Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: LadyFel    20/01/2009    3 recensioni
"Mio fratello. Edward." Angel è sicura che la sua famiglia sia morta per la spagnola, ma ancora non sa che suo fratello è ancora vivo, seppure non più umano. In un momento di profonda rabbia e tristezza urla il suo nome e a Forks, Penisola Olimpica, un giovane vampiro si sveglia piangendo, tormentato da strani incubi.
Se vi piace fatemelo sapere! Baciotti ;)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Voci dal passato - Finalmente Forks
Voci dal passato

Capitolo 8. Finalmente, Forks

Quando tornai indietro, mi sentivo decisamente meglio. Un paio di cervi mi erano bastati a calmare la sete, che sentivo premere sempre più, man mano che passavano i giorni.
Al campo, il mio compagno di avventure mi aspettava in piedi accanto all'acero.
"Ehi...ma non ti viene voglia di sdraiarti?" gli chiesi, mentre mi sedevo.
Scosse la testa.
"No...direi di no...allora...troviamo un bel nome per te, che ne dici? Non posso mica chiamarti sempre "cavallo" o "amico"...Dunque...sei arabo...quindi ci vuole qualcosa di adatto...Che ne dici di Nadir?"
Non gli piaceva, come non gli piaquero gli altri quindici nomi che gli proposi. Alla fine ebbi un moto di stizza e me lo inventai di sana pianta.
"Uff...allora ti chiamerò Al Hattal, sei contento?" sbuffando.
Mi venne vicino e mi passò la lingua sulla guancia. Nitrì e se ne ritornò al suo cantuccio.
"Al Hattal? Così ti piace? O aspe....tu ti chiami già Al Hattal! Ecco così balbettava il tuo ex padrone...Mi piace, ha un bel suono..."
Lo guardai ancora per un po', poi crollai, appoggiata al tronco dell'acero, distrutta.


***

Il giorno dopo, il quarto, cominciò male. Mi svegliai con una sete tremenda, quasi incontrollabile. Mi levai veloce, e scappai nella foresta. Al Hattal mi guardò schizzare via, e tornò a fare quel che stava facendo, dormire.
Poco dopo ritornai, con un coniglio stretto in mano. Integro. La sete l'avevo già soddisfatta, ora era la fame che mi premeva. Accesi il fuoco, dio solo sa come, e arrostii il coniglio, mangiandomelo con gusto.
Andai al ruscello e ci infilai dentro tutta la testa. Mentre guardavo il fondale sabbioso, un muso rosato conparve accanto alla mia faccia. Lanciai un urletto sorpresa e tirai fuori la testa, fradicia.
"Al Hattal, santa pace! Vuoi farmi venire un colpo? Potevo ucciderti!" lo rimproverai.
I suoi grandi occhi languidi mi fissavano, ad un tratto impauriti. Lo notai subito.
"Scusami, ma mi hai spaventato...Lo sai che non ti farei mai del male...non devi temermi...Non tu..." lo rassicurai. Si fidò, permettendomi di avvicinarmi e accarezzarlo. Premetti delicatamente il mio viso sulla sua guancia, ascoltando in silenzio i battiti del suo cuore, che andavano di pari passo con i battiti del mio.
"Che ne dici, andiamo? Ci siamo riposati abbastanza..." gli dissi, mentre recuperavo coperta, sella e finimenti. Se li lasciò mettere tranquillo. Ogni tanto, un brusio soddisfatto si levava. Era contento di ripartire. Caricai i bagagli, e riempii le borracce che avevo comprato a Olympia con l'acqua del ruscello. In previsione, avevo anche recuperato un secchio abbastanza grande perchè il cavallo potesse bere. Montai e mi sistemai bene in sella. Avremmo cavalcato più del previsto, quel giorno.
"Oggi dobbiamo arrivare a Forks, amico mio...lo so che è un po' lontana..ma dobbiamo...Se ti faccio correre un po' ti da fastidio?" gli chiesi.
Scosse la criniera e si lasciò portare sul sentiero. Non era adatto alla corsa, così tornai indietro. Poco prima del nostro bivacco, c'era un cartello. Indicava i sentieri percorribili, e con quali mezzi. Per i cavalli ce n'era solo uno. Sperai che fosse abbastanza largo da permettergli di correre un po'. Quando ci arrivammo, rimasi di stucco. Ogni tanto spuntava un albero, ma erano molto più radi di quelli dell'altro sentiero. Alcuni erano segnati con una striscia bianca.
"Ehi Al Hattal...sembra un sentiero da corsa...che dici ci buttiamo?"

Nitrì.
"Allora, andiamo!!" gli dissi spronandolo. Quello partì in un trotto leggero, e man mano che prendeva confidenza con il terreno, aumentava la velocità. L'aria che mi colpiva il viso non era mai stata così piacevole. Cavalcammo parecchio quella mattina, e Al Hattal sembrava felice. Ogni tanto rallentava, ma per la maggior parte del tempo il suo passo era piuttosto sostenuto. In sella, dall'alto, osservavo il paesaggio che mi scorreva accanto. Verso le due del pomeriggio ci fermammo. Avevamo percorso metà della strada, e stavamo per uscire dal parco. Smontai e mi sedetti su un masso, bevendo un po' d'acqua. Nonostante tutto, riuscivo ancora a bere tranquillamente.
"Al Hattal, vuoi dell'acqua?" gli chiesi, mentre riempivo il secchio. Si avvicinò e cominciò a bere avidamente, dissetandosi. Mangiammo qualcosa, e poi presi la cartina, studiandola. Mi mise la testa sulla spalla, sbirciando la mappa.
"Dunque...siamo qui, circa. Tre o quattro miglia ancora e siamo fuori...Usciamo qui, al Lago Quinault, e poi seguiamo la 101 verso nord...Stasera siamo a Forks, se te la senti..."
Nitrì in modo strano, come se lo avessi offeso.
"Okay, okay...te la senti...daccordo...andiamo allora..." replicai, montando nuovamente in sella.
Quando uscimmo dal parco, erano appena le tre e mezza. Proseguimmo impeterriti verso nord, su strade di campagna, seguendo sempre la 101. Ogni tanto gli chiedevo una tregua, per riposarmi un po'. Sembrava completamente a proprio agio, come se fosse abituato a tutte quelle miglia. Il mio fondoschiena lo era un po' meno però.
La strada si stava accorciando sempre più. Quando, alle cinque e mezza, arrivammo in cima alla collina e vidi di sotto snodarsi la 101 che entrava in città, seppi che ero quasi arrivata. Ci fermammo nuovamente, e io mi sedetti, appoggiata ad un grande leccio. Mi colse il sonno, e chiusi gli occhi.


***
La famiglia Cullen quel pomeriggio era decisa a giocare a baseball. Su Forks si stava abbattendo uno dei soliti temporali. Perciò presero le macchine e salirono al campo, che si trovava appena dentro il parco olimpico.
Erano tutti pronti, chi a battere, come Rosalie, la bionda sorella maggiore di Edward, chi a lanciare, come Alice.
Quest'ultima levò gli occhi al cielo e diede il via alla partita.
Stava per battere Emmett, il marito/fratello di Rosalie, quando Alice si voltò verso la foresta, pensierosa.
"Alice..che succede?" le chiese il padre, interrompendo il gioco.
"Sta arrivando...è quasi a Forks...sta diventando più forte..."
Edward interpretò i pensieri di Alice.
"Carlisle, dobbiamo fare in modo che ci trovi...non possiamo rischiare..."
L'uomo annuì, e richiamò i figli dal gioco.
"Oh dai...stavamo vincendo..uffa!" sbottò allegro Emmett.
Ripresero le macchine e tornarono indietro. Dovevano fare in modo che lei li trovasse, ma come? Andarle incontro era escluso, troppi rischi.
"E se le segnassimo il sentiero? Riconoscerebbe il nostro odore e ci seguirebbe..." propose Alice
"Uhm...mi sembra una buona idea...Si direi che è quasi l'unica soluzione...Dopo il temporale..." rispose Carlisle.
Edward sembrava perso nei propri pensieri. Tra qualche ora avrebbe rivisto sua sorella, la sua amatissima sorella, dopo diciotto anni. Quanto era cambiata? L'avrebbe riconosciuta?
"Ed...Ed...Edward!" lo chiamò Alice, riscuotendolo.
"Eh?"
"Meglio se l'odore è il tuo...ti conosce meglio di tutti noi..."
"Ma sono passati diciotto anni...e una rinascita come vampiro...non so se..."
"Ti ho visto..."
"Ah bo allora..."
"Noi andiamo a casa, tu comincia da qui, fino giù in città e poi raggiungici" gli disse il padre, fermandosi al limitare della foresta dietro casa.
Il giovane scese e partì di gran carriera, inoltrandosi nel bosco che scendeva fino in città. Ogni tanto segnava il sentiero.
"Angel..."


***
Mi svegliai con il suo nome sulle labbra. Un lacrima solitaria mi pungeva l'occhio sinistro. L'asciugai in fretta e mi rialzai.
Al Hattal era lì che mi aspettava, tranquillo come sempre.
"Andiamo...ora la strada si fa più complicata..." rimontando in sella.
Un paio di ore mi separavano da mio fratello, volevo solo che passassero il più in fretta possibile.
"Edward, fratellino, arrivo....Aspettami!"
Svoltato l'angolo, la vidi.
"Forks, finalmente!"






Note dell'autrice: noto con molto piacere che questa storia piace a molti, ne sono felice.

@ RiceGrain: il fatto di aggiornarla così frequentemente è che la sto scrivendo man mano. Perciò quando ho un'idea, la metto per iscritto, ci ricamo intorno il capitolo e la posto subito. E poi più vado avanti più la storia mi piace.
@ Alice brendon cullen: la tua curiosità sarà presto soddisfatta.....il prossimo capitolo ;)
@ 3le____x: a dire il vero non seguò proprio le date citate dalla Meyer, diciamo che ho preso gli eventi in blocco e li ho concentrati in un periodo più ristretto, senza tener conto della date effettive. Diciamo che è una storia quasi senza tempo...
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: LadyFel