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Autore: Horse_    21/07/2015    6 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                 Surname.        
Twenty-Eighth Chapter.


Pov Nina.

Controllo che tutte le porte e tutte le finestre siano chiuse, per evitare che qualcuno entri in casa, prima di mettere a letto i gemelli. Raccolgo tutti i loro giochi sparsi per casa e li metto sul cesto vicino alla televisione mentre Spike mi segue allegro e scodinzolante. Non avrei mai creduto di poter instaurare un legame così forte con un cane… Certe volte mi domando se tenga più a me o ai gemelli: certo loro lo fanno giocare, ma chi lo lava e gli da mangiare sono sempre io quindi credo proprio che sia influenzato da questo.

 

“Andate a lavarvi i denti, forza.”- dico ad entrambi.

“Ma mamma!”- si lamenta Stefan. –“Dobbiamo finire di vedere il cartone.”

“Domani dobbiamo alzarci presto per andare sul set.”- spiego loro. –“Se volete vedere il cartone domani allora rimarrete con la nonna.”

 

Più tardi vanno a letto più fatica faccio a svegliarli e domani ho veramente così tanto lavoro da recuperare che non ho tempo per le loro lamentele visto che devo recuperare praticamente un giorno intero di riprese perché oggi non sono andata per controllare Joseph e passare un po’ di tempo con i gemelli. Senza fiatare corrono subito in bagno al piano superiore per lavarsi i denti mentre sento il campanello suonare. E chi può essere a quest’ora se non Ian? Ormai penso che sia diventato un uomo notturno. Non ho voglia di averlo attorno, ma è qui per i gemelli ed è giusto così quindi farò finta di niente –farò finta che oggi non sia successo niente anche se mi ha fatto arrabbiare parecchio. Apro la porta e Ian entra sorridendomi sornione, poi si guarda attorno.

 

“I gemelli si stanno lavando i denti di sopra.”- gli spiego. –“Puoi pure andare, tanto finisco di sistemare qui.”

“Sono venuto in modo particolare per te.”- mi dice facendomi sgranare gli occhi all’inverosimile. –“Ma ne parleremo dopo quando i bambini saranno a letto.”

 

Quasi come avessero un radar per captare Ian scendono di corsa e gli si lanciano contro abbracciandolo e pregandolo di stare un po’ qui. Mi guarda in cerca di una risposta e faccio appena in tempo ad annuire che i bambini lo trascinano al piano di sopra nella loro stanza. Continuo a finire di sistemare le ultime cose quando sento il mio cellulare vibrare e vedo il nome di Eric comparire sul display. Sorrido nel vedere che mi ha inviato un messaggio, lo apro e lo leggo attentamente.

 

Sono stato impegnato per tutto il giorno e ho preferito lasciarti un attimo di tranquillità con i bambini. Volevo solo sapere come stava Joseph e se si era ripreso.

 

Mi siedo un attimo sul divano e il mio cuore si scioglie un po’ di più nel vedere come si preoccupa per Joseph e so che tiene ad entrambi i gemelli nel modo in cui cerca di coinvolgerli nelle nostre situazioni e anche i gemelli, per quelle due volte che l’hanno visto, sembrano andare d’accordo con lui. Decido di rispondergli e di non farlo penare oltre.

 

Joseph sta meglio e ora siamo a casa pronti per andare a dormire. Volevo ringraziarti per il passaggio all’ospedale e mi dispiace per l’appuntamento. Credo che sia stato un vero e proprio disastro.

 

Effettivamente sono dovuta correre in ospedale lasciandolo da solo al nostro appuntamento e mi è dispiaciuto un sacco, ma non è stata nemmeno colpa mia visto che suo figlio si è sentito male. La sua risposta arriva dopo qualche minuto.

 

Non devi scusarti, figurati, non è stata colpa tua. L’appuntamento non è stato un disastro, sono stato molto bene e spero che si possa rifare, sempre se ne sei d’accordo.

 

Mi fermo qualche attimo prima di rispondere anche se so già perfettamente che risposta dare. Mi sono ripromessa di riprovarci e di cercare di farmi una nuova vita ed Eric sembra così interessato a me che voglio davvero provarci, in più mi piace e mi trovo veramente bene con lui, mi sento un po’ come se fossi a casa e ormai lo conosco da quasi due mesi.

 

Certo, sei di ottima compagnia ☺

 

Appoggio un attimo il cellulare sul tavolino e do da bere a Spike che continuava a scodinzolare con la lingua a penzoloni, poi afferro di nuovo il cellulare e leggo il messaggio.

 

Vada per il secondo appuntamento allora! Questa volta credo che organizzerò qualcosa di diverso, tieniti pronta. Ora ti lascio dormire che sarai sicuramente stanca, buonanotte.

 

Digito un veloce Buonanotte anche io e lascio il cellulare sul divano per dirigermi in camera dei gemelli. Sorrido tra me e me. Mi sembra di essere tornata al liceo con tutti questi messaggi e la cosa da una parte mi diverte e dall’altra mi fa piacere perché comunque sa rispettare i miei spazi e questa è davvero una qualità che apprezzo. Entro in camera dei gemelli e trovo Joseph già completamente vestito con il suo pigiama da Spiderman, mentre Stefan e Ian sono alla ricerca di qualcosa. Non appena sentono i miei passi si voltano tutti e tre, due di questi con uno sguardo leggermente confuso.

 

“Mamma, non trovo più il pigiama.”- mi spiega Stefan. –“Quello di Batman!”

“Avete guardato sotto il cuscino?”- domando inarcando un sopracciglio e appoggiandomi allo stipite della porta.

“Abbiamo controllato dappertutto.”- continua Ian annuendo.

 

E non posso non fermarmi per un attimo e vedere tutte queste somiglianze tra di loro. Stessi occhi, stessi zigomi e perfino le stesse posture e lo stesso modo di annuire. E Ian ha avuto anche dei dubbi che potessero essere figli suoi. Mi stacco dalla porta e controllo sulla sedia della scrivania, ma del pigiama non c’è traccia. Ho sempre messo i pigiami sotto i cuscini e mi viene qualche dubbio sul fatto che questa volta non sia così, per cui decido di controllare e lo trovo

 

“Questo che cos’è?”- domando divertita con il pigiama in mano.

“Papà aveva controllato.”- mi dice Stefan prendendo il pigiama. –“E non ha trovato niente.”

“Ha ragione lui.”- si scusa Ian sollevando leggermente le spalle.

“Si, è comparso da solo perché ci sono io.”- ridacchio scuotendo la testa. –“Forza, è ora di andare a dormire.”

“Ma non abbiamo sonno!”- si lamenta Joseph mentre lo aiuto a stendersi sotto le coperte.

“Vostra madre ha ragione, è tardi.”- li riprende Ian mentre copre Stefan.

 

Ecco, questa cosa di essere due genitori con le stesse idee sta cominciando a piacermi, ogni tanto infondo c’è qualche vantaggio nell’essere in due.

I bambini annuiscono e ci danno la buonanotte e la stessa cosa facciamo noi dando un bacio ad entrambi. Spengo la luce della camera e accendo una piccola lucetta vicino alla porta poi socchiudo quest’ultima e comincio a scendere le scale seguita da Ian. Quando arriviamo in sala decido di chiedergli il motivo della sua presenza –oltre al fatto di aver salutato i gemelli.

 

“Cosa dovevi dirmi?”- gli domando sedendomi sul divano.

 

Ian si siede di fronte a me e si appoggia una mano sul ginocchio.

 

“Ho riflettuto a lungo su cos’è successo nell’ultimo mese. Sai tutta la storia dell’essere padre e dei gemelli… Ma soprattutto sul nostro rapporto.”- si ferma un attimo e sospira, poi continua. –“Ci siamo lasciati con il piede sbagliato, forse un po’ troppo, e siamo ripartiti peggio di prima. Insomma… Non siamo bravi a parlare civilmente per più di cinque minuti senza attaccarci a vicenda.”

 

Ha ragione, ma voglio comunque sentire quello che ha da dire quindi annuisco e lo invito ad andare avanti.

 

“Per il bene dei bambini e soprattutto per il nostro credo che dobbiamo cambiare. Una tregua intendo. Tutto quello che è capitato da quando ci siamo rivisti è stata praticamente quasi tutta colpa mia perché mi sono comportato da immaturo e ti ho ferito costantemente, ma non volevo farlo e non voglio farlo mai più. Sei la madre dei miei figli, Nina, e sei una persona importante per me, non posso farti soffrire ancora. Quindi ti chiedo scusa, per tutto. Per quello che è successo sette anni fa fino ad oggi.”- dice per poi abbassare lo sguardo.

 

Effettivamente il suo discorso è stato parecchio toccante e sono sollevata che abbia capito i suoi sbagli –comunque neanche io sono una santa– ma non posso dimenticare tutto così facilmente, ma comunque mi metterò d’impegno e ci proverò, anche se ci vorrà comunque del tempo, credo di meritarmelo.

 

“Anche io ho commesso i miei sbagli e ti chiedo scusa per questo. Non posso però dimenticare tutto quello che hai fatto.”- dico e lo vedo rattristarsi all’improvviso, ma poi continuo. –“Però posso provarci. Non sarà facile, certo, a credo che con il tempo potremmo ritornare quelli di una volta.”

 

Gli occhi di Ian brillano felici e per la prima volta li vedo felici quando è con me.

 

“Amici, intendo.”- mi affretto a precisare. –“Per il bene dei bambini… E il nostro… Effettivamente era diventata una situazione insostenibile.”

“Sono d’accordo con te.”- annuisce, poi si fruga nella tasca. –“Ti ho portato qualcosa.”

 

Dalla sua mano pende una collana e la riconosco subito. Me l’aveva regalata mia madre e io l’avevo regalata a Ian dopo essersi lasciato con Megan. Mia madre mi aveva detto che portava buon umore/felicità e non capisco perché voglia restituirmela –io credevo addirittura che l’avesse gettata.

 

“Credevo l’avessi gettata.”- dico infatti.

“Lo credevo anche io, lo sai? Poi però ho trovato tutto in una scatola in soffitta e ho deciso di riportartela.”- mi spiega.

“Mi stai quindi gentilmente restituendo il mio regalo.”- constato stizzita.

“Cosa abbiamo appena detto? Comportamento civile. Non ti sto dando indietro il tuo regalo per ripicca o perché non mi piaccia, te lo sto solo prestando.”- mi spiega, poi sorride. –“Si, prestando. Questa collana porta il buon umore, no? Ti ho vista un po’ giù e ho pensato che ti servisse.”

“Mi stai dicendo che ho il muso lungo?”- gli domando divertita.

 

Ian scuote la testa divertito poi si alza dal divano con la collana in mano.

 

“No, ma credo che tu abbia ogni tanto il muso lungo per me”- mi dice poi si affretta a spiegarmi. –“per quello che ho fatto intendo. Quindi prendilo come un prestito di pace.”

“Prestito di pace?”- domando. –“Allora credo che dovrò per forza accettare.”

“Posso?”- mi domanda indicando la collana e il mio collo.

 

Lì per lì non capisco quello che voglia fare, ma quando si avvicina comprendo che voglia mettermi la collana al collo quindi annuisco. Sento che combatte un po’ con il gancetto, poi mi scosta i capelli tutti da una parte e mi sistema meglio la collana andando a sfiorare il mio collo e mi auguro che non lo stia facendo apposta perché potrei tirargli un pugno. E’ una sensazione strana sentire ancora le sue mani sul mio corpo e non so cosa sto provando in questo momento.

Finisce di agganciarmi la collana, poi si scosta leggermente turbato e non capisco il perché di questo turbamento –e non voglio nemmeno chiedere.

 

“Non voglio rovinare il momento, ma…”- balbetta incerto. –“C’è una cosa che volevo chiederti da qualche giorno e ovviamente devo avere il tuo consenso.”

 

Si siede sul divano e stringe i pugni nervosamente. Mi preoccupa quando fa così e spero che non sia un altro test di paternità perché potrei ucciderlo sul serio.

 

“Cosa c’è?”- gli domando.

“Ecco… Loro sono i miei figli, no?”- dice e io annuisco confusa. –“Non so se sia una cavolata o meno, ma… Vorrei riconoscerli.”

 

Rimaniamo per qualche attimo in silenzio, poi sollevo la testa. Con questa affermazione deduco che voglia dargli il suo cognome, o almeno è quello che ho inteso io. Se così fosse, beh… Sarebbe strano, ma andrebbe comunque fatto. Questo significa che vuole prendersi davvero cura dei gemelli e renderlo ufficiale, su un pezzo di carta, è ancora più serio e questo mi fa piacere, ma questo vuol dire mettersi d’accordo con un giudice per i giorni per tenere i gemelli e io quindi non li vedrei più tutti i giorni…

Ian, però, blocca il fiume dei miei pensieri.

 

“Prima che tu pensa chissà cosa ascoltami.”- mi dice serio, ma comunque nervoso. –“E’ un passo importante, lo so, ma loro sono i miei figli e voglio riconoscerli, quindi dare loro il mio cognome. Non voglio portarteli via… Voglio solo che abbiano qualcosa di mio…”

“Capisco…”- mormoro.

“Nina, guardami.”- mi dice e improvvisamente lo trovo di fronte a me. Mi prende la mano tra le sue e mi accarezza una guancia. –“Non voglio portarteli via, capito? Loro sono i tuoi figli, ma sono anche miei, voglio solo che abbiano il mio cognome. E’ un male?”

 

Scuoto la testa.

 

“E allora che cos’è che ti preoccupa?”- mi domanda.

 

Decido di dirglielo, infondo nasconderglielo non avrebbe senso e non mi interessa se passerò da egoista o meno, ma sono i miei figli.

 

“Per quanto riguarda i giorni, per tenere i bambini, intendo… Se io volessi vederli, posso… Venire?”- sussurro quasi.

“E’ questo che ti preoccupa?”- mi domanda serio e io annuisco. –“Non voglio stabilire dei giorni, ho già pensato a quello. I bambini sono cresciuti con te e stravolgere le loro vite così non sarebbe giusto… In più non sopportano Nikki ed è un problema… Rimarranno con te a patto che possa venirli a trovare quando voglio, se capisci cosa intendo.”

 

Ha appena detto quello che ho sentito? Davvero non vuole portarmi via i bambini? L’ha detto davvero?

E’ ovvio che può venirli a vedere quando vuole! Praticamente la situazione sarà identica ad adesso, solo che loro avranno anche il suo cognome.

 

“Dici… Davvero?”- domando per sicurezza.

“Si, davvero.”- annuisce e sorride vedendomi finalmente felice. –“Non potrei mai portarti via i bambini. Ovviamente per le feste magari ci metteremo d’accordo.”

“A me va bene, insomma”- mi blocco un attimo e sorrido apertamente. Sono felice. –“benissimo.”

 

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto e devo ammettere che non è carico di tensione come le altre volte. Da quando ci siamo chiariti –pochi minuti fa per l’esattezza– sembra così tutto calmo e tranquillo e finalmente posso rilassarmi un po’ e sentirmi più libera, meno fredda e forzata.

E’ Ian a parlare per primo.

 

“E’ da tanto tempo che non sorridevi così con me.”- mi fa notare dolcemente, ma posso vederlo anche compiaciuto. –“Mi mancava il tuo sorriso.

“Oh…Ecco…”- balbetto imbarazzata non sapendo cosa dire.

 

Ian scoppia in una fragorosa risata che mi lascia interdetta e mi fa imbronciare come una bambina di due anni.

 

“E vedo che non ti si può fare i complimenti senza che tu ti imbarazzi.”- continua ancora ridacchiando.

“La smetti di prendermi in giro?”- gli domando fintamente arrabbiata incrociando le braccia sotto il seno. –“Non sei affatto divertente.”

“Va bene, la smetto.”- dice alzando le mani in segno di resa.

 

Fa appena in tempo a finire quando sentiamo dei tuoni e dei lampi e la cosa non promette nulla di buono. Stava piovigginando fino a poco fa e vuol dire che la situazione sta peggiorando di brutto.

 

“Credo… Credo che sia ora di andare. Sta iniziando un temporale.”- mi dice incurante della mia azione.

 

Scosto di poco le tende per vedere cascate di acqua cadere dal cielo e un vento tale da piegare perfino gli alberi quasi. I classici temporali di fine estate che qui in America possono durare tutta la notte, se non per giorni consecutivi. E vedo Ian afferrare il suo giubbotto di pelle e non me la sento di farlo andare via con questo tempo con il rischio che gli accada qualcosa di brutto solo per il mio orgoglio o per la mia testardaggine, so che me ne pentirei per tutta la vita. Così decido, d’impulso, di farlo rimanere qui, non posso farlo andare fuori con questo tempo. All’ennesimo tuono sobbalzo e mi stringo di più alla maglietta –ho sempre avuto un enorme paura dei tuoni e dei lampi e l’unico che era in grado di calmarmi era proprio Ian.

 

“Non credo che dovresti uscire.”- lo blocco prima che arrivi alla porta. –“C’è il finimondo fuori e non voglio che rischi la vita per tornare a casa. Puoi rimanere qui.”

 

Si volta di scatto e mi guarda sorpreso. Si aspettava forse che lo lasciassi andare via con questo tempo? Va bene che non sono una santa, lo ammetto, ma non sono poi così cattiva ed inoltre si parla di cose serie.

 

“Non guardarmi così, puoi rimanere.”- gli ripeto. –“Abbiamo altre stanze, puoi usare quella degli ospiti. Si trova accanto a quella dei gemelli.”

“Io… Grazie, davvero.”- mi dice solo. –“So che non è facile per te.”

“Voglio solo che tu non rischi la vita per uno stupido temporale.”- gli sorrido. –“Sono un po’ fredda, ma non così tanto.”

“Non sei fredda.”- mi risponde e sorride. –“Ogni tanto un sei solo un po’ scorbutica.”

 

Decido di non rispondergli a tono e devio su qualcos’altro.

 

“Non ho un pigiama da darti, mi dispiace.”- gli dico.

“Non preoccuparti, posso dormire anche così.”- mi risponde annuendo.

“Beh allora, io”- sobbalzo all’ennesimo tuono e mi mordo il labbro. –“Buonanotte.”

“Buonanotte anche a te Looch*.

 

Da quanto tempo non mi chiamava così?

________________________________________________________________________

 

*è il soprannome che Ian ha dato a Nina una miriade (?) di anni fa.

 

Come promesso eccomi con il capitolo ed è anche interamente Nian quindi amatemi! No, a parte gli scherzi, mi mancava scrivere su loro due finalmente in pace ed è una gioia per me questo capitolo *__*

Mi scuso per non aver risposto alla recensioni, ma sono tornata domenica alle sei del mattino, indi per cui ho dormito tutto il giorno in pratica e ieri non ho fatto in tempo a rispondere, ma cercherò di fare del mio meglio per farlo!

Avete saputo che Nina è in Francia? Se viene in Italia giuro che potrei morire, magari potrebbe venire a Venezia con Austin per visitare la città dell’amore, ma so che non sarà mai così perché, sempre se verrà, andrà o a Roma o a Milano :/

Vabbeh, ritorniamo al capitolo che altrimenti mi deprimo u.u

Abbiamo interamente scene Nian e sostanzialmente la parte più importante, oltre alla tregua, è il fatto che Ian voglia dare il cognome Somerhalder anche ai bambini e Nina ne è felice perché ha visto che lui tiene ai bambini sempre di più, come giusto che sia. Ovviamente aveva bisogno di rassicurazioni che giustamente Ian le ha dato. Non so se voi siete d’accordo con la mia scelta sul fatto che non stiano un po’ con uno e un po’ con l’altro, ma cercherò di spiegarvi il perchè, naturalmente è solo un mio pensiero. Ian può andare a vedere i bambini quando vuole e portarli con se a suo piacimento come ha sempre fatto e i gemelli sono felici di ciò. Se avessero stabilito dei giorni da tenere i bambini credo che tutti ne avrebbero sofferto, in primis i gemelli perché non avrebbero potuto più passare tanto tempo con Nina e avrebbero dovuto stare con Nikki -che non sopportano. Magari a qualcosa rinuncerà anche Ian, ma a lui interessa la felicità dei bambini e stare giorni senza vedere la loro mamma potrebbe fare del male a chiunque. Ovviamente anche Nina sarebbe potuta andare quando voleva, ma Ian si è messo nei suoi panni e vedere Nikki costantemente non sarebbe stato bello, in più entrambi non vogliono stravolgere la vita dei bambini.

Spero, dunque, che abbiate capito le mie motivazioni :)

Di importante non c’è altro, a parte Ian che passerà un’intera notte a casa Dobrev con Nina terrorizzata dai fulmini, ma non posso dirvi altro xD

Alla prossima <3

 

PS: Sapevate che il dottor Wes di TVD recita (recitava forse… Perché a quanto pare poi muore, ma non sono arrivata in quel punto) in The Flash? Quando l’ho visto sono rimasta a bocca aperta.

 

PPS: Quante di voi ieri hanno visto la rubrica del TG2 di “Costume e società?”

Hanno fatto un servizio con il sorriso degli uomini e quelli più accattivanti e c’era anche Ian! Sono rimasta mezz’ora a sbavare dietro alla televisione con il telecomando in mano mentre i miei mi dicevano anche in turco di cambiare canale, ma ovviamente l’ho avuta io. L’hanno messo al pari di Raul Bova e George Clooney e hanno detto che è uno degli attori più amati delle teenager… Ma dai? xD

 

  
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