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Autore: DARKOS    21/07/2015    2 recensioni
[E fallire non lo aveva calmato, come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato la sensazione d'impotenza che lo assaliva.
"Voglio andarmene da qui. Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io sono destinato a... "
A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.]
Questa è una mia versione sul passato di Xehanort, e dei fatti che potrebbero essersi svolti tra quando lascia la sua casa e l'inizio di Birth by Sleep.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xehanort, Young Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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BEFORE KINGDOM PARTE IX

Forze dell’Oscurità

Lo spazio infinito.
Una miriade di stelle, vicine e lontane, divise tra loro dalla vasta Oscurità che componeva la maggior parte del cosmo. Xehanort aveva già avvertito quell’Oscurità direttamente sulla propria pelle, nella mente, nel suo cuore…
Ma non era il momento di pensare a questo ora. Poteva sentire la presenza del suo nemico, usando l’Oscurità che lo circondava a suo vantaggio. Si era fermato… probabilmente su un pianeta scelto apposta nel caso venisse inseguito. “E va bene. Se è questo quello che vuoi.” Xehanort entrò nell’atmosfera del mondo e si preparò alla discesa.

Si ritrovò in un’area desertica, un enorme spiazzo desolato spazzato da raffiche di vento. Ma non era la solitudine del luogo a catturare l’attenzione, quanto le centinaia e centinaia di chiavi conficcate nel terreno, a formare un cerchio. Un enorme cimitero circolare. Il Cimitero dei Keyblade.
E in mezzo, al centro esatto, trovò il suo avversario. Sedeva per terra a fissare le proprie mani, apparentemente ignaro di ciò che lo circondava.
“Così tu sei Chishikey.” Xehanort, liberatosi dell’armatura, camminò verso di lui.
“Tu sei quel Maestro tanto dotato. Mi hanno parlato di te.” Il suo avversario continuava a guardare a terra.
“Chi, i tuoi pupazzi?”
“Creazioni, non pupazzi. Manifestazioni dei ricordi di una persona. I miei ricordi.” Ora Chishikey lo guardava. Era molto anziano, con una barba folta, il naso adunco e i capelli un tempo dorati sulla fronte si erano ritirati. Ma gli occhi, rossi, conservavano uno sguardo feroce e potente. “Sapevi che i ricordi non si trovano nel cervello? Il cervello non è altro che una centrale che elabora i detti ricordi. I ricordi provengono dal cuore. E sapevi che il Keyblade può operare anche su detti ricordi? Non è facile, certo, ma i risultati possono essere devastanti. Puoi riscrivere la vita di una persona, o addirittura costruirne una da zero. Basta solo un po’ di Oscurità a tenere assieme il tutto.”
Ora erano così vicini da potersi fissare negli occhi a vicenda. Chishikey continuò: “Te lo dico perché so che tu sei diverso da quegli sciocchi accecati dalla Luce. Tu hai visto. Tu SAI. L’Oscurità è onnipresente… e fin troppo utile per lasciarla in disparte o eliminarla. Unisciti a me. Insieme, distruggeremo ogni sciocco che proverà a fermarci, e lasceremo che l’Oscurità governi indisturbata.”
Xehanort si era fermato, e aveva ascoltato le parole dell’uomo con attenzione, più per misurare che tipo di persona fosse che per esaminarle. Infine, parlò: ”Certo. L’Oscurità è necessaria. E per via di incomprensioni e persone di scarse vedute, sempre più ostracizzata. Ma non deve “governare indisturbata”. La Luce, e i conflitti che si creano, sono egualmente necessari. E se arrivato fino a qui ancora non comprendi questo, farò bene ad eliminarti.” Materializzò il Keyblade nella sua mano.

Chishikey si alzò. Malgrado l’età avanzata, era ancora un uomo imponente. “Ah, vedo che hai quel Keyblade ora. Capisco. Il tuo amico si è preso la roccaforte, e tu ti sei preso quello. Francamente, non so chi dei due abbia avuto l’eredità migliore.” Si guardò attorno, indicando i Keyblade conficcati. “Tutte queste chiavi sono una testimonianza dei tempi andati, della famigerata Guerra dei Keyblade. Ma le vittime del conflitto non si fermano qui. Quando io ero giovane, c’erano vari avamposti pieni di guerrieri del Keyblade. Ma ci fu chi tentò nuovamente di appropriarsi del potere, chi non era d’accordo con le visioni dei propri compagni, chi voleva semplicemente testare la propria forza… e i conflitti dilagarono di nuovo. Non estesi come la Guerra, ma comunque devastanti. Alla fine rimanemmo io, quel debole che tu chiamavi Maestro, e il nostro mentore, mentre gli altri Ordini cadevano in rovina o si isolavano ai più remoti angoli dell’Universo. Tutto causato dal conflitto, da questo” X-Blade”. Che rimanga dov’è! Si generano solo caos e distruzione, così. Io invece penso più in grande, penso alla totale supremazia di un unico potere, che porrà fine a tutte le disparità. E l’Oscurità, Madre di tutti gli esseri viventi, è la più adatta allo scopo.”
Xehanort era ormai perso nei suoi pensieri. ‘Anche io la pensavo così, una volta.’ Rifletté. ‘Credevo di poter fare tutto da solo, che avrei eliminato ogni minaccia e fatto trionfare la mia Luce su ogni cosa. Ma quello genera solo nuove ombre, così come l’Oscurità senza controllo finisce per divorare se stessa. Mi sbagliavo. Il Maestro e Eraqus, che all’epoca disprezzavo per alcuni motivi, me l’hanno fatto capire.’
“Ci deve essere equilibrio” rispose il maestro più giovane “La Luce genera Oscurità, l’Oscurità fa risaltare la Luce. Anche quando l’Oscurità coprì tutto dopo la Guerra, la Luce sopravvisse. Come puoi garantire che con la tua questo non avverrà? Non puoi. La tua è una visione miope, non diversa dai cosiddetti “paladini della Luce”, condannata a fallire fin dal principio. Hai svolto ottime ricerche, ma la tua parte è finita. Ora farò ciò che il mio Maestro e compagno non sono riusciti a fare… e porrò fine a tutto questo.”

Chishikey finì di ascoltare, con le mani giunte. “Vedo che quel folle ti ha ormai traviato. Speravo in una risposta differente, ma così sia.” Detto questo, evocò la sua armatura. Nera anch’essa, ma con elementi rosso fiammante, rappresentava nell’insieme un imponente leone pronto a ruggire, il Keyblade una zanna cremisi in agguato. Xehanort fece altrettanto.
Re e Leone rimasero a fissarsi, uno di fronte all’altro, su una landa rigonfia di potere sopito che aveva visto scontri simili da tempo immemore.
“È la prima volta, credo, che due Oscurità di questa portata si scontrano fra loro” disse Chishikey.
“Facciamo in modo sia uno scontro memorabile, allora” rispose No Heart.
Le figure si incontrarono, e un’aura oscura si levò fino in cielo.
   
 
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