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Autore: Luce_Della_Sera    16/07/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“La rosa blu in natura non esiste: è solo una rosa bianca colorata. Anche io dovrò essere così: d’ora in poi, nessuno dei miei coetanei dovrà mai sapere come sono fatta in realtà!”.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13: sogni e paure

“Sono consapevole del fatto che Micol ci aspetta, ma … credo dovremmo parlare, non pensi?”.
Quella frase, ne era sicura, sarebbe rimasta scolpita nella sua mente per sempre; così come la sua timida ed emozionata risposta, che le era sembrata patetica immediatamente dopo averla pronunciata.
“Va bene!”.
“Io ti ho notata dalla prima volta che ci siamo visti, vale a dire da quando ci siamo scontrati a scuola, all’inizio dell’anno. Certo, allora ero fidanzato e questo mi creava non pochi problemi, però non potevo fare a meno di pensare a te, tutti i giorni e tutte le notti! La storia con Irina è finita perché lei mi ha confessato il tradimento, ma credo che comunque non sarebbe durata ancora a lungo, perché certamente avrei troncato io a breve; comunque, questo è il passato. Ora mi importa solo di te … e vorrei stare con te, da ora in poi. Sempre se tu sei d’accordo, chiaramente!”.
Letizia era rimasta senza parole. Davvero Ilan voleva stare con lei? Non la stava prendendo in giro, come aveva fatto Claudio prima di lui? L’amava davvero, o era una semplice sbandata che sarebbe finita presto, non appena avesse conosciuto un’altra ragazza più matura e indipendente di lei? Doveva rischiare di essere ferita di nuovo? Ne valeva la pena?
“Devi rischiare”, si disse. “Se gli dici di no adesso, non solo starete male entrambi, ma non potrai mai sapere se questa sarà la storia della tua vita o meno!”, si rimproverò. Aveva paura, una paura folle, ma allo stesso tempo si sentiva emozionata e molto innamorata: perciò, era prontissima a giocarsi il tutto per tutto.
“Certo che sono d’accordo …. Sono mesi che non desidero altro!”. Era diventata così rossa, che al confronto le palline dell’albero di Natale che aveva a casa erano pallide e smunte; poi, si erano baciati di nuovo, molto a lungo e molto dolcemente, per suggellare quella nuova realtà.
Alla fine, a malincuore, erano tornati indietro, verso casa di lui, dove Micol e Ambra li aspettavano …
 
 
Letizia si svegliò, con il sole che filtrava dalla serranda semichiusa.
“Che ore sono?”, pensò, cercando con lo sguardo l’orologio appeso al muro della sua camera. Il quadrante era nero, con una cornicetta rossa intorno; le lancette, bianche come lo erano i numeri, erano puntate sul dodici e sul sette.
“Sono le sette di mattina!”, si rispose. “Cosa ci faccio sveglia a quest’ora?”.
Per un attimo, fu tentata di tornare a letto per ripensare al bellissimo sogno che aveva fatto pochi minuti prima; dopotutto, era l’ultimo giorno di vacanza, quindi la cosa non era così disdicevole! Ma poi ci ripensò; era inutile, perché Laura e Livia si sarebbero svegliate di lì ad un’ora al massimo, e avrebbero tirato giù dal letto sia lei che sua madre. L’epifania, come il Natale, era un’altra festa molto sentita dai bambini, quindi non poteva aspettarsi che restassero a dormire fino a tardi!
Si sedette sul letto, per godersi quegli ultimi attimi di calma e solitudine. L’indomani, quasi come ogni 7 gennaio, sarebbe tornata a scuola… ma il rientro non le sembrava terribile come gli anni precedenti. Aveva un fidanzato, e due amiche sincere … forse, quindi, poteva finalmente iniziare ad essere davvero felice! Lasciò libera la mente, e immaginò come potesse andare la mattina seguente: la sua fervida immaginazione le mostrò Ambra e Micol mentre si confidavano con lei riguardo ai loro amori, e pendevano dalle sue labbra ascoltando i suoi consigli; poi, le mostrò Ilan che le dichiarava amore eterno. Cullata da quelle parole che esistevano solo nella sua testa, ma che comunque le facevano enormemente piacere, si sdraiò sul letto, rimanendo però fuori delle lenzuola nonostante la temperatura fosse parecchio bassa. Chiuse gli occhi, e provò un senso di rilassatezza tale che le sembrò di fluttuare; proprio mentre stava scivolando di nuovo nel sonno, però, la voce del suo ragazzo si fece sentire di nuovo, più reale di quanto era stata prima nonostante fosse ancora frutto della sua mente.
“Quando mi farai conoscere la tua famiglia?”.
Si alzò di scatto, talmente in fretta che le girò vorticosamente la testa. Era passata dagli incubi in cui Claudio la prendeva in giro o la sfruttava, a sogni stupendi in cui sognava Ilan, e ciò di certo non poteva essere così negativo; ma quella domanda, che lui le aveva rivolto proprio il giorno precedente quando erano usciti insieme, non faceva che tormentarla. Avevano parlato, si erano visti e si erano scritti tantissimo dalla sera di Capodanno, ma lei non si era ancora decisa a dirgli la verità riguardo a suo padre, fingendo di essere la classica figlia di divorziati; sapeva che non era giusto e che avrebbe dovuto essere sincera, ma non ci riusciva! Poteva solo sperare di trovare il coraggio di rivelargli la verità entro breve, o comunque augurarsi che lui non ne venisse mai a conoscenza. L’unica cosa certa, in ogni caso, era che presto avrebbe dovuto fargli conoscere sua madre e le sue sorelle, così come era chiaro che prima o poi lei avrebbe dovuto approfondire la conoscenza con i suoi genitori; gli aveva chiesto tempo, e lui aveva accettato affermando che forse in effetti stava correndo troppo, ma non poteva tirarla tanto per le lunghe!
Si passò le mani nei capelli, cercando con quel semplice gesto di scacciare quei pensieri, ma non ci riuscì;  il respiro le si fece sempre più affannoso, ma proprio in quel momento la porta della sua stanza si spalancò.
“Leti? Sei sveglia?”.
La figuretta di Livia si stagliava sulla soglia: la bambina era visibilmente su di giri.
L’adolescente si impose di calmarsi, e alla fine il respiro le tornò regolare.
“Sì, sono sveglia”, rispose, ponendo totale attenzione sulla sorellina. Non voleva che si spaventasse! Già una volta lei e Laura l’avevano vista stare male, e quindi doveva evitare che la storia si ripetesse.
“Andiamo in sala, dai! La Befana ci ha già portato i dolci!”.
“D’accordo”, disse la sedicenne. A quanto pareva, la bimba non aveva notato il suo malessere, o comunque l’aveva già dimenticato: quindi, avrebbe sfruttato appieno l’occasione.
“Laura dov’è?” chiese quindi, mentre raggiungeva la piccola e le dava la mano.
“Con la mamma, deve svegliarla! Dai, sbrighiamoci: le ho detto che avremmo fatto una gara e chi avrebbe fatto prima a svegliarvi vinceva!”.
Letizia era tentata di correggere la sorella per l’ultimo verbo, ma lasciò perdere: Livia aveva solo sei anni, non poteva conoscere ancora la differenza tra i verbi e avrebbe avuto tempo per impararla, sia nel parlato sia nello scritto! Peccato che, ne era convinta, lei non avrebbe avuto il suo stesso tempo per quel che riguardava la relazione con Ilan… forse la verità sarebbe presto venuta a galla, e in quel caso lei avrebbe dovuto pagarne le conseguenze. Ma non era quello il momento di pensarci!
Perciò, prese un bel respiro, e quando arrivarono nella sala da pranzo vuota quel che disse fu semplicemente: “Sai una cosa, Livia? Credo proprio che la gara l’abbiamo vinta noi!”.

  
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