Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre
Ricorda la storia  |      
Autore: Ashley Decay    23/01/2009    1 recensioni
Sono sempre stata sola; i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando ero ancora piccola. Dei parenti li ho, come del resto li hanno tutti, ma che pur di non avermi tra i piedi mi pagano vitto e alloggio, basta che non vivo con loro. Avevo trovato una persona che mi faceva sentire come se fossi veramente a casa, con lui parlavo di tutto, avevamo legato sin dal primo momento. Mi ricordo ancora la prima volta che lo vidi. ... Eravamo amici. E niente di più. Se vi ho incuriosite, l'unica cose che vi occorre fare è cliccare sul titolo e leggere! Hope you like it! ^^
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Grazie a te ho ricominciato a vivere
Questa storia è frutto della mia creatività, della mia pazzia e della mia fantasia. Con i seguenti fatti narrati non racconto episodi realmente accaduti, perchè se forrese avvenuti realmente, ora sarei la ragazza più felice sulla faccia della terra, anzi, dell'intero universo. I Cinema Bizarre non mi appartengono, purtroppo uno di loro non mi appartiene... T.T
Ora è giunto il momento di leggere, quindi...
DIVERTITEVI E RECENSITEEEEEE!!!
Grazie a te ho ricominciato a vivere



Adesso basta.

Questa volta non mi tirerò indietro.

Non finirà come l’ultima volta che per la troppa codardia ho preferito continuare.

La mia vita fa schifo, non è mai stata speciale.

Tutti mi odiano semplicemente perché sono diversa, perché voglio essere veramente quello che sono, perché non voglio indossare la maschera di una persona falsa.

Sono sempre stata sola; i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando ero ancora piccola, non mi ricordo nemmeno che volto avessero. Si, certo, li vedo nelle foto del loro matrimonio, ma non è la stessa cosa. Non è come averli al tuo fianco. Non è piacevole sapere che quando torni a casa non c’è nessuno che ti aspetti, che ti chiede semplicemente come è andata la scuola o che sia pronto a consolarti nei momenti difficili della crescita. Dei parenti li ho, come del resto li hanno tutti, ma che pur di non avermi tra i piedi mi pagano vitto e alloggio, basta che non vivo con loro.

Avevo trovato una persona che mi faceva sentire come se fossi veramente a casa, con lui parlavo di tutto, avevamo legato sin dal primo momento. Mi ricordo ancora la prima volta che lo vidi. Era un ragazzo dai i capelli nerissimi, i quali creavano uno stupendo contrasto con il colore degli occhi, che erano chiari. A differenza degli altri ragazzi, non provava vergogna nel mettere lo smalto o un filo di ombretto, al contrario, ne andava fiero. Era più alto di me di parecchi centimetri e aveva la sfrenata passione per il Giappone e i manga, proprio come me. Era il mio primo giorno in una scuola nuova; me ne stavo in disparte per non attirare troppa attenzione, persa nei miei pensieri e nella musica che creava come una barriera intorno a me. Fu lui che si avvicinò a me per primo, con la scusa di sapere i compiti per il giorno dopo. Si sedette vicino a me e iniziammo a parlare; inizialmente quel tizio non mi convinceva molto. Ma mi dovetti ricredere; col tempo, scoprimmo di avere molte cose in comune e diventammo ottimi amici.

Amici.

E niente di più.

Per me era veramente importante quella persona… Ormai non lo vedo più da due anni, non so più niente di lui, non ho nessuna notizia. Non so se sta bene o se sta male, non so dov’è, cosa fa, se ripensa qualche volta a me… Non una chiamata, una lettera o un messaggio. Nulla di nulla. Il destino ha voluto allontanarmi dall’unica persona che abbia mai veramente amato, me l’ha portato via talmente velocemente che non ci siamo neppure potuti salutare.

E ora mi manca, mi manca terribilmente.

Vorrei che fosse qui vicino a me per supportarmi e consigliarmi nelle decisioni da prendere. Vorrei che fosse qui a consolarmi quando soffro, a gioire quando sono felice, a scherzare e a parlare, a cantare, a fare anche semplicemente un giro. Vorrei rivederlo anche solo per dieci minuti, il tempo necessario per rivelargli quello che significa veramente per me…

Ora mi trovo sulla terrazza del condominio in cui vivo. È notte fonda e fa freddo, ma non lo percepisco per via di tutta la vodka che ho bevuto. Prendo la bottiglia e ne bevo il contenuto che mi brucia la gola ma che, se non altro, mi avvicina all’incoscienza e fra poco non capirò più quello che sto facendo. Estraggo dalla tasca dei jeans l’astuccio metallico delle sigarette con stampato sopra il mio nome, lo apro e ne prendo una delle ultime rimaste. La appoggio alle labbra, ritiro il contenitore per estrarre l’accendino; brucio l’estremità della sigaretta e ne prendo un lungo respiro il quale esce poco dopo dalle mie labbra ormai gelide. Osservo piano piano il tabacco bruciare e la sigaretta accorciarsi, come i minuti che mi rimangono da vivere. Mi sporgo leggermente dal cornicione del tetto per guardare la strada sottostante; getto il mozzicone e lo guardo attentamente mentre cade e rilascia ancora qualche scintilla, fino a quando si schianta al suolo. È un bel salto da intraprendere e ho paura, paura di non riuscirvi nemmeno questa volta. Voglio cancellare questa insicurezza che regna in me, così afferro nuovamente la bottiglia e in un sorso solo bevo metà del contenuto. Salgo sul cornicione e osservo le auto che velocemente scorrono sotto il mio sguardo; nonostante sia notte fonda, qui a Berlino c’è ancora gente che, al contrario di me, se la spassa. Qualcosa di bianco cade. Alzo lo sguardo al cielo e noto che sta nevicando. Che bello. Adoro la neve. Per una volta una cosa che mi piace e che fa comparire sul mio volto un leggero sorriso. È perfetto come regalo d’addio. Non so per quale motivo, ma inizio a piangere. Lacrime calde e nere rigano il mio pallido volto, le ultime lacrime che verserò in vita mia.

-Cosa vuoi fare?-

Una voce alle mie spalle mi distoglie dai pensieri, è una voce famigliare. Mi volto e vedo un ragazzo che si avvicina lentamente a me.

-Non sono affari che ti riguardano- dico, facendo un respiro profondo e soffiando fuori il fumo dell’ultima sigaretta che nel frattempo ho acceso.

-Ho capito cosa vuoi fare… ma perché lo vuoi fare?-

-Tu non puoi capire-

-Cercherò…-

-La mia vita è uno sofferenza, tutto va storto e sembra che il mondo intero ce l’abbia con me-

-Ma non credi che potrebbe cambiare?-

-Ho creduto per troppo tempo che la mia vita potesse cambiare, ma questo non accadrà mai, visto che non siamo nel mondo delle favole che vengono raccontate ai bambini…- mi siedo –Fino a qualche tempo fa credevo che tutto potesse magicamente trasformarsi, ma dopo quello che è accaduto stasera…-

-Cosa ti è capitato?- il ragazzo si è avvicinato sempre di più a me e mi si siede accanto.

- È difficile da dire…- chiudo per un istante gli occhi -Stavo tornando a casa come faccio sempre, ero uscita per fare un giro perché ne avevo abbastanza di stare in camera, mi serviva una boccata d’aria. Ero quasi arrivata a destinazione quando un tizio mi ha bloccata e mi ha trascinata di forza in una stradina buia… e poi…- alzo semplicemente la maglia che è praticamente a brandelli e gli mostro i lividi che ho su tutto il corpo -…mi ha violentata…- a questa frase, permetto alle lacrime di scendere ripetutamente nel ricordare quello che mi è accaduto. Il mio interlocutore sfiora leggermente i lividi, quasi avesse paura di causare nuovi ematomi viola sulla immacolata pelle che possiedo. Gli osservo il volto, circondato da una chioma platinata nel cui centro sono incastonati una splendida coppia di occhi grigi, ha i lineamenti dolci e delicati, labbra sottili e rosee. Mi ricorda qualcuno, ma non riesco a ricordare chi, ho la mente troppo annebbiata. Getto violentemente la sigaretta a terra e la pesto con il piede.

-Non sai quanto mi dispiaccia- dice guardandomi negli occhi.

-Si, come no. Uno che nemmeno conosco che mi comprende… Ma vallo a raccontare a qualcun altro…- e così dicendo, rido e salgo in piedi sul cornicione.

-Scendi, altrimenti rischi di cadere- dice,alzandosi anche lui in piedi.

-Ma è quello che voglio!- faccio scivolare dalla mia mano la bottiglia ormai vuota, che, cadendo a terra, si franutma in mille pezzi. Un’improvvisa brezza mi scompiglia i capelli; inizio camminare sul bordo del cornicione, la mia mente è ormai offuscata.

-Stai attenta…- dice il ragazzo con un filo di preoccupazione nella voce.

-Ormai l’ora è arrivata…- mi giro e do le spalle alla strada, mostrando a chi mi sta davanti uno dei pochi sorrisi che ho fatto in vita mia –grazie per avermi tenuto compagnia in questi ultimi minuti… addio.- e così dicendo,guardo per un’ultima volta il firmamento e chiudo gli occhi, lasciandomi andare. Un sorriso compare sul mio volto mentre una lacrima solitaria lo riga.

-No Ele!!- a queste due parole spalanco improvvisamente gli occhi. No, non può essere lui. Inizio a precipitare, la paura si impossessa nuovamente di me.

–Elena!!!- Ora ne ho la certezza, solo lui mi chiama con il mio nome e senza nomignoli. Sono sicura che è lui.

–Tim!- riesco a scorgere la sagoma che corre in mia direzione. La mia caduta si arresta di colpo. Alzo il volto e lo vedo, è proprio lui, mi tiene saldamente per un braccio.

–Non ti lascerò andare, non questa volta- afferra l’altro braccio e mi tira su, portandomi al sicuro da quel vuoto che fino a poco fa era sotto i miei piedi. Mi stringe forte al suo petto e io mi sfogo completamente, numerose lacrime rigano il mio viso.

-Allora sei davvero tu…-

-Si, e questa volta sono tornato per sempre, non ti lascerò mai più sola-

Lo guardo, non riesco a credere che sia veramente lui. Lentamente passa una mano sulle mia guance, cercando di eliminare quelle sbavature di trucco.

-Sei molto cambiata da quando me ne sono andato. Mi dispiace di averti lasciata senza farti giungere nessuna notizia per tutto questo tempo e volevo anche dir…-

-Ti prego, non dire niente. Ora tocca a me parlare. Probabilmente qualcosa sta cambiando, il mondo mi sta dando una seconda possibilità e non voglio assolutamente farla volare via. Vedi, come ultima cosa avrei voluto che tu fossi stato qui vicino a me anche solo per pochi minuti perché volevo dirti una cosa importante, che ho tenuto chiusa in me per tutto questo tempo e che probabilmente avrei dovuto dirti tempo fa…-

Abbasso lo sguardo, non riesco proprio a guardarlo negli occhi. Non so come fare ma devo assolutamente trovare il coraggio, devo sapere ad ogni costo se lui la pensa nello stesso modo in cui la penso io.

-Ti chiedo di non ridere di me… Ecco… non so come dirtelo… Da quando te ne sei andato mi sono sentita sola, come se fossi stata incompleta, come se la mia famiglia mi avesse abbandonata per la seconda volta. Tu per me sei molto speciale, sei più di un fratello, più di un semplice amico. Probabilmente tutto questo tempo mi ha fatto capire e confermare i sentimenti che provo per te. Non ce la faccio a stare senza di te… Io ti…-

-Non c’è bisogno di aggiungere altro. Sono convinto che sia la stessa cosa che voglio dirti io- e così dicendo, mi prende il viso tra le mani e lo alza, portandolo vicino al suo e posando un leggero bacio sulle labbra. Il contatto è leggero e delicato; le mie labbra a contatto con le sue iniziano a scaldarsi; le dischiudo leggermente per concedere alla sua lingua di penetrare e di iniziare un lento movimento. Vorrei che questo momento non finisse mai. Non sono mai stata così felice. Finalmente l’ho ritrovato, ho ritrovato il mio amore perduto ormai da tempo. Ci separiamo quando siamo a corto di ossigeno; nuvolette bianche escono dalla mia bocca, come se quell’unione tra noi due mi avesse magicamente riportata in vita.

-Forse è meglio che ti porto in camera, sai, fa leggermente freddo a notte fonda in pieno inverno...- e così dicendo, mi sorride e toglie il suo cappotto per mettermelo sulle spalle.

-Grazie. Ma come facevi a sapere che ero qua?-

-Ho chiesto a Jack. Vedi, sono arrivato a casa questo pomeriggio e, visto che avevo tempo, ne ho approfittato per andare a fare un giro; sono entrato in un bar per prendere qualcosa da bere e ho incontrato i nostri vecchi compagni di scuola. C’erano proprio tutti, Jack, Katy, Christian, Daniel… ma te non c’eri, allora ho chiesto informazioni e mi hanno spiegato dove avrei potuta trovarti. Ho raggiunto il palazzo e ho chiesto di te, mi hanno indicato l’appartamento ma non ti ho trovata. Non so come facevo a sapere che eri sul tetto, so solo che ho avuto come una stretta al cuore e ho temuto che potessi essere in pericolo. E poi c’era quella lettera sul letto-

-Ah, capisco…- entriamo nel mio alloggio e appoggio il cappotto sulla sedia -Che hai fatto in tutto questo tempo?- sprofondo sul divano e, lasciando andare la testa indietro, chiudo gli occhi.

-Tantissime cose. Finalmente abbiamo debuttato come band e abbiamo inciso il nostro primo cd, abbiamo tenuto concerti e abbiamo viaggiato per tutta Europa- si siede vicino a me.

-Sono felice per voi! Suoni ancora la batteria,vero?-

-Si, infatti sono il batterista della band. Ognuno di noi ha un nome d’arte,io mi chiamo Shin-

-Shin sta per Shinya, vero?- lo guardo.

-Brava! Te lo ricordi ancora!-

-E come avrei potuto dimenticarmene? Mi assillavi tutto il tempo con quel batterista- richiudo gli occhi e pronuncio l’ultima frase con disgusto.

-Ehi!-

-Ahia!- sobbalzo -Ma sei scemo?-

-Perché?-

-Mi hai fatto un pizzicotto! Fa male!-

-Adesso non esagerare!-

-Invece si, mi ha fatto male eccome! Basta, non ti voglio più parlare- mi giro di lato e fingo di essermi offesa.

-Ah, è così che la metti, eh? Beh, vediamo allora se riesco a farmi perdonare…-

Inaspettatamente sento la sue braccia stingere la mia vita da dietro, percepisco le sue labbra mentre tracciano piccole scie sul mio collo, fino ad arrivare all’orecchio sinistro e inizia a morderlo delicatamente, cercando di staccare il piercing che si trova a metà del lobo. Lentamente mi giro e incrocio il suo sguardo, quegli occhi che per tempo, troppo, sono stati distanti da me.

-Come mai in tutto questo tempo non sei mai venuto?-

-Le poche volte che tornavamo a Berlino era per andare alla casa discografica o comunque solo per qualche giorno. Il tempo non era sufficiente per venirti a trovare, perché sapevo che se ti avessi vista anche solo per cinque secondi, poi sarei dovuto partire nuovamente e allontanarmi da te. Ogni volta che facevo ritorno a casa ero pronto per raggiungerti e stare con te, ma il resto della band mi aveva consigliato di non farlo, altrimenti avrei sofferto di più. Ti ho pensata ogni singolo giorno, ogni singola notte… e ti ho anche sognata. Io ti amo-

-Anche io ti amo, e credo che questa distacco abbia convalidato i miei sentimenti-

Mi fa accomodare meglio sul divano e continua a baciarmi, siamo solo noi due e nessuno può disturbarci. Alla fine ci siamo ritrovati. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo, assaporano ogni fisionomia di esso. Lascio insinuare le sue mani sotto quello che resta della mia maglia per fargli percepire meglio la mia pelle, solleva leggermente il tessuto e sofferma nuovamente il suo sguardo sui lividi.

–Mi dispiace per quello che ti è capitato, con me non correrai questo rischio, ti proteggerò anche a costo della mia vita-

-Ormai non importa più, quello che conta è essere qui con te-

-Hai ragione, niente è perfetto quanto noi-

Azzero nuovamente le distanze tra le nostre labbra, lui passa una mano sulla mia gamba e poi porta entrambe le mani all’altezza del mio bacino, iniziando a massaggiare delicatamente i fianchi. Mi alzo leggermente, quanto basta per raggiungere il suo collo e baciarlo. Inizia a slacciarmi la cintura. Di colpo mi irrigidisco.

-Cosa c’è? Non ti va?-

-No, cioè si… si che mi va, ma non qui- dopo queste parole, mi alzo e, tenendolo per mano, lo conduco nella mia camera da letto.

-Per un istante ho temuto che mi avessi rifiutato-

Riprende a baciarmi e mi spinge sempre più vicino al letto, finché non vado a sbattervi contro ed entrambi finiamo su di esso, lui sopra a me. Riprende da dove si era fermato, mi slaccia la cintura e dopo di essa mi toglie la maglia. Io faccio la stessa cosa e gliela sfilo, lasciando posare il suo corpo caldo sul mio freddo; a questo contatto, un brivido di piacere percorre le nostre schiene. Alzo lo sguardo e, nonostante ad illuminare la stanza sia la luce fioca che penetra dalla finestra, noto che è presente qualcosa sulla sua spalla destra.

-Cosa hai fatto alla spalla?-

-L’ho fatto per te, è un piccolo tatoo con la tua iniziale-

-Credo di aver avuto anche io la stessa idea…- sbottono i jeans e li levo, mostrando una T all’altezza del bacino. Sorride orgoglioso e poi posa un bacio sulla lettera, per  continuare successivamente la salita baciandomi la pancia, il collo e la mandibola. Nel frattempo, anche se con qualche difficoltà, riesco a levargli i jeans bianchi che vanno a raggiungere a terra il resto dei vestiti. Mi fa leggermente inarcare la schiena e sgancia definitivamente il reggiseno, mi stringo a lui perché temo a farmi vedere, ma poi capisco che non devo avere paura. Lui mi ama. Nel giro di qualche secondo, anche il resto dei nostri intimi finisce a fare compagnia al tappeto. Continuando a guardarmi intensamente, mi apre le gambe e si sistema bene, facendo penetrare la sua erezione in me. Non riesco a guardarlo, mi vergogno troppo e allora chiudo gli occhi.

-Perché fai così?-

-Vedi, sono molto imbarazzata. Non è la prima volta, però… -

-Non preoccuparti,vedrai, andrà tutto bene-

Posa definitivamente il suo corpo sul me e accosta il volto al mio, nascondendolo tra l’incavo della spalla. Iniziamo a muoverci all’unisolo, in principio con lentezza, poi, gradualmente, aumentiamo la velocità. Lo stringo forte a me, graffiandogli la schiena con le unghie, e, mentre emettiamo gemiti, entrambi raggiungiamo il piacere. Nulla potrebbe essere più bello di questo dannato momento. Prima di staccarci l’uno dall’altra, sigilliamo il nostro sentimento con un bacio ricco di sentimento, passione e dolcezza; il più bello che abbia mai dato e che abbia mai ricevuto. Afferra le coperte e le posa sui nostri corpi, dopodiché mi prende tra le sue braccia e inizia a cantarmi una canzone che non ho mai sentito.

-È la mia canzone preferita tra quelle che suoniamo. Si chiama Angel In Disguise-

-È davvero molto bella…-

Ascolto attentamente quelle parole, sono ricche di dolcezza ma allo stesso tempo di tristezza. Credo che è quello che abbiamo provato entrambi in questo periodo di lontananza, ma finalmente ci siamo ritrovati e questa volta non ci lasceremo mai. Cullata da queste dolci parole e rannicchiata tra le sue braccia, mi addormento, ma prima di finire nel mondo dei sogni, riesco distintamente a capire cosa mi dice.

-Buona notte Ele, sei la cosa più importante per me, ti amo-



 

[˟♪☻♀˟]ₓ♥ﬡ☼↨↔ↄϾͽ˿ ͓ ©♠@¤§®×˽ϞϨҩ҂♣؏ᴓᴧᵺ‼‼№℅₰∂∑≈⌂♦[˟♂☺♫˟]

Salve a tutti!!!^^
Come state?
Ecco finalmente sfornata una nuova ff...
è da un pò che mi girava per la testolina questa storia, ma non sono mai riuscita a completarla per via della scuola e avrei voluto postarla prima di natale ma  il natale è sempre pieno di impegni per me. Nonni, zii, cugini, parenti, amici... Ho avuto troppo da fare e quindi non sono riuscita a terminarla... Ma un bel pomeriggio, ovvero ieri, mi sono messa d'impegno e ho fatto lavorare davvero tanto la mia testolina!!! e finalmente sono riuscita a portarla a termine... che bello, mi sento realizzata  ^___^
Scusatemi se come personaggio femminile metto sempre me, ma, non so perchè, mi rende il lavoro più facile, complece Shin che è il protagonista di questa oneshot...
Stò già lavorando a un'altra ff, sempre sui CB e, come protagonista ancora il piccolo Tim e una ragazza strana, a cui ho trovato il nome adatto e che mi piace molto, ma tranquille, non è ancora il mio!!!
Compariranno anche gli altri ragazzi nella nuova ff, ma non è una cosa ufficiale, potrò scegliere di pubblicarla come potrò scegliere di non pubblicarla... u.u
Indovinate che gruppo stò ascoltando?
Esatto, i cb, e che canzone?Piccolo suggerimento?è comparsa anche nella ff...
Angel In Disguise...
Adoro questa canzone...
Beh..Non so che dire, sto continuando a dire stupidate, quindi è meglio che la finisca.
Ciao e tutte e ricordate...
RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
xD
...Grazie mille per l'attenzione...

˟˟˟Elengel483˟˟˟
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Cinema Bizarre / Vai alla pagina dell'autore: Ashley Decay