IMPORTANTE: Con questo mio scritto,
pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione
veritiera del carattere dei Mcfly
(e degli altri personaggi della mia storia), nè offenderli in alcun modo.
Capitolo
14.
Danny’s
POV.
Ancora non riuscivo a realizzare che
cosa stesse veramente accadendo.
Candy si trovava sulla soglia della sala
di casa Fletcher, più bella che mai, che sorrideva a tutti noi che eravamo
nella stanza.
Che
cosa ci faceva lì? Perché nessuno mi aveva avvertito della sua presenza?
Avevo passato quei giorni prima delle
vacanze di Natale nell’attesa di una sua telefonata, che non era mai arrivata,
ed avevo praticamente perso quella speranza che era sempre stata mia amica.
Mi ero quasi rassegnato ad averla persa
del tutto, e proprio quando me ne stavo per fare una ragione, lei era ricomparsa
di fronte a me, davanti ai miei occhi.
Per un momento, guardandola
silenziosamente, pensai che forse quello che stavo vedendo era solamente una
mia allucinazione, ma quando la piccolina la chiamò “zia”, capii che non era
affatto frutto della mia immaginazione, ma Che Candy si trovava veramente dove
la stavo vedendo.
Perché
non mi aveva fatto avere nessuna notizia e poi dal nulla mi era riapparsa
davanti?
Non riuscivo a rispondermi a quelle
domande, quando lei si voltò verso di me.
Nei suoi dolci occhi verdi riuscii a
scorgere tristezza e rassegnazione.
Che
fosse venuta per spiegarmi il motivo per cui mi aveva lasciato?
Scossi debolmente la testa, cercando di
non pensare a quella opzione. Anche se volevo
sapere il perché di quel suo abbandono, mi sentivo male al solo pensiero di
dover sentire di nuovo che lei non voleva più stare con me. Così abbassai la
testa, indifferente, guardandomi le scarpe e facendo finta che lei non fosse
stata lì.
Ci sedemmo tutti quanti a tavola, ed io
mi misi il più lontano possibile da lei, combattuto dal desiderio di voler e
non voler parlare con lei, ma almeno, seduto distante da lei, avrei potuto
osservarla indisturbato e ritardare così quel momento di verità che mi avrebbe,
forse, atteso di lì a poco.
Ad un certo punto vidi Tom guardarmi
interrogativo, come per chiedermi se ne sapevo qualcosa della visita a sorpresa
di Candy, ma scossi la testa in senso negativo, e lui rimase ancor più
perplesso.
Vidi Giuly dall’altra parte del tavolo
abbracciare Candy e poi sedersi l’una accanto all’altra continuando a parlare.
Candy era semplicemente meravigliosa.
Credevo di avere il cuore in una morsa da quanto mi faceva male, perché sapevo
di averla lì davanti ai miei occhi senza la speranza di poter far qualsiasi
cosa per convincerla a tornare da me.
Ormai sapevo che lei mi aveva lasciato e
avrei dovuto farmene una ragione.
Guardai la tavolata e mi resi conto che
quelli che erano i miei amici, erano anche i suoi.
E perché avrebbe dovuto privarsi degli
amici in un giorno di festa?
Osservavo tutti i suoi movimenti: da
quando si era portata un ciuffo di capelli dietro all’orecchio, a quando aveva
sorriso per una battuta di Dougie, a quando per un secondo si era sfiorata la
pancia. Quell’ultimo gesto mi lasciò perplesso per qualche secondo. Sulla sua
faccia avevo notato un’espressione molto preoccupata.
Che
non stesse bene?
Nel periodo che lei non c’era stata mi
ero posto così tante domande, che in quel momento mi ritrovavo nella paranoia
più profonda. Sentivo i miei amici parlare vicino a me, mentre Giovanna portava
i primi vassoi con gli antipasti, ma io ero in un altro mondo, attorniato da
quei pensieri che non volevano lasciarmi. E non potevo non osservare Candy. Era
così tanto che non la vedevo, che sprecare anche un solo momento per non
osservarla, mi sembrava da pazzi. Avevo bisogno di vedere, di sapere che stava
bene.
Cercavo di scacciare via i brutti
pensieri che mi affollavano la mente e cercavo di concentrarmi sulla sua
bellezza.
Dio quanto mi era mancata!
Quel giorno indossava un maglione nero
di lana, che le avevo comprato per il Natale precedente... chissà perché lo
aveva indossato? Magari non ricordava che era un mio regalo.
Non riuscivo a sperare di poter avere
ancora una speranza con lei.
Ormai sapevo che l’avevo persa.
‹‹Ehi mangia qualcosa
su›› sussurrò Doug vicino a me, distogliendomi dai
miei pensieri.
‹‹Si si›› dissi io distrattamente.
Guardai i vassoi e poi dissi:
‹‹In realtà non è
che ho molta fame››
Tom mi guardò e poi disse comprensivo:
‹‹Beh capisco perché
tu non possa avere molta fame, ma dai, prendi almeno qual cosina, altrimenti Gi
ci rimarrà male...››
Mi venne da pensare a tutto il lavoro
che aveva fatto Giovanna per metterci a tavola quel giorno, nonostante tutti i
suoi impegni lavorativi, così presi un paio di crostini e iniziai a
mangiucchiare.
Tom e Harry stavano parlando del negozio
di dischi di quest’ultimo, che aveva aperto da poco, mentre Doug si voltò verso
di me e mi disse non facendosi sentire dagli altri:
‹‹Allora come stai? Che
effetto ti fa vederla lì?››
Sospirai.
‹‹Non me lo aspettavo›› dissi
‹‹Quello nemmeno io… Ma mi sa che nessuno lo sapesse tranne Giovanna. Mi ha
dato questa impressione, perché anche la faccia di Giuly mi è sembrata alquanto
sorpresa››
‹‹Già lo penso anche io›› sospirai.
‹‹Pensi che dopo le
parlerai?›› chiese lui con un leggero sorriso.
Lo guardai e poi risposi:
‹‹Non lo so. Sono
preoccupato e allo stesso tempo impaurito. Non so che cosa mi possa aspettare e
non me lo immagino neanche. Ma vederla qui mi fa sentire un po’ meglio, almeno
so che sta bene!››
Lui annuì con la testa, senza aggiungere
altro.
Ed io me tornai indisturbato tra i miei
pensieri.
‹‹Scusatemi un attimo, devo
assentarmi cinque minuti. Non mi sento tanto bene.››
Quella voce mi riportò al pranzo.
La sua voce.
Giovanna aveva già portato in tavola i
secondi, proprio quando Candy aveva pronunciato quelle parole.
Lasciò i vassoi in tavola e accompagnò
Candy al piano superiore, mentre dentro di me quel moto di preoccupazione che
sentivo, iniziava ad aumentare sempre di più.
‹‹Che avrà?›› chiesi angosciato diretto a Giuly. Lei era stata vicina
a Candy tutto il pranzo, probabilmente le aveva parlato.
‹‹Non lo so›› mi disse dispiaciuta scuotendo la testa ‹‹Spero solo che non sia niente di grave››
‹‹Questo lo spero tanto
anche io›› dissi.
Dopo cinque minuti Giovanna tornò e
Candy aveva indossato il cappotto.
‹‹Ragazzi, Candy non si
sente molto bene e preferisce tornare a casa, l’accompagno un secondo qua fuori
e poi torno ok?››
Tutti quanti guardarono Candy tristi,
salutandola con la mano.
Giovanna si era avviata alla porta
assieme a lei e Doug mi guardò:
‹‹Se fossi in te la seguirei›› disse.
E aveva ragione.
Dovevo sapere cosa le stava succedendo.
Così mi avviai fuori e notai che
Giovanna stava già rientrando in casa.
‹‹Vai a parlarle?›› mi chiese. Nei suoi occhi c’era un velo di tristezza.
‹‹Si›› affermai ‹‹Devo capire che cosa sta succedendo››
Lei mi sorrise debolmente.
‹‹Cerca solo di
capirla, ok?››
Che cosa mi stava dicendo?
‹‹Tu sai...?››
Lei abbassò lo sguardo:
‹‹Si, ma deve essere
lei a spiegarti... Beh, tu cerca solo di capirla e vedrai che andrà tutto bene››
Annuii e poi uscii dalla porta di casa.
Appena fuori dal vialetto vidi Candy che
stava percorrendo la strada lungo il marciapiede, non molti metri lontano da
lì. Corsi fino a che non le arrivai abbastanza vicino. Lei stava per
attraversare la strada, sulle strisce pedonali, ma le afferrai un braccio,
delicatamente, e dopo averla fatta voltare dissi in un sussurro:
‹‹Candy...››
L’ultima volta che ci avevo parlato era
stata la sera che lei se n’era andata.
‹‹Da..Danny››
Il mio cuore batteva all’impazzata.
Che cosa sarebbe successo?
Sentivo che mille emozioni diverse si
stavano facendo largo in me... E sentivo che le lacrime mi stavano salendo agli
occhi.
La guardai negli occhi e mi accorsi che
anche i suoi erano velati di lacrime quanto i miei.
Non ce la facevo a vederla triste in
quella maniera.
Lei avrebbe dovuto essere triste, mai.
In un moto di impulso l’abbracciai a me
più stretta che potevo.
E sentire il suo corpo a contatto con il
mio, sentire il suo cuore battere in sintonia con il mio, mi diede la forza per
chiederle:
‹‹Ti prego Candy,
dimmi che cosa ti sta succedendo. Stai bene? Non mi importa se te ne sei andata
senza dirmi perché, non mi importa se hai un altro uomo, se non mi ami più...›› Sospirai faticosamente ‹‹...
mi basta sapere che stai bene, altrimenti avrò la certezza di non poter andare avanti››
Una lacrima scese sul suo volto.
‹‹Candy..›› sussurrai.
‹‹Dan.. io non ho un
altro uomo..›› disse lei, le lacrime che ormai le
rigavano il viso ‹‹e non amo nessun altro… se non te››
Quelle parole furono come un colpo al
cuore.
Se
lei amava me perché se n’era andata di casa?
‹‹Ma.. ma se mi ami,
perché te ne sei andata? Che è successo? Questi sono stati i giorni più brutti
della mia vita. Senza di te mi sono sentito perso. Tu sei parte della mia vita
e io non riesco a capire dove ho sbagliato..››
‹‹Tu non hai
sbagliato niente›› sussurrò lei
‹‹E allora cosa?›› chiesi preoccupato ‹‹Non stai
bene? È questo il pensiero che più mi fa star male.. Ti prego dimmi che stai
bene! Perché se non stai bene tu, non posso stare bene nemmeno io››
Lei mi guardò e poi portò una mano sulla
mia guancia, accarezzandola.
‹‹Dan.. io me ne sono
andata perché è successa una cosa che non doveva succedere, ma ormai è troppo
tardi. E io non voglio fare niente per cambiare questa situazione. Quindi
le cose tra noi non possono più andare››
Non riuscivo più a starle dietro.
Stava
bene o no?
Perché
non aveva ancora risposto alla mia domanda?
Questo pensiero mi stava distruggendo in
mille pezzi.
‹‹Ti prego, dimmi
che cosa sta succendo. Devo sapere se stai bene o no››
Lei si allontanò da me.
‹‹Non posso dirtelo›› disse in un sussurro.
‹‹Candy›› riprovai,
sentendo una lacrima che mi stava scivolando sulla guancia ‹‹ti prego...››
Cercai di avvicinarmi a lei, ma lei si
allontanò ancora di più.
‹‹Io… non posso
Danny, ti prego non insistere.››
‹‹Perché?!›› chiesi in tono esasperato, e forse con un tono di voce
troppo alto.
Lei mi guardò negli occhi, e questa
volta i suoi occhi erano tristi.
‹‹Lo vuoi proprio
sapere è?!›› disse cercando di sovrastare il mio tono
di voce.
‹‹Sono incinta Danny.
Di dieci settimane. E il bambino è tuo. Sei contento adesso? Che ti cambia?
Niente. Tanto tu i bambini non li vuoi.››
Mi guardò, mentre io stavo ancora
cercando di capire che cosa mi avesse detto.
Incinta?
Candy
incinta?
‹‹Beh vedo che non
dici niente›› disse pochi secondi dopo al mio
silenzio. Iniziò a piangere e le sue lacrime non si fermavano più ‹‹Lo sapevo che non avresti approvato. È per questo motivo
che io me ne sono andata di casa. Ne avevamo parlato quel giorno al parco, ti
ricordi? M-ma tu mi dicesti che non era una buona
idea, che non era il caso e che non sarebbe stato più come prima. Da quel
giorno mi sono rassegnata ad avere bambini con te››
continuò in tono disperato ‹‹Ma poi è successo. Ed io
ho iniziato ad amare questa creatura che cresce dentro di me, che dopotutto è
frutto del nostro amore, perché almeno io ti amo. Ma non posso non tenerlo Dan,
lui è mio e sta crescendo in me. Tu non puoi capire che cosa mi sta succedendo.››
Effettivamente non riuscivo a capire cosa
stava succedendo.
Io avevo sempre desiderato avere un bambino con lei, ma avevo sempre creduto
che lei non ne volesse avere. Ne aveva sempre parlato come mostriciattoli che
creano solamente fastidio dove non c’è.
La guardai cercando di farmi capire.
‹‹Non..non capisco.
Sei, sei sempre stata tu quella che diceva di non voler bambini››
‹‹Beh dopo che mi
avevi fatto benissimo intendere come la pensavi su di loro, che altro potevo
fare se non assecondarti?››
La guardai shockato.
Cercai di ricollegare quando mai io le
avevo detto delle cose simili.
Tornai indietro con i miei ricordi, fino
a quando non mi venne in mente un giorno in cui avevo litigato con Doug a
scuola, per via di un nostro collega che aveva deciso di tradire la moglie. Io
ero rimasto profondamente shockato da quella cosa, tanto che ripetevo le frasi
che avevo detto a Doug poco prima. E ovviamente Candy aveva inteso male quelle
frasi.
‹‹Candy io..›› iniziai a parlare ma lei mi interruppe.
‹‹Non dire niente, so
già come la pensi, e non ho bisogno che tu mi faccia sentire più male di come
sto adesso››
Lei non capiva che vederla star male in
quel modo, faceva star male anche a me.
‹‹Candy io ti devo
spiegare, ti prego››
‹‹Non voglio starti a
sentire Dan, non voglio!!››
Stava per attraversare la strada, quando
la fermai.
‹‹Candy non è vero che
io non voglio bambini›› urlai disperato.
‹‹È stato un
equivoco.. Quel giorno io parlavo di altre cose e forse tu hai travisato tutto.
Non è vero che non voglio bambini. E soprattutto con te..››
Lei mi scostò da me e continuò ad
attraversare le strisce.
Quando era quasi arrivata dall’altra
parte della strada provai di nuovo.
Non potevo mollare.
‹‹Candy torna indietro
ti prego, io ti amo e voglio crescere con te il nostro bambino›› urlai a pieni polmoni.
Per un momento lei si fermò e poi si
voltò con le lacrime agli occhi e sussurrò in un lieve sorriso:
‹‹Davvero vuoi crescere
il nostro bambino assieme?››
Io le sorrisi.
‹‹Certo che si, ti amo
Candy! E amo già anche lui!››
Mi sorrise e guardandomi negli occhi e
fece marcia indietro, attraversando la strada per tornare da me.
Ma proprio quando era quasi arrivata da
me e io le stavo andando incontro, sentii il clacson di una macchina suonare
all’impazzata.
Il mio occhio si voltò verso il semaforo
dei pedoni: rosso.
Mi voltai verso di lei urlando:
‹‹Candy nooo!›› ma era troppo tardi. A
pochi metri da me, davanti ai miei occhi, quella macchina che stava andando ad
una velocità fuori controllo, colpì Candy e la scaraventò dall’altra parte
della strada. Poco dopo si sentì un grande fracasso. La macchina che l’aveva
travolta si schiantò contro una staccionata di una villetta li vicino, mentre
il corpo di Candy era inerme, a terra.
Corsi verso di lei e quando fui
abbastanza vicino mi accorsi che era cosciente.
Del sangue le usciva da una ferita alla
testa e aveva dei graffi che sanguinavano sul viso.
‹‹Oddio Candy! Candy come stai?
Oddio
mi dispiace! È tutta colpa mia››
Delle lacrime scendevano dai suoi occhi.
‹‹Dan..Danny… il bambino!›› disse lei
sfiorandosi con una mano la pancia.
‹‹Candy..››
A vederla in quello stato, temetti per
la sua salute e per quella della piccola creatura.
‹‹Danny!!›› sentii urlare dietro di me.
Mi voltai e vidi Doug corrermi incontro.
Dietro di lui c’erano gli altri.
‹‹Cazzo Dan! Che è
successo?››
‹‹Doug l’hanno
investita! Ti prego chiama subito un’ambulanza!››
Vidi Giuly prendere il cellulare e
chiamare prontamente un aiuto.
‹‹Giuly c’è anche un
uomo in questa macchina! Dì che ci sono due feriti››
urlò Giovanna.
Guardai Candy, la quale piangeva dal
dolore, toccandosi la pancia.
‹‹Dan non ce la
faccio, mi fa troppo male››
‹‹Candy resisti ti
prego! Vedrai che vi salverete tutti e due!››
Mi voltai verso Giuly.
‹‹Ehi di loro che la
donna ferita è incinta!››
Doug mi guardò sconvolto.
Io guardai nuovamente Candy.
‹‹Non temere, andrà
tutto bene››
Pochi minuti dopo due ambulanze erano li
vicino a noi. In una caricarono l’uomo che era nella macchina, mentre io salii
assieme a Candy nell’altra. Durante il tragitto le strinsi la mano più che
potevo, cercando di sorriderle e dirle parole dolci.
Desideravo con tutto me stesso quel
bambino.
‹‹Siete forti entrambi›› dissi ‹‹Vedrai che ve
la caverete››
Le diedi un bacio sulla fronte e lei
annuì.
Arrivati all’ospedale la portarono nel
reparto d’urgenza e io la seguii, ma quando entrò nella stanza, un’ infermiera
mi disse che avrei dovuto attendere fuori e che non sarei potuto entrare
assieme a lei. Mi guardai intorno e proprio fuori dalla stanza notai una
finestrella. Mi appostai lì, cercando di capire che cosa le stavano facendo,
che cosa stava succedendo.
In quei momenti che parevano durare
un’eternità entravano e uscivano infermieri e dottori di tutti i tipi.
Mi appoggiai al muro, per cercare
sostegno,quando vidi arrivare Doug e Giuly, seguiti da Harry e Tom.
‹‹Come sta?›› mi chiese Doug.
‹‹Non lo so›› dissi preoccupato ‹‹Non mi
hanno fatto entrare e mi hanno detto di aspettare qui fuori››
‹‹Vedrai che ce la farà›› mi disse Giuly con un sorriso.
‹‹Deve farcela›› mormorai con le lacrime agli occhi.
Doug mi attirò a sé, stringendomi in un
abbraccio, e io mi sfogai il mio dolore in un pianto.
Sentivo la mano delicata di Giuly sulla
mia spalla.
‹‹L’avevo appena ritrovata›› singhiozzai ‹‹Non me
la possono portare via proprio adesso››
‹‹Oh Dan, devi
essere positivo! Sono sicura che ce la farà›› sorrise
Giuly.
‹‹È incinta di
dieci settimane, lo sapevate?›› dissi con un filo di
voce ‹‹E credeva che io non volessi quel bambino da
lei.. per questo motivo se n’è andata di casa››
‹‹Ma tu adori i
bambini! Lo vedo da come ti comporti con Holly..››
disse Tom.
‹‹Infatti›› sospirai io ‹‹Ma lei credeva di no, per via di un equivoco che c’era
stato tra di noi.. Ed è andata via, ed ha affrontato tutto questo da sola. E
proprio quando ci siamo ritrovati lei…››
Mi coprii il viso con le mani, cercando
di asciugare le lacrime.
Dopo più di un’ora che eravamo lì ad
aspettare qualche notizia, da quella stanza uscì un dottore.
‹‹Chi è qui per Doleman Candy?››
Mi voltai e andai verso di lui.
‹‹Se mi vuole seguire›› disse.
Entrato nella stanza vidi Candy stesa sul
letto. Aveva la testa fasciata, al suo polso c’era un ago che conduceva ad una
flebo, dei piccoli tubicini attaccati al naso e accanto a lei c’era il monitor
che segnava il ritmo del suo cuore.
‹‹Come sta dottore?›› chiesi preoccupato.
‹‹Se la caverà. Avrà
solamente bisogno di molto riposo e di tante attenzioni››
disse lui.
Un improvviso sollievo mi colpì.
Lui mi guardò serio.
‹‹Ma c’è una cosa
che devo dirle››
‹‹Di cosa si tratta?›› chiesi timoroso, con la paura di sapere che cosa avesse
dovuto dirmi.
‹‹Quando la ragazza è
stata scaraventata a terra, durante il colpo, ha battuto troppo forte il grembo
e purtroppo ha perso il bambino››
Quelle parole mi risuonarono in testa
come un tuono.
Il nostro bambino.
Il bambino di cui avevo appena saputo
l’esistenza non c’era più.
Nel momento stesso in cui il dottore
disse quelle parole, i monitor a cui era attaccata Candy impazzirono.
‹‹Che cosa succede?›› urlai.
Il dottore corse verso il letto di
Candy.
‹‹Lei non può stare
qui. Mary portalo fuori!››
Un’infermiera venne verso di me.
‹‹Adesso lei deve uscire››
Cercai di opporre resistenza.
‹‹No! Voglio sapere
che cosa sta succedendo! Che cos’ha Candy?››
‹‹Mi dispiace, ma
deve uscire! Ci faccia svolgere il nostro lavoro!››
In pochi secondi mi ritrovai fuori.
‹‹Che diavolo è
successo?›› urlò Doug verso di me ‹‹Abbiamo
sentito del casino››
‹‹Non lo so›› mormorai io ‹‹So solo che il
nostro bambino non c’è più.››
Calò il silenzio.
‹‹E adesso non so
che cosa sta succedendo a Candy, mi hanno fatto uscire››
Giuly mi abbracciò.
‹‹Dan noi siamo con
te! Non arrenderti, ok?››
Le sorrisi debolmente.
Un unico pensiero si faceva insistente
nella mia mente.
Che
avrei fatto se anche Candy mi avesse abbandonato?
*
*
*
Eccomi qua.
Sono molto curiosa dei vostri pensieri adesso. Sono stata cattiva, lo so. Con
Danny sono stata molto cattiva in questa storia. Ma mi sono affezionata a lui,
mi sono affezionata alla sua vita all’interno di questa fiction, Non gli voglio
male, dico sul serio.
Al tempo
scrivere questo capitolo fu abbastanza snervante. E adesso, dopo qualche mese,
ha avuto bisogno di una bella limatura. Ma spero che il risultato che ne è
venuto fuori vi sia almeno piaciuto un po’, per quanto triste possa essere
stato questo capitolo.
x_blossom_x : Grazie. Ti dico solo questo. <3
Tsumika83 : dopo Lost ti shocko pure io. Ahah. Ma sapevi già che cosa succedeva. Tra poco arriva la
parte nuova anche per te *.* Non vedo l’ora. Grazie mille per il commentino e
spero che anche questo ti sia piaciuto