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Autore: veronika95    26/07/2015    2 recensioni
MYSTRADE con accenni JOHNLOCK
Mycroft e Greg collaborano insieme da una vita. Ma cosa succederebbe se entrambi si accorgessero che sono più di meri colleghi l'uno per l'altro?
La storia di un lento innamoramento.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 - BONFIRE HEART

This world is getting colder, strangers passing by
No one offers you a shoulder, no one looks you in the eye
But I've been looking at you for a long, long time
Just trying to break through, trying to make you mine
Everybody wants a flame, but they don't wanna get burnt
Well today is our turn
Days like these lead to
Nights like this lead to
Love like ours
You light the spark in my bonfire heart
People like us, we don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts
Our bonfire hearts
Our bonfire hearts  
Bonfire Heart - James Blunt




———— SMS A GREGORY LESTRADE ————

Gregory… sono in agonia… MH

Sta volta sono sicuro di non aver fatto niente GL

Infatti, per quanto singolare possa essere l’evento, sta volta non è tua la colpa MH

…di Sherlock ? GL

Indirettamente sì, è sempre colpa sua MH

Potresti essere più specifico, per favore?? GL

Domani i miei genitori vengono qui a Londra … mi vogliono parlare… di Sherlock…. sono così affranto MH

Quindi? non vedo il problema… GL

Davvero non comprendi la gravità della situazione? MH

Mycroft! Sono i tuoi genitori, non può essere così catastrofico vederli GL

Sarà molto peggio di una catastrofe, sarà come la peggiore delle calamità MH

Vorrei ricordarti che sono le due persone che ti cambiavano il pannolino da piccolo, un po’ di riconoscenza potresti anche dimostrarla! GL
Devi dimostrarla…è un ordine ;) GL

All’affiorare del ricordo di me da bambino mi vengono i brividi… MH
Dipendere da altri esseri umani…Dio mio che avevo in testa MH
Questo è l’ultimo avvertimento: io NON accetto ordini, Gregory! MH

Chissà che bambino carino dovevi essere :)  …un tempo lontano in cui Mycroft Holmes non conosceva il sarcasmo e il cinismo…Tempi d’oro! GH
Bene…se non accetti ordini  <.<  perché scrivi proprio a me? Hai bisogno del mio aiuto? GH

Io ho conosciuto il sarcasmo e il cinismo non appena ho imparato a parlare MH
Io non ho bisogno mai dell’aiuto di nessuno MH

Insomma eri una battaglia persa già da bambino…peccato non fossimo amici da piccoli ti avrei di sicuro fatto crescere meglio XD GH
Se non ti serve il mio aiuto allora non ti rispondo nemmeno più GH

La tua affermazione è così offensiva che merita una punizione MH
…non ti è permesso insultarmi in quel modo MH
Se non vuoi rispondere fai pure come desideri MH
Sicuramente non necessito del tuo aiuto MH
So cavarmela da solo, me la sono sempre cavata da solo MH
E continuerò a farlo MH
Non pensare MAI che ti scriva perché abbia bisogno di aiuto MH
Volevo solo informarti…so che sei sensibile su certi argomenti MH
Il tuo comportamento è infantile MH
Stai rasentando il ridicolo MH
Non ti sembra di esagerare, Gregory? MH
Poi sarei io quello melodrammatico MH

Ok!! magari un consiglio… MH
…per favore MH

Vieni nel mio ufficio domani e dì ai tuoi genitori che vi incontrerete lì… cercherò di parlare io con loro GL

Gregory…? MH

Cos’altro vuoi? GL

Sei arrabbiato? MH

Non mi dire che il genio delle deduzioni non riesce a capirlo da solo GL

Beh l’avevo capito, ma avevo bisogno di una conferma MH

Ora hai la tua conferma, campione delle buone maniere GL
Poi a te non importa degli altri, non ti interessa se sono arrabbiato GL

Mi interessa quando lo sei con me MH
…Non mi piace MH

Davvero? GL

Sì MH

Ok GL
…Lo apprezzo GL

Sei ancora arrabbiato? MH

Certo! GL
Un po’ meno adesso GL
Le tue dichiarazioni d’affetto sono dannatamente contorte GL
Ma mi piacciono GL

Ehi non ho fatto nessuna dichiarazione d’affetto MH

Beh per me si invece, ora non litigare di nuovo GL

Ci vediamo domani MH

Certo GL

Grazie, Gregory MH

Migliori a vista d’occhio, la mia vicinanza è benefica per te :) GL

Tzè…pensala come vuoi…MH
Domani ciambella? MH

Non avevi detto che diventavo troppo smielato? GL

Forse domani ne avrò bisogno MH

Ma come sei carino <3 GL

Smettila di prendermi in giro MH

Domani mi farò perdonare, tu porta la ciambella :) GL

Affare fatto MH

Buonanotte, Mycroft GL

Sogni d’oro, Gregory MH

 
Il mattino dopo Mycroft entrò senza bussare nell’ufficio di Lestrade indossando un elegante completo grigio scuro abbinato ad una cravatta blu notte. Il detective gli fece un veloce cenno di saluto muovendo la testa mentre era al telefono. Negli istanti in cui era impegnato nella chiamata, non ascoltando una sola parola, completamente assorto dall’uomo sedutogli di fronte, pensò alla quasi innaturale eleganza di Mycroft, alla grazia con cui compiva i gesti più banali ed anche a come sarebbero state le sue mani lisce e profumate mentre scorrevano lungo il suo petto.
Quando la chiamata terminò Gregory si prese qualche istante in cui distolse gli occhi da Mycroft cercando di allontanare il pensiero dal maggiore degli Holmes.

“Sono le mie ciambelle queste?”

“Si! Te ne ho portato più di una perché non sapevo che glassa avresti preferito”

“Le ciambelle sono sempre buonissime in qualsiasi modo e a qualsiasi gusto”

“D’accordo! Ora smetti di parlare di dolci e mangia prima che arrivino i miei genitori!
Dovremmo elaborare un piano, io credo!”

“Mycroft, non essere ridicolo sono i tuoi genitori non c’è bisogno di nessun sotterfugio, vorranno solo sapere come stanno i suoi due figli. Ci parlerò io non ti preoccupare”


Detto questo Gregory si gettò sulla prima ciambella con una tale enfasi da sporcarsi fin sotto il naso e facendo quasi ridere Mycroft, per quanto la situazione dovesse sembrare surreale. Gregory poteva avvertire tutta la tensione dell’amico, i movimenti diventati più rigidi e meno fluenti, i denti serrati in una morsa, le nocche sbiancate e le tempie rese appena lucide da qualche goccia di sudore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vedere Mycroft in quella situazione. Solitamente era sempre lui l’uomo dai nervi saldi, il capo, il boss che dirigeva i lavori con pugno saldo, un leader dalle emozioni inesistenti e dalle decisioni irrevocabili e vederlo in quello stato era nuovo e frustrante. Il detective non si capacitava di come i genitori potessero avere un tale effetto su di lui: li aveva viste svariate volte ed erano sempre sembrate persone socievoli e disponibili, addirittura fin troppo normali per un carattere complesso come quello di Mycroft.
Il modo in cui Holmes fissava l’orologio con sguardo impaziente e sbuffando innumerevoli volte crebbe in Greg un moto di tenerezza nei confronti dell’amico che riuscì a stento a celare.

“Mycroft, davvero non ti devi preoccupare, prometto che farò in modo che nessuno ti assilli oggi; sei esausto, dovresti prenderti una vacanza”

Greg era certo che il sorriso che si fece largo tra i portapenne e le cartelle dei verbali sulla scrivania valesse le mille litigate di quei dieci lunghi anni.




Violet Holmes era una donna tosta, una madre da temere ed una moglie da stimare, intelligente, prevaricatrice ed anche un tantino -ma solo a fin di bene- manipolatrice. Aveva uno bizzarro effetto su tutti i membri maschili della famiglia Holmes, dal momento che era, forse, l’unico essere su tutta la faccia della terra, capace di zittirli con un solo sguardo.
Violet era però anche la più amorevole tra le madri, sempre attenta a cosa succedeva ai figli e costantemente preoccupata nonostante la grande distanza che li divideva e i molti anni trascorsi lontani.
Quando Violet entrò nell’ufficio senza bussare -cosa che Mycroft e Sherlock avevano sicuramente ereditato da lei- Gregory balzò in piedi e con un unico scatto raggiunse la porta. Era consapevole di non aver alcun obbligo verso quella famiglia, ma allo stesso tempo sentiva la necessità immotivata di piacere ai genitori di Mycroft.

“Mike, tuo padre mi aspetta in taxi, forza raccontami come sta Sherlock”

Gregory rimase un po’ spiazzato della totale indifferenza della signora nei suoi confronti, ma poi ricordandosi il cognome che portava non ci diede troppo peso, decise comunque di intervenire, infondo lo aveva promesso a Mycroft.

“Salve Signora Holmes, sono Gregory Lestrade, non so se si ricorda di me, ma ci siamo già visti qualche volta.”

“Oh Gregory, certo che maleducata!
Molto piacere di conoscerti, dovete perdonarmi, ma ho davvero molta fretta, dobbiamo vedere Sherlock al più presto”

“Mamma, Sherlock dovrebbe essere nel suo appartamento al 221B di Baker Street e se non lo trovi lì prova al S. Barths.
E per favore, mamma, sei pregata di pronunciare il mio nome correttamente dal momento che tu lo hai scelto”

“Oh Miky! comportati bene per una volta e smettila di fare tanto rumore per nulla, piuttosto come sta tuo fratello”


“Come sempre credo”

Gregory senti una leggera flessione nel tono della voce di Mycroft e colse che si stava per innervosire e di lì a poco avrebbe risposto con qualche sua battuta sagace, così aggiunse

“Signora Holmes, Sherlock non sta passando dei bei momenti in questo periodo, purtroppo tutti noi sappiamo perché. Credo che gli ci vorrà ancora un po’ di tempo per accettare il matrimonio e decidere cosa sia la scelta migliore da fare. Ma io e Mycroft ce ne stiamo occupando, Sherlock è fortunato… anche se può non sembrare così ha davvero un bravo fratello.”

“Grazie Gregory, la cosa più importante è che ora Sherlock stia bene, infondo è questo che fanno i fratelli maggiori, si preoccupano dei più piccoli, questo è il loro compito non è vero Mike?”


Improvvisamente proprio come era arrivata la signora Holmes scomparve di nuovo verso la porta.


Mycroft era in piedi di spalle, fissava la finestra con aria assorta. Una posizione che assumeva tante volte, la sua posizione, pensava Gregory.
Eppure questa volta poté percepire qualcosa di diverso, gli occhi vuoti e lontani, la testa reclinata appena a sinistra, la linea mesta delle spalle più incurvate del solito.

Greg gli si avvicinò piano, come ci si avvicina ad un animale impaurito. Conquistando centimetro dopo centimetro, sondando il terreno fino ad essere sicuro di non provocare nessuna reazione improvvisa.

“Sai, non sono solo loro a volerti bene. Se succede che tu passi in secondo piano nei loro pensieri, questo non vuol dire che non ci sia chi ti pensa sempre.
Non devi essere triste a causa loro.
E zitto, non dire una parola, perché so lo stesso come ti senti, caricato di ogni responsabilità, messo da parte, colpevole, non considerato.
Comunque rimarrai il primo pensiero di qualcuno, c’è sempre qualcuno a cui importa”


Greg parlava piano, soppesando ogni parola, bilanciando la cruda verità con un tono caldo e dolce.

Il suo fiato tiepido si scontrava contro l’orecchio di un Mycroft troppo scosso per riuscire a voltarsi e guardarlo in volto.

“Andiamo… a chi importerebbe?”.

Questa volta Gregory non aveva bisogno di altre parole, con cui comunque incespicava e faceva a lotta di continuo. Non c’era davvero bisogno di rispondere a quella domanda, non con qualcosa di razionale, non con una frase articolata.

Fece scivolare il suo tocco lungo tutta la lunghezza del braccio di Mycroft, dalla mano sino alla spalla, dove la sua mano si posò beandosi della morbidezza del tessuto.

Lo fece voltare lentamente, ma irremovibile nei suoi gesti.

La schiena di Mycroft ora toccava appena la finestra, mentre l’altra mano del detective inchiodava al muro il suo fianco destro.

Quando Gregory posò le labbra sulle sue Mycroft aveva ancora gli occhi aperti ed il cervello troppo indaffarato per capire di doverli chiudere.

Guardarsi negli occhi durante quel gesto fu un’esperienza tanto imbarazzante quanto intima.

Una miriade di informazioni da processare e poco tempo per farlo.

Il colore cioccolato degli occhi fissi e vicinissimi ai suoi, le labbra che sapevano di zucchero e di glassa al cioccolato, Gregory così caldo e piacevole addosso a lui, le mani grandi dell’altro che gli carezzavano i fianchi.

Quando il bacio finì e Mycroft imboccò la porta e di conseguenza le scale del grande stabilimento senza dire una parola, non aveva processato nemmeno la metà di tutti quei dati raccolti.


Gregory poggiò la fronte contro il vetro della finestra, sospirando forte e creando l’immagine di una Londra appannata. Un largo sorriso dipinse il suo volto. Dio solo sapeva che gran casino, ma, sì, ne era assolutamente valsa la pena.
 
   
 
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