Zio Trent non era sposato ed era un grande bevitore, la sera mi lasciava spesso sola e lo sentivo rientrare barcollando ad orari improponibili. Alle volte si dimenticava addirittura della mia esistenza ed ero costretta ad arrivare a scuola a piedi anche con il diluvio universale. Tutto questo serviva solo a ricordarmi quanto fossi sola in quel momento.
Mio padre era morto. Faticavo ancora a crederci. Era stato assassinato e da quanto mi aveva lasciato scritto, da qualcuno che non era umano. Inoltre sosteneva che anche mia madre fosse stata vittima della sua stessa sorte.
Nonostante mi sentissi confusa e persa, io ci credevo, così tutto aveva più senso. Mio padre mi aveva sempre protetta da qualcosa che fino ad allora non capivo. L'unica cosa che potevo fare per ringraziarlo e per onorarlo era andare all'indirizzo che mi aveva lasciato. Se solo fossi riuscita a convincere mio zio a lasciarmi uscire fuori l'orario scolastico.
Scostai le coperte dal letto e mi ci infilai dentro. Prima di addormentarmi pensai a quanto l'anno scorso desideravo compiere sedici anni, così mio padre mi avrebbe fatto iscrivere al corso di pugilato, eravamo così felici.
Ora posso soltanto desiderare di non aver compiuto mai sedici anni e di poter vivere altri quindici anni della mia vita insieme a lui
*spazio autrice*
Ringrazio tutti i lettori che hanno dato uno sguardo alla mia storia, o che l'hanno recensita, mi fa molto piacere sapere cosa ne pensate! Purtroppo fino a martedì non potrò pubblicare altri capitoli perchè sarò fuori città, quindi spero che questa prima presentazione del personaggio di Robin vi basti per qualche giorno ahah
Baci