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Autore: _Storyteller_    16/07/2015    4 recensioni
Hope Bennett è figlia di una famiglia Purosangue che vive nel quartiere di Wimbledon. E' una ragazza gentile e determinata che ha preso il meglio dai suoi genitori, uno smistato in Corvonero e l'altra in Tassorosso. E' l'anno 1971 e una nuova era di ragazzi si accinge a frequentare Hogwarts, non con qualche sorpresa.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
... "Finalmente, il mio turno era arrivato, tra poco avrei potuto scrivere ai miei genitori di essere stata smistata, avrei potuto raccontare loro della mia nuova famiglia e delle conoscenze che avevo fatto sull’Espresso per Hogwarts. Finalmente tutto sarebbe iniziato anche per me."...
...">"...
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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 L'orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli che tra noi non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità - reale o immaginaria - che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vana. L'orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.

- Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio –

 

 

Le settimane continuavo a scorrere velocemente, la fine dell’anno non sembrava più così tanto lontana ed io ero in completa balia dei compiti. Lumacorno ci aveva affidato la preparazione di una pozione di livello leggermente superiore allo standard del primo anno, non so cosa volesse da noi, non so cosa cercasse ma aveva in Severus e la Evans i suoi studenti preferiti. Quella mattina avevamo lezione di Pozioni per due ore e, subito dopo, Difesa Contro le Arti Oscure con il professor Evan. Avevo tante domande da porgergli, tanti interrogativi che ancora non avevano trovato nessuna risposta nonostante le varie ricerche che avevo condotto con Lucius e Narcissa. Fortunatamente l’ora rimasta trascorse celermente rendendomi libera di formulare le mie domande al Professore di Difesa.

 

L’aula si riempì lentamente. Quel pomeriggio avremmo assistito ad una lezione condivisa con tutte le altre Case, evidentemente il Professore doveva avere qualcosa in mente. Trovai posto vicino a Narcissa ai primi banchi lasciando quelli in fondo a James Potter e alla sua banda di cagnolini. Severus e la Evans non si staccavano l’uno dall’altra, con il passare del tempo erano diventati molto amici e Sev aveva deciso di presentarmi la ragazza dai capelli rossi. Lily. Ancora faticavo a chiamarla per nome, ma lei diceva che non le importava, la cosa che più le premeva era diventare amiche.

 

«Bene ragazzi, prendete posto. Potter, Minus se vi sento fare il minimo rumore toglierò 50 punti ciascuno sono stato chiaro? Oh Lupin è un piacere vederti nuovamente a lezione. Vi starete chiedendo come mai ho chiesto un cambio di ore per avervi tutti qui presenti, come sapete c’è stato un attacco ad Hogsmeade. Non è chiaro cosa sia stato ma è pericoloso ed è ancora li fuori.  Io, da insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure, ho il compito di insegnarvi come proteggervi da soli.»

«Difenderci da soli? Da cosa da un Ippogrifo?»

 

Minus. Voleva evidentemente mettersi in mostra, voleva entrare nelle grazie di James. Remus lo guardava con aria afflitta. Secondo il mio modesto parere, James non si sarebbe mai interessato a Peter Minus se Lupin non gli avesse detto che era un tipo okay e di cui ci si poteva fidare. Minus non era così interessante come voleva far credere.

 

«Minus, non si è trattato di un Ippogrifo come può sperare. Qualcuno di voi sa di cosa si potrebbe trattare? Potete arrivarci, basta solo applicazione ed intelletto.»

 

E così dicendo lanciò un’occhiata complice alla Casa di Corvonero, la casa dove era cresciuto lui. Mi sentivo offesa, non credeva che noi Serpeverde fossimo in grado di arrivare alla soluzione? Il mio orgoglio era stato scalfito, era ora di mostrare al Professore che essere un Corvonero non implicava essere anche intelligente.

 

«Professore, la Gazzetta del profeta si è tenuta molto vaga sull’omicidio. Ultimamente il Ministero della Magia non era sulle tracce di un Lupo Mannaro? Potrebbe trattarsi di quello.»

«10 punti a Serpeverde miss Bennett. Esatto. La domanda più importante è… come ha fatto un Lupo Mannaro ad entrare ad Hogsmeade?»

 

Come aveva fatto Fenrir Grayback a superare la vigilanza? A questa domanda non riuscivo a trovare una risposta, se non ci erano arrivati quelli del Ministero non potevo certo trovare io la soluzione; in fondo avevo solo undici anni.

 

«Non importa. Dividetevi in coppie e lavorate sugli incantesimi che ho scritto alla lavagna.»

 

 

 

***

 

 

«Grifondoro è in vantaggio per 30 a 20. Il boccino d’oro non è ancora stato catturato, la partita è ancora aperta!»

«FORZA SERPEVERDE!»

 

Urlavo dagli spalti destinati ai Serpeverde, il nostro cercatore sorvolava il campo aguzzando la vista alla ricerca del Boccino d’oro, in palio c’erano 150 punti e la conclusione della partita. Grifondoro aveva dei buoni cacciatori, volavo bene e facevano un buon gioco di squadra, anche se il loro portiere lasciava molto a desiderare. Agitai la sciarpa della mia Casa in alto facendola roteare sopra la mia testa, Severus si era disegnato sulle guance una bandiera verde ed argento mentre Narcissa ci guardava con l’aria di chi non adora particolarmente quello sport violento. Lucius era in sella ad una scopa e si destreggiava tra gli avversari cercando di far passare la pluffa dentro gli anelli, fino ad ora era stato lui a segnare per la nostra squadra. Nonostante fosse solo al secondo anno aveva una tecnica davvero invidiabile, doveva essersi allenato molto a casa. Il vento gli scompigliava i capelli biondi rendendolo quasi impossibile da ignorare. Piccole gocce di pioggia iniziarono a cadere sul campo da Quidditch, presto ci sarebbe stato un temporale e la situazione andava a vantaggio dei Grifondoro, la pioggia avrebbe impedito ai nostri cacciatori di muoversi al meglio.

 

«Forza ragazzi! Fategli mangiare la polvere!»

«Narcissa…»

 

Sia io che Severus ci voltammo nella sua direzione. Fino a qualche secondo fa Cissy sembrava a disagio ed ora era la loro tifosa più sfegatata. Portai un braccio intorno al collo della mia migliore amica facendo partire un coro per incitare la quadra.

 

«Uno! Due! Tre! Chi non salta Grfondiota è! Quattro! Cinque! Sei! Da Malfoy al sicuro non sei! »

 

Ben presto la maggior parte della curva dei Serpeverde iniziò ad intorare il nostro coro.

 

«Un altro goal per Serpeverde! Siamo in parità!»

 

Francis Lotus aveva segnato il goal del pareggio. Severus mi aveva accennato qualcosa nei suoi confronti, diceva di averlo visto nella stessa classe di Malfoy… doveva essere anche lui al secondo anno.

La pioggia iniziò a cadere più fitta, il cielo si tinse di una sfumatura plumbea e, in un baleno, la visibilità diminuì notevolmente. Trovare il Boccino ora sarebbe stata davvero un’impresa. Tenevo gli occhi puntati su Lucius, con questa pioggia sarebbe stato difficile per lui segnare il goal del sorpasso. Lo vedevo sistemarsi dietro le orecchie i vari ciuffi ribelli che avevano deciso di sfuggire dalla presa del suo nastro. Non aveva i capelli così tanto lunghi, gli arrivavano a metà collo ed erano di un biondo platino affascinante. Dovevano dargli lo stesso molto fastidio. Si udì un fischio, Grifondoro aveva un fallo a favore. Voltai appena lo sguardo verso destra per vedere un battitore prendere la mira a gioco fermo. In un attimo realizzai. Il giocatore di Grifondoro aveva intercettato un bolide del suo compagno di squadra spedendolo in direzione del mio amico.

 

«LUCIUS IL BOLIDE!»

 

Lucius si voltò a guardare prima me e poi il battitore alla sua destra. Troppo tardi. La scopa di Lucius venne colpita in pieno dal bolide e il suo corpo iniziò a precipitare verso il vuoto privo di sensi.

 

«NO!»

 

Urlai con quanto fiato avevo in corpo. Chiusi gli occhi, non volevo vedere lo schianto al terreno, ma dovevo aiutarlo, dovevo fare qualcosa. Tornai a guardare il corpo di Lucius roteare su  stesso, era a pochi centimetri dal terreno. Presto Abraxas Malfoy avrebbe denunciato la scuola e non avrebbe avuto torto, perché nessun professore faceva nulla? Volevano che si schiantasse al terreno?

 

«Aresto Momento!»

 

Aresto Momento? Lucius galleggiava a uno o due centimetri da terra, l’impatto con il terreno non era avvenuto.  Sollevai velocemente lo sguardo per notare Madama Bumb riporre la sua bacchetta nella divisa da arbitro. Aresto Momento… mi sarebbe torato utile questo incantesimo. Strinsi con forza la mano di Severus quando Malfoy venne caricato su una scopa e portato in infermeria con un braccio fasciato.

 

 

 

***

 

 

«Lucius… Lucius come ti senti?»

«Dovevo cadere da una scopa per farti preoccupare per me, non è così Bennett?»

«Non preoccupatevi. Sta bene. Troppo bene.»

 

Severus e Narcissa sollevarono lo sguardo da Lucius a me e sorrisero. Dopo l’incidente con il battitore Lucius era stato portato in infermeria, un volo di 20 metri lascia il segno. Il bolide aveva colpito la sua scopa ed il suo braccio sinistro, si lamentava del dolore ma non così tanto come avrei pensato. Lucius Malfoy era una persona notevolmente forte. Feci scorrere le dita sul suo braccio fasciato con delicatezza, non volevo fargli del male… non me lo sarei mai perdonato. Lui sospirò sorridendo prima a Narcissa e poi a Severus.

 

«Chi ha vinto?»

«Lucius non dovresti preoccuparti della partita… devo dirtelo però… - Severus abbassò lo sguardo cercando di trattenere una risata – Mi dispiace Lucius… ma abbiamo vinto.»

«Brutta Serpe che non sei altro! Non si gioca con i sentimenti dei feriti!»

 

Soffocai una risata portandomi il dorso della mano sulle labbra. Quei due, anche se con un anno di differenza, erano davvero uno spasso. Io e Narcissa ci scambiammo un’occhiata complice prima di sorriderci. Questi momenti erano la cosa più preziosa che avevo dopo la mia famiglia. In quel momento le parole del cappello parlante mi tornarono in mente.

 

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
vi troverete gli amici migliori quei tipi astuti 
ed affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!”

 

Avevo davvero trovato degli amici fantastici. Non avrei permesso a nessuno di fare loro del male. Abbandonai le carezze al braccio di Lucius e mi alzai velocemente dalla sedia. Quel battitore… fare una cosa del genere a gioco fermo.

Poggiai sul suo comodino un pacchetto di bolle bollenti sotto lo sguardo interrogativo di Lucius. Gli afferrai la mano e la strinsi nella mia abbozzando un sorriso che sapevo essere del tutto inutile, lui avrebbe letto oltre la falsità del mio sorriso, sapeva che qualcosa mi frullava nel cervello. Lucius Malfoy mi conosceva forse meglio di quanto io conoscessi me stessa.

 

«Severus ci vediamo dopo in Sala Comune per ripassare Cura delle Creature Magiche. Narcissa non aspettarmi alzata. Io devo fare una cosa.»

«Ma come… non rimani a vegliare sulle mie ferite Bennett? Cosa c’è di più importante?»

«Non permetterò più a quel battitore di fare una cosa del genere.»

 

Sentivo la rabbia fluire nelle mie vene al posto del sangue. Io volevo vendetta. Difendere la mia Casa era in cima alle mie priorità, non m’importava delle conseguenze, io avrei fato capire a quel battitore che mai e poi mai avrebbe dovuto più toccare la mia “famiglia”. Da giorni avevo una terribile sensazione, non volevo che i miei timori divenissero realtà. Più volte avevo sognato la mia famiglia, un serpente ed un atroce dolore al braccio sinistro.

 

«Hope è il Quidditch, non puoi farci nulla.»

«Non posso stare qui ferma a fare niente! Ci vediamo in Sala Comune Severus.»

 

 

 

***

 

 

Incrociai Leon per i corridoi, mi stavo dirigendo verso la Sala Grande alla ricerca d’informazioni, avrei sicuramente trovato un Grfondiota disposto a dirmi come si chiamavano i loro battitori. Salutai Leon con un veloce bacio sulla guancia decisa a non iniziare una conversazione. Mi conoscevo, sapevo che cominciare un dialogo con Leon sarebbe stato rischioso… per lui. Devo ammettere di essere intrattabile quando perdo il controllo.

 

«Ehy Hope! Il leone ti ha morso la lingua? Puoi anche salutare sai

 

Lo aveva detto in tono scherzoso e lo sapevo ma non potevo ignorare la sensazione di fastidio che si stava spargendo per il mio corpo. Strinsi la mano sulla bacchetta nella tasca della mia divisa come distrazione, se avessi provato a fare qualcosa di stupido mi sarei ricordata che un’aggressione avrebbe comportato una punizione se non la stessa espulsione. La mano sulla bacchetta doveva servire a ricordarmi questo, magari respirando nella maniera giusta sarei anche riuscita a calmare i bollenti spirti.

 

«Non ho tempo per parlare Leon. Devo andare in Sala Grande. Scusami davvero. Oh si… e comunque ve l’avevo detto che avreste perso. Devi pagarmi i cinque galeoni della scommessa.»

 

Dopo avergli lanciato una leggera stoccata, del tutto amichevole, gli diedi le spalle intenzionata a varcare la soglia per la Sala Grande.

 

«Oh il moccioso non l’ha detto! Se la ragazzina lo scoprirà la sua testa rotolerà! »

«Pix! Va via!»

 

Non avevo mai sentito Leon urlare contro qualcuno. Cosa stava dicendo Pix? Cosa Leon non mi aveva detto? Fermai il passo e mi voltai nuovamente verso il Grifondoro.

 

«Cosa intendeva Pix? Leon… che cosa mi devi dire?»

«Nulla. Sai com’è Pix, s’inventa certe cavolate!»

 

Era vero. Pix era solito inventare cose per far litigare le persone ma questa volta sembrava diverso. Avevo una strana sensazione al riguardo ma non avevo molto tempo, dovevo indagare e tornare da Lucius per aiutarlo a mettere qualcosa sotto i denti; qualcosa che non fosse il pollo bollito, la specialità degli Elfi Domestici (su richiesta di Madama Chips) per i suoi ammalati o feriti.

 

«Non importa. Devo tornare da Lucius»

«Come stà Malfoy? Non volevo davvero colpirlo. È… stato un incidente.»

 

Leon. No, no come poteva essere stato lui? Non aveva mai fatto del male a nessuno; lui, dall’animo così dolce e premuroso come poteva far del male ad un’altra persona volontariamente? Ma quale incidente ed incidente, io sapevo cosa avevo visto, sapevo che Leon aveva agito in piena consapevolezza delle sue azioni, sapeva cosa faceva per tutto il tempo. Non era stato affatto un incidente. Ma come era possibile? Leon non poteva far parte della squadra di Quidditch, a quelli del primo anno non era concesso. Squadrai bene il ragazzo che, fino a qualche minuto prima, avrei considerato come un amico. Come aveva potuto mentirmi? Mentire a me, una Serpeverde.

 

«Mi hai mentito… Tu non sei al primo anno... Il gioco era fermo non avevi il motivo per colpirlo. Perché lo hai preso di mira?»

«No. No sono al secondo anno. Da quando in qua sei l’avvocato difensore di Malfoy? C’è qualcosa tra di voi? »

«NON SONO AFFARI TUOI! DIMMI PERCHÉ!»

«PERCHÉ SONO MALEDETTAMENTE GELOSO DEL FATTO CHE TU E LUI SIATE COSI VICINI! Io vi vedo dal mio tavolo, vi vedo parlare, ridere… lo vedo il modo in cui ti guarda e sono esageratamente geloso! Ho una voglia di spaccargli quel muso da nobile che si ritrova… quel bolide poi… è capitato a fagiolo. È così Hope. Strano che il tuo Lucius non ti abbia detto nulla, lui dovrebbe sapere queste cose. Secondo te perché era così motivato a vincere quella dannatissima partita? Rifletti Hope.»

 

Leon… come hai potuto? Io ho lottato per te, ti ho difeso dalle accuse di Malfoy al ballo, sono rimasta tua amica nonostante le nostre differenze e tu… tu hai tradito la mia fiducia ed una volta perduta è persa per sempre. 

 

«Non m’importa dei suoi motivi, non avevi alcun diritto di ferire intenzionalmente un tuo avversario! La sportività dove l’hai messa? Ti credevo una persona buona e coraggiosa, il vero Grifondoro… ma ora mi accorgo che sei anche peggiore di James Potter. Si James Potter il bambino che odi tanto. Non siete poi così diversi voi due. La tua gelosia? Me ne frego. Tocca di nuovo i miei amici e sei morto.»

«Siamo simili Hope! Non te ne rendi conto? Perché scegliere una persona come lui?»

«Io e te non abbiamo più nulla in comune. Dimenticati di me Leon.».

 

 

 

***

 

 

 

Un mese era passato dalla lite che avevo avuto con Leon, lo vedevo guardarmi dal suo tavolo, lanciarmi occhiate di scuse che non volevo accettare, lettere nascoste nelle pagine della Gazzetta del Profeta che ricevevo ogni giorno… Leon mi mancava, il suo sorriso aveva il potere di zittire le mie preoccupazioni, la sua risata era un toccasana per lo spirito e il suo umorismo sapeva rallegrarmi la giornata… ma ora era tutto finito. Per quanto mi mancasse, non potevo passare sopra ciò che aveva fatto. La Sala Comune dei Serpeverde era deserta, quasi tutti gli studenti avevano preferito rintanarsi nelle loro tane in vista dell’esame di Cura delle Creature Magiche. Dovevo applicarmi parecchio in quella materia. Incantesimi e Trasfigurazione erano piuttosto semplici ed ero riuscita ad avvantaggiarmi con il programma. Sbuffai voltando la pagina del libro di Difesa Contro le Arti oscure che avevo ricevuto per Natale. Incanto Patronus. Il nome prometteva decisamente bene. Patronus significava protettore. Ma da cosa avevo bisogno di protezione?

 

«Dissennatori…»

 

Lessi quella parola con un filo di voce. Mio padre mi aveva spiegato come nascevano i Dissennatori ed aveva accennato ad un incantesimo per respingerli, doveva trattarsi di questo. Il livello per questo incanto era sicuramente alto, ben oltre il fattucchiere ordinario… per questo io dovevo imparare a produrre un Patronus. Dovevo riuscirci.

 

«Hope sei qui!»

 

La voce di Severus mi fece sobbalzare. Chiusi il libro per dedicare attenzione al mio migliore amico. Se mi cercava aveva bisogno di una mano od un consiglio con Lily Evans.

 

«Certo che sono qui… perché avete il fiatone voi tre? Oh scusami Fran non ti avevo visto!»

 

Abbassai i piedi dal bracciolo del divano, dove mi ero bellamente sdraiata per trovare la mia solita compostezza. Francis Lotus si era unito al nostro gruppo. Lo avevo conosciuto bene in infermeria quando avevo portato da mangiare a Lucius. Fran aveva avuto la stessa idea e così Malfoy si era ritrovato con più dolci di quanti potesse contenerne il suo stomaco. Avevo scoperto che Fran era un Halfblood, sua madre era una babbana. Non avevo nulla contro le famiglie di “linea di sangue inferiore” come ripeteva sempre Lucius, l’importante per me era cosa celavano dentro. Io volevo comprendere il loro carattere, non volevo sapere a quanti Galeoni ammontasse il loro conto in banca. Fran però era notevolmente ricco.

Severus, Narcissa e Lucius ora mi fissavano, ora si guardavano ed ora portavano nuovamente il loro sguardo su di me. Cosa mi stavano nascondendo? Fran si sedette accanto a me prendendomi la mano e stringendola con dolcezza.

 

«Si tratta della tua famiglia…»

«Che cosa è successo alla mia famiglia Francis? »

 

Tutti e quattro esitarono a rispondere. Narcissa teneva qualcosa nascosto dietro la schiena e un brivido freddo mi attraversò il corpo. La sensazione… la brutta sensazione che avevo avuto per tutto questo tempo… No, no non poteva essere successo qualcosa. Mi avrebbero fatta chiamare o qualcuno mi avrebbe spedito un Gufo… Non sarei stata tenuta all’oscuro di qualsiasi cosa fosse accaduto ai miei genitori… Lumacorno in quel momento fece il suo ingresso nella Sala Comune, la sua vestaglia porpora a fiori neri era illuminata dalla luce calda delle fiamme del camino, il suo volto paffuto aveva un’ombra cupa che ne deformava il sorriso. No… no…

 

«Miss Bennett la stavo cercando. La prego, mi segua. Il professor Silente vorrebbe parlare con lei.»

 

Il Professor Silente? Come mai il Preside voleva parlarmi? Cosa era successo alla mia famiglia? Fran non aveva avuto modo di parlare e il Professor Lumacorno… Il professor Lumacorno mi fissava con un’aria afflitta, aveva l’aria di uno che era stato forzato a fare qualcosa di decisamente brutto e che stava lottando con tutte le sue forze per rimanere nella “luce”… ma aveva anche l’aria di chi non ammetteva repliche. Voleva che lo seguissi. Volevo seguirlo. Senza dire una parola abbandonai la Sala Comune dei Serpeverde lasciandomi i miei amici alle spalle sollevati di non dovermi dare la brutta notizia. 

Nessuno dei due parlava, io non riuscivo più a ragionare. Dirmi una cosa del genere per poi fermarsi non era certamente consigliato a chi ha una predisposizione per i film mentali. Mia madre, mio padre… cosa gli era accaduto? Mio padre aveva avuto problemi al Ministero? Mia madre aveva di nuovo fatto prendere fuoco alla sala da pranzo?

 

«Miss Bennett il professor Silente ti stà aspettando… coraggio figliola.»

 

Non mi ero resa conto di quanto tempo fosse effettivamente passato, avevo solo pensato a mettere un piede dietro l’altro lasciando che la mia concentrazione si spostasse su altro, su qualcosa di vitale. Annuì in direzione del Capocasa dei Serpeverde ringraziandolo a mezza voce, non per maleducazione ma per preoccupazione. Lui sembrò comprendere e mi accarezzò la spalla con dolcezza prima di sparire dalla mia visuale a causa della rotazione delle scale.  Bussai alla porta in noce e varcai la soglia solo dopo aver udito le parole di Silente.

 

«Miss Bennett… la prego di sedersi. Questa notte la casa della sua famiglia è stata attaccata. Credo abbia letto la Gazzetta del Profeta quindi saprà delle aggressioni avvenute i danni delle famiglie babbane… »

«Si ma questo cosa c’entra con la mia famiglia? I miei genitori sono entrambi purosangue… sono… sono vivi?»

 

Poco m’importava di aver interrotto il professor Silente.

La mia famiglia.

Mamma.

Papà.

Attaccati.

Erano stati attaccati.

Ma da chi? Chi poteva avercela con i miei? Andy Bennett era un Auror ed era quindi normale che si facesse dei nemici, ma mi madre… chi poteva avercela anche contro di lei? Attaccare la casa. Se solo fossi stata presente, se solo fossi stata li per aiutare, magari la situazione si sarebbe invertita ed ora sulla Gazzetta la Skeeter avrebbe pubblicato la notizia di una morte avvenuta per difesa personale. Perché Silente continuava a guardarmi senza dire una parola? Dannato vecchio, perché non mi diceva nulla? Perché mi faceva attendere in questo modo? Prova una sorta di gusto perverso nel far cuocere gli studenti nel brodo della preoccupazione?

 

«Si, sono vivi Miss Bennett, tuttavia, suo padre risulta attualmente scomparso. Lei sapeva di cosa si occupava suo padre Miss Bennett?»

«Si… mio padre lavora per il Ministero della Magia… come Auror. Professor Silente sa che fine abbia fatto mio padre?»

 

Tremavo, tutto il mio corpo stava vacillando. Mio padre non poteva essere stato semplicemente rapito. Mio padre era un uomo molto intelligente, di sicuro aveva trovato un modo per evadere ed ora si stava nascondendo per non essere nuovamente catturato. Sì, si doveva essere andata sicuramente così. Lui era ed è il miglior mago del mondo, conosce moltissimi incantesimi ed i suoi studi sulla Magia Oscura lo hanno portato ad alti livelli. Mio padre era vivo. Potevo sentirlo. Solo in quel momento mi accori di aver trattenuto il respiro. I polmoni protestarono iniziando a bruciare quando l’aria li riempì nuovamente. Avevo gli occhi lucidi, sentivo le lacrime iniziare a cadere lungo le guance.

 

«Sfortunatamente non posso esserti di aiuto Miss Bennett… ma posso rivelarti una cosa. Non hai avuto modo di leggere i vari ritagli di giornale immagino quindi non saprai che sopra la tua dimora… è stato avvistato il marchio nero.»

«I-il marchio nero? Intende il marchio che Voldemort pone sopra ogni… ogni…»

 

Voldemort. L’uomo del teschio di fumo in cielo aveva rivendicato la scomparsa delle famiglie babbane e l’uccisone di molti nati babbani. Il suo nome aveva iniziato a incutere timore in molte famiglie. Cosa poteva volere dalla mia famiglia? Che cosa voleva un pazzo del genere da mio padre?

 

«Esatto.»

 

Il suo viso parve farsi più cupo, gli occhiali a mezzaluna scivolavano lungo il naso a causa della forte inclinazione della testa , i suoi profondi occhi azzurri si fissarono nei miei e ci lessi dentro tanta preoccupazione e paura. Si, Albus Percival Wulfric Brian Silente aveva paura. Mi sarei stupita del contrario, la paura è ciò che ci rende forti, la paura ci tiene in vita e ci rende più attenti.

 

«Ma io non credo che suo padre sia stato ucciso. Vede Miss Bennett… suo padre possiede molte qualità che Voldemort apprezza. Non comprendo il motivo per cui suo padre sia stato catturato… ma stia pur certa che non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole.»

 

 

 

***

 

 

«Ehy Evans, che ne dici di fare un giro in scopa? Se hai paura, puoi stringerti a me»

 

Due settimane erano passate dall’attacco alla mia famiglia. Due settimane senza uno straccio di notizia su mio padre. Mia madre mi scriveva ogni giorno, non voleva farmi sentire sola e lo vedevo dalle parole rassicuranti che puntualmente scriveva in fondo alla pagina.

 

Amore mio,

Non preoccuparti per me. Sto bene e anche tuo padre. Lui è un tipo tosto. Oggi ho  fatto dei biscotti, spero solo che il tuo Gufo goloso non se li sia mangiati durante il viaggio. Chissà da chi ha ripreso quel Gufo, l’unica cosa che riuscivo a farmi mangiare era la torta al cioccolato e panna.

I tuoi zii sono qui, non mi lasciano un momento libero, pensano che io sia depressa… depressa io? Amore non mi conoscono bene, io sto benissimo. Se posso farti una confessione… sono contenta che loro siano qui… posso fargli provare le mie ricette super innovative dato che tu e tuo padre rifiutavate sempre. Sono fiduciosa per il ritorno di tuo padre.

Tesoro nessuno vuole che io ti dica questa cosa ma… tuo padre potrebbe cambiare… potrebbe essere diverso quando tornerà. Oh accidenti, quanto tempo è passato? I tuoi zii avranno fame! Hope, tesoro, sono così orgogliosa di te ed anche tuo padre lo è. Non preoccuparti per noi e pensa a divertirti con i tuoi amici.

 

Mamma

 

 

Per lei doveva essere dura, anche se non lo dava a vedere. Strinsi nelle mani la lettera che la mamma mi aveva scritto due giorni fa e alla quale avevo prontamente risposto. Spostai lo sguardo sulla Gazzetta del Profeta, in prima pagina c’era la foto del Marchio Nero. Dopo l’attacco alla mia famiglia molte altre persone erano scomparse, molti altri capi di famiglie Purosangue erano magicamente spariti. Anche Abraxas Malfoy era stato dato per disperso ma la faccenda non si era protratta per più di due giorni. Giornalisti e fotografi avevano preso d’assedio Villa Malfoy per sapere cosa aveva visto l’uomo. Nulla. Nessuna parola che potesse spiegare il mistero delle sparizioni era uscito dalla sua bocca. Lucius era stato intrattabile in quei giorni ma dopo aver ricevuto la lettera dal padre aveva smesso di lamentarsi ed era tornato ad assumere la sua aria austera e nobile di sempre. Il fine settimana era sempre il più movimentato. Avevo deciso di prendermi un po’ di tempo per me stessa ed esercitarmi con il Patronus in riva al Lago Nero. Era dannatamente difficile produrre un incanto dove dovevi trovare un ricordo intenso e felice. Era dal giorno della scomparsa di mio padre che provavo a produrlo ma non ero riuscita a niente. Sbuffai sonoramente lanciando con cattiveria un sasso contro la superficie del Lago tornando a sedermi sotto un albero vicino la riva a rileggere gli appunti sull’incanto.

                                                                                                                                                                                                      

«Potter ti ho già detto di no. Smettila di fare lo sbruffone»

«Sbruffone? Io sarò il più grande cercatore della storia! Ti sto dando la possibilità di essere la ragazza di James Potter!»

 

Mi morsi l’interno della guancia non riscendo a chiudermi le orecchie. Dovevo ammettere che James Potter perseverava con la Evans e  mostrava una certa dose di coraggio nel mostrare la sua faccia da schiaffi in pubblico. Odiavo James Potter, odiavo il suo modo di essere arrogante. Perché non poteva essere come Remus? Lupin era un bambino molto riservato, timido e buono. Una volta lo vidi difendere un suo compagno di Casa dall’attacco di un Corvonero presuntuoso.

 

«Potter ti ha detto di lasciarla in pace»

«Tu stanne fuori Mocciosus. Sirius, Remus, Peter è ora di insegnare a Mocciosus a rispettare i superiori.»

 

Sollevai velocemente lo sguardo verso Severus. Che diavolo ci faceva qui? Non aveva detto che doveva finire la pozione? Impossibile che l’avesse già completata. Vidi Severus fare scudo alla Evans con il suo corpo separandola da James. Sirius, Remus e Peter sbucarono dal nulla, fino a qualche secondo prima erano invisibili ed ora… ora erano apparsi accanto al loro amico. Nessuno si trovava nei pressi del Lago Nero quella mattina, nessuno tranne me, quei tre idioti, più Remus, Lily e Severus. James e i suoi seguaci avevano sguainato le bacchette. Severus non aveva scampo. Quattro contro uno… Dovevo aiutarlo. Senza pensarci due volte sfoderai la bacchetta dalla tasca della mia gonna e mi avvicinai al mio compagno di Casa.

 

«Potter. Non credo che affrontare una persona in duello equivalga a circondarla. Sei sleale Potter.»

«Bennett non so affari che ti riguardano. Remus, Peter occupatevi voi di lei. Lasciate Mocciosus a me.»

 

Osservai Remus e Peter puntare le loro bacchette contro di me. Lupin aveva un’espressione delusa, delusa da se stesso, delusa da James che lo obbligava a compiere una scelta. Remus Lupin stava combattendo una lotta interiore.

 

«Rictusempra

 

Puntai la bacchetta contro Peter nella speranza che l’allenamento che avevo fatto fosse sufficiente per disarmarlo. Il mio incantesimo lo colpì in piano petto facendolo cadere nell’acqua bassa del Lago. Non mi ero allenata abbastanza, sentivo che non potevo ancora controllare la potenza di quell’incantesimo. Se non riuscivo a produrre un incantesimo di secondo anno non avevo nessuna speranza di riuscire nell'Incanto Patronus. Mi morsi il labbro inferiore portando lo sguardo vero Lupin che ora mi fissava. Non volevo attaccarlo, lui era diverso.

 

«Remus… posa la bacchetta. Non devi seguire Potter. Non sei il suo cane. Remus hai un cervello, non essere stupido.»

 

Senza dire nulla ripose la bacchetta correndo verso Peter per controllare le sue condizioni. Mi voltai verso Severus, non aveva più la bacchetta che se ne stava adagiata a terra. La Evans era sparita, molto probabilmente era cosa a chiamare qualche professore per porre fine alla disputa. Severus… In lontananza vidi avvicinarsi Lucius e Fran, loro avrebbero potuto aiutarci. Severus però non poteva attendere, avrei affrontato io Potter per guadagnare tempo. Ma che fine aveva fatto Sirius? Un'attimo prima era accanto a James ed ora era sparito nuovamente

 

«Potter! Prenditela con me!»

«Guarda, Mocciosus ha chiamato l’avvocato.»

«Abbassa la bacchetta Potter. Lo dico per il tuo bene.»

 

Schivai il suo incantesimo rotolando di lato ma colpì in pieno Severus che roterò poco lontano privo di sensi. Severus. Corsi al suo fianco preoccupata per le sue condizioni. Questa Potter me l’avrebbe pagata. E cara. Puntai la bacchetta contro James Potter decisa a fargli abbassare la cresta. Il mio incantesimo colpì la gamba di James e lo costrinse a poggiare il ginocchio a terra.

 

«BENNETT!»

 

La voce di Lucius. Lucius era vicino. Mi voltai a guardarlo e non vidi arrivare l’incantesimo. Un forte dolore mi colpì in pieno petto, faticavo a respirare, l’aria non voleva entrare nei polmoni ma questa orribile sensazione non durò a lungo. Potter non era stato, aveva perso la bacchetta allora chi... Persi l’equilibrio e barcollai all’indietro. Fran e Lucius ora stavano correndo nella mia direzione ma faticavo a tenere gli occhi aperti. Tutto iniziò a ruotare e persi completamente il senso dell’orientamento. La testa si fece troppo pesante e la lasciai muoversi a suo piacimento. Urlai. Un forte dolore si stava propagando dietro la mia testa. Dovevo essere entrata a contatto con qualcosa di duro.

 

«Non lasciami… ti prego…»

 

Furono le ultime parole che udì ma alle quali non seppi dare un volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

 

Ed eccoci arrivati alla fine di questo quarto capitolo. Spero non mi vogliate uccidere. Non voglio farvi anticipazioni per il prossimo capitolo ma vi dico fin da subito che sarà diverso dai precedenti.

Voglio ringraziarvi per leggere questa Fan Fiction, voglio ringraziarvi per le recensioni e voglio ringraziarvi per aver messo questa storia tra le preferite e le seguite. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Con affetto

_Chain Of Memories_

 

  
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