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Autore: Atra    21/07/2015    5 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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-Tornate indietro, maledizione!- sbraita Seifer, agitando l'Hyperion incurante degli sguardi terrorizzati della gente attorno a noi. Dincht si piega in due con le mani sulle ginocchia e impreca a denti stretti, mentre io rimango immobile pietrificata a guardare le navi diventare minuscoli puntini all'orizzonte, come chi non riesce ad accettare l'evidenza.
-Maledizione!- urla ancora Seifer, sbattendo il Gunblade a terra. La sua rabbia mi fa sussultare e guardare intorno smarrita. Nello stesso momento Dincht solleva il viso e lancia uno sguardo di fuoco a Seifer:
-E' tutta colpa tua, lurido stronzo! - inizia a gridare, levando i pugni contro mio fratello - Tu sei voluto rimanere, tu hai costretto tua sorella a rimanere e io sono dovuto tornare a salvarvi il culo! E adesso per colpa tua saremo bocciati tutti e tre!-.
Seifer solleva lo sguardo: il suo collo ormai è uno scatto nervoso unico e io so cosa significa.
-Cosa vuoi da me, imbecille? - scatta infatti - E' colpa mia se tu hai fatto la cazzata tornando indietro a fare l'eroe? Ma cresci un po'!- lo insulta, tremando tutto per non scaldarsi troppo. È un miracolo che la pelle dei suoi guanti non si sia ancora lacerata, tanta è la tensione che gli fa stringere i pugni.
-Io?! Devo crescere...IO? - Dincht scoppia in una risata così amara da farmi accapponare la pelle - Non ti ho chiesto io di andare a fare l'eroe sulla torre di trasmissione, signor caposquadra! Hai deciso tutto tu e guarda come è andata a finire! Sei contento adesso? Hai soprattutto rovinato l'esame a tua sorella e se fossi in lei ti prenderei a pugni fino a romperti il naso!-.
Seifer stringe le labbra fino a quando non diventano una linea sottile, poi fa un passo in avanti:
-Vieni qui a dirmelo, pezzo d'idiota - lo apostrofa, facendogli segno di avvicinarsi - Vieni pure qui a parlarmi di ciò che non capirai mai, ma non osare MAI PIU' mettere in mezzo mia sorella. Mi hai capito?-. Le ultime parole sono urlate da Seifer a un centimetro dalla faccia di Dincht, che si è portato proprio di fronte a lui, senza alcuna esitazione.
Maledizione, qui la situazione si sta facendo più bollente di ciò che passa fra le mani di Ifrid. Scatto in avanti e mi infilo fra i due posando loro una mano sul petto:
-Basta, piantatela subito!- sbotto, puntando lo sguardo negli occhi di Seifer, che non accennano ad abbassarsi su di me ma continuano la loro sfida silenziosa con Dincht.
-Seifer, per favore- lo imploro, dandogli qualche spintarella per farlo arretrare. Mio fratello mi prende i polsi e cerca di togliermi di mezzo:
-Io lo faccio nero questa volta!- sbraita. Io puntello i piedi e lo strattono:
-Seifer, mi stai facendo male- mi lamento. Non è propriamente vero, ma so che funzionerà. Infatti mio fratello mi lascia subito, borbottando una scusa e osservando i miei polsi rossi mordicchiandosi le labbra. Scuoto la testa e li guardo entrambi, le mani sui fianchi:
-Qui ognuno di noi ha delle responsabilità: Seifer, tu eri caposquadra e ti sei comportato da perfetto deficiente - mio fratello ringhia qualcosa di improponibile che mi sforzo di non ascoltare: voglio parlare dopo con lui e non voglio litigare ora - Ma alla fine anche io ho deciso di rimanere con lui a combattere, quindi Dincht non permetterti più di dire che Seifer ha scelto per me o ti cavo gli occhi a suon di graffi. Non ho bisogno di essere difesa da nessuno - continuo tranquillamente, mentre Dincht sta ancora ansimando, il volto rosso per la collera - Infine Dincht, tu hai scelto di venire ad aiutarci, quindi la colpa del tuo coinvolgimento è anche tua. Se ci bocceranno, sarà solo per dei nostri sbagli. Quindi piantatela di insultarvi gratuitamente e troviamo un modo per tornare al Garden-.
Dincht si abbassa improvvisamente e sferra un pugno al pavimento, prima di accovacciarsi a terra:
-Il sogno di una vita...dannazione a tutto- mormora amaramente. Mi avvicino, tenendo lo sguardo fisso sul volto indurito di mio fratello:
-Ci penserai dopo a rinunciare ai film mentali che ti eri già fatto. Adesso dobbiamo tornare- lo sprono. Ehm...lo so che non era un incoraggiamento molto efficace (nota dell’ “autrice”: ah, perché? Era un incoraggiamento?!), ma non sopporto le persone che si piangono addosso. Non serve a nulla lamentarsi quando tutto è già successo.
Diventare SeeD era davvero il sogno della mia vita e ora non ne rimangono nient'altro che frammenti. Tuttavia...la vita va avanti e ci riproverò più avanti.
Probabilmente questa volta non ero abbastanza matura per rimanere buona al mio posto...anzi, se è questo il problema, allora non sarò mai SeeD.
Dannazione, non posso permettermi di pensarci adesso, anche se non riesco a deglutire l'amaro in bocca.
Dincht si rialza in piedi mugugnando qualcosa, mentre Seifer è voltato verso il mare. Mi avvicino ad afferrargli una mano:
-Tu sai come tornare a Balamb, vero?- gli chiedo prudentemente per verificare che la rabbia gli sia passata. Lui ricambia la mia stretta e annuisce:
-Dobbiamo andare a Timber e poi prendere il treno per Balamb. Possiamo noleggiare una macchina: da qui Timber dista circa dieci minuti di viaggio. Andiamo all'entrata della città- dice, voltandosi poi e cominciando a correre, seguendo a ritroso il percorso fatto fino a qui.
Mi volto a fare un cenno a Dincht:
-Vieni con noi. Non mi va che tu faccia il viaggio di ritorno da solo. Sei troppo agitato- gli dico semplicemente, passandogli accanto. Lui mi afferra il braccio per fermarmi:
-Tu non sei arrabbiata?- mi chiede, scrutando i miei occhi. Volto la faccia per impedirglielo e faccio un sospiro:
-A volte le cose non si possono cambiare. E comunque ora non è proprio il momento per avere attacchi di rabbia. Avremo davanti ancora un bel po’ di tempo per sfogarci, al Garden- dico, sorridendo amaramente. A questo punto Dincht si degna di seguirmi verso l'entrata della città.
Seifer ci sta aspettando accanto a un albero il più lontano possibile dal banco d'ordinazioni del noleggio macchine, le braccia conserte e l'aria contrariata. Lo ignoro e mi avvicino:
-Allora? Hai già chiesto se gliene è rimasta una?- lo incalzo. Lui fa un sorriso molto strano, che non mi piace per niente:
-Io non ho soldi, sorellina. Tu?- mi chiede. Scuoto nervosamente la testa, imitata da Dincht accanto a me. Maledizione: come faremo a prendere il treno? Intanto Seifer inizia a ridacchiare:
-Che diavolo c'è di divertente?- sbotto, irritata da ciò che lui sembra sapere in più di noi. Mio fratello mi fa l'occhiolino:
-Dimmi: non hai mai rubato una macchina prima d’ora?- mi chiede, infilandosi una mano in tasca e spostando il peso su una gamba sola. Osservo la sua nuova posa da figo e gli pungolo il petto:
-Dimmi: non hai mai provato a far funzionare il cervello? Guarda che è gratis - mi spazientisco, prima di continuare - Sei scemo o cosa? Non ti permetterò di rubare un’altra volta una macchina, razza d'idiota. Mi basta quello che è successo quattro anni fa-. Seifer alza le mani per difendersi:
-E' l'unico modo per arrivare a Timber prima che l'ultimo treno per Balamb parta! - esclama, prima di ridacchiare e farmi l’occhiolino: - Credevo che non te lo ricordassi-.
Oh maledizione, certo che me lo ricordo. Non dimentico facilmente le volte in cui mio fratello fa lo scemo. Ehm...sorvoliamo sul mio comportamento di quella sera.
Dincht fa un sospiro:
-Maledizione, non credevo che un giorno l'avrei fatto anche io...- dice, prima di voltarsi e lanciarsi in un finto combattimento con un nemico immaginario...la polizia, forse? Seifer rimane a guardarlo un po', prima di sogghignare:
-Allora, usiamo il solito piano: tu e il gallinaccio...-.
-Non chiamarmi gallinaccio o, quant'è vero Hyne, ti pesto a morte!-.
-Ehi, ricominciamo? - sbotto io annoiata, prima di rivolgermi a Seifer - E comunque nessuno ti ha dato la sua approvazione, soprattutto se ricicli quel piano: non ha funzionato, ricordi?-. Mio fratello alza gli occhi al cielo:
-E' l'unico modo che abbiamo! Confido che il gallinaccio sia più all’altezza di Fujin e Raijin - poi sbuffa - Senti: nemmeno a me fa impazzire l'idea, ma...- esclama esasperato, prima che io lo interrompa:
-A te fa impazzire qualunque infrazione della legge - lo rimbecco - Comunque, sentiamo il formidabile piano- aggiungo alla fine, arrendendomi. Seifer spalanca gli occhi (e con questa sono due volte che lo stupisco nel giro di un giorno, un numero davvero notevole!), ma si affretta a cogliere l'occasione:
-Tu e Dincht... - il diretto interessato alza il pollice per mostrare la sua approvazione, senza però degnarsi di guardarci - ...distrarrete l'impiegato, mentre io mi infilo in una macchina a caso fra quelle là, appena dietro il bancone del commesso. Quella che vedete sgommare a tutta birra fuori da Dollet sarà la nostra. Io mi fermerò solo per pochi secondi a farvi salire, quindi siete pregati di fare alla veloce e di non farvi prendere dagli sbirri- spiega, tutto infervorato.
-La polizia, Seifer - lo correggo, alzando gli occhi al cielo - Non sei un esperto nel settore-.
Mio fratello fa un sorrisetto birichino:
-Dici che quella là è stata l’unica volta in cui ho avuto guai con la polizia, quindi?- mi domanda, il suo sorriso che si allarga sempre di più. Sbuffo sonoramente:
-Non me ne frega un piffero. E adesso fila prima che ci ripensi-.
Seifer si allontana per nascondersi dietro un albero e ci fa un segno, mentre ancora sta ridendo. Mi volto verso Dincht per chiedergli se è pronto e lui annuisce, stringendo le labbra.
-Ok, abbiamo affrontato un centinaio di soldati armati, che ci vuole a rubare una cavolo di macchina?- mormora lui per farsi coraggio, mentre ci avviciniamo al proprietario dell’autonoleggio, cercando di assumere un’aria gentile e innocente (il che per me non è proprio una passeggiata...). Il tipo ci restituisce uno sguardo sospettoso, abbassando con un fruscio molto seccato il giornale che sta leggendo. Uff, questo qui è simpatico proprio come un Kyactus sotto il sedere, non so se mi spiego.
-Posso aiutarvi?- borbotta sistemandosi sulla sedia. No guarda, siamo solo qui per distrarti mentre cerchiamo di rubarti la macchina!
Eh...ehm, in realtà è davvero così, ma guarda un po' che coincidenza, hehe...
Dincht deglutisce forte e io gli pesto un piede, continuando a sorridere imbarazzata al proprietario, prima di rispondere:
-Ehm...sì, avremmo bisogno di una macchina-. Maledizione, certo che si vede lontano un miglio che sto mentendo. L’uomo abbassa il viso per scrutarmi da dietro le lenti degli occhiali da sole (notare che sono le sette di sera e che non gli danno PER NIENTE l’aria da macho) e poi abbozza un sorriso:
-Le gitarelle romantiche in macchina non sono consigliabili a quest’ora- ci stuzzica. Accanto a me Dincht diventa di un rosso acceso e quasi lucido, mentre per contrasto io sento il sangue defluire dalle guance e di riflesso sbatto una mano sul bancone:
-Ma cosa va a pensare?! Si faccia un po’ i fatti suoi!-.
Bene, adesso con la mia reazione “pacata” questo qui sarà molto felice di accontentarci. Con la coda nell’occhio vedo Seifer infilarsi in una macchina marrone scuro e farmi segno di continuare a intrattenere il nostro amico...cosa?! Dobbiamo fingere di essere una coppia?! Ma sta scherzando?! Invece mi sa di no, quel mattacchione di mio fratello sta proprio mimando un cuoricino. Non mi sembra proprio una scena d’affetto, quindi non credo ci siano equivoci.
Maledizione, mi pagherà anche questa!
Mi volto verso Dincht e cerco di fargli notare l’ordine di Seifer il più discretamente possibile, magari cercando di non far trapelare la felicità che sprizza da tutti i miei pori.
Ecco, adesso è più rosso di un peperone... maledizione, ci manca anche che mi schiatti qui. Il nostro amico dalla lingua più lunga del naso, che ficca sempre negli affari degli altri, impallidisce di fronte alla reazione del mio...di Dincht ecco e mi lancia uno sguardo preoccupato. Io sorrido imbarazzata e gli metto una mano sulla schiena, accarezzandolo affettuosamente (pensachesiauncane, pensachesiauncane...), mentre dico:
-Lo scusi: il mio ragazzo è piuttosto timido...-. Dentro la mia testa stanno volando talmente tanti “maledizione” e “porca miseria” che ho paura si sentano da qui a un miglio.
Il tipo mi lancia uno sguardo complice e birichino e solleva l’indice come per dire “io l’avevo detto”.
Ma vai a farti un giro insieme a un paio di Archeosaurus, da bravo!
Comunque, lancio una gomitata a Dincht per fargli capire di reggermi ancora il gioco, proprio mentre il proprietario, ridacchiando ancora (lo prenderei a badilate sui denti, giuro), ci dice:
-Sono 3000 Guil, comunque. Pagamento anticipato-.
Ammazza, 3000 Guil per affittare un catorcio del genere? Ma se proprio vuole gli do tremila calci in culo: su quelli non lesino mai.
Ciononostante, mi volto verso Dincht:
-Dai, dagli i soldi- gli dico, strizzandogli l’occhio dalla parte del viso che il ficcanaso non può vedere. Dincht fa un sorriso imbarazzato e capisce al volo (almeno spero):
-Ehm amore...credo di averli dimenticati a casa- balbetta, stringendo gli occhi per prepararsi alla mia teatrale sfuriata. Seifer nel frattempo sta gesticolando come un forsennato. Ho capito: dovrò urlare parecchio per soffocare il rombo del motore...
-CHE COSA?! - strillo, sentendomi subito una stupida - HAI EREDITATO IL CERVELLO DA UN WENDIGO, PER CASO? E QUELL’ “AMORE” SAI GIÀ DOVE PUOI METTERTELO, RAZZA DI IMBECILLE!-.
Ok, mi sono fatta prendere la mano...però credo di aver dato un bello spettacolo: basta solo che qualcuno faccia un bell’applauso e siamo a posto.
Comunque non ho esagerato...ok, forse un pochino.
E poi non ero preparata al suo “amore”. Ma che se ne vada a farsi un giro anche lui, con degli Archeosaurus femmina in calore...poi voglio vedere se li chiama “amore” con così tanta facilità! Ma chi gli ha detto di prendersi tutte queste libertà?!
Intanto il proprietario è tutto preso dalla mia reazione pacatissima da non essersi accorto che una macchina si è accesa da sola...
Lancio uno sguardo assassino a Dincht per fargli capire di non lasciarsi scappare l’occasione. Lui si riscuote dallo stupore e diventa ancora più rosso quando risponde:
-Scusami am...ehm...- si impappina lui, mordendosi le labbra per non pronunciare quella stramaledettissima parola. Faccio uno sbuffo: certo che come attore è proprio una frana, maledizione.
-Va be’, vorrà dire che ce la faremo a piedi - sospiro alzando gli occhi al cielo - Tanti saluti e tante grazie- dico frettolosamente al commesso, proprio mentre mio fratello esce sgommando dal parcheggio dietro di lui. Il tipo si volta di scatto e strilla la classica battuta:
-Al ladro!-.
Io afferro Dincht per la manica e inizio a correre verso la porta della città, mentre le prime guardie galbadiane iniziano a uscire dalle vie.
-Maledizione, non possiamo certo combattere!- grida Dincht, sballottato dietro di me.
-Sì, ma trovati un'altra imprecazione: questa è mia- preciso ansimando, puntando disperatamente alla macchina che si sta fermando lentamente appena fuori Dollet.
Dietro di noi risuonano grida come: “Fermi!” e “Razza di lestofanti!”.
Ma lestofante a chi?! Questi qua si sono visti?! Hanno occupato con la forza una città e hanno anche il coraggio di insultarci perché rubiamo una macchina?!
E poi chissà perché non ci hanno sguinzagliato dietro le truppe scelte...forse perché sono tutte alla torre di trasmissione a eseguire gli ordini della Strega?
Maledizione, abbiamo anche questo problema...ma non c'è tempo di pensarci!
Nel frattempo infatti arriviamo alla macchina sani e salvi e io mi fiondo ad aprire la portiera accanto al posto di guida.
-Vaivaivai!- strillo, appena dopo che Dincht si è letteralmente tuffato sui sedili di dietro.
Seifer schiaccia l’acceleratore con forza e parte a mille chilometri l’ora, mentre il contraccolpo ci inchioda ai sedili.
-Allacciate le cinture: state infrangendo un sacco di regole!- ridacchia mio fratello, sistemando lo specchietto. Mi affretto a obbedirgli, senza risparmiargli un’occhiata truce:
-L’unica infrazione che sto commettendo è stare nella stessa macchina con te che guidi, dato che non hai la patente- gli faccio notare. Dincht riemerge dai sedili dietro di noi e appoggia il mento sul mio schienale:
-Comecomecome?! Non hai la patente?- si agita, guardandosi improvvisamente intorno spaventato. Incrocio le braccia al petto:
-Ti pare che l’avrebbero data a uno che va in giro a rubare macchine e a infrangere ogni tipo di regola esistente su questo pianeta?- sbotto, controllando negli specchietti che nessuno ci insegua. Wow, hanno mollato l'osso molto in fretta.
Allora è come pensavo. Quindi siamo nei guai.
Seifer nel frattempo scoppia a ridere:
-Mi fa piacere sentire tutti questi complimenti, sorellina. E comunque datevi una calmata, piccioncini: so guidare e questo basta-.
Come DIAVOLO ci ha appena chiamati?!
-Seifer - ruggisco - QUESTA ME LA PAGHERAI MOLTO CARA! - mi ritrovo a urlare, prima di voltarmi verso Dincht, facendogli quasi prendere un infarto - E tu non metterti in testa strane cose: è già stato un miracolo che io non ti abbia scannato quando hai detto quella parola, imbecille!- strillo. Seifer inizia a ridere fragorosamente:
-Quella è stata la parte migliore! Bel colpo, gallinaccio!- esclama, prima di osservare Dincht dallo specchietto e fargli l’occhiolino.
-Non provarci!- sibilo, sferrandogli un pugno alla spalla. Maledizione, io lo odio quando fa così!
Comunque Seifer chiude il becco e io mi rilasso un po' (finalmente!). E, ovviamente, tutto il malumore represso fino ad ora ritorna a fare capolino con un tempismo perfetto. Mannaggia, altro che relax.
Dincht intanto è rimasto in silenzio a sorbirsi il mio sclero, prima di scivolare sul sedile:
-Ragazzi, quest’ultima corsa mi ha steso- si lamenta (l’avevo detto io che non riesce a fare l’offeso per più di mezzo minuto). Seifer lo stuzzica:
-Hai avuto paura, gallinaccio? - dice prima di tossicchiare teatralmente - Ehm...evita di fartela sotto: manca ancora metà strada per arrivare a Timber-.
Dincht scatta subito:
-Ma che diavolo stai dicendo? Io ti...-
-Se non la piantate di stuzzicarvi vi spedisco fuori dall’auto a calci in culo, sono stata chiara?- intervengo spazientita. Santo Hyne, con questi due qui non si può stare tranquilli un secondo. Mio fratello sospira:
-Sì mamma...-.
Appunto: soprattutto se uno dei due si chiama Seifer Almasy ed è tuo fratello.
-Seifer, sei proprio sull’orlo del finestrino. Un’altra parola e ti ritrovi col sedere per terra prima che tu possa dire “dannazione”- rincaro la dose, osservando imbronciata il paesaggio che ci circonda.
Cosa mi prende?! Bene, consideriamo con calma le cose: ho incontrato una pazza furiosa che vuole viaggiare nel tempo e che mi fa venire delle emicranie pazzesche, ho perso una nave per Balamb, probabilmente sono stata bocciata all’esame della mia vita, ho appena rubato una macchina, sto viaggiando in auto con un fratello imbecille e con un gallinaccio dalla testa vuota che si beccano a vicenda manco fossero bambini, tra poco mi toccherà prendere un treno senza biglietto e, se va tutto bene, sarò al Garden in tempo per sentire una bella ramanzina anche dai muri. Io non la trovo PER NIENTE una situazione divertente.
In questo momento qualcuno sembra tirare un filo allentato della mia testa, facendomi sussultare. Oh, giusto.
-Ragazzi, Siren è un po' stufa di starsene senza padrone- sbuffo, picchiettandomi la tempia per farla stare tranquilla. Dincht scuote vigorosamente la testa:
-Ehm...Ifrid sta dando il meglio di sé qui dentro. Mi sa che non la vuole- dice imbarazzato. Nello stesso momento Leviathan nella mia testa inizia ad agitare il collegamento, trasmettendomi piccole scosse elettriche. Strizzo gli occhi:
-Anche Leviathan non sembra molto felice di condividere lo spazio con lei, dato che si sono scannati a vicenda prima- commento, poggiando la testa sul sedile. Seifer ridacchia:
-Una bella gnocca come G.F. per un gran gnocco come me, ci sto!-.
-Ma quanto sei scemo da zero a Raijin?- sbotto, mentre io e Dincht lasciamo che Siren abbandoni la nostra mente per raggiungere quella di mio fratello, che sbanda paurosamente:
-Ohi, ma questa è la sensazione che si prova ad avere un intruso in testa?- esclama, recuperando il controllo del mezzo.
-Non so, dovresti chiedere a Raijin come fa a convivere con le sue pulci- ribatto ironica, guadagnandomi una sua occhiata di fuoco...prima che lui faccia il sorriso che sfodera quando sta per spararne una delle sue.
-Ok, adesso che sei dell’umore giusto posso raccontarti dell’altro furto d’auto del secolo!- esclama, strombazzando allegramente e facendo sussultare Dincht, che si stava appisolando. Io tento di accavallare le gambe per dare più pregnanza al mio sonoro rifiuto, ma lo spazio è troppo stretto e ci rinuncio dopo una serie di mostruose contorsioni:
-Non voglio sentire- rispondo alla fine, ma Seifer mi ignora apertamente:
-Eravamo io e Raijin a Balamb...-.
-Non voglio ascoltare, ho detto- brontolo, mettendomi le mani sulle orecchie. Ciò non mi impedisce comunque di sentire le parole di mio fratello:
-Ci serviva una macchina per tornare al Garden...sai, avevamo bevuto un po’...-.
-Non ho dubbi su questo e mi basta- lo interrompo. Ma Seifer continua imperterrito:
-...così ho messo Raijin a rubare l’auto e io avrei distratto il commesso con la mia eloquenza-.
-Ok, quanti anni di prigione vi hanno dato?- interviene in questo momento Dincht. Non mi trattengo dal ridacchiare, soprattutto quando noto l’espressione di Seifer:
-Taci, gallinaccio. Ti stupiresti se sentissi un mio sermone - risponde, mentre io annuisco convinta per prenderlo in giro. Ci manca poco che lui divelga il cambio delle marce per darmelo in testa - Tuttavia Raijin è il solito buono a nulla e non è riuscito ad avviare la macchina, mentre il commesso era troppo ignorante per stare a sentire le mie disquisizioni sul tempo di quella notte per prestarmi attenzione-.
-Te l’ho detto che tu e Raijin non fate un cervello insieme- non mi trattengo dal commentare, scuotendo miseramente la testa. Poi mi si accende una lampadina:
-Ma non è per caso quella volta in cui sei finito al commissariato e io e Fujin siamo dovute venirvi a prendere alle tre del mattino?- sbotto, mentre gli ultimi pezzi del puzzle si ricompongono nella mia mente. Seifer fa un verso imbarazzato:
-Non ho mai avuto il coraggio di dirti com’era andata...-.
-No, aspetta un secondo. Tu mi hai mentito per tre anni dicendomi che ti hanno sbattuto in prigione perché eri talmente ubriaco da aver tentato di aggredire il proprietario del bar...quando in realtà hai fatto solo questa cazzata?- ringhio. Certo che mio fratello è deficiente forte. Perché mi rivela queste cose proprio oggi, quando sa che non sono dell'umore adatto?
-Sì ma...sorellina, non ti arrabbiare- si difende lui, osservando preoccupato la mia reazione. Faccio un respiro profondo per calmarmi e cerco di abbozzare un’espressione rilassata:
-Tranquillo Seifer. Sono perfettamente calma - lo rassicuro con un sorrisetto che in realtà dice il contrario - Lo metterò semplicemente nella lista dei conti da far tornare quando arriveremo al Garden- aggiungo con voce melliflua.
-Oh no, non dirmi che sei ancora arrabbiata da quando mi hai urlato “razza di imbecille!” alla torre di trasmissione!- esclama ridacchiando Seifer, mentre l’auto corre come una scheggia rischiando anche di investire un Geezard, dato che mio fratello si sente alternativo a correre fuori dalla strada.
Comunque annuisco, tornando seria per fargli capire che non sto più scherzando:
-Voglio solo che mi spieghi il perché di due cosine, solo questo- mormoro, ripensando ai sorrisi di trionfo di Seifer ogni volta che un soldato moriva. Voglio sapere che diavolo gli passava per la testa...non l’ho mai visto così.
Intanto il profilo di Timber si staglia davanti alla macchina e Seifer controlla l’orario sul cruscotto:
-Cooooooomunque...benvenuti a Timber, belli! E guardate, siamo anche in anticipo!-.


Ed eccoci a Timber! Chissà come DIAVOLO riusciranno a pigliare il treno, questi sbandati qui...a questo punto credo che non dovreste più stupirvi di niente...ma io proverò lo stesso a introdurre l'elemento sorpresa!
E vedremo molto presto la resa dei conti tra Seifer e Atra...credo che se la stuzzicano ancora un po', scoppierà peggio delle pentole a pressione!
Chissà cosa si diranno questi due...posso solo dirvi che scopriremo un altro lato del loro rapporto...
E, infine, nella raccolta "Fragments of Almasy's Memories" trovate proprio quella volta di quattro anni prima in cui Seifer, Atra, Fujin e Raijin si dilettano nel rubare macchine a noleggio nella città di Balamb!
Questa volta ne vedrete delle belle, quindi fateci un salto!
Poi...ho finito! Ringrazio sempre quelle meravigliose persone che lasceranno una recensione e quelle altrettanto meravigliose che seguono questa storia (che, VI PROMETTO, non avrà più capitoli così lunghi, lo giuro sulla cresta di Zell!)! Al prossimo delir...ehm, capitolo!
   
 
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