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Autore: _fioredineve_    21/07/2015    3 recensioni
Ultimamente aveva notato alcuni particolari della Granger che per molti erano futili e, a tratti, infantili.
Ma non per lui, anzi, quei dettagli sembravano attrarlo.
Aveva notato che, quando era nervosa, tendeva ad attorcigliarsi i capelli ricci e cespugliosi intorno all'indice della mano destra, oppure se stava seduta muoveva freneticamente la gamba destra.
Quando era in imbarazzo o qualcuno le faceva un complimento tendeva ad abbassare lo sguardo e arrossire lievemente facendo mettere in risalto quelle poche lentiggini presenti sulle sue gote.
Quando era arrabbiata aveva una camminata pesante, veloce e abbastanza goffa, tendeva a sbuffare se infastidita da qualcosa.
Aveva un elenco lungo chilometri riguardante tutti i suoi particolari.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Ginny, Weasley, Hermione, Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Tredici.

Era passata una settimana, nel castello ancora si parlava della bravata dei Gemelli Weasley.
Non c'era alunno che non li elogiava.
Grazie a loro aveva avuto inizio anche una specie di ribellione da parte di tutti gli alunni, addirittura i Tassorosso - che erano dediti alle regole e abbastanza pacifici - ne stavano combinando di tutti i colori.
Il giorno prima a causa di alcuni ragazzini del quarto anno Draco Malfoy e Pansy Parkinson furono portati in infermeria a causa del sangue che fuoriusciva dal naso senza sosta.
Pix  non faceva altro che lanciare bombe d'acqua, distruggere aule e altro solo per sabotare la Umbridge, stava mantenendo la promessa fatta ai Gemelli.
A capitanare quella pazza banda di scalmanati c'era Lee Jordan, che era capace di creare disastri pari a quelli dei gemelli, il quale in quel momento stava vendendo dei prodotti Weasley ad alcuni ragazzini.
"LEE JORDAN CHE DIAMINE STAI FACENDO?!" domandò furiosa Hermione, pensava che l'unica nota positiva di tutta quella faccenda fosse, appunto, l'abolizione dei Tiri Vispi dalla scuola, sperava di non vederne più tracce dopo la fuga dei loro inventori.
Ma a quanto pare si erano organizzati per bene quei due, ciò non fece che far imbufalire di più Hermione.
Lee la guardò con uno sguardo innocente nascondendo il sacchetto dietro alla schiena "Niente Granger, assolutamente niente" ma in fatto di astuzia non era come i gemelli perchè si fece portar via facilmente il sacchetto rimanendo a mani vuote e bocca asciutta.
"La prossima volta che ti vedo ne parlerò con la McGranitt, sarà lieta di sapere chi è al comando di questa ribellione" Hermione sorrise per poi andarsene, anche lei aveva preso parte ad alcuni scherzi, soprattutto nei confronti della Umbridge e quel sacchetto le sarebbe stato utile.
Dopo la partenza dei Gemelli si era subito messa all'opera per far sparire alcuni dei piatti con i gatti della donna dal suo ufficio facendoli cadere - accidentalmente - dalla Torre di Astronomia, oppure, nascondendosi col mantello dell'invisibilità, aveva trovato il modo di distruggere molte di quelle penne pericolose che la donna teneva chiuse in uno dei suoi cassetti sotto chiave.
Tutt'ora, però, nessuno sapeva che l'artefice era proprio lei.
Per quanto riguardava la Palude messa dai Gemelli, nessun professore si era azzardato a toglierla: anche loro, in un modo o nell'altro, erano riconoscenti ai due ragazzi.
La McGranitt forse un po' più degli altri: è sempre stata molto legata a Hogwarts e a Silente e vedere quel rospo in rosa al posto suo l'aveva mandata fuori controllo.
Hermione se ne era resa conto, era pur sempre il suo Idolo quella donna!
Durante quella settimana era stata capace di riprendersi almeno un po' dalla tristezza che la riempiva, quello di Fred era stato un colpo basso, ma lei iniziava a capire: lui non l'aveva mai illusa, era lei quella ad essersi creata delle illusioni, aspettative che non stavano nè in cielo nè in terra.
Ovviamente, a volte, una strana tristezza le stringeva la gola e si sentiva quasi soffocare, ma ciò accadeva solo quando si ritrovava da sola nel suo letto o nella biblioteca della scuola nascosta da tutti quei libri.
Non poteva farci niente, era più forte di lei, ma sapeva che con un po' di tempo tutto sarebbe passato e sarebbe tornato come prima.
Lo sperava con tutta sè stessa.

Era passata una settimana dalla loro fuga a Hogwarts e ne erano successe di tutti i colori: da quanto gli riferiva Lee a scuola c'era in corso una rivolta, quella settimana avevano litigato varie volte con i loro genitori a causa della loro scelta, tutto ciò che gli serviva nel negozio era da sistemare e molto spesso per completare il tutto facevano tardi riposando solo qualche ora nell'appartamento al piano superiore.
Era dura, ma loro avrebbero affrontato anche questo.
Fin da piccoli hanno affrontato tutto insieme e avrebbero continuato a farlo.
Fortunatamente erano rari i momenti in cui pensava a Hermione, anche perchè era molto occupato a preparare i loro prodotti  di conseguenza non aveva il tempo di pensare ad altro, non voleva pensare ad altro, soprattutto a lei.
Aveva deciso di chiudere in un angolo remoto della sua mente e del suo cuore tutte quelle sensazioni per tornare a comportarsi come aveva sempre fatto.
E si può dire che ci stava riuscendo alla grande "Scommetto che una volta finito tutti accorreranno qui" disse George sistemando lo scaffale delle Merendine Marinane "Ne sono sicuro" gli aveva risposto Fred pulendo alcuni scaffali più in alto.
"Diventeremo più famosi di Zonko!"
"A livello Nazionale"
"Anzi, Mondiale"
"Non è che vi state montando un po' troppo la testa, ragazzi?" i due si girarono per poi sorridere al più grande dei Weasley "Bill!"
"Che ci fai qui?!" esclamarono allontanandosi dagli scaffali "Papà mi ha chiesto di venire a dare un occhiata visto che mancate da tre giorni da casa" i gemelli sorrisero colpevoli, in fondo potevano farsi vivi una volta ogni tanto ma erano talmente presi dai preparativi che ogni cosa passava in secondo piano.
"Scusaci Bill..."
"Ma siete così presi dai preparativi che vi dimenticate di tutto e tutti, tranquilli, capisco" i gemelli si guardarono sorpresi per poi tornare a guardare il ragazzo dai capelli lunghi davanti a loro "Ma sei sicuro di non essere nostro gemello?!" chiesero in coro e Bill sorrise teneramente, potevano essere pure adulti e vaccinati ma quei comportamenti da bambini infantili che sorridevano per qualsiasi cosa, beh, gli calzava a pennello.
Riuscivano ad alleggerire ogni momento carico di tensione, c'era bisogno di gente come loro visto il periodo nero che stavano per affrontare.
Per questo loro erano i suoi preferiti caratterialmente - dopo la piccola Ginny, ovviamente.
"Percy si è fatto sentire?" chiese poi ad un tratto George facendo spegnere il sorriso sul volto del più grande "No, e mamma ci sta sempre più male"
"Quell'idiota, è meglio che non si faccia vedere altrimenti lo concio per le feste" George diede ragione al gemello mentre Bill sorrideva ironico.
"Vi serve una mano?" chiese poi, i due annuirono vivacemente "Ma non hai niente da fare per l'Ordine?"
"No, tranquilli, mi hanno dato qualche giorno di paura" da quando era stato messo su L'Ordine Della Fenice il ragazzo era sempre stato occupato a cercare informazioni girovagando qua e là per il mondo Magico senza un attimo di pace.
Era uno dei membri più attivi al suo interno, così come loro padre e Remus che non vedevano dall'estate passata a Grimauld Place. Erano stati gli unici fino ad allora ad avere più informazioni.
"Allora mettiamoci sotto e spiegatemi a che servono questi filtri, sembrano interessanti..."
"Vuoi provarli?" chiese Fred cercando di reprimere un sorriso "Oh, non ci tengo, grazie"

"Allora, che si fa ora?" erano esausti, avevano sistemato gran parte del negozio e tra una risata e l'altra si era fatto tardi.
"Direi di andare alla Tana, mamma vi starà aspettando con ansia, non vi ha ancora perdonati per la vostra malefatta ma è in pensiero per voi"  i due annuirono e, dopo essersi dati una sistemata, si materializzarono fuori casa loro.
"Forza, venite" disse Bill avviandosi verso la veranda con sorriso sulle labbra, i due lo seguirono in silenzio.
"Eccoci" disse il più grande appena entrato in casa, la madre corse all'entrata con un canovaccio tra le mani e lo sguardo allegro "Oh Bill caro, che bello rivederti così presto" la madre lo strinse in un abbraccio, una cosa che Molly adorava era poter stringere ogni suo figlio, guardò i due ragazzi identici e fece la stessa cosa con loro per poi lasciare uno scappellotto a entrambi "Ancora non vi ho perdonato!" disse poi col cipiglio severo che era solito avere con i due.
"Lo sappiamo mamma..." disse Fred grattandosi la nuca "...comprendiamo anche le tue ragioni" continuò George sorridendo.
"Ora venite che la cena è pronta"

"Hermione, puoi  correggermi il tema di Incantesimi prima di cena?" chiese supplichevole Ron, si stava impegnando, certo, ma la sua grammatica lasciava ancora a desiderare e ogni volta per Hermione era difficile capire ciò che voleva intendere.
"Dammi qua" lesse il tutto velocemente, poi con una piuma, prese a correggere tutti gli errori.
Ridiede la pergamena a Ron che la guardò confuso "Non ho sbagliato niente?"
"Certo che ci sono degli errori, guarda bene!" sbuffò la ragazza riaprendo il libro di Erbologia "No, non c'è segnato niente" disse di nuovo, Hermione gli strappò il foglio dalle mani e dovette dargli ragione... tutte le correzioni da lei fatte erano sparite.
Riprese la piuma per riscrivere nuovamente, ma prima di poggiarla sul foglio la fissò. Il fato ce l'aveva con lei allora. Pensava di averla persa o ridata indietro ma a quanto pare ce l'aveva ancora lei. "Scusa Ron, è che ho sbagliato ad usare piuma..."
"Non preoccuparti" ricorresse di nuovo il tema per poi porgerglielo nuovamente. La fissò per un periodo di tempo indeterminato, e lei neanche più ci pensava a quel ragazzo se non mentre dormiva.
Era un appuntamento fisso quello dei due nei sogni di Hermione, ogni sera appena si addormentava appariva dal nulla sorridendole e porgendole la mano, parlavano poco ma camminavano tanto.
Amava quei sogni così tranquilli, come aveva capito di amare lui.
"Hey, andiamo a cena?" chiese Harry alzandosi continuando a guardare la rossa dall'altro lato della Sala Comune, ancora non capiva il perchè non si fosse fatto avanti del tutto.
"Non ho tanta fame, anzi, ho sonno credo che andrò a letto" salutò i due per poi dirigersi in camera sua, si infilò il pigiama per poi lanciarsi sul letto sprofondando nel materasso, sorrise vista la morbidezza che l'avvolgeva e chiuse gli occhi dopo aver tirato le tende del letto.
Cadde subito in un sonno profondo e tranquillo.

Si svegliò di colpo, leggermente sudato e sconvolto.
L'aveva sognata, di nuovo, dannazione che gli prendeva adesso?
Lui doveva dimenticarla, e per dimenticarla intendeva anche non sognarla.
Si passò una mano sul viso, due settimane che non la vedeva e quel sentimento invece di acquietarsi era diventato più forte.
Che fosse vero e proprio amore? Lui neanche ci credeva a quelle cose pur avendo come esempio i suoi genitori, così uniti nonostante tutti gli anni passati insieme, nonostante la numerosa famiglia riuscivano sempre a ritagliarsi uno spazio per loro due.
"Ancora lei, Fred?" guardò verso l'alto, quel letto a castello stava diventando un po' troppo piccolo per entrambi, magari una volta racimolati abbastanza soldi avrebbero aiutato la madre e risistemare casa e fatto qualche regalo ai fratelli più piccoli.
"Ancora lei"
"Sono sempre più convinto che la tua non sia una semplice sbandata"
"Ne sono convinto anche io" e colpito da quella sua consapevolezza tornò a dormire.

*Qualche mese dopo.
I GUFO erano stati semplicissimi, almeno per Hermione.
Tutto era filato liscio, certo aveva avuto paura di poter commettere qualche errore ma era soddisfatta di ciò che aveva fatto.
"Mi sa che finirò a dare una mano a Fred e George in negozio" disse sconsolato Ron, sobbalzò sentendo il nome del ragazzo, era da qualche mese che non aveva più sue notizie e ogni volta che sentiva nominare qualcosa che lo riguardava o il suo nome sentiva come una fitta allo stomaco e al cuore.
Pensava che col tempo quel sentimento sarebbe diminuito e invece... invece si era rafforzato.
Hermione aveva avuto modo di affermare che sì, era innamorata, nel vero senso della parola.
Ma non come quando senti le farfalle nello stomaco, i capogiri e sorridi senza senso. Quello per lei era amore infantile, lei lo capiva perchè invece delle farfalle nello stomaco avvertiva una stretta calda al cuore. Lui per lei era casa. Casa che al momento l'aveva abbandonata ma se ne era fatta una ragione: per lui non era niente, di conseguenza avrebbe continuato a soffrire in silenzio cercando di tenersi dentro tutto.
"Non starai pensando ancora a lui?" chiese Harry guardandola con attenzione "Oh, no, tranquillo, piuttosto, tu e Ginny?"
"Avevo intenzione di invitarla a fare una passeggiata questo pomeriggio, alla fine degli esami"
"Harry, quando ti deciderai a dichiararti a lei? Mamma non aspetta altro!" disse Ron intromettendosi nella discussione "Io...ecco, beh..." diventò rosso e Hermione sorrise, Ronald era fantastico quando lo metteva in imbarazzo, ultimamente sembrava divertirsi parecchio nel farlo.
Ad un tratto si fermarono, Harry si portò una mano sulla fronte, precisamente dove era situata la cicatrice "Che ti succede?!" domandarono preoccupati i due "Un'altra visione..."
"Harry, no, allontana la tua mente dalla sua Harry, Harry..." ma sembrava non sentirla più troppo preso da quella visione.
"Sirius, Sirius è in pericolo"
"Harry, non può essere, lui te lo vuole far credere..."
Ma ormai il ragazzo era filato via lasciando solo la ragazza confusa e impaurita.

"Perfetto, allora seguite il piano"
Neville, Lune e Ginny si misero di guardia nel corridoio mentre Ron, Harry e Hermione s'intrufolavano nello studio della Umbridge, riuscirono a comunicare con Grimauld Place ma Sirius non era là.
"Dobbiamo andare al Ministero, Sirius è in pericolo, dobbiamo aiutarlo" la porta si spalancò e fecero capolino nella stanza proprio le persone che speravano di poter evitare: la Umbridge insieme alla squadra d'inquisizione tenevano bloccati Luna, Neville e Ginny.
"Cosa pensavate di fare, mocciosi?" erano in trappola, ma Harry non demordeva, doveva correre dal padrino e ci sarebbe riuscito a qualsiasi costo.
"Il veritaserum è finito quindi per farti parlare dovrò usare un altro metodo" disse la donna tenendo bloccato Harry sulla sedia, Hermione aveva capito a cosa si riferisse e cercò di elaborare un piano velocemente, era fortunata ad avere la capacità di avere il sangue freddo in momenti simili, aveva la fortuna di riuscire a pensare lucidamente.
Hermione riuscì a liberare lei e Harry portando via la Umbridge che li seguì fin dentro alla Foresta Proibita, convinta che lì ci fosse l'arma segreta di Silente ma ad attenderla c'era tutt'altro: i Centauri riconoscendola come un pezzo importante del Ministero la portarono via lasciando la strada libera ai due ragazzi.
Tornarono indietro incontrandosi a metà strada con gli altri quattro ragazzi "Beh, abbiamo dato loro delle pasticche vomitose, fortuna che ne avevo alcune in tasca" rispose Ginny affannata per poi guardare Harry.
Poi da lì partì la corsa contro il tempo, Hermione pur temendo il volo salì a cavallo di un Thestral seguita da tutti gli altri ragazzi,  per tutto il tragitto tenne gli occhi chiusi cercando di non pensare al fatto che era sospesa in aria su un animale che lei neanche poteva vedere, e per una parte si riteneva fortunata per questo.
"Seguitemi" seguirono Harry, armati di bacchette, attraverso l'entrata della cabina telefonica.
Dopo varie porte arrivarono nel punto in cui Harry aveva visto Sirius "Non c'è..." sussurrò affranto e allora capì, era come aveva detto Hermione, Sirius non era mai stato in pericolo, Voldemort aveva fatto di tutto pur di farglielo credere e lui povero idiota c'era cascato in pieno.
"Guarda Harry, qui c'è il tuo nome..." sussurrò calma Luna, una tranquillità assurda la sua, il ragazzo si avvicinò e sollevò quella sfera di cristallo. Intorno ai sei ragazzi alzò del vento e delle figure incappucciate fecero la loro apparizione.
Da lì iniziò una vera e propria guerra tra i ragazzi e i Mangiamorte, scappavano attraverso le varie porte e ogni volta venivano trovati, la stanza delle Giratempo esplose e con essa tutte le collane.
Hermione disarmò uno dei Mangiamorte per poi usare l'incantesimo 'Silencio' per ammutolirne un altro. Harry, al suo fianco, usò un Pietrificus Totalus "Bravo Harry..." ma la ragazza non continuò la sua frase perchè il Mangiamorte - quello precedentemente messo a tacere dalla ragazza grazie a un incantesimo - la colpì in pieno petto con un incantesimo capace di creare delle fruste.
La ragazza cadde a terra svenuta e Harry, impaurito di perdere una persona a lui cara come lei, si fiondò sul Mangiamorte lasciando Hermione a Neville, che era stato colpito precedentemente sul naso e aveva un paio di problemi nel parlare.
Il secondo a essere messo K.O fu Ron, ma non a causa di un Mangiamorte, si avvicinò fin troppo a dei cervelli - pensieri fluttuanti aveva pensato Harry - che lo avvolsero con i loro tentacoli nel tentativo di strozzarlo.
Erano rimasti solo in quattro, Luna venne colpita da uno schiantesimo, finendo contro un vetro e perdendo i sensi.
Ora erano in tre e Harry si sentiva tremendamente in colpa, se i suoi amici erano ridotti in quello stato era colpa sua, solo e unicamente sua, doveva opporsi e lasciarli a Hogwarts invece di lasciarsi convincere.
"Noi siamo con te Harry" aveva detto Ginny stringendogli la mano e lasciandogli un bacio a fior di labbra cercando di fargli forza, per un attimo sentì le gambe cedere ma si ricordò che non era nè il momento nè la situazione adatta  per  lasciarsi andare.
Durante il combattimento Ginny venne schiantata e perse i sensi. I sensi di colpa di Harry aumentarono, lui si era ripromesso di proteggerla e invece non aveva fatto altro che far ferire anche lei. Arrabbiato come non mai si scagliò contro l'ennesimo Mangiamorte mettendolo K.O per un bel po' poi da lì in avanti era tutto confuso per il ragazzo.
L'arrivo di alcuni membri dell'Ordine, Sirius che si batteva con lui, per lui, la Profezia andata distrutta.
Tonks che veniva schiantata da Bellatrix, l'arrivo di Silente, la morte di Sirius e il ritorno confermato di Voldemort.
Era tutto così confuso che il dolore della perdita e delle ferite subite a causa dello scontro con i Mangiamorte e con Voldemort lo fecero svenire.

Le faceva male la testa e anche tanto. Non ricordava niente, cos'era successo?
Aprì gli occhi per poi richiuderli avvertendo una fitta maggiore alla testa a causa della botta presa mentre cadeva. Provò ad aprirli nuovamente con calma e cercò di mettere a fuoco il posto in cui si trovava, tutto era bianco e quel soffitto lo conosceva bene: era nell'infermeria di Hogwarts.
Si portò su a sedere avvertendo una fitta atroce al petto, ora ricordava tutto: era stata colpita al petto da un incantesimo di un Mangiamorte.
Poi si ricordò di tutti gli altri, dov'erano Harry e Ron?
Ginny e Luna?
Neville?
Si guardò intorno impaurita ma sorrise nel vederli tutti nei propri letti.
Neville aveva al suo fianco la Nonna che preoccupata com'era non aveva avuto neanche il tempo di indossare le sue solite vesti.
Al fianco di Luna c'era un uomo dai capelli lunghi e biondi come quelli della ragazza, dedusse fosse il padre.
Vicino ad Harry c'era Remus con lo sguardo triste così come quello del ragazzo, tentò di alzarsi ma venne rimessa giù da delle mani, alzò il viso incontrando quello dolce e rassicurante di Tonks "Hanno bisogno di stare un po' da soli, devono metabolizzare la cosa..." sussurrò guardando preoccupata i due, soprattutto l'uomo accanto al ragazzo.
"Cos'è successo? Dov'è Sirius?" sussurrò accorgendosi della mancanza dell'uomo in sembianze canine "Hermione, purtroppo Sirius non ce l'ha fatta" la ragazza ignorando il dolore al petto corse verso l'amico e lo strinse, Harry ricambiò.
L'abbraccio venne interrotto da Silente "Ho urgente bisogno di parlare con Harry" Hermione lo lasciò andare e tornò al suo letto poggiandocisi sopra e tenendo lo sguardo basso.
Stava male, stava male per lei, stava male per Harry. Aveva perso realmente tutta la sua famiglia, non aveva più nessuno. Era rimasto solo sul serio. E poi Remus, era così...spento, non era più lo stesso, glielo si poteva leggere negli occhi.
Costretta da Madama Chips tornò a sdraiarsi e osservò i letti di fronte a lei, era tutta la famiglia Weasley al completo, sorrise vedendo quanto amore sprigionasse quella famiglia e un po' li invidiava: sempre così uniti.
Invece lei era figlia unica e non sapeva neanche cosa significasse avere un fratello o una sorella. L'aveva capito solo grazie a Harry, Ron e Ginny.
Strinse le lenzuola candide tra le mani, aveva voglia di piangere sentiva un peso enorme sul cuore. Tornò a guardare di fronte a lei e ebbe una fitta al petto, precisamente al cuore. Fred era lì, sorrideva a una battuta appena fatta dal gemello. Era vestito di tutto punto, si vede che gli affari al negozio andavano veramente alla grande, era felice per loro, per lui. Sorrise appena beandosi della risata del ragazzo mischiata a quella degli altri. Quasi ne aveva dimenticato il suono.
Una lacrima scese lenta e solitaria sulla sua guancia, seguita a ruota da altre, si ritrovò a piangere senza neanche sapere il motivo "Ragazza, che ti prende?" le domandò la donna facendo ricadere tutte le attenzioni su di lei, si mise le mani sul viso cercando di coprirlo. Che le prendeva? Perchè stava così?
"Io...Io non lo so..." sussurrò tra i singhiozzi, o forse si, lo sapeva il perchè ma non voleva ammetterlo.
Averlo a pochi passi di distanza l'aveva destabilizzata, le aveva fatto capire che quello che provava era più forte di quanto pensasse. E ora lei, stupida, ci stava male perchè aveva finalmente capito che lei non sarebbe mai stata felice con lui.
Doveva solo farsi da parte e lasciar perdere il tutto.
"Hermione..." sussurrò la Signora Weasley spostandole le mani dal viso, la strinse e a sè e Hermione avvertì l'affetto di una madre tra quelle braccia, ma non era ciò che cercava.
"Scusatemi, io, io non volevo, davvero..."
"Sfogati pure, non puoi tenerti sempre tutto dentro, ti capiamo alla perfezione" disse il Signor Weasley poggiandole una mano sui capelli crespi e ribelli, loro non potevano capire, non piangeva per la consapevolezza di aver perso Sirius, non che lui non fosse importante, ma si erano messe troppe cose insieme e Hermione non aveva retto più, era ceduta.
E lei non aveva mai ceduto così facilmente, mai.
 "Hermione..." sussurrò flebilmente quella voce, la ragazza si allontanò dalla donna e dall'uomo sorridendogli e pulendosi il viso rigato dalle lacrime. Cercò di mostrarsi forte e guardò il ragazzo davanti a lei, quegli occhi, quanto le erano mancati?
Sentì di nuovo gli occhi pizzicarle, si alzò dal letto saltandogli al collo, il dolore al petto non gli interessava più.
Stava facendo la figura della stupida ragazza frivola e priva di cervello davanti agli altri, ma a lei non fregava, lui era lì e la stringeva forte. Sentiva il cuore galoppare veloce, ora era felice, ora stava bene, ora era a casa.
Tutti li osservavano chi sorpreso e chi sereno: George, Ginny e Ron facevano parte di quelli sereni, erano felici di vederli così, vicini, mentre i genitori e il resto delle persone presenti erano sorpresi, non era da tutti i giorni vedere Hermione Granger abbracciare Fred Weasley o viceversa.
Le lacrime sgorgarono nuovamente dagli occhi della ragazza ma questa volta di serenità, sapeva non sarebbe durata a lungo ma sperava che quel momento non finisse subito.
Dopo un periodo di tempo indeterminato si staccarono, Fred le asciugò il viso con un fazzolettino preso dalla tasca della giacca e le sorrise, stessa cosa fece la ragazza.
Le era mancato, come quando sei in apnea e hai bisogno d'aria, Fred era la sua aria e ora averlo lì vicino che le sorrideva l'aveva aiutata a farla riprendere da quella sua apnea durata mesi.
Mesi che erano passati lentamente. Troppo lentamente.
"Mi eri mancata..." ammise Fred con un po' d'imbarazzo "Anche tu" rispose Hermione, qualcosa all'interno del suo petto si scaldò facendo arrossire la ragazza all'inverosimile, Fred stava per dire qualche altra cosa quando venne interrotto dalla madre.
"Fred, caro, puoi aiutare Ronald ad alzarsi dal letto" 
"Sì" rispose solamente, scompigliò i capelli alla ragazza per poi aiutare il fratello.
Sentiva il cuore scoppiare dalla gioia, allora non era vero che Fred non ci teneva per lei.
Sorridendo tornò a letto e sotto costrinzione di Madama Chips si addormentò, questa volta più serena.


Genteeeeeeeeeeeeeee!
Giuro, sto impazzendo a causa del caldo, sempre odiato e odierò fino alla fine oh!
Non sapete quanto c'ho messo a partorire questa fetecchia di capitolo, neanche la doccia riusciva a farmi venire idee nuove (niente più statua per lei, tzè)
So che alcune cose sembrano veloci come il bacio tra Ginny e Harry (non lo so perchè, ma me piaseva come idea lol) così come la morte di Sirius (non l'ho approfondita, non ce l'avrei fatta di nuovo) e la riappacificazione di Fred e Hermione.
So anche che alcune parti sono confuse.
So anche che non riflette tutto ciò che è accaduto sul serio nella fine del quinto libro, ma hey, è pur sempre una FanFicition!
Anyway, ho deciso di lasciarvi il mio Twitter qui https://twitter.com/mischievmanaged (non so se taggava quindi vi lascio il link)
Poi, volevo dirvi un'altra cosa, sto mettendo giù una OS/Drabble sempre su questa coppia e sono a buon punto, e boh, volevo sapere se vi andava di leggerla.
Riguarda al prossimo capitolo credo che dovrete attendere fino a venerdì/sabato, non credo sia molto.
Ora vi lascio.
Vi ricordo che per qualsiasi cosa, chiarimenti o simili, potete scrivermi qui o su Twitter (adoro quel social lol) anche se volete fare due chiacchiere, sono quasi sempre disponibile per parlare.
A presto!

Ps. Lettori silenziosi, vi prego, se avete voglia di perdere tempo o altro scrivetemi pure una recensione, che sia una critica o meno, accetto tutto.
Se poi mi offrite una pizza, ancora meglio!

Vera






   
 
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