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Autore: MayQueen    26/07/2015    2 recensioni
"...È la natura umana, va ben oltre la fredda logica e la ragione pratica..."
Siamo tutti storie alla fine.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Polvere di fata



"Io adoro i Serial Killer! In bilico costante tra genialità e pazzia! Sono i più difficili da prendere, sono abituati a giocare... Ma quanto si divertono a lasciarsi seguire! Così dannatamente interessanti..farebbero di tutto per farsi notare!"

"Si, ho capito, conosco il genere..." mormoro, guardando un po' a disagio il mio amico che saltella entusiasta intorno al cadavere di una ragazza.

"Bene, studiamo le regole del gioco." Sherlock si sfrega i palmi delle mani e recupera un'espressione concentrata, girandosi verso Greg.

"Andiamo con ordine. La prima ragazza, quella con i capelli rossi. Accidenti Gavin, avreste dovuto chiamarmi ieri... Si sa chi è? Ci sono denunce di scomparsa?"
Greg apre la bocca per rispondere, ma è battuto sul tempo.

"Taylor Born." la detective Donovan si avvicina a noi,  sfogliando un bloc-notes pieno di appunti. "Irlandese, di Belfast. Era qui a Londra per partecipare a un torneo di calcio a 5."

"Ma tu..." balbetto guardando Sherlock, perplesso. "È quello che hai detto..l'hai detto per..." indico con un cenno della testa il cadavere di Cappuccetto Rosso.

"Ha al polso un braccialetto del Metropolitan College, di quelli che danno all'ingresso delle feste riservate agli studenti.  Che sia una calciatrice è evidente, la muscolatura delle gambe non è molto sviluppata, ma tonica e ben definita. Viaggiava con delle amiche, ha usato un fondotinta non adatto alla sua carnagione, devono averglielo prestato.. Il fatto che fossero compagne di squadra era solo una supposizione, devo ammettere."

"Fammi capire.." so di avere un'espressione a metà tra la sincera ammirazione e la stupidità più assoluta, come tutte le volte che ascolto una delle sue infinite catene di deduzioni.
"Tu non conosci Cappuccetto Rosso... ma sei un esperto di cosmetici?"

Sherlock mi zittisce con un gesto della mano e continua a parlare
"Quindi le vittime erano due componenti della stessa squadra... Sono state le compagne a denunciare la scomparsa?"

Donovan sospira
"No, purtroppo. È stato il direttore dell'albergo in cui dovevano alloggiare. Si è preoccupato perché non sono arrivate all'orario prestabilito per il check-in e non riusciva a mettersi in contatto con loro in alcun modo. L'intera squadra è scomparsa, insieme all'allenatrice, che le accompagnava. Abbiamo trovato il pullmino su cui viaggiavano abbandonato a bordo strada vicino a Twickenham."

"Vicino al primo cadavere" si inserisce Lestrade "Abbiamo trovato un biglietto. Diceva 'Seconda stella a destra'."  

"Maledizione..." un misto di rabbia e senso di colpa si fa strada nel mio stomaco: sei ragazze così giovani rapite e con ogni probabilità uccise da un pazzo ossessionato dalle fiabe per bambini. È sempre difficile accettare che nel mondo succedano davvero cose simili, anche per qualcuno abituato a vedere scene del crimine degne di un film.

"Recupera il tuo distacco professionale, John." dice Sherlock, come se mi avesse letto nella mente. "Sembri sul punto di vomitare. Non sono tutte morte, non ancora. Le tiene prigioniere, questo sì, e le ucciderà. Ma una a una. E noi possiamo batterlo sul tempo."

"...e come?" chiedo al limite dell'esasperazione di fronte alla sua freddezza.

"Giocando. Te l'ho detto, quelli come lui amano farsi seguire. Vuole essere trovato. Basterà seguire le sue tracce." 

Osservo per qualche secondo Sherlock mentre si guarda intorno. Ogni scatto fulmineo dei suoi occhi, ogni movimento  delle sue mani, che sembrano cercare di afferrare le idee e le ipotesi che si stanno affollando in quella mente geniale e maniacalmente organizzata. So che in questa fase dell'indagine il mio contributo è inutile.
Per questo mi sorprendo quando, bloccandosi di colpo, si gira e si avvicina a me a passi rapidi, gli occhi di ghiaccio fissi nei miei con uno sguardo determinato.

 "John. Tu sei perfetto."

"Cosa?" indietreggio di un passo.

"Sai tutto su storie per bambini, stupidi racconti fantastici e favole in genere. Sei perfetto per questo caso!"

"Io...Io suppongo di.."

"Andiamo, non fare il modesto, sei un esperto di idiozie. Forza, procediamo con ordine. Parlami della prima fiaba, quella della ragazza vestita di verde."

Sospiro, non sapendo se sentirmi onorato o insultato dalle parole di Sherlock.
"Va bene. Allora..Peter Pan. In poche parole è la storia di un...un ragazzo che non vuole crescere. E vive nell'Isola che non c'è..con sirene, indiani, pirati cattivi..."

"Che idiozie..."

"Un... Un giorno la sua ombra scappa...E per recuperarla entra nella casa di questi tre bambini..tre fratelli.."

"Certo, ombre che scappano...logico..."

"Sherlock, è una storia per bambini."

"Oh giusto, e ai bambini è meglio atrofizzare la mente finché si è ancora in tempo, non si sa mai che qualcuno abbia un briciolo di potenziale.." Quando usa questo tono sarcastico trattenermi dal prenderlo a pugni in faccia diventa davvero impegnativo.

"Hai intenzione di lasciarmi parlare o devo trascinarti a casa a guardare una VHS della Disney?"

"Perdonami. Continua pure."

"Insomma, questi tre bambini grazie alla polvere di fata riescono a volare e a seguire Peter.."

"C'è qualche luogo importante?"

"Scusa?"

"Un luogo, John. Deve esserci un luogo importante nella storia, è quella la chiave."

"Ma..perché proprio un.."

Con un gesto esasperato Sherlock strappa il cellulare dalle mani di Lestrade, impegnato a parlare con un agente della scientifica, e mi piazza davanti agli occhi la foto del cranio fracassato della nostra Peter Pan.

"Guarda. Non vedi?"

"Non capisco.."

"John, hai mai visto qualcuno morto a causa di una caduta? Omicidio, suicidio o incidente che sia."

Una morsa mi chiude lo stomaco e, giuro, se si potesse davvero incenerire qualcuno con lo sguardo a quest'ora al mondo non ci sarebbe nessun consulente investigativo.

"Si...Qualcosa del genere...." sibilo a denti stretti.

"Mh. Sono spiacente, domanda poco opportuna. Beh, fatto sta che in questa foto c'è poco sangue. Decisamente poco sangue perché la ragazza sia caduta in questo punto. Ergo, l'assassino vuole farci capire che dobbiamo cercare in un altro posto."

Lo guardo perplesso.
"Sei sicuro di.."
"John!" sbotta lui.

"Ok, ok, va bene! Quindi.. luoghi... Beh, l'Isola che non c'è.." Sherlock mi afferra il bavero della giacca.

"Ci serve un posto che esista, John, non possiamo volare via come delle fatine, e neanche il serial killer può farlo!"

"Ho capito, ho capito, lasciami pensare!!" Lo spingo via e mi allontano da lui di qualche metro, cominciando a camminare avanti e indietro.

"D'accordo, i bambini vivono a Londra... ma non so dove..." Mi guardo intorno cercando di pensare.

"Non lo so...Solo ad un certo punto...."

Mi fermo di colpo, girandomi a guardare Sherlock con gli occhi sgranati. Mi giro di nuovo. Dietro di me si staglia imponente la sagoma slanciata del Big Ben.
"In..in una scena del cartone animato...  Prima di andare sull'Isola che non c'è.. I bambini e Peter Pan si fermano su una lancetta del Big Ben....E lui indica loro la strada...Seconda stella a destra, e poi sempre dritti..."

"Come c'era scritto sul biglietto." Sherlock conclude il mio pensiero.
"E quindi eccoci qua." allarga le braccia, mostrando la scena del crimine. "Alla seconda tappa. Un po' in ritardo, vero. Ma ora abbiamo la conferma che ogni cadavere è un personaggio, ogni personaggio è una storia e ogni storia ci condurrà al personaggio successivo. E se siamo veloci possiamo recuperare."

Ignoro il fatto che, mentre si avvicina al cadavere di Cappuccetto Rosso si affretta a tirarsi su il colletto del cappotto come suo solito. Si inginocchia e, senza prestare attenzione a un agente della scientifica che cerca di fermarlo, comincia a frugare nel cestino da pic nic.

"Quindi..." comincio io.

"Quindi." Mi interrompe, scattando in piedi stringendo con esultanza un biglietto tra le dita. "Quindi spiegami, John,  cosa significa 'Scegli la strada a sinistra' in una  storia su una ragazza vestita di rosso?"





****
Note dell'autrice: Comincia l'indagine! Ho scritto questo capitolo quasi di getto, e per quanto io continui a rileggerlo non riesco a capire cosa non mi convinca...Quindi se siete arrivati a leggere fino a qua, vi prego di farmi sapere se vi è piaciuto o cosa invece secondo voi dovrei migliorare :) 
Non mi sembra di avere commenti particolari in questo caso, ma se voi doveste avere dubbi o curiosità di qualsiasi genere da volere chiarire sentitevi liberi di chiedermi qualsiasi cosa! 
A presto

-May
  
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