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Autore: Miss_MaD    23/07/2015    2 recensioni
Parigi, 1482.
C'è qualcosa in più della storia che tutti conosciamo.
Due clan di zingari, rivali dalla notte dei tempi;
Una figlia rinnegata; un re di un regno di straccioni; un futuro da ricostruire insieme, sotto lo sguardo attento della cattedrale di Notre Dame.
Genere: Fluff, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claude Frollo, Clopin Trouillefou, La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*29 giugno*
Il vento soffiava forte e la pioggia non smetteva di scrosciare sulle vetrate di Notre Dame, producendo all' interno della cattedrale un suono simile ad un canto soave e malinconico.

Molti parigini, sorpresi da quel primo temporale estivo, si erano rifugiati all' interno della grande madre di pietra sull' Ile de la Citè.
Alcuni ne avevano approfittato per pregare, accendere una candela, confessarsi, o semplicemente ammirare interamente le magnifiche volte e le enormi vetrate che vi erano all' interno;
altri chiacchieravano, soprattutto le signore, incuranti del luogo in cui si trovavano.
E poi c' era Onyx, rifugiata là dentro molto prima del temporale, e rintanatasi nel più cupo angolo della cattedrale a piangere, i sussulti che la facevano muovere come se il suo petto volesse esplodere, ma che non le facevano emmettere neppure un singhiozzo.
Piangeva in silenzio come a non disturbare la gente che stava all' interno della cattedrale, incurante delle figure che si nascondevano nell' ombra e la osservavano.

Un'altra ragazza, infatti, la guardava, e  guardava quelle lacrime con attenzione perchè sapeva cosa volessero dire: si ricordava di averle piante anche lei, anni prima, quando il suo fratellastro le aveva rivelato la sua vera natura.
Era sempre stata convinta che quell' uomo così gentile che l' aveva cresciuta fosse suo padre, ma poi lui le aveva detto la verità.
Orfana, ecco ciò che era, orfana e figlia di un soldato che neppure sapeva della sua esistenza.

L' infanzia e l' adolescenza di Esmeralda, questa era l' altra ragazza, erano state dure e tristi e ancora, talvolta, chiedeva al fratello di poter dormire con lui, se gli incubi la tormentavano.

Sebbene fosse più piccola, anche se solo di pochi anni, Esmeralda conosceva la vita molto più di Onyx; ne conosceva le bellezze più profonde ma purtroppo, a esser nata zingara, ne aveva conosciuto anche le durezze e la cattiveria.
Nonostante ciò, però, era contenta di quello che aveva, per esempio la libertà, quella si, poteva vantarsi di possederla.
Onyx invece non sapeva cosa fosse la libertà.

《Io ti conosco...》gli occhi di Esmeralda brillavano come gemme.

L' altra ragazza non si era nemmeno accorta di essere osservata e a quelle parole sussultò, spaventata.
Guardò la figura che aveva di fronte e inizialmente non capì, ma poi riuscì a domandare, con voce più ferma di quanto si aspettasse: 
《Davvero, mademoiselle? Io non vi conosco 》
《Mio fratello parla spesso di te, il che è strano, perchè lui non parla mai di nessuno... Comunque, Io sono Esmeralda, la sorella di Clopin》 la gitana aveva fatto un passo verso di lei, rivelando tutta la sua bellezza esotica.
《Siete la gitana che balla per le piazze, vero? 》
《Esatto! E tu come ti chiami? 》
《Onyx, non ve lo ha detto Clopin? 》
《No, non parla molto di se, e nemmeno delle sue donne, in effetti è già un miracolo che abbia solo accennato a te... 》
《Io non sono la sua donna, ci siamo solo incontrati una volta al mercato, e quasi un mese fa!》
Le due ragazze parlarono un po' fino a che Esmeralda, ingenuamente , le chiese perchè stesse piangendo.

《È una storia un po' lunga...》
《Non fa niente, di tempo ne ho in abbondanza.》rispose, sorridendo, Esmeralda.
《Diciamo solo che mio padre, sovrano della Casata rivale alla vostra, da quando vi siete trasferiti a Parigi ci ha messo tutti in guardia dallo stare con voi...》
《Aspetta, ma sei una zingara anche tu? E come mai hai la pelle così chiara? 》Esmeralda non aveva sentito una parola di ciò che aveva detto la rossa, e in qualche modo Onyx ne fu grata: non le era mai piaciuto mentire... almeno fuori dal lavoro. 
《E chi lo sa?》disse, allora, prendendo la palla al balzo 《 Però è un bel vantaggio: mi confondo molto bene tra i parigini, loro non notano la differenza tra di noi... E rubar loro i borselli è un gioco da ragazzi! 》 disse con un sorriso.
《Ci serviresti alla Corte: ultimamente i parigini stanno lontani da chi ha a pelle scura.》commentò Esmeralda, sovrappensiero.
《Sentite, come... Come è fatta la Corte? Sono anni che ne sento parlare e... Ecco, Mi- mi piacerebbe vederla...》domandò l' altra, con una punta di imbarazzo, per poi cancellare l' idea con un gesto della mano, e continuare:《 Anche se in realtà credo che nessuno sarebbe contento se lo facessi, o sbaglio?》
《E invece》disse la più  giovane,  battendo i palmi a terra e alzandosi in piedi 《credo proprio che sia una buona idea, soprattutto perchè c'è una persona che ti vorrei presentare, ma ti porto solo se mi prometti di smetterla di darmi del voi, va bene?》

Le due ragazze aspettarono che il temporale finisse e, quando le gocce smisero di cadere dal cielo, Esmeralda prese per un braccio la sua nuova amica e corsero, corsero per un reticolo di strade fittissimo, fino a che arrivarono ad una taverna.
Una volta entrate, le due camminarono a zigzag tra alcuni tavoli lunghissimi, fino ad arrivare ad  una scala che scendeva verso una porta.
Una volta aperta, gli occhi di Onyx furono travolti da un turbine di colori indescrivibili.
《Allora questa è la Corte dei Miracoli! 》
《Sissignora! Benvenuta a casa mia! Ora seguimi, per favore. 》

Esmeralda la condusse in una tenda non molto grande, al cui interno vi erano un tavolo, due sedie, un armadio e una cassapanca intagliata. 
《Pierre!》 chiamò, e da un' apertura, quasi una porticina nella tenda, sbucò un uomo alto, con una casacca azzurra logora e i capelli lunghi e spettinati, che, accorgendosi della ragazza, fece un profondo inchino, facendole il baciamano.

Bonjour, mademoiselle, mi chiamo Pierre Gringoire. 》
《 Pierre Gringoire il poeta? Ho sentito molto parlare di voi! Io sono Onyx Garou, maestro, e se mi permettete, ammiro molto le vostre poesie.》aveva detto, guadagnandosi un piccolo inchino di ringraziamento da parte del poeta.
《Aspetta, sai leggere?》aveva chiesto Esmeralda, gli occhi che le brillavano.
《Si, certamente. Per la mia famiglia è sempre stato importante sapere leggere e scrivere, e appena i bambini sono grandi abbastanza da imparare bene queste cose, gli vengono insegnate  e poi mandati per le piazze a lavorare.》

Mentre le due si erano perse a parlare, il poeta aveva realizzato ciò che aveva davanti, ovvero una comune parigina che si trovava nel cuore della Corte dei Miracoli, a chiacchierare animatamente con la Regina, senza che nessuno avesse obiettato.
Probabilmente la sua faccia esprimeva alla perfezione i suoi pensieri, perché Onyx, ad un tratto, parlò:
《Maestro, sono una zingara anche io, non fatevi ingannare dal colore della mia pelle...》 disse, timidamente.

Una fragorosa risata si era fatta poi spazio nella stanza: Clopin stava sulla porta, appoggiato allo stipite, le braccia conserte , le gambe accavallate e i capelli intrecciati che gli ricadevano sulle spalle. 
《Finalmente qualcuno è riuscito a zittire il poeta!..》esclamò.

Tra lui e Gringoire, infatti, non scorreva buon sangue, e il gitano non perdeva mai occasione per prenderlo in giro.
Si staccò dallo stipite, si avvicinò a Onyx e le sorrise, guardandola dall' alto:
Mademoiselle, ma il vostro francese dov'è finito? 》
《Ad essere sincera, maestà, vi credevo più sveglio: dovreste conoscere questo genere di trucchi...》gli sorrise, alzando un sopracciglio.

《E se posso chiedere, chi di voi ha avuto la brillante idea di portarla qui dentro? 》continuò Clopin.
Nessuno dei presenti osò parlare, e lui, d' altro canto, non si aspettò nemmeno una risposta, perchè già la conosceva.
La notte passò tra le risate, era impossibile uscire all' aperto perchè il temporale aveva ripreso a scrosciare più violento.
Nessuno, però, si sarebbe preoccupato per Onyx.

O, almeno, non quella notte.

   
 
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