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Autore: sesshydil    24/01/2009    2 recensioni
Un sorriso le illuminò timido il viso. Gli occhi si rasserenarono.
Era tornata la donna che lui amava.
La donna per cui sarebbe morto.
Con un sospiro, si avvicinò alle labbra di lei.
Un bacio.
Dio quanto le era mancata.
Rimase con le labbra incollate alle sue, a respirare il suo odore, a respirare di lei. Le loro anime si incontravano di nuovo.poi..
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardai

..a respirare di lei..

 

 

La guardai.

La luce della luna illuminava i suoi capelli castani dai riflessi dorati i lunghi boccoli svolazzavano nella fredda brezza notturna, ma lei non tremava. Il viso pallido era contratto nello sforzo, la bocca color mare era tesa in una smorfia di concentrazione…

Quella bocca che ricordava sempre sorridente, quella bocca che popolava i suoi sogni…

Ma quella bocca non la riconosceva più, quel riso non sarebbe più tornato, non per lui almeno.

Gli occhi azzurri brillavano di una furia fredda, di una follia omicida. Carichi di rabbia, di odio, di disprezzo.

Quegli occhi carichi di amore e di passione. Quegli occhi che soli, erano in grado di sciogliere il suo cuore, erano in grado di capirlo. Gli unici occhi che non lo avevano mai accusato, che non lo avevano mai fissato come se fosse un mostro.

Quegli occhi, ora non c’erano più.

Non era la donna che conosceva.

Qualcosa in lei era cambiato.

 

 

Che cosa le ho fatto?

Continuava a chiedersi, mentre con occhi addolorati respingeva la spada mortale che mirava al suo corpo.

 

 

Me ne sono andato.

 

 

Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva vista..

 

 

E non sono tornato..

 

 

Ma ero sicuro che le avrebbe capito.. infondo, lei mi capiva sempre..

 

 

Allora che cosa ho sbagliato?

 

 

Io non l’ho mai dimenticata.. mai.. non ho fatto che pensare a lei.

 

 

E lo stesso sarà stato per lei..

 

 

E allora non capisco. Può l’amore trasformarsi in odio?

 

 

Come è possibile?

 

 

Mi sono illuso. Illuso che davvero la lontananza non contasse, che davvero il tempo non avrebbe cambiato niente.

 

 

Si, illuso..

 

 

Cosa credevo? Credevo davvero che sarebbe durato in eterno?

 

 

Si, lo credevi..

 

 

Lei aveva il mio cuore, e io ero convinto di avere il suo..

 

 

E invece mi sono sbagliato..

 

 

Lei è cambiata, lei non è più la stessa. Il tempo è la lontananza, nemici maledetti…

 

 

Ma è davvero solo loro la colpa?

 

 

No, certo che no, la colpa è mia. Io me ne sono andato e non sono tornato..eppure..

 

 

Eppure?

 

 

Eppure lei mi conosceva, sapeva che ero fatto così, ero sicuro..

 

 

Che avrebbe capito? Che mi avrebbe atteso?.. se mi conosceva davvero, sapeva che non sarei tornato..

 

 

Già.. forse è così. Sapeva che non sarei tornato e mi ha dimenticato..ma perché ha creduto che anche io l’avessi dimenticata?

 

 

Ho mai preso sul serio qualcosa?

 

 

No.. ma volevo bene a lei, e lei lo sapeva..

 

 

Ne sono sicuro?

 

 

No, non ne sono sicuro..

 

 

Allora posso darle torto?

 

 

No, ma non riesco a capire.. come può odiarmi così? Ero certo di conoscerla..

 

 

La conoscevo davvero?

 

 

Si, meglio di chiunque altro.. lei non mi avrebbe mai dimenticato..

 

 

Ne sono sicuro?

 

 

Si, sicuro.

 

 

…..

 

 

 

Mi odia perché non ha potuto dimenticarmi?

 

 

Sapeva che non sarei tornato.

 

 

No! Lei deve capire.. io l’amo, l’ho sempre amata..

 

 

E allora perché non glielo dico? Diglielo!

 

 

Non posso..

 

 

Perché? E’ quello che sta aspettando da così tanto tempo!

 

 

Non posso..io me ne ero andato..

 

 

Perché?

 

 

Perché sapevo che lei avrebbe sofferto a causa mia..

 

 

Lo sapevo..

 

 

Sono stato uno stupido! Volevo evitare che lei soffrisse e invece l’ho fatta soffrire ancora di più..

 

 

Potrei cambiare le cose se solo lo volessi..

 

 

No, non posso…è troppo tardi ormai..

 

 

Posso provarci..

 

 

No, perché..

 

 

Perché…

 

 

So che le farei di nuovo del male.

 

 

E allora cosa voglio fare? Scappare? Come ho già fatto..

 

 

Cosa altro potrei fare?

 

 

Ammettere il mio amore…

 

 

 

Con uno scatto il demone afferrò il braccio della donna che impugnava la spada, impedendole di muoversi, e con l’altro braccio le bloccò la vita. La vedeva dimenarsi, tentare di liberarsi, gli occhi lo fissavano furiosi, le labbra contratte in un ghigno.

Il suo profumo.. quello non era cambiato, sapeva di mare, sapeva di rosa… era lei, ora la riconosceva.

Delicatamente le baciò una guancia, scendendo poi a seguire il profilo del viso.

Adesso non si dimenava più, era immobile fra le sue braccia.

 

Respirò appieno il suo profumò, si riempì gli occhi con il suo viso.

 

Sarebbe rimasto a fissarla per sempre, ad osservare gli zigomi sporgenti e le labbra carnose lievemente inclinate all’insù, e quegli occhi azzurri grandi e coraggiosi.

Lasciò la mano che le bloccava il braccio con la spada e immerse le mani in quei boccoli castani.

Con un unghia seguì il profilo della guancia, scese al collo, poi passo alle spalle, alla vita sottile, alla schiena perfetta.

Lei si appoggiò a lui, iniziando a piangere silenziosamente sul suo petto.

Le alzò il viso con una mano, costringendola a guardarlo.

 

Uno sguardo silenzioso.

Era il suo modo per chiederle scusa.

Per quello che aveva fatto, e quello che avrebbe fatto.

E lei capì.

Lei lo capiva sempre.

Un sorriso le illuminò timido il viso. Gli occhi si rasserenarono.

Era tornata la donna che lui amava.

 

La donna per cui sarebbe morto.

 

Con un sospiro, si avvicinò alle labbra di lei.

Un bacio.

Dio quanto le era mancata.

Rimase con le labbra incollate alle sue, a respirare il suo odore, a respirare di lei. Le loro anime si incontravano di nuovo.

 

Poi…

Sentì la lama attraversargli il petto.

Si staccò da lei, guardò i suoi grandi occhi versare lacrime, mentre la mano che impugnava la spada si riempiva di sangue.

Del suo sangue.

 

Lui sorrise dolcemente, accarezzandole la guancia.

 

Si, lui la conosceva.

Lei lo amava, lo aveva sempre amato.

Sapeva di non poterlo dimenticare.

Sapeva che lui l’avrebbe sempre fatta soffrire.

Sapeva, che per continuare ad amarlo, non esisteva altro modo.

 

Sentì il metallo uscire dal suo corpo, vide la spada cadere per terra.

Sentì il corpo fremente di lei stringersi a quello di lui.

Bisognosa.

Dopo così tanto tempo.

Erano insieme di nuovo.

Ma lei, non lo avrebbe lasciato.

 

Delicatamente, lo spinse indietro, costringendolo ad arretrare.

 

Lui capì le sue intenzioni troppo tardi.

 

Vide il suo sorriso, vide i suoi occhi.

 

Sentì le sue labbra premere contro le sue, alla ricerca di un bacio.

 

Lui la strinse a se.

 

No, non l’avrebbe lasciata.

 

 

E così, con le labbra e i corpi uniti in un tutt’uno, si lasciarono cadere nel vuoto.

Il vento e la luna unici spettatori del loro amore.

Finalmente liberi di stare insieme.

 

Per sempre.

 

 

 

 

 

 

  
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