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Autore: ClodiaSpirit_    26/07/2015    1 recensioni
Darren, un ragazzo ricco con una vita a dir poco perfetta. Una nuova scoperta lo porta quasi all'esasperazione, a perdere se stesso. Saprà non lasciarsi sfuggire via la sua vita? Cosa avrà in serbo per lui il destino? Chris, un ragazzo povero ma ricco d'animo, cresciuto senza la presenza dei suoi genitori e che ha saputo cavarsela fino ad adesso. Tutto si ricollega nel giorno in cui qualcuno fradicio e zuppo d'acqua si presenta davanti alla sua porta. Che cosa lo aspetterà?
Genere: Fluff, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 34.

 

 

Dieci anni dopo.

 

Darren e Chris, si ritrovavano sempre di più, in quella città che andava pian piano crescendo con il tempo. Era appena scoccato il nuovo anno e si ritrovavano a festeggiarlo, insieme. Era davvero surreale. Le luci, l'aria di festa, le carrozze che camminavano su e giù per le strade di Londra. I signori ben vestiti. Le signore, splendide nei loro abiti. I paesani invece, con gli occhi luccicanti di speranza in un avvenire migliore. Si festeggiava il nuovo anno e le nuove sorprese, scoperte. Si riscopriva l'aria di allegria e di gioia. Spesso i lampioni di quella grande città si spegnevano e rinchiudevano tutto nel buio e nell'aria fredda e umida che si respirava appena.

 

**

 

Gli anni erano passati ma, niente tendeva a distruggere ciò che era nato e cresciuto con così tanta attenzione e cura. La famosa eredità di Darren fece riflettere sia lui che Chris, per mesi. Passavano da una idea a un’altra senza sapere cosa fare. E cosa sarebbe andato bene. Dopo del tempo, entrambi avevano deciso cosa farne. Eh no, non andarono viverci. Quel posto ricordava troppa infanzia, tristezza e forse anche miseria. A Darren piaceva ricordare tutto quello ma non viverlo. Non di nuovo. Non voleva vivere sotto un tetto pieno di memorie spezzate e ancora vivide. Avrebbe voluto molto di meno e anche molto di più. Non avrebbe permesso che quelle paure e quegli angoli intrisi di misteri e rabbia incatenassero anche Chris. Così, la reggia fu venduta al miglior offerente. Con quei soldi, Darren e Chris trovarono una casa a pochi metri dal centro ma comunque in periferia e in un vicinato tranquillo. All’inizio il trasloco per loro fu traumatico. Chris, prese tutte le sue cose da casa di Marie. Darren invece, si ritrovò pochissime cose che gli appartenessero in quella piccola casa che era diventata la sua nuova dimora in quei mesi. E non faceva altro che ringraziare che tutto quello fosse accaduto a lui. Aver trovato persone come Marie o come Chris. O come Julie, lungo il viaggio. Marie pianse un po’, salutandoli. Per primo non si era resa conto di cosa stava succedendo finché, non avevano finito di preparare i loro bagagli. Li salutò. Stampò un grande bacio sulla guancia di Darren e abbracciò suo figlio Chris, tenendolo stretto a sé. Loro le avevano promesso che la sarebbero venuta a farle visita, nei giorni avanti. E lo stesso avrebbe potuto fare lei. Ovviamente, ci volle un po’ prima che i due si adattassero alla nuova aria. Alla nuova casa, da condividere. La casa era accogliente, spaziosa quanto bastava e non era costata poi molto. Aveva un giardino sul retro e si contavano poche case intorno. Avrebbero avuto pace e tranquillità. Una cucina a destra, due bagni, un salone, la loro camera da letto e altre due stanze più piccole. Una, venne addetta come magazzino per sistemare tutte le cose che avanzavano. L’altra, restò vuota. Darren e Chris avrebbero pensato solo a quella. Appena passò una settimana dal trasferimento, dovettero occuparsi di sistemare le ultime cose. Finalmente, poterono convivere.

 

 

 

Darren trovava soddisfazione in ciò che faceva. Il suo lavoro lo rendeva felice, così come Chris. Suonava il piano in alcuni locali di Londra e veniva ben pagato. Muoveva le sue mani sui tasti del suo pianoforte nero lucido e si lasciava trasportare dalla musica. Si sentiva libero, finalmente. Svuotato d’ansie e pensieri. Poteva lasciarsi andare sulle note e scatenare la sua felicità facendola vibrare sotto quei piccoli tasti bianchi e neri. Ritornava a casa e ritrovava la casa vuota. Metteva a posto alcune cose, sistemava e aspettava che Chris finisse il suo turno in libreria. Anche Chris, aveva trovato un lavoro di cui era pienamente felice. Amava i libri. Lo riportavano anche ad alcuni frammenti di ricordi con la persona che amava. E ciò che aveva fatto scoccare tra di loro, la parola. Perciò, quando lo avevano accettato e aveva ottenuto il posto come libraio, non solo aveva esultato con Darren ma, aveva festeggiato portandolo fuori a cena. Aveva offerto lui.

 

**

 

Il tempo era sempre bello ma a tratti brusco qualche volta. Pioveva. E nei casi peggiori, si scagliavano anche temporali. Luminosi e spettrali. E loro due gestivano come potevano i loro litigi. Perché capitava anche quello, nella loro relazione. A volte la convivenza non era per niente facile. Si urlavano contro. Qualche volta, Darren dubitava che Chris lo amasse quanto lo amava lui. E qualche volta, Chris si stupiva di quanto Darren conservasse ancora quel briciolo di insicurezza che lo rendeva solo più adorabile. Ci fu una volta in cui, entrambi non si parlarono per due giorni interi. Non si rivolsero la parola. Soltanto la seconda sera, risolsero tutto e si ritrovarono a fare l'amore fuori, sul retro del giardino, con due coperte addosso e con il sole che si sollevava nel cielo a guardarli. Era bello, svegliarsi insieme con le luci del mattino, nella loro casa che facevano ancora fatica a ritenere tale.   Più volte, Chris cercò di far cambiare idea a Darren o a convincerlo del posto che avevano determinate cose, in quella casa. O la suddivisione delle faccende quando entrambi staccavano dai loro turni di lavoro. E quando non veniva ascoltato allora, faceva finta di non avete più la lingua e faceva scena muta. Capitava di ritrovarsi a combattere o a riflettere senza interpellare l’altro. Darren doveva allora farsi perdonare solo come lui sapeva fare. Un giorno si era addirittura presentato con un mazzo di rose e si era inginocchiato, di fronte a Chris, e gli aveva chiesto di sposarlo. Chris si era commosso e rispondendo di sì, si era ritrovato a baciarlo forte. Così, avvinghiati e puramente loro stessi.

 

 

**

 

Non essendo ancora accettati dallo stato, in quegli anni, tennero una piccola cerimonia, sul retro della loro casa. Invitarono Marie, Henry e Julie, la quale, si era comprata un vestito per l'occasione che gli era costato uno stipendio intero. Per l'abito di Chris invece, Marie gliene cucì uno apposta. Non era un vestito da negozio ma ci assomigliava. E poteva anche essere meglio delle cuciture d'alta moda londinese o importata del momento. Indossato, sembrava un sogno. Chris non si sarebbe aspettato niente del genere. Neanche in un giorno come quello. Non si sarebbe neanche aspettato quel giorno, in verità. Quando, con le lacrime agli occhi, aveva attraversato quel piccolo viale di ciottoli, in giardino. Julie e Marie insieme ai consigli di Harry, avevano piantato dei bellissimi fiori due settimane prima a insaputa di Darren e Chris. Attraversando quel cortile, adornato ad entrambi i lati di fiori bianchi e semplici, Chris vide Darren in fondo, più bello che mai. Appena prese le sue mani e si ritrovò davanti quello spettacolo, si sentì davvero tramortito da tutte quelle emozioni che percorrevano tutto il suo corpo. Darren, aveva comprato due fedi e aveva incaricato un uomo di chiesa per sposarli. Ovviamente, non si trattava di qualcuno molto conosciuto dalla chiesa nel centro di Londra. Si trattava di un suo collega di lavoro. Anche altri loro amici conosciuti sul lavoro, erano stati invitati. E a loro andava benissimo. A loro non importava che fossero due uomini. Accettavano l'amore che doveva essere amore e nient'altro. Non qualcosa da accusare. O da additare contro. Quando Darren mise l'anello al dito di Chris e lui fece lo stesso, quasi non poteva crederci. E appena il loro amico, fece pronunciare loro i voti e diede il permesso affinché si baciassero quasi, si persero nelle loro labbra. I battiti del cuore uno contro il petto dell'altro. Applausi, risate, cibo e tante chiacchiere. Fu una giornata da ricordare. Darren e Chris che ballavano lentamente, stretti l'uno all'altro, con quella lieve melodia suonata da alcuni artisti invitati anch'essi al matrimonio. Il suono dei violini e degli archi. Leggero e soffice. Chris ballava anche meglio del suo stesso marito, adesso. Lo aveva superato. E così tra una giravolta e l'altra, venne sera e gli invitati salutarono i nuovi e freschi sposi, lasciandoli al caldo delle loro coperte e del loro cielo. Quella sera, fu la prima volta che dormivano insieme da sposati. Si toccarono per l'ennesima volta ma in modo diverso e ancora più profondo. Si baciarono e cercarono di approfondire ancora di più il contatto dei loro corpi. Si legarono come fili solidi e indissolubili. Le loro anime intrecciate ai loro corpi, fatti per amarsi e studiarsi. Quasi, si fusero insieme. Due anime e un solo corpo. Quella nottata fu forse ancora più bella della loro prima volta e si addormentarono, guardandosi anche ad occhi chiusi. Vicini. E irraggiungibili dall'odio e dall'ignoranza.

 

 

 

 

Una sera, mangiavano tranquilli, in casa. Era febbraio. E il freddo penetrava anche dentro le ossa. La tavola apparecchiata. Le posate, i tovaglioli. Tutte cose, comprate con i loro soldi e guadagnate. Il tempo non era dei migliori. Nuvole oscuravano la luna e dominavano il cielo, blu scuro. Una sola finestra era aperta, quella che dava fuori, sulla porta, di quella piccola stanza che era rimasta vuota e non avevano utilizzato. Tutte le luci di casa accese. Fuori non era completamente buio e quasi tutti i vicini, sembravano essere usciti o dormire. Darren e Chris si gustavano la loro cena, in silenzio. Quando finirono, sparecchiarono e Darren cominciò a mettere a posto, andando verso il lavabo per lavare i piatti e il resto. Chris stava per fare lo stesso ma, bussarono alla porta.      
« Chris, vai tu? Io per adesso, non posso. Ho le mani piene di sapone. » urlò Darren, dalla cucina. Chris, finì di lavarsi le mani, uscì dal bagno e si diresse verso la porta. Appena arrivò, chiese chi fosse.                                                                 « Sì, chi è? » chiese, aprendo piano la porta e lasciando entrare quel bagliore delle luci, posizionate ai fianchi dell’entrata. Nessuno rispose. Chris allora, aprì un po’ di più la porta e guardò fuori. Prese visuale di tutto il vicinato lì intorno. Non vedeva nessuno. Provò a guardare meglio ma niente. Pensò fosse uno scherzo ma proprio quando, stava per chiudere la porta, qualcosa attirò la sua attenzione. Il suo sguardo fu catturato in basso, proprio sull’uscio della porta. Un piccolo cesto, si trovava al centro e sembrava esserci qualcosa dentro. Chris si abbassò piano e nello stesso modo, scostò una piccola coperta che aveva appena notato. Un bambino era avvolto dentro e dormiva. Quella vista, intenerì Chris così tanto che quasi, pensò di portarlo subito dentro ma evitò. Guardò quella creatura che respirava piano, a ritmi regolari.
« Chris, chi è? » sentì Darren urlare, dentro. La porta ancora aperta e una piccola brezza che entrava dentro. Era un piccolo bambino, coperto da una copertina blu, con quei pochi capelli e quel viso ingenuo, la bocca dischiusa. Chris si lasciò rapire da ciò che guardava. Certo, aveva visto anche altri bambini in vita sua ma, restò stupito da come qualcuno potesse lasciare una creatura così bella, in balia alle intemperie e alla fame.  «Chris, sei ancora lì fuori? » sentì di nuovo Darren, da dentro.   Passò qualche minuto e subito Darren, pulitosi le mani su un asciugamano lì in cucina, uscì fuori, raggiungendo Chris. « Si può sapere che cosa-»                
« Sssh. » sussurrò Chris. Gli indicò il cesto che aveva davanti. Darren, si avvicinò e si accovacciò accanto a Chris, per guardare meglio. Inutile dire, che resto incantato. I suoi occhi si illuminarono vedendo quel fagotto coperto e protetto da quel cestino davvero troppo piccolo e scomodo. Chris molto delicatamente, avvicinò le mani al piccolo cesto e scostando ancora di più la coperta, prese quel piccolo corpo tra le sue braccia. Lo adagiò vicino al suo petto dolcemente.  
« Lo hanno lasciato qui. Questa creatura perfetta e innocente, lasciata da sola. Come si fa a lasciare un amore così? »  Darren osservava il modo in cui Chris teneva in braccio quel bambino. Lo teneva a sé come se fosse la cosa più naturale del mondo. Guardava i suoi occhi che ridevano. E guardava quelli del neonato. Subito pensò a quanto sarebbe stato bello poter aver qualcuno di cui occuparsi, da poter crescere. Qualcun altro da poter amare.                                                                                                                                «Non  possiamo lasciarlo qui. » disse all’improvviso. Chris si voltò a guardarlo. « So che potrà suonare pazzo e folle. So che non sarà riconosciuto come nostro, se non un giorno, lontano. So che sarà difficile, ma impareremo. Saremo qui per lui. Saremo sempre presenti per lui. E non importa se ci metteremo tanto per capirlo e fare la cosa giusta. Impareremo anche quello. E se non lo hanno voluto, ci sarà un motivo no? » Chris teneva gli occhi fissi sul bambino e poi su suo marito. Darren fece un respiro profondo e continuò. « Potrei insegnargli a suonare. Tu a leggere. Faremo tutte quelle cose che a noi non sono state concesse. Lo lasceremo libero. Libero di scegliere. E potremo fare tante di quelle cose e nuove e-» Chris mise un dito sulla bocca di Darren, fermandolo. I suoi occhi lucidi, gli accarezzavano il volto, insieme alla mano libera sulla sua guancia.  
« Darren lo voglio anch’io. Voglio crescerlo. E voglio farlo insieme a te. » Il sorriso circondò il suo corpo e si avvicinò quel poco che bastava alla sua spalla, per guardare insieme, quel piccolo dono.  « Impareremo ad essere genitori. E se non i migliori, dei buoni genitori. » Chris avvicinò il viso di suo marito al suo e lo baciò. « Gli insegnerai a ballare. E anche a cantare. Gli insegneremo la vita e i suoi dolori. » Darren poteva giurare di aver visto delle gemme preziose al posto degli occhi di Chris perché erano luminose e lì, disumane. « Lo faremo, insieme. » sussurrò.  Rimasero ancora un po’ lì, immobili e silenziosi. Poi, Chris avvolse il bambino nella sua coperta ed entrò dentro, sempre tenendolo in braccio. Darren, allora si alzò piano ma prima di entrare, si girò, guardando bene ciò che lo circondava. Anche lui, non vedeva nessuno. Niente. Un vicinato buio e polveroso. Appena si girò di nuovo, ebbe l’impressione di essere osservato. Si girò ancora una volta e ancora non trovò nessuno. Poi aguzzando la vista, notò una figura piccola in lontananza. Le movenze lente e piccoli passi. Dava l’aria di qualcuno di familiare. La figura continuava il suo viaggio. A un certo punto, si girò. Darren sgranò gli occhi.  Due occhi violacei gli sorrisero da lontano.

 

 

 

 

 

¦ Claudia' space:  Ed eccoci qua. La fine. Sto quasi per piangere. Ma risparmieremo le lacrime a dopo. Prima di arrivare proprio all’ultima parte di questo discorso, vorrei dire un bel po’ di cose. Intanto… ZANZANZAAAAAN quanti di voi hanno riconosciuto la vecchietta? Non chiedetemi perché ma, era in vena di buone azioni. O forse voleva soltanto rendere Darren e Chris più felice. O soltanto dare una casa a quel piccolo pargolo. Ora, vorrei parlare del bambino. Non so voi, ma io e Rob vedevamo benissimo loro due con un piccolino così dolce e tenero e che forse li porterà ad affrontare cose ancora più difficili çwç ( anche se lei, aveva proposto bambina ma, io preferivo il maschietto gne :3 ). E poi anche il modo in cui viene trovato, fa molto film o storia romantica. Invece, il tocco fantasy alla fine ci stava. D’altra parte, è tutto iniziato grazie alla vecchietta creepy, nah? Per ultimo, vorrei ringraziare tutti. Davvero, fino a qualche tempo fa non pensavamo assolutamente che questa storia sarebbe potuta interessare a nessuno. E invece adesso, guardando le visualizzazioni, mi si stringe il cuore di felicità. Grazie. Davvero. E grazie anche alla mia compagna di crimini e.e Seriamente, io amo sempre lavorare con te, Robs. Siamo come due anime gemelle. E anche se lontane, siamo comunque vicine. Grazie per aver accettato di lavorare con me a questa storia. Per un seguito, sinceramente penso che ci penseremo ma per ora è più no, che si. Inoltre abbiamo altri progetti in mente. Uno in particolare a cui inizieremo presto a lavorare. Anyway, vi ringrazio ancora e ci vediamo, alla prossima! 

 

 

 

¦ Roberta' space: Questo é l'ultimo salve che vi rivolgo. L'ultimo di questa storia, intendiamoci! SALVE PRODI! Siamo finalmente arrivati all'ultimo capitolo... Non pensavo di concludere questo piccolo capolavoro personale, di sentirmi così orgogliosa del mio lavoro e di quello di Claudia. É stata una bella avventura scrivere di Chris e Darren e del loro amore calato in un'epoca lontana, descrivere fatti, sensazioni e ambientazioni. A volte é stata dura, ma sono contenta di esserci riuscita. L'epoca vittoriana é sempre stata la mia preferita e desideravo da tanto scriverci qualcosa su. Io e Claudia abbiamo fatto passare ai Crisscolfer tante cose, se mai leggeranno questa ff, probabilmente ci odieranno AHAHA É stata una piccola ma grande gioia veder crescere il numero di visualizzazioni, di recensioni, di apprezzamenti; ogni microscopico complimento ci invogliava a continuare. Abbiamo amato ogni personaggio reale ed inventato e penso che non andranno mai via dai nostri cuori, come dei figli. Speriamo di avervi trasmesso belle emozioni, magari qualche passione. Speriamo che tutto questo vi sia stato di gradimento e ci scusiamo ancora per i disagi riguardanti la pubblicazione. Detto questo, vi dico un arrivederci perché... Chissà, magari arriverà una nuova storia... Chissà… :D Grazie a voi lettori, di cuore. Robs.

 

   
 
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