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Autore: frabulous    15/07/2015    3 recensioni
Sai perché il mondo è ancora bello? Perché c'è ancora qualcuno che ti apprezza per come sei e non per come devi essere.
-Johnny Depp
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Dal terzo capitolo:
Secondo la profezia, un giorno arriverà una ragazza che riuscirà a riportare alla luce l'essenza smeraldo della pietra. Secondo la stessa profezia, però, non dovrà essere la ragazza a trovare la vera essenza della sfera, bensì un demone. Questo è detto essere l'amato e amante della fanciulla prescelta e solo quando troverà l'essenza della pietra, questo potrà beneficiare a pieno del vero potere di essa.
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AGGIORNATO IL 5^ CAPITOLO! 02/08/15
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
La profezia
 

What if you were
the one?

 
 
'Finalmente a casa? Che cavolo vuol dire finalmente a casa? Questo posto può essere di tutto, tranne che casa!' non fece in tempo a finire di formulare i suoi pensieri che questi si materializzarono in forti grida "Come sarebbe a dire che sei a casa? Si può sapere che posto è mai questo e perché mi hai trascinata qui?? Io voglio andare a casa, riportami immediatamente a casa mia, brut-" non riuscì a terminare la frase che il mezzo demone la mise a tacere con un "Innanzitutto, per la cronaca, non sono stato io a trascinarti qui, mia cara. Sei stata tu a riportarmi a casa! Non so come tu abbia fatto, ma ti ringrazio tanto. E ora se non ti dispiace..." credette che il discorso fosse chiuso e si incamminò verso una zona imprecisata della radura, lasciando la ragazza lì da sola, completamente spaesata. Quella, per tutta risposta, lo tirò per i lunghi capelli argentei e con fare sicuramente poco femminile se lo portò a un palmo dal naso e prese ad urlargli contro "E tu mi lasceresti sola in questo posto sperduto in mezzo al nulla?! E spiegami come cavolo potrei aver fatto io a portarti in questo postaccio se nemmeno ne conoscevo l'esistenza. E ora dimmi come tornare subito a casa, oppure io, op-oppure io..." le parole le morirono in bocca quando l'espressione sfacciata che aveva assunto poco prima si trasformò in lacrime e la presa sui capelli del mezzo demone si allentò del tutto. L'hanyou riaquistò un po' di spavalderia e tirò su una facciata di ironia per sdrammatizzare la situazione, in fondo quella piccoletta non se la sarebbe potuta cavare da sola in un'epoca completamente diversa dalla sua. Già, ripensandoci, chissà se il tempo si era fermato a quando era stato sigillato a quell'albero, forse si trovavano esattamente nel momento in cui aveva visto l'ultima volta quel posto tanto selvaggio. "Tsk, vabbene, vieni insieme a me. Riuscirò a trovare un modo per farti tornare a casa, così non dovrò sorbirmi questo tuo continuo pagnisteo" disse Inuyasha impettendosi e portandosi le braccia incrociate nelle maniche della sua casacca rossa. Era pronto a ricevere un'ondata di insulti e schiaffi, ma, voltandosi, vide solo una ragazzina che si asciugava le lacrime e distendeva i dolci tratti del viso in un sorriso piacevolmente sollevato per poi avvicinarsi a lui.
 
Allora il mezzo demone si mosse verso il dio albero, seguito a ruota da un'intimorita Kagome, e notò il solco causato dalla freccia. Questo voleva dire solo una cosa. In qualcunque epoca si trovassero, era sicuramente successiva al giorno in cui gli fu imposto il sigillo ma comunque precedente all'epoca di Kagome, a giudicare dalla folta vegetazione. Ma come poteva riconoscere in che periodo si trovasse? Ma certo! Sarebbe bastato qualcuno che potesse dirglielo, il punto stava solo nel trovare un qualche villaggio e il gioco sarebbe stato fatto. Allora si abbassò leggermente in avanti, appiattì la schiena a mò di tavolino e si mise le mani dietro la schiena. Poi esortò la ragazza a salire sulle sue spalle, guardandola con il sul solito tono superiore "Be, che fai? Hai deciso di rimanere qui?". Per tutta risposta, Kagome se lo squadrò. La stava forse invitando a salire sulle sue spalle? Si ricordò della sfuriata del giorno prima. Come poteva permettere ad un maniaco del genere di starle così vicino? Inuyasha notò l'ostilità che nutriva la fanciulla, così in pochi secondi le si avvicinò di più e se la mise in spalla con tanto di broncio da parte della ragazza. "Ehi, chi ti ha dato il permesso di mettermi le mani addosso! Fammi scendere subito, maniaco pervertito!"
"Tsk, se vuoi rimanere davanti a quell'albero per tutta la vita, fai pure. Per quanto mi riguarda potresti anche rimanere lì per sempre, ma io devo sbrigarmi a capire in che secolo siamo il più in fretta possibile" disse l'hanyou tutto d'un fiato mentre correva per la radura. La ragazza sembrò essersi rassicurata. In fondo, quanto poteva essere cattivo quel ragazzo? L'aveva o no salvata due volte il giorno precedente?
 
 
Dopo appena cinque minuti, arrivarono in un villaggio. Kagome notò delle piccole capanne, le più grandi erano sì e no come la sua stanza. Erano fatte in legno e ricoperte da paglia. Doveva essere capitata molto indietro nel tempo. Poi il suo sguardo si posò sui campi, molti dei quali coltivati, fino a che non vide degli uomini. 'M-ma non può essere. Questi hanno tutti un taglio da samurai! In che razza di epoca sono finita!'.
Con due balzi si avvicinarono a una donna intenta a lavare dei panni in un fiume che scorreva lì vicino. Inuyasha fece scendere Kagome dalle sue spalle e con la solita aria arrogante disse "Tu, onna, dimmi in che epoca ci troviamo e che posto è mai questo". Per tutta risposta la poveretta, che aveva da subito notato le orecchie canine e gli artigli del mezzo demone, si mise ad urlare attirando a sé l'attenzione di tutto il villaggio. "Ehi, ma che fai stupida! Ti ho soltanto chiesto una dannatissima informazione" urlò di rimando Inuyasha dimenando le mani davanti a sé, "La prego signora, non vogliamo farle nulla di male, deve crederci!" cercò di spiegare Kagome mettendosi di fronte al mezzo demone e avvicinandosi alla donna che aveva l'aria terrorizzata.
 
Nel giro di un minuto i due malcapitati si ritrovarono circondati. L'intero villaggio li aveva accerchiati. Inuyasha e Kagome stavano sulla difensiva, arrivando a stare l'uno di schiena all'altra. Alla fine il mezzo demone si convinse che non c'era nulla di male nel ferire qualche umano, in fondo loro fino ad allora erano stati anche troppo cortesi: doveva pur riscattare il suo orgoglioso sangue demoniaco. Ma proprio quando stava per sferrare il suo attacco, una figura si fece spazio tra la folla. Una possente e robusta signora sui 50 si era avvicinata pericolosamente all'hanyou. Era vestita proprio come una sacerdotessa e portava con sé arco e frecce. Inuyasha tuttavia non si lasciò impressionare dalla vecchia che avanzava sempre di più a loro, anzi continuò nel suo intento, deciso. Una più riflettiva Kagome, accortasi della situazione, si decise a fermare il suo irascibile salvatore e, non sapendo cos'altro fare, si limitò a cacciare un urlo "A cuccia!". La collana della ragazza si illuminò di colpo, emettendo una luce colorata. Da quel rubino, stranamente, si era diffusa una calda luce verde. Il mezzo demone si ritrovò a terra in un attimo, impossibilitato a muoversi per una buona manciata di secondi. Tutti i presenti, compresa Kagome, si stupirono del potere che la ragazza aveva dimostrato, mettendo al tappeto un hanyou con sole due parole. Un Inuyasha un po' più arrabbiato, invece, provava faticosamente a rialzarsi in piedi, imprecando contro la giovane ragazza che poco prima era riuscita a fermarlo. Fu allora che notò la collana che indossava. 'Quella gemma, quella gemma era la stessa che provai a sottrarre a Kikyo... Ma allora anche lei è una sacerdotessa!' La collana era ora tornata al suo colore naturale, ma tutti ne erano rimasti spiazzati. La vecchia si avvicinò ulteriormente, protendendosi verso la ragazza. Poi con un grande inchino sollecitò tutto il villaggio a dire "Benvenuta, divina custode della Gemma Bifronte".
 
 
"Io non capisco a cosa vi stiate riferendo, davvero. Temo che abbiate preso la ragazza sbagliata, purtroppo. Io non so neanche in che sec-" la spiegazione di Kagome venne interrotta dalla voce pacata e seria quanto dolce della vecchia signora che l'aveva portata nella sua capanna "Non preoccuparti figliola, so che sei spaventata. Ma ciò che riesci a fare della gemma mi suggerisce che sia veramente tu la custode di essa, che tutti tanto aspettavamo. Tu potresti addirittura essere la ragazza della profezia." Kagome rimase immobile di fronte a quell'affermazione. Profezia? Ma di cosa diamine stava parlando quella signora? Al contrario, un certo mezzo-demone rimasto fino ad allora nel buio di un angoletto della capanna, drizzò le orecchie a quella frase. Quella ragazza, quella maldestra e incosciente ragazza da lui stesso salvata il giorno prima, poteva essere la sua rovina? Lui conosceva bene la profezia e sapeva che se quella gemma fosse rimasta ancora nelle mani di quella strega, non ci sarebbe più stata possibilità per lui di sfruttarne l'aura maligna. Così, con un balzo, si ritrovò a pochi metri da dove erano sedute le due figure, una ancora incredula, l'altra, inaspettatamente per l'hanyou, incredibilmente allerta. Deciso così a fare ciò in cui la sera prima non era riuscito, alzò con una velocità degna della sua natura demoniaca un braccio mostrando gli artigli. La vecchia sacerdotessa però, non aveva perso tempo e fermò, momentaneamente almeno, il mezzo demone. Questo si liberò facilmente della freccia che non gli aveva causato la minima pena "Tsk, cosa credevi di farmi, vecchiaccia? Lo sai che le tue freccie non mi fanno né caldo né freddo!". Fu allora che Kagome fu come risvegliarsi dal suo stato di trance e, prontamente, pronunciò quelle stesse parole di poco prima, in modo che un "A cuccia" dopo Inuyasha si ritrovasse spiaccicato a terra. "Beh, che fai? Prima mi salvi e poi tenti di uccidermi? Possibile che sia cattivo anche tu?" chiese una sempre più confusa Kagome.
"Dan..nat...ta...Dammi subito quella gemma così non sarò costretto a farti nulla!" disse il mezzo demone con il viso ancora rivolto a terra mentre cercava la forza di tirarsi su.
"E perché mai dovrei dartela?! Questo è un regalo di mio padre! Non la darò mai a nessuno! NESSUNO!" si ritrovò quasi a strillarlo. "Piuttosto" cominciò rivolgendosi stavolta verso l'anziana che l'aveva accolta "cosa diceva riguardo una certa profezia?".
"Devi sapere, mia cara, che quella pietra che porti al collo vanta una storia millenaria..." disse la donna accomodandosi meglio.
 
"Correva il non ricordo quale anno, quando una sacerdotessa che vantava un grandissimo potere spirituale, si innamorò di un demone. Ovviamente, questo amore era proibito. L'unione tra umani e demoni era malvista da entrambe le razze, da sempre in guerra tra loro, e i risultati di questi amori, i mezzo-demoni per l'appunto, spesso venivano maltrattati sia dall'una che dall'altra razza, in quanto creature imperfette, non appartenenti né ai ningen né agli youkai."
 
Kagome osservò con la coda dell'occhio Inuyasha. Sapeva che lui era un mezzo demone, ma non si sarebbe mai immaginata che nessuno lo accettasse per quello che era. Il caratteraccio che dimostrava ogni volta e la sua sfacciataggine le avevano fatto credere che lui non risentisse della sua condizione. Dovette ricredersi, quando vide l'hanyou abbassare lo sguardo fino a nasconderlo sotto la bella frangetta argentea all'udire le parole dell'anziana signora.
 
"Ma l'unione tra i due era malvista soprattutto in quanto la ragazza, Midoriko, era una miko. Nessuno poteva permettere un tale sacrilegio, così i due amanti furono costretti a vedersi di nascosto, ad amarsi segretamente, senza però unirsi mai veramente come solo una coppia può fare, per paura che dal loro amore potesse nascere una creatura malvista agli occhi degli altri. Un giorno, il demone regalò una pietra all'amata. La pietra in questione era uno smeraldo, trovato in riva al fiume, che doveva significare per loro la speranza un giorno di potersi amare liberamente. Quella piccola pietra divenne presto il simbolo del loro amore proibito. I giorni, i mesi, gli anni si susseguirono e il loro amore si intensificava, il demone aiutava la ragazza nello sterminare i demoni malvagi che si insediavano nel villaggio e, pur avendo ottenuto un po' del rispetto degli abitanti, la sua unione con la miko era comunque malvista. Un malcapitato giorno, un demone contro cui i due si sconstrarono, mise in incredibile difficoltà l'amante della sacerdotessa, che non sapeva più come difendersi dai colpi. Fu così costretto a perdere il controllo. Perdere il controllo, per un demone come per un mezzo-demone, significa lasciarsi andare completamente all'istinto demoniaco, abbandonando qualunque consapevolezza della realtà e lottare fino alla morte, propria o del nemico. Uccidere, per un demone che perde il controllo, diventa l'unico proposito e l'unico appagamento, le sue emozioni vengono completamente eclissate. Alla fine della battaglia, ucciso il demone contro cui si scontrava, l'amato della miko però era ancora assetato di sangue, voleva seminare morte tra gli abitanti che lo avevano costretto lontano dal suo amore. La sacerdotessa, capendone gli intenti, si precipitò verso il demone, cercando di fermarlo. Non voleva fargli del male, né purificarlo, anche se avrebbe potuto fermarlo facilmente in quel modo, ma sarebbe significato ucciderlo. Quando allora il demone, preda dei suoi istinti, stava per uccidere un gruppo di abitanti del villaggio, Midoriko si parò davanti ai suoi concittadini, subendo il colpo dell'amato. Questo, improvvisamente, riprese il controllo su sé stesso, cosa inspiegabile  ancora oggi. Si guardò le mani, sporche del sangue della sua amata e poi vide lei, a terra, mortalmente ferita. La raggiunse e pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, implorando il suo perdono e pregando i Kami di aiutarla a vivere. La miko poco prima di morire sussurrò il suo amore al demone dicendogli che lo perdonava. Irrimediabilmente, però, la pietra che portava al collo, si macchiò del sangue della giovane fanciulla, rimanendone impregnata."
 
Kagome si guardò la collana che stringeva tra le mani, rossa come un rubino, come il sangue della miko che si era sacrificata per il demone che amava. La strinse a sé più forte e continuò ad ascoltare la storia della vecchia signora "Sì, ma io cosa c'entro in tutto questo? Le ho già detto che è solo un regalo di mio padre"
"Lasciami finire, per favore" e riprese il racconto.
 
"Da allora lo smeraldo si è tramutato in un rubino. La gemma viene tramandata gelosamente di sacerdotessa in sacerdotessa ed è nota con il nome di Gemma Bifronte. I demoni, i mezzo-demoni e alcuni umani malvagi hanno da sempre provato ad impadronirsi della sfera proprio per la sua natura rossa. Infatti quest'essenza rubino dovuta allo spargimento di sangue innocente, ha macchiato la pietra di rancore e sofferenza, conferendole così dei poteri malvagi. Se in mani sbagliate, la pietra causa morte e distruzione e accresce la natura maligna del possessore, sia esso youkai, hanyou o ningen. La profezia sostiene però che la vera essenza della sfera, quello smeraldo che era stato il simbolo dell'amore tra Midoriko e il demone, sia ancora celato nella pietra, chiamata per questo Bifronte, in quanto contenente sia lo spirito maligno che quello benigno. Nessuna sacerdotessa custode della pietra, dopo Midoriko, è mai riuscita a purificare totalmente la pietra, a farla tornare al suo colore originale, ma secondo la profezia, un giorno arriverà una ragazza, la doppelgänger della miko a cui è per prima appartenuta la pietra, che riuscirà a riportare alla luce l'essenza smeraldo della pietra. Secondo la stessa profezia, però, non dovrà essere la ragazza a trovare la vera essenza della sfera, bensì un demone. Questo è detto essere l'amato e amante della fanciulla prescelta e solo quando troverà l'essenza della pietra, questo potrà beneficiare a pieno del vero potere di essa."
 
"Hai detto vero potere, vecchiaccia? Stai forse dicendo che quello del rubino non è il potere massimo della pietra?" chiese bruscamente Inuyasha che fino ad allora, stranamente, era rimasto in silenzio ad ascoltare il racconto dell'anziana signora.
"Esattamente, la pietra dispone di un potere ancora più grande, che potrà essere usato solo quando essa tornerà al suo stato originale"
"Questo vuol dire che basterà che torni ad essere uno smeraldo e il potere della pietra sarà ancora più grande, di conseguenza sarà maggiore anche il potere di chi ne beneficerà?"
"Proprio così. Il punto è che non è facile questo compito e se la qui presente custode della Gemma non fosse la prescelta e se il demone in questione non riuscisse a cogliere la vera essenza della sfera, queste sarebbero tutte chiacchiere inutili. Infatti è già successo che la pietra fosse quasi purificata del tutto. Stiamo parlando di qualcosa che successe esattamente 50 anni fa...
 
Si dice che una miko e un mezzo demone si fossero innamorati. Questa sacerdotessa era allora custode della Gemma Bifronte e tutti pensavano che fosse lei la prescelta. Infatti, si crede che ella fosse incredibilmente somigliante a Midoriko, tanto da pensare che potesse esserne la doppelgänger. Il suo potere spirituale era grandissimo ed essendo particolarmente portata con arco e frecce, non le era difficile purificare tutti i demoni malvagi che cercassero di sottrarle la Gemma. Come dicevo, si innamorò di un mezzo-demone e lui di lei. Come accadde con la miko originale, anche l'hanyou aiutava l'amata a difendere la pietra e il villaggio, ma lui non conosceva la leggenda legata alla Gemma Bifronte. La ragazza, invece, in quanto custode della pietra, sapeva che quell'oggetto possedeva enormi poteri e sperava in cuor suo di essere la prescelta e che il suo amato mezzo-demone potesse essere colui che comprendesse l'essenza della gemma. Così un giorno si decise a rivelargli il segreto della pietra che portava costantemente al collo. Non fece in tempo a raccontargli ogni cosa, che il suo amato era appena stato informato da qualcun altro del potere della pietra. Quando la raggiunse, riuscì a sottrarle la gemma. La miko, tradita, lottò contro l'hanyou, ormai convinta che mai avrebbe capito l'essenza della pietra dopo l'affronto che le aveva appena fatto. Contro ogni suo volere, con tutte le sue forze, scagliò una freccia che finì dritta nel cuore del mezzo-demone, il quale si ritrovò attaccato ad un albero secolare qui vicino, il Goshinboku. Subito dopo, la sacerdotessa morì. Nessuno seppe mai se per la disperazione o se perché non era riuscita ad assolvere il suo dovere di prescelta. Aveva sigillato il suo amato, niente e nessuno sarebbe più stato in grado di sciogliere il sigillo che lo legava a quell'albero. Eppure, c'è chi pensa che sia tutta una leggenda, in quanto il mezzo-demone che dovrebbe ritrovarsi attaccato a quell'albero non c'è. A distanza di 50 anni da quell'evento, Goshinboku vanta solo una piccola conca che si narra essere memore dell'accaduto."
 
Per un tempo interminabile, seguì il silenzio. Kagome era rimasta pietrificata da qual racconto, così romantico, ma anche così triste. Inuyasha era probabilmente il più abbattuto nella capanna. Quella non era la storia che conosceva lui, anzi era totalmente diversa. Se non fosse stato per quel damerino, probabilmente ora Lei sarebbe stata viva. Se solo avesse conosciuto la vera storia, allora forse... Strinse i pugni, tanto che i suoi artigli gli incisero la pelle. Lei non voleva tenerlo all'oscuro di nulla, ma lui come uno stupido c'era cascato. Aveva rovinato tutto. E ora Lei, per colpa sua, era morta. Morta. Si alzò di scattò e uscì dalla capanna.
Di fronte alla sua reazione, Kagome fece lo stesso. Voleva tornare a casa. Voleva chiudere con tutte quelle assurdità. Non capiva perché stesse capitando tutto a lei. Perché stesse succedendo tutto così in fretta. Non capiva neppure cosa doveva fare. Sapeva solo che quella collana sarebbe rimasta a lei. Sarebbe stata solo e soltanto sua. A nessuno avrebbe permesso di impadronirsi dell'ultimo ricordo di suo padre. Con questa sicurezza, strinse più forte la pietra. Ma come tornare a casa?
Inuyasha si appollaiò sul dio albero, il grande Goshinboku. Quanti ricordi. 50 anni. Erano dunque passati 50 anni da quel giorno. Se solo avesse saputo tutta la storia. Probabilmente lei non sarebbe morta. Probabilmente lui non sarebbe rimasto sigillato a quell'albero. Un momento. Sigillato? La vecchia aveva detto che niente e nessuno avrebbe potuto sciogliere quel maledetto sigillo. E allora come diavolo aveva fatto a liberarsi? Poi si ricordò. Quell'energia, quella sensazione che l'aveva attirato all'interno dell'albero. Come aveva fatto a non ricordarla prima? Eppure l'aveva rivissuta, più di una volta. Quello stesso calore, quello stesso senso di pace. In quello stesso momento la vide, lei, era stata lei a sciogliere il suo sigillo, a liberarlo, a fargli provare quell'incredibile sensazione, sia quando l'aveva portato nel suo mondo, sia quando l'aveva stretta a sé. Lei era la chiave di tutto, anche della Gemma, e forse sarebbe riuscito ad ottenere il pieno potere da quella dannata pietra. Un ghigno gli si dipinse sulle labbra. Sì, avrebbe usufruito di quel potere, ad ogni costo.



Angolino dell'autrice:
Essì, finalmente ce l'ho fatta! Mi sono fatta aspettare parecchio, soprattutto rispetto ai primi due capitoli flash. Comunque, vi ho lasciato con un bel po' di informazioni...riuscite a intinuire chi può essere la misteriosa sacerdotessa innamorata del mezzo-demone? Diciamo che io ne ho una vaga idea! Purtroppo per i nostri eroi, sono ancora bloccati nel periodo Sengoku, ma non temete, ho deciso che questa storia si svolgerà nel mondo moderno: non voglio che la vecchia Kaede aiuti troppo i nostri piccioncini! dovranno sbrigarsela da soli ;) e chissà che magari per una volta Kagome riuscirà a frequentare assiduamente la scuola! Anywayyyy che ve ne pare finora della storia? Recensite, recensite e recensite! Voglio ogni vostra minima opinione :))
Baci, baci,
Fran.
   
 
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