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Autore: Hi Im a Kupo    18/07/2015    2 recensioni
Sbadiglio, mi stiro facendo scrocchiare tutte le ossa della schiena, e butto giù i piedi dal letto richiamando tutta la buona volontà nel abbandonare quel morbido, anche se un po' troppo caldo, giaciglio.
"Finalmente ti sei svegliata!" non realizzo neanche chi sia il proprietario della voce mentre un urlo mi si soffoca in gola e sollevo i piedi dal pavimento come se mi fossi scottata, per riportarli sul materasso.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Ragazzi mi dispiace ma non ho alcolici, se non qualche birra in frigo, e per la carne dovrai limitarti Rufy, se ti accontentassi nel mangiare finirei in bancarotta subito." li guardo seria mentre il ragazzo dai capelli verdi sbuffa, e il moro esibisce un musino depresso. Law invece sembra segretamente soddisfatto dalla mia risposta, e si lascia andare in un breve ghigno, che però scompare quando torna ad intrecciare gli occhi coi miei, lasciandomi in una sensazione di disagio.
"Quanti anni hai? Sei qua da sola?" mi chiede serio, elencandosi mentalmente tutti i problemi sottintesi che si sarebbero potuti presentare.
"Ho 17 anni e vivo coi miei. Ma non credo che loro possano essere un grave problema, rientrano entrambi alla sera tardi, e stanchi come sono dal lavoro non mi danno molto retta, quindi mi basterà dirgli che li avevo avvisati del fatto che ci sarebbe stato uno scambio culturale, ma che se ne sono dimenticati. Per i soldi me ne danno loro per fare spesa e badare alla casa, quindi dovremmo essere a posto anche per quello" rispondo, provando a eliminare tutti i possibili problemi in una volta solta, e credo di farcela poiche l'espressione del medico si rilassa.
"Grazie per ospitarci" dice Zoro, che si era andato a sedere sul divano in sala e stava trafficando col telecomando della televisione.
"È un piacere, ma vedete di non fare casini, ok?" passo in rassegna ognuno di loro con lo sguardo. Per quando riguarda il chirurgo non credo di dovermi preoccupare, ma per gli altri due un brutto presentimento aleggia nella mia mente.
La mia attenzione viene attirata da Rufy, lo vedo caricare il braccio all indietro e poi spingerlo in avanti, pronto per allungarlo e rubare il telecomando a Zoro, e il mio cuore si ferma per alcuni secondi, ma l'unica cosa che ne ottiene è un urlo soffocato, un braccio non allungato e riportato velocemente al petto, e un espressione confusa. 
"Non si è allungato!" esclama il povero ragazzo massaggiandosi i muscoli del braccio "Traffy, prova a usare la tua Room!".
Trafalgar Law, uomo a cui non piace obbedire a ordini che non siano suoi, decide lo stesso di rispettare la richiesta del compare e muovere le dita tatuate in modo tale da far apparire la sua fatidica sala chirurgica, ma ahimè, non succede nulla.
Gli occhi del ragazzo si stringono, mentre riprova e riprova, zampillando di quella che sembrava un misto di confusione e ira.
"Cosa vuol dire questo?!" mi guarda malissimo, con gli occhi nascosti sotto alla visiera del suo cappello.
"E che ne so" mi metto sulla difensiva, di certo non mi piace essere aggredita o che mi si parli con toni simili "sarà il cambio di dimensione che ha fatto annullare gli effetti dei frutti".
I due ragazzi si scambiano uno sguardo mentre il capitano dei Mugiwara è ancora intento a massaggiarsi il braccio, non più abituato al dolore di quello che doveva essere uno strappo muscolare.
"Meglio comunque, almeno eviterete di fare casini strani" e sottolineando le ultime due parole osservo il ragazzo dal cappello di paglia in maniera significativa, e quest ultimo ridacchia, portando il braccio sano dietro alla testa e grattandosi la cute.
"Non faremo casini, promesso" mi assicura con un sorrisone tale, che mi da la certezza di non potermi fidare di quella promessa e mi mette all erta, pronta a tutto.
"Però qua fa caldo" sospira Zoro, cominciando a levarsi le maniche di quel vestito abnorme, e lasciando il petto scoperto.
I miei occhi corrono su e giù dai muscoli degli addominali del ragazzo, mai in vita mia avevo visto tutto quel ben di dio in una volta sola, ma mi ricompongo subito, o almeno ci provo, sicura di non voler far trapelare la mia attrazione nei confronti dello spadaccino.
"G-giusto, voi non potete andare in giro vestiti così. Come vi ho detto siete in un certo senso “conosciuti” quindi avete bisogno di abiti nuovi." scruto i loro abiti, e scuoto leggermente la testa "Rufy tu sei quello vestito in modo meno pesante e più comune, accompagnami." concludo la frase, dopo essermi accorta che non sarebbe stato sicuro lasciare la casa da sola con lui dentro.
"Ok" il ragazzo si infila il dito nel naso sorridendo, e si avvia verso la porta.
"Mi devo cambiare, un attimo e arrivo." sparisco in camera, e ricompaio pochi minuti dopo senza più il mio comodo pigiama.
"Andiamo." dopo le dovute raccomandazioni, naturalmente non ascoltate da nessuno dei due pirati, esco di casa, seguita dal famigerato cappello di paglia.
 
 
Non c'è anima viva per le strade del piccolo paesino in cui vivo, e il caldo ustionante di questa estate torrida mi abbatte le forze obbligandomi a rallentare il passo.
"Cosa mangiamo oggi?" mi chiede il ragazzo, esprimendo il pensiero che, ne sono sicura, gli stava tormentando la mente da quando era arrivato ad ora.
"Faccio della pasta, va bene?" rispondo con un filo di voce, sprecando quelle poche forze vitali che mi rimanevano.
"Solo?!" Rufy sembra scioccato dalla mia risposta, e mi guarda come se gli avessi annunciato la sua morte fra pochi giorni.
"Si, intanto fa caldo, e col caldo passa la fame." provo a svicolarla dando risposte brevi per conservare le energie per arrivare a quel negozio che finalmente vedevo in fondo alla strada.
"A me col caldo la fame aumenta.." borbotta tristemente il ragazzo, ottenendo in risposta solo un mio sbuffo.
"Su, entriamo" e apro la porta del negozietto di paese, dove il proprietario sgrana gli occhi nel vedere clienti e si affretta nel porci un sorriso disponibile.
"Posso aiutare?"
"No grazie" rispondo amichevolmente, anche se leggermente infastidita. Il calore, aver fatto mezzo kilometro con un ragazzo il cui unico attuale pensiero era il cibo, e infine questo vecchietto sorridente che mi pone l'obbligo di rispondere a domande e sorridere, sono cose che non vanno d'accordo con me, o almeno, non tutte in un colpo solo.
Io e Rufy ci buttiamo nel reparto maschile, e mentre lui si prova svariati cappello che ha trovato su un ripiano, facendo espressioni ridicole allo specchio, io riempio le braccia di jeans, bermuda e qualche t-shirt. Mi piange il cuore pensando ai miei risparmi buttati per comprare vestiti a quei tre pirati, e mi avvio dal proprietario per pagare.
"Vuole anche quello?" il signore mi indica il cappello che Rufy si stava provando sopra al suo tanto affezionato cappello di paglia.
"Lo prendiamo Gin?" il ragazzo mi guarda con aria entusiasta, mentre il mio viso si fa scuro. In estate ho ancora meno pazienza del solito, e questo può risultare pericoloso a volte. Molto pericoloso.
"No non prendiamo quel cappello, Rufy mettilo giù." e sia lui che il vecchietto mi guardano tristi, come se fossero due bambini ai quali avevo appena negato i giocattoli più belli del negozio.
"Oh per favore, ha già un cappello! Mi dica quanto viene che sono di fretta!" ringhio nel modo più amichevole possibile al proprietario, che quanto mi dice la cifra sbianco.
Pago tutto, prendo il borsone enorme e afferro un polso del pirata per portarmelo fuori verso l'uscita, accennando un saluto frettoloso all uomo che mi ha appena sborsato.
"Era bello quel cappello.." 
"Ne hai già uno Rufy, e siamo andati a comprare cose importanti non souvenir."
Il ragazzo sospira, per poi farsi passare subito tutto, esibire un sorrisone da record guardandomi e chiedendomi "E ora si mangia?".
Mi giro di scatto verso di lui, sbarrando gli occhi e gonfiando il petto prendendo aria per la sfuriata che da lì a poco avrei fatto.
"Sei qui da mezza mattinata e l'unica cosa che riesci a dire è si mangia!?" gli urlo addosso, per poi azzittirmi continuando a fissarlo esterrefatta, e provando a eliminare i pensieri omicidi che mi stavano girando per la testa.
"Il caldo ti fa brutti scherzi Gin.." mi osserva in modo compassionevole, neanche stesse parlando a un malato della sua malattia.
Sgrano di più gli occhi e rimango per poco lì, ferma, a fissarlo incredula.
"Andiamo a casa a mangiare." mi giro e a testa bassa comincio a camminare più velocemente, giurandomi mentalmente che non avrei più proferito parola fino a quando non avrei varcato la porta d'ingresso.
"Ciboo!" urla il ragazzo mettendosi a correre, per poi fermarsi una decina di metri più avanti, girarsi a guardarmi portandosi una mano dietro alla testa e grattandosela.
"Dov è che abitavi tu?" ridacchia serenamente.
Alzo nuovamente lo sguardo allucinato, la mascella mi cade di poco lasciano le labbra socchiuse, e sollevo le sopracciglia pensando che non ce l'avrei fatta a resistere se andavamo avanti così.
Riabbasso la testa e sospiro, per poi alzare il braccio nella direzione di casa mia.
"Di la.." 
"Ok!" il ragazzo si gira e continua a correre nella direzione da me indicata, e io lo seguo, strisciando i piedi sull asfalto e sentendomi soffocare dal peso del borsone pieno di vestiti.
Questa si che sarà una lunga estate..
   
 
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