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Autore: Fenrir_23    22/07/2015    2 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                                                           FUOCO NEL BUIO


                                   

Matthew si sentiva stanco.
Appena arrivato in Hotel, dopo la fine dei festeggiamenti per il Campione durati per l’intero pomeriggio, aveva appreso suo malgrado di dover mettersi in viaggio per tornare a Pallet Town. Suo padre sembrava non avere voglia di rimanere molto sull’isola, forse tutto quel via vai di gente che voleva parlargli e complimentarsi con lui, lo stava infastidendo.  Mat sospirò, terminando di sistemare malamente le sue cose nello zaino da viaggio.
A pensarci bene, era arrivato lì in volo sulla groppa del Charizard di Ash, e ora se ne andava con Cenere. La cosa lo fece sentire in qualche modo felice e malinconico allo stesso tempo.
Non poteva dire di essere deluso da quella sua prima partecipazione ad un torneo ufficiale. Vista la sua scarsa esperienza, si era piazzato davvero bene, e poi, sentiva di aver imparato molto, impegnandosi in quelle sfide.
Uscì dalla camera per ultimo, pensando di essere talmente assonnato da poter dormire addirittura in volo sulla schiena del suo Pokémon, il che non sarebbe stato così assurdo, vista la sua capacità di addormentarsi ovunque.
Percorse il corridoio lentamente, svogliato, e uscì dal salone d’ingresso dopo aver salutato garbatamente il personale di servizio.
Ash e Maky, lo stavano aspettando proprio lì davanti. Delia e Leon erano già partiti per Pallet con mezzi di trasporto decisamente più comodi di quello che avevano scelto loro; per un attimo, Matthew si trovò a pensare che quella dannata fissa che aveva suo padre – e anche Maky, a quanto sembrava –  di spostarsi sempre e comunque a dorso di Pokémon, non aveva nulla di emozionante. Era solo un modo per faticare gratuitamente.
Poi chiamò Cenere fuori dalla sfera, e cambiò subito idea.
“Allora, cosa stiamo aspettando?” Domandò, osservando Ash, Charizard, Maky e Latios. “Non vedo l’ora di arrivare a casa, sono stanco morto.”
Notò che lo sguardo di Maky si era fatto sfuggente e, quando suo padre si allontanò con discrezione, capì che qualcosa non andava.
“Mat, devo partire subito.” Spiegò la ragazza, senza girarci troppo intorno. Lui aprì e chiuse la bocca più volte senza saper bene cosa dire, poi percepì un’ondata di rabbia crescente che s’impossessava del suo corpo. D’istinto, fece per montare sulla schiena di Charizard e andarsene senza dire nulla e, quando Maky lo fermò, afferrandolo per un polso, si voltò verso di lei urlandole contro.
“Avevi detto che ti saresti fermata a Pallet!” Sbraitò, mentre le lacrime gli invadevano gli occhi e si sforzava di ricacciarle indietro, per non farle scendere. “ Mi avevi promesso che ci saremmo allenati insieme per qualche giorno, prima della tua partenza!”
Silenzio, interrotto solo dal borbottio gutturale di Cenere.
Matthew tirò su col naso, continuando a sforzarsi di non piangere. Odiava farsi vedere così, soprattutto dalla sua amica e compagna di viaggio.
La ammirava, e voleva apparirle forte e più adulto. Per lui, Maky era come una sorella maggiore, un riferimento costante, un traguardo … si era affezionato molto a lei in quei mesi di viaggio, e l’idea di non vederla più così spesso com’era abituato, lo faceva star male.
“Dispiace anche a me, cosa credi?” Maky si abbassò a raccogliere il capellino di Mat, caduto a terra.  “Solo che, come ben sai, fra due settimane inizierà il torneo di Jotho. E per problemi organizzativi, sono stata chiamata lì prima del previsto.”
Il ragazzino la osservò un po’ in imbarazzo, mentre lei gli passava una mano fra i capelli, sistemandogli una ciocca ribelle.
“ Non posso proprio fermarmi a Pallet, Mat. Scusa.”
Lui abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
La Campionessa di Jotho sospirò. “Non fare quella faccia …” Mat udì il tintinnio delicato di qualcosa che dondolava; quando alzò lo sguardo, Maky gli stava infilando al collo una collanina con un ciondolo semplice, che rappresentava il simbolo del fuoco. Lei di solito la portava insieme alla megapietra di Houndoom.
“Non dovresti darla a me … “ Borbottò Matthew,  passandosi tra le mani la piccola fiamma.
Maky scosse appena la testa. “Me la donò un’anziana donna durante i miei viaggi, vedendo me e Houndoom e dicendo che era l’amuleto dello spirito del fuoco … non ho mai saputo se crederci ma …”
La ragazza guardò per un attimo Cenere.
“Voglio regalarla a te.”
Mat alzò lo sguardo per ringraziarla, ma prima che potesse farlo si trovò stretto fra le sue braccia. E capì che anche per lei era dura doverlo salutare.
Gli tornò in mente il momento in cui l’aveva vista per la prima volta.
Lei che gli porgeva una mano per aiutarlo a rialzarsi.
 
“Piacere, io mi chiamo Maky, e tu?”
 
La ragazza si staccò da lui, sorridendogli teneramente.
“Sei diventato forte, Mat.” Disse,  mentre tendeva il braccio in avanti, battendo il pugno contro quello del ragazzino, in un gesto d’intesa. “Ci rivedremo, di tanto in tanto … quando viaggerai a Jotho.” Si allontanò di qualche passò, raggiungendo Latios.
Mat le sorrise.
“Puoi contarci!”
Maky ricambiò il sorriso e lo salutò un’ultima volta.
“Stammi bene, Matthew Ketchum. Cenere, prenditi cura di lui …” Mormorò, prima di montare in groppa al suo Pokémon e sparire nel cielo, veloce come un fulmine.
 
Mat tirò su col naso, sfregandosi gli occhi per asciugare delle lacrime.
Percepì un braccio di suo padre che gli circondava una spalla e, senza dire nulla, si abbandonò contro di lui.
“Andiamo, Matthew?” Gli chiese Ash dopo un po’.
Il ragazzino annuì appena.
“Sì. Torniamo a Pallet.”
 
 
 
 
 
 
 
Nel tardo pomeriggio, arrivato a casa, Mat aveva trovato ad aspettarlo la calda accoglienza di Delia, le battute fastidiose di suo cugino Leon e … Lily. Non si era aspettato di vederla lì, ad attenderlo nel giardino di casa Kethum, solo per scusarsi.
“Non sono più arrabbiata con te Mat, perdonami.” Gli aveva detto la ragazzina – quando lui era smontato dalla groppa di Cenere –  rigirandosi una ciocca di capelli fra le dita. Matthew aveva pensato che lei, nel corso di quei mesi, era davvero cambiata.
“Che carini, quand’è che vi fidanzate?” Quello stupido di Leon non aveva potuto astenersi dall’intervenire con le solite battute inopportune e senza senso.
 
 
 
 
 
Il suono di passi leggeri riportò Mat alla realtà. Nel buio illuminato solo dalla luce della luna e dalla fiamma di Cenere, intravide la sagoma di suo padre.
“Che fai qui in giardino, non dormi?” Gli domandò Ash.
Il ragazzino scosse appena la testa. “Oggi ero talmente stanco da mettermi a letto, e ora non ho sonno.”
“Capisco.”
“Pikachu non è con te?”
“Sta dormendo.”
Rimasero in silenzio uno affianco all’altro per diversi minuti, poi …
“Papà.”
“Dimmi.”
“Ti sfido.”
Ash alzò un sopracciglio, voltandosi verso suo figlio. “ … va bene.”
“Uno contro uno.”Propose.”Charizard contro Cenere.”
Matthew annuì, mentre il suo Pokémon, impaziente, si faceva avanti.
“Spostiamoci da qui, però.” Suggerì il Campione.
 
 
Si fermarono in una grande vallata, a pochi minuti di cammino da casa. Il vento forte di quella notte faceva ondeggiare l’erba alta, trasformandola in un oceano luccicante.
Il Charizard di Ash uscì dalla sfera con un ruggito.
“Sei pronta, Cenere?”Mormorò piano Mat, mentre camminava lentamente seguito dal suo Pokémon, portandosi ad una certa distanza da suo padre.
“Impegnati al massimo.”
Lei rispose con una fiammata lanciata verso l’alto.
“Che la sfida abbia inizio!”
Urlò Ash.
Charizard e Cenere si staccarono da terra in un tripudio di fiamme e vento, puntando verso l’alto. Cenere tentò con un lanciafiamme, ma il Pokémon di Ash aprì la bocca e lo risucchiò facilmente, rispondendo con una fiammata di potenza doppia, che Cenere schivò con un’acrobazia.
Matthew aveva il cuore che batteva a mille. Osservare quei due Pokémon che combattevano nel cielo, illuminati solo dalla luce della luna e dal loro fuoco, aveva qualcosa di tremendamente emozionante.
Cenere tentò un aereoassalto, sfruttando la sua abilità in volo, ma il Charizard di Ash riuscì abilmente a prevedere la mossa, voltandosi all’ultimo momento.
Afferrò Cenere, intrappolandola nella sua stretta.
Lei tentò di liberarsi ruggendo fiamme, colpendo l’aria con la coda, ma ogni tentativo era inutile. Charizard era tre volte più grosso di lei, e decisamente più forte.
Si lanciò verso l’alto, compiendo diversi giri della morte su se stesso poi, scese in picchiata, scagliando Cenere verso il basso a tutta forza.
L’impatto del Pokémon fu attutito dall’erba, ma era comunque abbastanza violento da far tremare il terreno intorno. Cenere si rimise in piedi ruggendo, poi crollò, esausta.
Matthew le corse incontro, chinandosi verso di lei, mentre suo padre e Charizard si avvicinavano.
“Hai un grande Pokémon.” Commentò Ash, osservando Cenere e poi Mat.
“Cosa pensi di fare ora, Matthew?”
Lui guardò negli occhi il Campione.
“Ovvio no? Tempo un mese, e sarò di nuovo in viaggio … per Jotho.”
Ash sorrise. In quello, suo figlio aveva decisamente preso da lui.
“Tieni questa.”
Matthew osservò incuriosito la mano aperta di suo padre.
Al centro, brillava una megapietra.
“A me ne basta una.”
Il ragazzino esitò per un attimo, poi l’afferrò.
“Grazie papà … alzò lo sguardo, puntando nuovamente i suoi occhi in quelli di Ash.”
Lui gli sorrise, poi si voltò, iniziando a camminare.
Suo padre era alto, e irraggiungibile. Gli dava le spalle, e guardava dritto davanti a sé in un punto imprecisato.
“Un giorno ti sconfiggerò, papà!”
Gli urlò contro il ragazzino.
Sì, un giorno ce la farò.” Promise, mentre Cenere, accanto a lui, si rialzava. La fiamma del Pokémon scoppiettava nuovamente vigorosa, illuminando l'oscurità. Fuoco nel buio.
“Andiamo.” Le disse solamente. “Questo … è solo l’inizio.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Vi avevo annunciato un aggiornamento lampo, ed eccolo. Purtroppo ho il brutto difetto di non riuscire a tenermi da parte i capitoli già pronti per più di qualche giorno …
 
Ebbene, siamo giunti alla fine di questa lunga avventura. Lunga in tutti i sensi, se penso che ci sto dietro da .. due anni. Non so, sono un po’ commossa. Avrei mille cose da dire, ma l’unica che riesco a scrivere è che spero che, fra alti e bassi, questa storia vi sia piaciuta.
Mi rendo conto che il finale è super aperto … mi piacerebbe scrivere anche le avventure di Jotho, ma considerando che probabilmente mi ci vorranno altri due anni e io mi sto affacciando al mondo del lavoro, non so quanto sia possibile. Preferisco non iniziare qualcosa che poi temo di non poter concludere. Anche se la tentazione c’è…
Che dire, spero di sentirvi numerosi per quest’ultimo capitolo. È stato bello scrivere questa fanfic, nonostante momenti di scoraggiamento.
Un saluto a tutti da me, Matthew, Cenere, Maky, Houndoom, Ash, Leon, Lily, Gary, Delia e tutti i loro Pokémon!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








 
 
P.S: No, non vi sto prendendo in giro, questo in teoria è ufficialmente l’ultimo capitolo.  
Solo che … ho deciso di inserirne un altro Extra, che potrebbe benissimo non esserci ma  … serve per dare un “senso” al tutto. Non vi anticipo nulla! Vi dico solo che verrà pubblicato il 13 agosto, in occasione del giorno in cui, due anni fa, iniziò questa fanfic!
   
 
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