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Autore: LatersBaby_Mery    14/07/2015    8 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Elliot ti prego, va’ più veloce..” lo supplico.
“Ana sto rasentando i cento orari, non posso più di così..”
So che ha ragione, ma il tragitto dall’Escala all’ospedale mi sembra infinito. Ho paura, voglio vedere Christian, voglio sapere come sta. Lui e Taylor hanno avuto un incidente d’auto tornando a casa, Elliot ha saputo dirmi solo questo quando è venuto a prendermi insieme a Kate.
Stringo forte la mano di Gail, che è seduta accanto a me. Anche lei ha paura per Taylor, tremiamo entrambe. Non faccio altro che tremare da quando ho ricevuto la telefonata di Elliot, non so neanche dove ho trovato la forza di vestirmi.
Finalmente, dopo un tempo che sembrava interminabile, arriviamo al Seattle Hospital. Salto giù dall’auto e corro verso l’entrata del pronto soccorso, seguita da Kate, Gail e Elliot. All’accettazione chiediamo di Christian e ci spediscono al terzo piano. Corriamo verso gli ascensori, ma nessuno dei tre arriva subito, così imbocco le scale e faccio le sei rampe quasi volando. Arrivo al terzo piano con il fiatone, d’istinto mi poso una mano sulla pancia. ‘Perdonami piccolo, ma devo sapere il tuo papà come sta’
Contemporaneamente si aprono le porte dell’ascensore ed escono Elliot, Kate e Gail.
“Ana..” mi sento chiamare. Mi volto e vedo in lontananza Grace, con indosso il camice. Le corro incontro e lei mi stringe forte, piangendo.
“Christian, dov’è Christian?? Come sta?? Che è successo??” urlo in preda alle lacrime.
“Ora è in sala operatoria..” è Carrick a rispondermi. Grace non riesce a calmarsi. Anche Elliot la abbraccia e, per la prima volta da quando lo conosco, lo vedo piangere.
“Io..” singhiozza Grace “Io ero di turno… appena è arrivata l’ambulanza hanno riconosciuto che era mio figlio e sono corsi a chiamarmi…” racconta tentando di frenare le lacrime “L’ho visto.. e.. aveva il viso ricoperto di sangue…” riprende a piangere, ed io con lei.
“Ma che è successo??” chiede Kate.
“Taylor e Christian erano in macchina verso casa, andavano a velocità regolare, all’improvviso da una stradina secondaria è arrivata un’auto che andava a centoventi kilometri orari, e li ha presi in pieno..” spiega Carrick.
“Però..” aggiunge Grace, tamponandosi gli angoli degli occhi con un fazzoletto “L’impatto è avvenuto dal lato destro della macchina, dove era seduto Christian..”
No. Non riesco a crederci. Sento la terra mancarmi sotto i piedi, barcollo per un istante, poi sento una mano che afferra il mio braccio.
“Ana, siediti..” mi dice dolcemente Kate, aiutandomi a sedermi.
Non riesco a parlare, ho lo sguardo fisso nel vuoto e sento le lacrime scendere a fiumi lungo le guance.
“E.. Taylor??” chiede Gail con la voce incrinata.
“Dovrebbe essere ancora al pronto soccorso, non ha mai perso conoscenza per fortuna..” spiega Grace.
Gail si scusa con tutti noi e lentamente si avvia verso le scale.
Grace è rannicchiata tra le braccia di Carrick, che le massaggia amorevolmente la schiena. Kate si siede accanto a me e mi tira a sé, facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.
“Non ti preoccupare..” mi sussurra “Andrà tutto bene..”
“Sì Ana, mio fratello è forte, lo sappiamo bene..” le fa eco Elliot sedendosi accanto a me.
Ci teniamo la mano tutti e tre, come se volessimo concentrare tutta la nostra forza per darla a Christian.
Povero amore mio. Il pensiero della paura che ha potuto provare nell’istante dell’impatto, il pensiero di altre ferite sul suo corpo, il pensiero di non… NO!! Non esiste, il mio Christian starà bene. Starà bene per me, e per nostro figlio.
“Mia perché non è qui?” domanda Elliot, interrompendo quell’angoscioso silenzio.
“E’ a New York con Ethan. Li abbiamo avvertiti, prenderanno il primo volo disponibile..” risponde Carrick.
Guardo l’orologio appeso alla parete. Le due. Mi sembra di essere qui da una vita, voglio sapere mio marito come sta, ma non si vede l’ombra di un medico.
“Ma perché non ci fanno sapere niente??” sbotto alzandomi. Comincio a camminare avanti e indietro, per poi fermarmi accanto alla finestra. Mi manca l’aria.
“Ana, sono operazioni delicate. Ma sono fiduciosa, c’è la miglior equipe di medici dell’ospedale in quella sala operatoria..” afferma Grace avvicinandosi e accarezzandomi i capelli.
Quel gesto così semplice, eppure così materno, insieme alla preoccupazione per Christian che mi opprime il petto, mi fa scoppiare a piangere. Grace mi attira a sé e ci abbracciamo forte, piangendo insieme. C’è una parte del nostro cuore lì dentro, che lotta tra la vita e la morte. Il nostro bambino perduto.
Sono ormai le tre del mattino quando vedo Gail spuntare dalle scale. Ha il volto leggermente più rilassato rispetto a quando siamo arrivati. Almeno per lei ci sono buone notizie.
“Come sta Mr Grey??” chiede a bassa voce.
“Non sappiamo ancora nulla..” risponde Carrick.
“Taylor come sta??” chiedo, c’era anche lui in quella maledetta macchina.
“L’hanno spostato in una camera al primo piano, non è in pericolo di vita, ha preso solo qualche botta pesante, alle costole, al braccio sinistro e alla gamba.. lo vogliono tenere qualche giorno in osservazione. Ora sta riposando” spiega.
Tiro un sospiro di sollievo. Sono contenta che almeno Taylor stia “bene”. E anche Christian ne sarà felice, non può fare a meno di lui.
“Io torno da lui” aggiunge Gail “Per qualsiasi novità su Mr Grey avvisatemi..”
“Certo Mrs Jones” la rassicura Kate.
Gail torna da Jason ed io cammino lentamente per il corridoio. Non riesco a stare ferma, sembra che il tempo rallenti ancora di più.
Arrivo alla macchinetta e prendo una bottiglietta d’acqua. Bevo qualche sorso e poi la appoggio sul davanzale. Sono le cinque del mattino e lentamente il cielo si sta schiarendo. Mi viene in mente quando Christian mi raggiunse a Savannah: era praticamente l’alba quando mi portò a fare il giro in aliante. Fu un’esperienza bellissima, ma nulla era paragonabile alla sorpresa di ritrovarmelo lì, aveva fatto migliaia di kilometri solo per me. E ancora non ero neanche la sua ragazza, anche se ero già perdutamente innamorata di lui.
Sono passati tre mesi e il mio amore non ha fatto altro che rafforzarsi, al punto che mi sembra di impazzire adesso, senza sapere lui come sta.
Dopo mezz’ora vediamo finalmente aprirsi quella porta bianca in fondo al corridoio. Ne esce un uomo sulla quarantina, alto, bruno, con un camice verde e l’aria stanca. La prima a fiondarsi su di lui è Grace, ed io subito dopo di lei.
“Steve, allora?? Come sta mio figlio??” chiede Grace.
“L’intervento è riuscito alla perfezione..” annuncia il medico soddisfatto. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, e sento Kate ed Elliot che mi stringono le braccia.
“E’ stato preso in tempo, quindi l’edema cerebrale non era molto esteso e si è riassorbito completamente” prosegue il medico “Però bisogna aspettare dodici ore per poterlo dichiarare fuori pericolo.. noi siamo fiduciosi, ci sono ottime probabilità che il signor Grey stia meglio di prima..” dice strappandoci un sorriso.
“Grazie dottore” gli dice Carrick stringendogli la mano.
“Possiamo vederlo??” intervengo.
“Ora lo stanno portando in terapia intensiva..” viene interrotto dal rumore della porta che si apre, ed esce un altro medico “Oh ecco il dottor Hamilton, era con me in sala operatoria..”
“I parenti del signor Grey??” chiede il secondo medico.
“Sì, vorremmo sapere se possiamo vederlo..” dico.
“Sì, ma per favore uno alla volta..”
“Vai tu..” mi incita Grace accarezzandomi il braccio.
Attraverso la porta bianca, e il dottor Hamilton mi guida lungo un altro corridoio, fino ad arrivare ad una vetrata, coperta da una tapparella abbassata. Accanto alla vetrata c’è una porta, il dottore me la indica, io la apro ed entro.
Entro e finalmente lo vedo. Christian è su un lettino, coperto fino al petto da un lenzuolo verde, con la maschera dell’ossigeno che gli copre naso e bocca, una fasciatura che corre lungo tutta la circonferenza della testa, e flebo in entrambe le braccia.
Mi scende una lacrima nel vederlo in quello stato. Povero amore mio. Mi avvicino con la massima cautela, mi siedo accanto al lettino e gli sfioro delicatamente la mano sinistra, il dito anulare dove porta la fede. Il labbro mi trema, ma non voglio piangere. Non so se può sentirmi o meno, ma non voglio crollare qui adesso con lui.  Voglio che senta che sono qui, che tutta la sua famiglia è qui. Voglio che si renda conto di quante persone lo amano, mentre lui crede di non essere degno di tutto questo amore.
Resto accanto a lui alcuni minuti, poi ricordo che fuori ci sono anche i suoi genitori e suo fratello, che giustamente vorranno vederlo. Con non poca fatica riesco a staccarmi da lui e ad uscire. Dopo di me entrano, nell’ordine, Grace, Carrick e infine Elliot, mentre Kate resta sempre accanto a me.
“Hai sentito i medici, no? Si riprenderà, vedrai..” mi rassicura.
“Sì però hanno anche detto che non è fuori pericolo..” obietto. Non mi piace essere così pessimista, ma devo tener conto di tutto quello che i medici hanno detto.
“Beh, l’operazione a quanto ho capito è stata delicata e seria. Ma io sono sicurissima che Christian si sveglierà molto presto..”
Le sono grata per l’enorme dose di ottimismo che mi sta infondendo, ne ho davvero bisogno.
La porta bianca si apre e ne esce un Elliot visibilmente scosso.
“Elliot.. è successo qualcosa??” chiedo con la voce tremante.
“N-no, no.. tutto uguale.. mamma e papà sono rimasti dentro, i medici hanno fatto un’eccezione..” parla con la voce flebile, lo sguardo rivolto verso il basso. Si posa le mani sui fianchi e guarda fuori dalla finestra, dandoci le spalle.
“Aspetta un secondo..” mi sussurra Kate alzandosi, raggiunge Elliot accanto alla finestra e gli posa le mani sulle spalle “Elliot..”.
Lui non si muove, Kate gli accarezza dolcemente il viso e lo costringe a voltarsi. Elliot la abbraccia di slancio e scoppia a piangere. Kate lo stringe forte e lo lascia sfogare sulla sua spalla. Io assisto a quella scena e le lacrime cominciano a scorrere sul mio viso, incontrollabili.
Non mi aspettavo una reazione del genere da parte di Elliot, lui che è sempre energico, spiritoso, sorridente. Ma quello che sta in quel lettino di terapia intensiva è anche suo fratello, e nonostante abbiano due caratteri completamente diversi, il loro legame è indissolubile, anche se non hanno lo stesso gruppo sanguigno.
Mi alzo e mi avvicino a loro, Elliot stacca un braccio dal corpo di Kate e lo allunga verso di me, mi cinge le spalle e mi attira nel loro abbraccio.
“Andrà tutto bene..” mormora Elliot, e nel momento esatto in cui pronuncia queste parole, il sole fa capolino tra gli alti edifici di fronte all’ospedale, e il primo raggio della giornata illumina il corridoio.
Il sole, l’alba, la rinascita. Sorrido. Ora sì, ora sono sicura: andrà tutto bene.
 
Elliot si asciuga gli occhi giusto in tempo prima del ritorno di Grace e Carrick.
“Mamma, papà, siete distrutti.. dovreste andare a casa..” suggerisce Elliot.
“No, non lo lascio solo..”
“Grace, non è solo, resto io qui con lui.. avete bisogno di riposare un po’, anche solo qualche ora.. Vi chiamo se c’è la più piccola novità..” li rassicuro.
Grace riflette alcuni secondi sulle mie parole, so che non vorrebbe andarsene da qui, però ha l’aria troppo stanca, temo possa crollare da un momento all’altro.
“Va bene, però teniamo i cellulari accesi, e tra qualche ora torniamo..” afferma Carrick.
Mi abbracciano forte e mi rivolgono un sorriso prima di avviarsi verso gli ascensori.
Dopo esaurienti rassicurazioni da parte mia, anche Kate ed Elliot vanno via, non prima di avermi garantito che penseranno loro a telefonare ai miei genitori, e alla GEH. Ho dato disposizioni di affidare tutte le operazioni a Ros: è la persona di cui Christian si fida di più in azienda, e l’unica che sa per filo e per segno tutti gli affari in corso.
Torno dal mio Christian e mi siedo accanto a lui.
Lo osservo per svariati minuti, ha il volto inespressivo, ma sembra rilassato, come un bimbo che dorme. Il ritmico bip dei macchinari dopo un po’ comincia a snervarmi, ho bisogno di rompere quel silenzio che pesa, pesa come un macigno.
“Certo che se volevi farmela pagare ci sei riuscito a pieno, complimenti davvero Grey! In due sere mi hai fatto perdere dieci anni di vita.. e sai qual è il bello? Che nonostante tutto io ti amo da morire, anche quando sei ubriaco, anche quando ti arrabbi e ti prudono le mani.. ti amo sempre amore mio!” sussurro accarezzandogli delicatamente il braccio.
Continuo a parlargli per svariati minuti. Di me, di noi, del nostro matrimonio, del nostro bambino. Non so se può sentirmi, ma ho bisogno di parlare; mi aiuta a non piangere, ad essere più ottimista, e a sentirlo più vicino a me.
Neanche mi accorgo della porta che viene aperta, finchè la voce di una dottoressa non mi riporta alla realtà.
“Mrs Grey, fuori c’è la signorina Mia Grey, che vorrebbe entrare..”
Mia! Finalmente. Mi alzo ed esco, appena mi vede uscire, si getta tra le mie braccia e piange.
“Ho fatto prima che ho potuto, il primo aereo era alle quattro del mattino.. ma che è successo??”
Le spiego quello che so riguardo l’incidente, e tento di rassicurarla riportandole quello che i medici ci hanno detto.
“Posso stare un po’ con lui? Solo qualche minuto..” mi chiede supplichevole.
“Certo.. entra pure..”
Mia entra nella stanza chiudendosi la porta alle spalle, io resto qualche secondo a guardare fuori dalla finestra e poi decido di scendere al primo piano a vedere come sta Taylor. L’ho sempre considerato come una specie di zio, gli voglio bene, e voglio sapere anche lui come sta.
Chiedo alla caposala del reparto e lei mi indica la sua stanza. La porta è aperta. Jason è sveglio, girato verso Gail che è seduta accanto al letto e gli accarezza i capelli.
“Permesso..?” chiedo affacciandomi.
“Mrs Grey!” esclama Gail “ma certo, entri!”
Jason con non poca fatica si fa forza sui gomiti per stendersi di schiena. Ha qualche graffio sul viso, il braccio destro e la gamba destra ingessati.
“Taylor, come si sente?”
“Meglio di come dovrei sentirmi..” afferma, lasciando alquanto perplesse sia me che Gail “il signor Grey come sta?” chiede poi.
“E’ in coma, in terapia intensiva.. i medici hanno detto che l’intervento è andato bene, dobbiamo solo aspettare.. Loro sono ottimisti!” spiego.
Jason annuisce e sospira. “Dovrei esserci io al suo posto..” sussurra lasciando andare la testa sul cuscino e coprendosi gli occhi con il braccio sano.
Non ho il coraggio di chiedergli spiegazioni, sono così confusa.
“Che significa?” domanda Gail rubandomi le parole. “Jason!! Che significa?” insiste alzando la voce.
Jason alza la testa e guarda nel vuoto. Fa di tutto per non incontrare il mio sguardo, ma potrei giurare di vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime. “E’ stata colpa mia”.


Angolo me.
Ecco quì il secondo capitolo che, come promesso, è più lungo del primo :D
Voglio ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate, e coloro che hanno recensito il primo capitolo. Non potete immaginare quanto mi abbiate resa felice, il vostro incoraggiamento è fondamentale per me!
Un bacio e a presto! Mery.
   
 
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