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Autore: _windowsgirls    24/07/2015    1 recensioni
Monaco, 1867.
Quando mise i piedi per terra, lasciò la gonna e si strinse le mani, camminando a passo spedito, mentre il padre la accoglieva con un braccio aperto e sua madre, composta al suo fianco, le sorrideva con un angolo della bocca. Accanto ai suoi genitori, c'era un uomo vestito di tutto punto, con un accenno di calvizia e gli occhi piccoli e rugosi. «Buongiorno, Altezza» disse con un accento diverso e strano, mentre si accovacciava in maniera buffa e affaticato per fare un inchino a Margot. Accanto a lui, c'era un ragazzo bellissimo che la ragazza si soffermò ad osservare: aveva i capelli ricci leggermente allungati e un vestito blu, con dei ricami dorati sul collo. Le fece un rapido sorriso con un angolo delle labbra, e si inchinò di fronte alla principessa senza distoglierle lo sguardo verde di dosso.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing is like it used to be'
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The perfect queen





«... e quindi penso che Harry stia confabulando qualcosa» disse Zayn guardandosi intorno circospetto, circondato dai suoi amici. Giselle storse la bocca in una smorfia.
«Non lo so, non credo sia giusto far ricadere su di lui dei sospetti.»
Niall dilatò le narici. Non voleva lanciare colpe, nè tantomeno ferire Margot che ascoltava tutto ciò che si erano detti in quel quarto d'ora nel silenzio assordante del corridoio, ma era sicuro che Harry c'entrasse qualcosa. Insomma, anche lui aveva letto le lettere di Liam, e se non ricordava male dicevano che Harry girava sempre restio nel palazzo, controllando i lavori e la situazione dei reali. La sua era un'accusa eccessiva, ma era sicuro che quel dannato principe scozzese c'entrasse qualcosa.
«Non lo so..» disse Margot guardandoli uno ad uno. «Perchè avrebbe fatto una cosa del genere?» Si sedette per terra portandosi le due mani alla faccia, seppellendola. Avrebbe voluto scomparire, dimenticare tutto, ma purtroppo sarebbe diventata regina, e non poteva abbandonare un 'problema', se era ciò che Harry presentasse. Come poteva proprio lui aver fatto qualcosa? Era troppo buono per anche solo alzare il dito contro qualcuno..
«Io sono d'accordo.» Liam incrociò le braccia al petto, annuendo in direzione di Zayn. «E credo dobbiamo iniziare ad indagare.»
Margot sollevò lo sguardo su di lui. «Secondo me, è tutto sbagliato. »
«Io credo di no.» Niall le prese una mano e la fece rimettere in piedi. Poi si girò verso la sorella, abbassando la voce. «Non possiamo stare fermi mentre all'interno di queste mura sta accadendo qualcosa, e ne sono più che certo. Tu, Giselle, andrai con Amanda a controllare le stanze di Margot, io e Zayn andremo a prelevare Louis, e tu, Liam, andrai a trovare Harry.»
Seguì il silenzio a quelle parole, troppo titubanti per effettuare un piano del genere.
Margot si mise al fianco di Liam, «Stiamo parlando della morte di mio padre, io vengo con te.»
«No, Margot, non ce n'è il bisogno, posso andar-»
«Ho detto che vengo anche io, punto.» Guardò Giselle e la ragazza annuì.
«C'è altro che potrei fare?»
«No» disse Niall mettendosi accanto a Zayn e appoggiandogli una mano sulla spalla, «noi andiamo a prendere Louis subito.» Poi osservò Margot. Quando incontrò i suoi occhi non potè non pensare alle sue labbra baciate da quel pezzo di.. fece un colpetto di tosse, annuendo piano. «Ci conviene andare.»
«Secondo me stiamo tutti sbagliando» disse Margot stringendo le labbra. «E' solo un modo per perdere tempo.»
«Tentar non nuoce» disse Niall, dopodichè spinse Zayn verso sinistra e si avviarono verso l'ala nord del castello, dove avrebbero trovato delle scale che li avrebbero condotti nelle segrete attentemente sorvegliate.
Giselle abbracciò Margot, guardandola negli occhi scuri circondati da profonde borse. «Non stiamo incolpando nessuno. Le nostre sono solo ipotesi, vedila sotto questo punta di vista. Stiamo solo controllando la situazione.» Poi vide Amanda farle un cenno dietro l'angolo e si avviò in quella direzione, lasciando soli Margot e Liam.
«Sicura che-»
Lei gli prese il braccio trascinandolo. «Sì, andiamo.»



Girarono in lungo e in largo, ma di Harry e il padre non c'era traccia. Sembrava che si fossero volatilizzati, quando invece Margot sentiva la sua presenza nel palazzo, la percepiva. Non se ne sarebbe potuto andare, avrebbe dovuto restare lì per forza. Voltarono a destra e a sinistra in diversi corridoi, sbucando in zone che nemmeno la principessa aveva molto spesso frequentato. Quando sentivano dei rumori, Liam apriva le porte nascoste nelle pareti e si nascondevano con la speranza che nessuna guardia li vedesse, poi si avviavano più risoluti che mai.
Quando giunsero al terzo piano, le porte erano tutte aperte. C'era la biblioteca sulla destra, la sala di etichetta alla sinistra, la sala delle armi e la sala delle mappe dove suo padre collezionava modelli di spade che avevano usato precedentemente durante le varie guerre francesi. Non c'era un rumore, il silenzio aleggiava su di loro, ma man mano che procedevano iniziarono a sentire dei brusii. Liam guardò Margot facendole un cenno della mano e si avviarono verso l'unica porta socchiusa, la stanza delle mappe e della collezione di armi del re. Liam si allontanò un poco per verificare che non arrivasse nessuno, mentre Margot si avvicinava sempre più alla piccola apertura, origliando stralci di conversazioni le cui parole si facevano sempre più limpide e chiare, e una voce roca le fece aumentare il peso sul cuore più di quanto già non fosse opprimente.
«Ora il prossimo passo è usurpare il trono, Margot non sarà mai in grado di sostenerlo, debole com'è e fin troppo ingenua..»
La principessa sgranò gli occhi, mentre Liam verificava che nessuna guardia si avvicinasse a quella zona.
«Figlio mio, ho sempre saputo che avresti tenuto testa a questo compito. Il titolo di re di Monaco ti si addice a pennello.» Il re di Scozia parlava lentamente, quasi sussurando, ma Margot riuscì a percepire ogni cosa, ogni parola che le faceva mettere in ordine i pezzi di puzzle nella sua testa.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Harry sogghignò. «Lo so, padre. Ma devo prima sbarazzarmi di Margot, così come ho fatto con quel pirla di re.»
«Sì, mi dispiace ma sarai un re vedovo.» Una leggera risata soffocata.
A quelle parole Margot si portò una mano alla bocca con un singhiozzo bloccato in gola. Suo padre era morto per colpa di Harry. Harry l'aveva ucciso, e il segno nerastro sul suo collo avrebbe dovuto spianarle la strada fin da subito. Aveva il petto scosso da spasmi, una morsa alla gola come se una forza sovrumana la stesse uccidendo dall'interno. Tutto quel tempo era stata usata come un burattino nelle mani di un grande burattinaio, ed Harry si era divertito a giocare con i fili.
Quando era partita per Londra, Harry ne era stato sicuramente felice perché lei gli aveva spianato la strada per...uccidere il re con le sue stesse mani, e non si sarebbe fermato. No, non l'avrebbe fatto, aveva già in testa il bersaglio successivo: lei.
Una risata composta riecheggiò nella stanza delle mappe alle sue spalle e, con una mano premuta alla bocca e un dolore misto a rabbia montarle nel petto, si sporse per vedere la scena che le si presentava per quello spiraglio. Harry era di spalle, senza giacca ma con la camicia larga a fasciargli le spalle robuste, i pantaloni tenuti alti in vita con una cintura e gli stivali tirati sulle ginocchia. I capelli gli cadevano ai lati della testa in ricci scomposti e umidi per il sudore. Le sue scapole si muovevano lente sotto il tessuto della camicia chiara, come se stesse maneggiando con qualcosa....poi la luce venne catturata da una lama di metallo affilata che reggeva tra le mani, osservandone ogni particolare. La spada era stata presa da una vetrina su un lato della stanza e apparteneva ad una collezione del 1746, e mentre se la rigirava tra le dita, il padre guardava Harry con soddisfazione. «Bravo figliolo. Adesso torno al piano di sotto, così che tutto possa procedere tranquillamente.» E si avviò verso la porta. Margot sentiva i piedi pesanti, ma nonostante ciò si fece forza e si allontanò verso Liam, il quale aveva sentito parti della macabra conversazione. Le prese la mano un secondo prima che il re aprisse la porta, e si nascosero nell'angolo opposto, osservando il sovrano scozzese lasciare socchiusa la porta, guardare a sinistra e a destra, per poi allontanarsi verso l'altro corridoio. Quando girò l'angolo, Liam bloccò Margot per le spalle attaccandola al muro. «Te ne devi andare.»
La principessa sentiva la rabbia montarle dentro come un tornado che acquisti sempre più vento, con gli occhi scuri piantati su Liam. «No» disse osservandolo risoluta. «Non scapperò più.» Gli prese le mani e si liberò, intimandogli di restare fermo. «Non seguirmi. Avvicinati solo se la situazione dovesse degen-»
«Non credere di potermi dire una cosa del genere! Non lo farò mai!» disse lui sussurrandole con i loro visi a qualche centimetro di distanza. «L’ho già fatto una volta e hai visto com’è finita!»
«Liam, te lo ordino come futura regina di Monaco.»
«Lui ti vuole fare fuori!»
Lei gli tappò la bocca. «Hai sentito. Sta' fermo qui, non interferire. Cercherò di .. risolvere..» disse con la voce che le tremava sull'ultima parola. Andiamo, come avrebbe potuto convincerlo quando nemmeno lei aveva la forza di affrontarlo dopo quelle parole? «..questa situazione» terminò con un sospiro. Tolse la mano dalla bocca di Liam e si sistemò i capelli dietro le orecchie, poi lasciò l'angolo e si diresse verso la porta. Guardò un'ultima volta attraverso lo spiraglio, osservando Harry provare mosse con la spada, fece un respiro profondo e la spalancò.
«Harry.»



Zayn e Niall erano incollati con le spalle al muro, attenti ad aderire alla parete per evitare che la sentinella li vedesse o sentisse. «Come facciamo?» disse Zayn sussurrando contro la guancia di Niall. «Non abbiamo armi con noi.»
Niall si girò a pochi centimetri dal suo naso, i loro respiri rapidi che si scontravano e la fronte imperlata di sudore. «Dobbiamo metterla ko, dopodichè le sfiliamo le chiavi dalla tasca e apriamo la cella di Louis.»
Il moro chiuse gli occhi, facendo sbattere la testa contro il muro. Le segrete erano il posto più buio che avesse mai visto, il forte odore di muffa che ti entrava nelle narici e la puzza di sangue essiccato che galleggiava per l'ambiente. Si sentivano dei lamenti prolungati, dei sospiri pesanti e delle urla di frustrazione seguite da scalpicii di metallo sul metallo. La guardia passava avanti e indietro di fronte alla porta principale dalla quale avrebbero raggiunto Louis, il mazzo di chiavi che tintinnava contro il fianco e la spada sollevata sulla spalla. Sulle pareti erano allineate guardie di metallo a rendere il posto ancora più tetro, le spade affilate tenute chiuse nei pugni.
Zayn le osservò, poi seguì il passo della guardia e appoggiò gli occhi sui muscoli di Niall che sporgevano dalla manica della maglietta. «Penso di avere un piano.»
Niall chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un sospiro sconsolato. «Allora siamo totalmente fottuti.»
Zayn gli diede un pugno e gli spiegò rapidamente l'idea all'orecchio, e Niall la colse al volo.
«Penso si possa fare. Anche se non sono molto bravo con i pugni..»
Zayn sollevò le sopracciglia e gli fece il verso, alzando la sua voce di un'ottava. «Allora siamo totalmente fottuti.» Gli diede uno spintone e Niall uscì allo scoperto, correndo verso la guardia che si girò spaesata. «Ma cos-»
Niall iniziò a tempestarla di pugni e calci, tanto che alla guardia cadde la spada di mano, nonostante cercasse di respingere gli attacchi del biondo, ma Niall era molto più veloce. Quando sollevò la guardia stringendole un braccio intorno al collo e posizionandosela davanti come se fosse uno scudo umano, Zayn uscì dall'angolo e si gettò su una guardia di metallo, strappandole la spada dal pugno e sollevando quella che era caduta all'uomo che Niall teneva come ostaggio.
«Bene» disse Zayn facendole roteare nella mani. «Il piano è molto semplice. Ora tu ci porti verso Louis Tomlinson, aprirai la cella e ce lo lascerai portare via. Se no, non credo tu voglia assaporare un'altra modalità di dolore..» disse, passandosi orizzontalmente la lama della spada sulla lingua. Niall manteneva la presa salda intorno al collo della guardia, la quale aveva un occhio nero e un rivolo di sangue che scivolava dal labbro inferiore.
«Vi prenderanno..» sussurrò, ma Niall premette di più contro la sua gola. Zayn si avvicinò con entrambe le spade sguainate verso di lui.
«Non credo tu voglia metterti contro di me..» disse puntandogliele entrambe contro il petto. Niall girò l'uomo e l'obbligò ad aprire la porta, con le chiavi che gli tremavano in mano. Quando la porta fu aperta, Zayn gli punzecchiò la schiena, «Dopo di te, amico.»
La guardia venne spinta da Niall e imboccarono un lungo corridoio sul quale si affacciavano innumerevoli celle contenenti tantissimi prigionieri, ma solo uno catturò la loro attenzione. Nonostante Niall avesse visto tutti i detenuti mal ridotti, sfamati e luridi, Louis stava mille volte peggio.
Aveva le manette attaccate al muro che non gli permettevano di mettersi in piedi, il corpo cosparso di lividi e tagli profondi, le guance incavate, i polsi gli erano diventati viola, tutto il petto dimagrito che lasciava scoperte le costole ben evidenti e la faccia un mare di lividi neri ed ematomi leggeri sotto pelle. Gli occhi erano segnati da profonde borse violacee, le labbra esangui e secche e i capelli tagliati corti in maniera scomposta. Indossava solo un pantolone grigio che gli faceva soffrire il freddo in quell'ambiente gelido. Zayn rimase immobile a quella vista, non riuscendo a crederci, mentre Niall girava la guardia e gli assestava un potente pugno sul mento, facendole perdere i sensi. Quando l'uomo cadde su stesso, Niall scrollò la mano dolorante e dalle nocche arrossate e sporche di sangue. Zayn lasciò le spade per terra e sfilò dalle mani della guardia il mazzo di chiavi. Nonostante avessero voluto salvare più persone che sembravano innocenti, Louis era la loro prerogativa. Impiegarono un po' a trovare quella giusta, dopodichè fecero scattare la serratura e aprirono le grate di metallo, mentre Louis sollevava debole lo sguardo azzurro su di loro. Aveva la gola secca e non riusciva a dire nulla, ma quando lli vide immaginò di fare un sorriso. Niall e Zayn gli si avvicinarono subito e, una volta trovata la chiave giusta, liberarono i polsi del ragazzo che caddero privi di forza su di lui, il sangue che vi affluiva attraverso.
Zayn e Niall lo sollevarono per le braccia, passandosele sopra il collo, poi Zayn gli diede una pacca sulla schiena ossuta. «Anche io sono felice di vederti, pivello.»



«Ma guarda un po’.» Harry fece toccare la punta della spada per terra, appoggiandosi al manico rosso con cui prima si destreggiava, allenandosi. Nonostante Margot fosse ormai nella stanza, Liam era appoggiato appena fuori, pronto ad intervenire nel momento in cui ci sarebbe stato un qualsiasi passo falso. «Qual buon vento ti porta qui?»
Margot strinse le mani in pugni allungati contro il bacino, il collo irrigidito e lo sguardo catturato dalla spada.
«Ti ho sentito, ogni singola parola di quel discorso.»
Harry lanciò gli occhi in aria e sorrise con aria di sfida. «Meglio, no? Almeno saprai come va a finire.»
«Hai ucciso mio padre!» urlò Margot inchiodandolo con lo sguardo e la voce, purtroppo, malferma. «Hai approfittato della mia assenza per privarmi della sua figura solo per le tue ambizioni!»
Harry si appoggiò al bordo del tavolo su cui era spiegato un planisfero e alcune bandierine conficcate nel legno ad indicare chissà cosa.
«Io sono l’erede al trono di Monaco, tu devi solo sparire» forzò lei, facendo un altro passo all’interno della stanza.
«Ma davvero?» disse lui sarcasticamente, prendendo la spada e stringendo la lama affilata nell’altra mano. «E spiegami per quale assurdo motivo te ne sei andata, Margot.» Harry strinse gli occhi, inchiodandola al pavimento con le sue iridi verdi che non distoglievano mai lo sguardo dagli occhi scuri della ragazza. «Te ne sei andata perché ti sentivi ‘oppressa’, soffocata da questo compito che la vita ti ha messo tra le mani, e ora vieni a fare la ramanzina a me? Credo che la mia figura ti abbia agevolata in tutto.»
«Tu sei pazzo» disse lei in un sussurro con le spalle abbassate. Harry sapeva giocare bene i suoi assi nelle maniche, sapeva in che modo farle andare contro la situazione che lei stessa aveva creato di sua iniziativa. In quel momento era lui a tenere il coltello dalla parte del manico, e Margot iniziò a tremare.
Harry fece uno scatto in avanti staccandosi dal tavolo e impugnando saldamente la spada. «Tu non meriti il trono, sei solo una stupida ragazza che non ha idea del potere che possiede. Tuo padre doveva essere fatto fuori per forza e sì, sono stato io.» Iniziò ad andarle incontro, con le labbra strette e l’andatura lenta, mentre Margot iniziava piano ad indietreggiare. La spada avrebbe potuto colpirla da un momento all’altro, Harry stava perdendo il lume della ragione, e nonostante stessero utilizzando un tono di voce normale, nessuno sarebbe accorso in quell’ala del castello perché era proibita agli estranei. «E ne vado anche fiero.»
A Margot venne un conato. Come poteva essere un buon re se uccideva uomini a sangue freddo? L’aveva privata della figura paterna, non poteva passarla liscia. Harry continuava ad andare avanti, la spada allungata al suo fianco che affiancava il movimento della gamba lunga. «Io ho sempre voluto il potere, saper comandare su tutti…»
«Un tiranno» disse lei in un sussurro ed Harry fece un altro scatto in avanti, spaventandola. Il terrore stava avendo la meglio.
«No, un buon re. Io prenderò il comando di Monaco, e nessuno saprà come, perché non vivrai abbastanza a lungo da poterlo rivelare.» Sollevò la spada mantenendosela davanti al petto. «Credo che la tua storia, piccola Margot, sia giunta al capolinea. E’ il momento che un vero uomo prenda il comando. D’altronde, sei solo una ragazza
Harry fece un passo indietro, piegando la gamba mentre Margot indietreggiava a notevole velocità, uscendo sul corridoio. Harry per sbaglio calpestò una pistola che aveva destreggiato e calibrato qualche giorno prima, finita a terra chissà come e la calciò, allontanandola verso di lei, fuori dalla stanza. «Addio, principessa.» Fece per colpirla, imprigionando nella spada tutta la potenza che riservava in quel momento, pronto a mettere fine a quella storia durata troppo a lungo, girando finalmente pagina, assoggettando Monaco alla sua Scozia. Margot si allontanò vedendo la lama avvicinarsi pericolosamente, lo sguardo di Harry che presentava follia pura e desiderio, ma poi tutto iniziò a muoversi come al rallentatore. Lei indietreggiava portando inspiegabilmente due mani in avanti per proteggersi, ma Liam le si piazzò davanti, puntandole il suo sguardo color cioccolato addosso in un gesto di supplica.
‘Lei doveva sopravvivere’.
Margot registrò tutto troppo tardi.
Liam le prese le spalle per allontanarla, ma poi si bloccò con la bocca spalancata e boccheggiando, mentre la lama fuoriusciva dal suo stomaco intrisa di sangue. Liam aveva gli occhi spalancati e un fiotto di sangue gli uscì di bocca, mentre si abbandonava contro il corpo della principessa, collassando sotto il suo peso. Le palpebre gli tremavano, il sangue gli colava dalla bocca e gli sporcava il davanti della camicia dalla quale la lama era rientrata, abbandonando il suo corpo. Margot aveva le braccia che lo sorreggevano mentre anche il suo completo maschile si sporcava del suo sangue. Liam aveva la gola che gli gorgogliava, poi lanciò un ultimo sguardo a Margot imprigionando il momento come se fosse stato congelato, poi la luce nei suoi occhi si spense, lasciandavi dietro un colore opaco di morte.
Margot cadde in ginocchio con il corpo di Liam ancora tra le braccia, il suo corpo ancora caldo ma privo di vita e sentimenti. Harry aveva fatto un passo indietro guardando la spada ancora stretta nella sua mano, completamente sporca di sangue. Margot sentì il cuore scoppiarle, gli occhi completamente pieni di lacrime e le mani che le tremavano mentre cercavano di chiudere le palpebre di Liam. In un impeto improvviso afferrò la pistola, non sapendo neanche come utilizzarla, mentre nell’angolo del corridoio apparivano Giselle, Amanda, Zayn e Niall che sorreggevano un Louis debole e sfinito. Il mondo era immobile, sul punto di crollare ed implodere e Margot, con il corpo di Liam abbandonato sul suo grembo e una mano incastrata sotto la sua testa, manteneva con l’altra la pistola, avvolgendo le dita intorno alla cannula. Harry lanciò un’occhiata al resto del gruppo, completamente impassibile, mentre Giselle si sedeva per terra e i ragazzi guardavano il principe di Scozia con solo odio e rancore, increduli di tutto quello. La mano di Margot tremava, gli occhi colmi di lacrime che le offuscavano la vista mentre un urlo usciva dalla sua bocca e si diramava per tutto il corridoio. Il groppo in gola si sciolse, mentre l’indice indugiava sul grilletto, non sapendo bene neanche se quell’aggeggio fosse stato carico, ma ormai non c’era più niente da perdere.
Harry indietreggiò con la mano ancora fissa sulla spada sporca del sangue di Liam che si era sacrificato per salvare la vita della principessa, quando quella lama avrebbe dovuto far fuori solo la ragazza.
«Tu!» urlò Margot ancora più forte, l’indice appoggiato sul grilletto in attesa di essere premuto. «L’hai ucciso!»
«Si è messo in mezzo!» urlò Harry di rimando con la bocca inclinata in una smorfia di sdegno. Poi si rilassò facendo un gesto sconsolato di fronte alla pistola spianata nella sua direzione. «Avanti» disse sorridendole questa volta, come se si stesse prendendo gioco di tutta la situazione. «Vediamo se hai il coraggio di spararmi, Altezza.»
Margot sentiva il peso della pistola nella mano destra, il cuore che le batteva persino nelle orecchie mentre finalmente le lacrime le scivolavano lungo le guance sporche del sangue di Liam. Il grilletto premeva sotto il suo polpastrello, ma sarebbe stata in grado di premerlo? Avrebbe mai sopportato un peso sulla coscienza di quella portata? Harry si battè le mani sul petto, sfidandola. «Allora? Sei troppo fragile per fare una cosa del genere, non è vero?»
Margot chiuse gli occhi lasciando che le lacrime le scendessero copiose e silenziose lungo i suoi zigomi. Lei sarebbe diventata regina, una regina ha un regno da gestire, problemi da risolvere. Deve essere pronta a tutto, adeguarsi ad ogni situazione cercando di uscirne sempre vincitrice. Una regina deve avere sempre il coltello dalla parte del manico, anche se ciò comporta delle scelte che possono giovare e gravare le due facce della stessa medaglia. Una regina deve essere forte, soprattutto se accanto non ha nessuno con cui condividere il peso del mondo. Margot trasse un respiro profondo, la testa di Liam che le pesava sulla mano, il cuore che piangeva nel petto, il peso della situazione gravarle sulle spalle. Sarebbe stata pronta? Non lo sapeva, ma si doveva pur iniziare da qualche parte, anche se quell’inizio non sarebbe stato molto promettente. Una regina ha in sé il senso della giustizia, ed Harry aveva fatto delle cose che nessun essere umano dovrebbe neanche solo pensare. Pensò alla forza della gente fuori dal castello che lottava ogni giorno per avere un solo semplice pezzo di pane, alla prontezza che ognuno dimostrava nelle varie situazioni. Pensò a tante cose contemporanemente, ma non indugiò ancora molto e, dopo aver provato a prendere la mira con la precisione possibile in quel momento, premette il grilletto.
La detonazione fu potente e rieccheggiò per tutto il palazzo, la gente accorreva da ogni dove mentre il corpo di Harry, immobile al momento dello sparo, con una chiazza di sangue che si allargava sempre di più sulla sua camicia candida, cadeva per terra come un castello di carte al minimo sbuffo di vento. Lei perse presa sulla pistola ancora calda nella sua mano e la lanciò quanto più lontana possibile, mentre intorno a lei scoppiavano le urla. Ma la disperazione maggiore fu la sua, che finalmente si abbandonò sul corpo di Liam e pianse tutte le lacrime che da un giorno premevano per uscire e finalmente erano libere come se fosse stata abbattuta la diga che le aveva trattenute per tutto il tempo, il dolore che usciva dal suo corpo insieme al pianto e il cuore che soffriva più di quanto chiunque potesse immaginare. Giselle e Amanda la raggiunsero contemporanemente, sfigurate anche loro dal dolore, dal pianto, dall’incredulità, mentre Zayn e Niall si sedevano per terra con il capo chino. Il loro piano era riuscito, ma ovviamente le conseguenze erano state imprevedibili.
Margot pianse a lungo sul corpo di Liam, pianse suo padre, pianse la disperazione e la paura che l’avevano indotta a gesta estreme, mentre Giselle si piegava su di lei, racchiudendola nel suo guscio, l’unica certezza del momento.


 
 
Spazio autrice
Ok, sono sicura che adesso vogliate uccidermi moralmente e fisicamente, i'm so sorry.
Prima però che mi diciate qualcosa in particolare, vorrei appuntare alcune cose: sono sicura che molte di voi siano in disaccordo con quanto accaduto e mi dispiace che la storia non coincida con le vostre aspettative, ma dovete sapere che è questo l'obiettivo che mi sono posta, ovvero quello di stupire, fare qualcosa che la gente non si aspetti; inoltre, penso possiate pensare che la morte di Liam sia stata ingiusta, ma guardatela sotto un altro punto di vista: Liam si è sacrificato per salvare Margot,  l'amore fraterno che prova per quella ragazza gli ha fatto anteporre la vita della principessa alla propria e ciò non può che sottolineare l'onore di Liam in questa storia che, alla fine, si reputa uno tra i  personaggi più coraggiosi (per quanto mi riguarda).
Margot diventerà regina e spero che nell'ultima parte (il suo tentennamento nell'uccidere Harry) ci sia una grande dimostrazione della maturità di questo personaggio che sta avendo un cambiamento radicale in sè. Molte di voi potranno dirmi "Era ora" e lo so, ma comunque sappiate che altre prove della sua maturità si riscontreranno nei prossimi e ultimi capitoli.
Accadranno ancora delle cose, mi dispiace dirlo ma è così AHAHHAHAHAHA
Per quanto riguarda Harry.
E' stato il cattivo fin dal principio, sebbene le sue intenzioni non siano state chiare dall'inizio della fan fiction, ma è così che si fa, no?
Non so se avete letto la os dedicata a lui che si trova nella Raccolta, ma comunque è stato educato a suon di Machiavelli che - per chi non lo sappia - spingeva il principe a gesta estreme pur di garantire un "benessere" pubblico. Questo benessere per Harry consisteva nel governare i Francesi secondo quanto faceva con gli Scozzesi, che lui reputava il sistema migliore.
Okay, questo spazio autrice si sta facendo più lungo del previsto, ma ci tenevo a precisare ciò.
Il principe Harry è il villain, Liam non c'è più e Margot si vede il mondo totalmente distrutto.
Ah, e non dimentichiamoci di Louis che, poverino, non sta per niente bene.
Bene, me ne vado.
Il prossimo aggiornamento sarà sabato prossimo, e domani partirò.
Al mio tre scrivetemi quello che pensate e scusate eventuali lacrime.
1...2....3.
Abbiate pietà di me.
Un bacione immenso,
Elisa.

p.s ho iniziato a pubblicare la mia nuova storia, passate e fatemi sapere che ve ne pare. PLEASE. Cliccate sul banner.




p.p.s SPOILER
"Sorrise amaramente fra sé, e pensò che la vita non c’entrasse niente con tutte le favole che raccontavano, perché non ci sarebbero mai stati ‘e vissero per sempre felici e contenti’, niente di tutto quello era reale, perché la vita riservava cose brutte, quando nelle favole ogni cosa era perfetta."


Un'immagine per farsi due risate :)))



 
  
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