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Autore: LadyFel    23/01/2009    1 recensioni
"Mio fratello. Edward." Angel è sicura che la sua famiglia sia morta per la spagnola, ma ancora non sa che suo fratello è ancora vivo, seppure non più umano. In un momento di profonda rabbia e tristezza urla il suo nome e a Forks, Penisola Olimpica, un giovane vampiro si sveglia piangendo, tormentato da strani incubi.
Se vi piace fatemelo sapere! Baciotti ;)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voci dal passato - Correre liberi
Voci dal passato

Capitolo 12. Strano potere
Ero preparata a tutto, ma non a quello.
Non così, non con lui.

Meno di mezz'ora dopo, Carlisle scendeva le scale, soddisfatto.
Sam e Jacob si riscossero subito.
"Come sta Embry?"
"Bene. Il braccio si sistemerà, ma ci vorrà tempo. Angel l'ha colpito davvero forte, l'osso era fratturato in più di una dozzina di punti, ho dovuto aprire.."
"Aprire?" lo interruppe Jacob, ringhiando.
"Per rimmetere i pezzi al loro posto..."
Si calmò.
"Possiamo vederlo?" chiese l'altro.
"No, è sedato, domani mattina quando si sveglia sarà abbastanza in sè da rispondere. Ed, vai da tua sorella, mi sembrava sconvolta."
Il ragazzo uscì, cercando intorno tracce della sorella.
"Angel, dove sei?"
"Qui..." risposi.
Mi raggiunse sul tetto della casa e si sedette acconto a me, in silenzio.
Non c'era bisogno che parlassi, perciò gli lasciavo tranquillamente leggere i miei pensieri.
"Sono sicuro che non l'hai fatto intenzionalmente, ti sei difesa...Ma d'ora in poi, sai dove non devi andare.." disse, sorridendo ai miei pensieri.
"Angel, devi reagire. Se ogni volta che succede una cosa del genere ti chiudi in te stessa, non ti passerà mai. Non ti abiuterai mai a questi poteri..."
"Ma io non voglio abituarmici!" sbottai, nervosa.
"Lo so che non sei diventata così volontariamente, che ti ha costretto. Gliela faremo pagare. Ma ora non puoi tornare indietro. Sei una di noi...mi dispiace, ma è così..." rispose, duro.
"Piuttosto, hai notato qualche cosa di particolare? Una qualche abilità speciale, qualcosa che va oltre le tue normali forze?" mi chiese.
In realtà non ci avevo nemmeno fatto caso. Mi concentrai, cercando di ricordare gli eventi degli ultimi giorni.
"Non mi viene in mente niente Ed...magari col tempo...si vedrà" risposi un po' incerta.
Scendemmo e rientrammo. Chiacchierammo tutta la sera al piano di sotto, attaccati allo schermo piatto. Sam e Jacob erano fuori, sotto il portico. Per loro stare in casa insieme a noi era peggio di un incubo.
Ogni tanto lanciavo uno sguardo di sottecchi alla scala, chissà cosa speravo.
Jasper salì di sopra, riportando giù una scatola, piuttosto grossa.
"Angel sai giocare?" mi chiese, mostrandomi una scacchiera, bianca a trasparente.
"Che meraviglia! Di cosa è fatta?"
"Marmo bianco e diamante" rispose facendomi l'occhiolino, con un sorriso che si allargava piano.
"Diciamo che so come si gioca, da qui a saper giocare ne passa..."
"Ti va una partita? Emmett ogni volta che giochiamo spacca qualcosa. Lo batto sempre..." sorrire anche quando il fratello gli assestò una pacca troppo forte sulla schiena.
"Sì, perchè no? Vediamo che sai fare!" risposi sorridendo, e gli altri si voltarono verso di noi, sistemati per terra.
"Bianchi o trasparenti?"
"Trasparenti" risposi d'istinto.
"Allora muovo io per primo, pronta?"
"Quando vuoi.."
La partita cominciò. Muovevo piano, studiando ogni possibile soluzione. Più di una volta fui sul punto di perdere il re, ma mi liberai subito.
"Sgusci via meglio di un'anguilla, è incredibile!" commentò ad un certo punto Emmett, dopo che ero riuscita a scappare dallo scacco matto per l'ennesima volta.
"Ma come cavolo fai? E meno male che non sapevi giocare!" borbottò Jazz.
Ad un certo punto, la mia mente si aprì. Fu come un cielo nuvoloso squarciato da un raggio di sole. Riuscivo a leggere nel pensiero, ma non solo. Potevo prevedere le mosse dell'avversario ancora prima che le pensasse, come se fossi io a pensarle. Stavo facendo esattamente quello che voleva fare lui. Due opzioni, io sceglievo quella che lui aveva scartato. Era una strana sensazione, come se fossi io la sua mente.
"Angel...che stai pensando?" mi riscosse ad un certo punto Edward.
Mi ero bloccata con il cavallo in mano. Lo misi giù.
"Scacco matto Jazz!"
Il biondo, incredulo, guardò la scacchiera. In effetti, qualunque mossa facesse era bloccato. Si arrese.
"Incredibile..."
Tornai a concentrarmi su Ed.
"Perchè me lo chiedi?"
Si concentrò su di me, ma desistette.
"Niente, non ci riesco.."
Tutti si zittirono di colpo, fissandoci.
"Non riesco a leggerti nel pensiero Angel...ma solo con te, gli altri sono un libro aperto...È strano, non mi è mai capitato prima..."
Mi concentrai sulla mente di Jasper.
"Prova adesso Ed.."
"Niente..."
"Non da me, da lui!" indicandogli Jazz, che stupito mi fissava.
"Ora ti sento...che strano..."
"Mi senti solo perchè sto dentro la sua mente..."
"Come??!!" chiesero all'unisono Jasper, Emmett e Edward, sgranando gli occhi.
"Sono dentro la sua mente...con la mia. Non solo vedo quello che pensa....ma riesco a prevedere le sue mosse prima ancora che possa pensarle, come se le pensassi io..."
"Puoi farlo solo con Jasper?"
"Non credo...Inoltre, Ed, mi puoi sentire solo se sono nella mente di qualcun'altro. Altrimenti, interviene una specie di blocco, ma solo con te...Prima Jasper mi ha calmata..."
"Il potere di Jasper è più fisico che mentale, Angel. Per averne prova bisognerebbe vedere come reagisci ad un altro potere mentale...Bisognerebbe chiamare Kate..." mi chiarì Carlisle.
Stavo passando in rassegna tutti i presenti, i loro pensieri egualmente tra lo stupito, il confuso e lo stupefatto.
All'improvviso, un altro pensiero mi sovvenne.
Qualcosa di diverso, di particolare.
Mi mossi verso l'uscita, e la forza del pensiero diminuì d'intensità. Tornai indietro e mi voltai verso la scala. Dolore. Il braccio iniziò a farmi male. Capii al volo e corsi di sopra, seguita da Carlisle, che cercava di fermarmi.
Davanti la porta chiusa dove c'era Embry mi raggiunse e mi fermò, spingendomi via.
"Dove vai?"
"Sta male!"
"Riesci a sentire anche lui?"
"Certo, come tutti gli altri!!"
Entrò, trovando Embry raggomitolato, il braccio sanguinante.
"Accidenti, si sono aperti i punti...Angel, esci!"
Embry si voltò, quel tanto che bastava a vedermi. Nei suoi occhi, tristezza e dolore, uniti a qualcos'altro, qualcosa di diverso e di nuovo.
  
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