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Autore: PuffolaPigmea_sh    22/07/2015    5 recensioni
una sera, tornando a casa, Magnus e Alec incotrano qualcuno che cambierà la loro vita per sempre...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era il nostro terzo anniversario. Alec aveva fatto tardi al lavoro, come al solito, e invece di andare a Parigi come organizzato avevamo mangiato in una piccola locanda mondana che lui adorava.
Stavamo tornando a casa a piedi per stradine poco trafficate godendoci la pace di quella notte stellata, la mano di mio marito nella mia. Successe tutto abbastanza velocemente, una figura minuta si avvicinò di soppiatto a noi e cercò di togliere il portafoglio di Alec dalla tasca in cui lo tiene sempre. Era abile, si vedeva che non era la prima volta che derubava qualcuno, ma di certo non aveva mai fatto i conti con i riflessi da shadowhunter. Alec si era girato di scatto prima che la mano del "rapitore" potesse anche solo toccare l'oggetto desiderato e questo lo aveva fatto sobbalzare.
Mi voltai anche e scrutai la figura che avevo davanti. Un bambino di Massimo 8 anni ci fissava con due grandi e luminosi occhi verdi che sbucavano da sotto un cespuglio di ricci scuri evidentemente trascurati. Il suo sguardo non era intimorito, ci osservava stupito e curioso, come se nessuno mai l'avesse colto in fragrante, lo sguardo pieno di orgoglio.
Fui io a spezzare il silenzio "non mi sembra molto corretto rubare"
"Neanche morire di fame lo è, ma quello non è contro la legge" rispose sarcastico il bambino.
Sorrisi. Mi piaceva, era in gamba. Alec stava per aggiungere qualcosa quando un altra figura, ancora più piccola sbucò dal buio e corse verso di noi, si fermò appena dietro al bambino prendendogli in braccio. "Vi prego, vi prego, non fate nulla a mio fratello!" Una bimba di qualche anno più piccola, stessi occhi verdi con boccoli castani scompigliati che gli incorniciavano il viso ci fissava impaurita.
"Giuliette!" Sibilò il maggiore, si era irrigidito e l'aveva subito coperta con il suo corpo. Era evidente che avrebbe fatto tutto per proteggerla.
"Dove sono i vostri genitori?" Chiese Alec e mi si scaldó il cuore sentendo il suo tono preoccupato, così.. Paterno. Ah, il mio Alec. Lui credeva ancora in un mondo giusto, era un sognatore, era una di quelle persone che vorresti proteggere dal mondo intero.
"Noi siamo randagi, non li abbiamo i genitori" sussurrò la bambina e mi accorsi allora che tremava. Alec trattenne il respiro.
Feci apparire una grossa sciarpa e la porsi al maggiore "prenderà freddo"
"Noi non accettiamo elemosina da nessuno" sibilò "Non è elemosina, è un regalo" dissi tranquillo sostenendolo sguardo del bambino che, dopo avermi scrutato per alcuni secondi prese la sciarpa e ci avvolse dolcemente la sorella.
"Dove dormirete questa notte? Farà freddissimo, vi ammalerete" chiese ancora Alec, sinceramente preoccupato. La generosità era una delle tante cose che amavo in lui. Un lampo di preoccupazione attraversó gli occhi del fratello maggiore che però non si scompose.
"Dove capita, come sempre. Ce la caveremo" e strinse la sorella, che aveva gli occhi lucidi, a se. Io e mio marito ci scambiammo un rapido sguardo; dovevamo aiutarli, volevamo aiutarli.
"Noi abbiamo una camera in più" dissi con un alzata di spalle. Un sorriso rassicurante si impadronì del volto di Alec.


Allora Non potevamo sapere che la nostra vita, quella sera, sarebbe cambiata per sempre.
Non potevamo sapere che quei ragazzi avrebbero scelto di diventare shadowhunters.
Non potevamo sapere che li avremmo amati come nessun altro.
Non potevamo sapere che ci avrebbero chiamati "papà".

 

   
 
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