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Autore: ohfreakingbambi74    27/07/2015    2 recensioni
"Inevitabilmente nella sua mente si crearono le possibilità più disparate sul perché di quella cifra. Forse il signor Black era un negoziante? O forse un malavitoso? E se fosse stato un corriere della droga? Lo avrebbero messo in mezzo per interrogarlo fosse successo qualcosa, solo per aver trovato il suo numero sul cellulare di uno spacciatore? Come l'avrebbe spiegato a sua madre?! Che ne sarebbe stato della sua carriera?! Chi si sarebbe mai fidato di un professore che aveva un mafioso drogato tra le sue conoscenze?!"
AU Wolfstar con accenni Jily ambientata da qualche parte in Florida.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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1.
 
 
 
Poche persone possono dire di trovarsi veramente bene sul proprio posto di lavoro.
Remus era una di quelle. Lavorare al museo lo faceva sentire utile e gli dava la possibilità di incontrare gente nuova ogni giorno. Non che fosse il tipo che faceva facilmente amicizia con chiunque; era più uno di quelli che si divertiva a osservare la gente e cercare di capire cosa pensassero davanti alle opere.
Inoltre fare da guida alle scolaresche di ogni età era un ottimo allenamento per quando sarebbe riuscito a diventare professore. Imparare a zittire e mantenere l'attenzione di un gruppo di ragazzini col cervello in ferie era una delle cose più difficili che avesse mai sperimentato, anche se quei pochi bambini interessati provocavano soddisfazioni incredibili.
Adorava quel lavoro ma non avrebbe voluto rimanere dentro quelle mura per tutta la sua vita; era ottimo come modo per guadagnare i soldi per la retta universitaria. Oltretutto era sempre una buona scusa per non uscire con Lily ogni santissimo sabato sera.
Avere come coinquilina la sua migliore amica del liceo era splendido, fino a quando Lily si era messa in testa che lui dovesse uscire più spesso perché, secondo lei, era depresso. Da quel momento la sua migliore amica era diventata peggio di sua madre.
Grazie ai turni a suo favore e ad Alice, collega al museo e novella coinquilina, era riuscito a restare accoccolato nella sua 'cuccia di lettura' con una tazza di cioccolata calda e cannella per due sabati consecutivi. Doveva aspettarselo che non sarebbe durato.
Erano quaranta minuti che la rossa cercava di convincere l'amico ad uscire dalla propria stanza, possibilmente con qualcosa che non fosse uno di quei suoi orrendi maglioni extralarge addosso.
"Remus, uscire può farti solo bene. Ti prometto che non ti porto a ballare ma almeno scendi a bere qualcosa."
"Così dopo mi trascini in qualche locale e casualmente incontriamo qualche tuo compagno di corso che vuole presentarmi un suo amico? Passo."
"Viene anche Alice! Avanti! Sai che non cercherei mai di farti abbordare da qualcuno con lei vicino!"
A quelle parole, la ragazza minuta seduta sul divano ad allacciarsi i sandali guardò la coinquilina confusa.
"Va bene." si arrese Remus aprendo la porta, puntando poi l'indice a mezzo centimetro dagli occhi della rossa, "Ma se domani al lavoro sembro uno zombie ricordati: so dove vivi e come vendicarmi."
 
***
 
Svegliarsi la mattina successiva alle sei fu quasi un trauma. Per poco non aveva buttato la sveglia contro il muro e nel tentativo di raggiungere il bagno incolume aveva sbattuto contro la porta, sia della camera che del bagno, ed era inciampato circa tre volte nella moquette del corridoio.
Quel giorno al museo gli avevano affidato la guida della gita di una classe di bambini delle elementari e manco si ricordava quale fosse il proprio cognome. Lily gliel'avrebbe pagata. Eccome se gliel'avrebbe pagata!
Prima di tutto poteva scordarsi la salsa di soia e le sue amate tisane come minimo per un mese, per non parlare di quelle fette di cheesecake della pasticceria in fondo alla strada.
La tradizione vuole che ad ogni visita guidata si accodi al gruppo qualche genio, come fosse semplice confondersi tra una ventina di bambini alti un metro e un tappo! Ai tre ragazzi infiltrati però non sembrava importare molto degli sguardi taglienti che Remus lanciava loro. Dopo un paio di sale il ragazzo con gli occhiali e i capelli impossibili disse qualcosa agli amici e si allontanò insieme a quello bassetto. Il ragazzo dai capelli legati continuò a fissarlo insistentemente per poi esordire con un palese occhiolino.
Con un sospiro seccato lo ignorò, concentrandosi sull'esposizione dei quadri a quei ragazzini per nulla interessati. Non era la prima volta che qualcuno cercava di fare il brillante e attirare l'attenzione; alla fine aveva capito che la cosa migliore da fare era ignorarli bellamente.
A fine turno si accasciò sulla panca all'interno della biglietteria. Davanti a lui Alice accoglieva gli ospiti e dispensava biglietti e cartine, fresca come una rosa.
"Come fai? Ti sei alzata al mio stesso orario e hai bevuto forse anche più di me ieri."
"Non ci vuole molto a bere più di te."
In quel mentre uno degli stagisti si affacciò alla porta, porgendo un portafoglio di pelle nera.
Non sarebbe stato il suo compito ma dato che ormai in quel museo era conosciuto come 'il buon sammaritano', accettò di occuparsi della restituzione dell'oggetto.
"Dovremmo tenere aperto più del solito, compilare scartoffie, chiamare il proprietario, puoi occupartene tu vero? Abbiamo già tante cose a cui pensare."
Morale della storia: ci pensa Remus.
 
Una volta a casa aprì il portafoglio rovinato per cercare un minimo indizio sul suo proprietario. In una tasca trovò un bigliettino con segnato un numero con un nome.
Chi diavolo si tiene segnato il proprio numero di cellulare? Forse era un malato di Alzheimer o qualcosa del genere. Gli mancava solo un vecchietto con la memoria di un comodino tra le sue conoscenze.
Senza perdere altro tempo scrisse:
 
19:40 -  Gentile signor Black, la informo della perdita del suo portafoglio oggi al museo St. Brutus. L'oggetto in questione è ora sotto la mia custodia. Venga pure a ritirarlo al museo appena le è comodo.
Lupin Remus
 
Non passò molto tempo che arrivò la risposta:
 
19:44 - Grazie, domani passerò al museo.
 
Fu molto più semplice del previsto. O, almeno, così pensava. A mezzanotte, interrompendolo dalla lettura del suo libro ­cosa che era costata la vita a non poche persone­ gli arrivò un secondo messaggio.
 
00:01 - Scusi la domanda poco usuale, potrebbe guardare nella tasca esterna del mio portafoglio? Ci dovrebbe essere un foglietto con sopra scritto una cifra. Me la scriverebbe?
 
'Ok, questo è strano...'
Eseguendo comunque la richiesta del signor Black cercò nel portafoglio nero e trovò il foglietto.
 
00:01 - 12$. 
Scrisse tagliando corto.
 
Inevitabilmente nella sua mente si crearono le possibilità più disparate sul perché di quella cifra. Forse il signor Black era un negoziante? O forse un malavitoso? E se fosse stato un corriere della droga? Lo avrebbero messo in mezzo per interrogarlo fosse successo qualcosa, solo per aver trovato il suo numero sul cellulare di uno spacciatore? Come l'avrebbe spiegato a sua madre?! Che ne sarebbe stato della sua carriera?! Chi si sarebbe mai fidato di un professore che aveva un mafioso drogato tra le sue conoscenze?!
 
00:02 - Non si faccia strane idee, sono i soldi che devo al mio coinquilino.
 
Non rispose, anche se si sentì decisamente sollevato.
 
***
 
Il giorno dopo non si presentò nessuno a reclamare il portafoglio smarrito. Stava per telefonare al signor Black quando questo gli scrisse.
 
18:20 - Ha mai desiderato uccidere qualcuno? No perché penso che il mio coinquilino non arriverà a questa sera. Questo per dirle che oggi non riuscirò a venire a ritirare il portafoglio. La prego non mi rubi i soldi.
 
18:21 - Punto uno: non penso sia furbo da parte sua rivelarmi certi suoi istinti, nel caso di una futura e, da che ho capito, probabile indagine su un omicidio. Punto due: non me ne farei molto di 12$.
 
18:21 - La prego non mi denunci. Mi creda, mi sarebbero grati in molti per l'omicidio del mio amico. Non sfotta le mie 12$! Sono una cifra del tutto rispettabile!
 
18:22 - Come desidera. Domani però non sono di turno al museo. Dovrà aspettare il 13.
 
Senza ricevere risposta si incamminò verso casa.
Stava per prenotare la cena per sé, Alice e Lily quando il cellulare trillò di nuovo.
 
19:45 - Sei una delle guardie del museo?
 
19:48 - Come prego?
 
19:48 - Continuare a darti del lei era stancante. Dato che terrai il mio portafoglio ancora per un giorno mi sembrava una buona idea fare conoscenza.
 
19:49 - Cosa mi dice che lei non è uno psicopatico? O un vecchio maniaco bavoso?
 
19:50 - E con questo capisco che sei giovane, oltre che paranoico. Più o meno di 25 anni?
 
19:51 - Risponderò solo in presenza del mio avvocato.
 
19:52 - Ok, inizio io. Sirius, 22 anni, meraviglioso essere umano, coinquilino di due piaghe.

Con uno sbuffo stizzito poggiò il cellulare sul banco della cucina e non lo degnò più di uno sguardo.
I casi erano due, o quel Sirius Black era un adescatore di povere vittime di Dio-solo-sa-cosa, o un tizio davvero molto spensierato.
Dopo un po' udì l'arrivo di un ennesimo sms, continuò a ignorare il telefono; ma quando questo trillò per la terza volta si arrese a leggere i messaggi, più per esasperazione che per altro.
 
20:10 - Non si gioca così sai?
 
20:20 - Seriamente, non prendertela. Mi annoiavo e non pensavo di fare nulla di male. Tutto quello che ho detto è vero.
 
Prendendolo di sorpresa Lily gli rubò l'oggetto e lesse i messaggi, guardandolo poi con un sorriso malizioso. Remus gli puntò contro un dito minaccioso, passando lo sguardo da lei al cellulare. 
"Non-osare!"
Dandogli le spalle e fuggendo nella propria camera Lily cominciò a muovere nevroticamente le mani sulla tastiera. Il ragazzo le corse dietro e, dopo un'ardua battaglia in cui Lily si ritrovò stesa con le testa sotto il letto mentre Remus cercava di mordergli un polpaccio, riuscì a riconquistare il proprio telefono. Fortunatamente il messaggio "Remus Lupin, stessa età, il resto posso raccontartelo stasera se vuoi ;->" non era stato inviato.
Con un sospiro di sollievo lo cancellò e scrisse al suo posto:
 
20:25 - Lupin. Guida e guardiano part-time. Inquietato e a disagio.
 
20:26 - Lupin. Ho già sentito questo cognome... Eri la guida di ieri?
 
Uno stalker?!
 
20:26 - Probabile...?
 
20:27 - Quello dei bambini...
 
20:29 - La cosa si fa inquietante.
 
20:30 - Sono quello dell'occhiolino, quello che hai guardato schifato.
 
20:31 - Oh. E' una cosa che fai spesso? Fare gli occhiolini alla gente?
 
20:31 - Quando ne vale la pena, sì. Oh... siamo passati al "tu"?


Quindi era solo un cascamorto?
 
20:32 - Fammi indovinare. Tra i tuoi amici sei quello che ci prova col mondo e si becca le malattie veneree.
 
20: 33 - Hey! Ti ho fatto un complimento!
 
20:33 - No. Mi hai infastidito sul mio posto di lavoro. Ma questa volta farò finta di niente solo perché ho il tuo portafoglio in mano e ho appena trovato una foto compromettente.
 
20:34 - Oddio... qual è?
 
20:34 - Stai molto bene col rossetto rosa. Ma secondo me ti dona di più il color corallo, se vuoi la mia coinquilina te lo può prestare.
 
20:35 - Grazie, può sempre tornare utile.
21:04 - Senti... Io la butto lì... Ma se ci incontrassimo tipo domani sera per il mio portafoglio? Non so più chi sono senza i miei documenti.
 
"Dì di sì." Commentò semplicemente la rossa azzannando un raviolo al vapore.
"Non posso incontrare uno così a caso Lily!"
"Non è a caso." disse Alice, mentre lei e la coinquilina studiavano la foto del ragazzo vestito da prostituta svedese. "Gli devi restituire il suo portafoglio."
"E chiunque sia così… così con addosso tutto quel trucco non può che essere un gran pezzo di gnocco." constatò Lily col tono di chi avrebbe sbattuto un martelletto in tribunale, solo avesse potuto.
"Tu non dovresti pensare a quel tizio che viene sempre a trovarti da Starbucks? Quello delle margherite?"
"Quello non fa che fissarmi per tutto il pomeriggio! Giuro, se domani lo ritrovo allo stesso tavolo a farmi di nuovo la radiografia con quello sguardo ebete e in mano la margheritina gli sputo nel caffè!"
"E' adorabile! Quanti ragazzi ci sono che regalano fiori al giorno d'oggi?" chiese sarcastica la mora, prendendo un morso dell'involtino primavera di Remus.
"Se volesse fare colpo dovrebbe lasciarmi la mancia, non un fiore striminzito."
"Da quando sei diventata così cinica?" chiese il ragazzo allagando con la salsa agrodolce i propri ravioli, "Fino a un paio di anni fa saresti impazzita per una cosa del genere."
"Da quando ho capito che coi fiori non ci paghi le bollette."
 
***
 
08:00 - Sto ancora aspettando una risposta...
 
08:05 - E io stavo dormendo. Giorno libero ti dice niente?
 
08:06 - Percepisco un certo qual grado di acidità... non sei un tipo mattiniero, eh?
08:18 - Capito. A dopo.
 
11:20 - No. Quando posso preferisco dormire fino allo sfinimento.
 
11:23 - Dormire fino allo sfinimento...? Dormi talmente tanto che sei stanco?!?

11:23 - Hai presente quel fastidio allo stomaco che ti prende quando stai per troppo tempo a letto? Quell'esigenza di alzarti se no potresti impazzire?
 
11:24 - Quindi... ti costringi alla pigrizia?
 
11:24 - Pressappoco...
 
11:26 - Quindi... per oggi? Mi restituisci la mia identità?
 
11:28 - Ok. Facciamo... alle 20:30 allo Starbucks alla fine della via del museo?


11:29 - Conterò i minuti da ora.
 
11: 30 - No.  

***
 
"Stai ancora flirtando col biondino del museo?!"
Come risposta una pantofola zittì James colpendolo in fronte.
"Lo prendo come un sì."
"E tu ti sei deciso a parlare con la barista giù da Starbucks?"
"Non mi pare si stesse parlando di me. Peter, dammi una mano."
"SE NON STATE ZITTI TUTTI E DUE APRO IL GAS E CHIUDO LE FINESTRE!"
"Come osi parlare così a tua madre?!?" Si portò una mano al petto James.
Il ragazzo dal viso tondo come una luna piena si accasciò sulla pila di libri aperti che aveva davanti, "Vi prego. Devo riuscire a superare almeno un esame questo semestre. Non mi sembra di chiedervi il mondo!"
James continuò a guardare scioccato l'amico, "E dire che l'avevamo educato con tanto impegno..."
"Sono le brutte compagnie che lo contagiano." lo assecondò con poca attenzione Black.
"Scommetto che si droga."
"Almeno condividesse!"
Sirius rilesse gli ultimi messaggi col 'Lupin' del museo con aria soddisfatta. Riusciva sempre a ottenere un appuntamento con chi voleva. Certo, la perdita del portafoglio era stato un colpo di fortuna non da poco ma erano cose che gli capitavano. Ogni tanto adorava essere se stesso.
 
***
 
"Vuoi andare all'appuntamento con QUEL maglione?"
Chiese Lily indicando i motivi ricamati del pullover di Remus.
"Per la quinta volta, non è un appuntamento. Gli restituisco il portafoglio e scrocco una cioccolata."
"Ad ogni modo quel maglione non lo metti. Non puoi presentarti a qualcuno con un maglione coi conigli che saltano le carote!"
"Guardami." la provocò il ragazzo avviandosi verso le porta di casa con le braccia aperte, "Guardami mentre mi allontano col mio splendido maglione addosso!" e detto ciò si chiuse la porta alle spalle.
I maglioni extralarge di Remus erano sempre stati un punto d'attrito tra lui e Lily. Secondo lei sarebbe dovuto passare al massimo alle felpe. Lupin, invece, li adorava; erano così morbidi e caldi. Non aveva mai bisogno di una giacca quando li indossava ed erano oggettivamente belli. Certo, alcuni non avevano fantasie convenzionali, come quello che si era comprato il natale precedente insieme ad Alice, pieno di teste di renne e fiocchi di neve. L'80% del suo armadio era praticamente composto da maglioni e camicie di flanella, amava la sensazione che i tessuti soffici gli lasciavano sulla pelle.
 
"Hipster. Lo sapevo."
Una voce bassa e volutamente roca gli fece alzare lo sguardo dalle proprie scarpe. Davanti a lui il ragazzo dai capelli scuri raccolti in un... qualcosa di molto spettinato lo fissava con un sorriso sghembo sulle labbra. Teatralmente scese dalla grande moto su cui lo stava aspettando e gli andò incontro col casco sotto braccio. 
"Sirius Black, immagino."
"Lupin del museo?"
Il tono sfrontato e lascivo con cui quel ragazzo gli parlava faceva desiderare a Remus di lanciargli il portafoglio e andarsene il più lontano possibile, o scoppiargli a ridere in faccia. Con un sospiro d'esasperazione prese il portafoglio del moro dalla tasca dei pantaloni e glielo porse tendendo il braccio.
"Quanta fretta!" sghignazzò l'altro afferrando l'oggetto, aprofittandone per sfiorargli la mano, "Posso offrirti qualcosa con la bellezza dei miei ritrovati dodici dollari?"
"Solo se prometti di smetterla di fare il marpione."
Sorridendo il moro parve rilassarsi, "Di solito funziona..."
"Non ci credo."
Mentre rispondeva Remus aveva già aperto per metà la porta del locale. A Sirius sfuggi un secondo sorriso rilassato.
Prima di sedersi di fronte all'altro ragazzo il moro si fermò al bancone, guardando il suo accompagnatore in attesa dell'ordine.
"Cioccolata al caramello."
Una volta tornato al tavolo con gli ordini, Sirius guardò Lupin con aria soddisfatta. "Dunque," riprese il castano dopo un sorso alla sua cioccolata, "come facevi a sapere che ero io? Rifiuto di credere che ti ricordassi di me."
"Te l'ho detto." rispose Black guardandolo negli occhi sfacciato, "Ne vale la pena­ no dai!" scoppiò in una risatina nervosa vedendo che l'altro si era alzato per andarsene.
"Perché non riesci a riderci sopra?"
"Perché non mi piacciono i cascamorti." dopo qualche istante di silenzio si sedette di nuovo, "Sappi che resto solo per la cioccolata."
"Senti... ho sbagliato. Mi piaci e pensavo che iniziare a flirtare in modo diretto fosse la cosa giusta. Mi sbagliavo. Capisco se non vuoi uscire con me o altro ma­"
"Manco ti conosco!"
"Appunto... ma possiamo almeno provare a essere amici? Mi piacerebbe..."
Dopo qualche secondo passato ad analizzare il volto del moro, Remus cedette.
"Non è un altro metodo di abbordaggio, vero?"
"No, te lo giuro."
"Ok." di scatto gli porse la mano aperta, "Remus Lupin. 22 anni. Studente e guida/guardiano part-time al museo."
Sirius afferrò la mano tesa e la scosse piano, sulle sue labbra sempre l'eterno sorriso che, per chissà quale motivo, spinse Lupin a ricambiare.
"Remus." ripeté il moro quasi sovrappensiero.
"Sirius."
 
***
 
00:14 - Ti sei mai fermato a pensare come chiameresti un potoo* se l'avessi?
 
00:14 - Ci siamo appena conosciuti, non penso ci sia tra noi ancora abbastanza confidenza per i discorsi da brillo.
 
00:15 - Non sono brillo, non abbiamo neanche la birra in casa da due giorni (cosa per cui qualcuno dovrà morire). Non hai chiesto cosa è il potoo!

00:15 - So cos'è il potoo.
 
00:16 - Sei solo la terza persona che conosco che sa cos'è!
 
00:16 - Come si fa a non conoscere una cosi nobile e maestosa creatura?!
 
00:18 - SPOSAMI!
 
00:18 - Nah... troppa organizzazione... troppa fatica...
 
00:19 - Dimenticavo la tua pigrizia autoimposta...
 
00:45 - Ok, sono appena tornato a casa e ho scoperto che la mia coinquilina ha fatto una copia della tua foto del portafoglio e l'ha attaccata sul frigo. Giuro che non lo sapevo!
 
00:46 - Se vuole l'autografo basta chiedere.








NdA:

*Per chi non sapesse che "nobile e maestosa creatura" è il potoo... vergognatevi e godete della sua magnificenza:
http://rateeveryanimal.com/wp-content/uploads/2014/02/potoo2.jpg

Buonsalve a tutti!
Che dire... E' la prima ff sul fandom di Harry Potter che pubblico, spero piaccia o che, perlomeno, non faccia schifo. XD
Se ho sbagliato o non siete convinti di qualcosa scrivetemi pure, fa sempre piacere sapere quello che pensate :)

Al prossimo capitolo,
Fede
  
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