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Autore: Misaki Ayuzawa    21/07/2015    1 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 46: Piccole vendette

Mentre Nate preparava il the, Tessa sedeva al tavolo della cucina, nell’appartamento del fratello, continuando a fissare le tre lettere di ammissione.
La maggiore preoccupazione di Tessa era la retta , la UPenn e la Columbia costavano davvero troppo. Cambridge sembrava la più  accessibile, dopo tutto.
“Ti lambicchi troppo il cervello, Tessie. Devi scegliere quella che vuoi, non pensare a questa roba noiosa!” Esclamò Nate, stracciando i fogli su cui Tessa stava annotando dei conti. “I soldi non sono un problema.”
“Ah no? Siamo eredi di una fortuna di cui non ero a conoscenza?” Tessa alzò un sopracciglio.
“No, certo che no. Mamma e papà non ci hanno lasciato granchè, è vero, e nemmeno la zia … però ho investito parte di quei risparmi … posso dire con  molto piacere che sono stato fortunato. E il mio stipendio non è troppo basso. Magari non diventerò mai miliardario, ma posso permettermi di finanziarti.”
Tessa non poteva crederci … chi si sarebbe mai immaginato che Nate, il giovane scapestrato di New York, fosse diventato Nathaniel Gray, con un buon fiuto per gli affari nella City! Ad ogni modo, aveva già deciso.
Tornare a New York era una tentazione molto grande, troppo, ma Tessa non poteva allontanarsi così tanto da suo fratello. Era tutto quello che le rimaneva.

“A Cambridge, allora!” Maia propose un brindisi, al tavolo di Taki, in onore di Tessa, che finalmente aveva preso la propria decisione.
Clary era stata presa alla Tisch di New York e Jace, rabbrividendo al solo pensiero di una separazione, aveva deciso di frequentare un college nei dintorni di New York e di laurearsi in Lingua francese e tedesca.
Izzy sarebbe andata a Parigi, all’Accademia della Moda; Alec voleva lavorare nella riabilitazione sportiva, quindi avrebbe fatto un corso di specializzazione lì a Londra.
E Simon … be’ Simon era il grande forse. Lui e Clary morivano all’ideo di doversi separare, dopo essere stati praticamente fratello e sorella per dodici anni.
Tessa si rammaricava per loro, conosceva il prezzo della separazione. L’aveva pagato lei stessa quando aveva lasciato New York tre anni prima, insieme a tutti gli amici di una vita.
Tuttavia la vita va avanti, non aspetta nessuno e dobbiamo avere una veloce capacità di ripresa. Quella di Tessa, ultimamente, aveva smesso di funzionare, ma ora sentiva di potersi rimettere in carreggiata.

La campanella segnò la fine dell’ultimo esame. I giorni e i mesi successivi si susseguirono in una sorta di torpore. La scoperta dei risultati finali, i dolorosi saluti tra gli amici più stretti, le ultime sere da Magnus e da Taki, per mantenere vivo il legame e promettersi di non tagliare i contatti. Fu così, insomma, che arrivò settembre. Tessa si era trasferita in uno dei dormitori dell’università il giorno dopo il matrimonio tra Henry e Charlotte. Era rimasta alquanto sorpresa di ricevere l’invito, ma aveva partecipato con piacere. Aveva anche avuto l’occasione di vedere Sophie e Gideon stretti l’una all’altro durante il ricevimento, facendosi strappare un sorriso sincero.
Alla fin fine, era andato tutto bene. Persino Simon era riuscito a farsi ammettere  in un college a New York, con grande sollievo suo e di Clary.
Beh, quasi tutto bene. Pensò Tessa con tristezza. Will era ancora un fantasma che la seguiva ad ogni passo,  presente in ogni gesto.
Il corso a cui Tessa si era iscritta era Letteratura inglese, ma le lezioni non sarebbero iniziate fino al giorno dopo quindi, tirate fuori dagli scatoloni le ultime cose, decise di esplorare un po’ i dintorni. Il parco dietro il dormitorio aveva un aspetto davvero invitante e non esitò molto ad addentrarsi al suo interno. C’era una manciata di studenti, oltre a lei, appoggiati ai tronchi degli alberi, adagiati sull’erba, a leggere o ad ascoltare musica, e altri ancora si muovevano in gruppo e chiacchieravano.
Ogni volto in cui si imbatteva le risultava assolutamente estraneo e,  al contempo, rappresentava per lei un frammento del proprio futuro. Presto, però, in quel vortice ignoto e promettente, una scheggia familiare e dolorosa si impose nella visuale di Tessa. Una massa di capelli resi arruffati da folate tiepide e umide, cariche di pioggia e che promettevano un rapido arrivo dell’autunno. Una macchia di inchiostro, in contrasto con le chiome verdeggianti, appena schizzate di arancione, del parco del campus. Ed ecco, di seguito, gli zigomi alti e affilati, le lunghe ciglia che li accarezzavano elegantemente e un mezzo sorriso tranquillo, abbozzato sulla pelle abbronzata. Le sopracciglia disegnarono un cipiglio, mentre gli occhi blu e luminosi incontravano sconvolti quelli di Tessa. A dire la verità, la ragazza non si era resa subito conto di quello che stava succedendo. Dovette, infatti, sbattere un paio di volte le palpebre prima di rendersi conto di chi effettivamente si trovasse di fronte a lei.
Non fu capace di fare altre se non bloccarsi sul posto e fissare il ragazzo che aveva amato stralunata, completamente a corto di parole. Certamente, con qualche minuto di recupero avrebbe potuto facilmente mettere assieme un vasto repertorio di improperi ed epiteti poco raffinati, conditi dallo slang americano che mai l’aveva abbandonata, ma l’incontro era stato troppo inatteso, sorprendente e, soprattutto, insperato.
Tessa era pronta, contro ogni logica e ragione e contro il suo stesso carattere, a tirare dritto e fingere di non averlo visto, ma Will percorse velocemente i pochi metri che li dividevano e le si piazzò davanti. Tirava respiri profondi, come se avesse il fiatone dopo una lunga corsa.
“Tessa?” Pronunciò il suo nome con un lieve accenno interrogativo, come ad assicurarsi che lei era sul serio lì.
Tessa sentì il proprio corpo tremare, al suono del proprio nome pronunciato da quelle labbra. Fu completamente travolta dai ricordi. Per due anni aveva immaginato come sarebbe stato rivederlo, parlare con lui e ora che lo aveva di fronte proprio non riusciva a capacitarsene.
William Herondale era veramente un fantasma.

Will era ancora lì, non si era mosso. Anzi, era riuscito persino a sorriderle!
Tessa capiva che stava tentando di superare il naturale imbarazzo creatosi tra di loro, dopo i trascorsi che avevano  avuto, ma quel sorriso stampato su quel volto la stava proprio innervosendo e, infine, fu la rabbia a sbloccarla, quando Will le ripose la domanda, in un mezzo sussurro.
“Tess, sei tu?”
“Mi chiamo Theresa” cominciò, cercando di mantenere un tono duro e tagliente. “e gli amici mi chiamano Tessa, ma francamente non ho idea di chi tu sia.” Lo urtò volontariamente con il borsone che teneva a tracolla, oltrepassandolo, e sentì una malefica soddisfazione nel costatare che Will era rimasto pietrificato.

Angolino dell'autrice: Okay, non perdo tempo con le scuse, spero che il capitolo compensi l'attesa. La storia batte i suoi ultimi capitoli e io vi sono grata perchè continuate a recensire, a seguirle e a darle quella piccola popolarità che non mi sarei mai aspettata. Vi adoro tutti tantissimo :*

 

  
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