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Autore: Theresa    20/07/2015    0 recensioni
Una Lydia che vuole ricominciare, che non è mai riuscita a superare tutto ma che deve smettere di sperare perchè non è possibile che succeda.
Collocata dopo la terza stagione.
Dal testo:
"Allora perché non lo dimentichi? Perché non cancelli quei ricordi?
Perché non lo odi? E' così difficile odiarlo dopo tutto quello che ti ha fatto?"
"Non hai bisogno di una distrazione da lui, devi estirparlo e lasciartelo alle spalle."
"Lo cerchi ma non lo trovi e come sempre rimani delusa, lui non c'è, se ne è andato, è dall'altra parte del mondo."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Whittemore, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, avevo detto che non sarei andata avanti, ma mi dispiaceva  lasciare questi due capitoli nel dimenticatoio, soprattutto perchè prima o poi li avrei cancellati per sempre.
Credo che possa aggiungere incompleta nelle avvertenze o da qualche parte.
Sinceramente quello che mi interessa pubblicare è il capitolo dopo ma questo è un po' un prologo di quel capitolo, anche se introduce un personaggio nuovo.
Potete anche semplicemente saltarlo e andare al prossimo, o potete leggere e recensire (^–^).
Fate quello che volete, ma spero vi piaccia almeno un po'.
Ok, ora mi vado a nascondere, è solo un piccolo sclero qualcosa che non sono riuscita a tenere per me.
^-^
 

CAP     2


Arrivi davanti alla casa, sembra una catapecchia ma quella sarà casa tua per i prossimi mesi.
Trascini i piedi, alzarli ti è impossibile, sono troppo pesanti,nel tentativo di trasportare anche lui che sembra un macigno, non pensavi che i muscoli potessero pesare così tanto, ma forse è anche perché tu sei ferita.
Non come lui, hai solo qualche graffio e forse una leggera storta che provvederai a fasciare.
Lui gronda sangue, l'odore ti riempe le narici, è un odore metallico che rimarrà impresso nella tua mente e nei tuoi vestiti, dovrai lavarti dal suo sangue.
Non capisci perché le sue ferite ci mettano così tanto a rimarginarsi.
Riesci ad aprire la porta, fortunatamente avevi le chiavi in tasca e non le hai lasciate in macchina come il cellulare e la borsa anche se quella porta sembra così malandata da poter essere buttata giù con una spallata.
Fai un passo avanti ma lui è troppo pesante e tu stanca.
Crolli a terra sbattendo violentamene il polso nel tentativo di frenare la tua caduta e lui ti cade sopra,lo senti lamentarti ma è troppo intontito per farlo seriamente, sai che non ci vuole molto perché svenga del tutto.
Lo scosti con malagrazia perché ti stava soffocando e ti alzi.
In qualche modo lo trascini fino al divano e riesci a buttarlo sopra, evidentemente hai più forza di quanto pensavi e semplicemente sei disperata.
Ringrazi il cielo che il sofà sia coperto da un telo ma poi noti che lui sanguina ancora copiosamente e ti appunti mentalmente che dovrai girare i cuscini perché il sangue, lo sai, non viene via facilmente.
Sei preoccupata, lui è un fottuto lupo mannaro e non accenna a guarire, sarà anche un omega ma quella cosa non era un alpha, ma non hai idea di cosa fosse.
E' spuntata dal nulla e ti ha distrutto la macchina che avevi noleggiato.
Cerchi tra gli scatoloni, che avevi spedito in anticipo, quello per il bagno, in teoria ci dovrebbe essere ago e filo...e le garze perché non è che tu abbia mai fatto una cosa del genere.
Trovi l'occorrente e ti sistemi in ginocchio di fianco al ragazzo pallido con la fronte imperlata di sudore.
Finisci di strappargli la maglietta e sai che domani si lamenterà perché era firmata.
La ferita sul fianco è la più profonda e l'unica che hai intenzione di cucire, anche perché le tue mani continuano a tremare.
Ovviamente hai pensato di portare ago e filo che non hai mai usato in vita tua ma non disinfettante, ma hai l'alcool, quello che si usa per disinfettare che non puoi neanche bere perché finiresti in ospedale.
Lo versi sulla ferita e lui mugugna qualcosa che potrebbe essere tranquillamente un urlo strozzato.
-Lo so Jackson, non ci vorrà molto.-
Dici con un filo di voce, cerchi di mantenere la calma ma ormai è andata ed è maledettamente difficile vedere attraverso le lacrime che cerchi di trattenere.
Alla fine riesci a far passare il filo attraverso la cruna dell'ago.
Prendi un profondo respiro, no hai mai fatto niente del genere a meno che non si conti il gioco breaking bad, e tu non lo conti.
Infilzi la carne, è dura e ci vuole un po' di forza, le mani ti tremano mentre continui il lavoro.
Lui stringe i denti, senti i muscoli irrigidirsi sotto la tua mano tremante.
E uno è fatto, adesso l'altro.
Ti ricordi di quando te li hanno fatti per il dente del giudizio, uno dei due che hai tolto.
Erano punti a croce, ad ogni croce ci facevano il nodo e tagliavano il filo per farne un altro, tu fai lo stesso.
Con mano incerta e continuando a dire a Jackson che va tutto bene, che lo sai che fa male ma hai quasi finito.
Quando termini lui respira affannosamente ma non accenna ad aprire gli occhi, tu non sei da meno, ti sembra di aver corso una maratona.
-Manca poco.- gli sussurri mentre ti passi una mano sulla fronte.
Disinfetti le altre ferite e vi applichi la garza, non ti arrischi a fare di più, il tuo polso pulsa e fa male, non credi di riuscire a tenere ancora in mano l'ago e a farlo passare attraverso la carne.
Devi anche tagliarli i pantaloni, un'altra cosa di cui si lamenterà, infondo lui è Jackson Whittemore, lui non ringrazia.
Appoggi la schiena al bordo del divano, sei seduta esausta dandogli le spalle.
Ti senti sporca, sei sudata, piena di terra e graffi e le tue mani piene di sangue ormai secco.
Lui sembra dormire ma non ti sentirai realmente tranquilla fino a che non si sveglierà.
-Lydia...- è un bisbiglio, ti sorprendi di averlo sentito, tu che sei senza super poteri.
Ti chiedi chi sia? Forse la ragazza di cui ti aveva parlato? Probabile.
Non conosci Jackson, non siete amici, non pensi neanche che lui li possa effettivamente avere, siete solo compagni di viaggio che si sono trovati per caso e non credi di poterti considerare più di ciò, neanche lui d'altronde.
Ti sei addormentata o quasi, eri così instabile che sei caduta per terra e ti sei svegliata.
Ti alzi insonnolita e lanci uno sguardo al ragazzo che sta aprendo gli occhi di un azzurro-grigio che malgrado tutto mozza il fiato, perché tu sei realista e sai che il tuo compagno di viaggio è un figo e le ragazze farebbero la fila per lui.
Scacci quel pensiero che però non se ne va del tutto, infondo è sempre mezzo nudo sul divano.
Lui non ti degna più di un piccolo fugace sguardo dopo aver visto il tuo lavoro di sartoria che fa schifo.
Non ti ringrazia ma almeno non si lamenta.
Il kettle che hai messo a bollire prima, almeno credi perché non te lo ricordi affatto, fischia insistente e tu ti affretti a chiudere il fornello e a pescare tazza e tè da uno scatole, ti dispiace solamente che non ci sia il latte.
Ti muovi un po' zoppicando ma la tua caviglia è fasciata, non ti ricordi nemmeno di aver fatto quello ma probabilmente eri in una specie di trans perché a vederla sembra proprio una delle tue, sei abbastanza brava quando si tratta di fasciature.
Versi l'acqua bollente e osservi la bustina tonda venire a galla.
-Vuoi?- chiedi più per cortesia che per altro.
-No.- risponde secco, gli costa tanto un “no, grazie”?
Ti volti nuovamente verso la tua tazza ma ovviamente dall'alto della tua intelligenza la colpisci e nel tentativo di non farla cadere l'acqua si rovescia sulla tua mano e tu imprechi solo come una londinese può fare mentre Jackson trattiene una risata,non la trattiene poi tanto, nel frattempo i cocci sono per terra ed anche il resti di quel liquido malefico che ti ha ustionata.
Cerchi di raccogliere i cocci ma mai che la fortuna sia dalla tua parte e ti tagli, allora corri in bagno e fanculo la tazza in frantumi.
Corri in bagno ed immergi la mano nel getto di acqua fredda del lavandino provando un lieve sollievo mentre la tua mano sta diventando sempre più rossa ed il sangue continua scorrere mischiandosi con quello del ragazzo che avevi già addosso, ne approfitti per cercare di togliere quello secco che hai nelle mani.
Chiedi a Jackson se più tirati fuori una garza ma lui non ti risponde.
Forse hai una pomata, ma ti chiedi se serva davvero, infondo era solo acqua, no?
Quando torni in cucina che è tutt'uno con il salotto lo trovi vuota, la porta spalancata.
Prendi una garza e con fatica ci avvolgi la mano, legarla è un'impresa ma sei più infastidita dal fatto che lui abbia lasciato la porta aperta che dal fatto che se ne sia andato, poteva anche avvisare.
Guardi il pavimenti sul quale cammini scalza mentre ti avvicini alla credenza, il legno è rovinato e dovrai limarlo per togliere tutte quelle impurità se non vuoi che una scheggia ti infilzi il piedi, dovrai anche verniciarlo.
Sospiri perché sai che è un lavoro che farai da sola, almeno che lui, per qualche strano motivo, non decida di darti una mano.
Raccogli i cocci e li metti sulla credenza, è allora che noti una scritta nera nella sua scrittura.
“Esco.”Vorresti imprecare, chi è che dovrà pulire quella cosa? Tu, ovviamente.
Non sei una maniaca dell'ordine, anzi, ma che razza di coglione va a scrivere con un pennarello indelebile sopra un ripiano di, probabilmente finto, marmo? Ti chiedi dove lo abbia trovato e poi noti una scatola aperta, quella che avevi intenzione di sistemare nella tua stanza, quel ragazzo non ha nessuna delicatezza, ma, d'altronde, quando mai Jackson Whittemore non ha fatto esattamente quello che voleva?
Dato che lui se ne è andato decidi di affogare la tua stanchezza, più che altro mentale visto che avevi già dormito in aereo, in una belle vasca di acqua calda e bagno schiuma in modo da togliere tutto quel sangue.
Bella idea pensi mentre ti dirigi al piano superiore dove si dovrebbe trovare la vasca, dovrai rifare le fasciature.

 
 
  
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