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Autore: darkroxas92    21/07/2015    9 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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54: Affrontare la propria paura Capitolo 54: Affrontare la propria paura
Dopo aver lasciato la torre, gli studenti di Grifondoro si avviarono alla lezione di Trasfigurazione.
I maghi di Fairy Tail si sedettero tranquilli, ma potevano percepire perfettamente gli sguardi di tutti gli altri studenti su di loro.
“Ma insomma, che cos’avete oggi?” Domandò la professoressa McGranitt, dopo essersi trasformata in gatto per la dimostrazione sugli Animagi, cioè quei maghi in grado di trasformarsi in animali. “Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un applauso.”
Tutti si voltarono di nuovo verso Harry, che sbuffò. “Nulla professoressa, solo che adesso molti sono convinti che io debba cadere a terra morto stecchito perché la professoressa Cooman ha visto un Gramo leggendo le foglie di tè della mia tazza.”
“Ah, certo… quindi sei tu quello di quest’anno. Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.”
Tutti la fissarono.
“Cosa intende dire?” Chiese Lavanda.
“È bene che voi sappiate che Sibilla Cooman ha predetto la morte di uno studente l’anno da quando è arrivata in questa scuola, ma finora nessuno è ancora morto. Vedere presagi di morte dappertutto è il suo modo preferito di dare il benvenuto a una nuova classe. Se non fosse che non ho l’abitudine di parlar male dei miei colleghi…”
La professoressa McGranitt s’interruppe, e tutti notarono che aveva le narici bianche e dilatate. Poi riprese, più tranquilla: “La Divinazione è uno dei settori più imprecisi della magia. Non vi nasconderò che faccio fatica a tollerarla. I veri Veggenti sono molto rari, e la professoressa Cooman è…”
S’interruppe di nuovo, e poi disse in tono molto pratico: “A me il signor Potter sembra in perfetta salute, quindi credo comprenderete che non sarà dispensato dai compiti oggi, ma vi assicuro che in caso di sua morte non sarà tenuto a consegnarli. Come chiunque altro avrà la medesima sorte.”
I membri di Fairy Tail sorrisero, mentre gli altri sembrarono tranquillizzarsi.
“Però…” Fece Neville. “Ha predetto la tazza… senza considerare che ha visto-”
“Eventi del passato.” Tagliò corto Erza, facendo scomparire il sorriso. “Solo eventi da lasciarsi indietro. Forse ha qualche potere, ma molto vago.”
“Ben detto signorina Scarlett. Ora, se permettete, vorrei proseguire con la mia spiegazione.”
Quando la lezione di Trasfigurazione fu terminata, si unirono tutti alla folla che si dirigeva rumorosamente verso la Sala Grande per il pranzo, ricongiungendosi a Fred, George, Happy e Ginny.
“Allora, com’è andata?”
“Avevate ragione: forse non basteranno tutte le mie armature per far fronte alla sfortuna di quella donna.” Disse Erza, cominciando a mangiare.
“Però… il Gramo è davvero un pessimo presagio.” Osservò Ron.
“Ma per piacere. Lo abbiamo visto tutti un grosso cane nero, eppure siamo tutti qui.” Disse Natsu, attirando lo sguardo dei quattro Weasley su di sé. “Che ho detto?”
“Voi avete visto un Gramo?!” Esclamò Ginny con voce stridula.
“Suvvia, non mi direte che ci credete, vero?” Domandò Harry, guardandoli.
“Beh… in effetti, ci credevamo… però dopo ciò che abbiamo visto da voi… sinceramente mi terrorizzerebbe di più vedere Gerard… sebbene ignoriamo il suo aspetto. Anche se, effettivamente, qui c’è qualcos’altro che potrebbe farci nuovamente paura…”
Detto ciò i due gemelli guardarono il fratello, che sospirò. “Insomma, che avete tutti oggi? Continuate a fissarmi come se fossi un mostro!”
“Non più…” Sussurrò Lucy, venendo sentita solo da Natsu.
“Beh, comunque, di certo questo Gramo non sarà peggiore di Deliora, no?” Fece Hermione.
“Hermione, se qualcuno vede un Gramo, questa… beh, non è una cosa bella. Nostro zio Bilius ne ha visto uno… ed è morto ventiquattr’ore dopo!”
“Una coincidenza.” Replicò lei.
“Noi non sappiamo da che parte stare, perciò ci dichiariamo neutrali.” Esclamarono i gemelli.
“I-Io… beh, ho incontrato Gerard, e se ne sono uscito vivo… credo di poter sopravvivere a un Gramo. Ma dove lo avete visto?” Chiese Neville.
“A Privet Drive, quando siamo… andati dai miei zii…” Rispose Harry, abbassando la voce. “Quel cane… l’ho rivisto poco dopo che mio cugino mi ha portato l’autorizzazione firmata.”
“Davvero?” Domandò Erza.
“Sì. Non ci avevo prestato attenzione, ma sembrava volesse stare con me e-”
“Ahia!” Esclamò Ron, tirando fuori da una tasca la mano destra. “Ma che gli prende a Crosta? Non mi aveva mai morso prima! Ma oggi ce l’hanno proprio tutti con me?!”
“Dev’essere a causa degli Opendat attorno a te.” Fece Luna, raggiungendoli.
“Ad ogni modo…” Riprese Hermione. “Credo sia stata solo una coincidenza. Inoltre, secondo me, Divinazione è una materia piuttosto confusa. Più che altro s’indovina, se volete saperlo.”
“Sì, credo anch’io sia solo una coincidenza. E poi non sono nemmeno sicuro che fosse un Gramo.”

Una volta finito il pranzo, il gruppo si divise nuovamente, lasciando quelli del terzo anno all’uscita, permettendogli così di raggiungere la casa di Hagrid, dove quest’ultimo, imbacuccato nel cappotto di talpa e con Thor accanto a sé, sembrava impaziente di cominciare.
“Oh, così siete venuti. Pensavo non avreste avuto il coraggio di uscire, visti i Dissennatori.” Esordì la voce beffarda di Malfoy.
Solo allora i maghi di Fairy Tail si ricordarono che avrebbero dovuto condividere la lezione con i Serpeverde.
“Forza, avanti, muovetevi!” Esclamò il nuovo insegnante, mentre i ragazzi si avvicinavano. “Oggi ho una cosa specialissima per voi! Una gran lezione! Ci siete tutti? Bene, allora seguite me!”
Hagrid li portò vicino ai confini della Foresta Proibita, e cinque minuti più tardi si arrestarono accanto a un recinto. Dentro non c’era niente.
“Tutti attorno alla staccionata, qui!” Gridò Hagrid. “Ecco... mettetevi così che vedete bene... adesso per prima cosa aprite i libri...”
“Come?” Disse la voce fredda e strascicata di Draco.
“Eh?” Fece sorpreso il guardiacaccia.
“Come facciamo ad aprire i libri senza perdere una mano?” Domandò ancora Malfoy, prendendo la sua copia del Libro Mostro dei Mostri, che era stato chiuso con uno spago. Anche gli altri estrassero i loro, tutti chiusi nello stesso modo.
“Perché i vostri invece si fanno aprire senza problemi? Non che mi dispiaccia, sia chiaro…” Chiese Ron, osservando Harry tirare fuori la sua copia, che si aprì da sola alla prima pagina.
“Credimi Ron… Non lo vuoi sapere…” Rispose Lucy, guardando Titania.
“Oh, vedo che voi lo avete scoperto.” Disse Hagrid, sollevato. “In effetti, basta accarezzarli sul dorso per farli aprire.”
“Accarezzarli?” Ripeté Erza, sorpresa. “Bastava così poco?”
“No, non voglio sapere come hai fatto. Potrei avere gli incubi.” Commentò Neville, per poi togliere la cintura che aveva usato per chiudere il suo libro ed eseguire le istruzioni, imitato da tutti gli altri studenti.
“Oh, che sciocchi!” Sibilò Malfoy. “Dovevamo accarezzarli! Perché non l’abbiamo capito subito?”
“Be’... sono divertenti, no?” Disse Hagrid in tono incerto.
“Oh, terribilmente divertenti!” Sbottò il Serpeverde. “Davvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di mangiarti le mani!”
“Beh, io sinceramente mi sono divertita a domarli.” Replicò Erza, riservando uno sguardo gelido al biondo, che sbuffò.
“Va bene…” Riprese Hagrid, un po’ sorpreso da quell’ultima uscita. “Allora... avete tutti il libro... Bene… adesso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io vado e le prendo. Voi state qui...”
Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.
“Mio Dio, questo posto è caduto davvero in basso…” Commentò Draco ad alta voce. “Quell’idiota che fa l’insegnante...”
“Taci, Malfoy!” Esclamò Harry, irritato. Sapeva che stava facendo di tutto per rovinare la prima lezione di Hagrid.
“Attento, Potter, c’è un Dissennatore dietro di voi.” Lo prese in giro il Serpeverde, facendo scoppiare a ridere Tiger e Goyle.
“State zitti voi due.” Ordinò, facendoli zittire all’istante. “Non mi sembra di avervi autorizzato a ridere.”
“Oooooh!” Strillò Lavanda Brown, indicando il lato opposto del recinto e distogliendo così l’attenzione dal biondo.
Almeno una dozzina di creature trotterellavano verso di loro: avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo; le zampe anteriori, le ali e la testa di aquile giganti, becchi feroci color dell’acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l’aria letale. Ciascuna delle bestie portava uno spesso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga catena, e tutte le estremità delle catene erano strette nelle manone di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le creature.
“Fermi qui, adesso!” Ruggì lui, agitando le catene e spingendo le creature verso lo steccato dove i ragazzi erano in attesa.
Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e legava le creature alla staccionata.
“Ippogrifi!” Annunciò allegramente il guardiacaccia agitando una mano. “Belli, eh?”
“Belli sì! Non avevo mai visto creature simili prima!” Esclamò entusiasta Natsu.
“Allora!” Disse Hagrid sfregandosi le mani e sorridendo. “Se volete venire un po’ più vicini...”
Solo i membri di Fairy Tail più Malfoy lo ascoltarono.
“Ora, la prima cosa da sapere degli Ippogrifi è che sono orgogliosi.” Spiegò Hagrid. “Facili da offendere, ecco come sono. Mai insultarne uno, perché può essere l’ultima cosa che fate. Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa.” Continuò. “È educato, capito? Camminate verso l’Ippogrifo, fate un inchino, e aspettate. Se anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci, perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo?”
“Vado io.” Si propose Harry, avanzando ulteriormente.
Lavanda e Calì sussultarono. “Oooh, no, Harry, ricordati le foglie di tè!”
“In effetti era buono quel tè, lo concedo. Non mi capita spesso di berlo, da noi non è così diffuso.” Rispose lui, arrampicandosi sulla staccionata e ignorando le implicazioni della frase detta dalla compagna d’anno.
“Bravo, Harry!” Ruggì Hagrid. “Vediamo come te la cavi con Fierobecco.”
Slegò una delle catene, allontanò un Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio.
Dall’altra parte del recinto, i ragazzi trattennero il fiato, mentre gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi.
“Piano, ora, Harry.” Disse l’omone a bassa voce. “Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi...”
Majutsu annuì leggermente con la testa, continuando a fissare la creatura di fronte a sé, che ricambiò mostrandogli due altere pupille arancioni.
“Così…” Istruì Hagrid. “Così, Harry... ora fai l’inchino...”
Potter fece come gli diceva il neo insegnante, chinandosi educatamente.
L’Ippogrifo continuava a fissarlo, altezzoso, senza dar alcun segno di volersi muovere.
“Ah…” Fece Hagrid preoccupato. “Va bene... adesso torna indietro, Harry, Harry, piano...”
Ma in quel momento l’Ippogrifo piegò all’improvviso le ginocchia squamose, e si abbassò in quello che era un inconfondibile inchino.
“Ben fatto, Harry!” Esclamò l’omone estasiato. “Va bene, adesso puoi toccarlo! Accarezzagli il becco, avanti!”
“Okay.” Rispose lui, avvicinandosi a Fierobecco e accarezzandogli il becco.
L’Ippogrifo chiuse pigramente gli occhi, soddisfatto.
“Va bene così, Harry.” Giudicò Hagrid. “Ora ti lascia salire in groppa, guarda.”
Harry fu sorpreso: ormai era abituato a un manico di scopa, di certo non si aspettava che un Ippogrifo sarebbe stato la stessa cosa.
“Sali da lì, dietro l’ala.” Continuò il guardiacaccia. “E ricordati di non strapparci nessuna piuma, lui non è contento se lo fai...”
“Posso immaginarlo.” Fece il moro, ricordandosi di come la cosa desse fastidio anche a Happy.
Majutsu mise il piede sull’ala di Fierobecco e si issò sul suo dorso, per poi aggrapparsi al collo, così da non dover afferrare alcuna piuma.
“Avanti!” Ruggì Hagrid, dando una manata sul fianco dell’Ippogrifo, il quale spalancò le ali, lunghe più di tre metri, per poi decollare.
Non era affatto come un manico di scopa ma Harry era abituato a cose peggiori: di certo dopo la sua esperienza di quell’estate preferiva volare sopra un Ippogrifo piuttosto che essere un fantasma.
Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di nuovo verso terra. Sentì solo un colpo secco mentre le quattro zampe male assortite toccavano terra, e lui saltò subito giù.
“Bravo, Harry!” Gridò Hagrid, mentre tutti tranne Malfoy e gli altri Serpeverde lo festeggiavano. “Okay, c’è qualcun altro che vuole provare?”
Incoraggiati dal successo del moro, gli altri ragazzi si arrampicarono cautamente sulla staccionata. Hagrid slegò gli Ippogrifi uno a uno, e ben presto tutti furono impegnati in una serie di nervosi inchini.
Quando toccò a Erza, l’Ippogrifo si chinò per primo, lasciando stordito il guardiacaccia. “Strano, non era mai successo prima.” Commentò.
“Probabilmente ha agito seguendo l’istinto di sopravvivenza.” Ipotizzò Gray. “Mi sorprendo che non sia successo lo stesso con te, Harry.”
“A differenza di Erza, ho trattenuto il mio potere magico.” Rispose lui.
Nel frattempo Malfoy si avvicinò a Fierobecco. “È facilissimo.” Borbottò abbastanza forte da farsi sentire dagli altri. “Lo sapevo, se ce l’ha fatta Potter... Scommetto che non sei per niente pericoloso. Vero, brutto bestione?”
Fu un attimo: un lampo di artigli d’acciaio scattò contro il Serpeverde, che tirò subito fuori la bacchetta, mormorando qualcosa che gli altri non udirono a causa della situazione. Immediatamente l’Ippogrifo cacciò un gridò di dolore, per poi cadere a terra, ricoperto di tagli.
“Fierobecco!” Urlò Hagrid, accorrendo, mentre Malfoy rimetteva in tasca la bacchetta.
“Ben gli sta. Così impara ad attaccarmi e-”
Non finì la frase che Natsu lo afferrò per la divisa, portando la faccia di fronte alla sua, fissandolo con occhi pieni d’odio.
“Che cos’hai fatto?”
“Autodifesa, Dragonil. Qualcosa a te sconosciuto, immagino.”
“Sei stato tu a provocarlo! Ti abbiamo sentito tutti!” Ringhiò il Dragon Slayer. “E Hagrid ci aveva avvertito che non andavano offesi!”
“È colpa sua. Non doveva portare dei simili mostri.”
Natsu tirò indietro l’altro braccio, pronto a colpirlo, ma fu fermato da Majutsu. “Harry-”
“Non dargli nessuna soddisfazione. Se lo colpisci, finirà col farti mettere in punizione.” Disse, mentre Hagrid controllava le ferite di Fierobecco.
Natsu sbuffò, lasciando andare Malfoy.
“Tsk. Vedo che quel Dissennatore ti ha messo al tuo pos-”
Ma il pugno di Harry lo colpì sulla guancia, facendolo cadere all’indietro.
“Io d’altro canto non temo una misera punizione, come non mi preoccupo di perdere dei punti.” Continuò Majutsu, guardandolo con occhi pieni di rabbia, che sembravano brillare.
“Harry!” Chiamò Hagrid, voltandosi a guardarlo,. “Basta così! Non voglio che tu ti metta nei guai per me. Malfoy, segnalerò quest’incidente al preside. Non hai seguito le mie istruzioni, e hai ferito deliberatamente Fierobecco.”
“Fai pure quello che vuoi. Non mi curo certo del giudizio di un mostro che difende un altro mostro.” Replicò Draco, rialzandosi e massaggiandosi la guancia, che cominciò a gonfiarsi.
“Tu…” Soffiò Hermione, tentata di prendere in mano la bacchetta, ma fermata subito da Neville.
“La lezione per oggi è conclusa. Scusate, ma devo curare subito Fierobecco.” Concluse Hagrid, congedandoli.
Gli studenti annuirono, per poi recuperare le loro borse e allontanarsi, lasciando indietro Malfoy, che camminava lentamente.
“Perché mi hai fermato per poi colpirlo tu?!” Esclamò furioso Natsu a Majutsu. “Avrei potuto fargli più male!”
“È proprio questo il punto. Tu probabilmente lo avresti mandato direttamente in infermeria con il tuo pugno. E per quanto volessi farlo anch’io, non possiamo.”
A diversi metri dietro di loro, Draco si fermò vicino a un albero.
“Non è pericoloso per te farti vedere qui?” Chiese.
“No, se non mi vedono. Perché l’hai colpito? Avresti potuto accusare Hagrid se quell’animale ti avesse ferito.”
“Non mi prendere per uno stupido. Cosa sarebbe successo se mi avesse lacerato la divisa e mostrato la schiena? La mia copertura sarebbe saltata subito, dato che ero davanti a Potter e i suoi amici.”
“Capisco… Allora credo tu abbia fatto un’ottima scelta. Ma vedi di non esporti nuovamente in questo modo.”
“Non preoccuparti, continuerò a giocare la mia parte fin quando sarà necessario.” Concluse lui, riprendendo la sua camminata.


Le conseguenze per Malfoy furono pesanti: Serpeverde perse ben cento punti a causa sua; inoltre aveva ricevuto il divieto di giocare a Quidditch fino a dopo Natale.
Fierobecco era riuscito a salvarsi, ma Hagrid disse che gli ci sarebbero voluti mesi per riprendersi completamente.
“Come osa?” Fece Happy il giorno dopo, non appena Majutsu e gli altri tornarono per pranzare dalla prima lezione di quell’anno di pozioni. Gli avevano appena detto che Malfoy continuava ad andare fiero di ciò che aveva fatto.
“Lascialo perdere, Happy.” Consigliò Natsu. “So che ti infastidisce che abbia ferito gravemente una creatura magica, ma sfortunatamente non possiamo fare davvero molto. O a quest’ora sarebbe già un mucchietto di cenere.”
“Sai Natsu, io continuerò a chiedermi perché sembri così fissato con il fuoco.” Intervenne Dean, seduto poco distante.
“Non sembra, lo è. È un maniaco del fuoco.” Replicò Gray.
“Cos’hai detto, ghiacciolo?” Ringhiò il diretto interessato.
“Esattamente quello che ho detto, fiammifero!”
“Ragazzi… non volete che intervenga per fermarvi, vero?” Domandò Erza, mentre beveva tranquillamente un sorso d’acqua.
Immediatamente i due maghi si abbracciarono. “Ma noi stavamo solo scherzando!” Dissero insieme, con un sorriso forzato.
“Non so perché, ma tu li spaventi terribilmente.” Commentò Seamus, guardando Titania, che sorrise.
“Sono due bambini, perciò ogni tanto devono essere calmati.”
“Ho paura di sapere come…” Mormorò poco lontano Angelina.
“Oh, è anche troppo buona. Fosse per me, userei tort-ehm, punizioni più severe.” Fece Harry, correggendosi.
“Ma dove diamine vivete voi?!” Esclamarono assieme i loro compagni di corso.
“Segreto.” Risposero nello stesso momento Majutsu e Titania, enigmatici.
“Allora…” Intervenne Fred, decidendo di cambiare discorso. “Voi oggi avete Difesa contro le Arti Oscure, vero?”
“Sì.” Rispose Hermione, mettendo via il libro di Aritmanzia. “Sono curiosa di vedere se quest’anno ci va bene o no.”
“Il professor Lupin è fantastico!” Esclamò Happy, che lo aveva avuto quella mattina. “Non ha nulla a che fare con Allock. Anche se mi ha guardato in maniera strana, aye…”
“Beh, credo sia per il colore dei capelli…” Tentò Ron. “Sai, qui non sono molto comuni.”
“Paese che vai, colori che trovi.” Mormorò Erza, abbassando lo sguardo. “Okay, allora è meglio se ci avviamo!”
I ragazzi annuirono, per poi alzarsi dal tavolo e dirigersi verso l’aula.
Il professor Lupin non c’era quando arrivarono in classe. Tutti presero posto, tirarono fuori i libri, le penne e le pergamene, e stavano chiacchierando quando finalmente l’insegnante entrò in aula. L’uomo sorrise in modo vago e posò la vecchia valigia tarlata sulla cattedra. Era trasandato come sempre, ma aveva l’aria più sana che non sul treno, l’aria di uno che ha consumato qualche pasto come si deve.
“Buon pomeriggio.” Salutò cordiale. “Vi prego di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi occorrono solo le bacchette magiche.”
“Ho sentito bene?” Disse sorpreso Gray. “Finalmente dopo due anni avremo una lezione pratica? Probabilmente ci sarà una tempesta di sabbia!”
“Forse volevi dire che nevicherà.” Cercò di correggerlo Dean, ottenendo uno sguardo stranito dal compagno.
“Quello sarebbe un lieto evento, quindi niente di strano.”
“Bene.” Continuò il professor Lupin quando tutti furono pronti. “Se ora volete seguirmi…”
Perplessi ma interessati, i ragazzi si alzarono e seguirono l’insegnante, che li guidò fuori dalla classe, lungo il corridoio deserto e oltre un angolo, dove la prima cosa che videro fu Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz’aria a testa in giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina.
Pix fece finta di niente finché il professor Lupin non gli fu vicinissimo, poi agitò i piedi dalle dita arricciate e canticchiò: “Pazzo, pazzo Lupin. Pazzo, lupesco Lupin, pazzo, lupesco Lupin…”
Per quanto in genere fosse maleducato e intrattabile, di solito Pix rispettava gli insegnanti. Tutti guardarono il nuovo professore per vedere come avrebbe risposto: con loro grande sorpresa, stava sorridendo.
“Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca dalla toppa.” Disse in tono amabile. “O Mastro Gazza non riuscirà a prendere le sue scope.”
Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
“Pix…” S’intromise Harry, attirando l’attenzione della creatura su di sé. “Dobbiamo ripeterlo noi?”
Il Poltergeist perse subito il suo sorriso, per poi provvedere a rimuovere immediatamente la cicca. “N-No di certo… anzi, credo andrò subito a farmi un giro nella… nella Foresta Proibita, sì.” Disse, deglutendo, per poi volare via.
“Notevole, Harry. Ma come hai fatto a convincerlo?” Domandò il professore.
“Io, niente. È un episodio che risale al primo anno. Per qualche motivo, ha paura di me e dei miei amici.”
A Majutsu parve per un momento di vedere il professore sorridere.
“Procediamo.” Disse infine questi, girandosi e riprendendo il cammino. Li guidò lungo un secondo corridoio e si fermò davanti alla porta della sala professori.
“Entrate, prego.” Invitò il professor Lupin aprendola.
La sala, una stanza lunga, rivestita di legno, piena di vecchie sedie scompagnate, era vuota, tranne che per un insegnante. Il professor Piton era seduto su una poltrona bassa, e alzò lo sguardo mentre la classe entrava. Aveva gli occhi scintillanti e una smorfia antipatica sul viso, mentre il collega entrava e chiudeva la porta alle sue spalle.
“Lasciala aperta, Lupin. Preferisco non assistere.” Disse l’insegnante di Pozioni, alzandosi e allontanandosi, con il manto nero che fluttuava alle sue spalle.
“Allora!” Esclamò il professor Lupin dopo che l’insegnante di Pozioni se ne fu andato, radunando la classe verso l’altro capo della stanza, occupato solo da un vecchio armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre Lupin si avvicinava, l’armadio ondeggiò all’improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro, spaventati.
“Niente paura.” Li tranquillizzò il professore con la massima calma. “C’è un Molliccio lì dentro.”
Quasi tutti sembravano convinti che ci fosse da aver paura, eccome. Solo alcuni non erano della stessa opinione, mostrando sui loro volti solo un leggero timore.
“I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri.” Spiegò. “Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini... Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio, e ho chiesto al Preside di lasciarcelo per poter fare un po’ di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanda che dobbiamo porci è questa: che cos'è un Molliccio?”
Hermione alzò la mano.
“È un Mutaforma.” Disse non appena ottenuto il permesso. “Può… Può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più.”
“Non avrei saputo dirlo meglio!” Approvò il professore, e Hermione sorrise radiosa. “Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall’altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?”
Majutsu si sorprese per essere stato chiamato, ma annuì subito dopo. “Certo. Non essendo da soli ad affrontarlo, lui non saprà che forma prendere.”
“Precisamente.” Disse il professor Lupin. “È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l’errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso.”
“Dipende da chi lo guarda…” Mormorò Lucy. “Io avrei avuto paura lo stesso…”
“L’incantesimo per respingere un Molliccio…” Continuò Lupin. “…è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l’incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego… Riddikulus!”
“Riddikulus!” Ripeterono tutti in coro.
“Bene.” Disse il professor Lupin. “Molto bene. Questo però era il meno, temo. Vedete, la parola da sola non basta.”
L’armadio tremò di nuovo.
“Hermione, comincia tu.” Asserì il docente, sorprendendo la ragazza non tanto per essere stata chiamata, ma per via del fatto che fosse stato usato il suo nome invece del cognome. “Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa più paura al mondo?”
Hermione, per la prima volta, non seppe cosa rispondere. Poi, pochi secondi dopo, nella sua mente comparve l’immagine dell’Eterion che si abbatteva sulla torre.
“U-Una… una magia…” Rispose a bassa voce, mentre i compagni di Grifondoro la guardavano increduli.
“Di che magia si tratta?” Domandò curioso Lupin.
“Non… Non lo so, signore… L’ho solo vista… appare come una grandissima fonte di luce… distruttiva…”
“Si chiama Eterion.” Intervenne Harry. “Ed è una magia in grado di distruggere qualsiasi cosa incontri sul suo cammino. Non lascia alcuna traccia dietro di sé. Ma per usarla, ci vuole una concentrazione unica, oltre alla presenza di molti maghi potenti. Abbiamo avuto la sfortuna di assistere al suo uso quest’estate, anche se da lontano.”
Immediatamente si alzò un mormorio tra gli studenti.
“Capisco.” Disse infine l’insegnante. “Allora, Hermione, devi trovare un modo per trasformare questa magia in qualcosa che possa far ridere. Ricordati che il Molliccio prenderà solo l’aspetto, non la potenza di questa magia. Credi di farcela?”
La castana restò in silenzio per qualche secondo, per poi annuire.
“Molto bene allora. Adesso aprirò l’armadio. Subito dopo che Hermione l’avrà respinto il Molliccio tenterà di attaccare nuovamente. Hermione farà qualche passo indietro, sostituita da chi chiamerò. Siete pronti?”
Tutti annuirono.
“Al mio tre allora!” Esclamò il professor Lupin, puntando la bacchetta verso la maniglia dell’armadio. “Uno… Due… Tre!”
Un getto di scintille sprizzò dalla punta della bacchetta di Lupin e colpì la maniglia. L’armadio si spalancò.
Ne uscì un fascio di luce, che si diresse subito contro Hermione, che alzò la bacchetta, concentrandoci su ciò che stava immaginando.
“R-Riddikulus!” Urlò.
Immediatamente, il fascio di luce si trasformò in una sfera di luce, che ribalzò a terra cambiando colore, per poi saltare sul soffitto e diventare così di un giallo canarino, seguito da blu, fucsia e nero, continuando così. Diversi ragazzi si misero a ridere.
“Bene, ora Calì! Tocca a te!”
La ragazza avanzò con fare deciso mentre Hermione prese il suo posto nelle retrovie. La palla di luce sembrò esplodere con uno schiocco, e al suo posto comparve una mummia tutta fasciata, grondante sangue. Il suo volto senza occhi era rivolto verso Calì e la cosa cominciò ad avanzare verso di lei, molto lentamente, strascicando i piedi, mentre le braccia rigide si alzavano…
Riddikulus!” Gridò Calì.
Una benda si dipanò dai piedi della mummia, che inciampò, cadde in avanti e perse la testa, che rotolò via.
“Seamus!” Chiamò il professor Lupin.
Seamus prese il posto di Calì.
Crack! Al posto della mummia ora c’era una donna con i capelli neri lunghi fino a terra e il volto scheletrico e verdastro: una banshee, la strega delle brughiere. L’essere spalancò la bocca e un suono disumano riempì la stanza, un lungo gemito ululante che fece drizzare i capelli a molti dei presenti.
Riddikulus!” Urlò Seamus.
La banshee emise un verso rasposo e si afferrò la gola: le era sparita la voce.
Crack! La banshee si trasformò in un topo, che corse in tondo cercando di prendersi la coda e poi - crack! - diventò un serpente a sonagli, che si contorse prima di diventare - crack! - una pupilla insanguinata.
“È confuso!” Gridò Lupin. “Ce la facciamo! Weasley!”
Ron avanzò, pronto ad affrontare quello che sapeva sarebbe stato sicuramente un ragno gigante.
Il Molliccio schioccò di nuovo, ma invece dell’aracnide, di fronte a Ron si materializzò quello che sembrava una sua copia. Solo che questi indossava un completo nero metal, con un tatuaggio scuro sulla guancia.
“Dove diamine è finito il ragno?!” Esclamò sorpreso Ron, mentre Lucy dietro di lui sbiancava.
“Non di nuovo lui!” Gridò, spaventata.
Il rosso si voltò a guardarla. “Sai chi è? Perché io non me lo ricordo?! E soprattutto, perché sembra me?!”
“Weasley, non distrarti, o avrà la meglio lui.” Lo riprese Lupin, anche lui sorpreso per quella trasformazione.
“Ecco… è una persona che abbiamo incontrato nella Torre… Non ti ricordi di lui perché stavi dormendo…” Cercò di mentire la maga degli Spiriti Stellari. Dopotutto, non poteva di certo dirgli la verità, non davanti a tutti.
Il Ron malvagio tirò fuori la lingua, per poi creare una sfera di luce, pronto a colpirlo.
Riddikulus!” Ruggì Weasley, deciso a non sperimentare niente da parte di quella cosa, che si colorò immediatamente di verde, mentre la sfera di luce si trasformò in un gavettone di vernice rosa, che gli scoppiò in mano.
“Ottimo! Fullbuster!”
Ron non perse tempo, andando subito al fianco di Lucy. “Poi mi spiegherai bene questa storia…” Le sussurrò. “Quella era luce. Come la mia.”
“Parlerò solo in presenza di Fred e George. Loro sono ancora più sconvolti di me.”
Gray nel frattempo saltò avanti, con la bacchetta in mano.
Il falso Ron sparì, sostituito da una donna dai capelli blu. Ma la cosa che saltò agli occhi di tutti era che questa era per metà di ghiaccio, e stava osservando con occhi pieni di rabbia il moro di fronte a lei.
“Ur… è stata colpa mia… ma so che la vera te non mi considera colpevole!” Affermò Gray, puntandole contro la bacchetta. “Scusami. Riddikulus!
Le gambe di Ur si trasformarono in due sci, e lei scivolò dritta dritta davanti a Lucy, che saltò avanti pronta. Questa volta si trasformò in un uomo ben vestito, con capelli e baffi biondi, che guardava severamente la ragazza.
“Papà… Non mi pento di ciò che ho fatto. Puoi tenerti i tuoi soldi, io mi tengo la libertà. Riddikulus!
Immediatamente, a Jude Heartphilia caddero di netto i baffi.
“Grande Lucy! Ora fa provare me!” Esclamò Natsu, andando avanti.
Il padre di Lucy si voltò a guardarlo per poi sparire, sostituito da una coltre di nebbia.
“Del fumo?” Domandò sorpreso il Dragon Slayer. “Mi prendi in giro?! Come potrei aver paura di una cosa così stup-”
Ma le parole gli morirono in bocca.
Davanti a tutti, la testa enorme di un drago dalle squame rosse emerse dalla nebbia: era stata decapitata di netto, e gli occhi, ormai bianchi, sembravano fissare Natsu, che cominciò a tremare, mentre dietro di lui diversi studenti gridarono spaventati, temendo un vero drago.
“I- Igneel…” Mormorò il Dragon Slayer, con gli occhi tremanti, avanzando lentamente verso la testa. “Igneel!!!” Chiamò terrorizzato, ma venendo fermato da Neville.
“No Natsu! Non è davvero lui! Ricordi? È un Molliccio!”
“Ma il suo odore… le sua squame… Non posso sbagliarmi, è lui!”
Paciock sospirò, sperando che l’amico lo avrebbe capito. Sotto gli occhi sorpresi di tutti, lo colpì con un calcio allo stomaco, facendolo cadere all’indietro e restando da solo davanti alla testa draconica, che scomparve subito.
Ora, di fronte a tutti, un ragazzo da capelli blu, con un tatuaggio che gli attraversava la parte destra della faccia, lo fissava divertito. Il volto di Neville divenne subito pallido.
“No… Non di nuovo tu!” Esclamò, fissando Gerard, che cominciò ad avanzare verso di lui.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il ragazzo si sentì tirare indietro dalla divisa, mentre Erza prendeva il suo posto.
“Scusa Neville. È colpa mia se ti è apparso lui.” Disse, alzando la bacchetta, mentre si sentì un nuovo schiocco.
Questa volta fu il turno di Titania di spalancare gli occhi.
Di fronte a lei, in tutta la sua altezza, Shimon la guardava con occhi duri.
“Shimon…” Mormorò Erza, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. “Perdonami… se solo fossi stata più forte tu non saresti…”
Il ragazzo non disse nulla. Si limitò ad alzare un braccio, per poi aprire la mano che teneva chiusa.
Immediatamente molti urlarono, mentre Erza si portò d’istinto la mano libera sull’occhio destro.
Lì, in bella vista, Shimon mostrò a tutti un bulbo oculare, la cui iride era dello stesso colore degli occhi di Erza.
“Indietro!” Ruggì Harry, spingendola via.
Il professor Lupin fece per intervenire subito, ma con sua sorpresa, il Molliccio non cambiò aspetto, limitandosi a far sparire l’occhio.
“Come immaginavo…” Mormorò Majutsu. “Non riesco ancora a perdonarmi… Tu sei morto per salvarci. E non potrò mai accettare questa mia debolezza.”
Shimon continuò a guardarlo.
Poi, il suo aspetto cominciò gradualmente a cambiare: una tunica nera lo avvolse completamente, lasciando scoperto solo un braccio, che raggrinzì quasi all’istante, diventando bianco.
Il volto del ragazzo scomparve, nascosto da un cappuccio.
Di fronte a tutti quanti, era apparso un Dissennatore.
“Okay, direi che per oggi è sufficiente!” Annunciò Lupin, saltando avanti a Harry.
La creatura oscura scomparve subito, sostituita da una sfera di un bianco argenteo, che galleggiava a mezz’aria davanti al professore, che disse “Riddikulus!” quasi pigramente.
La sfera argentata esplose come un fuoco d’artificio.
L’insegnante ne approfittò, pronunciando un altro incantesimo. Immediatamente le luci colorate tornarono nell’armadio, che si chiuse subito, imprigionandole.
“Me ne occuperò più tardi.” Disse, guardando gli ultimi maghi che avevano affrontato il Molliccio, tutti ancora sconvolti. “Dubito che qualcuno si sarebbe messo a ridere dopo ciò che abbiamo visto. Cinque punti a tutti coloro che hanno affrontato il Molliccio… e non preoccupatevi, non tutti riescono a respingerli. È normale. Per la prossima volta dovete leggere il capitolo sui Mollicci e farne il riassunto… consegna lunedì. È tutto.”
Chiacchierando sconvolti, i ragazzi uscirono dalla sala professori.
I maghi di Fairy Tail restarono in silenzio. Per quasi tutti loro, la loro paura era da attribuire a ciò che avevano assistito nella Torre del Paradiso.
Questo significava che l’incubo in cui Gerard li aveva fatti precipitare non era ancora svanito del tutto.

Il professor Lupin restò a guardare l’armadio.
“Quindi è questo quello di cui hanno paura… Ora capisco molte cose.” Mormorò, lasciandosi cadere seduto su una sedia. “Siamo stati degli stupidi a non capirlo, eh?”





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E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma sono stato preso da mille e più cose...
Ad ogni modo, con questo finalmente si conclude l'introduzione al terzo anno! Dal prossimo le cose cominceranno a diversificarsi... e non poco!
Ringrazio tutti voi che continuate a seguirmi e a recensire e al prossimo capitolo!
   
 
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