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Autore: DarkEvilStiles    23/07/2015    1 recensioni
Riccardo è un normalissimo sedicenne con molti amici di cui potersi fidare, una vita movimentata, ma soprattutto una bellissima ragazza: Anastasia. Lei è tutto per lui, ma non si può esattamente dire lo stesso di lei. C'è un segreto del quale il ragazzo non è a conoscenza, un segreto che cambierà totalmente il suo modo di vedere le cose, lo farà entrare in un periodo del tutto nuovo della sua vita e lo porterà a compiere nuove esperienze che prima non avrebbe mai sognato di fare.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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3 ottobre 2014
 
Caro diario,
Questa è molto probabilmente l’ultima volta che ti scrivo, quindi ascoltami molto attentamente.
 
 
Non riuscivo credere a quello che aveva appena detto Anastasia. Non volevo. Mi guardai intorno: diventò tutto sfocato a causa delle lacrime che iniziavano a scendere. Mi girai verso di lei, e con tutta la rabbia che avevo in corpo gridai: — SEI UNA TRADITRICE DEL CAZZO! DIVERTITI CON QUELLO STRONZO! — Detto questo, girai i tacchi e fuggii via, verso casa.
 
 
Ieri, come avevo previsto, era stato Matteo a suonare il campanello. Sono andata ad aprire, e l’ho trovato incazzato nero. “Mi dici dove cazzo sei stata?!” ha gridato.
 
 
Mia madre, che nel frattempo era tornata, notò che ero in lacrime e mi chiese, preoccupata: — Rick, cosa c’è che non va?
Dapprima esitai. Non avevo molta voglia di parlarne con lei, ma alla fine l’avrebbe scoperto nel giro di non molto tempo, tanto valeva dirglielo.
— Anastasia... — Sospirai. — Anastasia è incinta.
Sgranò gli occhi e si portò una mano al petto. — Come?!
— Non è mio il figlio, ma di un ragazzo della classe.
Tirò un sospiro di sollievo, poi realizzò cosa significasse il fatto che fosse di qualcun altro. — Ti tradiva con un altro ragazzo?! Ed ora è incinta di lui?
— Già.
Rimase senza parole. Quella notizia l’aveva turbata non poco. Poi, disse dolcemente: — Vieni qui, fatti abbracciare.
Fu un abbraccio molto lungo, in cui, per la prima volta, sentii tutto l’affetto e l’amore che mia madre provava per me. Mi fece sentire meglio in un momento in cui credevo che niente mi avrebbe risollevato di un minimo il morale.
— Andrà tutto bene — ripeteva, dandomi delle pacche sulla spalla. — Se hai bisogno, io ci sono, lo sai.
Sorrisi debolmente. — Grazie, mamma.
Detto questo, mi diressi nella mia camera e telefonai Mattia. Dopo quattro squilli interminabili, rispose.
— Hey, Rick!
— Hey, puoi venire a casa? Sono successe delle cose, e ho bisogno di parlartene.
— Fammi indovinare: riguardano Anastasia.
Singhiozzai. — Sì.
— Va bene, arrivo subito, dammi una ventina di minuti. Non ti muovere.
— Okay.
Riattaccai. Mi sdraiai e abbracciai il cuscino, attendendo il suo arrivo.
 
 
Gli ho detto che sono stata in ospedale, e ha voluto sapere perché. Dopo alcuni giri di parole, mi sono fatta forza e gli ho detto tutto. Sa che sono incinta, e sa che il figlio è suo.
 
 
Erano passati esattamente venti minuti quando sentii il campanello di casa suonare. Mia madre andò ad aprire, e disse qualcosa a Mattia, ma non capii esattamente cosa. Probabilmente gli aveva detto che in quel momento ero particolarmente incazzato e fragile e che avevo bisogno di essere consolato.
Pochi secondi dopo, venne in camera.
— Hey!
— Hey.
Si sedette sul bordo del letto e, poco dopo, esclamò: — Amico, sei ridotto davvero male! Cos’è successo?
— Un casino, ecco cosa — risposi, triste.
— Rick. — Mattia si fece serio all’improvviso.
— Anastasia è incinta — dissi, tutto d’un fiato.
Scattò in piedi. — EH?! Dio, il mio cuore ha appena perso un battito! — Rifletté per qualche secondo, poi continuò: — Aspetta, non mi dire che il bambino...
— Sì, è di Matteo.
Si portò le mani sulla testa. — Cazzo. Che casino. Rick, mi dispiace davvero tanto... — Mi abbracciò.
— Senti, scusa se oggi sono stato scontroso con tutti, soprattutto con te — dissi, mentre mi stringeva a sé. — Mi hai salvato da una situazione difficile, e ti ho ringraziato facendo lo stronzo. Non te lo meriti. Sei il migliore amico che io possa desiderare, sul serio.
Si staccò dall’abbraccio e rispose:— Ma no, dopo tutto ciò che è successo è comprensibile, non devi preoccuparti. Anzi, perché invece di startene qui a deprimerti non esci a fare un giro?
Sorrisi malinconicamente. — Mi piacerebbe tanto, ma oggi preferisco stare a casa a pensare. Magari domani.
— Ci conto, eh!
Mattia restò per qualche ora a casa. Parlammo del più e del meno, di cosa pensavo di fare, di Anastasia e Matteo e cose così.
Erano le 20:00 quando se ne andò.
Rimasi sdraiato sul letto, a fissare il soffitto. La verità era che non sapevo cosa fare, come comportarmi, come uscire da quella situazione difficile.
Tormentato dai pensieri, mi addormentai, saltando la cena.
 
 
Diversamente da quanto mi aspettassi, è scoppiato a ridere, e ha detto che ora sono vincolata per sempre a lui. Si è avvicinato e mi ha abbracciata. “Staremo per sempre insieme, adesso” ha detto.
 
 
La mattina dopo, non avevo nessuna voglia di andare a scuola, ma mi feci forza e mi alzai dal letto.
Anastasia non si presentò: prevedibile. Neanche Matteo, però, e pensai che magari aveva saputo ed era sconvolto. Chissà qual era stata la sua reazione, se l’aveva lasciata, o se semplicemente aveva esultato e se la stavano spassando alla grande per festeggiare.
Comunque, fu una giornata scolastica piuttosto noiosa, e non vedevo l’ora che arrivassero le 13:00.
 
 
L’ho respinto, e gli ho detto che non staremo mai insieme, che lo odio, che mi fa schifo. “Sei proprio testarda, eh? Magari una bella lezione ti aiuterà a capire meglio” ha detto.
 
 
Arrivato a casa, diedi un bacio sulla guancia a mia madre. Quando mi chiese cosa volevo a pranzo, risposi di non avere molta fame.
— Ma Rick, hai già saltato ieri la cena, e oggi non hai nemmeno fatto colazione. Di questo passo ti sentirai male — rispose, preoccupata.
— Mamma, tranquilla, è solo che il cibo mi fa un po’ schifo ultimamente, sai com’è.
Andai in camera mia, feci i pochi compiti per il giorno seguente e guardai serie tv in streaming per distrarmi.
Erano le cinque e mezza quando il telefono squillò.
— Allora, Rick, stasera esci? — domandò Mattia.
Ad essere sincero, non mi andava tanto a genio l’idea. Avrei preferito restare a casa a vedere Teen Wolf, ma glielo avevo promesso.
— Ehm, okay. A che ora?
— Alle otto e mezza veniamo a casa tua.
— Perfetto, a più tardi allora.
— Ah, Rick...
— Cosa?
— Ti raccomando, non suicidarti nel frattempo, o giuro che ti faccio resuscitare solo per ucciderti con le mie mani! — esclamò.
Scoppiai a ridere. — Okay, okay, non lo farò.
— Bravo, così ti voglio! A dopo!
Riattaccò.
 
 
A differenza delle altre volte, in cui mi schiaffeggiava, stavolta mi ha sul serio picchiata. Mi ha fatto davvero male. Ho lividi su, più o meno, tutto il corpo, ma ha strategicamente evitato la pancia e i dintorni. Ha detto che è per il mio bene, che è meglio se impari da subito come funziona, che devo capire che lui mi ama e io non devo oppormi per nessuna ragione. Dopo essersi sfogato, se n’è andato. I miei erano fuori per lavoro, stanotte, quindi ho avuto tutto il tempo di piangere e ripensare a quanto tutta questa situazione sia sbagliata. Fino a quando ho avuto una specie di illuminazione.
 
 
Dopo aver passato il pomeriggio a recuperare Teen Wolf, andai a prepararmi per uscire. Non feci altro che ripensare ad Anastasia, e a ciò che mi aveva fatto, al suo folle ed inspiegabile amore per Matteo. Diceva di odiarlo, ma in realtà era tutta una presa per il culo. Chissà quando avrei realizzato.
Alle otto e mezza in punto, Mattia e Michele vennero a casa.
— Allora, come stai? — chiese il primo.
— Potrebbe andare molto meglio, lo sai — risposi.
— Dai, vieni — disse il secondo.
Ci incamminammo verso le vie principali. Fu un giro molto lungo, quello che facemmo, e senza accorgercene ci ritrovammo nei pressi della scuola.
— Ragazzi, sapete in che direzione stiamo andando, vero? — chiesi.
 
 
Non dovrò passare tutta la vita vincolata a lui. Non sono costretta a farlo. Non voglio vivere una vita di minacce e violenza, una vita che non voglio.
 
 
— Certo, stiamo per passare davanti la casa della tua ex ragazza che ti ha tradito col ragazzo che odi, e allora? — chiese Michele. Poi, aggiunse: — Il miglior modo di superare questa situazione è accettare il fatto che Anastasia ti ha fatto del male e tradito ed andare avanti, così ogni volta che la incrocerai o ti ritroverai a passare per casa sua proverai indifferenza totale. Hai presente la mia ex, no? Ricordi cosa ha fatto? Mi ha tradito col mio allora migliore amico, Marco. E devo dire che è stato davvero un colpo basso. Un anno di relazione mandata totalmente a puttane. Ma, ripensandoci, meglio: ho perso una persona che non mi meritava, perché sì, credo di meritare molto più di questo. E anche tu, Rick. — Mi diede delle pacche sulla spalla. — Puoi superarlo.
Sorrisi debolmente. — Grazie, Michele.
 
 
Grazie, diario, per aver ascoltato tutto ciò che avevo da dire sulla mia vita. Grazie per essermi stato sempre accanto.
 
 
Pochi minuti dopo, ci ritrovammo a passare per casa di Anastasia.
— Night club a ore nove — disse Mattia.
 
 
E Rick, amore mio, anche se non leggerai mai ciò, sappi che sei un ragazzo fantastico.
 
 
Sputai a terra, disgustato.
— Troia.
 
 
Addio.
Ana
 
 
E fu in quel momento che Anastasia si spiaccicò a terra, davanti ai miei occhi.
  
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