Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Persefone3    16/07/2015    5 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XII. A Taste of Courtship
 
Hook stava camminando avanti e indietro davanti alla porta della Sala dei Banchetti. Aveva avuto il tempo di tornare nella sua cella per darsi una ripulita. Come Emma aveva previsto, la guardia si dimostrò restia a lasciarlo uscire di nuovo. E proprio per questo gli aveva firmato un permesso speciale che lo autorizzava a lasciare le segrete del castello.
Il pirata era nervoso ed eccitato allo stesso tempo. Qualcosa era scattato tra loro quel pomeriggio, quella complicità mai sopita, quell’intesa perfetta che a volte non aveva neanche bisogno di parole per esprimerla. E poi stava per passare ancora del tempo con lei e questo gli avrebbe permesso di indebolire ulteriormente quei maledetti muri che circondavano Emma. Osservò con attenzione il ciondolo al suo polso: la magia bianca era a metà dell’anello, segno che le cose procedevano per il verso giusto. Improvvisamente, nella penombra, fu urtato da una figura il cui cesto di panni si rovesciò a terra.
 
- Vi chiedo scusa – disse una donna guardandolo in viso.
- Vi siete fatta male? – disse il pirata aiutandola a raccattare i panni – ma … non è un po’ tardi per fare il bucato?
- Siete molto perspicace Capitan Hook.
- Come sai il mio nome?
- Smee mi ha detto chi siete.
- Tu allora sei Ruby.
- In persona. Allora, cosa cercate esattamente?
- Smee mi ha detto che siete dalla parte dei ribelli
- E a voi cosa interessa? Sono voci, non avete nulla per denunciarmi!
- Io non voglio denunciarvi a nessuno.
- E allora cosa volete da me? E voi da che parte state?
- Dalla parte di Emma.
- E allora non posso proprio aiutarvi. Nottingham e Rumple non hanno trovato niente contro di me e non ci riuscirete di certo voi.
 
Come ebbe finito di parlare, Ruby cominciò ad allontanarsi a grandi passi. Hook si slanciò immediatamente per fermarla.
 
- Sto dalla parte di Emma e dalla parte dei ribelli – riprese il pirata – Presto, molto presto mi occorrerà un aiuto per scappare da qui. Conosco qualche passaggio isolato, ma l’esperienza di qualcuno da dentro mi farebbe molto comodo.
- La torre che da sulla spiaggia. Lì c’è una porticina che conduce fuori verso la piazza con la fontana. Superati i fontanoni, il bosco è a pochissimi chilometri. La porta è chiusa a chiave, ma dato che mi reco tutti i giorni a fare il bucato a quelle fonti, si da il caso che ne abbia una copia. Ma ditemi, perché dovrei fidarmi di voi? Come so che non mi tradirete e mi consegnerete alla Dama?
- Perché vogliamo tutte e due far tornare le cose come prima e che questa guerra finisca il prima possibile.
- Almeno su una cosa siamo d’accordo.
- Allora Ruby, abbiamo un accordo? – disse il pirata allungando la mano
 
Nella sua stanza, Emma aveva spalancato l’armadio in cerca di qualcosa da mettere. Aveva approfittato del tempo in cui era rimasta sola per farsi un bagno e profumare la sua pelle con speziati oli essenziali. Aveva spedito Rose a prendere nello studio la sacca con altre mappe stellari e un vecchio sestante che aveva trovato in una delle cantine.
Aveva tirato fuori gran parte dei suoi vestiti dal guardaroba, insoddisfatta di ogni abito che si era poggiata addosso. Improvvisamente sentì forte la necessità di liberarsi di tutti i fronzoli che aveva addosso. La prima cosa che le venne istintiva da fare fu sciogliersi i lunghi capelli biondi.  Cominciò a smontare l’elaborata acconciatura che Rose aveva fatto la mattina e lasciò i capelli liberi di ricadere sulle spalle. Prese una spazzola e cominciò a lisciarli in modo che tornassero vaporosi e morbidi. Mentre era intenta in questa operazione, non poté fare a meno di osservare le sue mani: indossava degli anelli molto vistosi e pesanti. Non aveva bisogno di tutti quei gioielli. Iniziò a sfilarli e a riporli in una delle ciotole che erano sulla sua toletta. Quando alzò nuovamente lo sguardo sulla sua immagine riflessa nello specchio, i suoi occhi indugiarono sugli orecchini: lunghi orecchini che terminavano con verdi smeraldi che si intonavano con il colore dei suoi occhi. Sfilò freneticamente anche quelli e mentre stava per riporli in un’altra ciotola, ne vide due semplici rotondi d’argento. Li prese tra le mani e per un attimo le sembrò di rivivere una vita lontana e fumosa nel tempo di cui però non riusciva a mettere a fuoco i volti. Senza pensarci troppo li indossò e come se una piccola parte di lei si fosse ricongiunta con il suo corpo. E poi fu la volta del vestito. Chiunque fosse entrato in quel momento l’avrebbe presa per pazza, ma Emma non si era mai sentita così lucida come in quel momento. Aprì i lacci del corsetto e lo sfilò lanciandolo lontano da lei: non era adatto per una passeggiata ad osservare le stelle. La sfarzosità del vestito le avrebbe impedito di camminare e muoversi comodamente. No, aveva bisogno di qualcosa di più semplice  ma che allo stesso tempo non la facesse apparire meno bella. Oddio Emma, davvero ti stai preoccupando di questo? Vuoi essere bella … per lui? Ma allora perché ognuno di quei vestiti le dava quella sensazione di inadeguatezza? Eppure erano le sete più preziose della contea …
La donna si ridestò dai suoi pensieri quando sentì Rose chiedere il permesso di entrare. Quando la cameriera sentì accordarsi il permesso ed entrò nella stanza, stentò a riconoscere la sua signora e la confusione che regnava nella stanza.
 
- Altezza, che succede? – chiese chinandosi a raccogliere i vestiti.
- Rose, io … non ho nulla da mettere per …
- Che ne dite del vestito viola?
- La gonna è troppo ampia e ingombrante, ci metterò una vita a fare le scale della torre con quel vestito.
- Allora quello ciclamino.
- Non mi fa sentire abbastanza donna quel colore …
 
Rose capì immediatamente l’irrequietezza della sua padrona, ma era la prima volta che lo riscontrava nella Dama, che invece era sempre stata fredda e distaccata. Forse distrarla un momento le avrebbe fatto riguadagnare quella lucidità necessaria per la scelta.
 
- Vi ho portato quello che mi avevate chiesto – disse la ragazza poggiando la sacca sul tavolo del piccolo salottino che precedeva l’ingresso alla stanza da letto.
- C’è tutto? – chiese Emma e in quel momento Rose ebbe un’idea.
- Sì altezza e ho anche un’altra cosa.
 
Emma uscì dalla stanza da letto per dirigersi verso Rose. La cameriera tirò fuori un o strano pacco.
 
- Me l’ha consegnata Ruby. Mi ha detto che è arrivato un pacco per voi nel pomeriggio. Dato che non volevate essere disturbata lo ha dato a me affinché ve lo consegnassi.
- In effetti aspettavo le stoffe da Maurice.
 
Emma prese il pacco e lo aprì: erano proprio le stoffe che aspettava dal mercante.
 
- Maurice è davvero il migliore – disse Rose.
- Lo potete ben dire. Le sue stoffe sono le migliori della Contea. E queste non fanno eccezione.
 
Emma tirò fuori una stoffa di velluto nero e una di seta rossa. E in quel momento ebbe un’idea. Con la magia fece in modo che da quelle stoffe prendesse forma un vestito.
Quando la nuvola di magia si diradò intorno alla sua figura, ne uscì una Emma completamente diversa. Indossava un vestito a tunica semplice ed elegante: il velluto nero le fasciava il seno e i fianchi in maniera dolce e aggraziata. La stoffa rossa impreziosiva la scollatura tonda ed era ricamata con dei fili d’oro. Lo stesso intreccio di stoffa e fili d’oro era anche parte delle maniche che le fasciava le braccia fino ai gomiti per poi aprirsi lunghe e ampie.
 
- Altezza, vi sta davvero bene questo modello – disse Rose stupita.
- Trovi?
- Assolutamente. Se posso consigliare io terrei i capelli sciolti.
- Sciolti?
- Per evitare fastidi appunterei solo quelli davanti con due pettinini, così – disse Rose facendo accomodare Emma.
 
La cameriera acconciò i lunghi capelli come aveva detto e poi si fermò in cerca di un cenno di assenso da parte di Emma.
 
- Mi piace
- E non coprite il viso altezza, è davvero un peccato tutte le volte che lo fate.
 
Emma stava per ribattere qualcosa quando qualcuno bussò nuovamente alla porta.
 
- Vado io altezza
 
Rose tornò nella stanza con un cesto appena salito dalle cucine. Emma le fece segno che era pronta. Prese un leggero mantello e se lo posò sulle spalle: era davvero pronta per andare.

Nei crepuscolari corridoi che stava attraversando per recarsi al luogo dell’appuntamento, Emma sentiva il suo cuore battere ansioso. Rose era poco dietro di lei con il cesto del cibo mentre la sacca con le mappe e il sestante era sulla sua spalla. Erano quasi giunte a destinazione, quando Emma sentì l’urgenza di rimanere sola. Sola con lui. Non voleva che altri potessero vedere o capire.
 
- Rose, da qui proseguo da sola. Lasciate tutto e non aspettarmi stasera.
- Come desiderate altezza.
 
Emma aspettò che Rose si fosse ritirata prima di proseguire verso il luogo dell’appuntamento. Aveva appena girato l’angolo quando vide Hook in compagnia di un’altra persona, o meglio di una donna. Le loro teste erano così vicine e le loro voci così basse, come se stessero condividendo un segreto. Ancora quella gelosia a stuzzicarle il cuore, quando l’attenzione di quell’uomo non era rivolta verso di lei.
 
- Cosa state facendo? – disse Emma in tono imperioso e non lasciando spazio a dubbio a cosa stesse facendo riferimento.
- Niente – disse Ruby immediatamente
- E anche se fosse? – disse il pirata malizioso.
- Perdonate altezza – disse la ragazza – ho involontariamente fatto cadere il cesto con i panni e Hook mi stava aiutando a raccogliere tutto.
- Vedo che avete finito, quindi ritiratevi immediatamente.
- Certamente
 
Emma seguì con uno sguardo gelido l’uscita di scena di Ruby. E poi rivolse lo stesso guardo ad un divertito Hook. Ma non appena la donna si fece più vicina e la sua figura fu illuminata dal chiarore delle torce del corridoio, Hook sentì una nuova ondata di passione attraversargli il corpo. Era bellissima con i capelli sciolti e con quella semplice veste, molto più sensuale che con qualunque altro elaborato vestito l’avesse vista in tutti quei giorni. Il rosso e il nero si sposavano perfettamente con il colore dei suoi capelli e della sua pelle. Sentì la sua mano fremere dalla voglia di toccarla ancora, affondare le mani nei suoi dorati e morbidi boccoli. Dal canto suo Emma, nel più profondo angolo del suo cuore, gioì nel vedere in lui quella reazione che tanto aveva cercato. E sapeva benissimo che non aveva guardato Ruby come ora stava guardando lei.
 
- Visto che vi vantate sempre di essere un gentiluomo, che ne dite di andare a prendere quelle sacche per poi dirigerci verso la torre che da sul mare?
- Come desiderate – Hook fece un teatrale inchino prima di andare a recuperare le borse.
 
Una volta che le fu di nuovo vicino, si incamminarono verso la torre. Emma camminava davanti facendo strada. Come aprì la porta della torre per accedere alla grande terrazza, una folata di vento improvviso le fece cadere il cappuccio lasciando i suoi capelli liberi di muoversi al vento. E il cuore di Hook ebbe un nuovo tuffo.
 
- Bene – disse Emma sistemandosi una ciocca di capelli nel pettinino in modo che non le desse fastidio – siamo arrivati. Direi che del mantello non ho bisogno.
 
Emma se lo sfilò mostrando la foggia del vestito. E Hook notò immediatamente che, a parte i colori, aveva una veste simile a quella del suo sogno.
 
- Non rimanete lì impalato, vi hanno tagliato la lingua? – chiese Emma dispettosa.
- Assolutamente, altezza.
 
Il pirata la raggiunse al centro della terrazza, lasciando in disparte le sacche. Emma aveva già alzato gli occhi al cielo, impaziente di iniziare la loro lezione.
 
- Allora capitano, da quello che ho letto e se mi sono orientata correttamente quello dovrebbe essere Sirio e …
- Altezza questo è impossibile – disse ridendo
- Sono sicura che quella è Sirio
- Sirio non la potete vedere qui, a meno che non abbiate trasferito la contea nell’altro emisfero
 
Emma guardò Hook indispettita, come una bambina viziata che era stata appena contraddetta. Il pirata lasciò le borse e fece cenno alla donna di seguirlo. Emma obbedì e il capitano scivolò dietro di lei. Lasciò che il braccio con l’uncino cadesse morbido al suo fianco. Emma si irrigidì un momento: non aveva certo dimenticato come fosse il contatto con il suo corpo, ma il suo calore la distraeva e la confondeva. Come se lui avesse capito, con la mano le sfiorò il mento affinché lo alzasse verso il cielo.
 
- Orientarsi vuol dire trovare l’oriente e cioè dove sorge il sole. Ma siccome il sole è già tramontato ed è notte, la cosa migliore da fare è cercare il nord – Hook posò la mano sulla sua vita e continuò a parlarle nell’orecchio – la prima cosa da fare è individuare la Stella Polare, eccola lì altezza – Hook alzò il braccio per mostrare a Emma la stella da guardare – quella indica il nord.
- Tutto interessante fin qui, ma questa è sempre teoria, mi avete detto della pratica …
- Siamo qui ad osservare il cielo dal vivo, più pratica di questo. Ma se ci tenete tanto, ora vi faccio vedere. Con il nord davanti a voi, ora allargate le braccia.
- Cosa?
- Avanti – disse il pirata prendendole le braccia per farle stendere – brava la mia ubbidente allieva. Dunque davanti a voi c’è il nord, dietro il sud, alla vostra destra l’ovest e alla vostra sinistra l’est.
 
Hook fece correre una mano lungo il suo fianco. Quel dannato vestito la rendeva davvero sensuale e invitante. E la sua pelle aveva un inebriante profumo di cannella. Non aveva certo dimenticato quanto fosse stato travolgente il sesso con lei. Sesso, no loro non avevano mai fatto solo semplicemente sesso, ma avevano cercato sempre un qualcosa in più sin dalla prima volta che si erano appartenuti. Il calore della sua pelle e il sapore della sua bocca gli avevano restituito una scintilla di vita in tutta la sua prorompente forza.
 
- Se quella è la Stella Polare allora l’Orsa Maggiore o Grande Carro, dovrebbe essere quella – disse Emma cercando di dominare le emozioni che il contatto tra loro stava facendo esplodere nella sua anima e nel suo corpo
- Il Grande Carro … - ripeté Hook come per strapparsi da quei ricordi
- Giusto?
- Giustissimo altezza e quello è il Piccolo Carro o …
- Orsa Minore.
- Allora qualcosa l’avete letta – disse Hook sorridendo.
 
Erano fermi nelle loro posizioni, i visi vicini e la voglia stava dilagando tra loro. Ed Emma si ritrovò a pensare che era davvero allettante avere gli occhi di un uomo posati in quel modo sul suo corpo e sulla sua anima.
 
- Ho … trovato anche un’altra cosa … - disse Emma fissando le labbra di Hook.
- Riguarda la nostra lezione? – disse maliziosamente il pirata sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Credo di si … è un sestante – disse Emma muovendosi verso le sacche abbandonate.
- Per ora – disse Hook trattenendola per il fianco – limitiamoci alle osservazioni semplici, per il sestante ci sarà tempo.
- Allora ditemi, che costellazioni ci sono stasera?
- Be’ c’è la costellazione del Cigno.
- E dove esattamente?
- Proprio qui, davanti a me.
- Ma se non state neanche guardando il cielo …
- E chi lo dice questo?
 
Emma sentì la stretta sulla sua vita farsi sempre più decisa e intensa. Sì, quell’uomo stava decisamente flirtando con lei e si stava rivelando davvero seducente, tanto che non seguirlo su quella strada si stava rivelando del tutto impossibile. Il fatto che lei fosse la più oscura creatura del regno non sembrava minimamente spaventare l’uomo e le sue inequivocabili intenzioni. Ma lei era davvero pronta a lasciarsi andare? Con la mano iniziò a tormentare la sua collana e Hook capì che quell’insistenza la stava mettendo in imbarazzo e l’ultima cosa che voleva era renderla nervosa e meno propensa alla sua presenza.
 
- Cosa c’è nel cesto altezza? Se posso chiedere ovviamente – disse sorridendo dolcemente
- La nostra cena – rispose Emma, sollevata per il cambio di argomento.
- Immagino che vorrete essere servita
- Sono sempre la sovrana, pirata.
 
Hook la sciolse dalla sua stretta e invitò Emma a seguirlo.
Dentro al cesto c’era ogni ben di Dio di leccornie. Il pirata tirò fuori una tovaglia e la stese a terra.
 
- Spero vi piacciano i pasti al chiar di luna, altezza. Qui tavoli non ne vedo.
- Dovrei chiamarvi Capitan Ovvio, invece di Capitan Hook …
- Mi fareste un grande onore … - disse il pirata canzonandola.
 
Hook dispose tutte le pietanze sulla tovaglia e solo dopo che fu tutto in ordine, si rivolse nuovamente ad Emma porgendole la mano per aiutarla a sedersi.
 
- Se sapevo di questo vostro talento, vi avrei messo al servizio del maggiordomo di Corte
- È un vecchio trucco che ho imparato all’Accademia della Marina. Era così che noi cadetti corteggiavamo le giovani fanciulle …
 
Hook vide chiaramente le guance di Emma infuocarsi, segno che le sue parole avevano fatto centro.
 
- Con questo – aggiunse – non voglio dire che ho l’ardire di aspirare a corteggiare sua altezza ovviamente.
 
Il tono della sua voce stava ovviamente smentendo il significato delle parole che aveva pronunciato. Una volta che Emma si fu accomodata, il pirata si sedette accanto a lei ed iniziarono a mangiare.
 
- Ditemi capitano, - disse Emma mangiando del pollo in gelatina – potevate permettervi dei pasti così sfiziosi con le vostre conquiste?
- Ero ancora un cadetto, non un ufficiale. Ma quando sono entrato nell’élite della marina, ho fatto da cavaliere a molte giovani dame dell’aristocrazia reale. Modestamente sono un ottimo ballerino, nonché diabolicamente affascinante, anche con l’uniforme.
- Noto con piacere che l’ego non vi manca.
- E voi ballate? – chiese Hook mangiando l’ultimo boccone di pane.
- Non ho alcuna intenzione di rispondere a questa domanda – disse Emma stizzita
- Lo scoprirò da me … non temete.
- Credo che ci sia ancora una brocca nella cesta
 
Hook guardò incuriosito nella cesta. In effetti c’era ancora una brocca, due tazze, un sacchetto con qualcosa dentro e una ciotola a forma di conchiglia con della panna dentro.
 
- La cuoca Granny sa perfettamente come mi piace concludere i pasti … avanti, mi avete servito tutto non vorrete fare un’eccezione per la cioccolata calda, spero.
- Non sia mai …
 
Hook tirò fuori le tazze e la brocca: versò il liquido e poi si bloccò: la cioccolata con la cannella, quante volte l’aveva preparata per lei come premura? Innumerevoli meravigliose volte. Emma colse interpretò quel tentennamento come un’incertezza sul da farsi e quindi prese le redini della situazione in mano.
 
- Aspettate, vi faccio vedere come a me piace.
 
Emma versò la cioccolata nelle tazze e poi prese la ciotola con la panna e ne verso un cucchiaio abbondante in ognuna di esse, sotto gli occhi attenti del pirata.
 
- E poi il tocco finale – disse Emma aprendo il sacchetto e lasciando che un dolce aroma di cannella si spandesse nell’aria.
- Certo, la cannella – disse Hook sorridendo
- Come fate a sapere che è cannella?
- Un … tiro fortunato …
- Adoro la cannella
 
Emma portò la tazza alla bocca e cominciò a sorseggiare la cioccolata con calma. Hook la guardava in quello che era sempre stato un gesto che faceva parte della loro quotidianità, del loro stare insieme. E non vedeva l’ora di riavere la sua felicità indietro. Dopo l’ultimo sorso, Emma si ritrovò con un po’ di panna a sul naso e sulla guancia. Si girò verso il capitano che cercò inutilmente di reprimere una risata.
 
- Cosa c’è di tanto divertente?
- Non sto ridendo.
- E invece si, state ridendo di me! come osate?
- Affatto altezza, ma con quella panna sul naso e sulla guancia sembrate proprio una bambina
 
Emma portò subito una mano per coprirsi il viso e cercando di tornare presentabile.
 
- Ditemi dove! Avanti non fate il villano!
 
Hook si fece più vicino e con la mano le pulì il naso e la guancia.
 
- Ecco fatto, siete tornata bella come prima.
 
La mano del pirata indugiò ancora sulla guancia della donna. Ancora una volta i loro visi erano così vicini, troppo vicini per non pregustare il sapore di altre delizie che potevano essere scoperte. Emma non riuscì a nascondere un brivido.
 
- State tremando altezza … avete freddo?
- Io … veramente
- Dove è finito il vostro mantello?
 
Come Hook le pose il mantello sulle spalle, tornò a farsi vicino come prima di quell’interruzione. Ma quando Emma vide il ciondolo al braccio del pirata si sentì attanagliare dai dubbi ancora una volta: poteva davvero fidarsi di quell’uomo? E se quella donna era davvero lontana, perché lui continuava ad essere legato a lei? Voleva avere la sua completa attenzione e non dividerla con nessun’altra, mai.
 
- Credo … che sia ora di rientrare capitano. Fa piuttosto freddo e domani ho delle udienze molto importanti.
 
Hook si scostò leggermente e la guardò negli occhi perplesso, perché questo cambiamento?
 
- Certamente, altezza riprendiamo le cose e torniamo subito indietro.
 
Quando vide Emma fissare il suo ciondolo al polso intuì che la donna si stava facendo un’idea sbagliata su di esso, doveva farle capire che non aveva nulla da temere da esso.
Tornarono indietro in silenzio ma, mentre all’andata Emma camminava davanti, ora erano uno affianco all’altra. Quando giunsero davanti alla porta della stanza di Emma, Hook credette opportuno prendere congedo.
 
- Bene altezza, ora che siete arrivata, posso anche tornare alla mia cella.
- Aspettate, portate dentro le sacche, le farò prendere domani mattina da Rose.
 
Emma fece accomodare Hook nel salotto e indicò il tavolo su cui poggiare le sacche. Tornò ad avvicinarsi a lui e prima che l’uomo potesse tornare alla porta afferrò delicatamente i lembi della sua giacca.
 
- Buona notte … allora
 
Emma si stava alzando sulle punte dei piedi per sfiorare le sue labbra quando qualcuno bussò alla porta.
 
- Altezza! Sono io – disse Nottingham – devo assolutamente parlarvi.
 
E il cuore di Emma fu invaso dal panico in un batter d’occhio.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
Allora eccoci qui, con il nuovo capitolo. Diciamo che questo è il primo capitolo totalmente e smaccatamente CS :D. E il corteggiamento non poteva mancare. Confesso che mi piacerebbe tanto vedere Hook che spiega a Emma un po' di astronomia e navigazione in mare, la trovo una cosa di un romanticismo da picchi diabetici galattici. Ho ritirato fuori il mio vecchio libro di astronomia per cercare di non scrivere castronerie, se così non fosse chiedo scusa in anticipo. La nostra cara Emma si sta sciogliendo come un ghiacciolo anche se ogni tanto qualche dubbio sulla misteriosa fiamma precedente del capitano e il carissimo Nottingham sembrano voer guastare il tutto. Cosa vorrà ora lo sceriffo ... sicuramente ... niente ... di ... buono ... #bastaspoilerplease
Come sempre grazie per le recensioni del capitolo scorso, delle letture e degli inserimenti #sietesemprelamiagioia
Al prossimo aggiornamento
Persefone

P.S: Le foto dal set *.* vogliamo parlarne? appiccicati come due cozze i piccioncini. Sto disagiando perchè vuol dire che lui l'ha trovata ... e ... niente ... non vedo l'ora di vedere la puntata ... 

  
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Persefone3