Ciao!
Eccovi
questo nuovo capitolo, in cui la nostra Deb compirà i suoi attesissimi 16 anni…
E Niko ritornerà ad essere l’idiota di qualche capitolo fa!
Grazie
mille a:
95_angy_95: Sono d’accordo con te, sono proprio la coppia
perfetta! Cosa combinerà Niko, dici? Mmm… Te
lo lascio scoprire leggendo il cap, non vorrei rovinarti la sorpresa! ^^
kirya: Grazie mille! ^^ Hai perfettamente ragione, quei decerebrati non
capiscono un tubo, hanno in testa solo la finale, la vittoria e la gelosia! Ma
comunque Deb e Andrea non si scoraggeranno,
tranquilla! ^^
Giulls: Carissima, benvenuta anche tu nel club delle
Deb-Andrea, ihih! E Deb mollerà un ceffone a Niko perché… Te lo lascio scoprire
leggendo il cap, anche se forse puoi immaginarlo ^^
A
mercoledì,
la
vostra milly92.
Capitolo 37
Non Me Lo So Spiegare
Il
venerdì pomeriggio, il giorno prima del mio sedicesimo compleanno, me ne stavo
nel soggiorno con lo zio Max, visto che i Gold Boyz e Niko erano a RTL per
un’intervista e Lara era al CPM per il suo inedito, che era stato ulteriormente
modificato. Così Samanta e Dario se ne stavano in giardino e Daniele studiava,
cosa che anche io cercavo di fare in assenza di Andrea.
“Cammini per
strada mangiando una mela coi libri di scuola, ti piace studiare non te ne devi vergognare…”.
Alzai
lo sguardo dal libro di italiano, giusto in tempo per vedere Max sorridermi da
sopra la chitarra. Ironia della sorte, gli era stato assegnata proprio “Alba
chiara” come brano da portare alla fiale. Sorrisi come un’ebete ricordando
quando Andrea me l’aveva cantata.
“Sei
diversa, nipotina, c’è qualcosa che dovresti dirmi?”.
“Cosa? Io? No, niente…” risposi confusa,
distraendomi dal libro di italiano.
Ormai
il fatto della “storia” tra me ed Andrea
si era saputo, e le cose erano un po’ migliorate anche se Daniele mi parlava a
stento e Niko era freddo e distaccato con noi due. Max, invece, aveva accettato
la cosa con un sorriso, anche se sapevo che era dispiaciuto per il fatto che
rimanesse poco tempo alla fine del programma.
“Sarà,
ma ti vedo un po’ mogia” insistette, posando la chitarra ed avvicinandosi.
“Ma
no, forse è semplicemente che tu, essendo al settimo cielo, interpreti in modo
diverso la normalità” risposi, sentendomi un improvviso pugno allo stomaco nel
dire quelle parole.
“No,
ti conosco, e so che c’è qualcosa che ti turba” disse in tono definitivo. “E’
successo qualcosa con Andrea?”.
“No,
anzi, forse il problema è che le cose vanno fin troppo bene…” spiegai. Era
vero, le mie giornate erano davvero felici dopo tanto, le passavo sempre in
compagnia di Andrea e della sua dolcezza, e il pensiero che da lì a quattro
giorni ci sarebbe stato l’addio era davvero brutto, insomma, era come se la
durata della nostra storia fosse stata stabilita, ed in un certo senso era
vero.
Come
avrei fatto? Il solo pensiero di starmene nella mia città mentre lui era in
giro per i vari concerti, di doverlo salutare, di vederlo in tv in compagnia di
chissà chi , di sentirlo così lontano mi mandava in tilt …
“Capisco,
è una cosa orrenda. Ma è proprio vero che il destino esiste, tu sei venuta qui
cotta di Niko e poi hai perso la testa per un altro…” mormorò Max comprensivo.
“Ma nessuno può dire che non vi rivedrete più, forse quando crescerai potrai
raggiungerlo…”.
“Max,
non dire così, si sa che non è vero! Le nostre strade si divideranno, e di
sicuro a breve lo vedrò su alcune riviste abbracciato a qualche attrice…” dissi
sconfortata, mentre il solo immaginare la cosa mi procurava un forte mal di
stomaco.
“E’
la vita, piccolina, cosa vuoi farci…”.
Il
solo fatto che non mentisse per dire che non era vero mi fece sentire ancora
peggio, e ricambiai a stento la stretta quando mi abbracciò, dato che non
sapeva più cosa dire. Guardò il libro di italiano, scrollando le spalle.
“Io
vado a provare, ti lascio allo studio” si congedò, dandomi un bacio sulla
fronte e alzandosi.
Annuii,
anche se ormai la voglia di studiare era andata a farsi benedire, e dopo dieci minuti mi ritrovai a leggere lo
stesso paragrafo per la quinta volta senza capirci niente. Mi ci vollero
numerosi sforzi per fare la parafrasi della poesia “Lavandare” di Pascoli e altrettanti per impararla, ma per fortuna
terminai per le sette, un po’ soddisfatta dato che dovevo solo dedicarmi alla
chimica e alla storia.
“Eccoci
qui!”.
Erano
le sette e mezzo quando i ragazzi ritornarono dall’intervista, e sobbalzai
udendo la voce allegra e gaia di Francesco.
“Ehi,
siete tornati” lo accolsi, alzandomi dal divano.
“Si,
ma non sai che figata!” esclamò ridendo.
“Perché?
Cosa è successo?” domandai curiosamente.
“In
poche parole quello che ci stava intervistando ha chiesto se si era formata
qualche relazione all’interno del loft….”.
“Ed
Andrea è arrossito come un pomodoro…” terminò Giuseppe.
“Undicesimo
comandamento! Rispettatelo,e che cavolo!” trillò Andrea entrando. Lo guardai,
immobilizandomi quasi, e lui mi rivolse il suo solito sorriso affettuoso.
Cavoli, si faceva sempre più bello, non mi sarei mai scocciata di contemplarlo…
“Ciao, piccola, mi sei mancata tantissimo” mi disse avvicinandosi e
stringendomi a sé. Mi asciai cullare, sentendo le sue mani circondarmi la
schiena, e mi persi nel suo profumo.
“Ma
cosa mi combini!” lo rimproverai allegramente, mentre mi salutava con un bacio
e Niko, che stava entrando, si fermò di botto, uscendo dalla stanza con la
scusa per il fatto che avevano bussato alla porta.
Si
sentirono delle risate e poi un grande: “Oddio, Tiziano…!”.
“Ma
cosa succede?” chiesi, uscendo dalla stanza. Mi diressi all’ingresso, e rimasi
di sasso vedendo che davanti alla porta ancora aperta c’era Lara insieme a
Tiziano Ferro, entrambi sorridenti.
“Oh,
Tiziano F-F…. Oddio!” esclamai, avvicinandomi, sicura di aver preso una svista.
Ma
era proprio Tiziano Ferro, con indosso dei jeans ed una camicia bordeaux , i
capelli con il solito taglio che sfoderava i suo miglior sorriso mentre si
girava verso di me.
“Ciao,
tu sei Debora, giusto?” disse avvicinandosi e porgendomi la mano.
“S-Si,
s-sono i-io… P-Piacere…” risposi, stringendola a stento.
“Sono
venuto qui come regalo pre-finale” spiegò.
“Che onore conoscerti, Tiziano!” dichiarò Andrea
allegro, raggiungendoci.“Sei uno dei miei cantanti preferiti dal tuo primo album!”.
“E’
un onore per me ad essere onesti, ormai voi protagonisti di Music’s Planet
siete dei piccoli miti per noi cantanti che vi seguiamo da casa….” rivelò,
mentre ci dirigevamo tutti in salotto e Tiziano diceva che si sarebbe fermato
per cena.
Tiziano
Ferro era stato il mio ”Primo amore musicale”, ricordo quando, a dieci anni,
guardavo i vari programmi musicali solo per guardare la sua esibizione di
“Xdono” e immaginare di essere una di quelle ragazze che afferrava la rosa che
lui lanciava…. Quindi immaginatevi cosa poteva rappresentare per me averlo lì!
“Io
amo 111” dichiarai mentre eravamo in cucina e lui aveva insistito per aiutarmi
ad apparecchiare. Io che apparecchiavo la tavola in compagnia di Tiziano Ferro,
vi rendete conto?
“Mi
fa piacere, dopotutto quella canzone rappresenta molto, è la testimonianza del
mio calo di peso e di tutto quello che c’è stato dietro…” spiegò.
“Deb,
Tiziano, dite cheese!”.
Alzai
lo sguardo, trovandomi davanti Andrea che ci scattava una foto con la mia
digitale.
“Cheese!”
dicemmo all’unisono.
“Hai
avuto una bella idea, grazie!” esclamai. “Tiziano, ti va di fartene una più
decente?” chiesi timidamente.
“Ma
certo, Debora” rispose lui, senza smettere di sorridere.
Fu
così che passammo la serata tra foto e racconti.
“Niko,
mi ricordi un po’ me ad essere onesto,e poi la mia prima produttrice
discografica assomigliava molto a lei…” disse mentre cenavamo.
Niko
annuì vivacemente. “Si, è davvero brava Maria, è sincera e questa è una
bellissima cosa…”.
“Allora, Tiziano, non dirmi che vuoi andartene
senza averci cantato qualcosa!” esordì Max dopo cena, conducendolo vicino la
testiera e i vari strumenti musicali.
“Ma
che, scherzi! Cantare con voi è l’ultima cosa che mi perderei…” rispose Tiziano
entusiasta, prendendo il microfono e sedendosi dietro la tastiera, provando
alcuni accordi.
Ci
sedemmo tutti a cerchio intorno a lui, e lui iniziò a fare le note di “Sere
Nere”. “Questa l’hai cantata tu, vero Niko? E se non sbaglio te la consigliò Debora
dato che era la tua life coach….”.
“Si”
rispose lui rigidamente, alzandosi.
All’improvviso
mi sentii annebbiare la vista dai ricordi: le prime prove, il finto litigio con
Maria, l’ansia per il televoto, la mia cotta per lui… Quasi non mi resi conto
che avevano iniziato a cantare.
Mi
emozionai, e lo fui ancora di più quando Andrea si unì a loro, guadagnandosi
un’occhiataccia da parte di Niko.
“… Ho levigato la tua assenza solo con
le mie braccia, e più mi vorrai, meno mi vedrai, meno mi vorrai e più sarò con
te, con te, con te, lo giuro…”.
Rimasi
a guardarlo emozionata, dato che mi stava guardando e Tiziano faceva una faccia
compiaciuta.
Alla
fine applaudimmo, ancora emozionati. Quella canzone mi faceva uno strano
effetto, in effetti poteva essere la canzone di quell’avventura, che avevo
ascoltato appena arrivata e quasi alla fine di quel viaggio da entrambe le
persone che mi avevano fatto battere il cuore.
Eppure
poco dopo salutammo Tiziano, con un piccolo nodo al cuore dato che ognuno di
noi avrebbe preferito restare lì a cantare a ascoltare canzoni invece di andare
a dormire.
“Ciao,
Tiziano” lo salutai.
“Ciao,
Debora! Ci vediamo martedì, sarò in studio con voi e premierò chi vincerà!” mi
informò, mentre a quella notizia tutti si voltavano verso di lui.
Era
mezzanotte passata quando andammo a dormire, e quando guardai l’orologio
ricevetti un tuffo al cuore: avevo sedici anni! Ma nessuno sembrò ricordarsene…
Ci rimasi un po’ male ad essere onesta, anche se lì dentro si perdeva la
cognizione del tempo.
Mi
addormentai con molta difficoltà, e alle quattro ero di nuovo sveglia. Presi la
macchina fotografica ed iniziai a vedere
le varie foto che avevo scattato in quelle settimane, sorridendo e ricordando i
vari momenti. C’eravamo io e Tiziano, i ragazzi che facevano colazione, Lara
che cucinava, Samanta che battibeccava con Niko, ed io e Andrea che ci
baciavamo… Quella foto ce l’aveva scattata Giuseppe il giorno prima, di
soppiatto, ma non avevo il coraggio di cancellarla, era perfetta! Non mi ero
mai scattata una foto del genere con un ragazzo…
Alzai
lo sguardo quando sentii la porta aprirsi di scatto, ma mi rilassai quando vidi
che era Andrea che entrava furtivamente.
Mi
fece cenno di avvicinarmi, così posai la macchina fotografica e mi ci
avvicinai, chiudendo la porta alle mie spalle.
“Credevo
stessi dormendo, amore!” disse a bassa
voce.
“Mi
sono svegliata una decina di minuti fa, non avevo sonno! Tu, piuttosto?”
chiesi, mentre lo seguivo lontano dalla stanza.
“Si,
anche io, così ho preparato una piccola sorpresa visto che i ragazzi sono
andati a dormire sul terrazzo per il caldo… Vieni” disse, prendendomi per mano
e conducendomi nella stanza che divideva con gli altri tre. Entrai, e rimasi
stupita quando vidi che la stanza era illuminata da candele profumate e
adornate da rose rosse. Chiuse la porta e accese lo stereo ad un bassissimo
volume, mentre la voce di Dido con “Who makes you feel” inondava lievemente la stanza.
Si è ricordato del compleanno, allora!
“A…
cosa devo… tutto questo?” chiesi ancora spiazzata. Mi aspettavo un bel “E’ per
il tuo compleanno!” ma purtroppo non fu questa la risposta.
“Al
fatto che oggi non abbiamo proprio trascorso del tempo insieme” mi rispose,
prima di abbracciarmi da dietro e darmi un lieve bacio sul collo.
Era
quasi tutto perfetto, ma non sapevo perché sentivo un piccolo nodo alla gola,
un pensiero mi stava invadendo la mente: mi immaginavo la stessa scena che
aveva per protagonisti lui ed Rossella.
Andrea
continuò a baciarmi, arrivando lentamente alle mie labbra, ma con quel pensiero
fisso in testa non riuscii a fare altro che allontanarlo brutalmente.
Mi
guardò senza capire, ed aveva ragione.
“Scusami…” iniziai a dire, mentre iniziavo a
sentirmi decisamente stupida per tutte quelle preoccupazioni. A cosa serviva? E
anche se fosse? Che senso aveva? Tra qualche giorno ci saremmo dovuti salutare…
Andrea
mi guardava con una strana espressione preoccupata, mentre si sedeva sul letto
ed io lo imitavo.
“Hai
mai fatto tutto questo per Rossella?” chiesi all’improvviso.
Lui
fece una faccia rilassata appena sputai il rospo, e fece una piccola risata.
“Ah,
è per questo! Ma no, nn ho mai fatto tutto questo per lei, le nostre serate
erano molto meno romaniche, con lei non me ne fregavo di nulla…!” rivelò con
voce schietta. “Mi credi?” aggiunse, avvicinandosi e accarezzandomi il viso
lentamente.
“Si…”
soffiai a voce bassissima, accennando un sorriso. “Scusami, non dovevo…”.
“Eh
si, non dovevi, ma non ti sarà facile distruggere quest’atmosfera, piccolina…”
ironizzò, baciandomi, mentre la canzone terminava e iniziava “I will be” di
Avril Lavigne. “Mi sei mancata oggi” aggiunse, mentre prendeva una rosa e la
metteva tra i miei capelli.
“Anche
tu… Anche se senza te ho studiato molto di più”.
“Ah
ah, ed io ho provato meglio!”.
Iniziammo
a battibeccare così, finchè non finimmo per starcene abbracciati sul tappeto a
guardare fuori da quella bassa finestra.
“Tu
ci sarai?” chiesi lievemente, mentre le note della canzone proseguivano.
“Cosa?”
chiese Andrea, che aveva ripreso a giocare con i miei riccioli.
“La
canzone di Avril, dice “Io ci sarò…”. E tu?”.
“In
realtà è “io sarò”, comunque… Farò il possibile per esserci, lo sai, ma sai
anche che dopo martedì sarà impossibile poter stare ancora insieme…”.
“Lo
so, lo so… La mia unica paura è che quando verrò ai vostri concerti tu sarai
così preso dagli autografi da non avere tre secondi per salutarmi… E ho una gran
paura di vederti in tv al fianco di qualche cantante o attrice famosa…” dissi
con la voce rauca, cercando di non piangere.
Per
tutta risposta strinse la mia mano nella sua, facendomi rimanere un po’ male.
Quanto avrei voluto che avesse risposto: “No, non succederà, tranquilla”.
Ma
non si può chiedere alle cose impossibili di non accadere, giusto? E lui non mi
voleva illudere, lo sapevo.
E
faceva bene.
“… Un po’ mi manca l’aria che tirava, o
semplicemente la tua bianca schiena. E quell’orologio non girava, stava fermo
da mattina a sera, come me lui ti fissava. Io non piango mai per te, non farò
mai niente di simile. Si lo ammetto, un po’ ti penso ma mi scanso e non mi
tocchi più. Solo che pensavo a quant’è inutile farneticare….
Fu
quella canzone, “Non me lo so spiegare”, a risvegliarci da quel silenzio un po’
imbarazzante. “Tiziano ci ha seguito” dissi lentamente.
“Si,
e questa canzone ci ha azzeccato! Mi rivedo così, tra un po’ di tempo a pensare
queste cose…” rispose, aumentando la stretta e dandomi un bacio sulla guancia.
“E
perché?” chiesi.
Andrea
scrollò le spalle, mentre davanti a noi sorgeva l’alba, bella, che colorava il
cielo di un colore tra l’azzurro e il rosa.
“Non
me lo so spiegare”.
“Anche
io non me lo so spiegare” dissi.
“Cosa?”
“Il
fatto che mi stai regalando un bellissimo compleanno senza saperlo…” risposi,
decidendo di sputare il rospo. Era vero, involontariamente mi aveva fatto
quella bellissima sorpresa.
Andrea
si alzò di botto, prendendo l’orologio digitale dal comodino e controllando.
01 Giugno 2008, 05:03.
“Oddio,
amore, scusami, non sapevo fosse il primo giugno!” si scusò, più pallido che
mai, mentre si buttava una mano sulla fronte come a volersi dare dello stupido.
“Buon compleanno!” esclamò, prendendo una delle rose e porgendomele.
“Grazie
amore”.
Questa
volta fui io a baciarlo, sotto le note di “True” degli Spandao Ballet, ma ci
separammo di botto quando la porta si aprì di scatto, rivelando Niko.
“Andrea,
puoi abbass… Oh” mormorò, vedendoci, e il suo sguardo si fermò sulla spallina
abbassata del mio prendisole rosa, che era caduta dato che mi andava un po’
grande. “Scusate, ma sapete, a quest’ora le altre
persone dormono” sbottò, fraintendendo tutto.
“Cosa
vorresti dire?” dissi, scocciata da tutte le varie frecciatine che sputava da
vari giorni.
“Che
dovete fare i cavoli vostri senza disturbarci!” rispose, prima di fare per
allontanarsi.
“Ehi,
Niko, aspetta” lo bloccò Andrea alzandosi.
“Cosa
c’è?” sbottò scocciato.
“La
devi finire di insinuare cose inesistenti! E poi non sono fatti tuoi” aggiunse,
levando un sopracciglio mentre io mi alzavo per raggiungerli.
“Oh,
beh, non erano fatti tuoi nemmeno quando te ne stavi con Rossella, vero? Tanto
cosa te ne frega, eh?” rispose l’altro con il viso più rosso, mentre Andrea apriva
la bocca scioccato.
“Ma
cosa vuoi dire? A me sembra che tu abbia contribuito al club dei gelosi con
Daniele!”.
“Eh?
Ma taci, solo perché ora ci stai insieme credi di stare con Paris Hilton! Ma
chi t’invidia!”.
“Cosa
hai detto?” sbottai, intromettendomi. “Me l’ero dimenticato, il lord del
cavolo! Tu sei il classico tipo che, come la volpe, non si avvicina all’uva
buona quando sa di non poterci arrivare!”.
Ci
guardammo con un’occhiata furente, mentre Andrea approvava.
“Ma
che film ti sei fatta in testa? Ti sei davvero montata con tutte le stronzate
che quest’uomo di niente ti ha rifilato!” continuò Niko sprezzante.
“Come
lo hai chiamato?” urlai, prima di guardarmi la mano arrossata: gli avevo appena
dato uno schiaffo abbastanza sonoro.
“Deb,
allontanati, non lo ascoltare…” disse Andrea, allontanandomi da Niko, che era
ancora preso dal massaggiarsi la guancia.
Non
mi sentivo affatto pentita, quell’offesa era stata davvero troppo.
“Allora,
vuoi dirmi che problemi ti creiamo?” chiesi infine Andrea, guardandolo
freddamente.
Ma
Niko se ne andò facendo un verso sprezzante, senza degnarlo di una risposta.
“Come
credevo, ora si spiega tutto,anche se prima non me lo sapevo davvero spiegare…”.
“Che
cosa?” chiesi esitante, ancora intenta nel pensare alla faccia tosta che aveva
quel ragazzo.
“E’
semplicemente geloso”.
“Amore,
non credi di essere un po’ monotono? Anche con me dicevi sempre questo…”.
Andrea
mi sorrise. “Ed avevo ragione, no?”.
Qualche Anticipazione:
“Daniele,
come ti sei permesso di leggere la lettera?” urlai, irrompendo nella sua stanza
e sventolando il foglio, mentre stava leggendo un libro.
_______
“Questa
sono io?” chiesi incredula, sorridendo.
_______
“Oggi
il mio gruppo aveva la registrazione dell’inedito! Me lo sono perso!” esclamai,
sentendo un vuoto allo stomaco.
_______
“Debora, vuoi dire qualcosa a
queste persone che ti hanno raggiunta fin qui per festeggiarti?” chiese infine,
porgendomi il microfono, che presi in mano senza esitare. Un discorso, un
minimo ringraziamento ci voleva.
_______
“Ti
piacerebbe. Non allevierò i tuoi sensi di colpa, mi dispiace” disse in tono
freddo Daniele, lasciandomi scioccata, sorpassandomi e andando chissà dove.