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Autore: Gemad    25/07/2015    1 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 20


-Ecco il motivo per cui nessuno ti ha mandato una sola lettera per tutte le vacanze- terminò il discorso Andrew. I tre Grifondoro passeggiavano tranquillamente per le vie della città Inglese e chiacchieravano su come avessero passato le vacanze.
–Devo ammetterlo- disse Jackson –Siete i migliori-.
–E lo sei anche tu amico!- aggiunse Jonathan dandogli una pacca sulla spalla, così come Andrew lo abbracciò. –Ma credi che sia finita qua?- gli chiese Jonathan mentre fissava la luna piena che rischiarava nel cielo.
–Cosa intendi dire?- chiese incuriosito il giovane Potter.
–Metti la mano sul mio braccio- gli disse il rosso.
Andrew lo fece e, anche se un po’ esitante, Jackson afferrò il braccio del suo migliore amico.
–Cosa dovrebbe succedere adesso?- chiese il Grifondoro quando sentì la sua mano entrare in contatto con il braccio robusto e forte del compagno.
–Hai mai sentito parlare della Smaterializzazione?- gli chiese Andrew.
–Ehm, sì ma pensavo che la si potesse apprendere alla fine di quest’anno- rispose.
–Già, peccato che io so perfettamente come Smaterializzarsi quando e dove si vuole- disse Jonathan.
–Davvero? E da quando?- chiese ancora più curioso Jackson.
–Da stamattina-.
–Cosa? Quante volte hai fatto una Smaterializzazione?-.
–Questa è la prima volta-.
Jackson stava per mollare la presa dal braccio dell’amico ma era troppo tardi. Fece un leggero movimento su sé stesso con le braccia di Andrew e del giovane Potter avvinghiate a lui ed il processo di Smaterializzazione cominciò. Era la prima volta che Jackson provava un’esperienza simile e non era certamente preparato alla cosa. Il respiro divenne pesante, non riusciva ad aprire gli occhi però poteva sentire fortemente che i suoi arti si stavano allungando ed accorciando con un ritmo irregolare ad ogni decimo di secondo.
Certo, era un attimo, ma sentiva come se fosse stato trascinato dentro ad un grande imbuto con il foro molto stretto. Non si meravigliò del fatto che quando sentì la terra sotto i suoi piedi, si manifestarono diversi capogiri che lo stavano torturando.
–Ci siamo appena Smaterializzati?- chiese ad Andrew e Jonathan mentre si fissava le mani ed il resto del corpo per constatare di non essersi spaccato.
–E con successo direi, quasi tutti vomitano la prima volta- rispose ridendo Andrew.
–Chissà perché- esclamò Jackson ancora ansante e col fiato mozzo: ma, dopotutto, il solito sorriso sulle labbra comparve.
–Aspettate un momento, perché voi due sembrate estremamente lucidi?- chiese il giovane Grifondoro notando che i suoi amici erano ancora ben eretti e senza alcuna difficoltà a rimanere in perfetto equilibrio sulle gambe.
–Noi abbiamo già provato questa esperienza diverse volte e ormai ci abbiamo fatto l’abitudine- gli rispose Jonathan con il suo solito ghigno sulle labbra.
–Ah, splendido!- esclamò Jackson –Ma dove mi avete portato?- gli chiese constatando il fatto che non aveva ancora capito su quale suolo stesse camminando.
–Caro Jackson, ti ritrovi nella graziosa Privet Drive- gli rispose Andrew.
–Privet Drive?- chiese confuso il ragazzo che non aveva ben compreso il nome del posto in cui si ritrovava.
-Abbiamo fatto un paio di ricerche e abbiamo scoperto che tuo nonno ha vissuto qui i primi undici anni della sua vita- gli disse Jonathan.
–Come?- chiese sorpreso Jackson –Non scherzate per favore-.
–Noi non scherziamo affatto piccolo babbuino!- rispose Andrew guardandolo seria in faccia nonostante l’espressione che ha utilizzato fosse una delle tante espressioni che diceva quando era contenta e di buon umore.
–Dopo ti porteremo alla casa dove tuo nonno ha vissuto, però prima c’è un’altra cosa-.
–E sarebbe?- chiese il ragazzo che moriva dalla voglia di vedere la casa che suo nonno gli aveva confessato di odiare da sempre.
–Seguici!- disse Jonathan.
Lo stavano portando lungo una strada molto stretta e camminarono per svariati minuti. I due, si rifiutavano di rispondere o di dargli qualche suggerimento ed indicazione su dove lo stessero portando. –Miseriaccia Jackson stiamo per arrivare!- sbottò leggermente stizzito Jonathan.
Alla fine, gli fecero cenno di entrare dentro un locale che da fuori sembrava un vero e proprio squallore. Entrò ed era tutto buio, non vedeva nulla; oscurità totale. Ad un certo punto le luci si accesero e fu grande sorpresa e felicità nell’animo del ragazzo.
C’erano tutti: Eddie, Gary, James, Amir, compagni e compagne di Tassorosso e Corvonero, insomma, i suoi amici volevano essere presenti il giorno in cui Jackson era nato sedici anni fa. –Wow- disse Jackson immobile mentre tutti si catapultarono a grande velocità e gioia verso di lui per abbracciarlo, dargli pacche sulla spalla, complimentarsi e dargli gli auguri.
–Ed ora si festeggia!- urlò Eddie che aveva già in mano una lattina di birra la cui marca era sconosciuta al giovane Grifondoro ancora immobile per l’emozione e la gratitudine. La musica si acese da due grandi casse di un piccolo stereo che il ragazzo notò solo nel momento in cui si era scongelato dalla rapida trance emotiva. Immediatamente quelle note musicali che potevano apparire moleste e discontinue con il periodo dell’anno, rimbombarono nella stanza spargendosi fino ai muri che la circondavano.
Sembrava quasi che la musica stessa fosse entrata attraverso i muri in cemento armato e che i muri stessi stessero danzando a ritmo di musica. Diciamo che a Jackson non gli sono mai andate a genio feste del genere, siccome le uniche che ha vissuto sono state ad Hogwarts e se fossero stati scoperti avrebbero ricevuto una sonora punizione o un secco calcio nel sedere e sbattuti fuori dal Castello per sempre. Ogni tanto gli capitava di vedere qualche suo amico scatenarsi sulla pista da ballo in balli frenetici e totalmente irregolari ed inusuali che facevano comprendere quanto fosse già basso il loro livello di lucidità.
–Tieni amico- gli urlò nell’orecchio destro Jonathan passandogli un bicchiere di birra in mano.
Il Grifondoro lo accettò di buon grado visto che adorava farsi qualche birra ogni tanto, ma senza esagerare come facevano un mucchio di persone che conosceva da sempre. Ormai erano quasi le tre del mattino e la festa non era nemmeno iniziata da tanto tempo e si stava chiedendo quando sarebbe finita e se, magari, sarebbe riuscito a rientrare a casa sua anche se non era proprio preoccupato; si stava divertendo e stare assieme a delle persone a lui care, era la cosa migliore che gli potesse capitare il giorno del suo compleanno.
Aveva provato a muovere qualche passo di danza dopo che James e qualche sua amica lo avevano trascinato tra la folla danzante che gli fecero subito spazio lasciandolo in mezzo ad un cerchio tutto solo. Chiaramente, da solo non avrebbe di certo ballato: sarebbe stato da idioti di prima categoria! Essendo, come sempre, in una situazione difficile e decisamente imbarazzante, la prima persona che arrivò in suo soccorso fu immediatamente Andrew. Pensava che l’avrebbe portato verso i tavoli dove si teneva la birra o il vino ma invece lei stava incominciando a smuoverlo un pochetto.
–Rilassati Jackson sembri uno stecchino!- gli urlò.
–Non so ballare!- rispose il giovane Potter a voce altrettanto alta e sopra il limite acustico.
–Ti insegno io!- lei gli prese le mani ed incominciò a muovergliele velocemente verso l’alto e verso il basso diverse volte.
–Così rischi di collassare dal caldo!- disse lei che incominciò a sbottonargli diversi bottoni della camicia. Questo gesto fece imbarazzare Jackson che sentì il pubblico ridere, fischiare ma anche applaudire. La cosa che colpì maggiormente il ragazzo fu quando Andrew si appoggiò a Jackson sulla schiena ed incominciò a ballare in quell’ambigua posizione che mise un po’ a disagio il ragazzo; era ovvio che stesse ancora pensando a Kaendra e che non gli sembrava giusto ballare in quel modo con una ragazza anche se era la sua migliore amica.
Lui cercava di arretrare lentamente ma lei era pronta a rimanergli attaccata e addirittura gli portò le mani sui suoi fianchi che fece esplodere il pubblico. La musica era alta, il giovane Potter stava entrando in stato confusionale, le luci che andavano a scatti non gli permettevano di orientarsi e di capire la distanza che c’era dal resto dei ragazzi e delle ragazze che si godevano lo spettacolo.
Andrew si girò di scatto e per Jackson fu un sollievo visto che stava per scappare a gambe levate ma l’orgoglio che aveva continuava a farlo restare sulla pista da ballo. Adesso stava incominciando ad accarezzargli dolcemente le spalle, la schiena per poi scendere nel petto. La folla si era rimessa a ballare dopo essersi goduta il piccolo siparietto tra i due Grifondoro e Jackson era più che convinto del fatto che adesso potesse smetterla di danzare come una scimmia totalmente idiota ma era Andrew che gli prese la mano e che lo portò fuori dalla sala per portarlo al piano di sopra.
Jackson non aveva notato che quello fosse un edificio a due piani anche se era completamente abbandonato e con le finestre completamente chiuse tramite le serrande in legno marcito che presentavano diversi fori. Andrew fece appoggiare il ragazzo al muro polveroso della casa ed incominciò a baciarlo sul collo avidamente.
“No non ci posso credere” pensò il ragazzo mentre sentiva il fiato caldo della ragazza sul suo corpo “Ma che sta combinando?” continuò a chiedersi nonostante la risposta era davanti ai suoi occhi. Non sapeva che dire, non sapeva che fare e non voleva urtare i suoi sentimenti.
Sentiva le mani morbide di lei che gli stavano entrando nella camicia sbottonata e capiva che aveva poco tempo per pensare. Credeva che avrebbe dovuto raccontargli della relazione che aveva con Kaendra ma voleva che rimanesse un segreto. Purtroppo, non aveva scelta dopo che sentì le sue labbra entrare in contatto con quelle di Andrew e la sua lingua che cercava di insinuarsi dentro la sua bocca.
–Ok, ok ferma- disse calmo il ragazzo riuscendo a staccarsi dall’amica.
–Ma che ti prende?- chiese lei offesa.
–No, “che ti prende a te” dovrei dire-.
–Pensavo che tu volessi divertirti un po’ di più di berti una semplice birra e parlare con qualche amico- tentò di giustificarsi.
–Eh?- chiese lui ancora confuso a causa della musica che sentiva e che aveva ancora in testa.
–D’accordo Jackson- disse lei ansante –I-io e-ecco- stava titubando; Jackson non l’aveva mai sentita parlare in modo così preoccupato –N-non lo so, penso che tu mi piaccia e pensavo che anche io piacessi a te- disse tutto d’un fiato mettendo la testa e la faccia arrossita in basso.
–Accidenti- rispose il ragazzo –I-io non so come dirtelo- disse il ragazzo sorpreso della confessione appena detta da Andrew –Sono sorpreso e non me l’aspettavo-.
–Ho cercato di mandarti dei segnali ma tu hai il quoziente intellettivo simile a quello di un bradipo- rispose la ragazza cercando di non guadare la ragazza negli occhi
–Allora?- gli chiese.
Sapeva che risposta voleva, sapeva che avrebbe voluto un sì e sapeva Jackson quanto fosse stato idiota e cretino a non capirlo prima. Per carità, lei è una ragazza a cui ha sempre voluto bene e aveva seriamente pensato di chiedergli di uscire ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Si stavano guardando negli occhi; adorava quei grandi occhi color nocciola, da sempre. E una relazione con lei sarebbe stata decisamente interessante –Io- incominciò lui avendo già la risposta in mente –Ecco, non posso-.
Sapeva che poteva rovinare tutto, ma lui stava bene con Kaendra e voleva impegnarsi con lei fino in fondo.
–Il punto è che c’è un’altra ragazza con cui ho una relazione da tempo-.
–Oh- rispose lei altrettanto sorpresa –N-non me l’aspettavo- disse stavolta la Grifondoro –Mio Dio che stupida che sono stata!- disse mettendosi le mani in faccia e dandogli le spalle.
–Andrew volevo solo…- tentò di consolarla Jackson che venne interrotto –N-non fa niente, n-non c’è problema davvero-.
Sentiva la voce, sentiva il tono; cercava di non far notare che era una voce spezzata ma lo si poteva sentire, così come i singhiozzi trattenuti a stento. –O-ora d-devo andare- disse lei sbrigativa uscendo dalla stanza.
–Andrew aspetta!- gli urlò il ragazzo che tentò di inseguirla per dirgli qualcosa, anche se non aveva la minima idea di cosa. Troppo tardi, era già svanita nell’aria gelida del giorno di Natale. Non era sicuramente una bella cosa ricevere un no a Natale soprattutto sapendo che la persona che ti piace sta con qualcun altro da tempo.
Forse era per questo che non si era accorta della mancanza di Jackson diverse volte; forse, i sentimenti hanno fatto ragionare male quella brillante mente, offuscandogliela.
–Jackson!- gli disse Amir di colpo facendolo spaventare –Abbiamo dei problemi!-.
–Che genere di problemi?- chiese Jackson allarmato.
–Dei Serpeverde chiedono di te!-. 



Angolo dell'autore: Eccomi tornato con questo capitolo che io definirei "di fuoco" se permettete. Allora, spero che tutti abbiate notato la somiglianza della Smaterializazzione tra Jackson, Jonathan ed Andrew, con quella di Harry e Silente, soprattutto nelle frasi. 
Poi, ho cercato di descrivere meglio che potevo le varie parti della festa e mi sono soffermato maggiormente nei movimenti e nelle sensazioni che trapelavano durante il ballo tra Jackson ed Andrew, con la ciliegina sulla torta quando lei ha deciso di farla finita e di rivelare al nostro amato Potter, i suoi veri sentimenti. Ve lo giuro, è stato difficile scrivere la delusione che Andrew provava, davvero, mi è dispiaciuto più a me che a molti di voi, ma io vedo in Jackson un ragazzo leale e non come la maggior parte dei ragazzi di oggi.
Spero che tutti voi la pensiate come me, a presto :)
E recensite ;)
   
 
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