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Autore: vale_9826    26/07/2015    2 recensioni
Killian stava beatamente schiacciando un pisolino dopo essere tornato dal lavoro, quando sentì un bussare frenetico alla porta. In un primo momento avrebbe voluto ignorarlo, e in un certo senso ci provò anche, con la speranza che chiunque ci fosse alla porta se ne andasse e lo lasciasse dormire, ma quel bussare non si arrestò, né diminuì di intensità. Così, stanco di quel rumore fastidioso, si decise ad alzarsi e andò ad aprire.
Aveva già una vaga, ma in realtà molto precisa, idea di chi potesse essere, quindi non perse neanche tempo a domandare chi fosse, ma aprì subito la porta.
Una chioma bionda e mossa attraversò la soglia di casa sua, con un passo svelto e nervoso.
Ecco appunto: Emma Swan.
Lo sapeva, anche il modo in cui bussava si differenziava da quello degli altri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

Emma lo osservò qualche minuto incantata, anzi quasi ipnotizzata, prima che la sua mente ritornasse lucida e cominciasse a ragionare.
Forse non era troppo tardi, magari poteva andarsene senza farsi notare. Si, era esattamente quello che avrebbe fatto.
Cercando di non fare rumore con i tacchi si avviò verso le scale, ma la sua voce calma e profonda la fermò.
< Non è necessario che te ne vai, sempre che la mia presenza non ti dia fastidio. >
Notò quel velo di ironia nella sua voce. Effettivamente era arrivata al ridicolo, adesso non voleva neanche parlargli.
< Scusa… > mormorò appena affiancandolo e poggiandosi anche lei alla ringhiera.
Lo osservò per qualche secondo, mentre i suoi occhi azzurri scrutavano quel manto blu, il suo sguardo aveva qualcosa di diverso. Era turbato, triste, malinconico…
< Stai bene? >
Non a caso gli fece quella domanda, sapeva che non saliva su una barca da quasi un anno. Sapeva che non ci era più salito perché il dolore, la rabbia, la paura, lo inghiottivano. Perché sapeva che la morte del fratello non l’avrebbe mai superata davvero, come lei non aveva mai superato quella dei suoi genitori.
< Credo di si. Certo, avrei preferito che la persona a cui tengo di più fosse con me quando sono salito su questa barca. >
Il suo tono era pieno di risentimento, e lei non potendo poi biasimarlo più di tanto abbassò il capo.
< Mi dispiace Killian… > sussurrò piano.
< Avevi detto che mi avresti chiamato, che non eri intenzionata ad erigere un muro tra noi. Ma alla fine è esattamente quello che hai fatto! > sbottò il ragazzo arrabbiato e ferito.
< Lo so, ti avevo promesso che ti avrei richiamato non appena mi fossi schiarita le idee. Ma non ci sono riuscita Killian, è questo l’unico motivo per cui ho preferito starti lontana. Perché nonostante siano passate settimane, tutto quello che provo, tutto quello che sento, mi spaventa! >
Solo allora Killian alzò lo sguardo su di lei, bellissima e pura, e notò la paura nei suoi occhi. Erano come smarriti.
< Ti spaventa? > chiese lui confuso.
Emma esitò qualche istante, poi tornando a guardare il mare gli rispose.
< Si. >
Killian credeva di sapere la causa del suo timore, perché forse non era solo lui a provare quei sentimenti. Le strinse una mano e la costrinse a guardarlo.
< Perché? Cos’è che provi? > le chiese, speranzoso di non essere stato il solo a provare emozioni uniche quella notte.
< Non posso dirtelo, non ce la faccio! > disse Emma cercando di allontanarsi, ma il ragazzo le afferrò il polso saldamente per trattenerla, ormai era stufo.
< Emma voglio sapere cosa provi, io non ho intenzione di perderti perché sei troppo importante per me, quindi ti prego parlami. Da quando è successo non posso fare a meno di pensarti, sento qualcosa Emma, qualcosa che va al di là dell’amicizia. Ormai non penso ad altro che a quello che ho provato stando con te… >
< A quanto pare però ti sei consolato subito prima, alla festa. > fece lei sprezzante, mentre si divincolava dalla sua presa.
< Cosa? Di che stai parlando? Di Trilli? > fece lui incredulo.
Lei non gli rispose, aveva troppa vergogna. Era a dir poco ridicola, e sapeva benissimo di esserlo.
< Tu sei gelosa! > esordì Killian incredulo.
< Non è vero! > esclamò subito Emma, ma il rossore sulle guance la tradì.
< Invece si, ma sappi cara Emma, che io con la gelosia ci ho fatto i conti da quando ti sei messa con Neal! > le urlò lui di rimando.
< Che cosa?! > fece Emma sconvolta.
Fu la volta di Killian di abbassare lo sguardo, imbarazzato. Ormai lo aveva capito, era sempre stato geloso, sempre. Tutti quei segnali, tutti quei fastidi che aveva provato in quegli anni significavano una sola cosa, era stato lui a volerli ignorare.
< Già, è questa la pura è semplice verità. Io ero geloso, anzi lo sono sempre stato, ma non me ne accorgevo. Mi autoconvincevo che il fastidio che provavo quando ti vedevo insieme a Neal o a qualsiasi altro ragazzo era dovuto al fatto che eri la mia migliore amica, ma la verità era un'altra. E quando siamo stati insieme ho realizzato che non posso più andare avanti così. Ti amo Emma! >
La ragazza di fronte a tanta schiettezza rimase paralizzata. Non se l’aspettava. Certo, Killian era stato un tipo sempre molto diretto, ma cavolo, lei era troppo impreparata.
< Come fai a essere così sicuro di quello che provi? Perché io non lo sono più, per niente! > fece lei quasi spaventata. Quella situazione proprio non sapeva gestirla.
< Emma devi solo fidarti. Se anche una piccolissima parte di te sente qualcosa, per una volta, fidati. Lo hai già fatto in passato, e so che puoi farlo di nuovo! >
“So che puoi farlo di nuovo”
Come può una semplice frase riportare alla mente un ricordo così lontano?
 
< Posso vedere la parte che hai scritto per favore? > disse Emma mentre toglieva i fogli del compito dalle mani di Killian e li controllava scrupolosamente.
Il ragazzo sbuffò, stufo di tutta quella diffidenza nei suoi confronti. Quella ragazza lo stava facendo impazzire; ogni singola cosa doveva esaminarla,controllarla e correggerla personalmente . Va bene, quel progetto era importante per lei, ma lo era anche per lui. E quando si prendeva un impegno era abbastanza responsabile da mantenerlo.
Ormai stavano lavorando insieme da settimane, aveva imparato a conoscerla. Certo, per quanto fosse possibile. Emma, nonostante lo intrigasse molto, era come una porta senza serratura, puoi studiarla dall’esterno tutto il tempo che vuoi, ma non potrai mai vedere tutto quello che c’è dietro. Anzi, non potrai mai vedere nulla, e a questo Killian proprio non voleva rassegnarsi. La cosa però che più di tutte poi non riusciva a sopportare era tutta questa mancanza di fiducia nei suoi confronti.
< Direi che può bastare! > esclamò all’improvviso togliendole di mano i fogli che stava leggendo, e che contenevano la sua parte del lavoro che stavano facendo.
< Ma cosa fai? > urlò irritata la ragazza.
< Sai cosa Emma, mi hai affidato una parte da fare, e se ti dico che è fatta bene, lo è! In queste settimane non hai mai parlato con me di qualcosa che non riguardasse questo stramaledetto progetto, a stento mi hai salutato nei corridoi a scuola e questo non fa nulla. Ma sai cosa? Dovresti provare a fare una cosa nuova: fidarti. > le urlò ormai esasperato da tutta quella sua mania di controllo.
< Ma come osi si può sapere? > urlò Emma furiosa.
< Che c’è? Vuoi dirmi che ho torto? La verità è questa: sei un lupo solitario e depresso che pur di non pensare se la prende con gli altri e non da neanche un briciolo di fiducia. >
Killian aveva osservato molto Emma in quelle settimane. Non aveva amiche vere, anzi la maggior parte del tempo lo passava da sola, e lui non riusciva proprio a capire il perché.
< Fidarmi?! Mi stai chiedendo di fidarmi? > chiese Emma facendo una risata incredula, ma poi la sua espressione cambiò non appena continuò a parlare. < Ma tu cosa ne sai di me? Se non mi fido di nessuno ho le mie buone ragioni. Fidarsi delle persone non porta mai a nulla, perché o se ne vanno, o ti tradiscono, o ti fanno una merda! Sono io l’unica persona di cui mi possa fidare! > urlò mentre alcune lacrime le solcavano il viso.
Ma cosa ne sapeva lui? Come si permetteva di giudicare? Non sarebbe rimasta a senitire le sue parole un secondo di più. Si avviò così verso l’uscita della camera di Killian a passo svelto, ma non riuscì ad andare lontano.
Il ragazzo infatti la raggiunse in meno di un secondo e le afferrò il polso, per poi farla voltare verso di lui. Alla vista di tutte quelle lacrime che uscivano da quegli occhi verdi che aveva sempre trovato meravigliosi lo scosse enormemente.
Emma, la ragazza tutta d’un pezzo, sempre controlata e sempre fredda, che piangeva.
< A chi ti riferisci? Chi ti ha lasciato? > chiese Killian. Non sapeva perché, ma gli importava, voleva saperlo.
< Che ti importa? > chiese lei dura.
< Non lo so in realtà, ma tu dimmi chi è, e io lo vado a prendere a calci. >
La bionda smise di versare altre lacrime e lo guardò sorpresa, davvero sorpresa. Sopresa di tutto quell’interesse nei suoi confronti. La verità era che nessuno si era mai interessata  lei, e lui non ne aveva il motivo.
< Perché dovrei dirtelo anche se fosse? >
< Non c’è un motivo, ma se ti sei fidata una volta, allora so che puoi farlo di nuovo. E ora ti sto chiedendo di fidarti di me, e ti prometto che se mi darai una chance, non te ne pentirai. >
 

Gli occhi di Killian nel momento in cui dissero quelle parole, anni prima, erano proprio come quelli che aveva in quel momento. Puri, senza alcuna titubanza. Occhi pieni di affetto, pieni di amore, pieni di tutto quello che Emma aveva cercato di lasciarsi alle spalle, pieni di tutto quello aveva sempre desiderato. Li riconobbe. Erano gli stessi occhi che quel pomeriggio di tanti anni fa la spinsero a fidarsi di lui, a raccontargli tutto ciò che la tormentava da quando i suoi genitori, le uniche due persone di cui si era sempre fidata, erano morte, lasciandola sola contro il mondo.
Quella sera invece i suoi meravigliosi occhi color del mare la spinsero a fare qualcosa di ancor più importante,  la spinsero ad accettare i suoi sentimenti.
Emma lo baciò, con tutta l’amore che ormai aveva capito di provare, e lo strinse forte a sé. Killian non esitò un attimo e ricambiò il suo bacio con ardore e desiderio
Lei sentì finalmente il suo odore invaderle le narici, il calore delle sue labbra, le sue mani sfiorarle i fianchi e la schiena e un fuocherello dispettoso nello stomaco che piano piano saliva fino al petto e le scaldava il cuore. Dio, baciarlo era anche meglio di quanto ricordasse.
E mentre le loro labbra, avide e irrefrenabili, si scontravano e si esploravano, Killian spinse Emma fino a bloccarla con la schiena contro una parete. Si separarono solo il tempo di riprendere fiato, poi Killian cominciò a lasciare ad Emma una lunga scia di baci dal collo fino al seno. E mentre lei cercava di trattenere sospiri e gemiti, lui, aiutato dallo spacco del vestito, con le mani lentamente le accarezzava le cosce. Emma allora comincio a togliergli la giacca e a infilargli le mani sotto la camicia scura per accarezzargli seducente il petto scolpito.
Killian non ce la faceva più, la desiderava troppo! Non sapeva neanche da dove fosse uscito tutto quel desiderio per lei, ma non ce la faceva più. Voleva sentirla di nuovo dentro di lui. Così, senza nessun preavviso, la penetrò con un unico movimento, e lei, pur di non urlare, continuò a baciarlo mentre con le unghie quasi gli graffiava la schiena.
Emma aveva ceduto, non era riuscita a stargli lontano, ma Dio, probabilmente avrebbe rifatto quella scelta altre mille volte, perché unirsi a lui era forse la cosa più bella del mondo.
Vennero, entrambi, pochi minuti dopo. Se non ci fosse stato Killian a stringerla, probabilmente Emma non sarebbe riuscita a reggersi in piedi. Così lo stringeva, ancora, sempre più forte. Non voleva più lasciarlo andare, e capì finalmente di provare quel sentimento che ti fa venire i crampi allo stomaco, che ti fa brillare gli occhi dalla felicità, che non ti fa dormire la notte e che ti fa battere forte il cuore per motivi quasi inutili.
< Ti Amo Killian… > gli sussurrò piano all’orecchio, per poi riprendere a baciarlo, lentamente, dolcemente… mentre il cuore di Killian nel petto urlava di gioia.


Ma salve a tutti! Lo so, lo so... ci ho messo giusto un po' a postare quest'ultimo capitolo, ma credetemi quando vi dico che è stato un vero parto; e tutt'ora non ne sono proprio soddisfatta al cento per cento. Eh beh, siamo arrivati alla fine (piango T.T) ma non vi mancherò molto, visto che ho già cominciato a pubblicare una nuova long ( che potete trovare qui --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3194536&i=1) quindi se vi va fateci un salto e ditemi come vi sembra. Beh io non so davvero che dire, mi dispiace che questa storia volga al termine, mi è piaciuto tanto scriverla, e grazie a tutti voi che mi avete sempre seguito e recensito è stato tutto meraviglioso, vi ringrazio davvero tantissimo! Vi mando un grosso bacio e ancora grazie mille veramente. Spero a presto, Vale! 
  
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