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Autore: _fioredineve_    18/07/2015    2 recensioni
Ultimamente aveva notato alcuni particolari della Granger che per molti erano futili e, a tratti, infantili.
Ma non per lui, anzi, quei dettagli sembravano attrarlo.
Aveva notato che, quando era nervosa, tendeva ad attorcigliarsi i capelli ricci e cespugliosi intorno all'indice della mano destra, oppure se stava seduta muoveva freneticamente la gamba destra.
Quando era in imbarazzo o qualcuno le faceva un complimento tendeva ad abbassare lo sguardo e arrossire lievemente facendo mettere in risalto quelle poche lentiggini presenti sulle sue gote.
Quando era arrabbiata aveva una camminata pesante, veloce e abbastanza goffa, tendeva a sbuffare se infastidita da qualcosa.
Aveva un elenco lungo chilometri riguardante tutti i suoi particolari.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Ginny, Weasley, Hermione, Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Dodici.

Meno due giorni alla partenza, Fred si aggirava per i corridoi di soppiatto con George diretti verso le cucine del castello.
Avevano grandi idee per la colazione dei Serpeverde e della Umbridge.
Attraversarono il ritratto dopo aver accarezzato la pera del dipinto e trovarono già le tavole imbandite per ogni casata e per il tavolo degli insegnanti.
"Alla Umbridge che ne dici di un po' di lassativo?" chiese George ottenendo il consenso da parte di Fred che estrasse dalla tasca delle capsule colorate.
"Queste, invece, le diamo ai Serpeverde" e le lasciò cadere nelle varie bevande.
Il giorno seguente ci sarebbe stato da ridere e anche tanto visto chi era a fare quegli scherzi.

La maggior parte degli alunni erano seduti ai tavoli, ognuno mangiava tranquillo, solo due ragazzi identici seduti al tavolo dei Coraggiosi Rosso-Oro ridacchiavano di tanto in tanto.
"Sta a vedere" disse uno dei due, esattamente George, indicando un ragazzo del settimo anno Serpeverde. Bevve un po' dal suo bicchiere e la pelle del ragazzo diventò fosforescente.
A un altro gli si allungò la lingua, a un altro ancora le gambe diventarono molli come gelatina.
Ognuno di quei ragazzi stava avendo razioni diverse a seconda della bevanda che ingerivano.
La risate si alzarono dagli altri tavoli, quelli più divertiti erano i Grifondoro vista la grande rivalità tra le due case.
Fred e George spostarono lo sguardo al tavolo degli insegnanti dove videro la Umbridge fare varie smorfie per poi correre via tenendosi lo stomaco. I due si schiacciarono il cinque per poi far vagare lo sguardo sui visi divertiti dei compagni: fu in quel momento che Fred la vide ridere e ogni sua piccola particella di felicità si polverizzò facendo tornare a galla quel bacio.
Meno la vedeva e meno ci pensava, era questa la sua logica, sperava che una volta andati via dal castello tutto sarebbe passato, tutto sarebbe tornato come prima: lui il fratello gemello combina guai e lei il prefetto-perfetto rompipalle. Lui sarebbe stato solo da sfondo per la vita di lei, e lo stesso lei nella sua vita.
Anche se a pensare ciò sentiva come un macigno nel petto, lui non la voleva come sfondo della sua vita, lui la voleva come perno principale della sua vita.
Provò a bere un po' d'acqua sperando che quel dolore bizzarro al cuore passasse e che quel nodo in gola si sciogliesse.

"Allora, com'è andato l'appuntamento con Harry?" Hermione aveva bisogno di distrarsi, ormai i compiti e le lezioni non l'aiutavano più come dovevano "Bene, abbiamo parlato e scherzato e poi lui mi ha regalato un fiore" disse la rossa sorridendo allegra.
"Sai, un po' v'invidio" sospirò Hermione stringendo i libri al petto, alzò lo sguardo cercando quella testa rossa tra i ragazzi presenti in corridoio sperando ardentemente di incrociarlo, anche solo per un istante.
"Perchè?" chiese Ginny, pur conoscendo già la risposta, decise di far parlare l'amica, di farla sfogare.
La vedeva persa in questi giorni, persa nei suoi pensieri.
"Perchè in un modo o nell'altro riuscite sempre a stare bene insieme, siete capaci di comprendervi e volervi bene, invece io..." deglutì a vuoto abbassando lo sguardo, si sentiva stranamente triste, certo c'era imbarazzo nel vederlo ma lei avrebbe tanto voluto potergli parlare tranquillamente come se niente fosse, anche perchè lo capiva, per lui quel bacio era stato un errore, un errore da non commettere nuovamente ma lei... beh, lei avrebbe voluto commettere di nuovo quell'errore. Sorrise impercettibilmente sfiorandosi le labbra "...invece io, non posso comportarmi apertamente con lui come fate voi, non ho il coraggio di sorridergli come fai tu, non ho la forza di guardarlo per troppo tempo negli occhi, non posso amarlo apertamente come tu fai con Harry" concluse lei stringendo di più i libri. Sembrava essersi tolta metà del peso che aveva sul cuore.
"Dovresti farlo, dovresti farglielo capire" rispose la rossa salutando una ragazza del suo anno di Tassorosso "Dovrei, appunto, ma non posso, ho paura, capisci? Paura di un rifiuto sicuro. C'hai visti? Siamo due mondi diversi. Siamo come l'acqua e il fuoco" Ginny sorrise per poi guardarla "Io non mi farei tanti problemi, sai?" disse poi girandosi lasciando Hermione alquanto confusa nel corridoio.

In quegli ultimi tre giorni nella scuola stavano seminando il panico, molti ragazzi di Serpeverde quando li vedevano giravano alla larga impauriti da un altro loro probabile scherzo, la Umbridge li teneva strettamente d'occhio, al primo passo falso sarebbero finiti nei guai ma a loro non interessava.
Quando i gemelli Weasley si mettevano in testa una cosa dovevano portarla al termine, a ogni costo.
Stavano in un angolo della Sala Comune a confabulare con l'aiuto di Lee, avevano deciso che il ragazzo avrebbe dato loro una mano nel progettare gli scherzi ma non a metterli in atto, lui sarebbe rimasto a scuola e sarebbe stato meglio tenerlo alla larga dai guai.
"E se invece..." iniziò Lee indicando uno dei loro Tiri Vispi, i due annuirono accettando l'idea, non era bastato neanche terminare la frase visto l'affiatamento che c'era tra i tre, è vero a volte i gemelli tendevano ad escluderlo ma non per egoismo, erano pur sempre gemelli e di conseguenza l'affiatamento tra loro due era diverso da quello con il ragazzo.
Quello sarebbe stato lo scherzo migliore di quei sette anni in cui avevano frequentato Hogwarts, degno di essere ricordato.
I loro nomi sarebbero rimasti nella storia, già lo sapevano, ne erano sicuri.

Li osservava, anzi, lo osservava senza distogliere lo sguardo dalle sue spalle, era intento a parlare con il gemello e Lee Jordan. Si domandava cosa stessero tramando, forse un modo per tenere alla larga la Umbridge in modo da far parlare Harry con Sirius o qualche altro stupido scherzo ai danni dei ragazzi di Serpeverde. Posò la penna al fianco della pergamena e poggiò il viso sulle mani chiudendo gli occhi.
L'immagine di quel bacio era ancora impressa nella sua mente e ogni volta sorrideva nel ripensarci.
Peccato che per lui non era significato niente, magari poteva essere lei a fare il primo passo, ad andare da lui e parlargli, certo non di quello, sarebbe stato troppo imbarazzante per entrambi, ma parlargli anche di una sciocchezza l'avrebbe fatta sentire bene.
Decise di alzarsi e fare quel  grande passo ma mentre lo faceva il ragazzo si alzò, seguito dal gemello e l'amico, uscendo dal ritratto lasciando così la Sala Comune.
Anche quest'occasione era sfumata e tristemente si risedette sulla sedia trattenendo il respiro a causa del dispiacere, si sarebbe rifatta più avanti, aveva altri tre mesi a disposizione prima che la scuola finisse.

Quasi gli dispiaceva vedere la ragazza cercarlo tra la folla e vedere che non ricambiava il suo sguardo, ma George sapeva meglio di chiunque altro il perchè il fratello lo facesse.
Aveva paura, paura di non essere all'altezza di un sentimento così grande. Fred non era mai stato un tipo molto affettuoso se non con lui e Ginny, di solito il suo affetto non lo mostrava esplicitamente, ma se lo si conosceva si sapeva che il ragazzo tendeva a dare fastidio e prendere in giro chi voleva bene e attirasse la sua attenzione. Ma a quanto pare la Granger non l'aveva capito.
"A che pensi?" chiese il fratello vedendolo distratto, George scosse la testa e sorrise "A niente" ma tanto sapeva che Fred aveva capito tutto.
Nessuno dei due poteva nascondere qualcosa all'altro, erano troppo uniti, così simili ma allo stesso tempo diversi.
"Dovrei essere io quello a starci male"
"Ma lo so che tu stai male" Fred non rispose, sì, lui ci stava male, terribilmente male, soprattutto in quel momento, il giorno successivo sarebbe andato via e la ragazza si sarebbe dimenticata di quel momento mentre lui l'avrebbe custodito gelosamente nascondendolo dai suoi ricordi.
"So che non dovrei intromettermi nella tua vita privata, ma... sei sicuro di ciò che fai?"
Lasciò la presa sulla piccola fune che stringeva tra le mani facendo cadere un baule pieno di caccabombe sulle teste di alcuni ragazzini del primo di Serpeverde, era sicuro di ciò che faceva? No. 
Ma allora perchè lo faceva? Perchè era un idiota, ecco perchè.
"Sì, ne sono sicuro" ennesima bugia, ennesima volta che George capì: suo fratello stava sbagliando pur sapendolo ma lui non poteva farci niente, non era nessuno per giudicare il suo comportamento.
"Farò finta di crederti se è quello che vuoi"
"Grazie George" il gemello gli diede una pacca sulla spalla per poi ridere sommessamente: quei ragazzini erano sporchi dalla testa ai piedi e per di più puzzavano come non mai.

Mancava poco al grande giorno, Harry sarebbe riuscito finalmente a parlare con Sirius, ma Hermione aveva paura, e se lo avessero scoperto?
E se i gemelli non fossero riusciti a tenere a bada la Umbridge?
E se sarebbero finiti tutti nei guai?
I due si avvicinarono al trio accompagnati da Ginny, dovevano discutere del piano e degli ultimi particolari aggiunti "Allora?!" chiese Harry in ansia "Calmati Harry, siamo qui per dirvi che domani alle 5.00 del pomeriggio ci sarà uno spettacolo nel corridoio di Gregory il Viscido*, tenetevi pronti" aveva detto George guardando il ragazzo.
Hermione si soffermò a guardare Fred, aveva gli occhi scuri, spenti, come se qualcosa lo tormentasse, guardava nel vuoto con le sopracciglia aggrottate e le mani nelle tasche. Osservò il profilo del ragazzo notando le sue lentiggini a tratti chiare e a tratti scure, le labbra fini tenute in un broncio quasi invisibile.
Cosa ti succede, Fred?
Si alzò andandogli di fronte, era stanca e voleva aiutarlo in qualche modo "Posso parlarti?" tutti la guardarono sorpresi, compreso Fred che sembrò riacquistare quella luce spenta nei suoi occhi blu..
"Di cosa vorresti parlarmi, Granger?" il suo tono di voce era diverso, notò Hermione, più acuto e ironico  "In privato" continuò questa volta lei prendendolo per il maglione.
"Dove mi porti Granger?" la ragazza si fermò pensando, dove poteva portarlo? "Alla Serra" disse annuendo a sè stessa e tornando a camminare, Fred prese a seguirla, nessuno dei due parlò, era un silenzio carico d'imbarazzo e tensione.
Camminarono in quel tunnel buio per un po' arrivando finalmente alla porta della Serra, Hermione la spalancò e vi entrò seguita dal ragazzo.
"Allora?" chiese subito lui mentre chiudeva la porta "Che ti succede?"
"Niente" rispose semplicemente scrollando le spalle.
"Il niente non può tormentarti così" riprese a parlare Hermione abbassando lo sguardo, stava facendo la figura della ragazza impicciona - cosa che lei non era - ma non le interessava, era preoccupata per lo strano umore del ragazzo rosso davanti a lei.
"Appunto perchè è niente che riesce a tormentarmi" aveva assunto un tono di voce freddo e tagliente, Hermione alzò lo sguardo confusa, che voleva dire? E perchè si comportava così?
"Allora parlami, dimmi perchè ti tormenta" rispose quasi urlando.
"Non puoi capire, e poi a te cosa importa?!" continuò urlando anche lui, stavano litigando di nuovo, oh no.
"M'importa perchè per me sei importante, capisci?! Sei importante quanto Harry e Ron, sei l'unico con cui mi sono aperta realmente oltre a loro due, e scusami se mi preoccupo per te idiota che non sei altro!" urlò di rimando lei, si passò le mani tra i capelli frustrata da quella situazione.
Fred rimase spiazzato, per lei era importante, per lei...
Dannazione, non poteva dirgli certe cose, dopo non avrebbe fatto altro che starci peggio, cazzo.
Doveva mettere un freno a tutta quella situazione, doveva dirle addio a modo suo una volta e per tutte.
"Tu per me non sei nessuno" rispose in un sussurro, bugia, tremenda bugia, ma Hermione questo non lo poteva sapere, lei non capiva quando Fred mentiva.
Hermione rimase spiazzata per quella confessione e cercò di trattenere le lacrime, non voleva piangere per l'ennesima volta a causa di uno stupido Weasley, ma lei doveva aspettarselo, era stato solo un gioco per lui: quei sorrisi, quelle carezze, quel bacio, tutto un gioco.
"Stronzo" urlò lei, ferita, andando via e lasciandolo solo in quella stanza, corse a perdifiato verso il bagno dei Prefetti, lì sarebbe stata sola.
Aveva bisogno di piangere, quelle parole l'avevano ferita nel profondo creando una spaccatura al suo cuore dividendolo in due.
Dannato Weasley.
Dannata lei.
Che vada al diavolo.
Pronunciò la parola d'ordine ed entro nel bagno, si mise davanti all'unico specchio enorme che vi era al suo interno e si guardò, gli occhi lucidi e rossi, le labbra gonfie a forza di morderle e trattenere i singhiozzi, i capelli in subbuglio. Ma ciò che era messo peggio era il suo cuore, lo sentiva sanguinare.
Faceva così male il rifiuto di una persona?
"Tu per me non sei nessuno" quella frase le si ripeteva continuamente in testa, per lui non era niente e mai lo sarebbe stata. Si lasciò scivolare contro il muro poggiando la testa sulle ginocchia, iniziò a piangere e singhiozzare violentemente, lei lo sapeva, eppure perchè le faceva così male?
Perchè l'amore, un sentimento così bello e puro provocava un dolore simile?
Singhiozzò a lungo in quell'angolo di bagno addormentandosi a causa della stanchezza, delle lacrime versate e del mal di testa.
Sperava solo che quel sonno avrebbe portato via ogni suo dolore una volta per tutte.

Idiota, idiota, idiota, era questo che si ripeteva in quella serra buia, era riuscito a ferirla per l'ennesima volta nel giro di poco tempo.
"Sono un idiota" disse tra i denti colpendo un vaso facendolo andare a pezzi, immaginava il cuore di Hermione finire a pezzi come quel vaso di terracotta. L'unica differenza era che il vaso sarebbe tornato normale solo con un incantesimo mentre il cuore di lei no.
Colpì violentemente un altro vaso facendolo finire nel vetro della serra, anche quello si ruppe.
L'aveva fatto per lui, per lei, così una volta andato via l'avrebbe odiato e si sarebbe dimenticata tutto. Tutto.
Si passò le mani sporche di terra e sangue sul viso e tra i capelli sporcandoli. Si diede una ripulita con la bacchetta avvolgendo delle fasce alle mani e uscì dalla serra sperando di nascondere tutto ciò che era successo al suo interno, ora come ora non vedeva l'ora di andarsene da quel posto, da quel castello, non vedeva l'ora di riprendere la sua vita tra le sue mani e di gestirla come prima.
Tutto ciò che era successo in quelle mura dovevano rimanere in quelle mura.

"Che è successo, Freddie?" George aveva capito che qualcosa non andava, soprattutto dal fatto che aveva le mani fasciate "Niente Georgie, tranquillo, hai posizionato la trappola per tenere occupati i Serpeverde domani mattina?"
Cambiava discorso nascondendo ciò che sentiva, George lo aveva capito nuovamente ma lo lasciava nell'illusione di saper tenere segreto il suo stato d'animo.
"Sì, tranquillo Freddie" e con quel tranquillo non intendeva solo ciò che pensava lui, ma tutto quello che gli stava succedendo, doveva stare tranquillo, sì, ma il problema era che lui di pazienza ne aveva poca e di tranquillità in lui non c'era neanche traccia.
Chiuse gli occhi sperando che quella strana morsa che gli attanagliava lo stomaco andasse via, sperava che il sonno gli portasse via ogni pensiero, ricordo e dolore.
Ma ultimamente Fred era stanco di sperare.

"Hermione, per Merlino, stai bene!" quasi lo urlò Ron quando la vide rientrare in Sala Comune verso notte fonda.
Harry e Ron erano rimasti ad aspettarla non vedendola rientrare con il ragazzo dai capelli rossi, il quale correva senza degnare nessuno di uno sguardo per poi dirigersi verso i dormitori, e impauriti da un eventuale litigata avevano aspettando pazientemente.
Ron l'abbracciò di slancio e Hermione si lasciò cullare da quelle braccia tanto amiche.
Se solo loro sapessero...
"Che t'è successo? Hai l'aria stravolta!" e infatti era così, la divisa era leggermente sgualcita in alcuni punti, le maniche del maglione leggermente bagnate e gli occhi rossi e cupi.
"Io..." poteva dirglielo? Ma poi avrebbe dovuto raccontare tutta la storia, in fondo loro erano i suoi migliori amici, di sicuro avrebbero capito e non avrebbero giudicato.
"Devo raccontarvi un sacco di cose" disse solamente bisbigliando guardando i due che annuirono più seri che mai.
Si sedettero sulle poltrone davanti al fuoco dove prima c'erano solo i due ragazzi e iniziò a parlare sorridendo di tanto in tanto e rabbuiandosi verso la fine, quando arrivò al litigio di quella sera quelle parole tornarono a rimbombare nella sua mente facendola sentire di nuovo impotente e inutile come non mai.
"Fred è un idiota, ma non insensibile come come vuole far credere, se l'ha fatto c'è un motivo..." cercò di dire Ron, ma venne interrotto dalla ragazza che scuoteva la testa "No, non c'è nessun motivo Ron, se non quello di farmi star male, ma io ho chiuso con lui" disse la ragazza, ora che si era sfogata la tristezza era scemata via lasciando spazio alla rabbia. 
"Hermione, ora sei solo arrabbiata, non pensi realme..." il ragazzo sopravvissuto venne interrotto, anche lui, dalla ragazza "Sai cos'è peggio, Harry? Provare qualcosa di ben oltre all'amicizia per lui, qualcosa che non si può spiegare a parole, quindi più che arrabbiata con lui lo sono con me stessa che mi sono lasciata abbindolare così da lui" di nuovo sentiva le lacrime premere per uscire, senza dire altro salì nel dormitorio del quinto anno lasciando i due ragazzi dispiaciuti al piano inferiore.
Era la prima volta che Hermione dichiarava apertamente qualcosa a loro due, di solito quelli da consolare erano loro: Ron a causa del fatto che essendo l'ultimo figlio maschio della famiglia si sentiva inferiore a tutti gli altri e l'unica ad alzargli l'autostima era Hermione, Harry a causa del suo passato, del suo presente e del suo futuro si era ritrovato continuamente prove difficili da superare e negli ultimi cinque anni lei gli era stata più vicina che mai facendolo sentire un po' meno solo.
Ora entrambi si sentivano in dovere di aiutare la propria amica pur sapendo che non sarebbero arrivati lontani.

La notte appena trascorsa poteva essere catalogata tra le peggiori secondo Hermione, non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto, qualche volta le lacrime uscivano spontanee e senza permesso bagnandole le guance e cadendo sul cuscino, altre volte sbuffava spazientita, voleva solo dormire  e non pensare, ma a quanto pare non era possibile.
La mattina si ritrovò con delle occhiaie abbastanza evidenti e il sorriso spento.
Ginny aveva provato a farle spiccicare parola ma oltre a monosillabi non rispondeva, ai saluti alzava lo sguardo e sorrideva amichevolmente alla persona davanti a lei per poi tornare subito in un altro mondo immersa nei suoi pensieri.
Pensieri ovviamente popolati da lui, sapeva che ciò sarebbe durato un bel po' soprattutto avendolo continuamente davanti agli occhi, non faceva altro che vederlo ovunque: entrava il Sala Grande e mentre andava a sedersi lo vedeva lì intento a parlare e scherzare con gli amici e il gemello - che stranamente era più taciturno del solito - andava verso il cortile del castello e lui era lì che rideva, ancora, in Sala comune e lui era lì, davanti al quadro a parlare amorevolmente con Angelina.
E lei soffriva in silenzio perchè quella con cui si rivolgeva con tanta allegria e con quel sorriso non era lei, ma un'altra.
Ormai le 5.00 si avvicinavano e lei sperava vivamente che tutto filasse liscio "Andiamo? Mancano dieci minuti" disse Harry prendendo il suo mantello dell'invisibilità, Hermione annuì alzandosi, era pronta a tutto per il suo amico, lo era sempre stata e lo sarebbe sempre stata.
Scesero le scale e poi si guardarono, Ron diede il via libera e si mise il mantello dell'invisibilità sparendo del tutto davanti ai suoi occhi.
"Io ora vado, voi andate pure al punto d'incontro scelto dai gemelli, ci vediamo tra poco" e detto fatto, con un po' di battito accelerato - un po' per quello che rischiavano e un po' per quello che lei provava - corsero fino al corridoio dove già alcuni ragazzi si erano riuniti, nel bel mezzo del corridoio non c'era altro che una palude con tanto di acqua putrida e fetida capace di far venire il voltastomaco anche alla persona più forte di stomaco.
I Gemelli, che erano al centro della palude, sorridevano divertiti dalla scena, Gazza corse accompagnato dalla Umbridge, erano stati beccati e Hermione aveva paura, cosa sarebbe successo adesso?
"Pronto George?" disse Fred sfoderando la sua bacchetta "Pronto Fred" disse a sua volta George sfoderando la sua bacchetta, che avevano intenzione di fare?
"Voi, ragazzacci pestiferi, nel mio ufficio e subito!" urlò la Umbridge dirigendosi verso di loro cadendo però nello stagno "Fred, guarda, è tornata nel suo habitat naturale!" tutti scoppiarono a ridere.
"Accio scopa!" urlarono in coro, passò poco prima di sentire un tintinnio di catene e vedere le scope volare, i due l'afferrarono togliendo le catene e salendoci, sopra.
No, si ripeteva Hermione, non possono farlo, non può farlo.
"Beh, se volete venirci a trovare ci troverete al nostro negozio..."
"...al numero 93 di Diagon Alley*..."
"...lì troverete altri scherzi di nostra invenzione" dissero sorridendo. Pix svolazzava felice alla loro altezza, prima di andarsene Fred gli sorrise malandrino "Falle vedere i sorci verdi anche per noi Pix*" il poltergeist si tolse il capello facendo un lieve inchino.
I due dopo aver dato uno sguardo alla folla volarono via.
Hermione non poteva crederci, se ne erano andati e non l'avrebbe più rivisto tra quelle mura.
Per l'ennesima volta in due giorni si sentì tradita e ferita, lui non le aveva detto niente di quello che aveva in mente, lei realmente non era importante per lui.

Il vento soffiava forte tra i capelli scombinandoli più del dovuto, finalmente quelle mura erano lontane da lui, non sentiva più quel senso d'oppressione intorno a lui si sentiva libero, ma per quanto riguarda il cuore, beh, quella è un'altra storia.
Si sentiva come quando le aveva detto quelle parole, se non peggio.
L'aveva abbandonata, in un certo senso, e si sentiva in colpa, soprattutto perchè gli  aveva esplicitamente detto che per lui provava qualcosa.
Allora perchè s'era tirato indietro?
Per paura, semplicemente per paura, aveva paura di avere una relazione stabile con qualcuno, aveva paura di soffrire per quella persona, aveva paura di essere abbandonato un giorno e quindi, prima di poter essere ferito, ha deciso di ferire.
Il tramonto era luminoso davanti a lui, non parlava, nessuno dei due parlava. Nessuno dei due aveva bisogno di parlare per capire l'altro. In quel momento avevano solo bisogno di pensare a loro stessi.
Pur avendo compiuto quest'azione dispiaceva a entrambi lasciare la scuola, lì c'era la loro seconda famiglia, non avevano salutato nessuno: Angelina, Lee, Alicia, Katie, Neville, Luna, Harry, Hermione... ma loro avevano deciso così e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
"Sai, Fred, sono dell'idea che avresti dovuto parlare in modo diverso con Hermione..."
"Perchè?"
"L'ho vista mentre ce ne andavamo, era...come dire, triste, ecco"
Fred schioccò la lingua sotto al palato come per negare quello che diceva "Ora mi odierà più di prima"
"Forse, ma nei suoi occhi di odio per te non ne ho visto" e Fred si ritrovò a sperare per l'ennesima volta che il fratello avesse ragione.





Buonasalve beautiful people!
Come state? Io distrutta dopo aver scritto questo capitolo, mi sento tremendamente giù a causa delle parole che ho usato.
Come se non bastasse fa un caldo esagerato il che non aiuta molto.
Sto vivendo in simbiosi con il mio condizionatore, siamo una coppia fantastica tzè.
Ma ora torniamo al capitolo: sì, sono una stronza, lo so, ma davvero, non potete capire quanto mi sento in colpa.
Devo ammettere che mi è riuscito abbastanza bene questo (lasciatemi pavoneggiare pls) 
Volevo pubblicarlo prima ma a causa dei vari impegni (finalmente ho il tatuaggio che volevo lol) e altro davvero non sapevo quando scrivere, e poi c'era anche il fatto delle poche idee per il continuo.
Avevo tutti in testa, il litigio, i gemelli che se ne andavano, ma non sapevo come metterlo in atto.
Ma anyway, ci sono riuscita, no?
So che mi odierete, ma giuro che mi farò perdonare, vi dico solo che nel prossimo capitolo ci sarà altreattanta tristezza, ma di certo non mancherà un po' di allegria.
Spero mi perdoniate, a presto.

P.s come sempre cari lettori silenziosi, se volete recensire la storia, pure per dirmi che sono una stronza senza cuore, potete farlo. Non me la prendo eh.
Per mandare avanti la storia sono importanti i vostri pensieri e pareri, le vostre correzioni.

Vera

   
 
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