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Autore: Giulia_Shumani    16/07/2015    1 recensioni
Louis Tomlinson era un ragazzo timido con due bellissimi occhi color del cielo che vestiva spesso con righe orizzontali e non usciva mai di casa, se non per frequentare l'ultimo anno del liceo del suo paese.
La solitudine era la sua unica amica e la sua stanza piena zeppa di poster era l'unico luogo in cui lui si sentiva sereno. Lui faceva tutto in quella camera, ascoltava la musica, disegnava, addirittura ci mangiava. Poi naturalmente ci scriveva. Lui adorava scrivere, era il suo modo per esprimersi con il mondo. Nessuno leggeva mai le sue cose perchè lui le custodiva come se fossero il suo segreto più prezioso.
C'erano delle volte in cui avrebbe voluto dedicare a qualcuno le sue poesie, ma nonostante tutto lui si sentiva felice in quel bozzolo di solitudine che si era creato. O almeno così pensava.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'Così, uniti e divisi – | tu là – io qui – dovremmo rimanere | con la porta socchiusa – come due oceani.
Soli con la preghiera, | alimento insipido – disperazione.
(I cannot live with You )
-Emily Dickinson

Harry si era addormentato tra le braccia di Louis piangendo quella notte. Aveva anche fatto un incubo e si era svegliato di soprassalto intorno alle cinque della mattina. Si era poi voltato e con suo sollievo aveva notato che Louis era ancora lì con lui. Aveva realizzato di poterlo ancora abbracciare, toccare, baciare... E grazie a questo, era riuscito a sentirsi un pochino meglio. Dopo averlo fissato per un po', decise di cingergli la vita con un braccio e di rannicchiarsi vicino al suo petto. Ascoltò il rumore del suo cuore e il suono dei suoi respiri, senza mai smettere di accarezzargli delicatamente un fianco, facendo comunque attenzione a non svegliarlo. Anche Louis aveva pianto, dopo che Harry si era addormentato, ma l'aveva fatto in silenzio, senza disturbare. Aveva accettato il dolore che provava e aveva stretto il riccio un po' più forte, addormentandosi poi senza neanche rendersene conto.

"Promettimi che ci sentiremo Lou..." mormorò Harry seduto su una delle panchine della stazione.
"Ogni giorno, te lo prometto."
"Non fare promesse che poi non manterrai."
"Non giuro il falso, specialmente con te."
"Sta arrivando il treno. Dobbiamo salutarci." disse Harry, sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi. Si era ripromesso di non piangere, ma a quanto pare era lui quello incapace di mantenere le promesse.
"Dobbiamo, sì..." rispose Louis avvicinandosi un po'.

Nel momento in cui Harry premette le sue labbra su quelle di Tomlinson, mille flash gli apparvero nella testa. Ognuno raffigurava un momento che aveva passato con Louis.  Dalle risate, ai baci, alle carezze, ai regali, al fare l'amore. L'avevano fatto sei volte in quei due giorni, e Harry non riusciva a capacitarsi del fatto che non avrebbe più potuto sentire Louis in quella maniera. Quella completezza che aveva trovato, quella sensazione unica che aveva provato, stava per andare via da lui, per sempre. Quando Louis staccò a malincuore le sue labbra da quelle di Harry, notò che il riccio stava piangendo di nuovo. Una fitta al petto lo immobilizzò e gli venne spontaneo asciugargli le lacrime.

"Dai Haz, non fare così, rendi tutto più difficile..." sussurrò Tomlinson, facendo fatica a guardarlo in faccia.
"Lo so... è che... Scusami."
"Non scusarti, non è colpa di nessuno."
"Sali adesso, o perderai il treno..."

Louis fece un sorriso triste, e fece poi cenno con il capo ad Harry per farsi accompagnare alla porta.

"Che poi, potresti perderlo il treno in realtà no?" provò a domandare il riccio ingenuamente.
"Harry, ne abbiamo già parlato." replicò Louis voltandosi.
"Hai ragione, è solo che... Non mi va di lasciarti andare."
"Tu non mi stai lasciando andare, sono io che devo farlo per forza, tutto qui."
"Non mi va."
"Harry non va neanche a me, ma questa non è una cosa che potremmo risolvere battendo i piedi per terra."

E a Louis era sempre piaciuto avere ragione nella sua vita, ma non in quella situazione.

"Posso baciarti ancora una volta?"
"L'ultima." rispose Louis poco prima di ricevere uno di quei baci che solo Harry sapeva dare. E Dio quanto gli sarebbero mancate quelle labbra rosse.

Quando il treno partì, Louis non si voltò indietro a guardare Harry, ma sapeva benissimo che il riccio era lì, immobile a fissare il vagone, piangendo ancora una volta.
Dopo un'ora di viaggio, Louis ricevette una chiamata di Niall, e leggere il nome del suo migliore amico sullo schermo del cellulare fu davvero una cosa rincuorante in quel momento, visto che il pensiero del viso in lacrime di Harry lo stava tormentando da quando il treno era partito.

"Insomma? Dove sei?" chiese il biondo senza neanche dire pronto.
"Mmh, la prossima stazione dovrebbe essere..."
"Cosa? Tu sei davvero sul treno?" chiese Niall sbigottito.
"Niall, sei per caso impazzito? Ci siamo visto l'altro ieri e mi hai anche detto che oggi mi saresti venuto a prendere alla stazione di Doncaster!"
"Non ci posso credere. Sei davvero un perdente Tommo." lo prese in giro il biondo.
"Non sto capendo il tuo discorso idiota." rispose Louis acido.
"Pensavo tu non prendessi il treno e rimanessi lì..."
"Certo, come no, e la scuola?"
"Ci saranno le vacanze di Natale a breve."
"Le passerò a Londra, con mia zia che sta per morire, ricordi cretino?"
"Oh..."

Questo è tutto quello che Niall riuscì a dire, consapevole forse, di avere esagerato con l'ironia  quella volta.

"Nì, è andata così. Dispiace tanto pure a me."
"Posso venire con te a Londra se vuoi... Sai, per non lasciarti solo durante il tuo compleanno."

Il biondo tentò subito di rimediare al suo comportamento inappropriato.

"Tranquillo Horan, stai pure con la tua famiglia, io me la caverò. Arrivo tra un paio d'ore, mi vieni a prendere o no?"

Niall rispose affermativamente e, "Mi sei mancato." disse all'amico prima di riattaccare.
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Il giorno del compleanno di Louis è finalmente arrivato, e Harry, è stata la prima persona in assoluto a mandargli gli auguri, spaccando la mezzanotte.

'Tanti auguri piccola coccinella. Mi manca sentirti ridere. Spero che tu possa passare un bellissimo compleanno. XX Harry'

"Tanti auguri!" strillò Niall, buttandosi addosso a Louis e abbracciandolo stretto.
"Nì, mi stai soffocando." alzò gli occhi al cielo Tomlinson, consapevole del fatto che l'amico non potesse vederlo in faccia.
"Sono il primo."
"Il primo è stato Harry, nonostante il fuso orario."
"Maledetto Hazza! Ha rovinato il mio primato!"
"Ma stai zitto che l'anno scorso me l'hai fatti a mezzogiorno." lo spinse via Louis facendo una smorfia.
"Cosa c'entra, ma l'anno scorso ero ubriaco a mezzanotte, quindi non conta!"

Louis alzò il dito medio e si abbandonò sullo schienale del divano prima di rispondere ad Harry.

'Sei stato il primo a farmi gli auguri, mi piacerebbe anche che tu fossi il primo a farmi il regalo...'
'Leggo della malizia tra le righe Tomlinson. Ti manco così tanto?'
'Niente malizia, vorrei che il tuo regalo fosse un tuo abbraccio.'

Harry non sapeva bene perché, ma la mattina dopo aver ricevuto quella risposta, si era svegliato abbracciato al cuscino dove aveva dormito Louis quando erano in Scozia.
Quando Louis si svegliò, la mattina del 24 Dicembre, corse al piano di sotto e trovò sua madre intenta a cucinargli la sua colazione preferita.

"Lou, tantissimi auguri. Anche se in realtà sei nato alle 18:00, quindi, tecnicamente ancora non dovrei farteli."

Louis aveva sentito ripetere quella frase il giorno del suo compleanno da quando aveva memoria, solo che a dirgliela di solito, era un'altra persona.

"Mamma, sembri la zia."
"Oh, a proposito della zia, vedessi che regalone che ti ha fatto."
"Il regalo più grande, è che l'abbiamo rimandata a casa a passare il Natale con noi, davvero, mi basta questo." sorrise Louis avvicinandosi a sua madre ed abbracciandola.

Louis era stato così contento quando Johannah gli aveva telefonato un paio di giorni prima e lo aveva avvisato della novità. Sua zia aveva avuto il permesso dell'ospedale di poter tornare a casa a passare le vacanze di Natale con la sua famiglia. Anche Niall era stato davvero felice di poter passare il compleanno del suo migliore amico insieme a lui. Tutto sembrava andare per il meglio. Tutto, tranne Harry lontano chilometri.
I primi due giorni, erano stati un po' più facili. Ma dal terzo in poi, Louis aveva iniziato ad accusare delle piccole fitte al cuore ogni volta che pensava alla mancanza di Harry, e a dire la verità ci pensava più spesso di quanto avrebbe voluto ammettere. Certe volte, neanche la presenza di Niall riusciva a distrarlo da quella sensazione di vuoto che sembrava circondarlo. La verità era, che non solo gli mancava Harry come persona, gli mancava anche tutto quello che aveva fatto da cornice. A Louis, mancava infatti anche Anne, che nei tre giorni in cui lo aveva ospitato, era stata genitilissima e lo aveva trattato come un principino. Gli mancava la stanza di Harry, il suo letto dieci volte più grande e più comodo di quello della sua stanza. Gli mancava sparare al poligono, e la scossa di adrenalina che seguiva ogni pallottola. Gli mancava l'odore dei pop corn caldi e quello dello zucchero filato, specialmente di quello verde. Gli mancava addirittura l'odore del tabacco delle sigarette che il padre di Harry era solito fumarsi dopo pranzo. Gli mancava davvero tutto e sì, faceva male non poterlo rivivere ancora una volta. Vedere tutto come un sogno dissiparsi nella sua mente.

Harry invece, dopo aver accompagnato Louis alla stazione, non era riuscito a smettere di piangere per quasi un'ora. Solo sua madre era riuscita a farlo stare un pochino meglio dopo avergli preparato un bicchiere di thè freddo e averlo fatto accoccolare tra le sue braccia. Anche suo padre, aveva notato che il figlio era stato decisamente più spento nei giorni che avevano seguito la partenza di Tomlinson, e più di una volta aveva chiesto ad Anne se ci fosse qualcosa che non andasse, ricevendo risposte acide da parte della donna in cui diceva che tanto lui non avrebbe capito.


"Mi manca."
"Anche a me."
"Niall!" urlò Louis voltandosi.
"Cosa vuoi? Pura verità."
"Perché dovrebbe mancarti Harry?"
"Perché la sua presenza ti faceva stare bene, quindi se lui non c'è e a te dispiace, dispiace anche a me, tutto qui." rispose il biondo facendo spallucce prima di addentare un pezzo di brioches.

Louis sorrise e rimase in silenzio finché l'ennesima partita alla Play non partì.

"Sei sicuro di voler stare tutto il giorno del tuo compleanno a giocare a FIFA?"
"Non abbiamo niente di meglio da fare."
"Potremmo andare a casa mia e potrei darti il mio regalo no?"
"Adesso? Ma stiamo facendo un torneo!"

Niall si mise a guardare l'amico contrariato.

"D'accordo, d'accordo. Che palle. Però metto pausa, col cazzo che cancello tutto, la mia media goal deve restare quella che é..."

Una volta sulla strada per casa del biondo, Louis sorrise tra sé e sé ricordandosi di quella volta che lui e Harry avevano percorso lo stesso tratto calciandosi una pigna da una parte all'altra della strada. Poco dopo, sempre mentre lui e Niall camminavano, si mise proprio a ridere di gusto, ripensando a quando aveva dato dell'imbranato ad Harry quando quest'ultimo aveva perso l'equilibrio quello stesso giorno e si era ritrovato con il culo per terra per essere andato indietro senza guardare e aver preso in pieno il marciapiede.

"Sei solo una giraffa!" l'aveva sfottuto per almeno dieci minuti. Finché poi Harry gli aveva detto di smetterla, perché anche se fisicamente non si era fatto niente, emotivamente si era sentito abbastanza in imbarazzo. E allora Louis aveva capito e aveva smesso di prenderlo in giro. Era stato in silenzio e l'aveva abbracciato forte, dicendogli che non importava cadere, l'importante era rialzarsi sempre.

"Perché ridi da solo Tommo? Il freddo ti ha dato alla testa?" chiese Niall sorridendo.
"No scemo, mi è solo tornata in mente una cosa che è successa qui un po' di giorni fa. Harry poverino è cascato lì, vedi?" disse Louis indicando il punto sotto il pino che si ergeva sul viale, "E ricordandomi la scena mi è venuto da ridere..."
"Fortuna per lui che non sia qui. L'avrei preso per il culo." sogghignò Niall mettendosi le mani in tasca.
"Già..." fu tutto quello che Louis rispose.

Una volta entrati in casa Horan, i due ragazzi vennero accolti, non solo da Maura, che come sempre abbracciava forte Louis ogni volta che lo vedeva, ma anche da un fantastico odore di biscotti, presumibilmente al cioccolato.

"Giusto in tempo Niall, i biscotti sono quasi pronti." sorrise la donna prendendo entrambi i giubbotti dei ragazzi e mettendoli sull'attaccapanni.
"Ecco perché mi hai trascinato fin qui! Maledetto irlandese... Quella del mio regalo, era solo una scusa! Tu sapevi dei biscotti!"

Niall guardò l'amico e dopo essersi fatto una delle sue risatine isteriche, corse in cucina.
Una quindici di biscotti e una ventina di baci sulla guancia  in segno di augurio da parte di Maura dopo, Niall fece cenno all'amico di seguirlo in camera, poiché il momento di dargli il suo regalo, era finalmente arrivato. Il biondo fece aspettare Louis fuori dalla sua stanza, dicendogli che prima doveva controllare che tutto fosse perfetto.

"Aspetto qui, ma muoviti!" brontolò Tomlinson, che a questo punto era diventato veramente curioso.
"Un attimo ancora e ci siamo!" urlò Niall in risposta.

Una manciata di secondi dopo, il biondo finalmente strillò, "Adesso puoi entrare!". Louis non se lo fece ripetere due volte e si fiondò dentro la stanza.
Harry era lì. Harry era lì davanti a lui e di fianco a Niall, impacchettato dalla testa ai piedi, con un enorme fiocco verde attaccato al collo. Harry era lì e Louis non riusciva a parlare.

"Buon Compleanno piccolo!" fu tutto ciò che disse il riccio, sorridendo e mostrando le sue fossette. Le stesse che Tomlinson aveva pensato di non poter più rivedere. Harry era lì.



"Contento Louis della sorpresa?" chiese Maura infornando un'altra teglia piena di biscotti, questa volta alla vaniglia.

Louis non sapeva bene se la parola 'Contento' poteva realmente descrivere il suo stato d'animo in quel momento, perché lui non era solo contento, era molto più di quello.

"Ancora non riesco a crederci..." rispose semplicemente voltandosi verso Harry e dedicandogli un'espressione di gratitudine.
"Niall ha architettato tutto." disse il riccio prendendo uno dei biscotti al cioccolato.
"Con il tuo aiuto." rispose il biondo rubandogli il cibo dalla mano e facendogli una linguaccia.
"Non ti ho ancora chiesto quanto potrai rimanere..." sussurrò Louis avvicinandosi e approfittando di un momento di distrazione da parte di entrambi gli Horan che avevano preso a parlare tra loro.
"Domani è Natale, tu starai con la tua famiglia, aspetterò che tu abbia festeggiato con loro, poi se avrai voglia, staremo un paio di ore insieme e il 26 ripartirò nel primo pomeriggio. Solo sei vuoi Lou, io alla fine sono venuto per il tuo compleanno, ma capisco che il Natale si debba passare con i parenti solitamente quindi..."

Harry fu interrotto dalle labbra di Louis premute sulle sue in un bacio dolce e sfuggevole.

"Scusa..." esordì Tomlinson toccandosi le labbra, "... è che stavi dicendo un sacco di cazzate e volevo fermarti."
"Cazzate?" rispose Harry sorpreso, era convinto di aver fatto un discorso molto sensato.
"Tu passerai il Natale con me, a casa mia."
"Ma sei sicuro che no-"
"Sono sicuro. I regali devono stare dove c'è l'albero. E tu sei il mio regalo." rispose Louis facendo spallucce, mentre Maura appoggiava la teglia con i biscotti pronti sul tavolo. Quello era davvero il compleanno più bello che Louis avesse mai passato.

Harry e Louis passarono tutto il giorno di Natale insieme, Johannah fu felice di avere un ospite che rendeva suo figlio felice, e tanto bastava. La zia di Louis aveva mangiato un pezzo di lasagna con loro e dopo aver dato il suo regalo a Louis, era tornata a riposarsi al piano di sopra.

"Harry, mia zia mi ha fatto un super regalo, io... Io sono felice!" disse Louis sedendosi vicino all'albero tutto agghindato e vicino ad Harry.
"Cosa ti ha regalato Piccolo?"
"Un mucchio di soldi. Non lo dirò a mia madre, li nasconderò in camera."
"Cosa intendi per mucchio di soldi? Tipo 100 sterline?"
"Tipo 1000 Harry."
"Hai una zia generosa, deve volerti molto bene Lou." sorrise Harry accarezzandogli i capelli.
"Era per questo che non potevo rinunciare al Natale con lei, cioè, non per il regalo, ma perché mi sarebbe mancata tanto e io a lei, non me lo sarei mai perdonato. Potrebbe essere il suo ultimo Natale. Probabilmente lo è..."
"Non devi giustificarti con me Louis, mai. Siamo insieme lo stesso no?" disse il riccio abbracciandolo forte, "Adesso però è il momento del tuo regalo!" esclamò poi Harry alzandosi.
"Credevo me l'avessi già dato stanotte il regalo..."
"Oh Louis! Smettila, sei un porco." brontolò il riccio spingendolo.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta d'ingresso e Harry fece cenno a Louis di andare ad aprire, visto che al piano di sotto erano rimasti solo loro due.
Una volta aperto l'uscio, "Tieni questa cosa per favore!" bofonchiò un Niall evidentemente scocciato e infreddolito, lasciando tra le braccia di Louis un enorme orso di peluche, che Tomlinson riconobbe immediatamente.

"Scusa Lou, era troppo grosso da incartare, spero potrai capire." sorrise Harry abbracciando sia lui che l'orsacchiotto da dietro mentre Niall faceva il suo ingresso in casa.

Louis era senza parole, per l'ennesima volta da quando conosceva Harry. Felice, e senza parole. Aveva sempre pensato che certe cose capitassero alle persone solo nei film, ma da venticinque giorni a quella parte, si era dovuto ricredere, perchè due occhi verdi avevano fatto crollare tutto quel cinismo in cui Louis si era sempre rifugiato. E quello era in realtà il regalo più grande che una persona poteva fare ad un'altra nella vita. Donare speranze a chi non le aveva. Harry aveva regalato speranza a Louis, che non ne aveva mai avuta.

"Harry ma questo è?"
"L'osacchiotto che ha rischiato di ucciderti il primo giorno che sei venuto al Luna Park. Esattamente." rispose Harry stringendoli entrambi ancora più forte.
"E tu... L'hai preso senza dire niente a tua mamma?"
"Non esattamente. L'ho vinto per te."
"L'hai vinto per me?"
"Ho pagato tutte le partite al poligono e ho accumulato punti fino ad arrivare al totale che serviva per vincerlo. Il giorno prima di partire mi è venuta l'idea, e appena il Luna Park ha chiuso, l'ho messa in atto. Ci ho messo circa un'ora, è stato facile... Mia mamma mi ha fatto compagnia."
"Grazie Harry, solo grazie. Per questo orsacchiotto enorme, perché sei qui, perché sei tu. Semplicemente grazie. Non avrei mai pensato di poter sentire un qualcosa di simile per qualcuno, ma tu mi attrai così tanto verso di te, mi fai sentire in una maniera che io non so neanche descrivere e scusa se sto divangando, perché una persona come te si meriterebbe parole migliori di queste ma io adesso non so che dire se non questo, davvero..."

E Louis fermò il suo fiume di parole quando sentì le labbra di Harry posarsi dolci sul suo collo. Un brivido gli percorse l'intera colonna vertebrale facendogli chiudere gli occhi.

"Sei il mio piccolo." sussurrò Harry al suo orecchio prima che Niall li chiamasse dal salotto, facendoli tornare alla realtà.
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"Buon anno!" si sentì urlare da mille voci all'unisono.

Ma la realtà era che pur circondati da centinaia di persone, Harry e Louis, ai piedi delle Porte di Brandeburgo, avevano occhi solamente l'uno per l'altro.

"Tanti auguri Harry. Sono ubriaco e questo Capodanno a Berlino è stato fantastico, ho sempre desiderato vedere la Germania, adesso scopiamo?" disse Louis barcollando da una parte all'altra mentre il riccio tentava in vano di tenerlo dritto.
"Louis! Smetti di barcollare Cristo! E auguri anche a te cretino." rispose Harry, un po' meno ubriaco.
"Guarda Hazza! I fuochi d'artificio! Devo fare una foto per Niall, lui adora i fuochi d'artificio!" urlò Tomlinson puntando il dito in alto e indicando i mille colori che in quel momento stavano tinteggiando il cielo.
"A me invece terrorizzano, non so come hai fatto a convincermi a venire qui."
"Semplice sciocco, perché seguiresti il mio culo ovunque, e anche perché dopo esser venuto fino a qui per passare gli ultimi giorni di vacanza con te, mi sembrava il minimo!" bofonchiò Louis puntando il dito in direzione di Harry.
"Sei ubriaco, non ti reggi manco in piedi e adesso baciami stupido."

E Louis si avvicinò di più alla bocca di Harry, donandogli il primo bacio del 2015.

"Adesso scopiamo però? Potremmo andare lì dietro." ridacchiò Louis versandosi tutto lo spumante addosso mentre cercava di indicare una colonna in marmo poco lontano.
"Noi non scopiamo. Facciamo l'amore." disse Harry prima di attirarlo a sé e baciarlo di nuovo.
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Nonostante la pioggia di quel giorno, gli affari al poligono erano andati abbastanza bene, e Harry ne fu parecchio sorpreso, visto che nel paesino dove si trovava il Luna Park in quel periodo, c'erano sì e no 20.000 anime, di cui 10.000 probabilmente erano vecchi.

"Allora, ascoltami. Devi mettere il piede destro avanti, il braccio destro anche e poi devi prendere la mira. Esatto, così. Adesso levi la sicura, poi chiudi un'occhio, trattieni il respiro e spari. Tutto chiaro Thomas?"
"Chiaro." rispose il ragazzino sorridendo.

Anne si avvicinò al poligono e sorrise vedendo quella scena.

"Louis..." disse la donna per richiamare la sua attenzione.

Tomlinson si voltò e la saluto con la mano sorridendole.

"Harry mi ha detto che non l'hai raggiunto per la pausa pranzo oggi. Devi mangiare, se no con questo caldo ti sentirai male. Ti ho portato un panino. Mi ha detto lui di mettertici una fetta di pomodoro, due sottilette e una foglia di insalata perché ti piace così, giusto?" chiese la donna porgendo a Louis un sacchettino.
"Anne, sei un tesoro, non dovevi, avrei mangiato qualcosa a cena e..."
"Non devi preoccuparti di niente, lo faccio con piacere. Dal momento che lavori per noi, è nostro compito prendermi cura di te... Visto poi quanto tu ti prendi cura di Harry. Grazie a te è riuscito ad accettare il suo stile di vita, era una cosa non pensavo potesse mai succedere. Louis vederlo felice mi riempie il cuore di gioia e anche se hai iniziato solo ieri, sappi che so per certo che te la caverai alla grande."

Tomlinson in realtà non sapeva bene cosa rispondere a quello che Anne gli aveva detto, quindi stette in silenzio, poi si avvicinò per abbracciarla fortissima, come mai aveva fatto prima. Il cuore di Louis era traboccato di gioia quando Harry, pochi giorni prima, l'aveva chiamato e gli aveva proposto di passare l'estate con lui, offrendogli addirittura un lavoro al Luna Park. Era stato un momento così bello, che per realizzarlo Louis ci aveva messo una giornata intera. Sua madre Johannah aveva fatto qualche storia a lasciarlo andare, ma alla fine, come con ogni cosa, si era arresa, preferendo accontentare suo figlio piuttosto che vederlo infelice.
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"Quel ragazzino, Thomas, ha talento Harry. Oggi ha preso due centri su cinque e non aveva mai sparato in vita sua..." sussurrò Louis nel buio della stanza di Harry mentre giocava con l'orsacchiotto che il riccio gli aveva regalato a Natale.
"Lou, per favore, butta Boo fuori dal letto, siamo a Giugno, ci sono 90 gradi e già tu sembri una stufa..."
"Madonna quanto scassi le palle Styles!"
"Non urlare idiota. Se mio padre si sveglia ci prende a calci."
"Prenderà te a calci, a me, fortunatamente, ormai mi adora..." sghignazzò Tomlinson abbracciando Harry.
"Ti prego vattene, sei caldo come un tizzone e io sto sudando."
"Come? Non facciamo il secondo round? Che checca..."
"Louis abbiamo fatto l'amore mezz'ora fa, per favore, fa caldo."
"Non ti ho visto per due mesi cazzo, vuoi darmi ciò che mi spetta?"

Louis e Harry, dopo Capodanno, si erano visti solamente due volte. Una per il compleanno di Harry, il 1 Febbraio. Louis quel giorno aveva ricambiato il favore, ed esattamente come aveva fatto il riccio il 24 Dicembre, si era presentato a Manchester facendogli una sorpresa, partendo però dopo appena due giorni per non perdere scuola. La seconda volta invece, si erano visti durante le vacanze di pasqua. Avevano organizzato insieme un viaggio in Italia, che aveva pagato Louis con una parte dei soldi che sua zia gli aveva regalato per il suo compleanno. 'Fanne buon uso' gli aveva suggerito la donna, e Tomlinson sapeva che non ci sarebbe stato modo migliore di spenderli.

"Hai resistito due mesi, puoi resistere anche fino a domani..." sbuffò Harry voltandosi verso Louis.
"Ho aspettato ciò che dovevo, adesso non ho più voglia."

Quella notte, quando Harry fece l'amore con Louis, qualcosa cambiò. Se prima erano sempre stati due ragazzi con la paura di perdersi, adesso tutto era diverso. Louis non viveva più con il costante terrore di dover dire addio, e Harry era riuscito a non cambiare la sua vita, cambiandola comunque. Entrambi avevano bisogno l'uno dell'altro, e il destino, aveva deciso di farli incontrare, e poi di dividerli, ma solo per poco tempo. Ma tutto questo era servito solo a rafforzare il loro rapporto, a renderli più grandi, a renderli più forti, a renderli più uniti. A renderli indissolubili, plasmati da un qualcosa che non è dato a tutti provare.

"Fare l'amore con te è ogni volta più bello Lou..." sussurrò Harry ancora stremato dall'orgasmo.
"Grazie."

Perché Louis, anche dopo tutti quei mesi, non si dimenticava mai di ringraziare Harry.

"Mi sono dimenticato di dirti una cosa importantissima oggi pomeriggio. Posso dirtela prima di dormire?" continuò poi a parlare Tomlinson, evitando così ad Harry di addormentarsi.
"Certo."
"L'altro ieri, quando ero sul treno per venire qui, stavo rileggendo il libro di poesie di Emily Dickinson che mi hai regalato, e ho trovato una cosa che mi piacerebbe dedicarti. Posso fartela vedere?"
"Va bene, aspetta che accendo la candela." rispose Harry dando un bacio sulla fronte a Louis.

Tomlinson prese il libro dal comodino dove lo aveva lasciato quella mattina e lo aprì a pagina 78. Si sentì davvero emozionato.

"Questa..." disse poi, indicando con il dito la scritta.
"Dove tu sei, quella, è casa." lesse Harry ad alta voce prima di sentire una stretta allo stomaco che quasi gli provocò dolore. Una sensazione dolce e amara allo stesso tempo, un qualcosa che gli fece ricordare, che lui, vicino a Louis si sentiva dannatamente vivo.
"Louis io... è bellissima, è una frase che anche io posso dedicare a te... Piccolo mio..."
"La nostra frase, esatto." sorrise Tomlinson lasciando cadere il libro e baciando Harry dolcemente.

Quando si staccarono, la luce tremolante della candela stava illuminando i loro sguardi. Un blu profondo e scuro da una parte, un verde limpido e chiaro dall'altra.

"Vorrei che me ne dedicassi una scritta da te un giorno. Una poesia intendo."
"Non c'è bisogno di scrivere una poesia su di te. Tu sei già poesia Harry, sei poesia per la mia mente."
"Ti amo coccinella."
"Ti amo farfalla."

'E questo destino ci ha quasi distrutto, ma tu hai aspettato, hai sognato, io ti ho raggiunto,  sono stato il tuo sogno. Mi hai insegnato a volare, io l'ho fatto, l'ho fatto per te. Mi vedi adesso? Le mie ali spiegate insieme alle tue, raggiungendo un infinito che parla di noi.'







Note mie :
Okay, siamo arrivati alla fine. Non so proprio cosa dire se non
Massive Thank You ad ognuna di voi.
Dalla prima all'ultima. Questa storia doveva essere una OS all'inizio
e invece è arrivata fino a qui.
Grazie a Maura Giulia e Ludovica che non hanno mai smesso di credere in me.
Grazie a Sgrissi per avermi bullizzato per inserire le varie parti smut.
Grazie a Claire che è sempre stata magnifica.
Grazie a Far Away perché sì.
Grazie a Clair Mayne per gli insulti.
Grazie ad ognuna delle ragazze del mio gruppo What's app, perché amo ognuna di loro. Claudia, Esma, Lucianna. Vi amo.
Davvero, siete una gioia.
A Presto
Shumani Tutanka Oh Wha Chi
























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