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Autore: Bricioladite    21/07/2015    2 recensioni
Alice Cullen si è appena trasferita a Phoenix, dove inizierà a frequentare una nuova scuola. Incontrerà tante persone con ruoli ben definiti nella sua vita, e incontrerà LUI. Colui che saprà calpestare tutto quello che è ma anche l'unico ad essere in grado di ricostruirlo. Il suo nome?
Jasper Hale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 4 – Il campanello (parte 2)
Per un minuto buono restai sotto shock.
Poi, quando stavo quasi per premere il tastino accanto al citofono per aprirgli il cancello, mi ricordai che ero in biancheria.
Afferrai il citofono e strillai:
  • Ehm… sono nuda – che poi non ero neanche nuda (?) – Puoi aspettare un attimo che mi cambio?
Lo sentì sbuffare e poi dire in modo poco convincente sì.
Con un balzo felino arrivai in camera, mi infilai i vestiti che avevo indossato la mattina e corsi ad aprirgli.
Restai ad aspettarlo davanti all’ingresso.
  • Ciao. – borbottai a denti stretti – Perché sei qui? Come fai ad avere il mio indirizzo?
  • Calma, Cullen. Sono qui per questo – disse estraendo un quadernino che riconobbi come mio dallo zaino.
Me lo porse e lo presi con uno scatto della mano.
  • E come fai a sapere dove abito? – ridomandai risoluta.
  • Allora, Cullen, la spiegazione a cui il tuo cervellino mediocre non riesce ad arrivare è questa: dopo che te ne sei andata correndo come una pazza a fine scuola hai lasciato questo quaderno, dove ho immaginato dovessi svolgere i compiti, sotto il banco. Così ho guardato nella prima pagina, dove hai scritto nome, cognome e indirizzo, e, visto che ho scoperto che sarei passato davanti a casa tua tornando da scuola, per fare un gentilezza ho pensato di portartelo. – disse Jasper con tono saccente.
  • Ah. – fu la mia brillante esclamazione. In effetti, la sera prima avevo scritto su tutti i libri e i quaderni il mio nome, cognome e indirizzo, tanto per distrarmi un po’. – Allora… ehm… grazie…
  • Non c’è di che. – rispose con un sorrisetto.
  • Posso offrirti qualcosa? – chiesi un po’ in imbarazzo. Insomma, mi sembrava il minimo dopo la sua premura!
  • Sì grazie. – “Mannaggia! Speravo mi dicesse di no!” pensai.
  • Cosa vuoi? – chiesi con voce atona.
  • Quello che stavi mangiando te, mi va bene tutto.
In effetti sarebbe stata ora di pranzare, per i comuni mortali, ma per me era il GELATO-TIME (!!!).
Per non dirgli mi stavo sbafando una vaschetta di gelato in camera, mi inventai la prima balla che mi passò in testa:
  • Non ho ancora iniziato a mangiare… ehm, sì, sai… sono appena arrivata qui a casa. – dissi con un sorrisetto che sembrava gridare “Sono tutte balle!!!”.
Ero proprio un merda a dire le bugie.
  • Okay. – disse lui, e dal suo sguardo capì che non se l’era proprio bevuta.
  • Beh… allora, cosa ti va di mangiare?
  • Magari un panino, se posso. – mormorò lui, cortese.
  • Certo – sorrisi – Mi metto all’opera.
Presi due pezzi di pane, li tagliai a metà e li farcì con del prosciutto che trovai nel frigo.
Quando ne consegnai uno a lui, iniziammo a mangiare.
Nonostante di solito mangiassi come uno gnu affamato, mi costrinsi a dare piccoli morsi al panino.
Jasper invece, mangiava con una classe infinita. Non sembrava uno di quei damerini che si puliscono la bocca ogni due secondi, semplicemente mangiava in modo così educato e naturale che sembrava che tutto di lui gridasse “RAFFINATEZZA!!!” .
In una pausa tra un morso e l’altro, mi chiese
  • Di dove sei?
  • Forks. – risposi io.
  • Io ho sempre abitato qui, ma odio Phoenix. – mi disse lui.
  • Perché? – domandai stupita. Phoenix era una città davvero molto grande e pure bella!
  • Non mi piace la sua confusione, preferirei abitare in periferia, in un posto più tranquillo, con meno gente, un posto dove stare in pace. – mi disse lui. Probabilmente sperava di nascondere la faccia dietro il panino, ma io vidi lo stesso un lieve rossore farsi strada attraverso le sue guance. Probabilmente si imbarazzava a parlare dei suoi pensieri.
Mi trattenni dal dire “Ma quanto siamo diversi, caro Jasper!”.
Io adoravo la confusione di Phoenix!
  • Allora Forks ti piacerebbe, lì ci sono quattro gatti e di tranquillità ce n’è fin troppa… - borbottai.
  • Di certo più di Phoenix. – sbuffò.
Dopo un minuto di silenzio, chiesi:
  • Ma perché stamattina te la sei presa tanto?
Lo vidi arrossire.
  • Non era il mio momento migliore, e comunque faccio così con chi non conosco. – alzò lo sguardo verso l’orologio della cucina – Comunque ora devo andare, Rosalie mi aspetta.
Non riuscì a reprimere la curiosità, così chiesi:
  • Chi è?
  • Mia sorella.
Poi mi ringraziò e correndo uscì da casa mia.
Che ragazzo strano, quel Jasper Cullen!
Stamattina sembrava la freddezza in persona, ora invece diventava tutto timido e continuava ad arrossire?
In ogni caso, meglio quello timido che quello antipatico.
Sperai di rivedere ancora quella nuova parte di Jasper.
Saremo potuti diventare amici!
ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno!!!
Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto, a me convince (dai!) abbastanza.
Ovviamente conta che convinca voi, non me.
Vaso di fretta, quindi ripeto la solita pappardella cioè se mi lasciate almeno una recensione continuo, e vi saluto!!!
 
 
   
 
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