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Autore: milly92    24/01/2009    7 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Non Me Lo So Spiegare 1

Ciao!

Eccovi questo nuovo capitolo, in cui la nostra Deb compirà i suoi attesissimi 16 anni… E Niko ritornerà ad essere l’idiota di qualche capitolo fa!

Grazie mille a:

95_angy_95: Sono d’accordo con te, sono proprio la coppia perfetta! Cosa combinerà Niko, dici? Mmm… Te  lo lascio scoprire leggendo il cap, non vorrei rovinarti la sorpresa! ^^

kirya: Grazie mille! ^^ Hai perfettamente ragione, quei decerebrati non capiscono un tubo, hanno in testa solo la finale, la vittoria e la gelosia! Ma comunque Deb e Andrea non si scoraggeranno,  tranquilla! ^^

Giulls: Carissima, benvenuta anche tu nel club delle Deb-Andrea, ihih! E Deb mollerà un ceffone a Niko perché… Te lo lascio scoprire leggendo il cap, anche se forse puoi immaginarlo ^^

A mercoledì,

la vostra milly92.

 

Capitolo 37

Non Me Lo So Spiegare

Il venerdì pomeriggio, il giorno prima del mio sedicesimo compleanno, me ne stavo nel soggiorno con lo zio Max, visto che i Gold Boyz e Niko erano a RTL per un’intervista e Lara era al CPM per il suo inedito, che era stato ulteriormente modificato. Così Samanta e Dario se ne stavano in giardino e Daniele studiava, cosa che anche io cercavo di fare in assenza di Andrea.

“Cammini per strada mangiando una mela coi libri di scuola, ti piace studiare non te ne devi vergognare…”.

Alzai lo sguardo dal libro di italiano, giusto in tempo per vedere Max sorridermi da sopra la chitarra. Ironia della sorte, gli era stato assegnata proprio “Alba chiara” come brano da portare alla fiale. Sorrisi come un’ebete ricordando quando Andrea me l’aveva cantata.

“Sei diversa, nipotina, c’è qualcosa che dovresti dirmi?”.

 “Cosa? Io? No, niente…” risposi confusa, distraendomi dal libro di italiano.

Ormai il fatto della “storia”  tra me ed Andrea si era saputo, e le cose erano un po’ migliorate anche se Daniele mi parlava a stento e Niko era freddo e distaccato con noi due. Max, invece, aveva accettato la cosa con un sorriso, anche se sapevo che era dispiaciuto per il fatto che rimanesse poco tempo alla fine del programma.

“Sarà, ma ti vedo un po’ mogia” insistette, posando la chitarra ed avvicinandosi.

“Ma no, forse è semplicemente che tu, essendo al settimo cielo, interpreti in modo diverso la normalità” risposi, sentendomi un improvviso pugno allo stomaco nel dire quelle parole.

“No, ti conosco, e so che c’è qualcosa che ti turba” disse in tono definitivo. “E’ successo qualcosa con Andrea?”.

“No, anzi, forse il problema è che le cose vanno fin troppo bene…” spiegai. Era vero, le mie giornate erano davvero felici dopo tanto, le passavo sempre in compagnia di Andrea e della sua dolcezza, e il pensiero che da lì a quattro giorni ci sarebbe stato l’addio era davvero brutto, insomma, era come se la durata della nostra storia fosse stata stabilita, ed in un certo senso era vero.

Come avrei fatto? Il solo pensiero di starmene nella mia città mentre lui era in giro per i vari concerti, di doverlo salutare, di vederlo in tv in compagnia di chissà chi , di sentirlo così lontano mi mandava in tilt …

“Capisco, è una cosa orrenda. Ma è proprio vero che il destino esiste, tu sei venuta qui cotta di Niko e poi hai perso la testa per un altro…” mormorò Max comprensivo. “Ma nessuno può dire che non vi rivedrete più, forse quando crescerai potrai raggiungerlo…”.

“Max, non dire così, si sa che non è vero! Le nostre strade si divideranno, e di sicuro a breve lo vedrò su alcune riviste abbracciato a qualche attrice…” dissi sconfortata, mentre il solo immaginare la cosa mi procurava un forte mal di stomaco.

“E’ la vita, piccolina, cosa vuoi farci…”.

Il solo fatto che non mentisse per dire che non era vero mi fece sentire ancora peggio, e ricambiai a stento la stretta quando mi abbracciò, dato che non sapeva più cosa dire. Guardò il libro di italiano, scrollando le spalle.

“Io vado a provare, ti lascio allo studio” si congedò, dandomi un bacio sulla fronte e alzandosi.

Annuii, anche se ormai la voglia di studiare era andata a farsi benedire,  e dopo dieci minuti mi ritrovai a leggere lo stesso paragrafo per la quinta volta senza capirci niente. Mi ci vollero numerosi sforzi per fare la parafrasi della poesia “Lavandare” di Pascoli  e altrettanti per impararla, ma per fortuna terminai per le sette, un po’ soddisfatta dato che dovevo solo dedicarmi alla chimica e alla storia.

“Eccoci qui!”.

Erano le sette e mezzo quando i ragazzi ritornarono dall’intervista, e sobbalzai udendo la voce allegra e gaia di Francesco.

“Ehi, siete tornati” lo accolsi, alzandomi dal divano.

“Si, ma non sai che figata!” esclamò ridendo.

“Perché? Cosa è successo?” domandai curiosamente.

“In poche parole quello che ci stava intervistando ha chiesto se si era formata qualche relazione all’interno del loft….”.

“Ed Andrea è arrossito come un pomodoro…” terminò Giuseppe.

“Undicesimo comandamento! Rispettatelo,e che cavolo!” trillò Andrea entrando. Lo guardai, immobilizandomi quasi, e lui mi rivolse il suo solito sorriso affettuoso. Cavoli, si faceva sempre più bello, non mi sarei mai scocciata di contemplarlo… “Ciao, piccola, mi sei mancata tantissimo” mi disse avvicinandosi e stringendomi a sé. Mi asciai cullare, sentendo le sue mani circondarmi la schiena, e mi persi nel suo profumo.

“Ma cosa mi combini!” lo rimproverai allegramente, mentre mi salutava con un bacio e Niko, che stava entrando, si fermò di botto, uscendo dalla stanza con la scusa per il fatto che avevano bussato alla porta.

Si sentirono delle risate e poi un grande: “Oddio, Tiziano…!”.

“Ma cosa succede?” chiesi, uscendo dalla stanza. Mi diressi all’ingresso, e rimasi di sasso vedendo che davanti alla porta ancora aperta c’era Lara insieme a Tiziano Ferro, entrambi sorridenti.

“Oh, Tiziano F-F…. Oddio!” esclamai, avvicinandomi, sicura di aver preso una svista.

Ma era proprio Tiziano Ferro, con indosso dei jeans ed una camicia bordeaux , i capelli con il solito taglio che sfoderava i suo miglior sorriso mentre si girava verso di me.

“Ciao, tu sei Debora, giusto?” disse avvicinandosi e porgendomi la mano.

“S-Si, s-sono i-io… P-Piacere…” risposi, stringendola a stento.

“Sono venuto qui come regalo pre-finale” spiegò.

 “Che onore conoscerti, Tiziano!” dichiarò Andrea allegro, raggiungendoci.“Sei uno dei miei cantanti preferiti dal tuo primo album!”.

“E’ un onore per me ad essere onesti, ormai voi protagonisti di Music’s Planet siete dei piccoli miti per noi cantanti che vi seguiamo da casa….” rivelò, mentre ci dirigevamo tutti in salotto e Tiziano diceva che si sarebbe fermato per cena.

Tiziano Ferro era stato il mio ”Primo amore musicale”, ricordo quando, a dieci anni, guardavo i vari programmi musicali solo per guardare la sua esibizione di “Xdono” e immaginare di essere una di quelle ragazze che afferrava la rosa che lui lanciava…. Quindi immaginatevi cosa poteva rappresentare per me averlo lì!

“Io amo 111” dichiarai mentre eravamo in cucina e lui aveva insistito per aiutarmi ad apparecchiare. Io che apparecchiavo la tavola in compagnia di Tiziano Ferro, vi rendete conto?

“Mi fa piacere, dopotutto quella canzone rappresenta molto, è la testimonianza del mio calo di peso e di tutto quello che c’è stato dietro…” spiegò.

“Deb, Tiziano, dite cheese!”.

Alzai lo sguardo, trovandomi davanti Andrea che ci scattava una foto con la mia digitale.

“Cheese!” dicemmo all’unisono.

“Hai avuto una bella idea, grazie!” esclamai. “Tiziano, ti va di fartene una più decente?” chiesi timidamente.

“Ma certo, Debora” rispose lui, senza smettere di sorridere.

Fu così che passammo la serata tra foto e racconti.

“Niko, mi ricordi un po’ me ad essere onesto,e poi la mia prima produttrice discografica assomigliava molto a lei…” disse mentre cenavamo.

Niko annuì vivacemente. “Si, è davvero brava Maria, è sincera e questa è una bellissima cosa…”.

 “Allora, Tiziano, non dirmi che vuoi andartene senza averci cantato qualcosa!” esordì Max dopo cena, conducendolo vicino la testiera e i vari strumenti musicali.

“Ma che, scherzi! Cantare con voi è l’ultima cosa che mi perderei…” rispose Tiziano entusiasta, prendendo il microfono e sedendosi dietro la tastiera, provando alcuni accordi.

Ci sedemmo tutti a cerchio intorno a lui, e lui iniziò a fare le note di “Sere Nere”. “Questa l’hai cantata tu, vero Niko? E se non sbaglio te la consigliò Debora dato che era la tua life coach….”.

“Si” rispose lui rigidamente, alzandosi.

All’improvviso mi sentii annebbiare la vista dai ricordi: le prime prove, il finto litigio con Maria, l’ansia per il televoto, la mia cotta per lui… Quasi non mi resi conto che avevano iniziato  a cantare.

Mi emozionai, e lo fui ancora di più quando Andrea si unì a loro, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Niko.

“… Ho levigato la tua assenza solo con le mie braccia, e più mi vorrai, meno mi vedrai, meno mi vorrai e più sarò con te, con te, con te, lo giuro…”.

Rimasi a guardarlo emozionata, dato che mi stava guardando e Tiziano faceva una faccia compiaciuta.

Alla fine applaudimmo, ancora emozionati. Quella canzone mi faceva uno strano effetto, in effetti poteva essere la canzone di quell’avventura, che avevo ascoltato appena arrivata e quasi alla fine di quel viaggio da entrambe le persone che mi avevano fatto battere il cuore.

Eppure poco dopo salutammo Tiziano, con un piccolo nodo al cuore dato che ognuno di noi avrebbe preferito restare lì a cantare a ascoltare canzoni invece di andare a dormire.

“Ciao, Tiziano” lo salutai.

“Ciao, Debora! Ci vediamo martedì, sarò in studio con voi e premierò chi vincerà!” mi informò, mentre a quella notizia tutti si voltavano verso di lui.

Era mezzanotte passata quando andammo a dormire, e quando guardai l’orologio ricevetti un tuffo al cuore: avevo sedici anni! Ma nessuno sembrò ricordarsene… Ci rimasi un po’ male ad essere onesta, anche se lì dentro si perdeva la cognizione del tempo.

Mi addormentai con molta difficoltà, e alle quattro ero di nuovo sveglia. Presi la macchina fotografica ed iniziai  a vedere le varie foto che avevo scattato in quelle settimane, sorridendo e ricordando i vari momenti. C’eravamo io e Tiziano, i ragazzi che facevano colazione, Lara che cucinava, Samanta che battibeccava con Niko, ed io e Andrea che ci baciavamo… Quella foto ce l’aveva scattata Giuseppe il giorno prima, di soppiatto, ma non avevo il coraggio di cancellarla, era perfetta! Non mi ero mai scattata una foto del genere con un ragazzo…

Alzai lo sguardo quando sentii la porta aprirsi di scatto, ma mi rilassai quando vidi che era Andrea che entrava furtivamente.

Mi fece cenno di avvicinarmi, così posai la macchina fotografica e mi ci avvicinai, chiudendo la porta alle mie spalle.

“Credevo stessi dormendo, amore!” disse  a bassa voce.

“Mi sono svegliata una decina di minuti fa, non avevo sonno! Tu, piuttosto?” chiesi, mentre lo seguivo lontano dalla stanza.

“Si, anche io, così ho preparato una piccola sorpresa visto che i ragazzi sono andati a dormire sul terrazzo per il caldo… Vieni” disse, prendendomi per mano e conducendomi nella stanza che divideva con gli altri tre. Entrai, e rimasi stupita quando vidi che la stanza era illuminata da candele profumate e adornate da rose rosse. Chiuse la porta e accese lo stereo ad un bassissimo volume, mentre la voce di Dido con “Who makes you feel”  inondava lievemente la stanza.

Si è ricordato del compleanno, allora!

“A… cosa devo… tutto questo?” chiesi ancora spiazzata. Mi aspettavo un bel “E’ per il tuo compleanno!” ma purtroppo non fu questa la risposta.

“Al fatto che oggi non abbiamo proprio trascorso del tempo insieme” mi rispose, prima di abbracciarmi da dietro e darmi un lieve bacio sul collo.

Era quasi tutto perfetto, ma non sapevo perché sentivo un piccolo nodo alla gola, un pensiero mi stava invadendo la mente: mi immaginavo la stessa scena che aveva per protagonisti lui ed Rossella.

Andrea continuò a baciarmi, arrivando lentamente alle mie labbra, ma con quel pensiero fisso in testa non riuscii a fare altro che allontanarlo brutalmente.

Mi guardò senza capire, ed aveva ragione.

 “Scusami…” iniziai a dire, mentre iniziavo a sentirmi decisamente stupida per tutte quelle preoccupazioni. A cosa serviva? E anche se fosse? Che senso aveva? Tra qualche giorno ci saremmo dovuti salutare…

Andrea mi guardava con una strana espressione preoccupata, mentre si sedeva sul letto ed io lo imitavo.

“Hai mai fatto tutto questo per Rossella?” chiesi all’improvviso.

Lui fece una faccia rilassata appena sputai il rospo, e fece una piccola risata.

“Ah, è per questo! Ma no, nn ho mai fatto tutto questo per lei, le nostre serate erano molto meno romaniche, con lei non me ne fregavo di nulla…!” rivelò con voce schietta. “Mi credi?” aggiunse, avvicinandosi e accarezzandomi il viso lentamente.

“Si…” soffiai a voce bassissima, accennando un sorriso. “Scusami, non dovevo…”.

“Eh si, non dovevi, ma non ti sarà facile distruggere quest’atmosfera, piccolina…” ironizzò, baciandomi, mentre la canzone terminava e iniziava “I will be” di Avril Lavigne. “Mi sei mancata oggi” aggiunse, mentre prendeva una rosa e la metteva tra i miei capelli.

“Anche tu… Anche se senza te ho studiato molto di più”.

“Ah ah, ed io ho provato meglio!”.

Iniziammo a battibeccare così, finchè non finimmo per starcene abbracciati sul tappeto a guardare fuori da quella bassa finestra.

“Tu ci sarai?” chiesi lievemente, mentre le note della canzone proseguivano.

“Cosa?” chiese Andrea, che aveva ripreso a giocare con i miei riccioli.

“La canzone di Avril, dice “Io ci sarò…”. E tu?”.

“In realtà è “io sarò”, comunque… Farò il possibile per esserci, lo sai, ma sai anche che dopo martedì sarà impossibile poter stare ancora insieme…”. 

“Lo so, lo so… La mia unica paura è che quando verrò ai vostri concerti tu sarai così preso dagli autografi da non avere tre secondi per salutarmi… E ho una gran paura di vederti in tv al fianco di qualche cantante o attrice famosa…” dissi con la voce rauca, cercando di non piangere.

Per tutta risposta strinse la mia mano nella sua, facendomi rimanere un po’ male. Quanto avrei voluto che avesse risposto: “No, non succederà, tranquilla”.

Ma non si può chiedere alle cose impossibili di non accadere, giusto? E lui non mi voleva illudere, lo sapevo.

E faceva bene.

“… Un po’ mi manca l’aria che tirava, o semplicemente la tua bianca schiena. E quell’orologio non girava, stava fermo da mattina a sera, come me lui ti fissava. Io non piango mai per te, non farò mai niente di simile. Si lo ammetto, un po’ ti penso ma mi scanso e non mi tocchi più. Solo che pensavo a quant’è inutile farneticare….

Fu quella canzone, “Non me lo so spiegare”, a risvegliarci da quel silenzio un po’ imbarazzante. “Tiziano ci ha seguito” dissi lentamente.

“Si, e questa canzone ci ha azzeccato! Mi rivedo così, tra un po’ di tempo a pensare queste cose…” rispose, aumentando la stretta e dandomi un bacio sulla guancia.

“E perché?” chiesi.

Andrea scrollò le spalle, mentre davanti a noi sorgeva l’alba, bella, che colorava il cielo di un colore tra l’azzurro e il rosa.

“Non me lo so spiegare”.

“Anche io non me lo so spiegare” dissi.

“Cosa?”

“Il fatto che mi stai regalando un bellissimo compleanno senza saperlo…” risposi, decidendo di sputare il rospo. Era vero, involontariamente mi aveva fatto quella bellissima sorpresa.

Andrea si alzò di botto, prendendo l’orologio digitale dal comodino e controllando.

01 Giugno 2008, 05:03.

“Oddio, amore, scusami, non sapevo fosse il primo giugno!” si scusò, più pallido che mai, mentre si buttava una mano sulla fronte come a volersi dare dello stupido. “Buon compleanno!” esclamò, prendendo una delle rose e porgendomele.

“Grazie amore”.

Questa volta fui io a baciarlo, sotto le note di “True” degli Spandao Ballet, ma ci separammo di botto quando la porta si aprì di scatto, rivelando Niko.

“Andrea, puoi abbass… Oh” mormorò, vedendoci, e il suo sguardo si fermò sulla spallina abbassata del mio prendisole rosa, che era caduta dato che mi andava un po’ grande. “Scusate, ma sapete, a quest’ora le altre persone dormono” sbottò, fraintendendo tutto.

“Cosa vorresti dire?” dissi, scocciata da tutte le varie frecciatine che sputava da vari giorni.

“Che dovete fare i cavoli vostri senza disturbarci!” rispose, prima di fare per allontanarsi.

“Ehi, Niko, aspetta” lo bloccò Andrea alzandosi.

“Cosa c’è?” sbottò scocciato.

“La devi finire di insinuare cose inesistenti! E poi non sono fatti tuoi” aggiunse, levando un sopracciglio mentre io mi alzavo per raggiungerli.

“Oh, beh, non erano fatti tuoi nemmeno quando te ne stavi con Rossella, vero? Tanto cosa te ne frega, eh?” rispose l’altro con il viso più rosso, mentre Andrea apriva la bocca scioccato.

“Ma cosa vuoi dire? A me sembra che tu abbia contribuito al club dei gelosi con Daniele!”.

“Eh? Ma taci, solo perché ora ci stai insieme credi di stare con Paris Hilton! Ma chi t’invidia!”. 

“Cosa hai detto?” sbottai, intromettendomi. “Me l’ero dimenticato, il lord del cavolo! Tu sei il classico tipo che, come la volpe, non si avvicina all’uva buona quando sa di non poterci arrivare!”. 

Ci guardammo con un’occhiata furente, mentre Andrea approvava.

“Ma che film ti sei fatta in testa? Ti sei davvero montata con tutte le stronzate che quest’uomo di niente ti ha rifilato!” continuò Niko sprezzante.

“Come lo hai chiamato?” urlai, prima di guardarmi la mano arrossata: gli avevo appena dato uno schiaffo abbastanza sonoro.

“Deb, allontanati, non lo ascoltare…” disse Andrea, allontanandomi da Niko, che era ancora preso dal massaggiarsi la guancia.

Non mi sentivo affatto pentita, quell’offesa era stata davvero troppo.

“Allora, vuoi dirmi che problemi ti creiamo?” chiesi infine Andrea, guardandolo freddamente.

Ma Niko se ne andò facendo un verso sprezzante, senza degnarlo di una risposta.

“Come credevo, ora si spiega tutto,anche se prima non me lo sapevo davvero spiegare…”. 

“Che cosa?” chiesi esitante, ancora intenta nel pensare alla faccia tosta che aveva quel ragazzo.

“E’ semplicemente geloso”.

“Amore, non credi di essere un po’ monotono? Anche con me dicevi sempre questo…”.

Andrea mi sorrise. “Ed avevo ragione, no?”.

 

Qualche Anticipazione:

 

“Daniele, come ti sei permesso di leggere la lettera?” urlai, irrompendo nella sua stanza e sventolando il foglio, mentre stava leggendo un libro.

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“Questa sono io?” chiesi incredula, sorridendo.

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“Oggi il mio gruppo aveva la registrazione dell’inedito! Me lo sono perso!” esclamai, sentendo un vuoto allo stomaco.

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“Debora, vuoi dire qualcosa a queste persone che ti hanno raggiunta fin qui per festeggiarti?” chiese infine, porgendomi il microfono, che presi in mano senza esitare. Un discorso, un minimo ringraziamento ci voleva.

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“Ti piacerebbe. Non allevierò i tuoi sensi di colpa, mi dispiace” disse in tono freddo Daniele, lasciandomi scioccata, sorpassandomi e andando chissà dove.

 

  
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