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Autore: Persefone3    20/07/2015    7 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XIII. A Daring Escape
 
Davanti alla porta di Emma, Nottingham stava bussando con insistenza. Che la Dama non si fosse presentata a cena era davvero sospetto, ma quando Cedric gli riferì che Hook aveva avuto un permesso speciale, firmato proprio da lei, per uscire la sera, capì che erano insieme. E la cosa non era affatto un bene, quantomeno per lui. Era già la seconda volta che batteva alla sua porta mentre il suo nervosismo montava di ora in ora.
 
- Emma tesoro – disse Nottingham dall’altra parte della porta – sono io, perché non mi apri?
 
A quelle parole Emma vide la mascella di Hook contrarsi e la sua testa girarsi furente verso la porta. Il corpo del pirata fu improvvisamente invaso da un’ondata di rabbia per quel tono confidenziale e intimo.
 
- Posso sbarazzarmi di lui se volete … - disse Hook quasi con un ringhio.
- Ma cosa ti viene in mente? Piuttosto, fai silenzio … Un momento sceriffo
 
Emma afferrò Hook per un braccio e lo spinse in un angolo del salottino. Sollevò una tenda con un arazzo ricamato sopra e mostrò al pirata un passaggio segreto, protetto da uno scudo magico.
 
- Scendete per queste scale, vi ritroverete nelle cucine. Muovetevi non voglio che vi trovi qui.
- Ma non stavamo facendo nulla di male! E poi cosa vi importa cosa pensa?
- Quelli che sono i miei rapporti con lo sceriffo non vi riguardano e ora muovetevi!
 
Emma spinse Hook verso le scale dopo aver abbassato lo scudo magico. Dopo che l’uomo ebbe oltrepassato la soglia, Emma ripristinò la difesa magica e fece cadere la tenda sul passaggio. La verità era che quello di cui si vergognava non era quella strana attrazione con Hook, ma del rapporto che aveva con Nottingham, cui aveva tutta l’intenzione di porre immediatamente fine. Dopo essersi data una sistemata, andò ad aprire.
Una volta che fu rimasto solo, Hook non riuscì a voltarsi e scendere le scale. L’idea che quell’uomo potesse anche solo sfiorarla o peggio ancora baciarla proprio non riusciva a digerirlo. Emma era la sua donna, il suo amore e lui non avrebbe permesso a nessuno di sciuparlo o sprecarlo. Si avvicinò alla tenda e allungò una mano. La barriera magica gli impedì di arrivare alla tenda. Tutto quello che poteva fare era ascoltarli. Sentì la porta della stanza aprirsi e Nottingham entrare nella stanza.
 
- Emma, tesoro, dove eri finita? Quando non ti ho vista a cena mi sono preoccupato. E poi oggi – disse prendendola per i fianchi – è il nostro giorno. Dove sei andata?
 
Da dietro la tenda, Hook strinse forte il pugno tanto che le sue unghie si conficcarono nel palmo, lasciando dei profondi segni.
 
- Non abbiamo nessun giorno – intervenne Emma resoluta e respingendo il suo abbraccio – cosa volete?
- Come siamo fredde stasera. Mi piace … le notti più focose le abbiamo iniziate proprio così … che allettante preludio.
 
Ad Emma sembrò di percepire come il rumore di un pugno dietro la tenda con l’arazzo. Questo voleva dire una sola cosa: Hook era dietro quella tenda ignorando completamente i suoi ordini. L’idea che avesse sentito quella discussione la fece avvampare. Non voleva passare ai suoi occhi come una donna leggera perché quello che aveva con il pirata non aveva nulla a che fare con il niente che aveva con Nottingham.
 
- Non mi sembra di ricordare questa veste, ma vi sta bene.
 
Lo sceriffo prese una mano di Emma e le fece fare un giro su se stessa per ammirarla.
 
- Smettetela immediatamente! Se non avete nulla da dirmi, andatevene!
- Sapete che mi mandate in estasi con questo tono autoritario? - proseguì Nottingham malizioso – come mai il vostro polso è nudo? Si da il caso che io abbia una cosa per voi.
 
Lo sceriffo tirò fuori dalla tasca un bracciale di diamanti e continuò a guardare Emma maliziosamente.
 
- Vediamo come vi sta.
 
Se non fosse stato per quella barriera magica, Hook lo avrebbe già preso a pugni quel verme. Nonostante Emma avesse cercato di respingerlo, lui testardo stava insistendo. Ad una sola cosa si stava aggrappando: la certezza che se fosse andato oltre Emma avrebbe potuto allontanarlo con la magia. Era oscura, ma pur sempre magia e l’avrebbe difesa. Ma cosa aspettava ad usarla allora? Non appena sentì di nuovo la voce di Nottingham tornò a concentrasi sulla conversazione oltre la tenda.
 
 - Che ne dite di una bella serata in cui siamo solo io, voi e nient’altro che questo bracciale? – disse lo sceriffo mettendo al polso di Emma il bracciale.
 
Improvvisamente la barriera magica sparì. Hook rimase un momento perplesso: cosa voleva dire? Forse che Emma aveva bisogno di aiuto? Con mano tremante sollevò la tenda per constatare con i suoi occhi cosa stava accadendo.
 
- Sceriffo, vi ho già detto che non c’è nessun noi e che d’ora in poi i nostri rapporti saranno solo formali.
- Allora altezza, non mi lasciate altra scelta.
 
Si avvicinò a lei con fare minaccioso. La afferrò per le braccia per stringerla in un abbraccio soffocante.
 
- Cosa state facendo? Vi ordino immediatamente di lasciarmi!
- D’ora in poi – le sussurrò Nottingham in un orecchio – non potrete ordinare proprio niente.
 
Emma provò a richiamare a sé la magia ma senza successo, cosa diavolo stava succedendo?
Nel suo angolo, Hook vide lo scintillio di una lama uscire dalla tasca di Nottingham e senza aspettare la reazione di Emma, che tardava a venire per qualche strano motivo, si avventò sullo sceriffo.
Quello che le successe intorno, Emma non lo capì immediatamente. Sentì Nottingham cadere e la presenza di qualcuno vicino a lei. Solo dopo qualche secondo vide accanto allo sceriffo un pugnale e la figura del pirata ergersi imponente davanti a lei. Emma si sentì furente e si scagliò contro Nottingham.
 
- Cosa avevate intenzione di fare?
- Uccidervi – disse lo sceriffo alzandosi
- Illuso
 
Emma sollevò una mano e cercò di soffocare l’uomo con la magia, ma qualcosa non funzionava.
 
- Cosa diavolo …?
 - Non puoi usarla Emma, il braccialetto te lo impedisce.
 
Emma vide che il bracciale di diamanti che stava indossando si trasformò in uno a fascia nera. Non appena Hook lo vide sgranò gli occhi: ecco cosa avevano in mente quei due, ucciderla e riprendere il potere.
 
- Solo io posso toglierlo e neanche il pirata può salvarvi ora!
 
Nottingham si avventò di nuovo su di lei, ma non riuscì a sfiorarla neanche questa volta: Hook lo aveva colpito con l’attizzatoio del camino su una gamba, facendolo ruzzolare a terra. Una volta mandato a tappeto lo immobilizzò.
 
- Presto Emma, datemi qualcosa per legarlo!
 
La donna era rimasta completamente immobile e basita per tutto quello che stava accadendo nella stanza. Guardò le sue mani impotente: ora era in balia del mondo.
 
- Emma! – ripeté Hook – una corda!
- Ora che Emma non ha la magia, la schiacceremo come un moscerino!
- Sta zitto! – gli intimò Hook.
- Cosa credi di poter fare contro me e Rumple, pirata? Il castello e le sue guardie sono fedeli a noi!
 
Fu solo allora che il cervello di Emma sembrò rimettersi in moto. Si diresse immediatamente verso il letto e ne tolse il lenzuolo. Tornò verso Hook e insieme immobilizzarono lo sceriffo alla pesante libreria dell’anticamera.
 
- Non andrete lontano! E ora che sei sola Emma, sarà un gioco da ragazzi schiacciarti! Tre guardie stanno per arrivare: avevano il compito di prendere il tuo cadavere!
- Lei non è sola, idiota! E ti ho detto di stare zitto! – disse Hook imbavagliandolo.
 
Dopo aver sistemato lo sceriffo, il pirata si avvicinò ad una tremante e spaventata Emma.
 
- Emma, tesoro, stai bene? – disse alzandole dolcemente il mento.
 
La donna alzò immediatamente lo sguardo e si allontanò di qualche passo terrorizzata.
 
- Anche tu vuoi farmi del male? Ti sei approfittato di me? Ecco il tuo piano! Ora puoi portare la mia testa a Snow!
- Ma cosa stai dicendo? – disse Hook cercando di prenderle la mano.
- Eri d’accordo con i ribelli! E questo è sen’altro un colpo di fortuna per te!
 
Hook le prese un braccio e fece in modo che i loro occhi si agganciassero saldamente.
 
- Ti ho già detto che non potrei mai farti del male.
- Chi mi dice che non hai le sue stesse intenzioni?
- Fidati di me.
- Ho paura. Il mondo là fuori mi fa paura senza magia.
- E io sono qui per questo. Ora dobbiamo muoverci.
- Ma dove vuoi andare? Lo hai sentito! Non possiamo uscire vivi da qui!
- Non lo sai? Una delle regole d’oro della pirateria è avere sempre una via di fuga preferenziale!
 
Hook la prese per mano e si diresse verso il passaggio segreto. Corsero per le scale mano nella mano, fianco a fianco. Emma si sentiva ancora un po’ stordita, ma il calore di quella salda mano che la stava guidando e la sincerità che aveva letto nei suoi meravigliosi occhi azzurri, non ammettevano repliche.
Quando, alla fine, giunsero nelle cucine, Hook le fece cenno di rimanere in silenzio e nascosta. Fischiettò una vecchia canzone da taverna e una familiare figura si avvicinò.
 
- Non vi aspettavo così presto! Fortuna che sono una donna previdente! – disse Ruby
- Lo so, ma ho dovuto notevolmente anticipare i tempi. Hai fatto quello che ti ho chiesto?
- Certo, è tutto in quella cesta – disse la domestica indicandone una in un angolo – anche se non capisco a cosa ti servano dei vestiti da donna.
- Ora lo scoprirai.
 
Il pirata si girò e fece cenno ad Emma di avvicinarsi. Quando Emma palesò la sua presenza, Hook la prese per mano affinché si avvicinasse del tutto.
 
- Lei cosa ci fa qui? – chiese Ruby infastidita.
- È tutto sotto controllo. Ti basta solo sapere che è in pericolo e che non può rimanere.
- Lei in pericolo? Ma stai scherzando? Lei che con la magia potrebbe spazzare via l’intera contea?
- Non ha più la magia
- Almeno non spargerà più dolore in queste terre!
 
Mentre Ruby stava rovesciando il suo disprezzo verso di lei, Emma si nascose dietro il corpo del pirata appoggiandosi alla sua schiena.
 
- Ruby sai come stanno le cose, perché fai così?
- Io so solo che mi ha fatta prigioniera strappandomi dal mio villaggio. Ha ucciso molte persone e io questo non posso perdonarlo. Anche se so.
 
Hook sentì Emma stringersi ancora di più a lui e il suo senso di protezione crebbe ulteriormente.
 
- Dobbiamo provarci, Ruby. Ora tutto dipende da te, non posso farcela da solo.
 
Ruby guardò Hook negli occhi per un momento.
 
- Lo faccio per te, non per lei. E ora sbrigatevi, non ci resta molto tempo.
 
Come Ruby li ebbe lasciati soli, Hook si voltò verso Emma.
 
- Devi cambiarti tesoro.
- Cosa?
- Ho un piano per uscire di qui, ma con questi vestiti sei troppo riconoscibile. Tra poco avremo tutti i cavalieri neri alle calcagna e non posso permettere che ti succeda qualcosa.
- D’accordo, ma mi occorre una mano.
 
Emma si girò e portò i lunghi capelli da un lato. Aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse ad allentare le stringhe del vestito.
 
- Vado a chiamare Ruby … - disse il pirata imbarazzato.
- No, non mi aiuterebbe mai. Mi fido solo di te ora, non lasciarmi sola … con lei …   
 
Che Hook sapesse come allentare quei lacci era più che evidente, ma non era mai stata Emma a chiedergli una cosa del genere. Ma non c’era tempo ora perché i suoi più che naturali istinti da innamorato prendessero il sopravvento.
 
- Basta così? – le chiese ad un certo punto
- Si grazie e ora … girati per favore … mentre mi cambio.
 
Emma sentì il pirata girarsi e si diresse immediatamente alla cesta con il cambio. Si svestì velocemente ed iniziò ad indossare i nuovi abiti. Infilò velocemente la sottoveste e poi la colorata gonna fino alla caviglia. Poi fu la volta del corsetto che allacciò velocemente. Aveva appena finito di sistemarsi il mantello che sentì la voce di Ruby parlare con Hook.
 
- È pronta? C’è molto trambusto fuori. Tre guardie hanno liberato Nottingham che ha dato l’allarme della vostra scomparsa. Stanno setacciando il castello e tra poco saranno qui.
- Credo abbia quasi finito. Emma, quanto ti manca?
 
Dopo pochi secondi la donna si fece avanti.
 
- Perfetto tesoro, siamo pronti.
- Ho riempito la sacca più che ho potuto. Dovrebbe bastarvi. Esco a controllare che la strada sia libera. State pronti.
- Grazie Ruby – disse Emma in un sussurro.
 
Come Ruby fu uscita, il pirata tornò ad avvicinarsi ad Emma. La guardò con dolcezza, prima di sollevarle il cappuccio sulla testa affinché non fosse riconosciuta.
 
 - Andrà tutto bene – le sussurrò amorevolmente prendendole la mano.
 
Dopo pochi istanti Ruby tornò da loro. Si avviarono per i corridoi cercando di fare il minor rumore possibile. Emma non aveva lasciato la mano di Hook neanche un momento. Stavano per attraversare la lunga terrazza che era stata teatro della loro serata romantica, quando la voce di una guardia risuonò poco lontano.
 
- Tre figure sono in fuga, devono essere loro!
 
I tre fuggiaschi affrettarono ancora di più il passo. Arrivarono alla torre quando le guardie si stavano accingendo ad attraversare la terrazza. Ruby aprì immediatamente la porticina per permettere loro la fuga verso l’esterno. Emma e Hook avevano appena oltrepassato la porta, quando una freccia andò a conficcarsi proprio vicino alla testa di Ruby.
 
- Ti ha fatto male? – chiese Hook preoccupato
- No, ma voi ora dovete andare.
- Tu non vieni? – chiese Hook – era nei patti.
- Quanto tempo credi che potrete resistere senza un vantaggio?
- Cosa hai in mente?
- Li terrò a bada.
 
Hook non fece in tempo a controbattere che Ruby chiuse la porta dietro di loro a chiave. Per assicurarsi che le guardie perdessero altro tempo, lanciò la chiave oltre il parapetto. Quando le guardie la raggiunsero le intimarono di arrendersi.
 
- Arrendermi? Voi non sapete con chi avete a che fare.
 
Si sfilò il mantello e sotto i raggi della luna piena quelle guardie conobbero la vera natura della ragazza.
Emma e Hook avevano sceso le scale in un battibaleno e ora, davanti alla porta che dava accesso all’esterno, stavano controllando la situazione.
 
- Una volta fuori, corri oltre le fontane verso i boschi.
- E tu dove vai?
- È meglio dividerci.
- Non puoi lasciarmi, ti prego – disse Emma stringendo la sua mano ancora di più.
- Rimarrò qualche passo indietro per assicurarmi che nessuno ci segua. Non mi succederà niente, sono un osso duro.
- Va bene, ma non osare rimanere troppo indietro!
 
Nel buio della notte Emma stava correndo verso le fontane e dietro di lei c’era Hook. Le avevano da poco superate quando qualcuno dal bastione li scorse e chiamò altre guardie a raccolta. Dietro di loro un gruppetto di cavalieri neri stava uscendo dalle stalle per inseguirli. Emma fu presa dalla paura e rallentò il passo.
 
- Non fermarti Emma, corri!! Ci penso io qui!
 
Emma continuò a correre a perdifiato verso il bosco. Per un po’ aveva sentito i passi di Hook dietro di lei e il clangore delle spade che si stavano affrontando. Fece quello che Hook le aveva detto. Si stava addentrando nel folto del bosco quando inciampò in una radice nel terreno. Non ebbe il tempo di rialzarsi che fu raggiunta da uno dei cavalieri neri.
 
- Altezza, eccovi qui. Non potete scappare. Lo sceriffo mi darà una grande ricompensa per questo.
 
Il cavaliere alzò la spada verso di lei e cominciò ad avvicinarsi. Emma chiuse gli occhi in attesa della fine. E poi sentì due possenti e familiari braccia stringerla per farla rialzare.
 
- Stai bene? Ce la fai a camminare?
 
Hook era di nuovo vicino a lei, la spada sguainata e il cavaliere che l’aveva minacciata a terra.
 
- Sì, credo di sì.
- E allora non perdiamo altro tempo.
 
Hook la prese di nuovo per mano e si addentrarono nel folto del bosco. La luna era ancora alta e dovevano sfruttare le tenebre se volevano avere un vantaggio sui cavalieri neri.
 
Al castello Rumple stava camminando nervosamente nella sua stanza, quando Nottingham bussò alla sua porta.
 
- Allora sceriffo, missione compiuta?
- In parte
- Che vuol dire in parte?
- Che sono riuscito a metterle il bracciale ma non a ucciderla
- Che cosa?
- È fuggita grazie all’aiuto di quel pirata.
- Ma perché mi tocca fare sempre tutto da solo?
- Si sono addentrati nel bosco, non avranno molte possibilità di sopravvivere. Dico ai cavalieri di organizzare delle battute di ricerca.
- Io credo di sapere esattamente dove stiano andando. E allora la loro fine sarà davvero segnata. Diffondete la notizia ufficiosa che la Dama è stata rapita dai ribelli che il castello si sta organizzando per liberare la signora, al resto penso io.
 
Come Rumple fu solo, prese uno specchietto dal suo cassetto. Invece della sua immagine riflessa, c’era quella di un altro uomo.
 
- Tieniti pronto, dovrebbero arrivare da te.
- Certo Rumple, ci aggiorniamo.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
E movimento fu. Un altro capitolo quasi tutto CS :) così come lo sarà il prossimo. Hook ed Emma ora sono soli nei boschi. Avete visto che Nottingham ha avuto un primo assaggio di pugni dal capitano? Tranquilli è solo l'inizio ... #muahahahahahahah. Emma ormai si fida sempre più di Hook e sembra non voglia più negare quello che sente dentro. al momento è alquanto spaventata e ancora confusa per quello che le sta succedendo e per quel bracciale che le ha tolto la magia, ma Hook è pronto a sostenerla sempre e comunque. Ma il vero quesito è: chi altro è in combutta con Rumple? E questo lo scopriremo strada facendo.
Come sempre grazie per i commenti e le letture, ci tengo sempre a sapere quello che pensate e sono sempre aperta a tutti i suggerimenti.
Un bacio grande mentre io torno a farmi un rewatch della seconda parte di stagione della quarta serie.
Un abbraccio grandissimo
Persefone

 
  
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