5.
Acqua e sale, acciaio
-
Il linguaggio e le frasi potrebbero essere un po’ incasinate,
è il mio
tentativo di trasmettere le emozioni angosciose presenti in questo cap.
Perdonatemi se non ci sono riuscita. -
Frances
non sperava nemmeno di avere
tutta quell’aria nei polmoni, mentre continuava a correre
incessantemente.
Aveva la gola chiusa, le narici ancora infettate dal tanfo delle fogne,
il
petto che non aveva nemmeno il tempo di riempirsi d’ossigeno.
Man a mano che
avanzava, le strade si facevano meno trafficate, come se la vicinanza
ai resti
della T.C.R.I. tenesse alla larga le persone con un’aura
macabra. Cosa vera.
Frances era partita solo per inerzia. Come ormai accadeva
in tutto ciò
che faceva. Aveva visto quelle immagini e la paura appena sotto ai
polmoni si
era diffusa adrenalinica nelle gambe, spingendola a correre. Ora,
però, osservò
i resti dell’immensa struttura stagliarsi neri sul cielo di
un blu slavato e
sfumato. Davanti, un palazzo abbandonato, sul tetto come una miriade di
formiche nere attorno a piccoli punti verdi. Le finestre erano rotte,
le
tapparelle penzolavano come liane di un albero, le porte erano
scardinate e la
scala antincendio cigolante. Frances sapeva che solo mettere un piede
sul terzo
gradino le avrebbe fatto venire i giramenti di testa. Non
arrestò la sua corsa,
mentre ansimava come un cane dal respiro stridente come
l’acciaio. Si fermò
solo per un battito di ciglia sotto alla scala antincendio, riprendendo
fiato,
la paura che per l’ennesima volta si trasformava in
adrenalina, e tutto che
cominciava a vorticare quando mise il piede sul primo scalino, e non si
fermò.
Sentiva il suono dei suoi passi sul ferro delle scale e dei piccoli
pianerottoli forte come tuoni, e mentre abbassava lo sguardo vedeva
l’asfalto
muoversi anche se non avrebbe dovuto, ed i connati di vomito la presero
alla
gola. Si appoggiò al muro scrostato con le gambe molli,
scivolando a terra ed
incapace di muoversi oltre.
‹‹
Richard... Rick non mi sento bene. Rick voglio scendere.
››
‹‹ Non possiamo, ormai siamo partiti
››
‹‹ No, Rick, ti prego, non ce la
faccio... ››
‹‹ Fra’, non devi
preoccuparti, ci sono io,
non puoi cadere. Non piangere, Frances ››
‹‹ Non sto piangendo, Rick.
P-però non ce
la faccio. Rick non mi sento bene! Voglio scendere!
››
‹‹ Scusami, Fra’.
E’ colpa mia, non ti ci
faccio mai più salire, okay? Però ora devi essere
coraggiosa, okay? Okay, Fra’?
››
Si
alzò in piedi con uno sforzo
incredibile, appoggiò una mano alla balaustra, ma si
spezzò, lasciandole la
sbarra di ferro nero ed arrugginito in mano. Strinse le dita sulla
sbarra fino
a farsi sanguinare i polpastrelli, e riprese a correre ondeggiando
sulle gambe
molli e rigide allo stesso tempo. Arrivò in cima che ogni
cosa non era più al
suo posto, come quando agli altoparlanti avevano annunciato che un loro
compagno era venuto a mancare, e in mensa aveva sentito che si era
sparato, e
il consulente scolastico le aveva detto che forse non aveva nessuno con
cui
confidarsi sui suoi problemi. ‹‹
Poteva
parlare con me! ›› aveva urlato, piangendo a
dirotto ‹‹ Mi aveva portato sulle
montagne russe e non ho pianto. Poteva parlare con me!
››
I
palazzi di fianco le vorticavano
pericolosamente attorno mentre avanzava sul tetto, tutto il corpo che
tremava,
dopo aver tirato una botta su quei ninja meccanici con la sbarra di
metallo,
facendo saltare loro la testa in una pioggia di scintille.
Leo era steso a terra parando i fendenti
dell’uomo in armatura con il
mozzicone di una delle sue katana, Mikey era pieno di lividi e un
rivolo di
sangue gli inzuppava la maschera, Raph aveva il labbro rotto e un sacco
di
ferite sulle braccia, Donnie si teneva piegato al petto il braccio
sinistro,
gonfio e livido, mentre con l’altro stringeva il bō
scheggiato. Tutto sembrò
fermarsi, come in una fotografia. L’uomo in armatura si
raddrizzò e i ninja
robot fermarono per un attimo il loro assalto alle tartarughe. Gli
sguardi si
puntarono su Frances, che non aveva smesso di tremare, e il cemento non
aveva
smesso di scivolarle sotto i piedi. L’uomo era alto,
altissimo e la ragazza
pensò che raggiungesse la montagna russa che aveva fatto con
Richard, la prima
e l’ultima, e le rivolse uno sguardo di fuoco.
‹‹ LEO! Sei o non sei il maggiore
dei tuoi fratelli, come puoi
permettere a quei ninja di fare loro questo?! RAPH! La forza la usi
solo quando
devi litigare con me? Usala contro quei dannatissimi robot! MIKEY! A
cosa ti
servono quei nunchaku? A suonare la batteria? Usali, Cristo Santo!
DONNIE! Sei
il più intelligente dei tuoi fratelli, pensa a qualcosa!
Insomma, fategli
vedere di cosa siete capaci! ›› la gola le
doleva, gli occhi le bruciavano e
quell’urlo che l’aveva soffocata sulle montagne
russe venne fuori. Li aveva
visti combattere contro i Kraang, sembravano invincibili come gli eroi
dei
fumetti.
‹‹ Tu, lurida mocciosa
›› sibilò l’uomo stillando
in ogni lettera del
veleno, alzando poi il braccio, le lame dei guanti di metallo
baluginarono in
modo macabro ‹‹ T’insegno io a non
essere impertinente, ora ››
Frances, chiuse stretti gli occhi, il cuore che batteva
troppo forte
mentre l’aria sibilava vicino – troppo –
al suo volto. Cadde rovinosamente a
terra, il petto che pulsava ed aprì gli occhi come se fosse
stata in apnea per
ore. Raffaello l’aveva spinta a terra, intercettando il
fendente con il suo
sai. Frances poteva vedere le sue braccia tremare e contrarsi.
‹‹ Allora, che aspetti?
›› ansimò, in un gemito di fatica, lui
‹‹ Vuoi
metterti a correre? ››
La ragazza si riscosse ed afferrò la sbarra di
metallo che le era
scivolata via dalle mani, mentre tutt’intorno a lei la lotta
rincominciava ad
infuriare, ed incominciò a piangere a dirotto mentre si
alzava e sorrideva.
Caricò il colpo e spezzò gli artigli
dell’uomo, ammaccando profondamente la sbarra.
‹‹ Sono sopra, Raph. Ora non si può
più scendere. ››
Leo aveva recuperato la katana ancora integra e si era
avventato con
forza sull’uomo, urlando. Raffaello prese Frances per mano ed
infilzò la testa
metallica dei robot. La ragazza piangeva ancora, e sorrideva, e non
capiva
nemmeno lei come fosse possibile, e piegò la sbarra sul
torso di quei ninja.
Ci fu uno spostamento repentino d’aria, e
Splinter atterrò
silenziosamente sul tetto cominciando a scontrarsi contro
l’uomo che chiamò “Shredder”,
e allora Leonardo si voltò a combatté anche lui
contro i ninja. Mikey si era
ripreso, anche se sanguinava, stava avendo la meglio sugli avversari.
Frances
cercò Donnie con lo sguardo e vide che c’era anche
April, e stringeva tra le
dita un ventaglio di metallo affilato.
Passarono ore, non sapeva dirlo. Poi le tartarughe, lei,
April e
Splinter si aggrupparono vicino al bordo del palazzo e Mikey
scaraventò a terra
tre fumogeni. Frances sentì gli occhi pizzicarle ed i
polmoni stringersi, ma
non emise un suono, mentre i fratelli li conducevano fuori pericolo.
Nel
rifugio c’era un’atmosfera
indefinibile. Frances si accorse solo allora di essere piena di tagli.
Se li
disinfettò e fasciò da sola, perché
Donnie si era rotto un polso, Mikey aveva
dovuto mettersi i punti sulla fronte e Raph sul labbro, mentre Leo aveva un lungo taglio
sulla gamba.
April aveva spiegato come avessero fatto a trovarli, e
alla fine esclamò
che era stata, infondo, un’ottima idea riprenderli. Anche se
non sembrava
felice mentre lo diceva, solo spaventata, mentre teneva una borsa del
ghiaccio
sul braccio di Donnie. Mikey si era avvicinato a Frances dicendole che
l’avrebbe
volentieri abbracciata, sennonché gli facesse male tutto il
corpo. Lei gli
aveva sorriso ‹‹ Non preoccuparti
›› e gli aveva stretto la mano delicatamente
sulla
spalla ‹‹ E’ tuo il gatto di gelato?
››
Lui si è messo a ridere, poi ha tirato un colpo
di tosse ed ha riso
ancora più forte. A quel punto Leonardo si era alzato in
piedi ed aveva
sorriso: ‹‹ Volevamo ringraziarti
perché ci hai davvero cazziati, e, infondo,
era ciò di cui avevamo bisogno. ››
Frances ha sorriso e Raph ha mugugnato un
“Già”, con gli occhi chiusi e
la testa appoggiata fra le braccia sul tavolo. Splinter sorrideva
intenerito.
Allora le due ragazze si sono ricordate di non aver ancora dato loro il
regalo,
ed April è andata a prenderlo in salotto. L’hanno
mostrato agli altri,
sistemandolo al centro del tavolo e Frances è diventata
paonazza dall’imbarazzo,
‹‹ Ehm... siamo andate a China Town. Forse non
c’entra molto col Giappone ma
non sapevamo in che altro modo fare le foto. ››
poi ne indicò una
rappresentante un uomo travestito da Capitano Ryan di Eroi Spaziali
‹‹ Qui
eravamo ad una fiera del fumetto, e siamo state attaccate da un tizio
travestito da Spider Man. Qui invece eravamo alla sala giochi, e ho
fotografato
un tipo che giocava a Mortal Kombat. Non so, pensavo potesse piacere
sia a
Mikey che Raph. E invece qui eravamo ad una mostra sui droni ed gli
automi, per
Donnie. La copertina l’ha fatta a mano April.
››
Raph aveva alzato il viso dal tavolo e sfogliava
l’album assieme ai
fratelli con sguardo ammirato e sorridendo, ‹‹ E
questo? ›› ha chiesto ad un
certo punto Donnie, indicando una foto. Ritraeva una di quelle giostre
del luna-park,
quella a caduta libera, che ti metti l’imbracatura e i seggi
salgono più su dei
tetti delle case, e poi, all’improvviso, ti fanno volare
giù fermandosi a pochi
metri da terra. Ricordava che dalle casse dello stereo –
perché al luna-park c’è
sempre un sacco di musica – usciva See
You Again a tutto volume. Era la giostra, l’unica,
che aveva fatto con
Richard, e non sapeva nemmeno perché l’avesse
fotografata. Frances cominciò a
respirare velocemente e si rese conto di non riuscire a dire una bugia,
così
raccontò loro tutto. Disse che Richard era innamorato di
lei, ma non era
ricambiato, allora era rimasto il suo migliore amico.
Raccontò di quando era
andata a dormire da lui e aveva conosciuto sua madre, che era davvero
fantastica, e il suo fratellino, che le rimase attaccato al braccio per
tutta
la sera. Parlò di come fosse arrivata la notizia della sua
morte, con quale
crudele velocità, e disse che la madre di Richard le chiese
piangendo di
cantare See You Again al suo funerale. ‹‹ Il che
è strano, dato che non sono
molto intonata e Rick, tutte le volte che cantavo, mi ordinava di stare
zitta,
e io non lo facevo mai. ›› ora Frances piangeva a
dirotto, da far paura. April
si alzò e andò ad abbracciarla, e alla fine la
bruna si ritrovò circondata da
cinque paia di braccia, mentre Splinter nascondeva una lacrima.
Angolo
Autrice
Uff ‘__’*! Finalmente è finito anche questo cap, l’ho scritto con foga quindi spero perdoniate eventuali errori :d. Vi mando un bacio di fretta perché non cos’altro scrivere e devo rivedermi Fast and Furious 7 e piangere ancora ;_(. Quindi alla prossima! <3