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Autore: Shainareth    19/01/2009    4 recensioni
[Mai HiME - anime] Natsuki strinse il piccolo post-it giallo nel palmo della mano. I suoi occhi verdi si fissarono sul moto ondoso del mare, lì dove diversi anni prima aveva rischiato di perdere la vita insieme a sua madre e al fedele Duran.
A scanso di equivoci, la presente NON è una YuuichixNatsuki. Anzi, se vi piace può essere considerata come un sequel di Pioggia, sebbene non sia strettamente legata ad essa, e prende spunto dall'epilogo del Natsuki's Prelude.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Bivio'
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CAPITOLO PRIMO





Shizuru, tu sei stata la prima ad avvicinarti a me quando ero incapace di credere negli altri. Tuttavia... non posso nutrire il sentimento che tu vorresti. Nonostante ciò, sono felice che tu mi abbia amata. Ti voglio bene.
   Quella volta erano bastate queste parole a calmarla, ma cosa sarebbe accaduto se...
   Natsuki strinse il piccolo post-it giallo nel palmo della mano. I suoi occhi verdi si fissarono sul moto ondoso del mare, lì dove diversi anni prima aveva rischiato di perdere la vita insieme a sua madre e al fedele Duran. Adesso, a distanza di mesi dal giorno in cui Shizuru aveva distrutto parte del promontorio per mezzo della sua naginata, il comune di Tsukimori aveva provveduto a ricostruire un guardrail di protezione che avrebbe evitato un brutto volo nel vuoto a chi avesse impostato male la curva che conduceva in quel posto. La ragazza vi era giunta a bordo della nuova Ducati che si era potuta permettere grazie al cospicuo patrimonio di famiglia: tutto ciò che le rimaneva di suo padre, scomparso con la sua nuova compagna mentre lei giaceva ancora inerme in un letto d'ospedale. Era forse questo il motivo per cui, oltre a non fidarsi della gente in genere, aveva avuto maggiori difficoltà a socializzare con gli uomini. Non che li disprezzasse a priori, ma non riusciva a concedere loro un livello di confidenza che andasse oltre la semplice conoscenza.
   Col passare del tempo le cose erano gradatamente cambiate, e, facendo mente locale, ora lei poteva quasi attribuire a Sakomizu-sensei quella figura maschile importante che le era venuta a mancare durante gli anni più difficili. L'aveva aiutata, sempre, tradendo l'Organizzazione e rischiando in prima persona. C'era anche Yamada che, nonostante fossero stati i soldi a fare da collante al loro legame, aveva mostrato di essersi affezionato sinceramente a lei, arrivando a farle dono di una moto nuova senza chiederle nulla in cambio. Peccato, si rammaricava la giovane Kuga, averla persa durante il Carnival...
   E poi, grazie alla benefica influenza di Mai, Natsuki aveva avuto modo di vedere con i propri occhi che il mondo era ancora pieno di brave persone, di amici fidati, di compagni preziosi.
   Aprì il pugno, tornando ad osservare il piccolo foglio spiegazzato. Sopra, con la disordinata calligrafia di Tate, vi era annotato un numero di telefono. Se avesse ignorato quell'invito, la sua vita, senza dubbio migliorata da quando lei e le altre undici HiME non erano più in grado di scorgere in cielo quella dannata Stella che le aveva condizionate sin dalla nascita, non avrebbe subito ulteriori cambiamenti. Se invece lo avesse accettato... Cosa ne sarebbe stato? Di lei, di lui, dell'amicizia con Shizuru? Per quanto grande fosse quest'ultima, Natsuki aveva l'impressione che in realtà essa fosse molto più labile di quanto gli altri credessero. Pur non ammettendolo, forse lei e la Presidentessa del Consiglio Studentesco erano le sole a conoscenza di quel precario equilibrio che le teneva ancora unite. E se Shizuru era uscita già di senno una volta perché non ricambiata, cos'avrebbe fatto se avesse saputo che lei...
   La ragazza si portò le mani al viso, il foglio stretto fra le dita, indecisa se lasciarlo in balia del vento e delle onde, o se piuttosto farne tesoro per cercare di raggiungere l'unica cosa che ancora non era riuscita ad avere nella vita. Non era innamorata, di questo ne era certa; tuttavia ormai nemmeno l'orgoglio poteva impedirle di riconoscere quanto meno con se stessa di provare finalmente un interesse per qualcuno. Nonostante le sofferenze passate, nonostante le violenze subite.
   Rabbrividì. Se per il freddo invernale o per altro, non poteva stabilirlo. Sentiva solo di essere preda di un'angoscia dalla quale non sapeva come liberarsi. Le martellava nella testa il pensiero che se quei sentimenti riuscivano a procurarle quel malessere, probabilmente non erano giusti. D'altro canto, però, si rendeva conto che prima o poi il problema si sarebbe ripresentato allo stesso modo. Dunque, non era quello che provava lei ad essere sbagliato. Ma che poteva farci?
   Col cuore stretto in una morsa dolorosa e le lacrime agli occhi, allentò la presa sul foglietto di carta e lo vide sfrecciare in aria guidato dal vento. Ne seguì il volo con lo sguardo fino a che esso non toccò la superficie del mare, imbevendosi d'acqua. Rimase ad osservarlo per pochi istanti ancora, ma alla fine il desiderio di fuggire prevalse. Inforcò il casco, montò sulla Ducati e, dando gas con rabbia mista ad una tristezza che mai le era appartenuta prima di allora, si allontanò a velocità sostenuta.
   Non se la sentiva ancora di scegliere, perché Shizuru le era rimasta accanto nei momenti più difficili. Andava bene così.
   Dovette frenare di colpo per via del pianto, e fortuna volle che nessun altro mezzo si trovasse a passare da quelle parti, rischiando un brutto incidente. La ragazza urlò, battendo i pugni contro i comandi della moto e rimase lì, curva sul manubrio, a pensare a tutto e a niente. Non le importava a chi appartenesse quel numero di telefono, era ciò che simboleggiava quello a cui lei stava rinunciando. E già troppe volte, nella vita, aveva dovuto mettere da parte legami importanti. Famiglia, amicizia, amore...
   Con il pericolo di cadere dal veicolo, lo scavalcò quasi di scatto e, a piedi, ripercorse velocemente la strada a ritroso. Si affacciò di nuovo verso lo strapiombo, ma i suoi occhi non erano più in grado di scorgere il foglietto. Alzò la visiera del casco nella speranza, questa volta, di vederlo. Fu inutile. Si accasciò in terra, seduta sui talloni, le mani strette al guardrail, lo sguardo nel vuoto. Che scema...

"Per amore di qualcun altro" e "prendersi la responsabilità" suonano davvero bene. Ma è questo, quello che desideri veramente?

Se solo Masashi Takeda lo avesse detto anche a lei...














Giuro che doveva venirmi fuori tutt'altro genere di storia, molto più leggera. Invece ho finito col farmi coivolgere dai sentimenti di Natsuki, arrivando a riconoscere me stessa in più di un passaggio. Vi chiedo scusa, spero di non essere andata troppo OOC.
Colgo l'occasione per ringraziare, come sempre, chi ha letto la shot postata da me ieri e soprattutto chi ha avuto la gentilezza di lasciarmi due righe.
Shainareth

N.B. L'apertura della fic, in corsivo, è stata ripresa dagli attuali fansub della serie, ma potrebbe risultare diversa in quelli nuovi (che però ancora non sono disponibili). L'unica cosa che mi sono permessa di cambiare è stata la frase finale: obiettivamente parlando, se avessi lasciato il Ti amo anch'io, Shizuru. degli attuali sub, il senso delle parole di Natsuki sarebbe stato incomprensibile, e pertanto, ho ritenuto necessario sottolineare che quello che la ragazza prova per Shizuru è solo un forte senso d'amicizia e nient'altro (come del resto si evince anche dalle scene finali dell'ultimo episodio).







  
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