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Autore: Gennai86    20/07/2015    1 recensioni
Quanto un ragazzo comune di nome Joe esprime un desiderio la notte di San Lorenzo di certo non avrebbe mai immaginato che la ruota del destino si sarebbe messa in moto in maniera così veloce. La vicenda si districa sullo sfondo dell'eterna lotta tra bene e male, un delicato gioco equilibri che vede contrapposti due gruppi: da una parte i Guardian Angel, baluardo di un'umanità apparentemente senza speranza, dall'altra una figura misteriosa pronta a sfruttare qualsiasi cosa e persona, sottoposti compresi, per raggiungere il suo scopo. E così, tra nuovi incontri, scontri e colpi di scena i vari personaggi dovranno mettere in gioco sè stessi e i loro sentimenti, più volte messi alla prova, fino a capire che a volte il nemico più ostico siamo proprio noi stessi. Mistero, incantesimi e sentimenti si mescolano dando vita a una leggenda che ha inizio quasi per caso in una tranquilla notte stellata.
Genere: Azione, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Cheruby Tune

Capitolo 4: Cheruby Tune


Quando Julia alzò il ricevitore rimase colpita nell’apprendere che chi le stava parlando dall’altra parte dell’apparecchio altri non era che il Sindaco in persona. Egli era un grande appassionato d’arte e non era cosa di tutti i giorni poter vantare un artista del calibro di Julia. Sta di fatto che la conversazione continuò per un’oretta buona tra mille complimenti e rassicurazioni che il quadro sarebbe stato pronto per la data fissata.

Riagganciato il ricevitore la donna imboccò il corridoio per tornare nel suo studiolo e subito si ritrovo i tre bimbi imbronciati come non mai che la presero di forza quasi a stabilire che da quel momento sarebbe stata a loro disposizione e di nessun altro.

Subita la ramanzina dal figlio e dai nipoti e facendosi strappare la promessa di non fermarrsi più fino a ora di pranzo riprese il racconto.



***



Rocky stava per assestare un potente pugno mentre Shiny e Joe si stringevano forte aspettando inermi di accusare il colpo. In quegli istanti carichi di tensione però il ragazzo non riusciva a pensare ad altro se non proteggere Shiny; e fu proprio questo desiderio a far accadere l’inimagginabile.

Il suo corpo venne pervaso dallo stesso tepore della notte precedente e iniziò a sprigionare un’aura luminosa che funzionò come da barriera sulla quale il sanguigno avversario impattò venendo sbalzato via violentemente.

« Cosa mi succede? Mi sento … forte. Una strana energia scorre dentro di me. »

« É il potere dell’angelo, finalmente ti sei risvegliato! »

« Shiny ma cosa succede? »

« Credici Joe! Credi in te stesso e fatti guidare da quel potere ».


Il ragazzo seppur spaventato decise di fidarsi e chiuse gli occhi. Mentre Rocky era ancora a terra Joe sentì delle parole affiorare nella sua mente, da prima confuse, ma poi sempre più chiare. A quel punto si alzò in piedi, aprì gli occhi e come guidato da una volontà misteriosa recitò una formula: « Spirito dell’Angelo Guardiano, risvegliati! »

L’aura calda dai riflessi arancioni si sprigionò più forte diventando una spirale magica che lo avvolse trasformandolo radicalmente. I capelli divennero biondi e si allungarono fino a raccogliersi in una piccola coda all’attaccatura della nuca, si trovò a indossare una divisa composta da una base giallo-arancione sormontata da casacca maniche corte e pantaloni al ginocchio bianchi con risvolti in  pendant con la parte sottostante; a protezione degli arti apparvero paracolpi agli avambracci e scarpe alte sopra le caviglie. L’orologio venne sostituito da una sfera arancione incastonato nel paracolpi sinistro e la stella con quattro punte che era sul quadrante divenne la fibbia della cintura. Quando l’aura terminò il suo moto vorticoso si radunò attorno alle scapole fino a formare un paio d’ali di luce.

Terminata la metamorfosi Joe riusciva a stento a rendersi conto di quello che gli era capitato e istintivamente si guardò attorno alla ricerca del suo Famiglio che lo stava fissando con un misto di orgoglio e stupore. Mentre avveniva tutto ciò l’avversario si rialzò in piedi scrollandosi la polvere di dosso.

« E così alla fine sembra che anche tu mi farai divertire un po’ eh? » Rocky aveva un ghigno malefico disegnato sul volto e fissava il ragazzo con fare più minaccioso che mai. Era davvero stanco di questi continui ostacoli. « Quindi come dovrei chiamarti ora che sei conciato così? »; l’interpellato ancora frastornato dagli eventi si mise una mano sul petto e istintivamente gli sovvenne il suo nome di battaglia: « Io … sono Cheruby Tune »

« Figurati, troppo lungo. Ora basta giocare angioletto, tu sarai il primo a uscire di scena! ».

Rocky partì a razzo verso il biondo guerriero che riuscì a malapena a schivarlo; il nemico allora tentò di colpire nuovamente ma stavolta Shiny sbucò dal basso facendogli perdere l’equilibrio per poi assestare un gancio da manuale con una delle sue lunghe orecchie prensili.

« Shiny non dovresti strafare nelle tue condizioni »

« Non devi preoccuparti di questo, il tuo risveglio mi ha donato nuova forza »

« Foooorte! »

« Purtroppo non c’é tempo per gioire. Nonostante il vantaggio numerico il nostro avversario è più esperto, ma se seguirai alla lettera le mie indicazioni ce la dovremmo cavare »

« Ok, farò il possibile! Aspetta, aspetta, aspetta: vuoi dire che devo combattereee? »

Nel frattempo Rocky si era rialzato e furioso più che mai ripartì a testa bassa all’attacco inveendo contro i suoi avversari: « CONFABULARE NON VI SERVIRÁ A NULLA! VI UCCIDERÓ MALEDETTI »

« Svelto Tune, scansati! ». All’udire il comando l’angelo si alzò a mezz’aria allontanandosi verso l’alto per schivare il colpo. Questo sorprese e irritò il nemico che partì all’inseguimento aereo sferrando colpi a ripetizione i quali però non andarono mai a segno. Ormai Joe nelle vesti di angelo stava prendendo confidenza con le sue ali e i suoi movimenti miglioravano ad ogni minuto.

Nel frattempo il piccolo Shiny aveva elaborato una strategia efficace che iniziò a comunicare telepaticamente all’amico, l’unico problema era fare in modo di attivare il potere dello Spirito Guardiano.


“Ascolta Tune al mio segnale devi fare in modo di allontanarti il più possibile da Rocky per poter così usare il tuo potere”

“Per allontanarmi penso di potercela fare ma sulla faccenda di usare il mio potere si accettano suggerimenti”.

Le perplessità di Joe non facevano che aumentare. Non aveva la minima idea di come si sarebbe tolto da questo pasticcio. Il Famiglio lo percepì e cercò di rassicurare il suo compagno: “Ora sei un Guardian Angel e possiedi dei poteri speciali che solo tu puoi usare: concentrati e usa la forza che senti dentro di te per contrastare Rocky, abbi fiducia nelle tue capacità!”


Più facile a dirsi che a farsi!

Come prima cosa comunque Tune si preoccupò di mettere in atto la prima parte del piano. Dopo un paio di schivate da manuale scese in picchiata e una volta atterrato prese a correre verso la radura dove si era nascosto poco prima. Doveva guadagnare tempo per concentrarsi e sperare che questo fantomatico Spirito si decidesse a dargli il potere che gli serviva.

Nel fare questo però si dimenticò di Rocky che come un falco si stava precipitando nella sua direzione.

« ATTENTO TUNE! » Shiny cercò di avvisare il giovane per metterlo in guardia e al contempo volò il più velocemente possibile riuscendo giusto in tempo a incrociare la traiettoia del nemico: per parare il colpo decise di creare una barriera di protezione attorno a lui. Lo schianto fu violento e causò la rottura dello scudo energetico sbalzando gli avversari in direzioni opposte.

Cheruby Tune afferrò al volo il piccolo amico visibilmente provato mentre Rocky riuscì in qualche modo ad atterrare procurandosi solo una leggera abrasione alla mano sinistra e apostrofando la creatura con l’appellativo ‘sgorbietto’ ; dal canto suo la creatura fece spallucce e incoraggiò un'altra volta il compagno di battaglia: « Ho fiducia in te e so che ce la farai! Lo terrò impegnato ancora per un po’ così da guadagnare tempo prezioso ».

Ciò detto si lanciò coraggiosamente a contrastare Rocky in uno scambio senza esclusione di colpi. Ancora una volta Joe si sentiva inadeguato, ancora una volta era stato salvato da Shiny che rischiava la sua vita. E nonostante finora non avesse mostrato la ben che minima utilità in combattimento quello stesso essere che aveva visto a mala pena un paio di volte credeva ciecamente in lui. Ormai sentiva un debito di riconoscenza nei suoi confronti e lui era abituato a saldare sempre i suoi debiti così decise di fare un tentativo: fece un respiro profondo, cercò di svuotare la mente per concentrarsi e percepire nuovamente quello stesso potere che gli aveva permesso di trasformarsi. In breve, proprio come in precedenza, una specie di incanto affiorò nella mente ma ancora troppo confuso.

« É inutile resistere sgorbietto, ormai ti ho in pugno ». Questa frase dell’avversario distolse per un attimo l’angelo che fece per riaprire gli occhi quando venne rassicurato dal fedele compagno: « Non dargli ascolto Tune, concentrati! Trova il potere che è dentro di te! ».

Sentendo il tono di voce stentoreo il ragazzo riprese coraggio e si concentrò come mai aveva fatto. Adesso le parole erano chiare, sapeva cosa fare: sollevò il braccio destro fino a metterlo davanti a sé e pronunciò una specie di preghiera.

« Ti prego, vento, ho bisogno del tuo aiuto: MELODIA DEL VENTO! » L’aria circostante si radunò in un vortice sul palmo della mano formando una sfera sulla quale l’angelo soffiò sprigionando una raffica che risuonava di un suono celestiale dirigendosi verso i due contendenti. Shiny vedendo arrivare l’attacco aspettò intelligentemente fino all’ultimo secondo per poi scartare agilmente l’avversario il quale venne investito in pieno. Rocky portò le mani alle orecchie e iniziò a dimenarsi finendo contro un albero e stramazzando al suolo; la melodia del vento sembrava avere lo stesso effetto delle unghie sulla lavagna. Tune allora vedendo l’avversario in difficoltà approfittò della situazione, questa volta riuscendo addirittura a mantenere l’attacco prolungato. Ormai l’avversario si contorceva e imprecava e nel farlo non si accorse dell’arrivo del Famiglio che assestò un montante da manuale. All’avversario, ormai sconfitto e ferito nell’onore, non restò altra scelta se non battere in ritirata ma non senza un’ultima minaccia: « MALEDETTI, TORNERÓ E VI FARÓ FUORI CON LE MIE MANI! ».

Ciò detto sparì in una nube di pipistrelli corvini dai riflessi cremisi

« Non so come ma ce la siamo cavata » sentenziò Shiny mentre il ragazzo tirando un sospiro di sollievo sciolse la trasformazione e andò a sedersi vicino al suo fedele compagno

« Non ce l’avrei mai fatta senza, AHIIIAAA » Joe non riuscì nemmeno a finire la frase perché venne colpito in testa e dovette sorbirsi una ramanzina coi fiocchi

« STAI ZITTO! Ti avevo detto di stare nascosto, di allontanarti, e invece tu che fai? Ti getti nella mischia. E cosa sarebbe successo se non fossi riuscito a trasformarti? Ti rendi conto che la tua spavalderia poteva costarti caro? »

« Ma io… » fu il timido tentativo di reagire stroncato anch'esso sul nascere.

« Silenzio! » Ci fu una breve pausain cui il ragazzo si sentì mortificato dalla reazione del Famiglio, ma allo stesso tempo felice di essersi sentito utile e soprattutto di aver evitato che il suo nuovo amico venisse ucciso. Stava per andarsene dispiaciuto quando l’essere dalle lunghe orecchie riprese « Comunque… grazie tante Joe! Ti devo la vita »

« Oh Shiny » gli rispose il giovane singhiozzando « … grazie a te per aver avuto fiducia in me! Scusami, ma avevo una paura terribile e non ho più capito niente! Scusami se non ti ho ascoltato, ma temevo di perderti e non potevo permettere che quello ti facesse del male. »

« Adesso calmati è tutto passto. Ora però è meglio andar via, Rocky potrebbe tornare »

« Allora dovremo affrontarlo ancora? »

« Sicuramente, e non solo lui temo. Coraggio, ora andiamo a casa tua: lì ti spiegherò tutto con calma ». Improvvisamente il suo corpo fu avvolto da una tiepida luce e in un baleno tornò ad assumere le sembianze del tenero coniglietto con le quali si era mostrato la notte precedente. Alla vista di quell'esserino Joe perse ogni freno inibitorio e si mise a urlare« COME SEI CARINO IN QUESTA FORMA! » 

Subito prese in braccio Shiny e iniziò a coccolarlo e abbracciarlo. Sembrava un bambino quando la mattina di Natale riceve il cucciolo che ha tanto desiderato. E così, dimenticandosi di colpo dell’avventura rocambolesca appena vissuta, si capicollò giù per la collina per andare a prendere l’autobus che lo avrebbe portato a casa.


Nel frattempo al Quartier Generale dei nemici un uomo misterioso sedeva nell’oscurità di fronte ad un Rocky sconfitto e malconcio per ascoltare il resoconto della sua missione fallimentare.

« Ebbene Rocky? »

« Mio signore purtroppo il primo dei tre Guardian Angel della leggenda si è risvegliato. »

« E tu che ti ritieni uno dei miei più valenti combattenti ti sei lasciato sconfiggere da un pivello? »

« Ma vedi capo, c’era anche il suo schiavetto con lui ... Quello è una volpe e gioca sporco ... Mi hanno preso alla sprovvista e ... »

« Basta, ne ho abbastanza di inutili scuse. Sparisci dalla mia vista, ORA! »

« S-S-S-Sì Signore » rispose il subalterno che in tutta fretta girò i tacchi. Imboccato un lungo corridoio scarsamente illuminato e mordendosi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare giurò che molto presto si sarebbe vendicato per l’affronto subito!

Così, anche se la prima battaglia era stata vinta una guerra ben più grande era destinata a cominciare a breve


***



« Bene bambini, per oggi basta. Ho ancora tante cosa da fare. E poi è quasi ora di pranzo. Chi vuole darmi una mano a preparare da mangiare? »

« Noooo. Ma scusa hai detto tre? Quindi ci sono altri Guardian qualcosa giusto? »

« Niente da fare Marie, su, niente capricci. Continueremo un'altra volta, va bene? »

« Uffaaa!» « Non vale mamma! » fecero eco i due maschietti curiosi anche loro più che mai di continuare col racconto, tuttavia Julia sapeva essere tanto gentile quanto irremovibile. I tre birbanti dunque, sebbene non molto contenti, capirono che non c’era nulla da fare.

Tutti assieme andarono a lavarsi le mani e poi dritti in cucina dove la donna molto presto riuscì a distrarre il trio che tornò allegro e spensierato. 

Di lì a poco sarebbe tornato Henry e avrebbero pranzato tutti assieme. A Julia piaceva tanto vedere la famiglia riunita.

Anche i bambini si convinsero che tutto sommato sarebbero stato molto divertente, come al solito. 

Dunque le avventure di Joe potevano aspettare, almeno per un pochino.




Continua ...
   
 
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