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Autore: galvanix    25/07/2015    3 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                                CAPITOLO NONO 
                                        Il Piano

                          



Dopo una lunga notte insonne Nemesis si alzò dal letto e si recò nel suo bagno per rinfrescarsi accuratamente.
Una volta terminato il lavaggio si asciugò scrupolosamente ed infine raggiunse Bra nella camera dove si trovava dal giorno appena trascorso.
Le si avvicinò ed appoggiò la mano sulla fronte della bambina per verificarne la temperatura.
Purtroppo scottava ancora e il suo colorito non era cambiato.
Sembrava che la febbre non volesse davvero saperne di scendere.
Aveva provato di tutto, ma i risultati non erano quelli sperati.
Le ferite, fortunatamente, avevano smesso di sanguinare evidentemente il bagno con le erbe aveva aiutato, ma per il resto non c’erano stati cambiamenti significativi.
L’uomo era davvero molto preoccupato soprattutto perché la piccola non aveva ancora ripreso conoscenza e questo dettaglio lo angosciava particolarmente.
Voleva poter fare decisamente di più, ma aveva esaurito le idee e non sapeva, effettivamente, cos’altro inventarsi.
Veramente c’era qualcosa che voleva fare…avvertire Vegeta e la sua famiglia.
Lui sapeva che si trovavano ormai su Arlia, anche se non si erano ancora fatti vivi.
Probabilmente stavano progettando un piano d’attacco contro Arcadia e lui non poteva, assolutamente, fargliene una colpa.
Non osava immaginare l’ipotetica reazione di Vegeta una volta viste le condizioni in cui versava sua figlia.
Quasi certamente avrebbe scatenato il finimondo e lui non avrebbe opposto nessuna resistenza.
Nonostante questo era deciso nel suo intento.
Voleva davvero avvertire la sua famiglia, forse loro avevano a disposizione una cura che poteva aiutare realmente la bambina e se così non fosse stato avevano il diritto di rivedere Bra ancora in vita.
Nemesis sperava ardentemente nella prima opzione, ma non poteva di certo essere non realista.
Le condizioni della piccola erano davvero gravi e non sapeva quanto avrebbe potuto resistere, ma le aveva promesso che avrebbe rivisto i suoi cari e non avrebbe demorso.
Probabilmente, se Arcadia lo avesse scoperto, sarebbe scoppiata una vera e propria guerra persino contro di lui, ma non gli importava perché avrebbe agito per una giusta causa e questo gli bastava.
Così decise di mettere in pratica la sua idea.
Prese un mantello nero per coprirsi in modo da non dare nell’occhio mentre era in esplorazione fuori dal castello, ma prima di uscire dalla sua stanza si avvicinò alla piccola lasciandole un bacio in fronte per poi sussurrarle:
“Non preoccuparti Bra, io torno subito.
Vado ad avvertire tuo padre, così poi lui saprà cosa fare.
Qui sei al sicuro, non temere.
Ci vediamo quando torno”.
Dopo aver pronunciato tali parole, aprì la porta chiudendola alle sue spalle e la bloccò con lo stesso incantesimo che aveva utilizzato la strega quando si trovava con Bra nella stanza delle torture.
In questo modo era sicuro che nessuno sarebbe potuto entrare, neanche la donna.
Una volta chiusa la porta, attraversò dei lunghi corridoi ed infine prese le scale che avrebbero poi portato all’uscita del palazzo.
Fu proprio in quell’istante che incontrò Arcadia e i due si ritrovarono faccia a faccia, dopo ciò che era accaduto alla bambina.
La donna scrutò con attenzione l’uomo ed incuriosita dal suo aspetto misterioso, domandò:

“Dove stai andando incappucciato in quel modo?”
“Da quando sono costretto a riferirti tutti miei spostamenti?” rispose lui con tono seccato.
“La mia è soltanto pura curiosità, non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto” replicò lei perplessa.
“Io non sono arrabbiato…sono furioso Arcadia, per ciò che hai fatto a Bra. Ti basta questo?”
“Immaginavo fosse questo il problema, comunque vedrai che si rimetterà. È una saiyan o lo hai dimenticato?”
“Ma hai visto come l’hai ridotta? Respira a fatica, è piena di tagli e lividi per non parlare della febbre che non accenna a scendere. Io non so come fai a rimanere così tranquilla perché quando il Principe lo scoprirà non avrà nessuna pietà e ti farà fuori senza nessuna esitazione.
A quel punto neanche lui avrà pietà di te” obiettò duramente l’uomo.
“Stai cercando di spaventarmi?” chiese lei ghignando.
“No, perché tanto ci penserà Vegeta in persona a farlo e allora sarà troppo tardi per le scuse” aggiunse l’uomo con tono cupo.
Nemesis fece per andarsene, ma arrestò il suo passo udendo la domanda della donna:
“Non mi hai ancora detto dove stai andando” lo rimproverò Arcadia.
L’uomo, in un primo momento, ebbe il timore di essere scoperto, ma con grande maestria riuscì a convincere la strega ponendosi in modo deciso e determinato:
“Non sono tenuto a dirtelo, ma non ho alcun problema nel fartelo sapere. Vado a vedere se riesco a trovare qualche erba curativa più potente per Bra.
Non aspetterò, con le mani in mano, che giunga la sua fine”.
“Se te lo vietassi tu lo faresti comunque, non è vero?” proferì lei con tono rassegnato.
“Esattamente, quindi ti consiglio di non farmi perdere altro tempo” concluse Nemesis con tono che non ammetteva repliche.
Dopo aver pronunciato queste ultime parole, l’uomo se ne andò lasciando la donna amareggiata e sola con i propri pensieri.

Nel frattempo la famiglia Brief e Son si trovavano nella cucina per cercare di elaborare un piano per riprendersi Bra e farla pagare alla strega cogliendola di sorpresa.
Tutta la compagnia tentava di rendersi utile proponendo ognuno le proprie idee, ma purtroppo ancora nessuno aveva avuto quella intuizione che poteva fare davvero la differenza.
Tutti cercavano di individuare una soluzione al problema inserendosi nei vari discorsi, tranne Vegeta.
Dalla sera prima, il saiyan, era caduto come in una sorta di riflessione personale non rendendo partecipe nessuno dei propri pensieri.
 


 

Bulma e Trunks si erano accorti di questo cambiamento, non che Vegeta fosse un chiacchierone, ma ora aveva superato ogni record.
Il suo silenzio stava durando davvero troppo e la scienziata temeva, che prima o poi, sarebbe esploso nel momento più sbagliato.
Intanto, mentre la donna era intenta nel comprendere i pensieri celati dal compagno, gli altri proponevano le loro idee riguardo al piano.
Il primo a parlare fu Gohan, che con tono calmo, ma deciso propose:

“Prima di tutto dobbiamo tentare di entrare nel castello della strega cercando di eludere la sorveglianza e dare, il meno possibile, nell’occhio”.
“Secondo me sarebbe meglio attaccare tutti insieme.
In fondo siamo saiyan ed uniti saremo più forti” intervenne Goten.
“Si, ma in questo modo potremmo mettere ancora più in pericolo Bra e non mi sembra il caso” dissentì il fratello maggiore.
“Gohan ha ragione, è meglio non rischiare” aggiunse Trunks.
“E allora cosa avete intenzione di fare? Aspettare che succeda dell’altro? Il tempo è prezioso” suggerì spazientito Goten.
Goku, udendo la discussione tra i tre, decise di intervenire soprattutto per evitare che Vegeta si innervosisse ulteriormente:
“Ragazzi, calmiamoci eh, anche perché in questo modo non risolveremo niente. Goten, capisco che anche tu sia preoccupato per Bra in fondo l’hai vista crescere, ma ragiona.
Non possiamo lanciarci all’attacco senza avere un piano ben stabilito in mente.
Questa volta non abbiamo di fronte un nemico qualsiasi, ma una donna che nasconde dei grandi poteri e più che la forza credo che dovremmo usare l’astuzia, non credi?” s’intromise il padre con tono tranquillo.
“Forse hai ragione” borbottò, il figlio più giovane, con tono assertivo.
“Kakaroth, questo tipo di ragionamento non è da te.
Devo ammettere che mi hai stupito” proruppe il Principe con tono sarcastico.
“Finalmente sei tornato tra noi, Vegeta” proferì Goku sorridendo.
“Sei sempre il solito Kakaroth. Per una volta potevi prenderti il complimento senza poi dover aggiungere per forza qualcosa di stupido” obiettò seccato il saiyan più anziano per essersi fatto sorprendere pensieroso.
“Andiamo Vegeta cosa ho detto” replicò dispiaciuto Goku.

Il Principe stette per replicare, ma la sua attenzione venne catturata da altro.
Infatti, proprio in quel momento, Nemesis si ritrovò a vagare da quelle parti sperando di trovare a breve il saiyan.
Grazie ai suoi poteri era riuscito a localizzare il punto esatto del rifugio di Vegeta e se questo, da un lato lo rendeva felice per averlo trovato, dall’altro temeva la sua reazione.
Ricordava bene l’impulsività che caratterizzava i saiyan, per non parlare della loro immensa forza se istigati a dovere.
Sicuramente Arcadia aveva davvero messo a dura prova i nervi del Principe e questo, ovviamente, non lo aiutava affatto.
Tuttavia sperava soltanto di avere la possibilità di spiegarsi prima che lo attaccasse.
L’uomo era arrivato davanti all’entrata del palazzo abbandonato, quando all’improvviso s’intravide una sagoma venirgli incontro.
Nemesis, anche se non riusciva ancora ad identificarlo, sapeva già a chi potesse appartenere quella andatura familiare, quel portamento regale e quella fierezza che era in grado di riconoscere tra mille.
Si ritrovò a constatare che il saiyannon fosse poi così cambiato, almeno esteriormente perché nell’animo non era più la stessa persona di un tempo e questo lo aveva capito il giorno in cui lui ed Arcadia erano atterrati sulla Terra.
Avere una famiglia doveva averlo davvero trasformato perché del Principe che ricordava non era rimasto molto, se non i lineamenti duri e l’atteggiamento orgoglioso, severo che lo aveva sempre contraddistinto.
Mentre ricordava, il saiyan ebbe modo di avvicinarsi all’uomo fermandosi a pochi passi da lui.
Vegeta lo osservò attentamente scrutando ogni particolare ed infine gli domandò con tono duro:

“Hai soltanto un minuto per dirmi che cosa è successo a mia figlia ed il motivo per cui sei qui”.

Nemesis, inizialmente, rimase stupito del comportamento del saiyan. Lui si aspettava un immediato attacco fisico ed invece non era avvenuto.
Un tempo non avrebbe esitato a farlo fuori e invece, ora, gli concedeva la possibilità di spiegarsi.
In quell’istante ebbe la conferma che il saiyan fosse davvero cambiato e il merito andava tutto alla sua famiglia.
Tuttavia, nonostante lo notasse diverso, decise di sfruttare l’opportunità offertogli dal Principe, prima che cambiasse idea, ma prima di rispondere alla sua domanda, gli chiese  con tono curioso:

“A quanto vedo vi ricordate di me”.
“Io mi ricordo di ogni singola persona che ho incontrato nella mia vita e comunque voglio solo ricordarti che stai sprecando, in maniera totalmente sciocca, il minuto che ti ho concesso. Ti consiglio di sbrigarti perché la mia pazienza ha un limite che è stato superato da un bel pezzo” enunciò con tono duro e severo il saiyan.
“Sono qui per questo ed ora vi dirò il motivo per cui sono venuto, ma non posso farlo qui…Arcadia potrebbe scoprirmi” replicò Nemesis guardandosi intorno.
“Non credo al fatto che stai tradendo la tua alleata.
Stai mentendo, è così? Ti ha mandato lei, non è vero?” domandò adirato Vegeta.
“No, avete la mia parola che lei non sa niente a riguardo.
Voi avete detto che vi ricordate di me, ebbene rammentate che io sia un bugiardo? Credete questo?” obiettò seriamente l’uomo.
“Forse non sarai un bugiardo, ma tu e la tua compare avete rapito mia figlia.
Ora dammi tu una buona ragione per non avercela con voi e non farvi fuori” s’impose duramente il saiyan.
“Perché io posso condurti da tua figlia” proferì Nemesis con tono sincero.
Vegeta percependo la lealtà dell’uomo decise di fidarsi soltanto per poter riabbracciare la sua bambina al più presto.
Dopo un breve silenzio si avvicinò maggiormente all’uomo e gli disse con tono apparentemente calmo:
“Proverò a fidarmi di te, ma se mi accorgo che mi stai prendendo in giro io non risponderò di me e allora la tua fine giungerà presto, ma mi accerterò che avvenga il più lentamente possibile. Siamo intesi?”

Nemesis fece un cenno affermativo con il capo perché era troppo teso per poter rispondere.
Il suo tono riusciva ancora ad incutere terrore, nonostante fosse trascorso diverso tempo dall’ultima volta che lo aveva visto in azione.
Lui credeva davvero che il Principe fosse cambiato, ma il suo modo di interagire non era mutato completamente.
Sapeva che si comportava in quella maniera soprattutto per tutelarsi e per via del suo allontanamento da Bra, ma il suo modo di incutere paura ancora riusciva alla perfezione.
Tuttavia, dopo aver chiarito le sue ragioni, Vegeta fece un cenno all’uomo facendosi seguire per poi addentrarsi nel palazzo dove si rifugiava con gli altri.
Una volta entrati salirono silenziosamente le scale e raggiunsero la cucina sotto gli occhi increduli dei presenti.
Non riuscivano a capire il motivo della presenza di Nemesis, così intervenne Trunks, con tono decisamente seccato, smorzando il disagio che si era creato:

“Papà, cosa ci fa lui qui?”
“Ora ce lo spiegherà. Avanti parla” intervenne Vegeta con tono severo.
Nemesis si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, ma non si diede per vinto e con voce ferma, aggiunse:
“Io sono qui per darvi notizie di Bra ed escogitare un piano per poterla riabbracciare”.
“Io non ti credo. Perché dovremmo fidarci di te, in fondo tu sei alleato con quella strega. Questa è una trappola e tu ci stai ingannando” urlò furioso il figlio del Principe.
“Trunks, calmati. Ci ho già pensato io ad avvertirlo su cosa potrebbe accadergli nel caso in cui ci prenda in giro, quindi non c’è bisogno che tu aggiunga altro” replicò, con finta calma, il padre.
“Hai già un piano per poter entrare senza dare molto nell’occhio?” domandò curioso Gohan.
“In realtà ancora non ho un’idea precisa di come farvi entrare, ma so come farvi passare inosservati da Arcadia” rispose l’uomo speranzoso.
“Di cosa si tratta?” chiese attento Goten.
“Avevo intenzione di usare una pozione che, una volta ingerita, fa cadere il soggetto in un sonno profondo che dura circa 15 minuti. Potrei somministrarla ad Arcadia nel momento in cui entrate nel palazzo per recuperare Bra, ma a quel punto dovrete sbrigarvi ad uscire” spiegò accuratamente Nemesis.
“Si certo, io la trovo una buona idea, ma Arcadia deve avere una bella lezione per ciò che ha fatto” propose seriamente Goku.
“Sicuro” aggiunse determinato Trunks.
“Con la strega me la vedo io. Voi preoccupatevi del resto perché di lei me ne occupo io” proferì duramente il Principe.
“Io combatterò al tuo fianco e non riuscirai a farmi cambiare idea” obiettò senza paura il figlio.
“Tu dovrai occuparti di tua sorella e tua madre.
Loro avranno bisogno di te, quindi non insistere” replicò bruscamente il padre.
Gohan, percependo aria di tempesta tra i due, decise di intervenire cercando di placare gli animi e suggerendo la sua idea:
“Sentite io avrei una proposta da farvi.
 Mio padre e Goten cercheranno di distrarre le guardie, mentre Vegeta andrà a recuperare Bra e Nemesis darà la sua pozione alla strega. Io lo seguirò per verificare con i miei occhi la sua teoria e tu Trunks potresti proteggere tua madre e intervenire in caso di aiuto.
Che ne pensate?”
“Per me il discorso di Gohan non fa una piega” disse convinto il padre.
“Anche per me vale lo stesso” aggiunse sicuro Goten.
“E sia” proferì scocciato Trunks di questa soluzione.
Preferiva intervenire sul campo e non rimanere dietro le quinte, ma non poteva di certo ribellarsi a tutto il gruppo.
Anche Vegeta rispose in modo affermativo alla proposta di Gohan:
“Per me non ci sono problemi”.
“Invece per me ci sono parecchi problemi” s’intromise furiosa la scienziata che fino a quel momento era rimasta a lungo in silenzio.
“Non ti ci mettere anche tu, donna” la rimproverò duramente il compagno.
“Io non sono una dei tuoi figli, Vegeta. Non ti azzardare a rimproverarmi. È di mia figlia che si tratta e questa volta non mi terrai fuori dai giochi, hai capito?” sbraitò lei con tono furioso avvicinandosi al suo uomo per poterlo guardare negli occhi.
Bulma!” la riprese lui bruscamente
“Vegeta!” replicò nuovamente la compagna per poi aggiungere:
“Non puoi pretendere che io rimanga qui ad aspettarvi senza fare niente. Non chiedermelo perché non lo farò, mettitelo in testa”.
“Fa pure come ti pare, ma sei sarai di intralcio o ti troverai nei guai saranno soltanto affari tuoi, ricordatelo” concluse sin troppo adirato il saiyan.
“Non trattarmi come una ragazzina. Viaggio ormai da quando avevo 16 anni e mi sono trovata in diverse situazioni spiacevoli, ma sono sempre riuscita a cavarmela.
Sarà così anche questa volta” ribadì determinata la donna.
“Anche in passato c’era di mezzo tua figlia?” obiettò cupo il compagno.

Bulma non rispose perché rimase spiazzata dalla domanda del suo uomo e questo la fece esitare soprattutto nel dover controbattere.
Il Principe, aspettandosi una reazione simile, si voltò e fece per andarsene, ma fu trattenuto dalla scienziata per una mano che gli confidò sussurrando angosciata:

“Ti prego Vegeta, non voltarmi le spalle”.
“Non lo farei mai Bulma, ma ora ho bisogno di essere lasciato in pace…anche da te” affermò con tono serio e stanco il saiyan.

Lei, udendo tali parole, lasciò la mano del compagno e lo vide abbandonare silenziosamente la stanza.
In quell’istante la donna si sentì sola e smarrita, ma tuttavia comprese la reazione di Vegeta.
Non lo aveva mai visto così e questo la preoccupava enormemente.
Lui non era un tipo che manifestava apertamente i suoi sentimenti, infatti tendeva a tenersi sempre tutto dentro e questo lo dilaniava.
Cercava di nascondere la sua paura e disperazione, ma Bulma aveva percepito chiaramente il segnale che le aveva inviato.
Il saiyan aveva bisogno di un disperato aiuto o altrimenti sarebbe esploso e questo lei non poteva permetterlo, non ora che avevano necessità di saperlo lucido e attivo più che mai.
Probabilmente Vegeta doveva sfogare tutte le sue emozioni e la scienziata era determinata nel volerlo sostenere.
Almeno per questa volta la parte della forte aspettava a lei e non si sarebbe tirata indietro, ma avrebbe combattuto fino alla fine.
Avrebbe fatto di tutto per rivedere di nuovo unita e spensierata la sua famiglia, anche fronteggiare una perfida strega…
 

 
                                                                                    

                                                                                                                                                          CONTINUA…







ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo!
Avrei voluto pubblicare ieri sera, ma la visita di alcuni parenti e il sopraggiungere della stanchezza hanno avuto la meglio su di me.
Tuttavia sono riuscita, questa sera, a ritagliarmi finalmente un momento per postare il capitolo.
Fondamentalmente non accade nulla di eclatante, ma ci tenevo nello spiegarvi chiaramente il piano ideato dai nostri amici per poter attaccare Arcadia indisturbati e riprendersi la piccola Bra.
Spero sia stato tutto chiaro e nel caso così non fosse chiedetemi pure senza problemi.
Detto questo ringrazio vivamente tutti voi che mi seguite con le vostre gradite recensioni e chi si limita soltanto alla lettura.
GRAZIE a tutti e a presto!! 
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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