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Autore: Papillon_    17/07/2015    6 recensioni
"Ti innamoreresti di una persona che non hai mai visto?"
"...penso che certe persone non debbano necessariamente essere viste, per diventare qualcosa di importante nella tua vita."
*
07:58
*avvolge con una copertina e dà bacio sulla fronte*
07:58
Bacio sulla fronte?
07:59
Ehy, i baci sulla fronte sono belli. E' come se volessi dire a qualcuno che lo vuoi tenere al sicuro. Come dire “Sono qui, puoi abituarti a me se ne hai voglia.”
*
20:53
Kurt?
20:54
Sono qui.
20:55
Terrifica anche te gettarti in qualcosa che potresti non riuscire a controllare?
*
Kurt è a New York, Blaine è a Lima. Per uno scherzo del destino si conoscono comunque attraverso i social network e iniziano ad essere qualcosa, e ben presto quel qualcosa diventa molto più concreto di una semplice amicizia virtuale.
Dedicato a tutti coloro che hanno trovato delle persone veramente speciali on-line, che sono inevitabilmente diventate qualcosa di più.
[SMS + Description]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8



Chiamata in arrivo da: Blaine

 

<< Ehy! Scusa se non ti ho risposto subito prima, è solo che ero in biblioteca e ho avuto dei problemi...mi dispiace tanto. Nei messaggi dicevi che era urgente. >>

<< Ciao, piccolo. N-non ti preoccupare, n-non c'è problema. >>

<< Tesoro? V-va...va tutto bene? Stai piangendo? Ti trema la voce. È successo qualcosa? Devi dirmelo, Blaine... >>

<< N-no, sto bene. V-va tutto bene, è solo- l'emozione, credo. >>

<< Blaine, cosa...cosa c'è? Mi stai spaventando. >>

<< Credo che tu debba sederti, piccolo. >>

<< Okay, sono ufficialmente terrificato. >>

<< Tu siediti, cerca di fidarti di me. >>

<< Sono seduto, Blaine. Uhm, è una piccola piazza vicino all'Università, credo di piacerebbe vederla. È piena di piccioni. >>

<< Beh, potrebbe essere uno dei posti in cui mi porterai quando verrò lì. >>

<< Beh, certo Blaine. Sarà di sicuro uno dei primi posti in cui ti porterò quando, sì, uhm...quando verrai. Che spero avvenga al più presto possibile. >>

<< … >>

<< B-Blaine? >>

<< Kurt. >>

<< ...Blaine? >>

<< Kurt. >>

<< M-mi stai spaventando, per l'amor del cielo! >>

<< Sarò a New York la settimana prossima, Kurt. >>

<< … >>

<< M-mia madre ha un viaggio di lavoro, e mi ha chiesto di accompagnarla perché sa che tu abiti lì. S-sette giorni, Kurt. Sette giorni e ti vedrò. Ti vedrò veramente. >>

<< ...T-ti prego Blaine, dimmi che non stai scherzando. Potrei morire se scoprissi che stai scherzando, ti prego- >>

<< N-non scherzo, piccolo. Ci vedremo davvero. >>

<< M-mio dio. Oh mio dio- Blaine, verrai qui. Verrai qui- oh mio dio- >>

<< Shhh, ehy, shhh. Kurt non- ehy, va tutto bene. Ora capisci perché ero così emozionato. >>

<< M-mi sembra di morire. >>

<< Non ti azzardare. Devo vederti almeno una volta. >>

<< Dio. S-sette giorni, Blaine. Sette giorni non sono niente. >>

<< Non sono niente. >>

<< Quanto starai? >>

<< Due giorni, sabato e domenica. >>

<< ...oh. Dio Blaine, è tutto troppo. E' una notizia troppo bella da condividere da solo- vorrei così tanto essere vicino a te in questo momento. >>

<< Resisti sette giorni. Sette giorni e non...non ti lascerò andare mai più. Ti stringerò così forte da- da farti dimenticare tutte le volte in cui le mie braccia non hanno potuto esserci, promesso. >>

<< Sto già facendo il conto alla rovescia. N-non posso crederci, Blaine. >>

<< Nemmeno io. T-ti vedrò. >>

<< ...ti amo, lo sai Blaine? Ti sto amando tantissimo in questo momento, n-non penso nemmeno di riuscire a contenerlo. >>

<< Ti amo anche io, Kurt. Più di ogni altra cosa al mondo. >>

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Kurt

21:33

Meno sette, Blaine.

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Blaine

07:35

Meno sei, Kurt.

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Kurt

08:20

Meno cinque, Blaine.

Cinque giorni non sono niente.

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Blaine

09:01

Meno quattro.

Cosa dovrei dirti quando ti vedrò?

 

09:02

Non devi dire nulla di costruito, Blaine.

Lascia che sia il tuo cuore a parlare.

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Kurt

07:55

Meno tre.

Come mi devo vestire? Voglio stupirti, ma nemmeno darti un'idea sbagliata di me.

 

07:56

Qualsiasi cosa metterai andrà benissimo, piccolo. Non credo che i tuoi vestiti saranno la prima cosa che noterò quando ti stringerò forte.

 

07:57

Lo prendo come un invito a presentarmi nudo.

 

07:58

...se proprio insisti...

 

07:59

Giù le mani, Anderson.

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Blaine

09:21

Meno due, Kurt.

Io non so se ce la faccio.

 

09:22

Nemmeno io.

 

09:23

Aspetto questo momento da una vita, Kurt.

 

09:24

E allora viviamolo, che ne dici?

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Kurt

09:56

Domani.

D o m a n i.

Blaine, meno uno. È domani, finalmente. Domani ti vedrò.

Riesci a crederci?

 

09:57

Ti giuro che ci riesco, soprattutto dal momento in cui mi sono seduto sulla valigia per chiuderla. ;)

 

09:58

Stai qui due giorni, Blaine!

 

09:59

Chi ti dice che non voglia rimanere lì per sempre?

 

10:01

...io ti terrei qui per sempre se tu lo volessi, Blaine.

 

10:02

Il mio cuore è già lì. Lo sto raggiungendo.

 

10:03

Lo custodirò fino al tuo arrivo, promesso.

 

***

 

Blaine è così agitato sul sedile dell'areo che sua mamma gli lancia un'occhiataccia ogni cinque minuti.

“Tesoro, calmati.”, gli dice poco dopo che l'auto-parlante ha annunciato l'atterraggio. “Stai facendo preoccupare le assistenti di volo.”

Blaine sbuffa. “Prova a metterti nei miei panni, mamma.”, borbotta Blaine, guardando fuori dalla finestra. New York è bellissima già quel poco che può vedere.

“E' davvero importante questo ragazzo per te.”, sussurra sua madre, e non è una domanda. Blaine annuisce.

“Ciò che ho di più importante nella mia vita.”, ammette Blaine, giocherellando con le proprie dita. “So che è difficile da capire, ma posso giurarti che dentro di me è tutto chiaro. E lui- sembra costruito per sapere sempre come farmi stare meglio. Mi capisce, è simile a me, ogni volta cancella tutto il buio che ho dentro.”

Sua madre gli mette una mano sul ginocchio che ha più vicino.

“Sta' con lui oggi pomeriggio e stasera, okay? Non pensare a me. Trovate un bel posticino in cui cenare.”

“Ma mamma, non voglio lasciarti sola-”

“Blaine.”, lo interrompe sua mamma, sorridendogli appena. “Occupati della tua felicità, una volta tanto nella tua vita.”

 

***

 

Messaggio in arrivo da: Blaine

12:01

Atterrato!

 

12:02

Okay, io sto raggiungendo proprio adesso l'indirizzo che mi hai indicato! Penso proprio che tua madre abbia scelto un bell'albergo ;)

 

12:03

Mia madre ha buon gusto.

 

12:04

A differenza di qualcun altro...

 

12:05

Ehy! Non puoi offendermi cinque minuti prima di vedermi per la prima volta!

 

12:06

Scusami, sono stato inappropriato. E' che sono nervoso, Blaine, non posso crederci che presto sarai qui e che ti vedrò. Mi sembra uno di quei sogni bellissimi in cui tutto quello che hai sempre desiderato si avvera. E sai qual'è la cosa più brutta di quei sogni?

 

12:07

Quale?

 

12:07

Che quando ti svegli sparisce ogni cosa.

 

12:08

...allora non pensiamo al risveglio, Kurt.

 

12:09

Ci sto provando con tutte le mie forze.

 

12:10

...sei davvero carino con quel gilet grigio chiaro.

 

12:11

Blaine?

 

12:12

Voltati.

 

12:13

...mio dio, Blaine, se è uno scherzo-

 

12:14

Oh.

Eccoti qui, ti sto aspettando da una vita.

 

***

 

Kurt lo riconosce immediatamente.

Non ha bisogno di pensarci sopra, o di cercare di ricordare com'era in foto – semplicemente, quando si volta e mette giù il telefono, dall'altra parte della strada, mentre cammina sul marciapiede con un casco di ricci neri, Kurt riconosce Blaine. Ed è strano, perché dovrebbe avere la sensazione di vederlo per la prima volta. Invece è esattamente come se lo stesse ricordando – da vite passate, da tempi lontani. Nemmeno lo sa, e ha paura, ma al contempo sa che è tutto ciò che stava aspettando.

Sono separati solo da una piccola strada, ora.

Blaine lascia scivolare il cellulare nella tasca e gli sorride – oh, ha un sorriso piccolo, appena accennato, le labbra rosee e le guance arrossate per il vento di Gennaio, ed è davvero uno dei ragazzi più belli che Kurt abbia mai visto. Così bello che gli fa male a livello fisico.

Passa il tempo di un respiro, Kurt non ha nemmeno il tempo di dire nulla, in verità. E poi vede Blaine che comincia a correre – come se fosse disperato, come se fosse alla ricerca della sua unica ragione di vita, passando attraverso le macchine e fregandosene del semaforo rosso che impedisce a tutti gli altri di passare.

Kurt di nuovo, non ha il tempo di dire niente. Solo un secondo per riconoscere il colore degli occhi di Blaine – che in realtà sono mille colori mischiati insieme – e poi, magicamente, si trova stretto tra le sue braccia.

Ed è come esplodere.

Come un ordigno escogitato non per uccidere, ma per riportarlo in vita.

Blaine lo travolge, preme i loro corpi insieme, facendosi piccolo piccolo contro di lui ma al contempo inglobandolo e permettendogli di farsi inglobare.

Kurt si lascia andare – e sospira di gioia, finalmente gli sembra di poter respirare.

“B-Blaine.”, sussurra appena, mentre con una mano cerca i suoi capelli e l'altra si poggia sulle sue spalle, per tenerlo vicino. “Sei qui, Blaine-”

“Sono qui.”, dice senza esitazione lui, stringendolo appena più forte. “Sono qui, sono proprio qui, non è un sogno.”, borbotta, immergendo la testa nella sua spalla. “Ti prego dimmi che non sto sognando, dimmi che è reale, che sei reale-”

“Siamo reali, Blaine.”, ridacchia Kurt, mordendosi poi il labbro inferiore. “Siamo molto più che reali.”, ride ancora, imparando a memoria la consistenza dei capelli di Blaine, la corposità dei suoi ricci. “E dei- come ti salta in mente di passare col rosso?”

“Non mi importava un granchè del rosso.”, sussurra Blaine, senza spostarsi minimamente dalle sue braccia. “Ho visto te. Un semaforo rosso non può di certo fermarmi.”

“Siamo a New York, Blaine. Avrebbero potuto investirti.”, mormora Kurt. Blaine alza gli occhi al cielo.

“Ehy, sono appena arrivato e già cerchi di proteggermi?”, lo punzecchia poi.

“Tu mi fai già preoccupare!”, si lamenta Kurt, sorridendo appena. Non ha davvero alcuna intenzione di interrompere l'abbraccio. Sembrano due persone che non si vedono da una vita intera, ed è ironico pensare che invece sia in assoluto la prima volta che conoscono la consistenza dei loro corpi. Ma di nuovo, è come se si stessero ricordando l'uno dell'altro, come se questo sia in realtà ben scritto nel loro sangue, senza possibilità di scelta.

Non hanno idea di cosa accada poi. O per lo meno sì, ce l'hanno, aspettano quel motivo da una vita quindi hanno avuto il tempo di pensarci, ma non avevano ancora fatto i conti con la vicinanza, il calore dei loro corpi pressati insieme, la vertigine pura che tutto questa regala loro – e a conti fatti, non si accorgono nemmeno di avvicinarsi l'uno all'altro, ma lo fanno, i loro respiri caldi che si mescolano e le palpebre che cedono piano, lentamente. E stanno davvero per baciarsi in una strada di New York – fregandosene del mondo, di tutte le persone che li circondano, di ogni cosa.

È a un soffio dalle labbra di Kurt che Blaine riapre gli occhi e si morde il labbro inferiore.

“A-aspetta.”, sussurra piano, per poi sorridere in modo dolce. “I-io credo di non volere che accada così.”, ammette, sbattendo più volte le palpebre. “V-voglio dire, è tutto- meraviglioso, mille volte meglio di come avessi immaginato e lo voglio, dei, lo voglio così tanto- ma con calma. Credo di voler farlo- con calma.”

Kurt vorrebbe piangere, per come Blaine è riuscito a capire tutto senza che lui dicesse niente. Non hanno nemmeno avuto bisogno di parlarsi prima per capire cosa volessero.

Kurt così alla fine cede, e appoggia la fronte a quella di Blaine. “Credo che tu abbia ragione.”, sussurra appena, accarezzandogli la guancia con calma. Vede Blaine chiudere gli occhi e sussultare – e imprime quel gesto sulla retina, perché vuole immagazzinare ogni piccola cosa che differenzia Blaine dalle altre persone. Lo prende per mano, poi, e nessuno ha da dire niente di quel gesto.

“Coraggio.”, dice poi, sorridendo radiosamente. “Ti porto a vedere la città.”

 

***

 

Blaine non è come aveva immaginato.

È di più.

E in un primo momento questo spaventa Kurt così tanto che a volte si ritrova il cuore nella gola e avrebbe voglia di chiudersi in uno stanzino e piangere finchè non ha fiato in corpo – oppure ridere, ridere di gioia perché finalmente la sua vita ha un senso. E un nome che comincia con la B e ha un suono bellissimo.

Nel primo pomeriggio si siedono in un angolo di Times square, Blaine che tira fuori dallo zainetto dei panini e comincia a mangiarli con foga – e Kurt non può fare a meno di guardarlo con apprensione, come se stessero insieme da sempre.

“Ne v-fff-uoi un p-ff-o'?”, chiede Blaine a un certo punto. Kurt scoppia a ridere.

“Tesoro, te l'hanno mai detto che non si parla con la bocca piena?”

Le guance di Blaine si imporporano e poi deglutisce un enorme boccone. “No.”, sussurra appena, guardandolo da sotto quelle lunghissime ciglia lunghe. “Perchè sono un bambino.”, dice con voce piccola piccola, probabilmente per imitare quella di un bambino.

“Blaine.”, sussurra giocosamente Kurt, prima di sporgersi e pulire con un tovagliolo l'angolo della bocca di Blaine, sporco di salsa. “Sei semplicemente adorabile, lo sai? Lo eri attraverso uno schermo, ma adesso lo sei infinitamente di più.”

Blaine rimane incantato a guardare il gesto di Kurt, poi si morde le labbra.

“Tu sei stupendo.”, soffia poi, la voce che trema di emozione. Kurt sussulta. “L-lo sapevo già dalla foto, e probabilmente non avevo bisogno nemmeno di quella per saperlo. Hai due occhi- voglio dire, sì, tutti hanno due occhi, aspetta- sono...sembrano infinito. Quando li guardo mi ricordano il tempo. Non chiedermi perché, Kurt- so solo che sono meravigliosi. Credo di essere il ragazzo più fortunato del mondo ogni volta che i tuoi occhi si posano su di me.”

Kurt senza dire nulla dopo, si sporge e lo bacia su una guancia. È veloce, e piccolo, e molto dolce, e Blaine sa che ricorderà quel piccolo tocco per sempre. Si guardano intensamente dopo, ma sanno entrambi che non è ancora il momento.

“Uhm- vieni con me.”, sussurra appena Kurt, alzandosi in piedi e allungando una mano verso di lui. “Ci sono ancora tanti posti che voglio farti vedere.”

 

Blaine deve quasi piegarsi per poter osservare tutto L'Empire State Building – è tipo la cosa più enorme e alta che abbia mai visto, e a Lima è abituato alle casette e ai caffè sparsi di qua e di là, quindi tutto quello è un mondo più che nuovo per lui. Deve avere un'espressione a dir poco concentrata, perché poi Kurt lo bacia di nuovo sulla guancia quando comincia a blaterare cose senza senso.

Central Park è mille volte più grande di quanto si fosse mai aspettato – ci sono piccole vie ovunque che portano all'interno dei giardini e fiori sempre nuovi e sempre diversi, coppiette che si tengono per mano – e Blaine non dovrebbe dare così importanza a un gesto, ma anche lui e Kurt non si sono mai lasciati andare la mano.

Davanti alla statua della libertà ci sono tantissimi turisti e Kurt e Blaine riescono a farsi una foto solo da lontano, in cui Blaine tocca la statua per finta con la punta delle dita e Kurt ridacchia. Contemplano la foto per un tempo che sembra infinito – e sanno che fra un paio di giorni è solo quello ciò che avranno, dei semplici ricordi e niente di più.

Ma non ci vogliono pensare, per adesso. Ma è come se entrambi sapessero che però per un istante ci hanno pensato, ed è per questo che dopo che Blaine ha riposto la foto Kurt lo stringe fortissimo. E vorrebbe davvero non lasciarlo andare mai più, tenerlo con sé per sempre e anche oltre perché è la cosa più preziosa dell'universo – ma sa di non potere.

 

***

 

Nel pomeriggio camminano per il Museo dell'arte moderna, uno accanto all'altro mentre osservano con attenzione ogni piccola cosa capiti loro all'occhio. Blaine di tanto in tanto gli fa delle domande e riceve molte occhiatacce dalla loro guida, per la quale evidentemente il silenzio è sacro.

“Che noia.”, sussurra Blaine a quel punto, avvicinandosi a un orecchio di Kurt e facendolo ridacchiare. “Siete tutti così rigorosi, qui.”

“Quella guida non è tutti, Blaine.”, borbotta Kurt. “E' solo lei che è noiosa e antipatica.”

“Puoi dirlo forte.”, gracchia Blaine, prima di allungare il dito verso un qualche tipo di statua su cui c'è scritto a caratteri cubitali - Non toccare.

“Blaine, c'è scritto non toccare.”, sibila Kurt, lanciando occhiate preoccupate verso la loro guida.

“Sì, beh, lo scrivono ovunque. Di solito però non succede niente anche se tocchi-”

“Lei, laggiù, con il casco di ricci neri!” grida la loro guida, puntando loro un dito contro. “Sei cieco hobbit da giardino, o hai semplicemente bisogno di una strigliata dal direttore del museo?”, continua, mentre si avvicina con passo pesante. Blaine e Kurt deglutiscono all'unisono, e la presa delle loro mani insieme si rafforza.

“Blaine, corri.”, sussurra Kurt, prima di spostarsi e cominciare a camminare all'indietro. “Forza Blaine, più veloce!”

Blaine non dovrebbe ridere, e non dovrebbe ridere nemmeno Kurt. Forse non dovrebbero nemmeno correre nei corridoi di uno dei musei più famosi del mondo mano nella mano, continuando a voltarsi per assicurarsi di non essere inseguiti da nessuno, ma lo fanno. Lo fanno fino a trovare un piccolo angolino buio in cui si fermano, Blaine che appoggia le spalle contro il muro e Kurt che si ferma di fronte a lui, entrambi con il fiato corto e un meraviglioso sorriso sul volto che sparisce nel momento in cui si rendono conto della vicinanza, e di quanto esattamente si desiderano – così nuovamente, avvicinano i loro volti e chiudono gli occhi, ma questa volta è Kurt a spostarsi.

Non è ancora il momento, e lo sanno entrambi.

 

***

 

Verso sera, Kurt accompagna Blaine in albergo e lo lascia con un tenero bacio sulla guancia, prima di dargli appuntamento per vedersi un paio di ore più tardi nello stesso posto. Andranno a cena in un ristorante italiano vicino al centro, e Blaine non può fare a meno di sorridere come uno stupido quando arriva in camera e trova sua madre con l'accappatoio addosso, intenta a scegliere il vestito per quella sera.

Blaine si getta sul letto con entrambe le mani tra i capelli.

“Uhm, qualcuno si è divertito.”, lo prende in giro, facendogli l'occhiolino. Blaine sente le proprie guance diventare rosse.

“Mamma, non cominciare, okay?”

“Sono solo curiosa.”, borbottò lei innocentemente. “Allora, ti piace New York?”

“Da impazzire.”, sussurra Blaine, ma non è sicuro che stia parlando della città.

“Kurt ti ha fatto vedere tanti bei posti?”

“Mhh mhh.”

“Ti ha baciato?”

Mamma!”, esplode Blaine mettendosi a sedere. “La vuoi- la vuoi smettere? Scegli il vestito e vai- vai dove devi andare.”

La risata di Pam è così bella e spensierata che Blaine vorrebbe piangere. “Sei bellissimo tesoro, anche quando fai così.”, borbotta, prima di fargli vedere due vestiti. “Rosso o blu?”

Blaine ci pensa per un attimo. “Blu.”

“Grande.”, acconsente lei. “E oh- ho pensato che anche tu avessi bisogno di qualcosa per stasera.”, dice poi, facendogli l'occhiolino. “Prova a guardare dentro quest'armadio.”, bisbiglia, prima di chiudersi in bagno.

Blaine si alza con cautela e apre l'armadio con altrettanta calma.

E oh, per quanto a volte sua madre sia bizzarra ed invadente, questi sono i momenti in cui la ama di più.

 

***

 

Blaine aspetta Kurt con la giacca accartocciata sull'avambraccio, la schiena appoggiata alla parete dell'albergo vicino alla targa con il nome. Lo vede da lontano che arriva con un taxi, e continua ad osservarlo mentre chiede all'autista di aspettarli. Kurt tiene la testa bassa per tutto il tempo, camminando velocemente, e alza lo sguardo solo dopo aver percorso i quattro scalini che anticipano l'entrata.

Quando si trova Blaine di fronte la sua bocca forma una piccola “o”.

“Ciao.”, lo saluta Blaine, mordicchiandosi il labbro inferiore. Il suo cuore batte come mille cuori. Kurt è semplicemente meraviglioso ed eccentrico, ed è proprio così che l'ha conosciuto e che vuole continuare a vederlo. Il suo completo è un miscuglio di tinte scure, tra il blu e il grigio – la camicia sul davanti è aperta per lasciar intravedere della pelle, e sul collo porta un bellissimo foulard di seta di blu, che richiama vagamente il colore dei suoi occhi quella notte. “Sei davvero bellissimo.”

Kurt deglutisce, ma non dice nulla. Blaine aggrotta la fronte.

“Stai bene? Non sono vestito in modo appropriato? Se mi dai cinque minuti mi cambio, te lo giuro-”

“Non ti azzardare.”, soffia Kurt, avvicinandosi a lui. “Blaine tu- tu mi togli il fiato.”, sussurra poi, azzardando un sorriso nella parte finale della frase.

Non ha niente di speciale, in realtà. E' un completo nero che sua madre gli ha regalato per le occasioni speciali e sotto una camicia bianca che si chiude sul collo con un papillon – che Blaine ha voluto mettere nero, per essere classico e per impressionare Kurt. Ha domato i ricci con un po' di gel – ma per il resto è sempre Blaine.

Kurt si china per lasciargli un bacio sul sopracciglio – Blaine sa di essere diventato rosso a quel punto, ma non può farci proprio nulla. Sorride appena, e poi vede Kurt allungare una mano verso di lui.

“Vogliamo andare?”

 

Il ristorante che Kurt ha scelto è – sublime, e di sicuro costerà una fortuna, ma per l'unica sera che è concesso loro passare insieme Blaine non può fare a meno di pensare che se lo meritino. Viene riservato loro un tavolo piccolo e appartato, in cui possono tenersi per mano ogni volta che vogliono e guardarsi senza aver paura di niente e di nessuno.

(“Credo che New York sia il posto in cui vorrò vivere per sempre. Quando penso che sono scappato da Lima non mi sento più male, perché so che in un certo senso questo è tutto ciò che volevo fare, sai. Arrivare qui, essere qualcuno. Se tornassi indietro mille volte, mille volte questa sarebbe la scelta che prenderei.”)

È ridicolo il modo in cui cercano di fare i grandi, ordinando champagne e ridendo per come le bollicine poi stuzzichino i loro palati – Kurt poi mangia solo cose sane, mentre Blaine si abbuffa quasi come se nei giorni successivi non dovesse mangiare più.

(“Mi manca mia madre. Più spesso di quanto ammetta o faccia sapere agli altri, ma mi manca. Però sono certo che se fosse qui mi direbbe che sto facendo la cosa giusta. E mi direbbe di continuare ad essere la persona che sono stato fino ad ora.”)

La cosa che Blaine apprezza di più è il dolce – vorrebbe quasi piangere quando ne assaggia una forchettata, il cioccolato fuso che si scioglie in bocca mischiato alla granella di nocciola.

(“Anche a me manca mio padre. Forse non dovrebbe, insomma, ci ha abbandonati, ma - era pur sempre qualcuno a cui facevo riferimento. È stato strano dover sempre spiegare agli altri bambini perché mio padre non c'era quasi mai. E sai, a volte sanno essere- un po' spietati.”)

Terminano tutto con il caffè, ma si rendono conto entrambi che non hanno alcuna intenzione di alzarsi da quel tavolo.

“Hai mai pensato al significato del destino, Blaine?”

Blaine scrolla le spalle. “Spesso. Perchè?”

“Non so, guarda noi due.”, sussurra Kurt, giocherellando con il vetro del bicchiere di champagne. “Probabilmente in qualche universo parallelo non ci saremmo dovuti conoscere, perché eravamo separati da moltissimi chilometri. Però lo abbiamo fatto lo stesso, ci siamo conosciuti lo stesso. E non lo so, per me questo è chiaramente un segno del destino.”

Blaine si mordicchia il labbro inferiore sorridendo appena - spera vivamente che le sue guance arrossate non si vedano. Poi cerca gli occhi di Kurt, e si chiede se smetterà mai di chiedersi di che colore sono.

"È bello qui.", sussurra Kurt, alzando la testa per indicare l'enorme quantità di lucine che c'è sopra la loro testa. Blaine ridacchia.

"Già, sembra una distesa di stelle.", mormora di rimando. Poi allunga una mano senza pensarci, toccando le dita di Kurt e muovendole in modo da intrecciarle con delicatezza. "Difficile concentrarsi sulle stelle quando hai di fronte qualcuno come te.", sussurra Blaine dopo un po', e Kurt vorrebbe quasi piangere. Abbassa lo sguardo.

"M-ma sei almeno reale, Blaine?"

Blaine gli rivolge un cipiglio interrogativo.

"Ho paura che tu possa svanire da un momento all'altro.", ammette Kurt, la voce flebile. "Ho aspettato così tanto questo momento- e adesso che ti ho qui mi sembra tutto talmente bello da non poter essere reale."

"Ma lo è. Siamo reali.", mormora Blaine, stringendo più forte la sua mano. "Anche se è spaventoso e lo so però- adesso siamo qui, e non voglio perdermi niente. Così quando andrò via sarò talmente reale che ti basterà aggrapparti al mio ricordo."

Kurt vorrebbe tanto dire a Blaine che il suo ricordo non gli basta, non gli basterà per niente, ma non riesce a dire nulla perché gli occhi di Blaine sono enormi e pieni di luci e tutto troppo - così smette di pensare, o per lo meno ci prova.

 

Quando escono dal ristorante Blaine lo prende per mano senza chiedergli il permesso e Kurt - Kurt sussulta appena e stringe quelle dita tra le sue pensando a quanto esattamente è stato fortunato a trovare quel ragazzo. Si crogiola in quella stretta e sorride sentendosi giovane e stupido e quasi immortale, perché non ci crede che una sensazione così bella potrà mai abbandonarlo. Arrivano al porto, di fronte alla Statua della Libertà, che di notte è illuminata da tante piccole luci - e a differenza di quel mattino, non c'è praticamente nessuno a fare foto intorno a loro. Kurt e Blaine sono soli, in mezzo a un mondo fatto di sogni e stelle e paure - e proprio per quel motivo a un certo punto Kurt si rannicchia contro il petto di Blaine e nasconde la testa nell'incavo del suo collo, respirando la sua pelle e sentendone la consistenza. Blaine non dice niente, si limita ad accarezzargli la schiena in piccole linee e immergere la punta del naso nei suoi capelli.

"Mi sembra di conoscerti da sempre.", sussurra Kurt. "Il tempo perde consistenza con te."

Blaine lo stringe un po' più forte, prima di separarsi da lui di poco, giusto per guardarlo negli occhi.

"Mi sento invincibile.", soffia Kurt vicino alle sue labbra, gli occhi che brillano di un profondo blu. "Tu mi rendi invincibile, Blaine. Come se nessuno potesse toccarmi per la prima volta in una vita intera."

Blaine quasi trema dopo aver sentito quelle parole. Alza le mani per posarle sulle guance di Kurt, toccando con la punta del pollice i suoi zigomi.

Non hanno bisogno di parlare. È sempre stato così fra di loro, è come un flusso di cose non dette continue, tanto sanno già cosa aspettarsi, perché è come se l'altro facesse parte di loro. Così si sorridono appena, e capiscono che non c'è bisogno di aspettare, che quello è il momento giusto.

Si avvicinano all'unisono e chiudono gli occhi nel medesimo istante – è un attimo, e Kurt e Blaine si stanno baciando. Piano, lentamente, c'è un pezzetto di labbro inferiore spostato e i nasi che si scontrano appena eppure è perfetto, più di quanto potessero immaginare, più di quanto potessero volere – e il tempo passa e loro prendono coraggio e muovono le labbra con più decisione, Kurt si aggrappa a con una mano ai capelli di Blaine, inglobando tra le dita i suoi ricci e sperando che quel momento possa non avere fine.

Si baciano fino a perdere fiato. L'ossigeno a volte è un elemento decisamente sopravvalutato, si dice Kurt, perché non si ha decisamente bisogno solo di quello per vivere. Ha bisogno delle mani di Blaine, dei suoi ricci, delle sue parole, dei suoi occhi verdi chiaro, della notte che li avvolge e fa credere loro che siano senza fine – ha bisogno di averlo vicino, perché solo quando lo ha vicino vive.

“Baciami forte.”, sussurra Blaine vicino alle sue labbra, in un tono roco e dolce che fa contorcere qualcosa nello stomaco di Kurt. “Così forte che non potrai dimenticarlo.”, soffia, poi gli da un altro bacio. E un altro ancora. “Non-”, bacio, “smettere-”, altro bacio, “di baciarmi, Kurt.”, mormora, tenendolo stretto tra le sue braccia e facendo sì che si dimentichino del tempo, del mondo che li circonda e di ogni piccola cosa.

Per un attimo dimenticano anche che presto Blaine andrà via. Per un attimo, ci sono solo loro al cospetto di New York, le labbra che sanno del sapore dell'altro, e la certezza che tutto quello è un infinito personale.

 

Kurt lo accompagna all'albergo, i loro corpi vicinissimi e le dita intrecciate, ma non solo per il freddo. Ridono e scherzano con un'euforia nelle vene che sa da Ce l'abbiamo fatta, e non smettono di baciarsi per il tempo che è loro concesso.

Kurt lo bacia anche prima di lasciarlo andare per la notte. Gli posa un singolo bacio sulla fronte, poi.

“I baci sulla fronte sono belli.”, cita, ridacchiando un po'. “Perchè quando li dai è come dire all'altro: ehy, sono proprio qui, puoi abituarti a me se ne hai voglia.”

Blaine si alza sulle punte e lo bacia forte ma veloce, come se quel momento fosse per sempre, e non solo un momento, una manciata di secondi.

“Ti auguro una buona notte.”, gli sussurra. Kurt gli accarezza i ricci con una calma che non credeva di poter avere.

“Buonanotte anche a te, dolce Blaine.”, soffia Kurt di rimando, le labbra vicine alle sue.

Un angolino delle labbra di Blaine si alza verso l'alto. “Ti amo, Kurt.”, dice, questa volta usa un tono di voce normale, sicuro e sincero. “Più di ogni altra cosa al mondo.”

“Ti amo anch'io.”, dice immediatamente dopo Kurt, mordicchiandosi il labbro inferiore. “Più di ogni altra cosa al mondo.”

Non sanno come fanno a lasciarsi per la notte, ma lo fanno. Dopo tanti piccoli baci e tante promesse, Kurt vede Blaine andare via e scomparire nell'albergo, e rimane ancora un po' a osservare il punto in cui è sparito, augurandosi con tutto sé stesso che quello non sia un sogno.

Il cuore è giù un po' più pesante.

 

***

 

Blaine ha creduto che sua madre potesse arrabbiarsi per l'orario che ha fatto la notte prima. Ma niente di niente, sua madre sembra più raggiante di lui. E anzi, il mattino dopo lo butta letteralmente fuori dalla stanza d'albergo, dicendogli che dovrebbe fare colazione con Kurt, e gli ricorda che partiranno verso tardo pomeriggio per tornare a casa.

Già, casa.

Blaine non sa nemmeno quale sia la sua casa, adesso.

Kurt lo porta da Tiffany. E sarebbe una cosa banalissima fatta da chiunque, davvero, ma non per Blaine, perché Kurt sa perfettamente quanto lui ami quel film e quanto abbia sognato quel momento per tutta la vita. Si appoggiano al negozio con un caffè lungo in mano e osservano i passanti con aria sognante, e Blaine a un certo punto si sporge, le labbra ancora bagnate di caffè, e ruba a Kurt un bacio intenso.

“Verrò qui dopo il mio diploma.”, gli dice praticamente sulle labbra, un sorriso piccolo sul volto. “Io mi lascerò tutto quel- quel disastro alle spalle, e verrò qui. Dove ci sei tu. Ho deciso.”

Gli occhi di Kurt praticamente brillano – e non può fare altro che sorridere, per nascondere il fatto che abbia voglia di piangere.

“N-non farlo per me, Blaine. Okay? Non potrei mai permettere che tu decidessi di venire qui solo per me.”

Blaine gli sorride. “Non vengo per te. Vengo qui per me.”, gli dice immediatamente dopo. “Perchè non posso sopportare di stare lontano dalla persona che amo.”

 

L'appartamento di Kurt è – adorabile.

Piccolo, certo, e si vede che è abitato da persone giovani. Ci sono vestiti sparpagliati ovunque e cd di musica e lucine che danno indizi chiari di artisti e persone a cui piace la moda. Blaine si guarda in giro e tocca tutto ciò che può toccare, mentre Kurt lo osserva dal salotto con le braccia incrociate.

Se pensa che fra qualche mese anche quella potrebbe essere casa sua, si sente mancare il fiato.

Blaine sbircia fuori dalla finestra scostando le tende, rendendosi conto che da quell'appartamento si vede parte della città, e pensa che non sia così male come tutti lo hanno descritto. Quando si volta verso Kurt, lui lo sta guardando, il labbro inferiore intrappolato tra i denti.

“Rachel non c'è.”, gli dice con voce flebile. Sembra quasi teso, in aspettativa. Sono soli, e Blaine doveva aspettarselo, ma in qualche modo realizza solo in quel momento cosa realmente significhi.

Kurt gli si avvicina cautamente, le mani allungate lungo i fianchi e gli occhi più scuri, e Blaine sente che le sue ginocchia potrebbero cedere da un momento all'altro perché – beh, perché prima di Kurt non ha mai avuto nessuno. Non è mai stato il ragazzo di nessuno, e tutto quello è nuovo e bellissimo e destabilizzante.

Si muovono insieme, poi. Si avvicinano e si baciano con quasi troppa foga, e forse era ciò che volevano fare dal primo istante, o quello che dovevano evitare, non sanno nemmeno capirlo. Mordono e cercano gli occhi dell'altro con una vena di paura, e quando Kurt gli succhia un punto impreciso del collo e Blaine getta la testa indietro capisce che forse non potevano più trattenersi, che in qualche modo è giusto così.

“Non deve succedere per forza.”, sussurra piano, mentre Kurt lo bacia.

“L-lo so.”, mormora Kurt, allungando le mani per poter sfilare il maglioncino di Blaine. “Ma lo voglio. Ti voglio.”

Blaine non sa nemmeno spiegare come ci arrivano alla camera di Kurt, sa solo che a un certo punto si trova disteso sul suo letto con Kurt a carponi sopra di lui, le mani bollenti che gli accarezzano il petto e le braccia e le spalle, e nel giro di qualche secondo anche la maglietta di Kurt scompare, e le loro pelli a contatto sono tutto, valgono tutto, improvvisamente mesi e mesi di lontananza sono solo uno stupido numero, ed entrambi smettono di preoccuparsi.

Blaine immerge le dita nei capelli setosi di Kurt, accompagnando i suoi movimenti quando questo comincia a dedicarsi al suo petto lasciando baci impercettibili, leccando parte di pelle, i capezzoli. Gli scappa un gemito scuro, un suono che non sapeva nemmeno di saper produrre, e proprio in quel momento che si rende conto che c'è qualcosa di bagnato sul suo stomaco.

Sono lacrime.

“Kurt- fermati.”, sussurra immediatamente Blaine, lavorando con le mani per sollevare il volto di Kurt. Vede i suoi occhi inondati di lacrime, una disperazione malcelata da un sorriso sghembo e gli occhi scuri di lussuria. “Fermiamoci- te l'ho detto, non dobbiamo farlo per forza.”

A Kurt scappa un sussulto strozzato; si porta una mano alla bocca e si allontana dal corpo di Blaine, passandosi una mano tra i capelli.

“Io- mi dispiace.”, sussurra, tirando su col naso. “So che non dobbiamo per forza farlo, ma non era una costrizione, te lo giuro, io- io sentivo di volerti. Ma c'è qualcosa...c'è qualcosa che mi blocca, Blaine, io non-”

“Shhh.”, soffia Blaine, avvicinandosi a lui per prenderlo tra le braccia. “Shhh, va tutto bene. Non dire niente. Va bene così, non mi arrabbierei mai per una cosa del genere.”

Kurt si rannicchia contro il suo petto e piano piano si calma, facendosi cullare dalle braccia amorevoli di Blaine.

“E' che non sono sicuro di volerti dare tutto, Blaine.”, soffia piano Kurt. “N-non posso darti tutto di me e poi vederti andare via. Non ce la farei. Mi distruggerebbe.”

Blaine si morde forte il labbro inferiore. “Lo capisco.”, dice soltanto, immergendo il naso tra i suoi capelli. “Va bene così.”

Ed è con quel Va bene così che Kurt capisce che in realtà non c'è niente che va bene, così si permette di piangere ancora un po' tra le braccia di Blaine, almeno finchè non è ora di dirgli addio davvero.

 

***

 

Due giorni non sono stati niente.

Non sono stati sufficienti per capire nemmeno la metà delle cose che Kurt voleva capire di Blaine, ma sono stati abbastanza da renderlo indelebile sotto il suo corpo, nella sua mente, e guardarlo andare via fa mille volte più male di quanto avesse potuto immaginare.

Si tengono abbracciati per quella che sembra una vita intera – Blaine con la testa incastrata alla sua spalla, Kurt con le braccia attorno alle sue spalle. Perchè Blaine è piccolo, talmente piccolo in confronto a lui, e Kurt ha la sensazione di doverlo proteggere, di doverlo tenere lontano da ogni male.

“Ci vedremo presto.”, gli promette Blaine, baciandolo sul mento. “Per il mio diploma ci organizziamo, va bene? Puoi venire a stare da me, o qualsiasi cosa. Anche solo per un paio di notti, ma ti giuro che ci rivedremo.”

Kurt annuisce senza dire niente, sorridendo appena. Sente le dita di Blaine trascinargli via le lacrime.

“Sei tutto ciò che mi aspettavo tu fossi, Kurt.”, gli sussurra poi Blaine. “Anzi, sei anche di più. Non che avessi qualche dubbio prima, ma credo non smetterò mai di amarti.”

Kurt spalanca leggermente gli occhi. “Non voglio che tu smetta.”, dice piano, prima di baciarlo sulle labbra. Il loro ultimo bacio, l'ultimo respiro sulla pelle.

“Ti amo.”, soffia Blaine, prima di alzarsi sulle punte dei piedi e lasciargli un bacio sulla fronte. “Più di ogni altra cosa al mondo.”

Kurt ridacchia, il cuore che praticamente gli schizza via dal petto. “Anch'io ti amo. Più di ogni altra cosa al mondo, Blaine.”

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(L'incontro tra Kurt e Blaine è reale ed è successo, tra Mary e Paola, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi ispirata. E nulla, se penso che tra esattamente una settimana ci vedremo davvero mi viene da piangere, perchè è vero che i sogni diventano realtà).
Fatemi sapere. E grazie infinite per ogni piccola cosa <3

Je <3

   
 
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