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Autore: Shainareth    22/01/2009    3 recensioni
[Mai HiME - anime] Natsuki strinse il piccolo post-it giallo nel palmo della mano. I suoi occhi verdi si fissarono sul moto ondoso del mare, lì dove diversi anni prima aveva rischiato di perdere la vita insieme a sua madre e al fedele Duran.
A scanso di equivoci, la presente NON è una YuuichixNatsuki. Anzi, se vi piace può essere considerata come un sequel di Pioggia, sebbene non sia strettamente legata ad essa, e prende spunto dall'epilogo del Natsuki's Prelude.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Bivio'
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CAPITOLO SECONDO





«Che cos'hai?»
   Natsuki sussultò, senza però meravigliarsi troppo del fatto che, non appena aveva rimesso piede al dormitorio, a Mai era bastata un'occhiata per capire che qualcosa la turbava. Seduta sul pavimento della camera, era intenta ad aiutare Mikoto con i compiti di matematica, e dal momento che suo fratello si trovava negli Stati Uniti per via dell'intervento che gli aveva da poco salvato la vita, la piccola Minagi era diventata per lei un surrogato di Takumi a tutti gli effetti.
   «Nulla, ho solo fatto un giro in moto» rispose la giovane Kuga, avanzando verso il proprio armadio ed abbassando la zip della tuta di pelle per cambiarsi. Gli occhi azzurri dell'amica seguirono ogni suo movimento.
   «Mai, facciamo una pausa?» Mugolò la minore delle tre, che già da un pezzo sbraitava per la fame.
   Miss Ottantasette Centimetri le posò una mano sul capo per scuoterlo affettuosamente. «Non ceneremo finché non avrai finito l'ultimo esercizio. Forza, non è difficile.»
   «Ma ho un buco allo stomaco!» protestò l'altra, accompagnando la sua lamentela ad un poco elegante rumore proveniente dall'addome.
   Mai sospirò. «D'accordo, ho capito. Ma prima va' a farti un bagno.»
   «No!» replicò Mikoto, facendo oscillare le treccine scure a destra e a manca in segno di diniego. «Non mi piace!» Non finì neanche di dirlo, che la bella Tokiha la prese da sotto le braccia ed iniziò a sollevarla da terra. «Nooo! Lasciamiii!»
   «Smettila di fare la bambina!» Prendendo della biancheria pulita da uno dei cassetti, Natsuki corrugò la fronte: ma quanto erano chiassose? L'emicrania continuava a crescere. «Natsuki, vieni a fare il bagno anche tu?»
   «Lo farò più tardi.»
   «Ma hai bisogno di rilassarti adesso, no?» Stupita, si voltò verso la ragazza dai capelli arancioni che ora la fissava con un sorriso complice sulle labbra. «Vieni?»

Ora che Mikoto aveva smesso di urlare e di dimenarsi per via del getto della doccia e del sapone, Natsuki sentiva l'acqua calda scioglierle i muscoli del corpo in modo talmente benefico che il mal di testa iniziò a scemare. Chiuse gli occhi e poggiò il capo all'indietro, godendosi il relax che quel bagno riusciva a concederle. Sentì lo sciabordio della superficie del liquido in cui era immersa ed avvertì subito la propagazione delle piccole onde sulla pelle. Alla mente le tornarono l'uno dopo l'altro il moto del mare, il vento, il foglietto che aveva abbandonato. Rialzò le palpebre, tornando ad assumere un'espressione tetra, pensierosa, cosa che non faceva da quando il Carnival era finito.
   «Senti, Mai...»
   Lei spostò la sua attenzione dal visetto imbronciato di Mikoto al suo, in attesa che l'amica continuasse, ma non lo fece. «È successo qualcosa?» Natsuki abbassò lo sguardo in un muto assenso. I tratti del volto di Mai si fecero scherzosi. «Beh, l'hai poi chiamato?»
   Kuga si mosse di scatto, schizzandosi da sola l'acqua in faccia, le gote arrossate per la vergogna. «Tate te l'ha detto?!»
   «Certo, sono stata io a suggergli di farlo.» L'occhiata che riservò alla coinquilina, indusse quest'ultima a ridere di cuore. «Andiamo, non c'è nulla di male!» La mora si votò di nuovo al silenzio, e lei si sentì autorizzata a continuare. «Non so cosa sia successo fra te e Takeda-senpai, ma lo sanno tutti che lui ha una bella cotta per te. E a quanto mi hanno detto gli altri, è una cosa che va avanti già da parecchio tempo, forse addirittura da che ti sei iscritta al Fuuka.»
   «Sì... credo...» bofonchiò Natsuki, troppo impacciata per fissarla. Non poteva farci nulla, quel tipo di argomento la metteva immancabilmente in imbarazzo, al punto che non le riusciva mai di parlarne in modo disinvolto.
   «E poi non ti eri già appartata con lui sulla spiaggia l'estate scorsa?»
   «Ti dissi già a suo tempo che si tratta di un malinteso!» sbottò, innervosita, trovando finalmente il coraggio di tornare a guardarla. Fu allora che si rese conto che l'ex-HiME dal caschetto color carota la stava di nuovo prendendo bonariamente in giro, forse con l'intento di farla rilassare. Sospirò, imponendosi di accontentarla e tornando perciò a poggiare la schiena contro il bordo della vasca. Era incredibile come quella ragazza fosse capace di farla star bene. Se Shizuru aveva avuto il merito di non averla lasciata da sola durante gli anni successivi alla morte di sua madre, Mai aveva quello di averle fatto scoprire l'amicizia e tutti quei buoni sentimenti a cui lei aveva rinunciato in passato. Le doveva molto, e solo adesso si rendeva conto di quanto la sua vicinanza avesse influito positivamente sul suo animo, spingendola a circondarsi di altre persone e persino ad iniziare a prendere in considerazione l'idea di trovarsi un ragazzo. Cosa, quest'ultima, di cui fino a poco tempo prima Natsuki non aveva neanche lontanamente voluto sentir parlare. E proprio quando lei aveva iniziato ad aprire il proprio cuore al mondo, l'incubo del Carnival l'aveva assalita, sconvolgendo la sua vita più di prima con notizie che avevano screditato l'immacolato ricordo di sua madre e con la scoperta di essere stata egoisticamente oggetto di desiderio da parte di quella che fino ad allora aveva creduto la sua migliore amica. No, l'unica amica. Aveva perdonato Shizuru in virtù del fatto che si era presa cura di lei; tuttavia, per quanto bene le volesse, non poteva cancellare quanto ella l'avesse segnata anche in negativo. Era stato questo a farla allontanare ancora di più dall'idea di innamorarsi: aveva paura di imbattersi in qualcuno che potesse trattarla ancora in quel modo, senza alcun riguardo verso i suoi sentimenti o anche solo verso la sua volontà.
   «Natsuki...»
   Rialzò gli occhi verdi verso la compagna di stanza, leggendo ora sul suo viso sincera preoccupazione. «Io... ho gettato via il numero che mi ha passato Tate.»
   «Perché? Takeda-senpai ha fatto qualcosa di male?»
   «No, tutt'altro» dovette riconoscere, ritrovandosi a sorridere lievemente. «È un bravo ragazzo.»
   «Allora perché non gli dài una possibilità?»
   Natsuki non era riuscita a raccontare a Mai quello che era successo con Shizuru; anzi, le uniche persone informate nel dettaglio di quanto accaduto, erano Yukino, la sua amica Haruka e Reito Kanzaki, Lord Kokuyou all'epoca degli avvenimenti. Non le andava di screditare la Presidentessa del Consiglio Studentesco più di quanto già non avessero fatto le malelingue, arrivando a spargere per l'istituto il pettegolezzo che fra loro vi fosse un rapporto di tipo amoroso. Nessuno, si ripeteva la ragazza, doveva sapere del turbamento psicologico di Fujino, e sulle prime si era stupita che Nao non avesse colto l'opportunità di vendicarsi di loro. Soltanto in seguito Natsuki si era resa conto che la sua kohai non lo aveva fatto per rispetto a lei sola, benché si trattasse di una situazione paradossale: quando Shizuru aveva sconfitto Julia, il Child di Nao, anche sua madre era svanita nel nulla, ed era stata in quell'occasione che, in barba al burrascoso rapporto che le aveva unite fino a quel momento, si era ritrovata per la prima ed unica volta fra le braccia della giovane Kuga. Non era stato un gesto consolatorio, quanto una dimostrazione di comprensione e di condivisione: anche lei aveva perso la figura materna proprio nel momento in cui questa aveva costituito tutto il suo mondo. Nao doveva aver apprezzato quello che Natsuki aveva fatto per lei quella volta, ed il silenzio in cui si era chiusa riguardo a Shizuru, era la sua dimostrazione di gratitudine.
   «Temo non possa funzionare» rispose con voce stanca, alzando le spalle e tornando a reclinare il capo all'indietro.
   Per nulla convinta da quelle parole, Mai continuò a scrutarla con una certa ansia. Tuttavia, non pose altre domande e lasciò cadere il discorso, comprendendo il bisogno dell'amica di rimanere da sola con i propri pensieri.













Ehm... non chiedetemi il motivo per cui questa storia è diventata una long-fic, perché onestamente non potrei rispondervi. Mi auguro solo di farvi cosa gradita e di continuare a seguire una certa logica nell'introspezione del personaggio di Natsuki. Ho cambiato il genere della fiction e anche la voce relativa ai personaggi, sebbene né l'una né l'altra cosa siano definitive: tutto dipenderà da come si evolverà la situazione (e vi assicuro che non lo so neanch'io).
Mando un bacio a Chiarucciapuccia, NicoDevil, Atlantislux, Hanako_chan e Hinata_chan per aver recensito o comunque commentato in separata sede il primo capitolo, e ringrazio quanti hanno perso tempo a leggere ciò che ho scritto fino ad ora. ^^
Shainareth





  
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