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Autore: rora02L    18/07/2015    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina, invece di scagliare il sortilegio che tutti noi conosciamo, avesse deciso di rovinare la vita alla figlia di Biancaneve ed il principe, togliendole il lieto fine ?Non ho copiato nessuno, anche se questa idea è già stata usata. Mi ispirerò a Il lago dei cigni, un misto tra la versione originale e quella del cartone.
Dal testo :
Una domanda le affiorò nella mente e chiese al re: “Padre … come si fa a capire quando si è innamorati ?” James sobbalzò, stupito dalla domanda. Le sorrise: “Quando si è innamorati, si pensa sempre all’altro. Si desidera passare tanto tempo con l’altra persona, rivederla e scambiarsi i propri pensieri. Si desidera la compagnia dell’altro ed il suo affetto.” Emma pensò che non avrebbe mai più potuto vedere quel bambino e sospirò: “Temo di essere innamorata, padre. Ma lui … non è un principe. L’ho incontrato mentre rubava del cibo, ma non è cattivo ! Lui … credo … di essermi innamorata di lui, padre.” Il buon re le sorrise, era contento che la figlia le avesse rivelato la verità. La rassicurò: “Bambina mia, ricordi cosa dicevo sempre a tua madre ?" La piccola annuì: “Che l’avresti sempre trovata.”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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13. Danze di fate, bambole e topi.



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Merlino era davvero sconcertato, non capiva come mai la famiglia reale fosse finita tra le grinfie di re Topo. Ma c’era poco tempo, se erano davvero in quel castello significava che erano in serio pericolo. Aprì con uno schiocco di dita la sua valigia, in cui aveva messo ogni tipo di oggetto magico per ogni evenienza.
Mentre Neal la reggeva, il ragazzo tirò fuori un mantello in pelle di lupo, dopo aver cercato al lungo. Chiuse poi la valigia e tirò fuori la sua bacchetta magica dalla manica della tunica azzurra. La puntò sulla valigia e le diede un colpetto, facendola rimpicciolire. La consegnò poi a Killian, chiedendogli di nasconderla in una delle tasche della sua giacca nera.
Mostrò ai due il mantello, spiegandone le proprietà magiche: “Questo è il mantello dell’invisibilità … - lo mise sulle sue spalle ed il suo corpo sparì, rimanendo dal collo in su – visto ? Useremo questo oggetto per entrare indisturbati nel palazzo di re Topo. Non toccate nulla. Cercheremo i reali nei sotterranei e nelle celle, sperando che non sia già troppo tardi …” Neal rabbrividì a quelle ultime parole ed il mago se ne accorse, così gli sorrise per rassicurarlo: “Non temere, il mio intuito dice che stanno bene. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di re James e della regina Biancaneve, quei due ne hanno passate tante …”
Il principe allora esclamò curioso: “Come fate a conoscere così bene i miei genitori ? Eravate conoscenti per caso ?” Il ragazzino scosse la testolina bionda: “No, non ci siamo mai conosciuti … ma io ho i miei informatori, diciamo.” Fece un occhiolino ad i due e gli spronò a mettersi insieme a lui sotto il mantello. Essendo in tre, ci stavano a fatica, ma l’importante era penetrare nel palazzo.
Arrivarono al ponte levatoio, che si aprì per far passare una carovana. La seguirono e passarono indisturbati, senza che le due guardie si accorgessero di loro. Killian e Neal rimasero esterrefatti quando videro che i soldati erano dei topi giganti con la divisa. Ma non fiatarono e continuarono a seguire Merlino all’interno. Scesero delle scalinate scure e strette, illuminate appena da alcune torce appese alle mura sporche ed anguste. Arrivarono infine alle segrete ed iniziarono ad ispezionare le celle una ad una. La maggior parte erano vuote o contenevano altri topi giganti.
Ne videro una che, stranamente, conteneva uno specchio. “Bingo !” esultò a bassa voce il mago, avvicinandosi alla serratura della cella arrugginita. Chiese ai due se vedevano delle guardie nelle vicinanze. La pista era libera. Estrasse allora la sua bacchetta e pronunciò alcune parole in una strana lingua, per poi colpire la serratura ed aprire così la cella. I tre entrarono e si tolsero il mantello per poter agire meglio, dato che le guardie non c’erano. Merlino, per sicurezza, fece un incantesimo di protezione, in modo da non essere scoperti. Esaminò poi lo specchio: era più sviluppato in altezza che in larghezza,  alto quanto un uomo adulto e con una cornice bianca in stile ottocentesco.
Il mago poggiò una mano sul vetro freddo, sentendo la presenza di una magia. Il problema era che non aveva idea di quale fosse né di come spezzarla. All’improvviso Neal si avvicinò allo specchio, con gli occhi sgranati. Balbettò emozionato, allungando un dito verso il vetro: “M-madre … siete davvero voi ?”
Appena toccò lo specchio, esso si ruppe in mille pezzi. Dall’altra parte c’erano i due reali, trasformati lei in una bambola e lui in uno schiaccianoci. Ma non c’era dubbio, i loro volti erano proprio quelli del re e della regina. “Neal, figlio mio !” esclamò la bambola, abbracciando di slancio il principe e singhiozzando commossa. “Sapevo che ci avresti trovati !” esultò poi il re, unendosi all’abbraccio tra i due.
“Sssh !” intimò Merlino, facendo segno di tacere. Non erano ancora fuori pericolo ed il mantello non era abbastanza grande da ospitare tutti e cinque. Dovevano inventarsi qualcosa. Magari un diversivo. Il giovane mago decise allora di consegnare il mantello alla famiglia reale e di fuggire insieme a Killian, attirando così l’attenzione dei soldati.
Il pirata non era entusiasta e Neal si offrì volontario al posto suo, ma Merlino scosse la testa: “No no, qua la tua magia non è controllabile al meglio … potresti perdere per sbaglio il controllo. In questo paese, la magia è molto più potente che nel nostro, io riesco a controllarla bene perché sono allenato … quindi, se non ti spiace, porterò il capitano con me, con la spada se la saprà cavare.” Il principe allora prese il mantello e sgattaiolò via con i suoi genitori.
Merlino sospirò, per poi esclamare rivolto al pirata: “Diamo un po’ di spettacolo, ora …” Estrasse la bacchetta e dissolse l’incantesimo che li proteggeva. Un soldato topo che passava di lì per la ronda li vide e si mise subito ad urlare per dare l’allarme, ma il mago lo stese facendo apparire una teiera e facendogliela cadere in testa. Subito accorsero altri soldati e Killian tirò fuori dal fodero la sua fedele spada.
Avere dei topi come avversari in un duello … sarà sicuramente una esperienza da ricordare. Ma guarda te che cosa mi tocca sopportare !
Parò un colpo proveniente da una guardia topo e lo disarcionò con un abile mossa di scherma, mentre Merlino si divertiva a far scivolare uno per uno i nemici, usando l’acqua e sapone di un secchio per le pulizie, aiutato da un paio di scope incantate. Il piccolo maghetto ridacchiava per lo spettacolo ed esclamò: “Erano secoli che non mi divertivo così ! – Killian deviò un colpo di spada e colpì un topo grigio al braccio destro – Ah, Jones … colpo da dietro !”
Il pirata fece appena in tempo a voltarsi per vedere un topo più robusto degli altri e dal pelo nero che stava per colpirlo con una spada a due mani, quando una scopa lo colpì dritto in testa, tramortendolo. Merlino rise: “Non c’è di ché, capitano …” Quando sconfissero tutte le guardie, risalirono le scalette ed optarono per la porta principale, dato che era l’uscita più vicina.
“Ehi, voi ! Intrusi, fermateli !” gridò un ratto dal pelo bianco, indicandoli. I due iniziarono a correre a perdifiato, Merlino cercava di tenere a bada i loro inseguitori con piccoli incantesimi, finché non arrivarono al ponte levatoio. Killian serrò i denti, chiedendosi come avrebbero fatto ad uscire e se Neal e gli altri erano già in salvo. “Merlino !” gridò rivolto al maghetto, che rispose spazientito: “Sì sì, ora ci penso io … dammi un attimo !”
Puntò la bacchetta verso il ponte levatoio chiuso e da essa uscì una palla di fuoco che fece scappare le guardie che sorvegliavano il congegno che faceva abbassare il ponte. Colpì poi la manovella con un raggio magico ed in questo modo il ponte si aprì. Il problema era che erano ancora inseguiti dalle guardie reali. Corsero il più velocemente possibile verso l’altra parte ed appena entrambi misero piede a terra, Merlino fece scomparire  il ponte da sotto i piedi dei topi, che caddero rovinosamente in acqua. Il giovane mago allora si inginocchiò a terra, sfinito: “Ah … erano … secoli … che non … che non correvo così …” Erano entrambi col fiatone e molto stanchi, Merlino di più perché usando la magia aveva dato fondo a tutte le sue energie.
Poco dopo apparve la famiglia reale e Neal chiese a Merlino se aveva bisogno d’aiuto, dato che il ragazzo sembrava veramente sfinito. Il biondino gli chiese di accompagnarlo il più lontano possibile, doveva assolutamente riposare e riprendere le forze. Uncino si accorse solo allora di essere stato ferito da una delle guardi: aveva un taglio netto sul braccio destro ed uno sul fianco sinistro ed iniziava a sanguinare. Biancaneve e James allora lo presero sotto braccio e seguirono Neal verso il bosco di dolciumi da cui erano venuti.

~

Emma respirava a fatica, si sentiva strozzata e aveva portato le mani al collo. Sapeva che però nessuno stava tentando di ucciderla, erano le sue ombre e la malvagità che si annidava nel suo cuore a renderla così. Agitava il capo in modo compulsivo e soffriva di dolori al petto. Stava peggiorando, eppure credeva che andare nella dimora estiva della sua famiglia l’avrebbe calmata. Boccheggiò in cerca d’aria e cadde a terra, perdendo lentamente i sensi. Prima di svenire, le parve di vedere due sagome umane entrare nella sua dimora ed una di loro l’aveva chiamata per nome.
Si riprese dopo qualche tempo, trovandosi sdraiata sul bianco divano del soggiorno. Aprì piano gli occhi ed una voce dolce le chiese: “Emma, stai meglio ?”
Portò una mano pallida alla fronte madida di sudore e mugolò, incapace di parlare. La testa le girava ancora e pian piano riacquistò l’equilibrio e la vista: davanti a sé, c’era Belle, china su di lei e con il volto preoccupato. Emma fece una smorfia di fastidio e brontolò: “Che diavolo ci fai tu qui ?” La bruna le sorrise e rispose serena: “Ero preoccupata per te …”
Un’altra voce si aggiunse a loro, questa volta maschile: “Bel modo per ringraziarci, principessa …” Era un ragazzo dai corti capelli mori e gli occhietti vispi, un po’ basso ma robusto e dall’aria alquanto scocciata. Emma gli mandò uno sguardo fulminante e ribatté acida: “Non ho certo chiesto il vostro aiuto … anzi, sono venuta qui proprio per non essere disturbata da voi e da tutti gli altri.” Will roteò gli occhi ed esclamò: “Belle, sei davvero sicura che dobbiamo aiutare questa qua ? Mi sta già facendo incazzare …” La bionda ringhiò verso il ladro, facendolo trasalire.
Venne calmata dal tocco dolce di Belle sulla sua spalla. Le riservò un sorriso sereno e la fece distendere nuovamente sul divano: “Mi hai fatto preoccupare, Emma … eri svenuta, sembrava che stessi molto male. Vuoi qualcosa da mangiare ?” La bionda scosse la testa, non aveva né fame né sete. Era il Signore Oscuro e non aveva bisogno di cose del genere. Riportò una mano alle tempie, che ancora pulsavano dolorosamente, finché non sentì una forte stretta al cuore. Portò una mano al petto e spalancò la bocca, cercando aria. “Emma !” gridò spaventata Belle, avvicinandosi a lei e cercando di capire cosa stesse succedendo alla principessa.
Anche Will scattò in piedi, alzandosi dalla sedia che aveva portato lì dalla cucina.
Emma respirava a fatica e la sua mano stringeva la carne attorno al petto, finché non estrasse il suo cuore: era grande quanto la sua mano, nero e scheggiato ai bordi, ma al centro pulsava ancora ed era di un colore rosso vermiglio. Solo allora la principessa riacquistò il respiro e si calmò, accasciandosi sul divano. Teneva ancora stretto tra le mani il suo cuore e non sapeva bene cosa farci: sicuramente non lo avrebbe rimesso a posto. Dentro di esso vi era una guerra tra le forze del bene e del male e le prime stavano perdendo terreno ogni giorno che passava, procurando dolori atroci alla ragazza.  Belle sospirò sollevata e Will ritornò calmo a sedersi, riflettendo sull’accaduto.

~

“Belle … dobbiamo parlare.”
La bruna si voltò verso Will, con in mano il bollitore, e lo guardò curiosa: “Dimmi, ti ascolto.” Versò il contenuto dentro due tazzine da tè, mentre il ladro continuava a picchiettare il tavolo con le mani. “Si tratta di Emma. Non avevo mai visto un cuore del genere … temo abbia bisogno di aiuto da uno specialista. Non so, una strega che si occupa di cuori o cose del genere …” Belle sospirò e scosse la testa: “Non ne conosco nessuno e poi stiamo parlando del cuore del nuovo Signore Oscuro … non è una cosa di cui tutti possono occuparsi e non ci possiamo fidare di una persona sconosciuta, tanto più praticante di magia del genere …” Si sedette spossata sulla sua sedia, davanti ad una tazza calda di tè. Will aveva il volto basso e fissava il tè, accarezzando con le mani la porcellana e perdendosi in ricordi del passato dolorosi e nitidi.
So bene cosa si prova ad avere il cuore a pezzi … io l’ho provato e non ho potuto fare altro che supplicare affinché mi venisse strappato il cuore.
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì qualcosa di morbido e fresco toccargli la mano, fermando il suo continuo andirivieni. Sobbalzò sorpreso ed alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri di Belle, che gli sorrise: “Andrà tutto bene. Vedrai.”
In realtà nemmeno lei credeva alle sue stesse parole. Ma non era più né una principessa né una governante: era un leader e doveva tenere alto il morale dei suoi compagni, dando ad ognuno di loro speranza, anche se lei non ne aveva. Da quando era morto Tremotino, viveva solo per la sua causa: deporre Regina, ad ogni costo. Ma il suo cuore soffriva continuamente per la sua perdita, ancora non riusciva ad accettare la morte del suo amore.
In quel momento Emma apparve sulla soglia della porta, i capelli biondi per aria ed il viso stravolto. Guardò la mano della bruna su quella del ragazzo e ghignò sadica: “Vedo che hai sostituito in fretta il caro Tremotino …” Belle serrò la mascella e rispose furiosa: “Io non l’ho dimenticato !”
Emma fece un sorrisetto malefico e si sedette davanti alla bruna, dall’altra parte della tavolata. Materializzò una tazzina che Belle conosceva benissimo, dal bordo scheggiato ed un disegno floreale sopra. La principessa aprì la mano destra: una nube di fumo la circondò, scomparendo per lasciare tra le dita della bionda un cucchiaino d’argento, che usò per rigirare il suo tè. Belle aveva le mani che fremevano di rabbia, non poteva sopportare un simile affronto. Scattò in piedi, rossa in volto: “Sai benissimo che cosa simboleggia per me quella tazza ! Smettila subito, Emma.” L’Oscura fece spallucce ed iniziò a bere il tè dalla tazza. Ma quando appoggiò le labbra sul bordo scheggiato, venne colpita da uno schiaffo da parte della bruna, che fremeva di collera verso di lei. La principessa fece un ghigno storto, compiaciuta.
Will si alzò dalla sedia e fece calmare Belle: “Lo fa solo per farti infuriare … vuole che ce ne andiamo da qua, lo fa per proteggerti. Ricordati che lei ha i poteri dalla sua, vedi di non esagerare.” La bruna annuì, con le lacrime agli occhi. Emma guardò il suo volto e ne fu colpita.
Che cosa sto facendo ?
Abbassò il capo, dispiaciuta per le sue azioni, e consegnò la tazzina a Belle. Si alzò allora dalla tavolata e si ritirò nella sua camera, singhiozzando.
Ormai non c’è più speranza per me … mi sto trasformando nel nuovo Signore Oscuro. Presto il mio cuore si tingerà completamente di nero e diventerò incapace di amare …
Gettò il volto piangente tra le morbide lenzuola del suo letto a baldacchino, quello che usava da piccola e che ora sapeva di polvere e di un passato che non avrebbe mai riavuto indietro.

~

“Ah !” gemette Killian per il dolore, mentre la regina gli fasciava la ferita al fianco, per poi dedicarsi a quella al braccio. Merlino intanto dormiva tranquillo usando il mantello dell’invisibilità come un comodo materasso di fortuna. Il pirata lo guardò con gli occhi chiusi ed il volto rilassato, chiedendosi come fosse possibile che un ragazzino simile fosse in realtà il più grande mago di tutti i tempi. Aveva sentito molte leggende su di lui, ma tutte lo ritraevano come un vecchio saggio dalla lunga barba bianca. Io qui vedo solo un bambino … un bambino senza una famiglia.
Uncino sapeva bene cosa voleva dire vivere senza i propri genitori e quel ragazzino, in qualche modo, gli ricordava lui da giovane. Anche se lui non aveva mai avuto poteri magici al di sopra di tutti. Biancaneve strinse le bende per farle aderire, facendo però mugugnare il moro di dolore. Nel mentre, Neal raccontava le loro avventure, da quando i due reali erano stati portati in quel mondo. Il re poi raccontò la loro storia.
Il castello era stato preso da Regina, ormai tutti i loro soldati ed amici erano stati sconfitti. Biancaneve allora chiese a Cappuccetto di occuparsi di suo figlio, mentre loro avrebbero tenuto la strega occupata il più possibile. James avrebbe voluto che anche la moglie andasse con loro via dal palazzo, ma la mora si era rifiutata categoricamente: “Io non ti lascio, James.” Lo aveva poi preso per mano ed entrambi si erano diretti verso l’entrata del castello, con le spade pronte al combattimento. La strega, appena li vide venire verso di lei, fece un ghigno malefico e gridò: “Biancaneve, finalmente sei uscita allo scoperto … temevo di dover decimare l’intera popolazione prima di trovarti, vedo cha ancora sei la solita sciocca sentimentale …” La regina digrignò i denti e lanciò una freccia verso il nemico, che però la deviò con l’uso della magia. La regina cattiva rise divertita. Iniziarono così il loro scontro, cercando di prendere tempo per permettere la fuga del principe.
Ma ben presto Regina ebbe il sopravvento e li catturò, per poi materializzarsi davanti a Cappuccetto e Neal. La ragazza lupo lottò con tutte le forze per proteggere il principino, ma venne sconfitta da Regina, che la catturò e la portò nelle segrete del suo palazzo insieme ai due reali. Neal rimase da solo e Regina gli strappò il cuore dal petto, modificando così i suoi ricordi e rendendolo il suo servo fedele ed amante.
La strega aveva infine deciso di mandare i suoi due nemici giurati in una terra in cui avrebbero sofferto da soli, in esilio, con dei corpi non loro: li aveva trasformati in giocattoli e spediti in quella terra desolata dove ogni cosa è fatta di dolci ed i topi regnano in modo spietato. Avevano cercato invano un modo per riprendere i loro corpi umani e ritornare a casa, ma erano stati catturati dal re Topo per bracconaggio.
Quando sentirono tutto il racconto di Neal, Biancaneve pianse silenziosamente, mentre James era rimasto sconvolto dalla notizia e gemette sconsolato: “La mia bambina … povera la mia dolce Emma …” La notizia li aveva distrutti e si chiesero se davvero non c’era nulla che potessero fare per salvare la principessa da quel destino infausto. In quel momento, sentirono la voce di Merlino, che si era appena svegliato dal suo pisolino: “Un modo … ci sarebbe anche … ma è … molto rischioso e mai provato prima … e non basterebbe nemmeno la mia magia.” Gli occhi di tutti si puntarono sul mago, supplicandolo di continuare. Merlino si schiarì la voce e continuò: “Si potrebbe … almeno credo … dividere la malvagità  contenuta nel pugnale. Oppure disperderla in un altro mondo. In ogni caso, quella oscurità ha bisogno di un contenitore. Non si può distruggere … se volete salvare Emma, dovrete condannare qualcun altro per forza.” Meditarono al lungo sulle parole del biondino, non trovando alcun conforto in esse. Possibile che la malvagità che attanagliava il cuore di Emma fosse indistruttibile ?
Merlino ordinò loro di andare a dormire: “Domani dovremo svegliarci presto … c’è una sola persona che può aiutarvi a riacquistare la vostra forma umana ed è la Fata Confetto. Vive nella Vallata di Primavera, a tre giorni di strada da qua. Sono certo che lei vi aiuterà.” Sorrise incoraggiante a Biancaneve ed il marito, per poi spegnere il fuoco con uno schiocco delle dita ed esclamare: “Buona notte !”

~

Will picchiettava la punta del piede sul pavimento della sala da pranzo del castello, nervoso: “Io non faccio da baby sitter al Signore Oscuro ! Scordatelo, Belle ! Torno da Robin e gli altri …” La bruna gli fece uno sguardo di rimprovero e disse: “Emma ha bisogno di noi. Non guardarla come il Signore Oscuro, ma come la principessa … lei è ancora la principessa Emma.” Gli prese una mano e lo guardò con fiducia. Scarlett roteò gli occhi rassegnato: “Per mille diavoli ! E va bene, faremo come dici tu … io farò il secondo turno, così potrai riposare.”
La ragazza gli sorrise ed insieme salirono le scale verso la camera da letto. Non fu difficile trovare quella dove si era rifugiata Emma, dato che si sentiva il rumore dei suoi singhiozzi ed era l’unica chiusa con la magia. Belle scelse la camera subito dopo, mentre Will la precedente. Si augurarono buona notte ed il Fante rimase davanti alla porta della principessa, per sorvegliarla.
Come se potessi fare qualcosa nel caso in cui impazzisse un’altra volta … per mille diavoli, Belle ! Tu e le tue idee geniali da eroina …
Appoggiò la schiena al legno scuro della porta, ascoltando paziente il rumore del pianto della giovane all’interno. Sembrava che la sua sofferenza fosse molta e ne ebbe pietà, tanto che si azzardò a parlarle, avvicinando la bocca alla porta: “Ehi … senti, credo che sarebbe meglio se tu la smettessi di piangere. Non risolve nulla … e farebbe diventare i tuoi occhi ancora più spaventosi … - si maledisse nel momento esatto in cui disse quella stupida frase – aah, scusa … non volevo offenderti, solo che … tendo a dire quello che penso senza riflettere prima …”
Notò che il pianto era cessato. Emma infatti aveva alzato il capo dai cuscini e guardava curiosa attraverso il buco della serratura. Si chiese chi fosse quel giovane, che in qualche modo le ricordava il suo amato Killian. Deglutì ed sussurrò con voce roca per il pianto: “No … fai bene a dire ciò che pensi …”
Will sospirò, sentendosi in salvo, ed esclamò: “Per fortuna che la pensi così, temevo che mi avresti trasformato in un rospo o robe simili !”
Emma ridacchiò, seguita dal ladruncolo. “No, non lo farò … non voglio essere cattiva … - bisbigliò lei, mettendosi a sedere sul letto, con le ginocchia al petto – mi dispiace moltissimo per quello che ho fatto a Belle … non volevo.” Le lacrime ritornarono sui suoi occhi. Era spaventata da quello che era diventata e dal fatto che non sapesse controllarsi. Nascose il viso tra le ginocchia, cercando di calmarsi per mantenere il controllo su di sé. Will esclamò: “Non devi preoccuparti, sa che non è colpa tua … sei fortunata, Belle è una brava persona e non porta rancore … penso che se lo avessi fatto con me, non sarei mai riuscito a perdonarti.”
Quelle parole attirarono l’attenzione della principessa, che intuì un velo di malinconia che solo una pena d’amore poteva procurare. Così chiese a bassa voce: “Hai perso qualcuno che ami anche tu ?”
Il moro annuì, ancora appoggiato alla porta: “Sì … molto tempo fa … la amavo. Ma lei … mi ha solo usato.”
Emma sobbalzò a quelle parole, ricordandosi la visione che lo specchio le aveva mostrato e tutte le paure ed i dubbi che aveva avuto sull’amore sincero che Killian nutriva per lei. Strinse i pugni fino ad imbiancare le nocche e disse con tono severo: “No. Se era vero amore … non lo faceva per usarti. Lei ti amava. E se è vero amore … - sorrise, ricordando le dolci parole del padre – vi ritroverete. Sempre.” Una lacrima solitaria solcò il volto pallido della bionda, che aveva spostato lo sguardo verso la finestra, per guardare il mare in lontananza.
Killian … ritrovami.
Will Scarlett sospirò, ricordando il suo amore perduto: “Lo spero tanto, Emma …”

~

“Detesto questo posto !” gridò furioso Killian, tagliando con il suo uncino la vegetazione di liquirizia e bastoncini di zuccheri che bloccavano loro il cammino. I suoi stivali erano ricoperti di zucchero a velo appiccicoso e nell’aria c’era fin troppo odore di dolci per i suoi gusti. Devo andarmene di qua il più presto possibile ! Emma, sto arrivando …
Il re James e Neal aiutavano con i loro mezzi il pirata: il primo con la spada giocattolo che aveva in dotazione e l’altro con i suoi poteri. Merlino stava con Biancaneve dietro di loro e dava istruzioni: “Ora andiamo a destra …” Uncino detestava prendere ordini da quel ragazzino, ma dovette obbedire. Per fortuna, erano quasi arrivati alla meta e potevano già vedere da lontano una valle ricoperta di fiori di zucchero. Quando arrivarono, notarono che delle fatine luminescenti e grandi quanto un pollice d’uomo danzavano leggiadre tra i fiori multicolori, a ritmo di una musica proveniente da lontano che anche loro potevano udire.
Il mago sbuffò: “Diamine, siamo arrivati nel momento sbagliato … temo proprio che dovremo unirci alle danze. Sapete ballare, vero ?” Guardò i presenti, che annuirono tutti. “Bene …” sospirò sconfitto e si posizionò al centro della vallata, guardando gli altri, che erano rimasti fermi ai loro posti: “Si può sapere cosa state aspettando ? Muovetevi.” Biancaneve fu la prima a seguire le istruzioni del biondino, seguita dal marito e dal figlio.
Killian invece stava iniziando a perdere la pazienza. Guardò gli altri posizionarsi in coppie: la regina ed il re, Merlino ed una piccola fatina blu che ballava sul palmo della sua mano, Neal ed un’altra fatina rosa che gli danzava sul capo. Stava per sbraitare qualcosa all’indirizzo del giovane mago, quando una mano dolce e delicata si posò sulla sua spalla: “Siete senza una compagna, messere ?” Si voltò lentamente, trovandosi davanti una ragazzina sui dodici anni con dei lunghi boccoli biondi raccolti in una acconciatura ed un abito bianco da ballerina molto vaporoso e arricchito da gemme luminose.
La giovane sorrise al pirata, guardandolo con i suoi occhi azzurri. Lo prese per mano e lo portò al centro della pista, accanto a Merlino e la fata azzurra. Il giovane si esibiva in una danza molto formale e ben fatta, ma i suoi occhi vennero subito catturati dall’arrivo della fata. Le sorrise e le fece un inchino: “Onorato di rivederla, Fata Confetto.” Lei sorrise e ricambiò il saluto, inchinandosi leggermente: “Il piacere è mio, mio caro Merlino.”
Tra i due sembrava esserci molta confidenza, ma Killian preferì non dire una parola e seguire invece i passi di danza classica che la fatina compiva davanti a lui. Mai come allora si ritrovò in difficoltà durante un ballo, ma non voleva dimostrarsi inferiore a Merlino o agli altri.
Dopo circa una ventina di minuti, la musica terminò e venne salutata da un gridolino di giubilo proveniente dalle fatine della Valle. Fata Confetto sorrise e batté le pallide mani, ringraziando i presenti per il ballo. Merlino allora si avvicinò a lei, con lo sguardo adorante: “Devo parlarvi di una cosa importante … ecco, loro sono il re James e la regina Biancaneve … - indicò con un cenno della mano la bambola e lo schiaccianoci, che fecero un inchino rispettoso – siamo venuti al vostro cospetto per chiedervi di ridar loro l’aspetto umano, Fata Confetto.”
Un rossore di imbarazzo imporporò le guance del ragazzo quando i loro sguardi si incrociarono e spezzò il contatto visivo voltandosi verso Killian. Il pirata rideva sotto i baffi, divertito dal comportamento del mago, così tipico di un ragazzino innamorato.
Avrà pure duecento mila anni e passa, ma ancora non ha imparato a parlare con una donna … è ancora un ragazzino.
La ricciolina si avvicinò curiosa a Biancaneve e James, analizzando le loro fattezze e girandogli intorno. Alzò poi un braccio di legno dello schiaccianoci, con una smorfia di stupore e meraviglia sul viso, ed esclamò: “Un incantesimo decisamente ben fatto … ma non dovrebbe essere un problema riportarvi alla vostra forma umana, grazie alla polvere di fata.” I due reali si illuminarono di gioia all’idea di poter finalmente tornare umani. La fata fece un gesto con la mano destra finché non comparve dentro il suo palmo un mucchietto di polvere bianca come il latte e luminosa quanto la luce del Sole. Arricciò le labbra e vi soffiò sopra, indirizzando la polvere verso i due giocattoli, che vennero circondati dalla polvere, ritornando man mano umani: prima gli arti, poi la testa, il busto, fino ad arrivare alla trasformazione completa.
Il re e la regina indossavano ancora la tenuta da battaglia. James aveva l’armatura e una spada vera legata alla cintura, mentre Biancaneve aveva una corta gonna con sotto dei pantaloni comodi ed una maglietta dalle maniche a sbuffo bianca. Si guardarono con gli occhi carichi di lacrime di gioia, dopo tanti anni si erano quasi dimenticati del loro vero aspetto ed avevano perso le speranze. Si abbracciarono commossi e si baciarono sulle labbra, stringendosi con tutte le forze. Ringraziarono calorosamente la Fata Confetto, che gli sorrise: “Di nulla, miei cari … vi aspetta un cammino tortuoso. Restate uniti.”

~

Emma si alzò dal letto, certa che ormai Belle si fosse addormentata davanti alla sua porta. Sospirò, pensando a quanto era cocciuta quella ragazza e chiedendosi come mai avevano deciso di farle da cane da guardia, quando era palese che non ne avevano i mezzi. Con un gesto della mano si smaterializzò fuori dalla casa, nel buio della notte, illuminata solo dalla luna piena. La bionda controllò di avere con sé il pugnale, legato alla cintura dei pantaloni neri in pelle, si coprì con un mantello scuro e legò i capelli in una coda, usando il nastro che Killian le aveva dato sulla nave. Sentiva ancora l’odore di lui ed il suo ricordo era insopportabile.
Aveva voglia di distruggere, di sfogare la sua ira ed era stanca di aspettare: era arrivato il momento di prendersi ciò che desiderava, ossia la sua vendetta contro Regina. Non le importava il fatto che ucciderla l’avrebbe condannata per sempre all’oscurità, era un prezzo che era disposta a pagare. Si materializzò poi nella stanza della regina cattiva, trovandola dormiente nel letto a baldacchino.
Non aveva ancora deciso come ucciderla, ma pensava che strapparle il cuore e polverizzarlo davanti ad i suoi occhi potesse andare bene. Si avvicinò così alla mora, che dormiva placidamente tra le coperte di broccato rosso cupo ricamate di nero. Stava per svegliarla, quando si accorse che non era sola nel giaciglio. Spalancò gli occhi alla vista del ragazzino bruno che la veniva a trovare al lago, ora era accoccolato tra le braccia della sua nemica, con un viso sereno e tranquillo. Si ricordò che Regina era la madre adottiva di quel moccioso e una parte di lei le urlò di fermarsi, almeno per pietà verso il ragazzo. Non ce la fece e serrò la mascella, contrariata dal suo stesso comportamento. Devo prima liberarmi del moccioso.
Iniziò a voltare su sé stessa, facendo danzare con lei il mantello scuro e si cambiò d’abito: indossava una veste candida dall’ampia gonna ed i suoi capelli erano raccolti in uno chignon elegante, mentre le sue mani erano coperte da dei morbidi guanti bianchi. Bloccò Regina con un incantesimo per assicurarsi che non li disturbasse e si avvicinò al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla e sussurrò il suo nome per tre volte, dritto nell’orecchio di lui.
Il giovane si svegliò confuso e la guardò, chiedendole: “Emma … sei tu ? – si stropicciò gli occhi, credendo di sognare – Ma cosa ci fai qui ? Se mia madre ti vede …” Lei gli indicò la madre, mostrandogli che era sotto un suo incantesimo: “Non ci disturberà. Henry, ti devo urgentemente parlare. Ti ricordi quando al lago ti mostrai i miei poteri e tu dissi che non ne avevi paura perché anche tua madre li aveva ? – lui annuì – Henry, tua madre non è come me … lei non vuole il tuo bene e tu lo sai. Lei non ti ama. Ti usa solo per colmare un vuoto che ha dentro, ma non le importa nulla di te. Lo sai anche tu.”
Il ragazzo sgranò gli occhi, non capendo come la principessa sapesse dei suoi dubbi sull’affetto della madre nei suoi confronti. Regina non aveva avuto una vera madre ed era sempre molto indecisa sul comportamento da tenere col figlio adottivo, che non si sentiva mai davvero al suo posto in quel palazzo, dove tutti temevano il potere della regina cattiva e nessun bambino voleva avvicinarlo per colpa di lei.
Emma gli sorrise e continuò: “So cosa vuol dire non sentirsi al proprio posto. Vieni con me, Henry. Ti porterò dai tuoi veri genitori. Ti stanno aspettando.”



Angolo autrice:
Eccomi con il capitolo nuovo ! Spero vi sia piaciuto, lo scorso è stato letto da 113 persone per ora ... direi un buon numero :)
Per gli appassionati della coppia, vi avviso che presto ci sarà un piccolo momento tra Robin Hood e la nostra malvagia Regina ... che forse tanto cattiva non è. Devo dire che lei è un personaggio difficile da rendere, essendo contraddittorio e a volte molto impulsivo.
Forse avrete notato la mia simpatia verso il Fante di Cuori, Will Scarlett ... che posso dire, mi ha stregata in Once Upon a Time in Wonderland ... inizialmente lo odiavo XD
Per critiche, appunti e recensioni ... sapete cosa fare XD Grazi per aver letto, soprattutto alle mie due fedelissime ;)
A presto !
La vostra Rora-chan

 
  
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