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Autore: kamy    25/07/2015    0 recensioni
Seguito di X-Men 3.
La cura non ha funzionato e una minaccia inaspettata è ritornata. Tony Stark scoprirà di non essere l'esempio più rappresentante dell'araba fenice.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.



Cap.5 La fenice

Il giovane uomo strinse le palpebre e si mise le mani davanti agli occhi, era cosso da tremiti e singhiozzava. Nel pavimento della cella c’erano dei solchi trasversali e dalla carcassa annerita di un topo arso vivo si sollevavano degli sbuffi di fumo. Il giovane sentì dei rumori e si voltò, tastando il pavimento mantenendo gli occhi chiusi.

“Hai ricomposto me … perché hai lasciato il professore deatomizzato?” chiese. La sua schiena era appoggiata contro la parete.

“Te l’avevo già spiegato” disse una voce femminile. Le sbarre della cella venivano attraversate da scariche elettriche che mandavano scintille gialle e azzurre. Una lacrima rigò il viso del giovane, sfuggendo da sotto la sua palpebra serrata.

“Lui era stato come un padre per noi” singhiozzò. La fenice aprì la cella, entrò e se la richiuse alle spalle.

“Lui mi limitava. Non dovresti badare di più alla necessità della donna che dici di amare? Non pregavi di riavermi?” chiese. Scott ululò di dolore, sbattendosi la testa contro la parete alle sue spalle. Jeans s’inginocchiò accanto a lui e gli accarezzò la guancia umida.

“Ora possiamo stare insieme, liberi. Ora puoi guardarmi negli occhi …” sussurrò seducente.

- Sono inerme, nelle mani di una folle che non è nemmeno l’ombra della Jean che amavo – pensò Scott.

 

****************

"E' vero che la minaccia non è qui, ma è solo attraverso coloro a cui sta provocando una manipolazione mentale possiamo rintracciarla. Sempre che tu ne sia in grado" spiegò Magneto. Passarono attraverso la cucina. Una bambina era seduta davanti al televisore e ogni volta che chiudeva gli occhi si cambiava canale.
Tempesta sospirò e si passò la mano tra i capelli.
"Senti invasore selvaggio, se ti porto da uno di quelli colpiti, ti fermerai?!" strepitò, guardando le spalle di Stark.
Tony si bloccò, si voltò e sorrise ampiamente.
"Finalmente qualcuno che collabora. Vogliamo andare?".
Ororo si mordicchiò il labbro e annuì, tornando indietro. "Al secondo piano c'è Logan, è stato il primo ad avere le allucinazioni ed è l'unico che è in grado di svegliarsi da esse" spiegò. Magneto incrociò le braccia e ridacchiò.
"Quel lupacchiotto deve sempre essere un caso esemplare o non è contento" borbottò.
Tony seguì Tempesta, strinse le labbra.
"Io non sbaglio mai" disse.
Guardò le stanze, si toccò il polso.
< A Cap prenderà un colpo a sapermi qui da solo > si disse.
Le iridi di Tempesta brillarono di riflessi candidi. La mutante si mise a correre lungo una scalinata in legno.
"Mi segua" disse gentilmente, voltandosi verso Tony. Magneto avanzava con passi cadenzati, si era rimesso in testa il cappello.
Tony sollevò il capo guardandola correre lungo la scalinata, salì gli scalini con le mani in tasca.
"Non mi servono più di cinque minuti per rintracciare la telepate, se il vostro amico non alza le mani" fece notare.
Si carezzò il bracciale al polso e strinse le labbra.
< Questo posto puzza d prigione >.
Magneto gli diede una pacca sulla spalla, si sporse e gli avvicinò le labbra all'orecchio.
"Come ti dicevo, non servono razzismo e campi di concentramento, per imprigionare mutanti" bisbigliò.
Tony gli lanciò un'occhiata, inarcò un sopracciglio.
"Una prigione è tale anche quando è dorata" disse, ad alta voce.
Sogghignò vedendo alcuni ragazzi che passavano sotto la scala fissarlo, salutò con la mano e socchiuse gli occhi.
< Politicamente corretto il cazzo >.
Magneto scoppiò a ridere.
Ororo si massaggiò la fronte tra gli occhi e indicò una porta in legno d'acero, tra un ascensore metallico e una fila di altre porte identiche.
"E' lì" spiegò.
Tony si portò due dita alla fronte.
"Da qui me la cavo da solo, oh mia bella carceriera" scherzò.
Spinse la porta aprendola, avanzò e se la chiuse alle spalle.
Logan era sdraiato sul letto.

  
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