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Riconquiste e compromessi
Il giorno
in cui Loki ha di nuovo pieno uso del suo corpo non può
arrivare abbastanza in fretta, notti insonni o meno. Alla prima
occasione propizia, un metà pomeriggio di sessioni
legislative, afferra Thor che percorre ignaro un corridoio secondario
(meno i volumi che si portava dietro) e lo trascina dentro una camera
vuota del Válaskjálf, il tutto con l'efficienza e
la rapidità di un dragone azzurro in caccia.
Una volta immobilizzata la preda le si arrampica addosso. Sono tutti baci, ringhi e palpeggiamenti entusiasti da entrambe le parti finché Thor non si irrigidisce.
«Loki, Loki–»
«Cosa?» sibila lui, cercando di tirargli la tunica fuori dai pantaloni mentre Thor cerca di tenergli ferme le mani.
«Sei sicuro che sia una buona idea? E' troppo presto...»
«Non è troppo presto.» Loki gli stringe le cosce intorno alla vita, sfregandosi contro di lui. «Era troppo tardi già il giorno dopo che sono nati!»
«Ma... ma– almeno troviamo un letto?»
«Da quando sei diventato così castigatamente borghese?» fa Loki, pieno di scherno, senza fermarsi.
«Non è questione di pudore, ma di salute – la tua.»
Loki digrigna i denti. «Piantala di soffocarmi. Ho avuto un bambino, Thor, non sono diventato un invalido!»
Thor lo guarda. «Ne hai avuti due.»
«Stessa cosa.»
«E io non soffro ancora di amnesia» fa, col sorriso guardingo di un marito a rischio. «Ricordo bene cosa dicevi, partorendoli.»
Riceve un sorriso tutto denti. «Buon per te. E se non vuoi che si avveri, scopami subito.»
Una volta immobilizzata la preda le si arrampica addosso. Sono tutti baci, ringhi e palpeggiamenti entusiasti da entrambe le parti finché Thor non si irrigidisce.
«Loki, Loki–»
«Cosa?» sibila lui, cercando di tirargli la tunica fuori dai pantaloni mentre Thor cerca di tenergli ferme le mani.
«Sei sicuro che sia una buona idea? E' troppo presto...»
«Non è troppo presto.» Loki gli stringe le cosce intorno alla vita, sfregandosi contro di lui. «Era troppo tardi già il giorno dopo che sono nati!»
«Ma... ma– almeno troviamo un letto?»
«Da quando sei diventato così castigatamente borghese?» fa Loki, pieno di scherno, senza fermarsi.
«Non è questione di pudore, ma di salute – la tua.»
Loki digrigna i denti. «Piantala di soffocarmi. Ho avuto un bambino, Thor, non sono diventato un invalido!»
Thor lo guarda. «Ne hai avuti due.»
«Stessa cosa.»
«E io non soffro ancora di amnesia» fa, col sorriso guardingo di un marito a rischio. «Ricordo bene cosa dicevi, partorendoli.»
Riceve un sorriso tutto denti. «Buon per te. E se non vuoi che si avveri, scopami subito.»