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Autore: MuchLoveNoah    24/07/2015    2 recensioni
Noah Regan si trasferisce all'estero per portare avanti i suoi studi. Incontrerà quattro ragazzi un pò strani, ma tutto sommato simpatici, durante il suo soggiorno. Non può immaginare a cosa la porterà questo incontro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 7
 
Tastai il comodino in cerca del mio cellulare, finalmente lo trovai e lo guardai con orrore: le 7.41. Non poteva essere.
Non DOVEVA essere: con i ragazzi avevamo deciso di svegliarci presto, prepararci tranquillamente, andare da Starbucks e ripassare davanti a un caffè, arrivare a scuola in anticipo e scegliere i posti. E invece, come al solito, nulla andò secondo i piani e l’unica cosa che seppi fare fu cacciare un urlo di avvertimento mettendomi a correre insieme a tutti gli altri in cerca delle mie cose. Afferrai la spazzola e pettinai alla meglio e peggio i capelli che raccolsi in una cipolla oscena, rimasi vestita così come mi ero addormentata la sera prima, afferrai il mio zaino dentro al quale non c’era altro che una penna e non tutti i miei appunti messi in ordine come avevo previsto; fu in queste condizioni che arrivammo appena in tempo davanti alla sede del college per registrarci e accedere alle aule. Lo stomaco mi bruciava, ero in ansia e il fatto di non aver mangiato di certo non mi aiutava.
Finalmente ci diedero i codici: io ed Ariana dovevamo presentarci nell’aula 2, mentre tutti i ragazzi erano nell’aula 1. Così cominciarono i nostri esami: ero vicino alla finestra, e vedere che fuori era tutto tranquillo, il sole splendeva di una luce pallida, gli alberi si muovevano leggermente a causa del primo venticello autunnale, mi tranquillizzò in qualche maniera, così girai il mio foglio e cominciai a segnare le risposte senza troppe difficoltà. Alle 10.15 ci fu un piccolo break e successivamente arrivò il temutissimo test di letteratura, pensavo ai ragazzi, incrociavo le dita sperando non fosse un test troppo crudele. Dopo un’ora dovemmo consegnare i fogli, non seppi dare un’autovalutazione e ciò da una parte mi consolava perché effettivamente non sapevo cosa aspettarmi, dall’altra mi agitava tremendamente per lo stesso motivo.
Mi sedetti su una panchina del giardino della scuola insieme ad Ariana, aspettando che i ragazzi uscissero dalla loro aula; dopo circa due minuti li vedemmo arrivare.
-“Come vi sono sembrati gli esami?”-chiesi con una voce stanca
-“Grammatica era facile”- io gli feci un sorriso ovvio che ricambiò divertito-“ e letteratura non era difficile in generale ma dipende molto da quanto si ha studiato per poterlo dire”
-“Quindi a te è andata una merda”- disse Connor ridendo e voltandosi verso di lui, Tris si limitò a ridere
-“E’ sempre stato così: avendo una memoria fotografica riesce ad avere grandi risultati, solo che non gli va d’impegnarsi e quindi passa sempre con il minimo- disse Brad
-“Non pensiamoci più, per favore!”- disse Ariana –“come festeggiamo l’inizio di una settimana di libertà?”- chiese
-“Andiamo a mangiare sushi al ristorante in centro”- disse Tris. Sapeva che odiavo il sushi ed infatti uno sguardo cadde su di me, come se si aspettasse che lo dicessi da un momento all’altro.
-“Andata”- disse Ariana con un sorriso.
-“Voi andate, io resto qui. Voglio aspettare che escano i risultati, tanto non riuscirò a mangiare fino a che non li vedrò. E poi me ne tornerò in camera per fami una bella dormita”- dissi tranquillamente. I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa.
-“Eh no”- disse Tris, io lo guardai confusa –“… da sola no”- disse vago-“ James starà con te!”- disse mentre lo spingeva nella mia direzione, gli rivolse un’occhiata d’intesa che James sembrò cogliere.
-“Tris non ho 4 anni, ce la faccio da sola”- dissi ironica. Questa volta gli sguardi erano tutti su di lui.
-“… ma fidati, troverete qualcosa da fare insieme”- disse lui sbrigativo. Ariana lo guardò stranita e così anche io, ma per evitare domande scomode il gruppo si allontanò. C’era qualcosa di strano. Guardai James con un sopracciglio alzato.
-“Ok, te ne devo parlare”- disse lui voltandosi verso di me-“ voglio chiedere ad Ariana di diventare la mia ragazza, e ho bisogno di scegliere un anello. Tu sei la sua amica, la sua compagna di stanza, insomma…”-disse tirando un sorriso. In quel momento capii.
-“Possiamo andarci… domani?”- la sua faccia sembrò delusa-“ ascolta, l’unica cosa che voglio è vedere i risultati e finire questa giornata con una dormita, non penso cambi chiederglielo domani: è pazza di te”- dissi ridendo. Mi venne in mente che oggi era il mio compleanno, me lo ricordavo solo ora, e chi lo sapeva per certo era Brad: avevo apprezzato il fatto che avesse fatto come gli avevo detto, cioè di non badarci.
-“Oggi è il giorno”- disse scuotendo la testa. Sospirai.
-“E va bene”- dissi. Mi rivolse un sorriso.
Dopo poco uscirono i risultati; quando mi avvicinai al tabellone mi tremavano le gambe, chiusi gli occhi e li riaprii un minuto dopo: 86. Un grande sorriso comparve sul mio volto, quel risultato era tanto inaspettato quanto gradito. Notai con piacere che anche gli altri erano passati: tutti i ragazzi ottennero il massimo punteggio nella parte grammaticale, mentre io ed Ariana ce la cavammo discretamente; nel secondo esame Connor, Ariana e Tristan ottennero la sufficienza, io ottenni un voto discreto mentre James e Brad passarono con quasi il massimo. Dunque i punteggi finali furono: Tristan 80, Brad 92, James 91, Connor 85 ed Ariana 69. Ero così felice che tutto fosse andato per il verso giusto!
Dopo poco io e James ci dirigemmo alla fermata degli autobus; per raggiungere il centro commerciale dovevamo aspettare circa un’ora; sembrò tuttavia valerne la pena dato che era davvero enorme e a giudicare dalla gente presente anche piuttosto in voga. James decise di entrare da Tiffany; non chiese aiuto a nessuno ma si limitò a guardare i vari tipi fino a quando non si bloccò davanti ad una vetrina: l’anello era totalmente in argento con una pietra azzurra nel centro ed era assolutamente bellissimo. Sapevo che Ariana lo avrebbe adorato perciò James guadagnò subito il mio assenso e se lo fece tirare fuori; pagò in contanti dicendomi che aveva fatto qualche straordinario e risparmiato per qualche mese, il che mi sciolse letteralmente perché, pur non essendo un’inguaribile romantica, trovai il gesto molto dolce.
James passò il viaggio di ritorno con un sorriso ebete sulla faccia ed era assolutamente assorto nei suoi pensieri perciò dopo averlo preso un po’ in giro decisi di lasciarlo in pace e passare il viaggio in compagnia della mia playlist ; quando arrivammo alla fermata davanti al college il tempo sembrò essere volato.
Sinceramente? Erano solo le sei di pomeriggio ma tutto ciò che volevo era mangiare qualcosa ed andare a dormire; qualcuno avrebbe definito la giornata del mio compleanno deprimente ma in fin dei conti era ciò che avevo chiesto e avevo avuto le mie soddisfazioni.
James aprì la porta della stanza ed io lo seguii; quando fummo in pieno salotto notai che i ragazzi andavano di qua e di là trasportando cose e avevano attaccato uno striscione che diceva “esami finiti!!”. Ariana passò un bicchiere a me e a James e tutti insieme brindammo ai nostri ottimi risultati.
Mi avvicinai al tavolino per sistemare il cibo sui piatti, i ragazzi stavano sistemando la musica tranne Brad che venne nella mia direzione.
-“Hai visto che è andato tutto bene?”- disse con un sorriso
-“Già”- dissi sollevata-“ a proposito, grazie ancora per l’aiuto”- dissi voltandomi verso di lui. Lui continuava a fissarmi, e non sapevo perché.
-“Ho visto che anche tu te la sei cavata bene”- dissi rompendo il ghiaccio e dandogli un colpetto sul fianco .
-“Sì, non mi lamento”- disse vago-“ ma è diverso da te”- disse continuando a sorridermi, io lo guardai confusa – “insomma, tu sei così determinata, sai cosa vuoi e te lo prendi… io spesso non sono così”. Per qualche ragione le sue parole mi fecero davvero tenerezza.
-“Ti sbagli”- dissi scuotendo la testa –“non sono sempre così sicura come sembro, e tu non sei così insicuro come credi di essere: se lo fossi non saresti dall’altra parte del mondo a costruirti un futuro con le tue forze”- mi interruppi –“a volte ci vuole solo più tempo di quello che crediamo per alcune cose”- conclusi.
-“ E’ che per certe cose si fa fatica ad aspettare senza abbattersi”- disse sinceramente. Io sospirai.
-“Credo che alla fine la vita dipenda solo da ciò che facciamo, quindi dipende da noi far accadere o no qualcosa, e decidere quando agire”- dissi tranquillamente, lui mi si rivolse un sorriso.
-“Chi vuole un pezzo di torta?”- disse Connor ad alta voce. Quando mi girai, notai una torta al cioccolato con la scritta ‘tanti auguri Noah’ in glassa bianca e 18 candeline. Mi voltai verso Brad con un sorriso.
-“Scusa ma i compleanni sono troppo belli per non essere festeggiati”- disse ridendo. Adesso aveva tutto senso: il fatto che avessero scelto il sushi in modo da non rendermi parte del gruppo, il fatto che James dovesse scegliere l’anello proprio oggi- anche se aveva in sé un po’ di verità.
Come se non bastasse, avevano anche pensato di farmi un regalo che mi diede Tristan: era un pacchetto lungo, abbastanza pesante d incartato con una carta bianca e rossa che tolsi velocemente. Uno skateboard, o per meglio dire, LO skateboard. Era semplicemente magnifico, bellissimo e perfetto e non osavo immaginare quanti soldi avessero speso per me.
-“Speriamo ti piaccia, anche perché è l’unico regalo che abbiamo”- disse Tris ironico. Io passai qualche secondo a rimirare lo skateboard.
-“Ragazzi, è semplicemente bellissimo, e vuol dire tanto per me. Grazie di cuore”- dissi quasi sul punto di commuovermi. Ci fu un nuovo brindisi, che venne interrotto da James che abbassò di colpo la musica.
-“In realtà questo non è l’unico regalo di stasera”- disse nervoso James avvicinandosi ad Ariana; lei lo guardò confusa-“ molti mi hanno dato del pazzo per quello che sto per fare, una dichiarazione davanti a tutti. Ma onestamente non importa perché lo hanno capito tutti che sei semplicemente qualcosa di speciale per me, così speciale che ora non trovo neanche un aggettivo più specifico. E spero che lo abbia capito anche tu, perché se non lo avessi capito o ancora peggio non volessi capirlo, non penso lo sopporterei. E’ che non mi basta più chiamarti semplicemente Ariana, ho bisogno di chiamarti con il nome più adatto: la mia ragazza, la mia compagna, la mia metà. E spero tu senta lo stesso”- concluse così il discorso aprendo la scatoletta con l’anello; Ariana in lacrime gli saltò al collo accompagnata dai nostri applausi. Aaah, per quanto non fossi romantica, vedere l’inizio di una coppia è sempre speciale.
Poco prima di cena decisi di andare a sedermi nei giardini del college, ero su una panchina a riflettere: avevo degli amici fantastici, una vita piena di emozioni, la scuola andava bene e mi sembrava di essere ogni giorno più vicina ai miei obbiettivi. I miei amici erano un vero e proprio tesoro, e forse non me li meritavo. Ciò che riuscivo a fare era sentirmi estremamente grata per tutto ciò che avevo. I mei pensieri furono interrotti da Brad, che si sedette vicino a me.
-“Che ne dici se andiamo a provare lo skateboard alle rampe”- disse senza troppi indugi
-“Ci sto”- risposi immediatamente con un sorriso sulla faccia
Quando arrivammo alle rampe non c’era più nessuno, il che ci permise di fare letteralmente ciò che volevamo; notai che Brad era davvero bravo e a mia sorpresa scoprii di non essere ridotta così male come credevo. Dopo circa due ore decidemmo di ritirarci, e questa volta il desiderio di quella dormita che avevo sin dalla stessa mattina si stava facendo molto forte.
-“Dobbiamo andare alla Berklee”- disse Brad d’improvviso –“devo prendere una cosa”. Ero così stanca che non ce la facevo più nemmeno a reggermi in piedi.
-“Non possiamo andarci domani?”- dissi con voce flebile, lui scosse la testa. Era stato così gentile con me e onestamente si era sempre fatto in quattro, non era proprio giusto fargli pesare qualcosa –“E va bene”- dissi.
Dieci minuti dopo eravamo davanti all’enorme edificio di mattoncini rossi, entrammo nello studio della band; c’erano foto dei ragazzi ovunque, strumenti in giro e spartiti sparsi sul tavolino. Mi sedei su un amplificatore.
-“Ecco qui”- disse Brad portando con sé un grande pacco nero con un fiocco rosso in cima –“ho preferito darti il mio regalo a parte”- disse con un sorriso leggermente nervoso. Con un gesto mi invitò a scartare, cosa che feci. Il pacco conteneva una bellissima chitarra, aveva disegnato un dragone in argento sui tasti. Avevo detto a Brad che nella mia vita avrei voluto imparare a suonare la chitarra, prima o poi, e lui se l’era ricordato.
-“Mi hai regalato una chitarra?”- dissi quasi con le lacrime agli occhi. Lui annuì.
-“Così potrò insegnarti a suonarla”- disse con un sorriso. Io lo guardai dolcemente.
-“Brad, non ho parole. Io… grazie mille”- dissi quasi in lacrime. Lui sorrise. Guardai meglio la chitarra, notai che in prossimità del dragone c’era inciso il nome ‘Alex’.
-“’Alex’?”- dissi interrogativa indicando la chitarra
-“Era il nome di mio fratello, la chitarra era sua ma l’aveva regalata a me. Ha un piccolo difetto di fabbrica; non produce un suono stonato, ma neanche uno completamente perfetto. E’ speciale per questo, e mi aveva detto di regalarla a qualcuno che fosse stato altrettanto speciale. E due mesi dopo è morto in un incidente, il giorno dopo aver reso la patente. Che sfortuna”- disse piano. Una lacrima mi rigò il viso.
-“Brad non posso accettare” – dissi velocemente porgendogli la chitarra.
-“Sì che puoi”- disse respingendola- “ … è giusto così. A lui saresti piaciuta”- disse con un sorriso sulla faccia.
Quando tornammo in college ciò che feci fu addormentarmi né più né meno come la sera precedente, e anche se ero stanca mi sentivo inevitabilmente felice.

 
-Solito angolino-

Buonasera
(o forse buonanotte)!
E' da un pò che lavoro su questo capitolo e finalmente questa notte l'ho concluso, mi sembra soddisfacente al contrario di quello precedente che- come avrete notato -era molto d'intramezzo; insomma mi sembra abbia del suo----->
spero di avervi soddisfatto!
Fatemi sapere cosa ne pensate, ormai come al solito aggiornamento a quando e se avrò qualche recensione, che comunque non sarà tra molto dato che mi sono venute un altro paio di idee mezze pazze (o forse no).
A presto!
 

  
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