sospira Grace.
“Dottore, quanto ci vorrà per svegliarsi?” chiedo.
“Mrs Grey, purtroppo non posso indicarle una tempistica precisa, lasciamo trascorrere la notte, poi domattina cominceremo con le stimolazioni.. Sarà utile che gli parliate, gli facciate ascoltare della musica, magari qualche pezzo che lui preferisce.. tutto può servire.. Adesso vogliate scusarmi..”
Ci saluta educatamente e poi si dirige a passo spedito verso l’altra ala del corridoio.
Respiro profondamente e mi accorgo di avere le guance bagnate dalle lacrime. Mia mi abbraccia forte, poi si aggiungono anche Elliot e Kate.
“Ero sicura che il mio bambino ce l’avrebbe fatta!” afferma emozionata Grace.
Mi libero della stretta dei ragazzi e vado ad abbracciare lei e Carrick.
All’improvviso sento la testa girarmi e le gambe che non mi sorreggono più.  
“Ana!” urla Grace.
E’ un istante. E poi buio.
 
“Mrs Grey.. mi sente??”. A chiamarmi è una voce femminile molto dolce, apro gli occhi e mi ritrovo stesa su un lettino, accanto a me c’è una giovane dottoressa con un camice rosa che mi guarda accennando un sorriso.
“D-dove sono?” balbetto con la voce impastata.
“E’ nel mio ambulatorio, è svenuta.. si ricorda?”
“Ricordo solo che ad un certo punto non sentivo più le gambe..”
“Ha avuto un calo di pressione, i suoi parenti mi hanno detto che c’è suo marito in terapia intensiva da ieri notte..”.
Annuisco e scatto a sedere. La testa è pesante, e prende a girare.
“No no no Mrs Grey, stia distesa..”. La dottoressa posa una mano sulla mia spalla e mi aiuta a stendermi di nuovo, leggo sul tesserino che si chiama A. Klynn
“Il mancamento è dovuto sicuramente allo stress accumulato nelle ultime ore, alla preoccupazione per suo marito e poi… sa di essere incinta??”
“Sì, da qualche giorno.. sono di poche settimane..” le confermo.
“So quanto possa essere difficile questo momento per lei, ma le prime settimane sono le più delicate, deve cercare di stare attenta.. Comunque può stare tranquilla, il bambino sta bene.. ma a preoccuparmi è lei, la vedo molto debilitata Mrs Grey, da quanto tempo non mangia??”
Ci penso un secondo, e realizzo che ieri sera alla fine non ho mangiato niente. Quindi da…
“Da ieri a pranzo..”
La dottoressa sgrana gli occhi. “Ma è impazzita? Non può assolutamente permettersi di non toccare cibo nelle sue condizioni..” mi rimprovera, ma la sua voce resta sempre premurosa, come se stesse parlando con un’amica o una sorella.
“Lei non si muova da qui, adesso le faccio portare qualcosa da mangiare.. c’è sua suocera qui fuori.. Posso farla entrare??”
“Certo!!”. La dottoressa si alza, ma io la richiamo subito. “Dottoressa.. la prego di non dire nulla della gravidanza alla mia famiglia, vorrei che fossimo io e mio marito a dare loro la notizia..”
Mi rivolge un sorriso e nei suoi occhi leggo tanta tenerezza. “Ma certo Mrs Grey, non si preoccupi..”
Esce da quella piccola stanza, e dopo qualche secondo entra Grace.
“Ana, come ti senti?” chiede sedendosi sul lettino accanto a me.
“Ora meglio..” la rassicuro “Christian?”
“Tranquilla, c’è Mia accanto a lui, non è mai solo..” mi sposta una ciocca di capelli dietro all’orecchio e mi sorride “Ci hai fatto prendere uno spavento! Ti abbiamo vista svenire tra le nostre braccia..”
“Scusatemi, mi ci metto anche io a darvi preoccupazioni..”
“Ma non dirlo neanche per scherzo! Ma che è successo??”
“La dottoressa ha detto che il mancamento è dovuto all’accumulo di ansia e stress di queste ultime ore, in più non mangio da ieri..”
“Se lo sapesse Christian, fissato com’è con il cibo..” mi ammonisce.
Il suo modo così affettuoso di preoccuparsi per me mi fa sciogliere qualcosa dentro. Sento il bisogno di parlare con qualcuno, e decido di farlo con lei, che dal primo momento che ho messo piede in casa sua mi ha trattata come una figlia.
“Grace.. devo dirti una cosa..” comincio. “Vedi.. insieme alle cose che ti ho detto, c’è anche un.. un altro motivo che ha causato il mio svenimento..”
“Che cosa??”
Non riesco neanche a dirlo. E’ una cosa così bella, eppure allo stesso tempo mi fa così tanta paura che non so trovare le parole. Grace mi fissa in attesa di una risposta.
Abbasso lo sguardo e mi poso la mano destra sul ventre ancora piatto mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.
“Tu.. tu sei..?”
Annuisco accennando un sorriso. Lei mi abbraccia forte e scoppia in lacrime.
“Oh bambina mia.. è una notizia meravigliosa..”
Mi lascio cullare dalle sue braccia materne e rassicuranti, e lentamente mi calmo.
“Christian lo sa??”
“Sì.. però..” mi rabbuio.
“Però cosa?”
“Non.. non l’ha presa bene.. abbiamo discusso pesantemente.. dice che non si sente pronto, che non potrà mai essere un buon padre..”
“Vedi Ana, Christian pensa sempre il peggio, soprattutto quando si tratta di sé stesso.. L’inferno che ha vissuto da bambino ha influenzato tutta la sua vita.. da piccolissimo non ha mai avuto una figura paterna, l’unico uomo che conosceva è quello che gli ha rovinato l’infanzia.. la vita..” le lacrime che ricominciano a scendere le impediscono di parlare. Grace fa qualche respiro e poi prosegue. “Ricordo ancora quando lo vidi per la prima volta, denutrito, impaurito.. tremava come un passerotto, di freddo e di paura.. non parlava, ma ricordo come fosse ora i suoi occhi, pieni di dolore, di angoscia, di terrore, non lasciava avvicinare nessuno, neanche noi medici.. stringeva al petto la sua copertina azzurra come fosse uno scudo.. e Christian con il tempo l’ha costruito davvero uno scudo attorno a sé, un muro attorno al suo cuore, non lasciando a nessuno la possibilità di scavalcarlo, neanche a me e Carrick, che gli vogliamo bene più della nostra stessa vita..”
Grace si asciuga gli occhi con una mano, e con l’altra accarezza i miei capelli “Solo tu, angelo mio, sei riuscita a fargli rendere conto di avere un cuore, e gliel’hai fatto battere quel cuore.. da quando sei arrivata tu Christian sorride davvero, in ventiquattro anni non avevo mai visto i suoi occhi sorridere, non lo avevo mai visto così complice con i suoi fratelli, mai così affettuoso con noi.. tu gli stai insegnando a vivere!”
La sua mano scende dai miei capelli al mio viso, dove le lacrime ormai scendono incessantemente.
“Stai tranquilla, vedrai che molto molto presto si renderà conto che questo bambino è la cosa più bella che poteva capitarvi nella vita, e lo amerà più di sé stesso.. perché grazie a te Christian sa cosa significhi amare.. e non ti ringrazierò mai abbastanza, bambina mia..”
Stringe le mie mani nelle sue e poi mi abbraccia forte.
Un leggero tossire alla porta ci fa allontanare. La dottoressa Klynn entra con un vassoio in mano e lo appoggia sulla sua scrivania, prende un piatto e un cucchiaio e me lo porge.
“E’ il massimo che sono riuscita a trovare, è pasta con le verdure.. carboidrati, proteine, sali minerali, tutto ciò di cui ha bisogno..” spiega con un sorriso.
“Grazie!”
“Si figuri, per così poco..” poi si rivolge a Grace “Lei è la dottoressa Trevelyan Grey??”
Grace annuisce.
“Ho sentito molto parlare di lei, è un vero piacere..”
“Il piacere è tutto mio dottoressa Klynn, e grazie per essere stata così premurosa con mia nuora”
“Non c’è di che dottoressa, adesso scusatemi ma devo andare, voi potete restare qui quanto volete..”
Dopo essersi raccomandata affinchè mi riguardi, si congeda e ci lascia sole.
“Anastasia, adesso ascoltami.. tu ora vai a casa..” scuoto la testa, lei invece annuisce vigorosamente “Sì! Vai a casa, ti fai una bella doccia, ti riposi, cerchi di dormire qualche ora, e domattina, dopo aver fatto colazione, torni qui..”
“Grace io.. non me la sento di allontanarmi da lui..”
“Lo so tesoro mio quanto è difficile, ma tu ora non devi pensare solo a te stessa.. Christian diventerebbe matto se sapesse che non mangi e non ti riposi da ieri, fallo per lui.. Resteremo qui Carrick ed io, puoi chiamarmi quando vuoi, e alla più piccola novità giuro che ti avverto.. Ti prego tesoro, va’ a riposarti un po’..”
Riconosco che ha ragione, devo ammettere che mi sento distrutta. “Va bene” dico infine, facendo apparire sul suo volto un grande sorriso.
Finisco di mangiare la mia pasta che, a dirla tutta, non è affatto male, poi lentamente mi alzo e torno dal mio Christian per salutarlo.
Entro nella sua stanza, mi avvicino a lui e mi chino per dargli un bacio sulla fronte.
“Ciao amore mio, giuro che torno prestissimo, il tempo di riposare un po’..” gli sussurro prima di accarezzargli il viso e uscire.
“Allora, andiamo??” domanda Kate.
Andiamo? Lei ed io?
“Sveglia Steele!! Vengo a casa con te, dai su..”
Ho già detto che non so come farei senza di lei?
Le stringo il braccio e insieme ci avviamo verso gli ascensori.
Appena entrate, però, anziché premere il bottone 0, premo il bottone 1.
“Perché ti fermi al primo piano?” domanda Kate confusa.
“Kate devo parlare un attimo con Taylor, ti dispiace aspettarmi?”
“Certo che no!”
Il din dell’ascensore ci annuncia che siamo giunte al primo piano. Una volta uscite Kate si accomoda in una saletta d’attesa e afferra una rivista, mentre io mi dirigo a passo spedito verso la stanza di Jason. La porta è aperta, ma busso lo stesso. Jason alza lo sguardo dal cellulare e sgrana gli occhi vedendomi sull’uscio della porta.
“Prego Mrs Grey, entri..”
“E’ solo?”
“Sì, ho preferito che Gail andasse a casa.. era molto molto stanca.. Anche lei a quanto pare..”
“S-sì, infatti sto andando a casa anche io.. però.. prima volevo.. volevo parlare con lei..”
Non risponde, ma con un cenno del capo mi invita a parlare.
“Christian è fuori pericolo..” gli annuncio.
I suoi occhi si illuminano e sul suo viso compare un leggero sorriso.
“Sono.. sono davvero felice! Ne ero sicuro!!”
“E lei, come si sente??”
“Non mi lamento.. in fondo mi è andata bene..”
Lo guardo per qualche istante, Taylor però fa vagare gli occhi in tutte le direzioni, tranne verso di me. Vedo che questo silenzio lo mette in difficoltà. Anche per me non è semplice, per cui mi faccio coraggio e vado dritta al punto per il quale sono entrata qui dentro.
“Taylor, riguardo a quello di cui abbiamo parlato stamattina.. insomma io.. io non voglio che lei si senta colpevole, perché non lo è..”
“No Mrs Grey.. in parte lo sono invece.. certo non ho causato io l’incidente, perché non ero io che andavo a centoventi chilometri orari.. però non sono stato abbastanza reattivo per frenare ed evitare quell’impatto così violento.. e lo sa questo nel mio lavoro che significa signora?? Fallimento!!”
Che?? Fallimento?? Lui?? E’ pazzo o cosa??
“Taylor ma come fa a dire una cosa del genere?? Lei lavora da anni per Christian, ed è sempre stato impeccabile..”
“Appunto... stato.. Ora ho commesso un errore, dovevo proteggere suo marito e non sono stato in grado di farlo, ciò significa che ho fallito..”
Vorrei ribattere, fargli capire che il suo pessimismo è dovuto al fatto che è ancora scosso, ma se lo conosco almeno un poco, so che è orgoglioso e testardo come solo i Marines possono essere. Insistere sarebbe inutile, per cui mi limito a salutarlo e ad uscire da quella stanza.
 
 
Quando Kate ed io torniamo all’Escala, accompagnate da Sawyer, trovo Mrs Jones ai fornelli.
“Oh Gail, perché si è messa a cucinare? Sono passata a trovare Jason e mi ha detto che era molto stanca..” le dico dispiaciuta, sedendomi su uno degli sgabelli.
“Cucinare mi rilassa Mrs Grey, e poi lei ha bisogno di mangiare!” mi lancia un’occhiata eloquente, senza aggiungere altro, sa che non ho detto a nessuno della gravidanza.
“Come sta il signor Grey?”
“I medici hanno detto che è fuori pericolo!”
“Oh grazie a Dio!” esclama sorridendo.
“Buonasera Mrs Jones!” Kate, che era rimasta nell’atrio a parlare al cellulare, entra in cucina e si siede accanto a me.
“Buonasera Miss Kavanagh”
Kate mi chiede del mio mancamento e le spiego tutto, rifilando la scusa dello stress e della preoccupazione. Ogni tanto lancio qualche occhiata a Gail, che ascolta attenta senza aprire bocca. Lei sa qual è la principale causa del mio mancamento, e probabilmente è per questo che si è messa a preparare nonostante sia anche lei distrutta.
A cena la prego di sedersi a tavola con me e Kate, non posso accettare che stia negli appartamenti del personale da sola, senza Jason.
E il pensiero che tra poco Kate andrà via e dovrò dormire da sola per la terza sera consecutiva, mi fa salire un senso di infinita malinconia.
Cerco di non pensarci, e mi concentro invece sullo spezzatino di pollo di Mrs Jones che è davvero squisito, o forse sono io che ho più fame del solito.
Mentre stiamo cenando, Sawyer ci raggiunge e porge uno zaino a Kate.
“L’ha portato Mr Elliot Grey per lei, signorina..”
“Oh la ringrazio molto!” Sawyer torna nello studio di Taylor, mentre Kate apre lo zaino e spia al suo interno. “Perfetto, non ha dimenticato nulla..”
“Nulla cosa??” chiedo confusa.
“La mia roba, ho pensato di restare qui stanotte..” si ferma notando i miei occhi sicuramente sgranati, in questo momento mi sembra quasi che sappia leggermi nel pensiero “Ho.. ho fatto male??” farfuglia imbarazzata.
Mi alzo e la abbraccio, cogliendola alla sprovvista. “E’ la miglior cosa che potessi fare, graziee!!”
 
Dopo cena insisto per aiutare Gail a sparecchiare la tavola, ma lei non vuole sentire ragioni. Mi arrendo e decido di andare a farmi una doccia. Avrei voluto parlare con lei della storia di Jason, ma siamo entrambe troppo stanche e ho preferito rimandare a domattina.
Entro in camera e prendo dal cassetto un comodo pigiama di cotone bianco e rosa, mi dirigo in bagno, mi spoglio velocemente e mi butto sotto il getto d’acqua tiepida. Mi insapono e poi lascio scorrere l’acqua a lungo. Penso alla nottata e alla giornata che ho trascorso: ci sono stati molti momenti in cui ho visto tutto nero, ho sentito la terra frantumarsi sotto i piedi e ho temuto di crollare. Ma poi c’è stato qualche piccolo spiraglio di luce: Christian è fuori pericolo, e sono riuscita a parlare con Grace, ne avevo davvero bisogno.
Lentamente tutti i miei muscoli si rilassano sotto il tocco prolungato dell’acqua.
Esco dalla doccia, infilo l’accappatoio e mi siedo sulla sedia bianca che teniamo accanto al lavandino. Chiudo gli occhi per qualche secondo, lasciandomi accarezzare dalla morbida spugna. 
Slaccio il nodo dell’accappatoio e sfioro con le dita il mio ventre nudo.
“Puntino..” sussurro “perdonami piccolo per non aver pensato abbastanza a te oggi.. ho rischiato anche di farti star male, ma la verità è che sono troppo preoccupata per il tuo papà.. sapessi quanto mi manca..” la voce mi si rompe su quest’ultima frase, e faccio ricorso a tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a piangere.
Mi manca il mio Christian, mi manca da morire.
 
Dopo aver indossato il pigiama raggiungo Kate nella stanza degli ospiti.
“Tesoro, come ti senti?” mi chiede premurosa.
“Meglio..” mi siedo sul letto accanto a lei e fisso il pavimento, sentendomi una stupida per le parole che sto per dire “Posso.. posso dormire qui con te?”
Kate mi prende le mani e mi sorride. “Ma certo che puoi!!”
Scostiamo le coperte e ci infiliamo a letto. Mi sembra di essere tornata indietro di qualche mese, quando vivevamo ancora insieme. Finivamo per dormire sempre così dopo che Kate aveva avuto l’ennesima delusione d’amore.
Vedere che siamo ancora qui, ancora insieme, dopo tutti questi cambiamenti, è bellissimo.
“Hey..” mormora abbracciandomi “So che sei preoccupata, lo sono anche io, ma devi stare tranquilla, è questione di poco e Christian si sveglierà..”
Annuisco stringendomi a lei.
“Lo ami tanto, vero?”
“Sì, Kate.. da morire.. E’ così strano che una persona in così poco tempo riesca a prendere tutto di te, il tuo cuore, la tua anima, che diventi il senso di ogni singolo minuto della giornata.. eppure tra me e Christian è così..”
Lei mi guarda assorta e poi sorride. “Mi sa che la mia piccolina è diventata grande..”
“Beh, lo sono diventata qualche mese fa..” ridacchio.
“Non c’è bisogno che ti ricordi cosa pensavo di lui all’inizio.. però adesso so che sei in buone mani.. Grey ti rende felice! E questo è l’importante!”
Il discorso salta da me e Christian a lei ed Elliot e al futuro matrimonio. Stanno pensando di sposarsi a maggio. Faccio un rapido calcolo e il nostro Puntino dovrebbe nascere proprio in quel mese. Per un attimo sono tentata di dirle del bambino, ma poi ci ripenso. Voglio dare la notizia a tutta la famiglia insieme a Christian.
Mi lascio cullare dalle braccia della mia migliore amica, che non sono di certo quelle di Christian, però mi fanno sentire amata, seppur in modo diverso. In questi pochissimi mesi sono successe tante cose così rapidamente, eppure Kate è sempre accanto a me, come lo è stata dal primo giorno che ci siamo incontrate, o meglio scontrate, all’Università, come lo è stata quando siamo andate a vivere insieme, quando ho conosciuto Christian, quando ha dovuto custodire insieme a me il segreto del suo passato. E come, sono sicura, sarà accanto a me anche domani. 
 

Angolo me.
Ecco quì il terzo capitolo. E' ancora più lungo del secondo, spero ne siate happy xD
Grazie alle ragazze che recensiscono, e che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Vi adoro!!
A presto, un bacio :*
Mery.
   
 
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