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Autore: eliseCS    23/07/2015    3 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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8 – Io ho già scelto
 
 
I better let you go
To find the prince you thought you found in me
I better set you free, and give you up
Just wave and say goodbye and let you live
Without a monster like me
 

 
Dopo che Draco le aveva augurato la buona notte e si era chiuso la porta alle spalle Astoria, ancora vestita, si era distesa sul comodo ed ampio letto della camera degli ospiti e si era addormentata a tempo di record.
L’unico pensiero che ebbe prima di chiudere gli occhi fu rivolto proprio al ragazzo, e al fatto che probabilmente dopo quello che era successo quella sera –e il ricordo che gli aveva concesso di vedere- non sarebbe più riuscita a guardarlo in faccia.
 
 
\\ \\ \\
 
 
Aprì gli occhi di colpo, confusa, non riuscendo a capire quale fosse la causa del suo risveglio.
Dalle imposte socchiuse poteva vedere il cielo ancora scuro della notte e un orologio provvidenzialmente appeso alla parete le confermò che in effetti erano solo le due e mezza.
Ad un tratto lo sentì: era come un urlo soffocato, attutito dalla porta chiusa ma non per questo meno straziante.
Metteva i brividi.
Senza pensarci due volte scese dal letto senza nemmeno ricordarsi di mettersi le scarpe e spalancò la porta della camera, la bacchetta ben tesa davanti a sé.
Per poco non travolse due elfi domestici che erano fermi lì davanti, a torcersi febbrilmente le mani mentre confabulavano tra loro.
Astoria li guardò interrogativa.
“Noi non volevamo disturbare la signorina” esordì il primo prendendo coraggio, la vocetta stridula e preoccupata.
“Ma non sappiamo come fare con il padroncino…” concluse il secondo guardando speranzoso la ragazza con i grandi occhi spalancati.
In quella un altro lamento giunse dal fondo del corridoio dove evidentemente si trovava la camera di Draco.
“Non preoccupatevi, ci penso io” disse allora cercando di far uscire un tono deciso e dirigendosi verso la stanza.
In realtà però anche lei stava cominciando a spaventarsi: cosa diavolo stava succedendo in quella stanza?
Aprì lentamente la porta, quasi con timore, non sapendo cosa aspettarsi.
All’interno era completamente buio, ma la mancanza di illuminazione non le impediva certo di sentire.
A un suo movimento della bacchetta una lampada appoggiata ad un mobile vicino alla porta si accese, e la sua bocca si spalancò in un’espressione di sorpresa e di sgomento quando finalmente realizzò la scena che si presentava davanti a lei.
 
Draco era riverso al centro dell’ampio letto a baldacchino, tremava, i capelli biondi incollati alla fronte e il viso contratto in una smorfia.
Astoria abbandonò la bacchetta sul mobile cominciando ad avvicinarsi al letto, e per poco non inciampò in qualcosa.
Abbassando lo sguardo si accorse che aveva appena pestato una maglietta… solo in quel momento si rese conto che Draco non ne indossava alcuna, ma fu qualcos’altro che la fece preoccupare sul serio: mentre ancora il ragazzo si agitava notò che in alcuni punti il candido lenzuolo era macchiato di rosso… di sangue.
Senza più alcuna esitazione colmò la poca distanza che era rimasta tra lei e il letto, cercando poi di districare il ragazzo dal lenzuolo che pareva quasi soffocarlo.
Nel farlo riuscì anche ad individuare la causa delle macchie di sangue: sull’avambraccio sinistro dei profondi solchi sanguinanti segnavano la pelle del ragazzo. Evidentemente nel sonno Draco aveva inconsciamente cercato, seguendo un pensiero decisamente irrazionale, di grattare via il Marchio Nero.
Quello era un gesto che più volte aveva visto fare dal ragazzo, soprattutto quando era sovrappensiero, ma mai fino al punto di ferirsi così.
 
In un attimo di distrazione Draco ricominciò ad infierire sul Marchio, lacrime gli solcavano le guance.
“Draco, basta, svegliati!” esclamò a quel punto Astoria.
Non ce la faceva più a vederlo in quello stato: qualunque cosa stesse succedendo dentro la testa del ragazzo era arrivato il momento di interromperla.
“…Basta!” aggiunse ancora continuando a scuoterlo, cercando contemporaneamente di bloccarlo per evitare che si graffiasse ancora.
Evidentemente la sua resistenza sembrò sortire qualche effetto: dopo qualche secondo in cui cercò di sfuggire dalla sua presa Draco cominciò a poco a poco a calmarsi, finchè confuso non aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco.
Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi Astoria praticamente sopra di lui, che ancora gli teneva le braccia saldamente bloccate.
Con uno scatto se la scrollò di dosso facendola cadere dal letto per poi scendere a sua volta dalla parte opposta in modo da tenere la maggior distanza possibile tra lui e la ragazza.
“Ehi! Si può sapere che ti prende?” domandò Astoria che nel frattempo si era rialzata in piedi, massaggiandosi il fondoschiena nel punto in cui aveva sbattuto sul pavimento.
Draco, che si stava guardando il braccio ferito a metà tra lo spaventato e lo stupito, alzò lo sguardo verso di lei.
 
Non mi toccare, mostro!
 
Il ricordo di quello che era successo nel sogno gli squarciò la mente come un fulmine.
 
“Non ti avvicinare!” disse con voce tremante mettendo le mani in avanti e indietreggiando ulteriormente come aveva fatto l’Astoria del sogno. Ancora un paio di passi e con la schiena avrebbe toccato il muro.
“Draco, sul serio. Cosa sta succedendo? Mi stai facendo preoccupare” domandò invece la ragazza riducendo lentamente le distanze.
“Devi starmi lontana!” urlò lui quando fu pericolosamente vicina. “Devi andartene e non tornare mai più!” continuò quasi ansimando.
Finalmente Astoria si fermò, ma nonostante tutto non sembrava minimamente intenzionata ad eseguire l’ordine che le era stato dato.
Al contrario si portò le mani alla vita e guardò il ragazzo come se fosse diventato pazzo.
“Quello che hai appena detto è assurdo, lo sai? Non ho intenzione di andarmene finchè non mi avrai detto cosa ti è successo… e finchè non ti sarai lasciato medicare il braccio” disse indicandolo, con un tono che non ammetteva repliche.
Dopodichè fece per prendere il braccio in questione, per poter esaminare i danni più da vicino, ma Draco la scansò nuovamente tornando verso il letto.
“Ho detto che non ti devi avvicinare” ripetè duro.
Astoria scosse la testa sbuffando e uscì dalla stanza.
Tornò qualche istante più tardi con i due elfi domestici al seguito debitamente provvisti di bende.
Osservò Draco per tutto il tempo che i due elfi impiegarono per fasciargli il braccio, e quando ebbero finito li ringraziò congedandoli, richiudendo la porta della camera dopo che furono usciti.
Intanto il ragazzo era ancora seduto sul letto, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, la testa tra le mani e lo sguardo fisso sul pavimento.
Sobbalzò impercettibilmente quando si accorse che Astoria si era appena seduta accanto a lui: non si mosse, ma aveva comunque tutti i muscoli tesi, pronto a scattare.
 
“Adesso mi vuoi dire cosa ti è successo?” domandò sottovoce la ragazza, avendo quasi paura che Draco si mettesse ad urlare di nuovo.
Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile e continuò a fissare per terra.
 
L’Astoria del suo sogno, quella terrorizzata e disgustata da lui, era ancora talmente vivida nella sua mente che si chiedeva come mai la ragazza che aveva seduta accanto non fosse scappata comportandosi allo stesso modo.
 
“Adesso basta” sbottò ad un certo punto Astoria, stufa di quella assurda situazione.
Si rialzò in piedi mettendosi davanti al ragazzo e lo costrinse a guardarla.
“Hai tanto insistito che mi fermassi qua… ti lascio per un paio d’ore e mi vieni a dire che devo ‘andarmene e non tornare mai più’? Ma sei serio?”
Lo sguardo che Draco le rivolse era a dir poco disperato, anche se in realtà non sembrava la stesse vedendo veramente.
Lei si risedette di fianco a lui e gli appoggiò una mano sulla spalla, ignorando le sue proteste e i suoi tentativi di fargliela spostare.
“Dimmi almeno perché. Dimmi perché dovrei andarmene. Dammi una buona ragione per farlo e lo faro, promesso” disse.
 
“Sono un mostro”
 
Il suo era stato poco più di un sussurro, ma non sfuggì ad Astoria che non potè impedirsi di guardarlo sbigottita.
“Cosa…?”
“Sono un mostro e più mi starai lontana meglio sarà per te” ripetè lui convinto, alzando appena la voce.
Astoria non sapeva se mettersi a ridere o a piangere.
“Non so davvero di cosa tu stia parlando, Draco” disse infatti. “Tu non sei un mostro, sei mio amico, non vedo perché dovrei…”
“Tu non capisci!” la interruppe lui. “Tu non sai cosa ho fatto, cosa sono…” e mentre parlava aveva preso a tormentarsi le bende che aveva sul braccio, quasi a volerle dimostrare che aveva ragione lui: che era un mostro l’aveva tatuato sul braccio.
“So benissimo cosa c’è lì sotto, non c’è bisogno che disfi il lavoro che i tuoi elfi hanno fatto” lo contraddisse lei prendendogli le mani in modo da tenergliele occupate.
“Se lo sai allora perché non scappi?” sembrava davvero confuso e spaesato.
“Perché tu non sei quel tatuaggio…” esclamò esasperata. “Non hai scelto tu di essere marchiato, quello che hai fatto è stato solo perché non avevi altra scelta. Avrai anche tanti difetti, Draco Malfoy, potrai essere arrogante, egoista, pieno di te, testardo come un mulo quando ti impunti su qualcosa e forse non ti importa molto di chiunque non sia te, ma di certo non sei l’unico, e di certo questo non fa di te un mostro, questo no” concluse senza fiato rendendosi conto solo in quel momento di aver praticamente gridato.
“E ora mi farai il piacere di spiegarmi cosa ti è successo per farti arrivare ad una conclusione così idiota” aggiunse in tono più civile.
 
“Niente, non è successo niente…”
 
Astoria alzò un sopracciglio.
“Senti, io… ho esagerato, non so cosa mi sia preso, sono uno stupido” continuò alla fine senza sapere bene se stesse parlando alla ragazza o a se stesso.
“Mi sto facendo un mucchio di problemi per una questione che non si pone nemmeno…”
“E sarebbe?”
“Sarebbe che in ogni caso tu sei già promessa a qualcuno, e io pure…” rispose Draco in tono triste con una sincerità che disarmò Astoria. “…e se anche così non fosse tu ti meriti di meglio…”
 
Ecco, l’aveva fatto.
Non era mai stato il tipo da sviolinate romantiche e simili, non lo sarebbe mai stato.
Ma seppur non direttamente con quello che aveva appena detto aveva apertamente dichiarato quello che provava.
 
Astoria si trovò suo malgrado senza parole.
In un primo momento aveva pensato di aver capito male, e riconoscere che invece era tutto vero l’aveva travolta come una valanga togliendole il respiro.
Rievocò le parole che Draco aveva pronunciato poco prima: e se anche così non fosse tu ti meriti di meglio.
 
Davvero Draco pensava di non essere abbastanza?
Di non essere abbastanza per lei , quando era lei che aveva sempre avuto paura di non essere all’altezza?
 
Ovviamente il ragazzo aveva frainteso il suo silenzio, e sconsolato si stava già dirigendo verso la porta dandole le spalle.
“Grazie, ma penso di poter scegliere da sola cosa sia meglio per me…” disse Astoria in fretta.
Draco si bloccò con la mano sulla maniglia della porta. Fu il suo turno a chiedersi se non avesse capito male.
Sentì il rumore dei suoi passi sul parquet, e quando si girò si trovò Astoria di fronte.
“… e io ho già scelto” concluse la ragazza bisbigliando vicino al suo orecchio.
Fu come ricevere una scossa che lo percorse da capo a piedi.
L’attimo dopo aveva preso il viso della ragazza tra le mani e l’aveva avvicinato fino a che non era riuscito a catturare le sue labbra.
Non gli importava se lo avrebbe respinto, se si fosse arrabbiata o se fosse scappata via come nei suoi incubi.
Aveva bisogno di quel bacio, il resto non aveva importanza.
 
Il tutto durò un paio di secondi: aveva semplicemente premuto le sue labbra su quelle di Astoria muovendole appena, senza approfondire il bacio.
Quando si separarono la ragazza gli rivolse un’occhiata che non seppe decifrare.
Lentamente Astoria alzò una mano in direzione del viso di Draco.
Il ragazzo chiuse gli occhi: ecco, aveva frainteso tutto e ora lo avrebbe preso a schiaffi.
Li riaprì sorpreso nel momento in cui una leggera carezza gli sfiorò la guancia: Astoria stava sorridendo felice, gli occhi scuri che finalmente erano tornati a brillare.
“Non potrei mai pensare a te come un mostro, vedi di mettertelo bene in testa” le sue parole trasudavano sincerità.
“E guai a te se ti sento di nuovo dire una cosa del genere” lo redarguì infine, ma se quella era una minaccia allora Draco si sarebbe volentieri fatto minacciare a quel modo per tutta la vita.
Astoria non gli diede tempo di pensare oltre: alzandosi leggermente sulle punte dei piedi aveva di nuovo fatto congiungere le loro labbra in un bacio decisamente molto meno innocente rispetto al primo.
 
In quel momento il mondo avrebbe potuto cominciare a girare al contrario e loro non se ne sarebbero accorti.
























Salve a tutti!
Avevo avvertito che, siccome ero via, avrei aggiornato in ritardo... se non altro credo che il capitolo possa essere degno dell'attesa :)
Allora, andiamo con ordine...
Il pezzettino di canzone all'inizio del capitolo è tratto da "A Monster Like Me" di 
Kjetil Mørland Debrah Scarlett che hanno rappresentato la Norvegia all'Eurovision Song Contest di quest'anno. La canzone mi piace da morire, e potrei dire che la scena del capitolo mi sia venuta in mente ascoltandola.
Riguardo al capitolo vero e proprio: so che Draco potrebbe sembrare un po' ooc, ho anche provato a cambiare qualcosina qua e là, ma alla fine non ce l'ho proprio fatta e ho lasciato tutto com'era. 

Ne approfitto per ricordare ancora una volta che nè Draco nè Astoria sanno che il contratto matrimoniale riguarda loro due, lo scopriranno solo più avanti (forse, o forse il suddetto contratto verrà annullato prima che ne vengano a conoscenza...? Mah, chi lo sa...)
A tal proposito confesso che ho già le 'bozze' dei prossimi capitoli... però non mi convincono per niente, quindi magari sentire qualche parere potrebbe aiutarmi a definire meglio le cose (?)
Reputo di avervi annoiato abbastanza, perciò ringrazio come sempre chi segue/preferisce/ricorda la storia, e chi lascia una recensione :P
Alla prossima settimana
E.



 
   
 
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