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Autore: Divano_a_castello    19/07/2015    2 recensioni
Premessa: Allora, questo è il mio primo racconto quindi se volete commentare (e mi piacerebbe) tenetene conto e non siate troppo crudeli. Inoltre vorrei ricordare che questo è un racconto dell’ universo di “The Batman”, il cartone. Detto questo vi auguro buona lettura :)
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barbara Gordon, Dick Grayson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati ormai diversi mesi dallo scontro con Bane e a villa Wayne si passa un tranquillo pomeriggio primaverile. Gotham non è sotto la minaccia di alcun super criminale, quindi il cavaliere oscuro e il suo partner possono concedersi un po’ di tempo libero. 
 
Bruce stava tranquillamente leggendo la versione digitale del giornale di Gotham dal suo tablet di ultima generazione, quando la sua attenzione cadde su un articolo intitolato “Domani a mezzogiorno e mezza la Wayne enterprieses terrà una conferenza stampa sulle ultime innovazioni tecnologiche, ospite d’onore il CEO Bruce Wayne”. Leggendo quelle parole Bruce rimase confuso, perché nessuno l’aveva avvertito? Poi si ricordò improvvisamente della chiamata di Lucius Fox qualche settimana addietro. Si ricordò anche che non le diede particolare attenzione perché stava lavorando a un caso. “Quand’è che Lucius imparerà a mandarmi dei promemoria?” pensò tra se e se il paladino di Gotham.
“Alfred domani ho la conferenza per la presentazione dei nuovi prodotti. Inizia a mezzogiorno e mezza e non so se finirà prima delle sei”
“Che razza di conferenza inizia a mezzogiorno e mezza?” chiese Dick senza smettere di giocare al suo videogioco.
“Una conferenza con buffet” rispose Bruce.
Alfred stava per dire che non ci sarebbe stato alcun problema, ma prima di aprire bocca gli venne un’idea
“Mmmh, allora temo che il signorino Dick dovrà arrangiarsi per il pranzo” disse il Maggiordomo.
“Che? Perché?” chiese Dick sempre restando concentrato sul duo gioco.
“Per accompagnare il signor Bruce non c’è problema, ma per il ritorno dovrei attraversare mezza Gotham nell’ora di punta. Dubito di riuscire a tornare a casa prima delle 2” spiegò il maggiordomo.
“Alfred non c’è problema, posso prendere la mia auto” disse Bruce.
“E dove la parcheggia? Le è stato revocato il parcheggio privato visto quanto poco lo usa” disse il maggiordomo a difesa della sua tesi.
“Ho comunque l’accesso ai posti del personale” ribatté Bruce.
“Ma sarà presente più della metà del personale, sarà improbabile trovare un posto libero”
“Mmmh. Temo tu abbia ragione Alfred” ammise Bruce sconfitto.
“E io che faccio?” chiese Dick lamentandosi.
“Stai tranquillo Dick ti prenoto un tavolo nel miglior ristorante della città” lo rassicurò Bruce.
“Oppure più semplicemente può andare a pranzo da Barbara. Non le pare una soluzione più semplice?” disse Alfred.
“In effetti” ammise Bruce.
“Ah ok, le manderò un messaggio” disse Dick riuscendo a trattenere perfettamente la gioia che provava alla sola idea di pranzare da Barbara.
Bruce andò quindi in camera sua, Alfred si mise a spolverare e Dick continuò a giocare al suo videogioco (aveva finalmente un giorno libero e aveva deciso come l’avrebbe passato).
Quando Alfred iniziò a spolverare la scaffali era di fianco alla televisione Dick chiese
“Alfred perché hai insistito tanto per convincere Bruce che fosse necessario che io mangiassi fuori?”
“Cercavo di aiutarla” rispose tranquillo il maggiordomo.
“Aiutarmi per cosa?” chiese il ragazzo meraviglia.
A quel punto Alfred rivolse uno sguardo al ragazzo che gli fece intendere tutto.
“Ah. Quello. È così evidente?” chiese Dick con tono colpevole.
“Oh sì. Ma io la vedo tutto il giorno tutti i giorni da tre anni ormai, quindi è facile per me notarlo” rispose Alfred.
“Per te lei l’ha notato?”
“Non credo signorino, ma non conosco Barbara abbastanza bene per dirlo, ma la conosco abbastanza per dire che siete molto importante per lei” disse il maggiordomo, strappando così un sorriso dalla faccia di Robin.
“Penso che sareste una magnifica coppia” aggiunse ridacchiando e imbarazzando a morte Dick che arrossì Bruscamente.
 
 Era l’una meno un quarto, aspettando la campanella che avrebbe segnato la fine della giornata scolastica e l’inizio del pomeriggio che avrebbe passato con Barbara (Barbara aveva infatti proposto a Dick di restare anche dopo pranzo e lui ha immediatamente accettato) Dick si stava ripassando mentalmente cosa doveva fare.
“Allora, sii educato. Non troppo però, educato quanto lo sarà lei. Interessati a TUTTO quello che le interessa.  Ridi sempre alle sue battute. Qualsiasi cosa lei dica tu dalle sempre ragione ” e così via verso l’infinito e oltre.
Quando la fatidica campanella infine suonò, Dick era così immerso nei suoi pensieri che quasi non se ne accorse. Dick allora prese lo zaino e si precipitò fuori dalla scuola. Visto che la classe di Barbara è la più vicina all’uscita lei era già lì ad aspettarlo. Nonostante tutto lo sforzo con cui Dick stava cercando di memorizzarsi i punti da rispettare, questi svanirono non appena vide Barbara per fare spazio all’unico pensiero “Dio mio quanto è bella”.
“Ehi eccoti!” salutò Barbara.
“Ehm, sì, ecco, io… eccomi”
“Che hai? Qualcosa non và?” chiese la rossa.
“Uh? No niente, tutto a posto, è solo che oggi mancavano dei professori e mi sono ritrovato tutte e cinque le ore con la prof di inglese” si giustificò Dick,
“Quella che andrebbe rinchiusa ad Arkham di cui mi avevi parlato?” chiese Barbara.
“Proprio lei. Puoi immaginare da sola come sia ridotto il mio cervello”
“Stai tranquillo, il pranzo che ti preparerò ti rimetterà in sesto” affermò Barbara allegramente.
“Cosa vuoi prepararmi?” chiese incuriosito il ragazzo meraviglia.
“Eeeeh… lo vedrai”                                                                                                                                    
I due ragazzi si incamminarono dunque verso casa Gordon raccontandosi la giornata a vicenda.
“Non ci credo” disse incredulo Robin.
“Ti dico che è così” ribatté decisa Barbara.
“Vorresti farmi credere che Bill Faston (non chiedetemi dove ho rimediato sto nome) al quinto professore di fila che lo interrogava quel giorno… ha mostrato il sedere? Non esiste qualcuno tanto scemo” disse Dick.
“Beh cavolo, cinque interrogazioni su cinque in un giorno, è abbastanza normale dare di matto”
“Se avesse dato di matto avrei capito. Ma per mostrare il sedere a un prof devi essere proprio un demente” ribatté Dick.
“In effetti hai ragione” ammise Barbara ridacchiando.
“Eccoci arrivati comunque” aggiunse la rossa aprendo il portone.
I ragazzi salirono le scale e dopo 12 rampe di scale (4 piani per capirci) arrivarono all’appartamento di Barbara.
“Ma un ascensore per esempio?” disse Dick sbuffando.
“Non mi dire che il ragazzo meraviglia si fa sconfiggere da un po’ di scale?” disse Barbara scherzosa.
“Non è che mi faccio sconfiggere, solo che se lo sapevo entravo dalla finestra usando il rampino. A proposito, misà che questa è la prima volta che entro in casa tua dalla porta” disse Dick.
“Perché questa è la prima volta che entri in casa mia perché sei stato invitato”
“Oh scusa, non lo faccio più”
“Dai scherzavo, è fico avere un amico che per parlarti entra dalla finestra di camera tua” disse Barbara sorridendo a Dick che ricambiò subito il sorriso arrossendo leggermente e pensando “Mi considera fico”.
“Ora tu fatti un giretto per casa mia mentre io preparo il pranzo. Tranquillo la gran parte l’ho preparata ieri, non ci metterò molto”
Dick allora iniziò a girovagare per casa Gordon, cercando di evitare a dare a intendere che stesse andando verso la camera di Barbara. Infatti, benché le numerose visite notturne fatte durante le ronde per fare due chiacchiere con Barbara, o le numerose volte che entrava per avvertirla se c’era bisogno di lei, Dick aveva un’idea vaga sulla camera della ragazza e pensava che dando un’occhiata avrebbe potuto scoprire qualcosa di più per fare colpo. Appena entrato vide subito ciò che già si ricordava di aver visto, e ciò che si immaginava di trovare (i suoi dischi preferiti, i poster dei suoi film preferiti, i suoi libri preferiti e così via) poi notò un piccolo quadernino appoggiato in cima alla pila di libri e riviste sul comodino. Sulla copertina c’era scritto “Diario di Barbara Gordon”.Il ragazzo fu pervaso dalla tentazione, leggendolo avrebbe saputo tutto quello che era necessario per far colpo su Barbara, e avrebbe scoperto come la ragazza lo considerava; d’altro canto  se lo leggesse e Barbara lo scoprisse si arrabbierebbe a morte con lui, e in più violerebbe la sua privacy, era una cosa sbagliata. Quindi benché pervaso dalla tentazione Dick lasciò perdere il diario e passò a cercare di scoprire qualcos’altro osservando la stanza. Sfortunatamente per lui Barbara lo chiamò per il pranzo.
Quello che Dick si ritrovò davanti fu uno spettacolo indescrivibile, un gigantesco pollo perfettamente dorato ricoperto di salsa appoggiato su un letto di patate al forno ricoperte di pan grattato.
“La faccia che stai facendo mi fa capire che il pranzo attiri la tua attenzione”
Dick non sapeva cosa dire, Barbara aveva preparato il suo piatto preferito nella maniera più perfetta possibile.
“Ti giuro sono senza parole, riesco solo a pensare che voglio assolutamente divorarmi quel pollo” disse Dick sbavando.
“Accomodati allora” disse Barbara porgendogli la forchetta.
Iniziò dunque l’abbuffata migliore di tutta la vita di Dick, il piatto perfetto, cucinato dalla ragazza perfetta e mangiato con la stessa. Circa venti minuti di pura goduria dopo del pollo non rimanevano che le ossa.
“Mio Dio Dick, era un pollo enorme, deve esserti piaciuto veramente tanto per averlo mangiato in così poco” esclamò Barbara.
“L’hai mangiato anche tu il pollo” ribatté Dick.
“Sì ma solo perché cercavo di finirlo prima di te” disse Barbara sorridendo.
“In competizione anche sul pollo?” chiese retoricamente Dick.
“Ah e comunque, è la cosa migliore che abbia mai mangiato in tutta la mia vita” aggiunse il ragazzo.
La ragazza allora sorrise soddisfatta e disse “E ora che facciamo?”
“Non saprei. Tu non hai nessuna idea”
“Potrei vestirti da ragazza” propose entusiasta la ragazza.
“Neanche per sogno. Altre idee?”
“In televisione mandano un film sdolcinato, potremmo vederlo e parlarne male”
“Già questa è una proposta più interessante, però no”
“Ma a te non va bene niente? Mmmh, fammi pensare…”
“Tu per caso hai dei fucili nerf?” chiese Dick speranzoso.
“Oh sì che ho dei fucili nerf” disse la ragazza capendo dove Dick volesse arrivare.
Mezz’ora dopo la casa si era trasformata in un vero campo da battaglia, proiettili sparpagliati ovunque; ogni mobile che si potesse spostare messo in posizioni strategiche per fare da barricata; soprammobili sparpagliati per terra come trappole; e tutte le patatine che Dick sperava di mangiare mentre era dietro la barricata, sparse ovunque durante la fuga dalla stessa barricata.
I due erano arrivati ad una situazione di parità, una vita rimasta per uno. Dick era sicuro di aver scovato Barbara, si era avvicinato senza farsi sentire, stava dal lato opposto della Barricata di sedie che Barbara si era costruita. Era pronto, allora strinse la presa sul suo fucile, si sporse e con quello che lui riteneva il suo urlo di guerra svuotò il caricatore dietro la barricata. Con sua somma sorpresa però Barbara non era lì, allora sentì un piccolo “clic” appena dietro la sua testa.
“Dietro di te scemo” disse Barbara con tono glaciale prima di sparare il dardo di gomma sulla nuca del ragazzo.
“Ahio” disse protestando il ragazzo.
“Ma come hai fatto?”
“Sono Batgirl ricordi?” disse vittoriosa la rossa.
“Come ci si sente a venire umiliati da una ragazza?” lo prese in giro Barbara.
“Non montarti la testa, hai vinto di un solo punto” disse il ragazzo infastidito.
“Gne gne gne. Ho comunque.. aspetta un messaggio”
“Chi è?”
“Oh no oh no oh no”
“Che succede chi è?”
“È mio padre, dice che sarà qui tra venti minuti”
Allora i ragazzi diedero un occhiata alla casa e capirono che non dovevano sprecare neanche un secondo. E iniziarono a pulire la casa più in fretta che potevano.
“Dick a che punto sei con le patatine?”
“Quasi finito, tu con i mobili?”
“Ho fatto più della metà, quando hai finito mettiti a raccogliere i proiettili”
Barbara e Dick si resero conto che il tempo non vola solo quando ci si diverte, ma anche in casi problematici come quello.
“Ciao ragazzi” disse il commissario con tono stanco.
“Oh ciao papà, ce ne hai messo di tempo eh?”
“Salve signor Gordon” salutò Dick.
“Oh ciao Dick. Com’era il pranzo?”
“Era perfetto signore, Barbara è un’eccellente cuoca”
“Lo so, sono un padre fortunato” rispose Jim sorridendo.
“Beh grazie davvero per l’ospitalità, io però ora devo andare, ci vediamo domani Barbara” salutò il ragazzo mentre usciva.
“Ciao Dick” dissero i Gordon contemporaneamente mentre il ragazzo chiudeva la porta dietro di sé.
Allora il commissario si sedette esausto sulla poltrona.
“De v’essere stata una battaglia nerf molto movimentata” disse James.
“Come scusa? Non so di cosa tu stia parlando” cercò di giustificarsi Barbara.
Allora il commissario raccolse un proiettile che era sfuggito a Dick da per terra.
“Oh quello, ecco dov’era finito, ho fatto solo vedere a Dick quanto fosse potente il fucile nuovo,però non trovavo più il proiettile, grazie papà” disse Barbara prendendo il proiettile dalla mano del padre.
“Mmmh, e immagino tu gli abbia mostrato anche come mettere i mobili in posizioni diverse”
“Beccata” ammise colpevole la ragazza.
 
Angolo dell’autore
Ed eccoci alla fine del più lungo tra i miei capitoli, non si chiama “pranzi” a caso, nella versione originale conteneva anche un secondo pranzo a casa Wayne che ho deciso di accorpare nel prossimo capitolo. Chiedo scusa se ci ho messo più del solito ma ho avuto due giorni in cui mi sono dedicato unicamente a leggere “Città di carta”, non voglio fare pubblicità è davvero un gran bel libro e ringrazio tanto chi me lo ha consigliato. Detto questo penso che tra due capitoli finalmente questa storia avrà una conclusione. Grazie per aver letto e ci vediamo al prossimo capitolo :)
   
 
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