Grazie
per le recenzioni e a chi ha messo questa ff tra i preferiti!
TUTTI
I PERS SN MAGG. I PERS E I FATTI NN SN REALMENTE
ESISTITI O ESISTENTI
Attenzione. Leggere
In questo capitolo è presente una scena di sesso esplicita, ma visto che il
regolamento di EFP vieta le lemon incestuose ho
dovuto censurarla.
La troverete scritta a lettere bianche, quindi per leggerla basterà
evidenziarla, oppure saltarla ed andare direttamente al paragrafo dopo.
Spero che in questo modo si riuscirà a non offendere nessuno.
Ringrazio ainsel
poiché l idea della censura è sua e mi
ha permesso di usufruirne.
REINCONTRARSI
Sasuke avanzò lentamente, soppesando ogni suo passo
nell’oscurità.
Non riusciva a prendere sonno, quel giorno come molti altri prima, per questo
succedeva, anche se raramente, che si addormentasse il pomeriggio, quando
finiva gli allenamenti.
Rabbrividì appena si fermò davanti al lago, le cui acque si incresparono in una
danza che seguiva le note del vento che lo stava investendo.
Poteva portarsi un mantello…
Ma non finì di pensarlo che un piacevole tepore lo avvolse a partire dalle
spalle, diffondendosi per tutto il corpo.
Il suo cuore perse un colpo quando delle labbra fresche gli sfiorarono
l’orecchio.
Tentò di voltarsi, ma la figura, intuendo le sue intenzioni, lo bloccò,
facendogli passare un braccio intorno alla vita sottile mentre accostava i
lembi del mantello che avvolgeva entrambi.
Quel tocco, quel profumo speziato, i lunghi capelli, neri come i suoi, che gli
carezzavano una guancia…
No, non poteva essere, anche se non lo avrebbe ritenuto così impossibile, ma
non avrebbe mai potuto confonderlo con altri, eppure non… era troppo, troppo
presto…non aveva ancora la forza.
-E’ pericoloso uscire a quest’ora di notte, piccolo.
-Non chiamarmi così!
-Perché, ti fa ricordare il passato?
No, per quello bastava la sua sola presenza, le sue movenze feline, la forza
incomparabile… ma soprattutto la voce, una delle poche cose che il tempo non
aveva cambiato.
Era sempre bassa, roca, e della stessa sensualità di allora.
Posò le mani sul suo braccio per poi girarsi in quell’abbraccio e passarla sul
petto, affrontando lo sguardo vermiglio.
Itachi aveva sempre avuto un controllo perfetto dello
sharingan.
-Lasciami!
-Prenderai freddo.
E rafforzò la stretta, facendo boccheggiare Sasuke,
che strinse la sua maglia fra le dita, cercando di allontanarsi spingendo sulle
braccia.
-Ti prego…lasciami…
-No.
Ma allentò la presa per lasciarlo respirare.
Infatti lo sentì rilassarsi, sospirando.
-Perché?
-Sei sempre stato molto invadente.
-Qualcosa da te dovevo prenderla.
Il più grande sorrise, divertito da quel tentativo di farlo irritare.
Gli passò una mano sulla tempia, soddisfatto nel constatare che il suo otouto vacillava a quella carezza, ma socchiudeva gli
occhi, senza sfuggire al suo contatto.
-Cosa…
-Ti piace, nii-chan?
Le palpebre cedettero quando prese a carezzargli la schiena.
-Quando eri piccolo volevi sempre essere coccolato da me.
-P-perché…nii-san…?
Itachi scorse le dita per tutto il suo viso,
seguendone i contorni, facendogli schiudere la bocca.
-Anche se te lo chiesi allora e tu mi detti una risposta…io…non…mmhm…
Il più grande gli fece piegare il volto di lato, lambendo con la bocca la pelle
del collo, leccando, baciando, succhiando un punto preciso sotto la mascella.
-I-itachi…smettila, ti prego…
Pareva volerlo spingere lontano, ma non ne aveva la forza.
-Perché, hai paura di non potermi più fermare poi?
Sasuke sentì la voce del fratello come fosse un eco
lontano e remoto, che lo colpì con la stessa durezza, così si spiegò il balzo
del suo cuore.
Non potè impedire alle sue gambe di tremare, tanto
che cedettero sotto il suo peso esiguo.
Non aprì gli occhi.
Sapeva che sarebbe caduto, aspettò con ansia il freddo contatto col terreno,
che forse lo avrebbe destato da quello stato di torpore in cui era entrato.
Invece quel calore lo avvolse e si trovò completamente posato al corpo di Itachi, la guancia contro il petto ampio.
Sarebbe stato meglio se avesse sciolto quell’abbraccio…almeno avrebbe smesso di
sperare…di piangere…
-Basta, Itachi…io non ce la faccio più.
Il maggiore si accigliò, udendo quell’accento malinconico che Sasuche stava disperatamente cercando di nascondere.
Si scostò quello che bastava per guardarlo in volto.
Quante volte lo aveva visto piangere… eppure si meravigliava ogni volta della
bellezza che quel viso, così simile al suo, riusciva a raggiungere.
Le guance diventavano rossissime, quasi senza accorgersene socchiudeva le
palpebre e dischiudeva le labbra alla ricerca affannosa di aria mentre le
lacrime disegnavano una maschera sotto gli occhi, resi ancora più scuri dalla
disperazione.
Era così facile immaginarlo eccitato, come argilla da modellare ad ogni tocco,
ad ogni fremito.
-Perché Itachi? Non eri contento, la tua vita non ti
andava bene?
-Era piuttosto piacevole, direi.
-Allora perché?
-Nii-chan…molte volte per avere qualcosa devi
rinunciare ad altro.
-E tu cosa vuoi?
Il ragazzo gli sorrise malignamente, detergendo le gocce salate a partire dal
mento con le labbra.
-Che buon sapore hai, otouto. Vuoi assaggiare?
-Itachi!
Gli bloccò il volto con una mano, spingendolo contemporaneamente contro un
albero in modo da liberare l’altra, occupata a sorreggere Sasuke,
che serrò sulla sua gola, costringendolo ad aprire di più la bocca rosea.
All’inizio fu solo uno sfiorarsi di labbra, poi Itachi
approfondì il contatto affondando in quell’antro umido con la lingua, che prese
a stuzzicare vogliosamente quella inattiva del fratello, unendo al sapore
salato delle lacrime quello dolce della saliva.
-Allora?
Sasuke lo guardò con odio, iniziando a divincolarsi
ferocemente.
-Mi fai schifo! Cos’è, ti annoi e allora vieni a fare certi giochetti con me?
Beh, io non ci sto! Ti odio…ti odio, ti voglio vedere morto!
-Mi pareva di avertelo già detto. Solitamente non ripeto un concetto, ma per te
farò un’eccezione. Finchè non tramuterai in odio puro
quello che provi verso di me non riuscirai ad uccidermi.
-Io ti odio, ti disprezzo!
-Se fosse davvero così l’Uzumachi sarebbe morto e tu,
otouto, avresti i miei stessi occhi.
Il suo nii-chan si bloccò così all’improvviso da
impallidire quando iniziò a sentire il bruciore dei tagli che si era procurato
sulle gambe urtando la corteccia.
Abbassò lo sguardo, nascondendolo dietro la lunga frangia corvina.
-Io non farò come te…per me Naruto…è il fratello che
non ho avuto!
Accadde tutto così in
fretta che se gli avessero chiesto di raccontarlo non ci sarebbe riuscito.
Non capì se successe dopo il giramento di testa, dopo quel colpo in pieno
stomaco, forte…troppo forte…
Dopo avergli alzato il kimono, arrotolandoglielo alla vita, Itachi
si liberò della costrizione dei pantaloni, penetrandolo in un colpo.
Soffocò le sue grida di dolore e paura con la bocca, ma essi erano sin troppo
chiari nei suoi occhi, che parevano implorarlo, arrendevoli mentre le lacrime
riprendevano a rigargli il volto.
Dopo qualche minuto di quella violenza, il primo singhiozzo proruppe dalla gola
del fratello, solo allora lo lasciò libero di prendere aria, nonostante quel
pianto disperato gli permettesse poco.
Sasuke iniziò a tossire, la gola riarsa, le labbra
turgide e bagnate.
Finchè le forze ancora gli permettevano di muoversi,
strinse tra le mani il mantello sulle spalle dell’altro, avvicinandosi tanto da
potergli sussurrare all’orecchio.
-B-basta…ti prego…
-Tu sei mio, sei il MIO otouto, mi capisci?
Diede più forza ai movimenti, lasciandolo senza fiato per il dolore che si
stava dilatando in tutto il corpo.
Sasuke gli avvolse le braccia intorno al collo,
nascondendo il viso contro la sua spalla e mordendo con forza il mantello.
-Non sono più il tuo nii-san? Allora posso averti
tutto per me.
Il più piccolo si lasciò scappare un gemito più forte, cercando aria,
respirando quasi dolorosamente.
-Basta…nii-san…ah!
Al sangue, che stava gocciolando monotamente per
terra, col suo rumore metallico, colando dalle sue cosce scoperte, si unì il
frutto del piacere del maggiore, intento ad assaporare la pelle sudata di Sasu, le gocce salate che gli scendevano dagli occhi e, nel
ritrarre la mano, il liquido vermiglio.
-I-Itachi…
-Sssh, ora stai buono.
Si sfilò da lui con delicatezza, facendogli posare le gambe, che durante
l’amplesso l’aveva costretto ad avvolgere intorno ai suoi fianchi, continuando
però a stringergli la vita per tenerlo in piedi.
Gli occhi offuscati esprimevano dolore, rabbia, perdizione…tristezza.
Tanta, tanta tristezza.
-Ita…chi…
-Sai che non è prudente farmi arrabbiare. Tu osi sempre troppo…sin da quando
eri piccolo.
Le gambe gli cedettero e Itachi accompagnò la sua
caduta, sedendosi contro il tronco dell’albero e avvolgendolo col mantello nero
dell’ Akatsuki , coprendo il bordo macchiato del
kimono, una volta candido.
Sasuke era senza forze, si lasciava controllare come
un bellissimo burattino, lasciando che gli facesse posare il volto sul suo
petto, dove rimase ad ascoltare i battiti del cuore tornare normali.
Il maggiore lo guardò col suo solito cipiglio indifferente, a cui era da sempre
abituato.
-Solo che allora dovevo controllarmi, mentre adesso posso farti tutto quello che
voglio. Non sai quante volte avrei voluto sbatterti ad un muro e prenderti,
come adesso, anche contro la tua volontà.
-Perché…Ita? Io non capisco…
-Non è importante che tu ci riesca.
-E ora?
Lasciò che i suoi occhi si chiudessero, abbandonandosi al sonno, senza
aspettare una risposta che, lo sapeva, non sarebbe venuta.