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Autore: Emy Potter    17/07/2015    3 recensioni
"Alice Liddell è una donna intelligente con una natura curiosa, lingua tagliente e un modo diretto di affrontare le cose. Quando divenne uno spirito, all'età di diciannove anni, si ritirò nel suo paese delle meraviglie con le intenzioni di non ritornare. Più di un secolo dopo, lei è stata scelta per diventare il prossimo guardiano, ma nemmeno il suo amico d'infanzia Calmoniglio può cancellare ciò che il mondo le ha fatto."
Questa è la traduzione di una famosa fanfiction inglese che io ho adorato tantissimo. Spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bunnymund, I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Benvenuta al Polo!
 
Our liver are made
In these small hours
These little wonders,
These twists & turns of fate
Time falls away,
But these small hours,
These small hours still remain
Little Wonders - Rob Thomas
 
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"Hey Tooth?"
La fatina dei denti smise di parlare freneticamente con le sue fate al suono della voce dello spirito dell’inverno. Guardò Jack dal manto del camino che usava come trespolo. Era seduto su una ringhiera di legno del laboratorio di Nord con Baby Tooth (NA: Dente da Latte) e il bastone vicini. Le mani pallide tenevano il telecomando dell’aereo giocattolo. I capelli bianchi pendevano sul viso mentre esaminava il controller, cercando di capire i comandi.
“Sì, Jack?”
“Posso farti una domanda?”
“Certo” sorrise Tooth mentre volava verso di lui con le ali che facevano il suono di un colibrì. “A cosa pensi?”
“Cosa c’è tra Bunny e Alice Little?” chiese senza mezzi termini.
“Liddell” lo corresse Tooth. “Beh, dove dovrei cominciare?”
“L’inizio è sempre un buon punto” disse Jack staccando finalmente gli occhi dal telecomando.
“Non fare il furbo con me, Jack Frost” lo rimproverò leggermente Tooth. Incrociò le braccia piumate con un piccolo sbuffo, ma c’era un tono allegro evidente nella sua voce. “Come sono sicura tu sai, noi guardiani proteggiamo i bambini di tutto il mondo e custodiamo la loro fede. Badiamo ad ogni singolo bambino, non importa chi siano o da dove vengano. Cerchiamo di prenderci cura di tutti i bambini allo stesso modo, ma c’è n’è sempre uno speciale che arriva e un guardiano finisce per formare un forte legame con lui.”
“Un po’ come me e Jaime?”
“Esattamente come te e Jaime” annuì Tooth. “Ognuno di noi ha, in un momento o nell’altro, formato un legame speciale con un bambino, e per Bunny, quel bambino era Alice.”
Le sopracciglia di Jack si sollevarono per l’interesse e la leggera sorpresa. Per Jack era difficile immaginare Bunnymund avere un rapporto con un bambino simile a quello che lui aveva con Jaime. Si prendeva cura di tutti i bambini del mondo, ma sapeva che Jaime avrebbe lasciato un ricordo eterno su di lui. Era stato il primo bambino ad aver creduto in lui, dopo tutto. Dopo lo scontro con Pitch Black, Jack si ritrovò di nuovo nel ruolo del fratello maggiore. Durante le stagioni più fredde spendeva molto tempo a giocare e mostrare i suoi poteri a Jaime e i suoi amici, diventando il protettore di quella piccola banda di disadattati.
Ogni volta che Jaime aveva una verifica di matematica e si era dimenticato di studiare, Jack congelava le porte chiuse della scuola in modo che potesse avere più tempo per studiare. E ogni volta che un bullo decideva di tormentare Jaime o uno dei suoi amici, Jack era lì, pronto a seppellirlo con la neve sporca della strada. Non gli era permesso fare del male ad un bambino, non che lo avrebbe fatto, ma non sopportava vedere il cattivo insegnamento delle buone maniere. Se non altro, stava facendo un favore a Nord “aiutandolo” a portando i bambini cattivi ad essere più buoni con i loro compagni più piccoli.
Quindi, di nuovo, era difficile immaginare Bunnymund che agiva nello stesso modo in cui Jack faceva con Jaime, ossia come un fratello maggiore. Questo pensiero ne portò molti altri, di cui Jack non era particolarmente entusiasta. Pensieri e teorie sul misterioso passato che il coniglietto di Pasqua e questa ragazza, e persino pensieri sul proprio.
Non che Jack si era pentito di riavere i suoi ricordi, ha sempre pensato che ricordando quello che aveva passato come umano avrebbe finalmente capito qual era il suo scopo come spirito. Ma ora, invece di domandarsi cosa fosse successo prima di morire, si chiedeva ciò che fosse accaduto dopo. Domande come cosa è successo alla sua sorellina dopo che lo vide morire attraverso il ghiaccio?
Jack spinse velocemente via quei pensieri persistenti sul suo passato dalla sua testa. Preferiva pensare al presente. Non voleva che i suoi amici notassero le sue frustrazioni. Gli altri guardiani avevano l’abitudine di essere iperprotettivi a volte con i loro compagni di squadra più giovani. Non che non apprezzasse il loro aiuto o le loro preoccupazioni, ma non gli era mai piaciuto essere coccolato, anche quando era umano.
Jack guardò Tooth e decise di cambiare argomento per un attimo.
“Ricordi il tuo bambino?” le chiese. Questo era il momento perfetto per conoscere meglio la fatina dei denti. Lei amava parlare dei bambini.
“Oh, certamente! Non si dimenticano mai bambini così” sorrise Tooth con un lampo che passava negli occhi color lavanda. “Ricordo la piccola Jenny come se fosse ieri.”
Jack posò il telecomando e si spostò sulla ringhiera del laboratorio. Una manciata di fatine volarono verso di loro e si appoggiarono alla felpa di Jack, intuendo che stava per essere raccontata una storia. Jack ridacchiò mentre si accomodavano nel tentativo di non cadere. Tooth alzò gli occhi al cielo e sorrise, prima di sedersi accanto al ragazzo.
“È successo più di 400 anni fa, prima che smettessi di andare a prendere i dentini io stessa. Non avevo ancora abbastanza fate, così raccoglievo un sacco di dentini da sola. Non che mi dava fastidio, naturalmente! Era la tipica corsa per un incisivo laterale. Aprii la finestra e mi avvicinai facendo il meno rumore possibile. I suoi rossi, capelli ricci erano dappertutto e lei era nascosta sotto la coperta colorata, che dormiva tranquillamente. Beh, almeno pensavo stesse dormendo. Era un po’ come Jaime quando cercava di rimanere alzato fino a tardi per vedere la fatina dei denti. Credimi, tonnellate di bambini cercano di stare svegli per vedermi, ma finiscono sempre per addormentarsi. Quindi mi ha scioccata quando è spuntata come una margherita mentre stavo prendendo il suo dentino da sotto il cuscino. Per diversi secondi rimanemmo a fissarci prima che Jenny mi fece il sorriso più trionfante che io abbia mai visto su un bambino di nove anni! Ha subito cominciato a farmi un milione di domande, parlando senza sosta.”
Jack guardava Tooth persa nei suoi ricordi. I guardiani avevano una luce diversa negli occhi quando parlavano dei bambini. Era come guardare qualcuno essere abbagliato. Un tempo i suoi amici erano così impegnati nel far funzionare i loro affari che quasi dimenticavano come comportarsi con i bambini. Quando Sophie si è accidentalmente trasportata nelle gallerie di Bunny, non avevano idea di come gestire la situazione! Tooth fece un nobile e coraggioso sforzo, ma che finì per spaventare la bambina a morte.
Secondo Jack, era importante essere in grado di interagire e giocare con i bambini invece di corromperli con doni materiali.
Ma questa era solo una sua opinione.
Jack Frost non aveva bisogno di giocattoli e dolci per far divertire i bambini. Era il Guardiano del Divertimento dopo tutto.
Ma poi si ricordò che i bambini credevano più negli altri guardiani che in lui. Di quello che sapeva Jack, solo Jaime e i suoi amici credevano veramente in lui, e anche se era estremamente grato per quei pochi credenti, ancora si deprimeva di tanto in tanto. Tuttavia la sensazione non durava a lungo. Pensare continuamente agli aspetti negativi su una situazione non era una cosa da lui.
Si consolava anche del fatto che era sempre così per i nuovi guardiani. Ci voleva del tempo perché uno spirito diventasse famoso, a volte di più degli altri, come succedeva a lui. Roma non fu costruita in un solo giorno!; gli aveva detto una volta Nord. Non preoccuparti Jack, le cose andranno meglio per te. Lo sento in mia pancia!
“Anche dopo tutti questi anni, mi ricordo ancora il suo bel sorriso” disse Tooth finendo la storia. Tutte le fatine cominciarono a battere le mani. Jack ridacchiò e fece lo stesso. Si sentiva in colpa per aver vagato con la mente durante la sua storia, ma non lo faceva apposta: la sua capacità di attenzione era davvero poca per un diciottenne.
“Allora, cosa è successo poi a Jenny?” chiese lui quando le fatine si calmarono. “Sei stata con lei per il resto della sua vita?”
“Purtroppo no” sospirò Tooth. “L’ultima volta che parlai con Jenny fu quando aveva tredici anni.”
“Davvero? Cosa le è successo?”
“La stessa cosa che succede a tutti i bambini alla fine” disse lei donandogli un piccolo e triste sorriso. “è cresciuta”
“…Ha smesso di credere in te?”
Tooth annuì guardandosi i piccoli piedi coperti di piume. “Credo che qualcuno l’abbia convinta che ero solo un personaggio immaginario, o magari è stata lei stessa ad autoconvincersi.”
Jack chiuse lentamente le palpebre prima di guardarla. “Mi dispiace.”
“Oh, è ok” sorrise nuovamente lei asciugandosi una lacrima sulla guancia. “Jenny è cresciuta fino a diventare una forte, bellissima donna. Ha avuto una vita molto felice e questo è tutto ciò che ho sempre voluto per lei. E anche se non potevamo più parlare, andavo a visitarla di tanto in tanto.”
Jack inghiottì il groppo alla gola e fissò il telecomando nelle pallide mani.
“Pensi che accadrà la stessa cosa con Jaime?” chiese. “Intendo la parte in cui dimentica.”
“Dopo l’avventura che avete passato quando avete sconfitto Pitch? Mai!” rise Tooth. “Io credo che nessuno potrebbe mai dimenticarti, Jack Frost. Jaime crescerà e non c’è modo di evitarlo, ma diventare adulti non significa dover per forza smettere di credere in noi. Sarà sempre in grado di vederti se è disposto a credere che tu sia lì, ricordatelo.”
“Grazie Tooth” sorrise Jack. “Lo farò.”
Tooth stava per alzarsi e tornare al proprio lavoro, quando notò l’espressione di disagio di Jack e l’esitazione nei suoi occhi azzurri. Aveva ancora altro per la testa.
Di tutti i guardiani, Bunny era la persona che Jack conosceva meno. Conosceva addirittura di più Sandy, che sapeva usare i segnali con la sabbia per comunicare. L’irritabile coniglio aveva la sua storia privata così segreta che non c’era nessun modo in cui Jack potesse fargli tirare fuori qualcosa di interessante di lui con l’inganno. Jack era una persona molto curiosa, sempre stato e sempre lo sarà.
“Com’era Bunny quando stava con Alice?”
Tooth rimase un po’ sorpresa da quella domanda. Jack poteva essere immaturo a volte, e ignaro delle esigenze delle altre persone se doveva divertirsi, ma non era stupido, per niente. Era in grado di notare i minimi particolari, anche le informazioni più piccole.
Tooth conosceva le parti fondamentali della vita di Alice Liddell e la sua relazione con Bunny; Nord e Sandy probabilmente non sapevano molto di più di quanto sapeva lei. Tuttavia, sapevano anche che la scelta di Bunny di separarsi dai bambini è stato a causa di quello che era successo con Alice e della sua incapacità nell’aiutarla. Voleva evitare di affezionarsi troppo ad un bambino di nuovo.
Quando il pooka giocò con Sophie due anni fa mentre preparava le uova, era la prima volta dopo tanto tempo che Tooth aveva visto Bunny lasciarsi andare e comportarsi come una volta.
Tooth e Nord non avevano buone scuse per spiegare il motivo per si staccarono così fisicamente dai bambini, ad eccezione del fatto che erano troppo presi con il loro lavoro. Sandy era una storia diversa, era lo stesso da secoli. Anche se doveva sempre volare in tutto il mondo a diffondere sogni quasi senza fermarsi, trovava sempre il tempo per fermarsi e creare un sogno un po’ più speciale per un bambino che ne aveva bisogno.
Bunny, però, aveva scelto di allontanarsi. Fu una decisione che quasi gli fece male fisicamente, ma sentiva che era qualcosa che doveva fare. Non voleva più sentirsi responsabile per non aver impedito una tragedia per un bambino. Ma lasciava sempre un paio di uova per uno di loro che veniva tagliato fuori dalla caccia alle uova, o trovare un nascondiglio più facile per un altro che sta avendo problemi nel farsi degli amici.
Non importava quanto fisicamente i guardiani fossero lontani dai bambini, non smettevano mai di fare le piccole cose. Non avevano mai smesso di dare monete di valore più alto ai più buoni, e Nord e Bunny a lasciare regali supplementari ai bambini in difficoltà. Erano quelle piccole cose che tenevano viva la fede dei bambini anche quando non potevano vederli.
Ma tornando alla domanda di Jack, Tooth non era del tutto sicura di quanto fosse ancora sensibile Bunny sulla questione di Alice. C’erano tempi in cui Bunny avrebbe picchiato chiunque al nominare la ragazza. Tooth sapeva, però, che probabilmente non apprezzava che lei dicesse a qualcuno i suoi presunti errori del passato. Soprattutto se quel qualcuno era Jack Frost. Bunnymund era una persona molto riservata, o meglio un coniglio molto riservato.
“Era…era veramente lo spirito della primavera quando stava con Alice” disse Tooth con la voce un po’ incrinata. “Come lo hai visto due anni fa con Sophie era niente in confronto a come era un tempo. So che è difficile vedere nient’altro che il Bunny burbero di ora, ma credimi quando ti dico che non è sempre stato così.”
“Cos’è cambiato?” chiese Jack. Aveva ascoltato tutto quello che Tooth gli aveva detto fino a questo punto, affascinato da ogni singola parola e aveva ragione: era difficile per lui vedere Bunny non come il solito noioso pooka.
Tooth sospirò prima che le ali si sollevarono e ronzarono con i loro soliti movimenti frenetici. Le sue fate volarono via a malincuore dalla felpa di Jack al gesto del loro capo di seguirla. Le ventilate di aria create dalle ali delle fatine finirono sul viso di Jack spostandogli leggermente i capelli sul viso.
Tooth non voleva fare la misteriosa alla curiosità del ragazzo, ma sapeva che non era giusto dire la verità in modo diretto. “Non posso proprio dirlo, ma spero che non accada nulla di simile né a te né a Jaime…o a qualsiasi altro bambino.”
Sperava che Jack avrebbe capito il suggerimento di essere discreto, e lo ha fatto. Questo però, non impedì di farsi domande nella sua testa.
“Bunny tornerà presto, e speriamo con Alice” disse Tooth andando verso il lucernario dell’officina che mostrava la bella luna. “Dovrei tornare al lavoro.”
I due guardiani si scambiarono un saluto temporaneo prima che la fata volò via verso un’altra sezione del laboratorio. Baby Tooth scelse di rimanere indietro e sedersi sulla spalla di Jack. Si lasciò sfuggire un paio di versetti preoccupati quando notò l’espressione perplessa sul viso dello spirito dell’inverno. Jack lasciò i suoi pensieri quando la fatina tirò su la corda del cappuccio. Aleggiò ad un palmo dal suo viso con la stringa ancora in mano.
“Sto bene, Baby Tooth” disse Jack facendole un sorriso rassicurante. “Stato solo pensando.”
Aveva ancora più domande che risposte, ma decise di lasciar perdere per ora. Oggi era stato fisicamente e mentalmente estenuante per lui. La vera ragione per cui era in ritardo alla riunione non era a causa del traffico, come sconvolgente poteva essere, ma perché si era distratto.
Aveva fatto nevicare precocemente nella parte nord degli Stati Uniti, anche se aveva promesso ai guardiani, specialmente a Bunny, che non avrebbe più causato un clima invernale fuori stagione. Jack non poteva aiutarsi a volte.
Durante la bella stagione, Jack rimaneva solitamente al Polo Nord o al suo “dominio” in Antartide. La sua casa di fortuna nel deserto di ghiaccio consisteva solo in una grande grotta di ghiaccio, con all’interno una quantità buona di pinguini. Erano divertenti per giocare e sorprendentemente più bravi a Poker di quanto lui immaginasse, ma Jack era comunque una persona. Si annoiava facilmente quando era solo.
Mentre si faceva strada per il Polo notò che alcuni stati erano abbastanza freddi per un po’ di neve. Non ne fece cadere tanta, giusto che fosse sufficiente per una battaglia a palle di neve. Si sarebbe sciolta entro la mattina comunque.
Jack allungò la mano e prese il telecomando per l’aereo giocattolo. Non era in grado di guidare un aereo di quelle dimensioni, ma questo non toglieva il divertimento del fatto che si trattasse di un aereo giocattolo fuori misura. Jack accese l’interruttore facendo accendere una piccola luce verde.
“Vediamo cosa può fare questa cosa.” Sorrise Jack.
Baby Tooth sospirò e scosse la testa come per dire “Ragazzi, ci risiamo.”
 
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Contrariamente a quello che pensa la gente, la tana di un coniglio non era l’unico modo in cui si poteva viaggiare verso e dal Paese delle Meraviglie. Per inciso, Bunny utilizza solo le biglie per viaggiare al Paese delle Meraviglie, non da esso. Nelle profondità del Regno Rosso, Alice ha installato un grande specchio, dal pavimento al soffitto che faceva come portale. Era questo specchio che Alice e Bunny utilizzarono per viaggiare verso il Polo Nord, ma a prescindere dal fatto che viaggiava attraverso uno specchio o la tana di un coniglio, era ancora estremamente sgradevole per Bunny.
Il portale dello specchio si aprì e i due atterrarono appena fuori dalle porte del palazzo russo di Nord. Bunny suggerì di arrivare lì perché non voleva spaventare gli elfi e gli yeti, ma non era la vera ragione. Beh, almeno non del tutto. Gli elfi e gli yeti probabilmente sarebbero stati un po’ sorpresi se fossero apparsi dal nulla, e Nord non sarebbe stato troppo felice se ci fosse stato il panico tra i suoi operai.
La vera ragione era che Bunny non voleva che Alice venisse sopraffatta dal cambiamento repentino. Sapeva che non stava dando abbastanza scelta ad Alice e che stava diventando probabilmente un po’ protettivo, ma la situazione era delicata. Questo era il primo viaggio che lei faceva al di fuori del Paese delle Meraviglie da più di cento anni e Bunny aveva bisogno che questa visita andasse bene, altrimenti Alice non sarebbe mai diventata una guardiana. Infatti la ragazza non lo avrebbe nemmeno considerato, avrebbe semplicemente lasciato perdere e rifiutato senza ripensarci.
Quindi, dire che Bunny era stressato riguardo a questa prova era un eufemismo.
Alice, però, era leggermente più rilassata del pooka. Bunny le aveva detto mille volte, con grande dispiacere di Alice, che l’officina di Nord era molto isolata dal resto del mondo. Si fidava del fatto che Bunny non la mettesse in pericolo, così si permise di lasciare andare un po’ di ansia e concentrarsi maggiormente sull’ambiente nuovo. Questa era una grande opportunità e un privilegio, dopotutto, non capita tutti i giorni che una come lei faccia un giro nel prestigioso laboratorio di Babbo Natale.
Cominciò a ricordare i racconti di Natale che la sorella maggiore, Lizzie, usava leggerle quando era una bambina. Si rannicchiava nel grembo della sorella con il suo amato coniglio in braccio mentre Lizzie leggeva Twas the night before Christmas. Ricordava che aiutava la mamma a cucinare i biscotti e di come la rimproverasse quando versava la farina sul proprio abito natalizio.
E la voce di suo padre risuonava chiara nella sua testa quando raccontava di un uomo allegro vestito di rosso.
Alice! Dovresti essere a letto a quest’ora. Sbrigati o Babbo Natale non verrà. Non vuoi che lui non venga a casa nostra solo perché una certa bambina cattiva non è andata a letto quando doveva giusto? No, certo che no. Ora, il gioco e fatto. Buonanotte piccola Liddell.
I ricordi della sua famiglia non facevano diventare Alice violenta e piena di sensi di colpa, ma le faceva male al cuore. Aveva ancora pericolosi sbalzi d’umore e ricordi dell’incendio, del manicomio, e dell’orfanotrofio, ma dopo 130 anni era diventato più facile controllarsi.
I due erano appena fuori le porte sul retro senza muoversi. Alice guardò il pooka in piedi affianco a lei e la sua espressione apprensiva.
Con quell’espressione si potrebbe pensare che è Bunnymund che esce per la prima volta dal Paese delle Meraviglie, non io; rifletté Alice con un sorrisetto.
“Allora? Hai intenzione di farmi entrare presto?” chiese Alice, questa volta ad alta voce.
Bunny sobbalzò leggermente alla voce della ragazza. La guardò e si rese conto che erano ancora in piedi lì. Fece un respiro profondo e saltò da un piede all’altro, come se si preparasse per una grande gara. Alice alzò appena gli occhi e portò le mani dietro la schiena, attendendo paziente il suo amico.
“Va bene, sei sicura di voler entrare ragazzina?” chiese Bunny per l’ottava volta.
“Dubito seriamente di avere altra scelta” disse Alice con un po’ di qualcosa di indefinibile nella voce. “ Dopo tutto il grande Uomo della Luna ha scelto me, e il cielo non voglia che io disubbidisca ai suoi ordini senza una punizione.”
“Un semplice sì e no sarebbe andato meravigliosamente bene” sbuffò Bunny dopo una breve paura infastidita. “Il sarcasmo era un po’ inutile.”
“Mi dispiace” disse Alice a bassa voce trattenendo un sorriso. “Sono positiva di volerlo fare. Non avrei mai lasciato il mio Paese delle Meraviglie se non lo fossi. Fintanto che la mia visita si limita a solo un seminario sono certa che starò bene.”
Bunny fece un cenno prima di bussare alle gigantesche porte di legno. Aveva seri dubbi che avevano bisogno di bussare, ma era troppo tardi visto che le porte erano già aperte con uno yeti grigio all’ingresso. Aveva un’espressione monotona sul viso, ma una volta che vide chi c’era al di là delle porte barcollò all’indietro per la sorpresa. Cominciò a brontolare verso i suoi fratelli in una lingua unica prima che si fece da parte e fece cenno alle due persone di entrare.
Bunny passò dritto davanti allo yeti, mentre Alice gli diede una mezza occhiata alla grande creatura. Lo yeti attirò la sua attenzione e gli diede un saluto entusiasta. Perplessa, Alice rispose educatamente appena al saluto prima di seguire Bunny. Prese nota di esaminare quelle creature da più vicino un’altra volta.
La sala sul retro del laboratorio non era evidentemente più eccitante come la parte principale del palazzo, ma questo non significava che alla sala mancava qualcosa dello spirito natalizio. Le sale erano accuratamente addobbate con ghirlande, striscioni rossi e candele. L’atmosfera aveva uno schiacciante profumo di pini e panpepato.
Un paio di elfi che gironzolavano si fermarono improvvisamente e fissarono il nuovo visitatore. Quando Alice e Bunny camminavano davanti a loro, le piccole creature di svegliavano dal loro torpore e iniziavano a seguirli emozionati. Bunny quasi si mise a ridere quando notò gli elfi che seguivano strettamente Alice.
La ragazza non si accorse delle piccole creature, era troppo distratta dal corridoio colossale in cui stavano camminando. Le ricordava uno di quelli del Regno Rosso, tranne che le pareti dell’officina e le inferriate erano fatte di legno invece che di marmo. Trovò che preferiva il legno, dava al posto un’atmosfera più intima. L’arredamento era sicuramente più festoso e non le dispiaceva affatto.
Bunny notò il cambiamento improvviso dell’espressione di Alice e la disinvoltura nel suo cammino mentre con gli occhi verdi scansionava il posto, catturando ogni minimo dettaglio. Il pooka sorrise a se stesso pensando: “Aspetta finché non vede il resto del posto
Quando raggiunsero la fine del corridoio, degli yeti aprirono un altro paio di porte giganti e Alice emise un rantolo udibile sulla scena che gli si presentava.
Si fermarono all’ingresso della sala principale del palazzo, il laboratorio.
Come al solito, il posto era pieno di attività con gli yeti che costruivano e provavano i giocattoli, mentre gli elfi facevano…qualunque cosa facessero di solito. Alice camminò piacevolmente verso il centro della stanza dove il gigantesco globo aleggiava vicino al soffitto. Con la bocca leggermente aperta e la sua mano vicina alle labbra in stato di shock, Alice fece lentamente un giro completo su se stessa mentre cercava di osservare la zona tutta in una volta. Era in completo stato di soggezione.
Alice non sapeva che esistesse un posto così meraviglioso fuori dal Paese delle Meraviglie. La cosa che più la stupiva del laboratorio non erano i giocattoli o le creature (anche se essendo un’amante degli animali considerava gli yeti come la seconda cosa migliore), no, era il fatto che quel posto fosse reale. Esisteva nel mondo reale e, soprattutto, non era stato creato dalla fantasia di Alice, ma da quella di qualcun altro.
Non nel senso letterale come il Paese delle Meraviglie, ma la struttura, la costruzione, il decoro, l’idea venivano da qualcun’altro. Il Paese delle Meraviglie era ormai reale (Si trovava solo in un’altra dimensione), ma Alice era ancora in grado di apprezzare un’altra maestria. Già, lei aveva una profonda ammirazione per il creatore di quel luogo, che riconobbe come Nicolas Saint Nord.
Bunny incrociò le braccia con un sorriso soddisfatto e guardava Alice. Mentre osservava il globo gigante, Alice sollevò una delle sue piccole mani sopra la testa e raccolse dei coriandoli dorati. Il pooka alzò lo sguardo verso il quarto piano dove sapeva che si trovava l’ufficio di Nord e, come da copione, la porta si aprì e Bunny vide il grande uomo farsi strada verso una scala vicina.
Ok, si siamo; pensò Bunny mentre si dirigeva verso Alice facendosi un passaggio tra gli yeti.
Ormai la ragazza aveva notato un piccolo gruppetto di elfi che la seguivano e si sedette a terra, con le gambe piegate sotto di lei, osservando il loro strano comportamento. Rise quando due degli aiutanti cominciò una frenetica battaglia di schiaffi, ma alla fine si stancarono. Un elfo particolarmente coraggioso corse fino ad Alice con un biscotto di Natale a forma di albero e glie lo porse. Arrossì visibilmente quando lei lo ringrazio.
“Ti diverti?” chiese Bunny mentre Alice metteva il biscotto nella tasca del grembiule.
“Oh Bunny, non sono le creature più curiose che tu abbia mai visto?” sorrise lei mentre allungò una mano per tirare leggermente un campanello su un cappello di un elfo. L’elfo fece un sorriso buffo prima di svenire in modo drammatico mentre i suoi compagni lo fissavano gelosi. “Certamente meno raccapriccianti delle mie guardie di carta.”
Il pooka aprì la bocca per commentare la cotta evidente dell’elfo, ma si fermò quando le sue orecchie sensibili da coniglio catturarono una voce stramba e giocosa che scendeva al secondo piano del laboratorio. Bunny tese una zampa per aiutare la ragazza ad alzarsi. Una volta in piedi, spolverò il grembiule bianco e l’abito blu con le mani prima di guardare verso l’amico.
“Pronta piccola canaglia?” chiese Bunny. Alice portò le mani dietro la schiena e annuì. “Bene, perché sta arrivando Nord.”
La ragazza guardò nella direzione in cui Bunny stava indicando e vide una persona alta farsi strada nella folla di yeti. Alzò la testa di lato curiosamente quando sentì una voce profonda e potente rimproverare alcuni degli elfi che stavano bloccando il suo cammino.
“Oh, un’altra cosa” si chinò Bunny sussurrando. “Non per allarmarti, ma Nord può essere un po’ troppo-“
Il pooka non fece in tempo a finire la frase che Saint Nicolas Nord lo spinse verso la folla di yeti. Alice riuscì a dare una buona occhiata all’uomo alto e grasso prima che andò dritto fino a lei e, senza alcuna esitazione, prese un’Alice perplessa per la vita come se fosse leggera come una piuma. La portò al suo livello e diede un rapido bacio a ciascuna delle guance prima di rimetterla in piedi.
“-socievole” finì Bunny con un borbottio irritato mentre Alice stava in piedi senza parole.
“Dobro Pozhalovat, Alice Liddell!” annunciò Nord nel suo solito modo forte e fiero. “Benvenuta al Polo Nord!”
 
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NOTA AUTRICE: Rieccomi! Scusate il ritardo, ma sono successe un sacco di cose in questo periodo. Nel prossimo capitolo ci sarà un bel casino.
Rigrazio Sweetchicca per la recensione.
Link per la storia originale:  https://www.fanfiction.net/s/8753693/4/Winter-Wonderland .
Recensite in tanti, sia qui che nella storia originale! Kisses, Emy.
   
 
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